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Categoria: Centro Studi Confindustria

  • INDAGINE RAPIDA DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  2 aprile 2021

    INDAGINE RAPIDA DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 2 aprile 2021

     

    Sostanziale stabilizzazione della produzione industriale in marzo (-0,1%), dopo l’aumento rilevato in febbraio (+0,6%). Cauto ottimismo per i prossimi mesi
     

    Sostanzialmente stabile l’attività nell’industria italiana (-0,1%, dopo +0,6% in febbraio e +1,0% in gennaio), ma nel primo trimestre del 2021 si stima un incremento dell’1,0% rispetto al quarto 2020.

    Nonostante l’aumento delle restrizioni in Italia l’industria conferma dunque una buona tenuta, in questa fase sostenuta maggiormente dall’accelerazione della domanda estera.

    La domanda interna, meno dinamica a causa delle limitazioni negli spostamenti e nello svolgimento di alcune attività, incide sul comparto terziario che nel primo trimestre zavorra la dinamica del PIL, attesa in marginale arretramento.

    Le indagini qualitative (ISTAT e PMI manifatturiero) confermano un cauto ottimismo sull’evoluzione della domanda nei prossimi mesi, in linea con le rassicurazioni del Governo sulla rapida ed efficiente evoluzione della campagna vaccinale.
     

     

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  • INDAGINE RAPIDA DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  3 marzo 2021

    INDAGINE RAPIDA DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 3 marzo 2021

     

    Graduale recupero dell’attività industriale: al rimbalzo di gennaio (+1,3%) segue una crescita in febbraio (+0,7%). Prospettive condizionate dalla pandemia
     
    La produzione industriale italiana ha continuato a crescere anche in febbraio (+0,7%) dopo il rimbalzo rilevato nel mese precedente (+1,3% congiunturale).

    È atteso un contributo positivo dell’industria alla dinamica del PIL nel primo trimestre, a fronte di un comparto terziario che risulta ancora indebolito dal persistere di limitazioni di attività in alcuni settori e negli spostamenti di persone, con pesanti conseguenze soprattutto lungo tutta la filiera turistica.

    La buona tenuta dell’industria è confermata anche dalle indagini congiunturali condotte da ISTAT (fiducia delle imprese manifatturiere) e IHS-Markit (PMI manifatturiero) che hanno rilevato, inoltre, anche un miglioramento delle aspettative.

    Su uno scenario che, ad oggi, nell’industria appare in deciso miglioramento rispetto alla fine del 2020, si proietta infatti l’incertezza legata ai rischi di una terza ondata di diffusione del virus, della quale vi sono i primi segnali nelle statistiche sanitarie.

    È cruciale, quindi, accelerare la vaccinazione della popolazione e intervenire in maniera non generalizzata per ridurre la curva dei contagi ed evitare, così, di interrompere sul nascere i primi spiragli di una ripresa che è ancora debole e lontana dal consolidarsi.

     

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  • INDAGINE RAPIDA DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  3 FEBBRAIO 2021

    INDAGINE RAPIDA DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 3 FEBBRAIO 2021

     

    Modesta ripresa della produzione industriale: +1,0% a gennaio dopo un lieve calo a dicembre (-0,1%). Nel 2020 peggiore caduta dal 2009. Prospettive incerte

     
    La produzione industriale italiana recupera a gennaio (+1,0%), dopo la sostanziale stagnazione rilevata in dicembre (-0,1%). Nel quarto trimestre del 2020 si è avuta una diminuzione dello 0,8% sul terzo e nel 2020 dell’11,4% sul 2019 (nei dati corretti per gli effetti di calendario), un calo meno forte di quello registrato nel 2009, l’anno della crisi finanziaria internazionale (-18,7%). Alla luce dei risultati dell’indagine, risulta lievemente negativo il contributo dell’industria alla variazione congiunturale del PIL italiano nell’ultimo trimestre del 2020, diminuito del 2,0% secondo le stime preliminari dell’ISTAT. La dinamica tra fine 2020 e inizio 2021 conferma il persistere di un contesto economico debole, soprattutto a causa dell’andamento nei servizi, fortemente penalizzati dalle misure di contenimento introdotte negli ultimi mesi per frenare la crescita dei contagi da Covid-19.

     

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  • NOTA DEL CSC |   ITALIA: MERCATI FAVOREVOLI MA CONSUMI IN ATTESA – 20 febbraio 2021

    NOTA DEL CSC | ITALIA: MERCATI FAVOREVOLI MA CONSUMI IN ATTESA – 20 febbraio 2021

     

    Sui mercati finanziari c’è più fiducia nell’Italia, ma i consumi restano in attesa, pronti a scattare.

    In Italia i servizi vanno peggio dell’industria, gli investimenti privati faticano a ripartire, l’export è in altalena.

    Dinamica incerta degli scambi mondiali, Eurozona a rilento, mentre gli USA ripartono con massicce misure di policy.

    Germania e Italia: stessa pandemia, ma ampio divario nell’andamento del PIL.

     

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  • CONGIUNTURA FLASH DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 31 GENNAIO 2021

    CONGIUNTURA FLASH DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 31 GENNAIO 2021

     

    Il recupero del PIL italiano è posticipato, una vera ripresa si potrebbe avere solo da metà 2021 se la vaccinazione abbatterà l’emergenza sanitaria e farà ripartire i consumi.

    Più ampia a inizio 2021 la forbice in Italia tra servizi ancora in crisi e industria che regge, con andamenti divergenti anche nelle corrispondenti dinamiche dei prezzi al consumo.

    Per l’export italiano lo scenario è un po’ migliorato, sulla scia di scambi mondiali in lenta espansione, mentre le principali economie dell’Eurozona hanno chiuso il 2020 meno peggio del previsto.

    I tassi sovrani a gennaio restano moderati per l’Italia, poco sopra i minimi, nonostante la nuova instabilità politica e solo grazie ai massicci acquisti di titoli effettuati dalla BCE.

    Nel 2020 in Italia l’impatto della crisi sanitaria è stato molto vario tra settori e tipologie di imprese, molte delle quali hanno accumulato più debito ma non hanno potuto usarlo per nuovi investimenti.

     

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  • CONGIUNTURA FLASH DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  17 dicembre 2020

    CONGIUNTURA FLASH DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 17 dicembre 2020

     

    La pandemia fa chiudere male il 2020 per l’economia e zavorra così il 2021:  il profilo “a V” del PIL nel biennio sarà meno profondo.

    I servizi sono di nuovo in rosso, mentre finora regge a fatica l’industria, dove il settore automotiveaffronta insieme shock sanitario e salto tecnologico.

    I consumi tornano in calo, si riduce l’occupazione, il debito eccessivo delle imprese frena gli investimenti, l’export italiano vira al ribasso mentre gli scambi mondiali reggono.

    L’Eurozona è in recessione, nonostante i tassi favorevoli, mentre incombe il rischio di una Brexit disordinata, il dollaro è sempre più debole e il petrolio più caro.

     

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  • INDAGINE RAPIDA DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  1 dicembre 2020

    INDAGINE RAPIDA DEL CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | 1 dicembre 2020

     

    Le misure di contenimento del Covid-19 riportano in territorio negativo la dinamica della produzione industriale in novembre (-2,3%) e nel 4° trimestre

    La produzione industriale italiana, dopo il recupero rilevato in ottobre (+1,2%), torna a diminuire in novembre (-2,3%), a causa della contrazione della domanda conseguente alle misure di contenimento introdotte in Italia e nei principali partner commerciali.

    Le prospettive per il quarto trimestre sono negative, come mostra l’andamento della fiducia tra gli imprenditori manifatturieri e tra le famiglie, in netto peggioramento specialmente nelle componenti relative alla situazione corrente e alle attese sul contesto economico nei prossimi mesi.

     

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  • MANIFATTURA, EXPORT E MERCATO DEL LAVORO

    MANIFATTURA, EXPORT E MERCATO DEL LAVORO

    Nel terzo trimeste 2020 il calo tendenziale della produzione manifatturiera si è fermato al -6,7%, dopo la flessione di quasi il 20% registrata nel secondo trimestre dell’anno.

    Ancora un dato di segno negativo, ma di minor intensità, a indicare che nel periodo luglio-settembre l’industria emiliano-romagnola aveva avviato un percorso di ripresa che, progressivamente, l’avrebbe riportata ad avvicinare la situazione pre-covid.

    In un contesto economico sempre più incerto l’Emilia-Romagna ha dimostrato di avere i fondamentali solidi per guardare con fiducia al futuro. La Regione è stata in grado di fronteggiare con successo molte delle sfide conseguenti alla crisi finanziaria del 2007-2008. I risultati in termini di PIL per abitante, tasso di disoccupazione, apertura ai mercati internazionali la collocano fra le regioni più sviluppate del paese, in grado di competere con le regioni motore d’Europa.