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Categoria: Centro Studi Confindustria

  • CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA – LUGLIO 2025

    CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA – LUGLIO 2025

     

    Da dazi e dollaro svalutato, più incertezza e meno fiducia: frenano export, consumi e investimenti

     

    Scenario complicato. Gli ulteriori annunci sui dazi USA hanno alzato l’incertezza ed erodono la fiducia: insieme al dollaro svalutato sono pessime premesse per export, consumi, investimenti. Notizie positive vengono dal parziale rientro del prezzo del petrolio, l’inflazione contenuta, il sentiero di tagli dei tassi nell’Eurozona. L’industria italiana appare stagnante nel 2° trimestre, mentre i servizi crescono poco.

    Dollaro svalutato. Il cambio del dollaro resta molto svalutato sull’euro (poco nei confronti delle altre divise): 1,17 in media a luglio con picchi a 1,18, da un minimo di 1,04 a gennaio (+13,3%) e 1,08 in media nel 2024. L’indebolimento è alimentato dai dazi e dalle peggiori attese sull’economia americana.

    Tregua per l’energia. Il balzo del prezzo del petrolio a giugno si è rivelato di breve durata, grazie al cessate il fuoco tra Israele e Iran (71 $/barile in media a luglio, da un picco di 79 il mese prima). Le quotazioni, però, restano alte rispetto al calo precedente legato ai dazi (64 dollari in media a maggio).

    Tassi in calo. L’inflazione resta bassa in Italia (+1,7% a giugno) e nell’intera Eurozona (+2,0%). Tra tre giorni la BCE potrebbe tagliare ancora i tassi, portati al 2,00% a giugno. Ciò abbassa il costo del credito per le imprese italiane (3,7% a maggio) e continua a sostenere la risalita dei prestiti (-1,4% annuo).

    Investimenti deboli. Gli indicatori segnalano indebolimento nel 2° trimestre: le condizioni per investire peggiorano; la fiducia delle imprese recupera a giugno ma su valori bassi (93,9 da 93,1 a maggio), in calo rispetto al 1°; scendono gli ordini di beni strumentali, negativi da mesi (-19,0, da -17,7), anche se le attese tornano positive. Pesa l’alta incertezza, nemica giurata delle decisioni di investimento.

    Consumi in frenata. Nel 1° trimestre il reddito reale è cresciuto a buon ritmo (+0,9%), ma i consumi sono aumentati molto meno (+0,2%), frenati dall’aumento della quota di risparmio, a causa dell’incertezza e della bassa fiducia delle famiglie. Per il 2° trimestre lo scenario non è migliore: occupazione in lieve crescita a maggio, ma la fiducia è scesa ancora a giugno, le vendite al dettaglio registrano una variazione acquisita nulla e le immatricolazioni di auto crollano (-17,4% annuo).

     

    Vai al testo integrale -> https://www.confindustria.it/pubblicazioni/da-dazi-e-dollaro-svalutato-piu-incertezza-e-meno-fiducia-frenano-export-consumi-e-investimenti/

     

     

     

     

  • CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  20 FEBBRAIO 2025

    CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 20 FEBBRAIO 2025

     

    Il rincaro del prezzo dell’energia che sta facendo risalire l’inflazione, l’incertezza legata ai possibili dazi USA, la debolezza europea e l’automotive ancora in caduta frenano l’economia italiana. Il sostegno viene dal taglio dei tassi e dal recupero del reddito disponibile che però ancora fatica a tradursi in maggiori consumi.

    L’export è condizionato dai bassi scambi intra-europei. I possibili dazi USA creano incertezza che rischia di frenare scambi e investimenti.

    Nei servizi crescita modesta, mentre la produzione industriale è scesa di -1,1% nel 4° trimestre 2024, il 7° consecutivo in calo con l’automotive in caduta libera (-36,6% su dicembre 2023).

    Guardando la dinamica delle borse che molto spesso anticipano le dinamiche dell’economia reale, le aspettative nel medio periodo appaiono più rosee in Italia, in Europa e negli USA.

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    Vai al testo integrale di Congiuntura Flash https://tinyurl.com/bdfjuwh2

  • NOTA DAL CSC 13 FEBBRAIO 2025 |  LA NUOVA POLITICA COMMERCIALE DEGLI STATI UNITI: SCENARI, SETTORI E PRODOTTI PIÙ A RISCHIO

    NOTA DAL CSC 13 FEBBRAIO 2025 | LA NUOVA POLITICA COMMERCIALE DEGLI STATI UNITI: SCENARI, SETTORI E PRODOTTI PIÙ A RISCHIO

     

    L’America First Trade Policy della seconda amministrazione Trump si annuncia più aggressiva e imprevedibile dell’approccio adottato nel primo mandato. Obiettivi e strumenti delle politiche USA travalicano l’ambito commerciale, per includere temi di sicurezza nazionale e geopolitica: riduzione delle dipendenze dall’estero, difesa dell’industria, rafforzamento della leadership nelle nuove tecnologie.

    Gli impatti dei dazi sui singoli settori produttivi italiani ed europei, secondo la Nota del Centro Studi Confindustria del 13 febbraio 2025,  non sono facili da determinare. Dipenderanno da molti fattori: la distribuzione dei dazi per paese/prodotto, l’aliquota e la durata dei dazi, l’elasticità della domanda al prezzo dei prodotti, la reazione del tasso di cambio – che può compensare dei dazi contenuti – e l’esposizione ai dazi dei partner commerciali. 

    Per l’Italia e l’Europa si prefigurano considerevoli rischi, accanto, tuttavia, ad alcune opportunità, in termini di quote di mercato potenzialmente contendibili nel mercato USA liberate dal decoupling con la Cina.

    Andremo incontro a una riconfigurazione dei flussi di scambio bilaterali e a una revisione delle catene di fornitura su scala globale. Un problema anche per i flussi intra-company, che nel caso degli USA riguardano molte imprese multinazionali. Unitamente agli incentivi già messi in piedi dall’amministrazione Biden, i dazi incentiveranno la rilocalizzazione negli USA di alcune filiere strategiche.

    Va tenuto presente che il mercato statunitense ha offerto il contributo più elevato in assoluto alla crescita dell’export italiano dal pre-Covid.

    Altro effetto sicuro è quello derivante dalla forte incertezza che deriva da questa situazione che frena gli scambi e gli investimenti con inevitabili effetti sulla crescita mondiale.

    Un caveat: i primi settori per esposizione, surplus e strategicità dei prodotti secondo la logica USA di sicurezza economica, per l’Europa, sono quelli della chimica e del farmaceutico, quest’ultimo in particolare per l’Italia. I solidi legami produttivi tra le due sponde dell’Atlantico potrebbero essere un deterrente alla rincorsa tariffaria: oltre il 70% dello stock di capitali investiti dalle imprese farmaceutiche UE nei paesi extra-Ue è diretto negli USA; la quota è la stessa per le multinazionali farmaceutiche tedesche mentre quelle italiane sfiorano il 90%.

    In conclusione, sarà cruciale avviare trattative con l’Amministrazione Trump per conciliare le esigenze reciproche. Ma è ancora più essenziale accrescere l’attrattività europea riducendo i vincoli al business e avviando una vera politica industriale per evitare deflussi di capitali verso gli Stati Uniti, che è ciò che sta già accadendo.

    L’analisi di Confindustria Emilia-Romagna sottolinea come gli Stati Uniti rivestano una importanza crescente per il sistema industriale regionale. Nel 2024 gli USA hanno superato la Germania e sono diventati il primo mercato di destinazione dell’export dell’Emilia-Romagna, con un valore che supera ormai i 10,5 miliardi di euro annui. 

     

    Vai alla Nota integrale del CSC-Centro Studi Confindustria
    ->
    https://tinyurl.com/d3bb5ett

     

  • INDAGINE RAPIDA E RTT INDEX CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  GENNAIO 2025

    INDAGINE RAPIDA E RTT INDEX CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | GENNAIO 2025

     

    RTT Real Time Turnover – un indice costruito in base ai dati sul fatturato, destagionalizzato e deflazionato del campione di imprese clienti di TeamSystem – registra un calo a dicembre, più moderato di quello di novembre.

    Grazie al dato  positivo di ottobre, l’indice RTT indica per il 4° trimestre un aumento del fatturato, dopo la flessione nel 3°. Nel trimestre prosegue la crescita per le costruzioni ed è positiva anche la dinamica nei servizi, mentre è in riduzione quella nell’industria.

    A gennaio, le grandi imprese industriali di Confindustria mostrano un miglioramento delle aspettative rispetto a fine 2024: oltre un quarto degli intervistati prevede un’espansione della produzione; la maggioranza stima una stabilità produttiva, mentre solo una piccola parte anticipa una contrazione. Restano alte le preoccupazioni per i costi di produzione nei prossimi mesi, complice il marcato aumento dei prezzi dell’energia.

     

    Per i dati completi ->   www.confindustria.it 

     

  • INGENIUM |  RAPPORTO SUI MACCHINARI REDATTO DAL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA

    INGENIUM | RAPPORTO SUI MACCHINARI REDATTO DAL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA

     

    Il Rapporto Ingenium, realizzato dal Centro Studi Confindustria, pone il focus sullo studio del potenziale dell’export di macchinari italiani. Il perimetro delle analisi è costituito dalle varie tipologie di macchinari: Macchine e attrezzature per ceramica; Macchine per la lavorazione del legno, Macchine per l’industria grafica, cartaria, cartotecnica e affini; Macchine per l’industria tessile; Macchine e materiali per fonderie; Macchine e stampi per materie plastiche e gomma; Macchine per calzature, pelletteria e conceria; Macchine e attrezzature per la lavorazione delle pietre naturali; Sistemi e componenti meccatronici per la trasmissione di potenza; Macchine e accessori per il vetro; Macchine per confezionamento e imballaggio; Macchine utensili, robot e automazione.

    Il contesto di riferimento resta molto complesso e reso ancora più difficile da interpretare per l’elevato grado di incertezza. Lo scenario sconta, infatti, non solo gli effetti del perdurare delle tensioni tra USA e Cina, ma anche delle più recenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, mentre restano ancora irrisolte quelle legate all’invasione russa dell’Ucraina. Se da un lato i fondamentali dell’economia mondiale sono migliorati, l’Europa attraversa un periodo di rallentamento a cui si aggiungono le fragilità politiche di Francia e Germania. Le difficoltà contingenti s’innestano sulle macro-tendenze legate alla transizione ecologica e quella digitale, che costringono le imprese a un processo d’innovazione continua per poter rispondere alle sfide climatiche da un lato, restando competitive rispetto a una concorrenza sempre più tecnologicamente avanzata dall’altro.

    Le tematiche trattate mirano ad approfondire la comprensione dei cambiamenti in atto, fornendo una prima misura delle principali tendenze nel commercio dei beni del gruppo ACT, analizzando le trasformazioni legate al ruolo centrale dell’intelligenza artificiale e approfondendo le opportunità e le sfide nell’area dell’America Latina e dei Caraibi, oltre a esaminare il potenziale di export dei beni ACT nei principali mercati avanzati ed emergenti.

     

    Vai al Rapporto integrale  https://www.confindustria.it/home/centro-studi/prodotti/EDV/rapporto/tendenze+delle+imprese+e+dei+sistemi+industriali/rapporto-ingenium-2025

  • CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA – Gennaio 2025

    CONGIUNTURA FLASH CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA – Gennaio 2025

     

    Inizio 2025 con energia cara e rischio dazi. Ancora bene i servizi, meglio l’industria, male l’export.

    Sale il prezzo del gas in Europa, elettricità troppo costosa in Italia.

    Spinte contrastanti per la crescita, più inflazione in Europa, sui tassi la BCE sarà più prudente.

    Investimenti in flessione, i consumi sono corretti al ribasso, quasi fermo il mercato del lavoro.

    L’export italiano è in calo, mentre nell’Eurozona si vedono dinamiche eterogenee tra paesi.

    Negli USA male l’industria e bene i consumi, in Cina boom dell’export.

     

    Per leggere la Congiuntura Flash integrale: https://shorturl.at/xjf1i

  • RAPPORTO DI PREVISIONE CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  OTTOBRE 2024

    RAPPORTO DI PREVISIONE CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | OTTOBRE 2024

     

    RAPPORTO DI PREVISIONE CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 22 OTTOBRE 2024

    I NODI DELLA COMPETITIVITÀ. LA CRESCITA DELL’ITALIA FRA TENSIONI GLOBALI, TASSI E PNRR

     

    La crescita del PIL in Italia, a seguito della revisione Istat, si attesta a +0,8% quest’anno e 0,9% il prossimo, in linea con la stima del Governo a legislazione vigente. E’ sostanzialmente in linea anche con la crescita dell’Eurozona, nonostante una politica monetaria più restrittiva in Italia, il Paese che registra l’inflazione più bassa d’Europa (allo 0,7% annuo a settembre, 1,7% nell’Eurozona).

    L’economia mondiale è in risalita ma l’Europa è debole, continua a crescere meno degli altri player mondiali (ancora stretta da tassi alti) e perde investimenti diretti esteri. Pesano il crollo dell’automotive e le difficoltà della Germania. Continua il decoupling Cina-Occidente: calano gli acquisti incrociati, mentre crescono quelli USA-UE. La Cina non è più volano dell’export europeo e statunitense.

    Le tensioni geopolitiche sono in aumento e questo accresce la possibilità di ripercussioni negative su commercio mondiale e prezzi delle materie prime. Rimane alto il costo dei noli. Aumentano le barriere protezionistiche e le elezioni presidenziali in USA acuiscono l’incertezza.

    Il reddito disponibile è in crescita ma i consumi sono frenati dall’elevato tasso di risparmio. Nel biennio, tuttavia, scenderà grazie anche al taglio dei tassi, e questa dinamica favorirà la ripresa dei consumi.

    Prosegue il recupero delle retribuzioni reali soprattutto nel settore privato, con l’industria che vede il recupero più ampio e avanzato. Il meccanismo di adeguamento dei minimi tabellari ha favorito un recupero dell’inflazione più veloce rispetto agli altri paesi europei. Calano le ore lavorate pro capite e recupera in misura modesta la produttività soprattutto nell’industria. Il numero di occupati continua a crescere in linea con il PIL.

    Gli investimenti si fermano quest’anno, tornano ai livelli del 2008 e sono solo parzialmente compensati da quelli previsti dal PNRR. La discesa prosegue anche nel 2025, soprattutto quelli relativi alle abitazioni. Transizione 5.0 da semplificare perché sia efficace.

    PNRR cruciale per la crescita. L’Italia è più avanti degli altri nell’attuazione del Piano ma dobbiamo correre. Quest’anno abbiamo speso poco (9,5 miliardi su 44).

    L’export al netto dell’import è il principale traino di crescita quest’anno. Nonostante la debole domanda europea (che rappresenta il 52% dell’export italiano) e in particolare tedesca (principale partner commerciale), l’export italiano continua ad andare meglio della domanda potenziale (media ponderata dell’import totale dei paesi di destinazione). Questo perché le PMI hanno accresciuto la produttività più delle omologhe tedesche e francesi ed è aumentato il numero delle imprese esportatrici (oltre che la quota di imprese di media e grande dimensione) e l’export medio per impresa in tutte le classi dimensionali.

    I servizi spingono la crescita italiana. Nelle costruzioni prevarrà la dinamica negativa dell’edilizia residenziale a causa della fine degli incentivi quest’anno e diminuirà ancora di più nel 2025. Ancora male l’industria in attesa che riprenda, lentamente, la domanda interna ed estera di beni. Molto eterogenee le performance settoriali.

    Il declino demografico accrescerà la carenza di lavoratori che già oggi è un problema: tra 5 anni la domanda supererà l’offerta di lavoro di ulteriori 1,3 milioni di unità. È cruciale intervenire per coprire questo fabbisogno.

    Costi degli alloggi troppo elevati frenano la mobilità dei lavoratori ed esasperano le carenze di personale a livello territoriale.

    Il crollo del settore dell’auto, che quest’anno è tornato al livello di produzione di inizio 2013, è la conseguenza dei costi elevati delle auto elettriche. Data la rilevanza di questo comparto nell’economia, rappresenta un rischio per la crescita italiana ed europea, sia a breve che a medio-lungo periodo.

    Con il sistema ETS sempre più stringente e il CBAM operativo, le imprese europee continuano a perdere competitività. E anzi, crescono i rischi che alcune di queste – che rappresentano il 9% del valore aggiunto manifatturiero in Italia come in UE – chiudano o vengano trasferite fuori dall’UE.

     

    Per maggiori dettagli -> https://www.confindustria.it/

     

  • INDICE RTT CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA – GENNAIO 2025

    INDICE RTT CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA – GENNAIO 2025

     

    L’indice RTT Real Time Turnover – un indice costruito in base ai dati sul fatturato, destagionalizzato e deflazionato, di un campione di imprese clienti di TeamSystem – dopo il balzo di ottobre ha registrato un significativo calo in novembre (-3,4%), ma suggerisce comunque per il 4° trimestre una dinamica positiva.

    L’indicatore mostra a novembre le maggiori riduzioni nei servizi e nell’industria, mentre continuano a crescere moderatamente le costruzioni. La variazione acquisita per il 4° trimestre è negativa per l’industria (-0,9%), mentre è positiva per i servizi.

    RTT registra a novembre un calo in tutte le aree: più forte la flessione nel Nord-Ovest, meno al Sud (-0,7%).

     

    Vai alla Nota integrale del Centro Studi Confindustria
    https://tinyurl.com/emmcpadw

     

  • CONGIUNTURA FLASH CONFINDUSTRIA |  11 DICEMBRE 2024

    CONGIUNTURA FLASH CONFINDUSTRIA | 11 DICEMBRE 2024

     

     

    Economia italiana in rallentamento e industria in crisi. Non basta la discesa dei tassi.

    Servizi spinti dal turismo, che va verso nuovi record di crescita in Italia.

    Tassi in calo, ma sale lo spread della Francia, inflazione meno bassa.

    Attese negative su consumi e investimenti negli ultimi tre mesi dell’anno.

    Export italiano debole, soprattutto a causa dell’Eurozona ancora fiacca. Negli USA debole l’attività industriale ma bene i consumi; cresce la Cina.

     

    La nota integrale del CSC è pubblicata qui ->   https://tinyurl.com/488puv5v

  • RTT INDEX E INDAGINE RAPIDA CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | NOVEMBRE 2024

    RTT INDEX E INDAGINE RAPIDA CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | NOVEMBRE 2024

     

    L’indice RTT Real Time Turnover  – costruito in base ai dati sul fatturato, destagionalizzato e deflazionato del campione di imprese clienti di TeamSystem – registra un forte aumento in ottobre, dopo il calo registrato nel 3° trimestre. Il dato positivo di ottobre è diffuso in tutte le aree, il maggiore aumento si ha nel Nord-Ovest.

    L’indicatore mostra il proseguire di una moderata crescita nelle costruzioni, mentre i maggiori aumenti in ottobre si hanno nei servizi e nell’industria.

    A novembre, l’Indagine rapida sulla produzione industriale condotta tra le grandi imprese industriali associate a Confindustria evidenzia un netto peggioramento delle aspettative: quasi la metà delle aziende intervistate (46,9%) prevede una contrazione, moderata o significativa, dell’attività industriale rispetto al mese precedente.

     

    Vai al sito Confindustria:

    Indagine Rapida: https://tinyurl.com/mryr3s59
    RTT index: https://tinyurl.com/ye23bkay