Test CEMR

Autore: pianetaitalia

  • CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  26 luglio 2021

    CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 26 luglio 2021

     

    L’Italia è ripartita in modo robusto: i servizi sono in forte recupero, i consumi finalmente in rimbalzo, l’industria prosegue su un sentiero di crescita stabile; anche se si è indebolito il traino dell’export. La ripartenza si legge anche nei dati sul lavoro.

    Gli USA sono in assestamento su ritmi meno elevati e nell’Eurozona è tornata l’incertezza legata ai possibili effetti della variante delta del Covid.

    Inoltre, i prezzi alti e la scarsità delle materie prime possono costituire un vincolo alla ripresa.

     

    Leggi la Congiuntura Flash del CSC

     

     

  • INDAGINE RAPIDA CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  10 luglio 2021

    INDAGINE RAPIDA CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 10 luglio 2021

     

    La produzione industriale recupera in giugno (+1,3%) dopo il calo di maggio (-1,5%). Le attese degli imprenditori sono ancora favorevoli, nonostante la variante “Delta” che rischia di frenare i progressi nel contenimento del contagio.

    La produzione industriale italiana conferma le attese positive e cresce nel secondo trimestre (+1,1%) con una dinamica analoga a quella rilevata nel primo.

    Il sostegno viene soprattutto dalla domanda interna.

    Favorita dall’allentamento delle misure di contenimento del Covid-19 è ripartita la spesa delle famiglie, la componente finora più debole della domanda e tassello mancante nel puzzle della crescita.
     

    Vai alla Nota completa del Centro Studi Confindustria 

     

  • La squadra di presidenza dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna

    La squadra di presidenza dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna

     

    Bologna, 28 giugno 2021 – I Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna guidati dal Presidente Ivan Franco Bottoni hanno nominato i nuovi Vice Presidenti.

    Sono Beatrice De Gaspari, 32 anni, socia e responsabile area salute e sicurezza sul lavoro De Gaspari Orlandi Associati di Ravenna, Maria Eleonora Missere di Bologna, 30 anni, socia e responsabile di struttura del Poliambulatorio Giardini Margherita PGM srl,  Luca Vettorello di Reggio Emilia, 32 anni, Presidente Dalet srl e technical sales director di Logos, Marco Zaffignani di Piacenza, 31 anni, socio e amministratore delegato di Sercom.

    “Sono orgoglioso della nuova squadra di presidenza –   dichiara il Presidente Ivan Franco Bottoni  –  e sono certo che l’Emilia-Romagna darà come sempre un importante contributo al movimento nazionale dei Giovani Imprenditori. I colleghi che mi affiancheranno in questo triennio sono molto preparati e hanno un grande entusiasmo: ognuno di loro avrà una delega sulla base delle proprie competenze e interessi”.

    Il Presidente Ivan Franco Bottoni, 38 anni, eletto il 19 aprile scorso, è socio e amministratore dell’azienda Suono e Immagine di Francolino in provincia di Ferrara. 

     

    Foto in allegato, da sinistra a destra:
    Marco Zaffignani, Maria Eleonora Missere, Ivan Franco Bottoni, Beatrice De Gaspari, Luca Vettorello

  • Progetto DECARB | La call per le PMI dell’Emilia-Romagna che intendono decarbonizzare l’attività

    Progetto DECARB | La call per le PMI dell’Emilia-Romagna che intendono decarbonizzare l’attività

     

    Il Progetto DECARB, promosso da Confindustria Emilia-Romagna Piccola Industria in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Nativa,  si rivolge alle imprese associate appartenenti alla Piccola Industria che intendono mettersi in gioco e intraprendere un percorso verso la decarbonizzazione della propria attività di business.

    Perché partecipare: per scoprire strade per ridurre l’impronta ambientale dei prodotti e dei servizi, per dimostrare ai propri consumatori che l’azienda ha a cuore il futuro del pianeta e la qualità dell’aria che respiriamo.

    Abbiamo voluto realizzare un progetto che aiutasse le imprese nella comprensione dei propri impatti in termini di emissioni di gas a effetto serra e nell’elaborazione di strategie per la loro mitigazione: un primo decisivo passo verso la decarbonizzazione.

    L’emergenza climatica non è più rinviabile, fare finta che non esista danneggia noi, le generazioni future e anche le imprese. È ormai chiaro come Governi, Istituzioni e mondo finanziario stiano incentivando percorsi di innovazione sostenibile, penalizzando invece chi non integra questi temi nei propri piani strategici. Ne è un esempio l’impegno assunto dall’Unione Europea verso il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica fissato entro il 2050.

    Raggiungere il “Net Zero” richiede un completo ripensamento dei paradigmi economici, culturali e di crescita sino ad ora adottati. Da questa trasformazione dipenderà il futuro non solo delle singole aziende, ma anche dell’intera umanità. Il mondo del business è quindi chiamato ad assumere un ruolo di responsabilità e a diventare protagoniste della transizione. Molte grandi imprese hanno già pianificato passi significativi verso la decarbonizzazione, ma per raggiungere l’obiettivo è necessario il contributo di tutti.

    Questa spinta è anche guidata dai consumatori e dai partner commerciali che, sempre più spesso, prediligono aziende che si impegnano per un impatto rigenerativo sul clima.

     

    Come partecipare

    La call si rivolge a tutte le Piccole e Medie Imprese (con meno di 250 addetti e fatturato inferiore ai 50 milioni di euro)  iscritte a una delle Associazioni territoriali di Confindustria in Emilia-Romagna. Cinque tra le aziende che invieranno la propria candidatura saranno guidate da Nativa in un programma di comprensione degli impatti in termini di emissioni di gas climalteranti legate ai propri processi e nella definizione di un piano di evoluzione che le guidi verso la loro riduzione.

    Oltre alla descrizione delle attività di business, nella richiesta di partecipazione occorre esprimere le motivazioni che spingono ad avviare un percorso di decarbonizzazione attraverso un racconto – da presentare attraverso un video ed eventuali modalità aggiuntive preferite – della visione di sostenibilità dell’azienda, degli impegni già intrapresi e delle prospettive future su cui si ritiene sia necessario investire per essere in grado di rispondere alle odierne sfide e prosperare nel lungo termine collaborando al raggiungimento degli obiettivi della Comunità Europea.

    Le domande saranno valutate per selezionare una rosa di 5 aziende con cui sviluppare il progetto sulla base del commitment trasmesso e delle potenzialità di miglioramento.

    Le domande dovranno pervenire entro il 9 luglio 2021 all’indirizzo piccola-ind@confind.emr.it compilando il modulo allegato e allegando il materiale integrativo relativo alle motivazioni progettuali.

    Il programma si concluderà con una presentazione presso i territori delle aziende e dei risultati conseguiti.

     

    Per informazioni:
    piccola-ind@confind.emr.it – tel. 0513399911

     

     

  • CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  30 giugno 2021

    CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 30 giugno 2021

     

    In Italia ripartenza più rapida del PIL: consumi e servizi si affiancano già nel 2° trimestre a investimenti e industria in consolidamento.  La fiducia è stata ripristinata, ci sono più ordini, più credito e i tassi di interesse restano bassi.

    L’export italiano cresce sopra i livelli pre-crisi, grazie agli scambi mondiali in aumento, ma le commodity sono carissime per le imprese.

    Anche l’Eurozona riparte già nel 2° trimestre del 2021, mentre negli USA la crescita annua va molto oltre le attese.

     

    Vai alla Nota completa del CSC 

     

  • PROGETTO CANADA |  GRANDE ADESIONE AL PERCORSO PROMOSSO DA ICE, CONFINDUSTRIA E CONFIDUSTRIE EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE E VENETO

    PROGETTO CANADA | GRANDE ADESIONE AL PERCORSO PROMOSSO DA ICE, CONFINDUSTRIA E CONFIDUSTRIE EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE E VENETO

     

    Oltre 120 imprese hanno aderito al Progetto Canada. L’export delle imprese dell’Emilia-Romagna verso il mercato canadese è cresciuto del 60% negli ultimi dieci anni
     

    30 giugno 2021    −  Oltre 120 aziende italiane hanno aderito al progetto Canada Education & Business Program promosso da  ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in collaborazione con Confindustria su impulso delle organizzazioni regionali Confindustria Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto.

    Il Progetto, in partenza oggi con la prima giornata formativa on line, ha l’obiettivo di migliorare la conoscenza del mercato canadese, sviluppare nuove competenze e rafforzare strategie di export e di internazionalizzazione sul mercato canadese.  Si è rivolto ad imprese appartenenti a sei filiere, a più alto potenziale sul mercato canadese: agroalimentare (esclusi vini e alcolici), macchine per la filiera agroalimentare, automotive, tecnologia ambientale, farmaceutica, contract (edilizia, costruzioni, arredamento).

    Il valore del Made in Italy in Canada è raddoppiato negli ultimi dieci anni, crescendo ad un tasso medio annuo del +10%. Negli ultimi 20 anni il valore è quasi triplicato.  Il Canada rappresenta uno dei mercati economicamente più stabili al mondo nonostante la crisi economica internazionale e rappresenta pertanto un’opportunità di sviluppo del potenziale inespresso del Made in Italy. Il Canada ha sempre rappresentato un importante mercato di sbocco per le merci italiane: l’Italia rappresenta il 7° paese di importazione a livello mondiale ed il 2° tra i paesi europei.

    «Negli ultimi dieci anni l’export emiliano-romagnolo verso il Canada – afferma Alessandro Curti, Vice Presidente di Confindustria Emilia-Romagna  − è aumentato del 60% e l’anno scorso, nonostante gli effetti della crisi, le nostre esportazioni sono rimaste stabili rispetto al 2019.  Le opportunità per le aziende sono accresciute anche dall’accordo di libero scambio tra Canada e UE (CETA) che favorisce gli scambi commerciali con l’eliminazione dei dazi e dalle facilitazioni introdotte per le pratiche di certificazione dei prodotti».

     

    Per informazioni:
    internazionale@confind.emr.it

    In allegato una sintesi del Progetto

     

  • LE IMPRESE INDUSTRIALI DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUANO AD INVESTIRE ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ

    LE IMPRESE INDUSTRIALI DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUANO AD INVESTIRE ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ

     

    Bologna, 18 maggio 2021  –  L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Associazioni e Unioni Industriali della regione, evidenzia una forte attitudine al cambiamento del sistema industriale dell’Emilia-Romagna, che ha intrapreso un percorso di sviluppo e crescita sempre più all’insegna della sostenibilità.

    Le imprese hanno investito il 6,6% del fatturato, in particolare con interventi di natura organizzativa e gestionale come ICT e formazione. Rispetto a 10 anni fa è triplicata la percentuale di aziende che ha investito in sviluppo sostenibile: nel 2010 era il 20%, nel 2020 il 58% delle imprese ha realizzato investimenti di sostenibilità ambientale e sociale.

    «La pandemia non ha paralizzato l’economia regionale − dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari − e le imprese hanno continuato ad investire, con una chiara traiettoria di evoluzione verso una sempre maggiore sostenibilità. Una scelta che sta entrando sempre più strutturalmente nelle strategie di crescita delle aziende, a prescindere dalla dimensione. La veloce ripartenza di metà 2020, dopo i fermi produttivi della primavera, è stata la conferma di una manifattura resistente e attrezzata a gestire situazioni di forte criticità.  

    Per il 60 per cento delle aziende aumentare il grado di sostenibilità sarà una priorità di investimento anche nel 2021. Gli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima in termini di decarbonizzazione ed energie rinnovabili sono molto ambiziosi: li abbiamo condivisi, ma senza una regolamentazione, normative chiare e strumenti finanziari per la transizione energetica rischiano di restare enunciazioni di principio.

    Il 2021 è un anno di svolta. Accanto ai piani di vaccinazione, indispensabili per superare la crisi sanitaria –  sottolinea il Presidente Ferrari − sarà fondamentale la piena e coerente attuazione del PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo massiccio programma di investimenti e riforme avrà un ruolo chiave per la ripartenza del Paese sia per l’impatto diretto degli investimenti pubblici sia per accelerare gli investimenti privati.  Gli investimenti privati e pubblici, infatti, devono coesistere, perché i soli investimenti dello Stato non bastano per rilanciare la crescita: le infrastrutture e le riforme, pur necessarie e indispensabili, non sono sufficienti a creare strutturalmente benessere e lavoro. Le imprese hanno sostenuto lo sviluppo e l’occupazione del nostro Paese e stanno continuando a farlo.  Il PNRR dovrebbe indirizzare la maggior quota possibile di risorse ad accompagnare ed accelerare gli investimenti delle imprese».

    Nel corso del 2020 oltre l’87% delle aziende ha realizzato investimenti, con una contrazione del -1,1% rispetto al 2019.  

    La pandemia ha comportato una revisione dei piani di investimento per l’esigenza di adattare le organizzazioni al mutato contesto esterno: chiusura forzata di molte attività, ridotta mobilità delle persone, norme di distanziamento sociale, cambiamenti indotti nell’organizzazione del lavoro, importanti interventi pubblici in ambito monetario e fiscale. Le scelte di investimento delle imprese si sono concentrate principalmente su investimenti in ICT (51,9%), formazione (48,8%) e in ambito produttivo (ricerca e sviluppo 45,0% e linee di produzione 39,9%).

    La dimensione aziendale è un fattore discriminante per la capacità di far fronte alla crisi. Le piccole imprese evidenziano maggiori criticità rispetto alle medio-grandi: una su cinque non ha effettuato investimenti nel 2020, a causa dei cali di fatturato che hanno portato a rivedere i  programmi di investimento.

    Le previsioni per il 2021 sono all’insegna di una moderata cautela: le imprese che prevedono di effettuare investimenti sono oltre l’87%, in linea con la chiusura del 2020.  Le strategie di crescita vedono una prevalenza di investimenti in formazione, ricerca e sviluppo e tutela ambientale. Si confermano gli investimenti in ICT, linee di produzione e per lo sviluppo sui mercati esteri.

    Per quanto riguarda i fattori di ostacolo alle decisioni di spesa, gli aspetti congiunturali collegati all’incertezza sui tempi di superamento della crisi sanitaria rappresentano l’elemento più condizionante. Tra i fattori strutturali la burocrazia torna ad essere il principale ostacolo, segnalata dal 32,5% delle imprese, seguito dalle criticità legate alle risorse finanziarie e umane.

    Il focus sulla sostenibilità − che si avvale anche di un commento da parte di Prometeia − dimostra come lo sviluppo sostenibile sia ormai pienamente inserito nelle strategie delle imprese.  Se nel 2010 era quasi identica la percentuale di imprese che dichiarava di avere intrapreso volontariamente una politica sostenibile e di quelle che lo facevano per adeguarsi alla normativa vigente, ora le aziende che lo fanno in modo volontario sono il doppio delle altre.

    Mentre le grandi aziende erano indirizzate lungo una logica di sviluppo sostenibile già nel 2010, le PMI hanno invece cambiato marcia nell’ultimo decennio.

    Le motivazioni economiche ad investire in sostenibilità evidenziano come il tema stia diventando sempre più rilevante nelle politiche di sviluppo aziendale: i fattori che riscontrano la maggior frequenza di risposte sono rilevanza strategica, riduzione dei costi e miglioramento della reputazione verso i clienti e i fornitori. Oggi ha acquisito grande importanza anche la ricerca di consenso sociale, considerata dieci anni fa scarsamente rilevante.

    I principali ostacoli ad investire in sostenibilità sono i costi di adeguamento, sia dei processi sia dei prodotti − richiamati in particolare dalle grandi imprese − e la burocrazia.

    Strategico è l’investimento in conoscenza: oltre l’80% delle imprese prevede di accompagnare le scelte legate alla sostenibilità con adeguamento e crescita delle competenze del personale interno all’azienda. Al crescere della dimensione aziendale cresce la previsione di investire nell’acquisizione di tecnologie specifiche e nell’assunzione di nuove figure professionali.

    L’analisi ha messo a confronto due anni particolari: il 2010, anno di post crisi dopo il crollo mondiale del 2018, e il 2020 che rimarrà nella storia come l’anno della pandemia. In questo decennio l’industria dell’Emilia-Romagna ha vissuto un percorso di trasformazione, riqualificazione e rafforzamento competitivo che ha restituito imprese più solide e robuste, specie dal punto di vista del rafforzamento patrimoniale, e ha coinvolto tutte le aziende, soprattutto le medie e grandi, portandole verso condizioni di maggiore equilibrio rispetto al passato.

    L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, giunta quest’anno alla ventiduesima edizione, ha coinvolto 450 imprese (61% piccole, 31% medie e 6% grandi), con un giro d’affari di 16,5 miliardi di euro e 51 mila addetti. Per la prima volta l’indagine, tradizionalmente manifatturiera, include anche imprese dei servizi.

  • La documentazione del webinar di Orione. in due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

    La documentazione del webinar di Orione. in due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

     

    La formazione aziendale in Emilia-Romagna chiave per la ripartenza dopo la pandemia.
    In due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

     

    Bologna, 18 giugno 2021 –  Tra il 2019 e il primo trimestre di quest’anno 173 mila lavoratori di oltre 8.400 imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa, Fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e CGIL CISL e UIL che consente di utilizzare le risorse dello 0,30% del monte salari tramite due strumenti: gli Avvisi nazionali e il Conto Formazione di ogni azienda. 

    Le imprese dell’Emilia-Romagna aderenti a Fondimpresa, il maggiore tra i Fondi interprofessionali, sono circa 12.500, con quasi mezzo milione di occupati.   Tra il 2019 e il primo trimestre 2021 i piani formativi presentati dalle imprese emiliano-romagnole hanno consentito di realizzare oltre 2,2 milioni di ore di formazione per un valore complessivo di oltre 82 milioni di euro

    Sono alcuni dei dati illustrati in occasione dell’incontro “Formazione in azienda, chiave per la ripartenza” organizzato il 18 giugno scorso a Bologna da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna.

    Si evidenzia una grande vivacità delle piccole imprese: il 54% delle imprese che hanno organizzato corsi di formazione con Fondimpresa ha meno di 50 dipendenti.

    Il 91% dei lavoratori esprime soddisfazione sull’utilità della formazione e sulla trasferibilità nell’attività lavorativa delle conoscenze apprese.

    Le imprese sono impegnate a rafforzare le competenze digitali indispensabili per ottimizzare i processi e sviluppare il modello di business. Le nuove competenze tecnico-specialistiche riguardano tecnologie robotiche, Big Data e Analytics, Internet of Things, in linea con il Piano Impresa 4.0.  Le competenze trasversali e soft skills −   leadership, problem solving, team working −   sono sempre molto richieste ed emergono nuove esigenze formative legate allo sviluppo dello smart working e all’uso di strumenti informatici ad esso connessi.

    Nel primo trimestre di quest’anno, per la prima volta, il numero di lavoratrici donne è superiore a quello dei colleghi maschi: il 53% dei lavoratori in formazione è donna.

    Circa il 63% dei lavoratori formati ha un’età compresa tra i 40 e i 59 anni, a riprova di una formazione attenta all’occupabilità dei lavoratori e all’incremento delle competenze in relazione alle nuove tecnologie.

    L’incontro è stato introdotto da Daniele Botti e Roberto Rinaldi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Orione.   Sono seguite due tavole rotonde: la prima dedicata ad una riflessione sui fabbisogni di competenze e professionalità nell’era post-Covid, a cui hanno partecipato la Direttrice HR del Gruppo Maggioli Cristina Maggioli, il Chief Human Capital Director di Bonfiglioli SpA Alberto Fusi, i componenti RSU Federica Gandini di Barilla e Gabriele Marasti di Gruppo Concorde, la seconda sul ruolo delle parti sociali nelle prossime sfide della formazione.

    «In questa fase di ripresa economica mancano le competenze tecniche strategiche per la crescita delle imprese − ha sottolineato il Vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna Corrado Beldì – e gli imprenditori faticano a reperire sia i profili tecnici di base sia quelli specializzati: il 25% delle imprese emiliano-romagnole ha difficoltà contro il 21% a livello nazionale. Dobbiamo rafforzare l’impegno a tutti i livelli, Fondimpresa e Regione, per la formazione dei dipendenti sui temi dello sviluppo tecnologico e produttivo, specie negli ambiti digitale, transizione ecologica, internazionalizzazione, innovazione organizzativa, specie per le PMI. Occorre anche coinvolgere le imprese nella progettazione dei percorsi formativi e semplificare le modalità di accesso e gestione della formazione».

    «Un’occupazione di qualità − ha dichiarato il Segretario generale di CGIL Emilia-Romagna Luigi Giove − passa anche da un importante investimento sulla formazione e sulla riqualificazione professionale. È ciò che serve al Paese e alla nostra regione, ed è l’obiettivo a cui lavora Orione. È positivo poi che, per la prima volta, il numero di lavoratrici coinvolte è superiore agli uomini. Perché non dobbiamo mai dimenticare che la crisi causata dalla pandemia ha colpito, anche in questa regione, soprattutto le donne».

    «La crisi pandemica − ha affermato il Segretario generale di CISL Emilia-Romagna Filippo Pieri − ha con tutta evidenza accelerato i tempi della transizione tecnologica e occupazionale. Per rispondere a questi cambiamenti in atto serve un grande patto per l’aggiornamento e l’adeguamento delle competenze dei lavoratori. Un patto che dovrà prevedere la possibilità concreta per i fondi interprofessionali e i fondi strutturali europei (che sono gli enti e i fondi che, con la formazione, finanziano l’adeguamento delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori) di interagire in azioni complementari. Bisogna, quindi, fare in modo che tra le regole, le leve operative, gli strumenti di indirizzo e di servizio predisposti anche a livello regionale, vi sia la compatibilità necessaria ad alleanze e azioni comuni».

    «Oggi è più che mai necessario investire risorse nella formazione di chi è occupato −   ha osservato il Segretario generale di UIL Emilia-Romagna e Bologna Giuliano Zignani −. La crisi prima, la pandemia poi hanno modificato in modo radicale il mondo del lavoro. La formazione professionale diventa quindi uno strumento fondamentale per acquisire nuove competenze tese alla valorizzazione di chi lavora. Va anche detto che la formazione non si può limitare ad un semplice momento della vita lavorativa, ma deve essere permanente. Solo così i lavoratori, quindi le imprese, possono essere all’avanguardia».

    «Il cambiamento che abbiamo davanti ci impone una transizione sul piano delle competenze, che dobbiamo gestire con grande attenzione, per evitare che si formi una bolla di lavoro povero e di imprese povere che rischiano di restare senza un futuro, ai margini del sistema economico e produttivo e della società − ha dichiarato  Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Formazione e Lavoro della Regione Emilia-Romagna −. Come abbiamo scritto nel Patto per il Lavoro e per il Clima investiremo sempre di più sui saperi e sulle nuove competenze, sostenendo anche la formazione e l’aggiornamento continuo per rispondere alle nuove esigenze delle imprese, in particolare nei settori del digitale e del green. Bisogna creare una nuova alfabetizzazione continua per il governo delle tecnologie, dell’innovazione e della digitalizzazione. Un investimento che dovrà interessare tutti i lavoratori, con un’attenzione particolare alle donne e alle fasce di età più in difficoltà». 

    «Fondimpresa è pronta a sostenere le sue imprese aderenti: competenze digitali, innovazione tecnologica, green transition ed economia circolare sono i campi in cui si svilupperanno le competenze del futuro, è necessario investire in formazione, moneta utile a superare il mismatch   −  ha concluso il Presidente di Fondimpresa Aurelio Regina –. Sarà fondamentale nel PNRR rilanciare il ruolo dei Fondi interprofessionali, darci modo di operare come strumenti di politica attiva, restituire ai Fondi il prelievo forzoso operato ormai dal 2014 sullo 0,30 e consentire alle aziende di poter utilizzare a pieno le loro risorse».

     

    Vai alla registrazione integrale del webinar 

     

    ORIONE – Organismo Bilaterale Emilia-Romagna
    Via Barberia, 13 – 40123 Bologna BO
    tel. 051 0195511