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Categoria: Comunicati stampa

  • AIOP EMILIA-ROMAGNA |  La Regione cancella indennizzi e ristori per la Sanità Privata Accreditata. A rischio la tenuta del sistema sanitario regionale.

    AIOP EMILIA-ROMAGNA | La Regione cancella indennizzi e ristori per la Sanità Privata Accreditata. A rischio la tenuta del sistema sanitario regionale.

     

    AIOP EMILIA-ROMAGNA: “Provvedimento inaspettato ed illegittimo” e chiede un incontro urgente al Presidente regionale De Pascale

     

    Stop al riconoscimento di indennizzi/ristori erogati dalla Regione Emilia-Romagna sotto forma di acconti nell’anno 2020 alle strutture private accreditate.

    La notizia, inaspettata, è arrivata nel corso dell’incontro svoltosi lunedì 21 luglio nella sede della Regione tra i vertici AIOP Emilia-Romagna, l’associazione che aggrega oltre 40 strutture ospedaliere private accreditate da Rimini a Piacenza, l’Assessore Regionale Massimo Fabi e il Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità Lorenzo Broccoli.

    In quella sede è stato comunicato all’AIOP di voler revocare in autotutela la delibera di Giunta Regionale n.2133 dell’11.11.2024, relativa alla chiusura del periodo pandemico Covid.

    Delibera che stabiliva le procedure applicative della precedente delibera di GR n.344/2020 per il calcolo delle indennità e dei ristori spettanti, comprese le modalità di restituzione delle eventuali differenze in favore delle varie AUSL, anche mediante prestazioni gratuite in un arco temporale di 3 anni, secondo le necessità territoriali di queste ultime.

    Periodo nel quale, a fronte di un preciso accordo contrattuale datato 20.03.2020 a firma del Presidente Bonaccini, poi trasfuso della delibera GR n.344/2020, veniva richiesto alle strutture sanitarie private accreditate di restare aperte ed in piena efficienza, senza utilizzare la cassa integrazione, a disposizione dell’emergenza pubblica, attesi i provvedimenti specifici di blocco dell’attività in elezione e della mobilità dei cittadini emanati dall’Autorità Pubblica preposta all’emergenza.

    Per tale disponibilità, era stato quindi contrattualmente previsto di erogare un acconto pari all’80% della differenza tra quanto effettivamente fatturato nei mesi in questione e la media mensile di quanto fatturato nel 2019; in sostanza, la mera copertura dei costi di gestione delle strutture private accreditate, a fronte della forzata apertura e nell’impossibilità di poter erogare prestazioni, al di là di quelle poche strettamente consentite.

    La Regione comunica ufficialmente di non voler riconoscere nulla per il periodo pandemico e di voler procedere alla richiesta di rimborso delle somme a suo tempo erogate.

    “Quanto comunicato dalla Regione rappresenta un approccio del tutto inaspettato ed illegittimo dei vertici sanitari dell’Emilia-Romagna, che mette a repentaglio l’intero sistema sanitario regionale e compromette l’affidamento giuridico e sostanziale dei rapporti di collaborazione in essere fra Regione e Strutture Private Accreditate e di conseguenza la sostenibilità del servizio integrato pubblico/privato per la copertura dei bisogni di salute dei cittadini” – si legge nella nota stampa dell’AIOP Emilia-Romagna.

    Le strutture private accreditate AIOP rappresentano una risorsa insostituibile per la tenuta del servizio sanitario regionale; a fronte dell’utilizzo di soli 360 milioni di euro della voce Sanità del bilancio annuale regionale pari ad oltre 10 miliardi di euro, i 44 ospedali AIOP ER coprono circa il 25% del totale delle prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali erogate ai cittadini residenti in regione.

    Altre regioni come Lombardia e Piemonte hanno da tempo definito le vicende legate al periodo pandemico, riconoscendo alle strutture private accreditate i giusti indennizzi ed i meritati ristori, per l’attività e per la disponibilità delle stesse durante il periodo emergenziale.

    L’AIOP Emilia-Romagna ritiene opportuno portare la vicenda all’attenzione dell’opinione pubblica e di tutti gli operatori economici del settore, dichiarando fin d’ora che tutte le oltre 40 strutture private accreditate interessate dalla vicenda, si opporranno con forza alle illegittime pretese restitutorie inaspettatamente avanzate dalla Regione Emilia-Romagna.

    Ciò a salvaguardia dell’intero comparto, composto di oltre 8.800 dipendenti e di oltre 2.500 medici liberi professionisti, che quotidianamente, con impegno e dedizione, svolgono la loro attività al servizio dei pazienti e dei loro famigliari.

    L’associazione regionale dell’ospedalità privata accreditata, guidata dal presidente Avv. Cesare Salvi, confida, pertanto, in un intervento del Presidente della Regione Michele De Pascale, al quale è già stato richiesto un appuntamento urgente.

     

  • CAUTELA DELLE IMPRESE SUGLI INVESTIMENTI NEL 2025. PRESENTATA L’INDAGINE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

    CAUTELA DELLE IMPRESE SUGLI INVESTIMENTI NEL 2025. PRESENTATA L’INDAGINE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

     

    Le imprese dell’Emilia-Romagna propendono per gli investimenti ma dimostrano maggiore cautela per il 2025.

    La minaccia dei dazi, i costi dell’energia e la burocrazia frenano gli investimenti. Serve lo sforzo di tutti, anche della Regione, per sostenere la crescita dell’economia

     

    Bologna, 17 luglio 2025 –  L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Confindustrie e Unioni Industriali della regione, conferma la proattività del sistema produttivo regionale, nonostante l’incertezza e le criticità che caratterizzano lo scenario economico internazionale.

    Le aziende emiliano-romagnole interpellate hanno investito in media il 5,3 per cento del fatturato nel corso del 2024, per un ammontare di 871 milioni di euro, e hanno puntato soprattutto su investimenti in beni tangibili e digitali. Il 68 per cento ha investito in impianti e macchinari, il 61 per cento in software e IT, il 51 per cento in formazione del personale, dimostrando in questa fase di attuare scelte strategiche volte all’innovazione incrementale e all’efficienza operativa.

    Le previsioni di investimento delle imprese interpellate sono più caute per il 2025, in ragione di un contesto generale di incertezza e crescente instabilità geopolitica. L’88,5 per cento prevede investimenti nel 2025 rispetto al 92 per cento che li ha realizzati l’anno scorso. Il valore complessivo degli investimenti previsti risulta in calo dell’1,7 per cento.

    «La volontà di investire degli imprenditori – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassiè fondamentale per contribuire alla tenuta dell’economia regionale. Oggi le imprese sono penalizzate da un costo dell’energia tra i più alti d’Europa e dal possibile inasprimento dei dazi statunitensi, una vera e propria minaccia per l’industria regionale, che dal 2000 ha quadruplicato il proprio export verso gli USA. Siamo la seconda regione del Paese dopo la Lombardia quanto a valore di export: i settori più esposti sono i mezzi di trasporto, la meccanica, l’alimentare e i minerali non metalliferi. L’attuale volatilità delle politiche commerciali statunitensi scoraggia la pianificazione di investimenti o progetti di medio-lungo periodo sul mercato USA e non solo. Le imprese dovranno diversificare i mercati di sbocco e riconvertire le produzioni, ma si tratta di scelte che richiedono tempo, risorse e visione strategica. Oggi dobbiamo ricostituire un clima di fiducia e una prospettiva che consentano di dare spinta agli investimenti.  In questo contesto la Regione è chiamata ad accompagnare il sistema produttivo con misure mirate di politiche per l’internazionalizzazione e rimuovere i tanti ostacoli burocratici che frenano le imprese, che rappresentano il primo vincolo agli investimenti industriali.  Su quest’ultimo tema abbiamo un enorme lavoro da fare nel Paese e come Confindustria abbiamo fatto – non da oggi  – specifiche proposte sia al Governo sia alla Regione».

    Il 40 per cento delle imprese ha realizzato investimenti in ricerca e sviluppo nel 2024, con differenze marcate tra piccole, medie e grandi imprese. Le piccole aziende faticano ad affrontare l’elevato rischio e l’orizzonte temporale di medio lungo termine tipico di progetti di ricerca e sviluppo, oltre che sostenerne l’onere finanziario, e sono quindi più propense ad adottare tecnologie esistenti. Le medie e grandi hanno in parte sospeso o rinviato i propri programmi di investimento produttivo e tecnologico, in attesa della piena operatività della misura Transizione 5.0. L’elevato grado di complessità normativa, le incertezze interpretative e i ritardi attuativi del provvedimento hanno ostacolato l’accesso anche alle imprese più strutturate.

    Più di un’impresa su quattro ha investito in digitalizzazione nel 2024 e le prospettive per il 2025 sono di ulteriore crescita. Anche in questo ambito è significativa la distanza fra piccole imprese (20%) rispetto alle medio/grandi (35%). Inoltre, le medio grandi imprese stanno investendo sull’organizzazione e i modelli di business (25%), molto meno le piccole (10%).

    Tra gli ostacoli agli investimenti la burocrazia rappresenta il principale vincolo percepito dalle imprese, indicata dal 37 per cento. Subito dopo, con il 35 per cento delle risposte, l’incertezza geopolitica e la debolezza della domanda attesa, alimentate dal clima di instabilità.

    La difficoltà a reperire risorse umane qualificate si conferma uno dei maggiori ostacoli alla crescita, in particolare per le grandi imprese che esprimono una domanda più articolata e specializzata di competenze. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è marcato nei profili tecnici, digitali e gestionali, essenziali per gestire le nuove tecnologie necessarie ad affrontare le sfide dell’innovazione, della transizione digitale e della sostenibilità.

    Il 43% delle grandi imprese investe in iniziative di sostenibilità ambientale contro appena il 19% delle piccole. Questo divario riflette fattori strutturali importanti: le grandi imprese dispongono di maggiori risorse finanziarie e competenze tecniche, operano più spesso in mercati internazionali in cui la pressione regolatoria e reputazionale è più elevata, e sono soggette a obblighi normativi ambientali più stringenti. Le piccole imprese, pur mostrando crescente attenzione, si trovano spesso in difficoltà nel trasformarla in azioni concrete, a causa di vincoli economici, gestionali e informativi. Questa asimmetria rischia di accentuare gli squilibri competitivi, rallentando la transizione ecologica del tessuto produttivo nel suo complesso, e rende urgente un rafforzamento del supporto alle PMI attraverso strumenti mirati, più semplici e accessibili.

    Circa le fonti di finanziamento le imprese realizzano gli investimenti principalmente attraverso risorse proprie, utilizzate nel 78% dei casi.  In seconda battuta ricorrono al credito bancario, mentre rimane marginale l’utilizzo di fonti alternative come i finanziamenti pubblici e il capitale di rischio. Ciò comporta potenziali criticità sia sul versante dell’efficacia degli strumenti di policy sia in termini di accessibilità, soprattutto per le piccole e medie imprese.

    Alla presentazione dell’Indagine sugli investimenti, che si è svolta il 17 luglio a Bologna presso la sede di Confindustria regionale, sono intervenuti – oltre alla Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi  –  il Direttore del Centro Studi Confindustria Alessandro Fontana, il CEO AMA SpA Alessandro Malavolti e il Responsabile Direzione Banca d’Impresa Crédit Agricole Italia Marco Perocchi.

     

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    L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, giunta alla ventiseiesima edizione, ha coinvolto quest’anno 382 imprese con un giro d’affari di 19 miliardi di euro di fatturato e oltre 48mila addetti. Il campione rispecchia la struttura industriale della regione: 86% di PMI, per tre quarti manifatturiere, con il 58% di fatturato realizzato all’estero.

     

  • COME VA L’ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA 8 luglio 2025  | ANALISI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

    COME VA L’ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA 8 luglio 2025 | ANALISI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

     

    Confindustria Emilia-Romagna: L’industria della nostra regione risente dell’incertezza crescente. Ribadiamo la centralità delle infrastrutture, a partire dal Passante di Bologna la cui rilevanza non può essere messa in discussione a progetto approvato

    Unioncamere Emilia-Romagna: L’effetto combinato della frammentazione geopolitica e della guerra dei dazi frena gli investimenti delle imprese e questo potrebbe avere effetti a lungo termine deflagranti. È solo dando la possibilità alle imprese di investire, anche in nuovi mercati, che è possibile continuare a svolgere il ruolo di pilota dell’innovazione che hanno le filiere regionali.

    Intesa Sanpaolo: dinamica del credito positiva nei primi mesi dell’anno per quanto riguarda la Divisione Banca dei Territori del Gruppo, pur permanendo a livello complessivo di sistema una domanda condizionata dall’incertezza. Depositi delle aziende in aumento anno su anno, confermando la persistenza di un buon cuscinetto di liquidità disponibile. In accelerazione i prestiti alle famiglie.

     

    Comunicato stampa integrale in allegato 

     

    «L’industria della nostra regione – sottolinea la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassirisente dell’incertezza crescente. Per sostenere la fiducia di imprese e consumatori dobbiamo mettere al centro la manifattura e la nostra capacità del fare, l’eccellenza delle nostre produzioni, la spinta propulsiva del digitale, e rilanciare investimenti ed esportazioni, che sono la vera leva della crescita economica. Occorre investire nelle nostre città, per renderle più attrattive non solo per il turismo ma anche per i lavoratori.

    Ribadiamo la centralità delle infrastrutture, a partire dal Passante di Bologna la cui rilevanza non può essere messa in discussione a progetto approvato.    

    Sul tema dei dazi, dobbiamo negoziare con gli Stati Uniti per diminuirne il più possibile l’impatto sull’economia europea, ma soprattutto diversificare i mercati di sbocco delle nostre merci: penso all’Africa, al Sud est asiatico, al Mercosur, aree del mondo con cui accelerare gli accordi di libero scambio».

    Nei primi mesi dell’anno in corso, nell’analisi di Confindustria Emilia-Romagna, la dinamica della produzione manifatturiera regionale è rimasta debole, mentre segnali migliori arrivano dal fronte dei servizi.

    Nel primo trimestre 2025 l’export regionale in valore ha subito una contrazione dell’-1,1%, pari a meno 234 milioni di euro, a fronte del +3,2% registrato per l’export nazionale. Ha finalmente invertito il segno l’export verso la Germania (2,6 miliardi con un +1,2%), mentre è in calo l’export verso gli Stati Uniti (per 2,5 miliardi e un -2,8%).

    Il contesto economico internazionale si è ulteriormente complicato nelle ultime settimane a causa del conflitto tra Israele e Iran. Sulle prospettive di crescita gravano i rischi legati alle incertezze sulla politica economica statunitense: nuove restrizioni commerciali determineranno un ulteriore irrigidimento dei rapporti economici a livello internazionale.

    Resta positivo il percorso di riduzione dei tassi d’interesse nell’Eurozona, mentre sul fronte dei costi dell’energia, dopo un periodo di ribasso legato al rallentamento della domanda globale, i prezzi di petrolio e gas sono tornati a salire in modo marcato. Il petrolio costa 77 dollari a barile a giugno (erano 63 in media a maggio) e il prezzo del gas in Europa è cresciuto a 40 €/MWh, dai 34 a maggio, aggravando i costi per imprese e famiglie.

     

     

  • I NUOVI VICE PRESIDENTI DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

    I NUOVI VICE PRESIDENTI DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

     

    Bologna, 7 luglio 2025  – Il Comitato regionale dei Giovani Imprenditori dell’Industria di Confindustria Emilia-Romagna ha nominato all’unanimità i Vice Presidenti che affiancheranno il neo Presidente Leonardo Figna per il quadriennio 2025-2029.

    I Vice Presidenti sono:

    • Leonardo Borghi Gibertoni, 24 anni, del Gruppo Giovani Confindustria Emilia area Centro, CFO e R&D Manager di Leonardo srl di Bomporto (Modena), immobiliare di costruzioni e studio tecnico per consulenze edilizie
    • Francesco Canuti, 32 anni, del Gruppo Giovani Unindustria Reggio Emilia, titolare e socio di Popwave srl, che si occupa di consulenza strategica e progetti di crescita su LinkedIn
    • Rubina Sofia Savini, 36 anni, del Gruppo Giovani Confindustria Romagna, procuratrice legale dell’azienda Service srl di Ravenna, società di servizi contabili ed amministrativi
    • Marco Zaffignani, 35 anni, del Gruppo Giovani Confindustria Piacenza, Amministratore delegato Sercom srl, specializzata in marketing promozionale ed incentivazione.

     

    «La mia squadra –  dichiara  il Presidente regionale dei Giovani imprenditori Leonardo Figna, Consigliere della società Molini Figna, controllante della Agugiaro&Figna Molini di Parma –  rappresenta tutti i territori dell’Emilia-Romagna: è un sinonimo di grande unione e compattezza del nostro movimento.  Abbiamo in programma di realizzare tante iniziative per contribuire a far crescere la cultura d’impresa e le generazioni di futuri imprenditori dell’Emilia-Romagna».

     

    Da sinistra a destra: Francesco Canuti, Rubina Sofia Savini, Leonardo Figna, Leonardo Borghi Gibertoni
    (foto di Marco Zaffignani in allegato)

  • MANAGERLAB – PROGETTO PER RAFFORZARE L’IMPRENDITORIALITÀ DEI GIOVANI, GESTITO DA FORMINDUSTRIA E IFOA

    MANAGERLAB – PROGETTO PER RAFFORZARE L’IMPRENDITORIALITÀ DEI GIOVANI, GESTITO DA FORMINDUSTRIA E IFOA

     

    Al via “ManagerLab: nuove competenze per una governance sostenibile e innovativa”, il nuovo progetto con cui la Regione Emilia-Romagna mira a rafforzare l’imprenditorialità e le capacità manageriali per adottare e trasferire nuovi approcci e nuovi saperi necessari per abilitare nuovi modelli organizzativi e gestionali di impresa, nuovi modelli di comunità e di business avanzati e sostenibili

    Il progetto, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus, è promosso dalla Regione Emilia-Romagna, in linea con le strategie di sviluppo regionale e attrazione dei talenti e di supporto alla doppia transizione digitale e verde

     

    Bologna, 3 luglio 2025 – Dopo sette anni e quattro progetti dedicati al digitale (Data Lab) e uno al green (GreenComp), la Regione Emilia-Romagna investe nuovamente nello sviluppo delle competenze di studenti, neolaureati, dottorandi e neodottorati con l’Operazione “ManagerLab: nuove competenze per una governance sostenibile e innovativa”.

    Il progetto è gestito da Formindustria (capofila e rappresentante della compagine di enti confindustriali regionali: Assoform Romagna, CIS, Cisita Parma, Fondazione Aldini Valeriani, Forpin, Il Sestante Romagna) e Ifoa – in partnership con UniMoRe, Alma Mater Studiorum di Bologna, Università degli Studi di Ferrara, Università di Parma, Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore e Reiss Romoli e col supporto di FEDERMANAGER e numerose altre imprese del territorio.

    ManagerLab si rivolge a studenti universitari (percorsi di laurea triennale o magistrale o a ciclo unico), dottorandi, studenti iscritti ai corsi di primo o secondo livello degli Istituti AFAM e neolaureati o neodottorati che abbiano conseguito il titolo da non più di 36 mesi.

    Il progetto ha l’obiettivo di fornire nuove conoscenze e competenze manageriali che permettano a giovani con una formazione specialistica di migliorare la propria occupabilità e muoversi in modo proattivo in ogni ambito e settore, adottando modelli organizzativi che uniscano obiettivi economici e di produttività alla sostenibilità ambientale e sociale.

    Per attuare una vera governance del cambiamento servono manager in grado di gestire la complessità dell’innovazione tecnologica, economica e socio-culturale, ragionando in una logica sistemica per mettere in relazione il contesto di riferimento con le strategie di sviluppo regionale e nazionale e i nuovi paradigmi di sviluppo economico sostenibile. Il progetto mira non solo a promuovere l’aumento del numero di manager, su cui l’Italia è ancora un passo indietro rispetto ai principali competitors europei, ma anche a prepararli a portare innovazione nei contesti organizzativi, pubblici o privati, di cui fanno o faranno parte.

    Oggi, le competenze manageriali sono considerate un elemento fondamentale per il successo di qualsiasi organizzazione. Investire nel loro sviluppo è essenziale per garantire la crescita e la competitività delle nostre aziende” – dichiara Emanuela Pezzi, Amministratore Delegato di Formindustria, espressione del sistema Confindustria Emilia-Romagna. “Le competenze manageriali sono la chiave per il successo professionale dei giovani talenti e con ManagerLab il nostro obiettivo è fornire loro gli strumenti e le conoscenze necessarie per affrontare le sfide del mercato del lavoro e raggiungere i propri obiettivi professionali. Formindustria, grazie alla Regione Emilia-Romagna, da diversi anni è protagonista di progetti strategici volti a rafforzare le competenze dei giovani in settori chiave per lo sviluppo del territorio.”

    Con ManagerLab prosegue un percorso che, negli ultimi sette anni, ha visto Ifoa coinvolta in progetti strategici come Datalab e GreenComp, attraverso cui la Regione Emilia-Romagna promuove l’alta specializzazione di laureandi e laureati per affrontare le sfide della trasformazione digitale, ecologica e sociale” ha commentato Umberto Lonardoni, Direttore Generale di Ifoa.Anche questa volta ci rivolgiamo a coloro che stanno terminando o hanno terminato un percorso accademico con l’obiettivo di aiutarli a trasformare conoscenze avanzate in competenze professionali spendibili. Crediamo in una formazione che non si limita a trasmettere contenuti, ma che valorizza il talento, sostiene l’intraprendenza e crea connessioni tra chi studia, chi lavora e chi fa impresa. È così che si costruisce una nuova generazione di manager capaci di innovare, generare impatto e leggere la complessità con uno sguardo responsabile e un approccio sistemico.

    I percorsi sono completamente finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sociale Europeo Plus e approfondiscono conoscenze e competenze manageriali trasversali o relative al nuovo scenario economico-sociale e tecnologico.

    Sarà possibile iscriversi dal portale https://managerlab.it/ e partecipare ad uno o più tra i progetti proposti fino ad un massimo di 400 ore, a cui può aggiungersi la frequenza al Progetto laboratoriale previa partecipazione ad almeno il 70% delle ore di formazione di un progetto formativo.

    Il calendario dei corsi attivi verrà periodicamente aggiornato e gli utenti registrati potranno accedere al portale con le proprie credenziali ed iscriversi ai nuovi corsi disponibili.

     

    Per informazioni
    Formindustria Emilia-Romagna soc. cons. a r.l.
    E-mail: managerlab@formindustria.it
    Tel. 800 036425

     

    Operazione Rif.PA 2024-23644/RER, approvata con DGR n° 239 del 24/02/2025 e co-finanziata dal Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027 Regione Emilia-Romagna

  • LEONARDO FIGNA NUOVO PRESIDENTE DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

    LEONARDO FIGNA NUOVO PRESIDENTE DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

     

    Leonardo Figna è il nuovo Presidente del Comitato regionale Giovani Imprenditori dell’Industria di Confindustria Emilia-Romagna per il quadriennio 2025-2029.

    Il Presidente, eletto all’unanimità dai rappresentanti dei Gruppi Giovani Imprenditori della regione, entra a far parte del Consiglio di Presidenza guidato da Annalisa Sassi.  

    Leonardo Figna, nato nel 1995 a Fidenza, in provincia di Parma, laureato in Ingegneria meccanica, è Consigliere Delegato della Molini Fagioli Srl di Magione (PG) dove funge da Direttore di Stabilimento. Nella società capogruppo, l’Agugiaro&Figna Molini SpA Società Benefit di Collecchio (Parma), tra le più rilevanti aziende italiane per la macinazione di grano tenero, opera nell’ufficio tecnico, seguendo progettazione, investimenti e cantierizzazione degli stessi.  È Consigliere nella società Molini Figna Srl, società holding di famiglia con diverse attività nel settore agroforestale.

    Iscritto al Gruppo Giovani dell’Industria di Parma dal 2016, entra nel Consiglio Direttivo nel 2018, impegnandosi attivamente in varie attività. Nel dicembre 2020 viene eletto alla Presidenza del Gruppo Giovani dell’Industria di Parma, entrando a far parte del Comitato di Presidenza e del Consiglio Generale dell’Unione Parmense degli Industriali.  Contestualmente a questo ruolo diviene rappresentante dell’Unione all’interno del Comitato Territoriale Iren di Parma, assumendo all’interno di esso la carica di Vice Presidente a partire dall’ottobre 2023.

    Il Presidente Figna si appresta a definire la propria squadra di Presidenza, che sarà ufficializzata nelle prossime settimane.  Alla riunione elettiva, che si è svolta a Bologna il 18 giugno,  ha partecipato la Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Maria Anghileri.

    «È con grande orgoglio e responsabilità  –  dichiara il neo Presidente regionale dei Giovani imprenditori Leonardo Figna –  che assumo la guida dei Giovani imprenditori dell’Industria di Confindustria Emilia-Romagna. Desidero ringraziare tutti i colleghi e le colleghe che mi hanno chiesto di intraprendere questo percorso riponendo in me la propria fiducia. Sarà un grande onore poter condividere questo cammino con la Presidente Anghileri. Come Emilia-Romagna siamo pronti a portare il nostro contributo e a collaborare attivamente per realizzare iniziative per le imprese e i giovani del nostro movimento. Le idee non mancano, e nemmeno le competenze e la voglia per metterle a terra, nell’ottica di formare le future generazioni di imprenditori e mantenere il tessuto imprenditoriale della nostra regione nell’eccellenza della qualità e dell’innovazione a livello mondiale».

    Leonardo Figna succede a Ivan Franco Bottoni, che ha guidato i Giovani Imprenditori di Confindustria regionale dall’aprile 2021.

     

     

  • CREI-AMO LA STARTUP |  LE SCUOLE FINALISTE E I PROGETTI DI STARTUP CREATI DAGLI STUDENTI ASSIEME AI GIOVANI IMPRENDITORI

    CREI-AMO LA STARTUP | LE SCUOLE FINALISTE E I PROGETTI DI STARTUP CREATI DAGLI STUDENTI ASSIEME AI GIOVANI IMPRENDITORI

     

    Bologna, 20 giugno 2025 –  Dodici progetti di startup innovative ideati da oltre 100 studenti di istituti secondari superiori dell’Emilia-Romagna:  è il risultato dell’edizione 2024-25 del progetto CREI-AMO LA STARTUP!  promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e la collaborazione della rappresentanza regionale dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco.

    L’iniziativa, giunta alla ventiseiesima edizione, ha l’obiettivo di far vivere agli studenti l’esperienza dell’impresa, a partire dall’ideazione sino alla messa a punto della startup, con il coordinamento dei loro docenti e la supervisione dei giovani imprenditori in qualità di tutor.  Hanno partecipato 12 istituti secondari superiori dell’Emilia-Romagna.  Negli anni l’iniziativa ha coinvolto complessivamente circa 4.500 studenti di tutte le province dell’Emilia-Romagna.

    «CREI-AMO LA STARTUP – ha sottolineato Ivan Franco Bottoni, coordinatore del progetto e Past President dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna –  è un progetto regionale al quale come giovani imprenditori teniamo molto, perché avvicina concretamente i ragazzi al mondo del lavoro e delle aziende. I ragazzi progettano una loro startup assieme ai docenti e ai giovani imprenditori,  imparano a collaborare in squadra e ad assumersi impegni e responsabilità. Il nostro obiettivo è creare gli imprenditori di domani».

    «Il progetto CREI-AMO LA STARTUP – ha dichiarato il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Bruno Di Palma – favorisce lo sviluppo delle competenze trasversali, in particolare di quella imprenditoriale, stimolando negli studenti creatività, spirito d’iniziativa, capacità di collaborare e di trasformare le idee in progetti concreti, offrendo al tempo stesso stimoli utili a fini dell’orientamento, consentendo anche lo sviluppo di capacità autorientative».

    Si è classificato primo assoluto il progetto di startup BORGO! dell’Istituto tecnico economico Bachelet di Ferrara, una piattaforma digitale dedicata all’organizzazione di viaggi nei borghi italiani, con esperienze sostenibili e personalizzate, che intende valorizzare le realtà locali meno conosciute.

    Sono stati premiati anche altri otto progetti.  Per il valore dell’idea si sono distinti la startup YOGOMMA dell’Istituto Elsa Morante di Sassuolo (Modena), che produce tappetini da palestra realizzati con materiale riciclato da pneumatici, e HOME & CO del Collegio San Luigi di Bologna, un sito immobiliare per l’affitto di appartamenti di pregio a studenti, comprensivo di servizi accessori.

    Il progetto di startup MULTI-TRATTO,  proposto dall’Istituto Corni di Modena,  una matita con otto mine di diversa durezza per il disegno professionale, si è distinto per la qualità di produzione e vendite.

    La tecnologia è stata la caratteristica vincente della startup WATERFALL WALL proposta dall’Istituto Copernico-Carpeggiani di Ferrara: un oggetto di design per l’arredo, realizzato con materiali riciclati, con acqua che scorre e interazioni luminose.

    Il progetto FREEFALLGUARDIAN dell’Istituto Gadda di Langhirano (Parma) è stato premiato per le relazioni strategiche: si tratta di un dispositivo di protezione individuale per proteggere i lavoratori che lavorano in quota e ridurre gli infortuni sul lavoro.

    LUXRENT, ideato dall’Istituto Aldini Valeriani di Bologna, è stato premiato per la specificità territoriale: un servizio di noleggio di abiti e accessori di lusso e consulenza personalizzata.

    La startup BRELLY, che produce un ombrello leggero da indossare sulle spalle, proposta dal Liceo scientifico sportivo Almerici di Cesena si è distinta per la qualità manageriali del team.

    La startup LIXI ideata dal Liceo scientifico Respighi di Piacenza, un dispositivo di monitoraggio dello stato di conservazione degli alimenti nel frigorifero, ha ricevuto una menzione speciale della Giuria per la qualità della presentazione.

    Gli altri progetti d’impresa che hanno partecipato alla competizione sono:

    RE-TASTE progettato dal liceo Steam International di Bologna: un servizio di produzione e vendita di cibo pronto, recuperato dall’invenduto della grande distribuzione;
    RETRO DRIVE dell’Istituto Enrico Fermi di Modena, che produce un dispositivo elettronico per la sicurezza da applicare nelle auto sprovviste di queste applicazioni;
    DISPENSALLY dell’Istituto Pascal di Cesena: un’App per gestire in modo organizzato la dispensa della cucina.

    All’incontro, che si è svolto a Bologna presso la sede di Confindustria Emilia Area Centro, sono intervenuti il coordinatore del Progetto e Past President Ivan Franco Bottoni, la Vice Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro Mariastella Mancini, la delegata dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Chiara Scardoni e il rappresentante dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco Coordinamento Emilia-Romagna Giacomo Marcheselli.

    Alla classe vincitrice assoluta è stato assegnato un premio in buoni per l’acquisto di libri. Tutti gli istituti hanno ricevuto gli attestati offerti da Tecnostudi Comunicazione e i gadget offerti da Franco Cosimo Panini.

     

    Nella foto:
    la premiazione dell’Istituto Bachelet di Ferrara 

     

     

  • DISPOSITIVI MEDICI IN EMILIA-ROMAGNA: 502 AZIENDE, 17.000 OCCUPATI E 130 MILIONI IN RICERCA

    DISPOSITIVI MEDICI IN EMILIA-ROMAGNA: 502 AZIENDE, 17.000 OCCUPATI E 130 MILIONI IN RICERCA

     

    Presentati i dati del settore per i 40 anni di Confindustria dispositivi medici. L’Emilia-Romagna si distingue per innovazione, competenze e inclusività, con il distretto di Mirandola come punto di riferimento globale

    Sono 502 le aziende del settore dei dispositivi medici che operano in Emilia-Romagna, con quasi 17.000 occupati, di cui il 51,6% altamente qualificati. Questo territorio si distingue non solo per l’elevata produzione, che raggiunge circa 660 milioni di euro l’anno con il 68% delle aziende, ma anche per la sua capacità di innovare e attrarre talenti. Nel 2023, la regione ha investito circa 130 milioni di euro in Ricerca&Sviluppo (R&S), pari al 12,9% degli investimenti nazionali nel settore. Con il 10,8% delle imprese italiane del settore e il 13% degli occupati a livello nazionale, l’Emilia-Romagna si afferma come un polo strategico per l’industria dei dispositivi medici. Ciò che rende unica questa regione non sono solo i numeri, ma la straordinaria concentrazione di competenze professionali: più della metà degli occupati nel settore è laureato (51,6%) e l’8,6% lavora in attività di R&I. Inoltre, il 44% della forza lavoro è rappresentato da donne, un dato che sottolinea l’inclusività e la diversità del comparto.

    Questi, in sintesi, i dati presentati il 21 maggio 2025 a Modena all’incontro “Emilia-Romagna: territorio di eccellenza e innovazione nel settore dei dispositivi medici”, organizzato in collaborazione con Confindustria, Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Emilia Area Centro e Biomedical Valley con la presenza, tra gli altri, di Stefano Cavedagna, Membro del Parlamento UE; Vincenzo Colla, Vicepresidente della Regione E-R; Massimo Fabi, Assessore alle politiche per la salute della Regione E-R; Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della programmazione dei dispositivi medici del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, Ministero della Salute; Gian Carlo Muzzarelli, Presidente IV Commissione, Politiche per la salute e Politiche sociali, Assemblea Legislativa Regione E-R.

    “Quello del biomedicale di Mirandola – ha dichiarato Vincenzo Colla, Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega a Sviluppo economico e green economy, Energia, Formazione professionale, Università e ricerca – è un distretto di valenza internazionale che vanta competenze eccezionali. Parliamo di un territorio attrattivo per gli investimenti, ma anche per le teste, grazie alla possibilità di relazionarsi con i talenti dell’università, dell’ambito sanitario, di quello ingegneristico, di quello tecnico-scientifico del tecnopolo. Un vero ecosistema di innovazione capace di mettere insieme ricerca, prototipazione e industrializzazione e che, grazie all’altissima qualità, è arrivato ad esportare l’80% della produzione, consolidando così relazioni strutturali con il mondo. Un esempio virtuoso di sistema integrato fra pubblico e privato, per la crescita e la competitività della nostra regione e del nostro Paese, che porta un grande valore aggiunto e tanta occupazione di qualità”.

    “Abbiamo scelto l’Emilia-Romagna per inaugurare il roadshow ‘Insieme per un Paese in salute’, progetto che celebra i 40 anni di Confindustria Dispositivi Medici – ha dichiarato Nicola Barni, Presidente di Confindustria dispositivi medici -, perché questo territorio rappresenta un’eccellenza nel panorama dell’innovazione delle tecnologie mediche. Inoltre, il distretto di Mirandola, noto come la ‘Silicon Valley italiana del biomedicale’, è un punto di riferimento globale grazie alla presenza di aziende leader e alla sinergia con università e centri di ricerca. Qui nascono idee, start-up e PMI innovative che si trasformano in realtà industriali solide, contribuendo a una produzione di tecnologie avanzate al servizio della salute di tutti. Nonostante le sfide, come terremoti, pandemia e alluvioni, l’Emilia-Romagna ha continuato a dimostrare una straordinaria capacità di resilienza e innovazione, incarnando i valori che vogliamo celebrare con questo anniversario”.

    “Non è un caso che Confindustria dispositivi medici abbia avviato nella nostra regione le celebrazioni del proprio 40ennale – ha dichiarato Annalisa Sassi, Presidente Confindustria Emilia-Romagna –.  Le imprese di questo comparto trovano in Emilia-Romagna una delle regioni più innovative e dinamiche del Paese, con un tessuto vivace di relazioni strategiche tra le imprese, alte competenze professionali e grande attitudine alla ricerca e alla presenza sui mercati esteri”.

    “I dati presentati durante il convegno – ha dichiarato Marco Fantoni, Presidente della Filiera Salute di Confindustria Emilia Area Centro – mostrano, ancora una volta, come il modello Emilia, basato sulle filiere, sia innovativo e resiliente e come questa regione sia locomotiva trainante della manifattura italiana; e il Distretto Biomedicale di Mirandola ne è un chiaro esempio. E qui che, all’inizio degli anni ’60, in un’area poco più estesa di 25 kmq, veniva creato, da un’intuizione geniale di un grande imprenditore, Mario Veronesi, quello che oggi è il primo comparto industriale, a livello europeo, per la produzione di dispositivi medici. Un modello produttivo che si caratterizza per l’elevata innovazione e competitività, con una forte vocazione all’export, ma che, al contempo, ha radici profonde radicate nel tessuto imprenditoriale locale, fatto di know-how e competenze uniche al mondo”.

     

  • CONFINDUSTRIA, MEF E AGENZIA ENTRATE LANCIANO “PATTI CHIARI, PER IMPRESE FORTI” – A Bologna la prima tappa del roadshow sull’adempimento collaborativo

    CONFINDUSTRIA, MEF E AGENZIA ENTRATE LANCIANO “PATTI CHIARI, PER IMPRESE FORTI” – A Bologna la prima tappa del roadshow sull’adempimento collaborativo

     

    A Bologna la prima tappa del roadshow sull’adempimento collaborativo

    Si è tenuto il 9 maggio a Bologna, presso Confindustria Emilia Centro, il primo appuntamento di “Patti chiari, per imprese forti”, ciclo di eventi promosso da Confindustria, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Agenzia delle Entrate per far conoscere l’istituto dell’adempimento collaborativo alle imprese italiane. In Emilia-Romagna dal prossimo anno saranno circa 500 le aziende in possesso dei requisiti per accedere al regime (volume d’affari di almeno 500 milioni di euro), che diventeranno quasi 1.400 a partire dal 2028, quando la soglia di accesso scenderà a 100 milioni. Il roadshow prevede nei prossimi mesi una serie di date in tutta Italia e offre una panoramica su vantaggi, modalità di adesione e modelli di successo in vista del progressivo ampliamento della platea potenziale nei prossimi anni.

    Alla giornata hanno partecipato il Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, il Comandante Interregionale dell’Italia centro settentrionale della Guardia di Finanza, Fabrizio Cuneo e la presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi.

    Adempimento collaborativo: patti chiari, per imprese forti – Il titolo dell’iniziativa esprime il principio fondante dell’adempimento collaborativo: promuovere una relazione trasparente e strutturata tra imprese e Amministrazione finanziaria, basata sul confronto preventivo, sulla fiducia reciproca e sulla certezza del diritto. Il format degli incontri prevede una prima sessione di presentazione dell’istituto, seguita da una tavola rotonda sugli aspetti più operativi con i rappresentanti delle istituzioni, delle categorie professionali e delle imprese sul territorio. Al panel di oggi, moderato dal vicedirettore del Sole 24 Ore, Jean Marie Del Bo, hanno preso parte, tra gli altri, Luigi Vinciguerra, Capo del III Reparto della Guardia di Finanza, Elbano De Nuccio, Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, Vittorio Minervini, Coordinatore della Commissione Diritto tributario del Consiglio nazionale forense, oltre ai responsabili fiscali di primarie realtà economiche italiane.

    L’adempimento collaborativo in breve – L’istituto dell’adempimento collaborativo, noto anche come cooperative compliance, è stato introdotto in Italia (Dlgs n. 128/2015) con l’obiettivo di promuovere un nuovo modello di cooperazione trasparente e preventiva tra fisco e contribuenti. Rivolto alle imprese dotate di un sistema strutturato di gestione e controllo del rischio fiscale, prevede un dialogo costante finalizzato a individuare e risolvere in anticipo le potenziali situazioni di rischio, contribuendo così a rafforzare la certezza del diritto e l’affidabilità del sistema tributario. La soglia dimensionale per l’accesso è stata negli anni progressivamente ridotta fino a includere, dal 2024, i soggetti con volume d’affari di almeno 750 milioni di euro, 500 milioni dal 2026 e di almeno 100 milioni di euro a partire dal 2028, quando la platea potenziale sarà di oltre 11mila aziende a livello nazionale.

    Le prossime date – Gli incontri, organizzati in collaborazione con le Associazioni territoriali di Confindustria, toccheranno le principali città italiane. Prossimo appuntamento il 20 maggio a Venezia. Il ciclo di iniziative si concluderà a settembre, con l’ultima tappa in programma a Milano.

     

  • LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER FRONTEGGIARE LA SICCITÀ E LE CALAMITÀ NATURALI

    LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER FRONTEGGIARE LA SICCITÀ E LE CALAMITÀ NATURALI

     

    Le proposte di Confindustria Emilia-Romagna per fronteggiare la siccità e le calamità naturali.
    Gestire le risorse idriche anche attraverso una nuova governance dei corsi d’acqua

     

    14 aprile 2025  –   Confindustria Emilia-Romagna ha presentato oggi a Bologna un’analisi sul tema delle infrastrutture idriche e delle competenze amministrative e gestionali dei corsi d’acqua in regione.  Obiettivo del convegno “Verso il nuovo Piano di Tutela delle Acque attraverso un nuovo modello di gestione”  è stato fare il punto sulle possibili soluzioni per una corretta gestione delle risorse idriche, nell’ottica di fronteggiare la siccità e le calamità naturali anche attraverso nuovi modelli di governance.

    «La gestione dell’acqua – ha affermato la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi  –   rappresenta un fattore fondamentale per lo sviluppo e la competitività del territorio, della società e del sistema produttivo. Sinora il tema è stato gestito con un approccio ordinario perché non si erano verificate situazioni di grave rischio, ma da un lato le recenti alluvioni e dall’altro la siccità hanno messo in luce la necessità di realizzare in tempi brevi un piano di interventi infrastrutturali. La visione di futuro che vogliamo costruire per l’Emilia-Romagna passa anche da una nuova ed efficace gestione della risorsa idrica. Per questo proponiamo alla Regione di avviare una stagione concreta di investimenti che metta in sicurezza il territorio, le popolazioni e le imprese».

    Le conclusioni dell’incontro sono state tratte dal Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale«Nei giorni immediatamente antecedenti alle alluvioni di maggio 2023 – ha dichiarato – il Governo Meloni aveva giustamente provveduto alla nomina del commissario straordinario alla scarsità idrica, in quanto eravamo in una vera e propria situazione di emergenza. Questa emblematica concomitanza ci richiama però all’esigenza di mettere in campo una nuova strategia che tenga insieme tutti gli aspetti legati al ciclo idrico, la valorizzazione di ogni risorsa disponibile, investimenti su risparmio e riuso, opere per la sicurezza del territorio. Come Regione Emilia-Romagna accogliamo con favore lo spirito di collaborazione di Confindustria e mi sento di dire che siamo in sintonia rispetto agli obbiettivi. Sulla sicurezza come Regione abbiamo raddoppiato le risorse e aspettiamo a giorni la definizione del nuovo decreto da parte del governo, sul Piano di tutela delle acque dobbiamo segnare una svolta e sono certo che la comunità emiliano-romagnola saprà essere all’altezza della sua storia».

    Gli studi commissionati da Confindustria Emilia-Romagna hanno evidenziato come l’Emilia-Romagna sia particolarmente interessata dall’alternanza di alluvioni e inondazioni a momenti di siccità e carenza idrica stia diventando. Questo fenomeno fa sì che i terreni non siano in grado di assorbire in poco tempo e tutta insieme l’acqua di cui hanno bisogno.  L’aumento della subsidenza, fenomeno naturale in un territorio pianeggiante, rischia di avere effetti molto dannosi se non si interviene preventivamente con azioni di controllo e gestione.  Da qui l’esigenza della regimazione delle acque superficiali.

    All’emergenza idrica è collegata la siccità, che impatta negativamente sull’agricoltura, sulla portata dei corsi d’acqua e sulla ricarica delle falde sotterranee che si abbassano.  Circa il 70 per cento delle acque utilizzate in regione proviene dal Po e in parte da corsi d’acqua appenninici: una quantità importante che sostituisce le acque piovane non sufficientemente trattenute tramite invasi.

    In particolare l’area nord dell’Emilia-Romagna è la più critica sotto il profilo della siccità: ciò è dovuto alla scarsità di infrastrutture di raccolta delle acque, che sono state viceversa costruite negli anni in Romagna e nel territorio bolognese. Dagli anni Settanta ad oggi stata realizzata solo un’opera di rilievo rispetto alle decine pianificate o ipotizzate, la diga di Ridacoli, che ancora oggi rappresenta un caso di eccellenza per visione ed efficacia.  Lo studio di Confindustria sottolinea la necessità di progettare una nuova rete scolante attraverso opere di ingegneria idraulica delle acque di superficie che tenga conto delle nuove altimetrie e pendenze dovute ai deficit sotterranei.

    L’analisi di Confindustria regionale ha poi evidenziato come ci siano diverse criticità nel sistema di gestione delle risorse idriche, legate soprattutto alla complessità normativa e alla sovrapposizione di competenze legislative e amministrative tra i vari livelli di governo tra Stato, Regioni, enti pubblici e privati.

    Ad oggi il quadro normativo a livello nazionale e regionale è troppo articolato e rende complesso l’operato di enti pubblici e privati.  Le difficoltà sono evidenti durante gli eventi emergenziali, che mettono in luce la scarsa preparazione delle strutture di contenimento e di gestione.  Occorre avviare una riflessione volta ad una riforma legislativa che chiarisca le competenze di ciascun attore pubblico e privato nella gestione delle risorse idriche.  È opportuno da un lato ripartire dall’applicazione diretta delle normative nazionali per centralizzare la gestione a livello regionale, permettendo alla Regione di definire piani, procedure e interventi operativi senza la frammentazione delle competenze, e dall’altro rivedere il modello di governance in Emilia-Romagna con una gestione integrata e snella, in grado di evitare l’allocazione delle competenze su troppi livelli amministrativi.  Ed è indispensabile creare un sistema più efficace per gestire le emergenze idriche attraverso politiche di prevenzione e una più adeguata dotazione infrastrutturale.

    Lo studio sulle infrastrutture idriche è stato illustrato da Giovanni Martinelli, ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e dal geologo Andrea Dadomo. Il Vice Direttore di Confindustria Emilia-Romagna Gianluca Rusconi ha presentato lo studio sulla governance dei fiumi.

    Alla tavola rotonda, moderata dal Vicedirettore del Resto del Carlino QN Valerio Baroncini, sono intervenuti l’Assessora all’Ambiente, Programmazione Territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo, il Presidente e Amministratore Delegato di Pizzoli SpA Nicola Pizzoli, il Presidente di Romagna Acque – Società delle Fonti SpA Tonino Bernabè, il Presidente di AIPo-Agenzia Interregionale per il Fiume Po Gianpaolo Bottacin e il Presidente di ANBI-Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue Francesco Vincenzi.

     

    Vai al testo integrale dello studioVerso il nuovo Piano di tutela delle acque, Le proposte dell’industria

    Vai al testo integrale dello studio Competenze legislative e amministrative per la tutela delle risorse idriche dell’Emilia-Romagna