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Categoria: Comunicati stampa

  • EMERGENZA CORONAVIRUS |  LA RISPOSTA DEL SISTEMA CONFINDUSTRIA

    EMERGENZA CORONAVIRUS | LA RISPOSTA DEL SISTEMA CONFINDUSTRIA

     

    Il sistema Confindustria Emilia-Romagna si è attivato sin dai primi segnali di allarme dell’emergenza Coronavirus e si è organizzato per offrire risposte puntuali alle imprese associate, data la portata dell’impatto della situazione sanitaria sulle attività economiche.
     
    Tutte le Confindustrie e Unioni Industriali dell’Emilia-Romagna stanno rispondendo alle richieste delle imprese, anche attraverso aree dedicate sui propri siti web per dare risposte alle numerose esigenze legate all’emergenza.
     
    Confindustria Emilia-Romagna sta collaborando attivamente con la Regione nella gestione dell’emergenza per contribuire a dare soluzioni ai riflessi economici e sociali della situazione.
     
    Ecco le principali uscite stampa di Confindustria Emilia-Romagna (vedi link o allegati):
    – l’intervista del Presidente Pietro Ferrari a Repubblica Bologna del 23 marzo 2020
    – l’intervista al Resto del Carlino del 22 marzo 
    – l’intervista al Tg Rai Emilia-Romagna del 20 marzo 
    – l’intervista al Corriere Bologna e altri articoli del 20 marzo
    – le dichiarazioni del Presidente Pietro Ferrari del 13 marzo 
    – l’articolo del 10 marzo del Resto del Carlino
    l’intervista del Corriere di Bologna del 4 marzo
    l’intervista al Tg Rai Emilia-Romagna del 28 febbraio https://youtu.be/eO6LeI0BdzM  
    – l’intervista a Corriere Bologna dell’11 aprile 
    – l’intervista ad Adnkronos del 17 aprile
    – l’intervista ad Adnkronos del 27 aprile
    – l’intervista al Corriere Bologna del 6 giugno.
     
    L’8 aprile le Confindustrie regionali Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto hanno lanciato un appello per una riapertura sicura e ordinata delle fabbriche.  Occorre ripartire rapidamente per dare al Paese, alle imprese e ai lavoratori un’agenda chiara e un quadro certo in cui operare,  Il criterio guida è la sicurezza. Occorre condividere un modello di collaborazione con Istituzioni, Autorità Sanitarie, Associazioni Industriali e Organizzazioni sindacali.

     
    I Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna hanno lanciato un allarme sulle conseguenze della crisi coronavirus sulle start up.
     
     
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    I Presidenti della Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna Giovanni Baroni, di Confindustria Lombardia Alvise Biffi, di Confindustria Veneto Paolo Errico, d’intesa con i rispettivi Comitati regionali, hanno scritto una nota di proposte di interventi prioritari  da mettere in campo per supportare le PMI in questa fase di emergenza e successivamente una serie di proposte per la fase 2 #RESTARTITALIA.
     
    In allegato i principali articoli e l’intervista al Presidente della Piccola Industria Emilia-Romagna Giovanni Baroni al QN del 28 marzo 2020.
     

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    Confindustria ha costituito una Task force, punto di raccordo tra Confindustria e gli attori istituzionali, che risponde alle esigenze e ai quesiti di tutto il sistema associativo.
     
    Le azioni di Confindustria riguardano diversi livelli: dal confronto con i Ministeri competenti per la messa in campo repentina di strumenti fiscali, finanziari e giuslavoristici tesi a minimizzare l’impatto dell’emergenza sul sistema economico italiano, alla collaborazione con la Protezione Civile sino al coordinamento del sistema associativo. 
     
    Sul sito https://www.confindustria.it/coronavirus  sono presenti informazioni utili per le imprese, compreso un questionario per valutare l’impatto sulle attività produttive, e un’area riservata al sistema.
    Sono state realizzate due analisi dei questionari sugli effetti dell’emergenza sull’economia,. La più recente, aggiornata al 30 marzo, è pubblicata a questo link.
     
    Confindustria ha presentato il 4 marzo al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte il documento “Assi portanti di azione e reazione all’arretramento dell’economia”. Il 20 marzo Confindustria ha presentato al Governo un documento di proposte per affrontare l’emergenza economica tutelando il lavoro.
     
    Il 24 aprile le parti sociali hanno perfezionato il Protocollo tra le parti sociali per le misure di contrasto e contenimento del contagio negli ambienti di lavoro già siglato il 14 marzo.
     
    Confindustria ha presentato il 24 marzo presso la Commissione Bilancio del Senato della Repubblica, la Memoria relativa alla conversione in legge del decreto legge del 17 marzo 2020 n. 18 (cosiddetto “Decreto Cura Italia”).
     
    Il 22 maggio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 – misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 (cosiddetto “Decreto rilancio”).  Sul sito Confindustria il testo e una nota illustrativa.
     
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    Confindustria e il Commissario straordinario Domenico Arcuri hanno siglato un accordo per rispondere all’emergenza Covid-19 sostenendo la continuità produttiva delle imprese e garantendo la tutela della salute dei lavoratori.

    L’intesa, voluta da Piccola Industria Confindustria nell’ambito dell’attività del Programma Gestione Emergenze da questa guidato, è rivolta a facilitare gli approvvigionamenti di mascherine per il sistema industriale e, tramite le donazioni previste da parte delle imprese, per il sistema sanitario nazionale.
    Qui gli approfondimenti

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    Il 4 marzo la Conferenza delle Regioni presieduta da Stefano Bonaccini ha presentato al Governo un documento di proposte condivise con tutte le Regioni. 

     
    La Regione ha avviato una raccolta fondi per la gestione dell’emergenza sanitaria a favore della Protezione Civile regionale: https://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus/donazioni
     
    Informazioni aggiornate dalla Regione Emilia-Romagna  https://www.regione.emilia-romagna.it/.
     
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    Confindustria Emilia-Romagna fa parte del gruppo di lavoro con la Regione Emilia-Romagna che ha elaborato un Vademecum per le imprese per orientarsi nelle procedure di produzione straordinaria di dispositivi medici (DM), tra cui le mascherine chirurgiche, e dispositivi di protezione individuale (DPI). È stato anche redatto un elenco dettagliato dei DM e DPI necessari per gli operatori del Sistema Sanitario Regionale. Al gruppo di lavoro partecipano ART-ER, Società Consortile dell’Emilia-Romagna per la ricerca e l’innovazione, Clust-ER Industrie Salute e Benessere, Tecnopolo di Mirandola e Università di Bologna.
    Un esempio di “buona pratica” già avviata:  la produzione di mascherine chirurgiche innovative da parte dell’azienda Nuova Sapi di Reggio Emilia, grazie ad una stretta collaborazione con Unindustria Reggio Emilia, Confindustria Emilia-Romagna, Sanità Regionale, Comune di Reggio Emilia e Tecnopolo Biomedicale di Mirandola.
     
    Un altro esempio di “buona pratica“:  la produzione di occhiali protettivi e visiere protettive da parte delle aziende Nannini di Reggio Emilia e Raneri di Bologna. Fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo è stata la collaborazione di Valentina Solfrini, Professional Area Farmaco e Dispositivi Medici Regione Emilia-Romagna, il lavoro di networking di Filippo di Gregorio, Direttore Generale di Unindustria Reggio Emilia e il supporto normativo di Giuliana Gavioli, coordinatrice del gruppo di lavoro di Confindustria Emilia-Romagna per le scienze della vita e riferimento tecnico presso il Tecnopolo di Mirandola (MO).
  • CORONAVIRUS |  PROPOSTE PER LA RIAPERTURA SICURA DELLE IMPRESE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE E VENETO

    CORONAVIRUS | PROPOSTE PER LA RIAPERTURA SICURA DELLE IMPRESE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE E VENETO

     

    AGENDA PER LA RIAPERTURA DELLE IMPRESE E LA DIFESA DEI LUOGHI DI LAVORO CONTRO IL COVID-19

    Il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari, insieme a Marco Bonometti, Fabio Ravanelli e Enrico Carraro, Presidenti delle Confindustrie Lombardia, Piemonte e Veneto, lanciano un appello per una riapertura sicura ed ordinata delle imprese 

     

    8 aprile 2020 −  In questo gravissimo contesto, la salute è certamente il bene primario, e ogni contributo affinché si possano alleviare e contrastare le conseguenze dell’epidemia è cruciale. 

    Le relazioni sociali ed economiche sono colpite in modo grave, imprevedibile fino a poche settimane orsono. Stiamo facendo grandi sacrifici, che mai avremmo pensato ci sarebbero stati richiesti, che implicano la limitazione di alcune libertà che abbiamo sempre dato per scontate. 

    Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che all’emergenza sanitaria seguirà una profonda crisi economica: dobbiamo quindi essere in grado di affrontarla affinché non si trasformi in depressione e per farlo abbiamo bisogno innanzitutto di riaprire in sicurezza le imprese.

    Se le quattro principali regioni del Nord che rappresentano il 45% del PIL italiano non riusciranno a ripartire nel breve periodo il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia.

    Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese.

    Chiediamo quindi di definire una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese. È ora necessario concretizzare la “Fase 2”.

    Per farlo bisogna realizzare un percorso chiaro e decisioni condivise con una interlocuzione costante tra Pubblica Amministrazione, Associazioni di rappresentanza delle imprese e Sindacati che indichi le tappe per condurre il sistema produttivo verso la piena operatività.

    La salute è il primo e imprescindibile obiettivo: le imprese devono poter riaprire, ma è indispensabile che lo possano fare in assoluta sicurezza, tutelando tutte le persone. Le aziende sicure devono poter lavorare. Chi non è in grado di assicurare la sicurezza necessaria nei luoghi di lavoro non può aprire.

    Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale.

    Occorre uscire dalla logica dei codici ATECO, delle deroghe e delle filiere essenziali a partire dall’industria manifatturiera e dai cantieri. È una logica non più sostenibile e non corretta rispetto agli obiettivi di sanità pubblica e di sostenibilità economica. Il criterio guida è la sicurezza.

    Le imprese si sono già dotate di alcuni importanti strumenti per modulare i propri comportamenti in questa difficilissima situazione, in primis il Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.  Si tratta di un documento fondamentale, condiviso da tutti gli attori che deve trovare una rigorosissima applicazione, anche nei controlli, e costituire il principale riferimento. 

    Bisogna mettere le imprese in condizione di attuarlo, assicurando loro la possibilità di:

    • mettere le imprese nelle condizioni di reperire tutti i dispositivi di protezione individuale e garantire il loro approvvigionamento mediante un agevole percorso di fornitura che passi da un flusso costante e prioritario nelle procedure doganali;      

    • velocizzare il percorso di autorizzazioni da parte dell’ISS per i dispositivi prodotti in deroga alle normative sanitarie, ma che dimostrino requisiti di protezione soddisfacenti      

    • mettere in campo un pacchetto di misure di finanziamento a fondo perduto che supportino gli investimenti delle imprese nella sicurezza basato su alcune linee d’azione fondamentali:  adozione di protocolli di sanificazione degli ambienti di lavoro; ripensamento degli spazi lavorativi per ridurre al minimo i contatti tra le persone; nuova mobilità da e per i luoghi di lavoro e all’interno dei siti produttivi; ricorso allo smart working.

    Chiediamo un impegno per definire insieme un piano di contenimento del virus sui luoghi di lavoro basato su:

    • una collaborazione tra Autorità preposte, imprese e sindacati per consentire una efficiente gestione dell’operatività delle imprese nel periodo di emergenza, funzionale ad evitare pericolose situazioni di contrasto che metterebbero a repentaglio gli sforzi di collaborazione.  Ciò deve poter avvenire anche a livello territoriale e regionale per costruire e sperimentare nuovi “modelli” di lavoro. 

    • a livello regionale occorre condividere con i Servizi Sanitari modelli di collaborazione in cui le imprese diventano luoghi in cui si attuano le politiche per la salute a partire dalle attività di screening preventivo sulle quali si attendono decisioni tempestive e univoche delle autorità competenti: con l’ausilio fondamentale di test sierologici validati o con programmi coordinati di “tamponi” sul territorio.

    In sintesi, occorre ripartire rapidamente per dare al Paese, alle imprese e ai lavoratori un’agenda chiara ed un quadro certo in cui operare.  Il criterio guida è la sicurezza: le aziende sicure sono tutte uguali. Per questo occorre condividere un modello di collaborazione con Istituzioni, Autorità sanitarie, Associazioni industriali, Organizzazioni sindacali.

  • Coronavirus |  Mascherine chirurgiche, occhiali e visiere protettive made in Emilia-Romagna, grazie alla costruttiva collaborazione di molti attori

    Coronavirus | Mascherine chirurgiche, occhiali e visiere protettive made in Emilia-Romagna, grazie alla costruttiva collaborazione di molti attori

     

    OCCHIALI E VISIERE PROTETTIVE –   Dalla partnership Nannini – Raleri 900 occhiali protettivi al giorno, che diventeranno 3.500 a partire da metà aprile e 1.500-2.000 visiere protettive con volumi di output in crescita nel brevissimo periodo.

    31 marzo 2020 –  Pochi giorni fa i due soci dell’impresa Nannini di Reggio Emilia – Davide Degl’Incerti Tocci, Presidente e Alberto Gallinari, Direttore commerciale e amministratore – ricevono una richiesta di fornitura di occhiali protettivi da parte del comando reggiano dei Vigili del Fuoco, dove scarseggiavano i materiali di protezione individuale.

    Gli imprenditori reggiani capiscono che, per rispondere a questa nuova richiesta particolare ed urgente, serve dare vita ad una fase di progettazione e valutazione tecnica nuova, che vada al di là della gamma di prodotti finora realizzati.

    Dopo un primo contatto con Unindustria Reggio Emilia e, successivamente, con la Sanità regionale capiscono che c’è una grossa necessità anche di visiere copri volto.

    Da qui nasce la preziosa collaborazione con Raleri, azienda del bolognese esperta nella produzione di occhiali protettivi per differenti ambiti di utilizzo, anche sportivi e visiere proteggi volto.

    Grazie all’apporto tecnico sulle visiere del partner bolognese e forti delle competenze di Nannini, in meno di una settimana vengono realizzati una visiera protettiva, progettata e sviluppata da Raleri, e un modello di occhiali protettivi derivati dal progetto Modular, già esistente in Nannini.

    Verso metà aprile il modello Modular “DPI” verrà affiancato da un secondo occhiale protettivo dalla produttività maggiore, ed è allo studio in Raleri un protettore di tipo maschera.

    Tutti i prodotti proposti sono al 100% made in Italy e si caratterizzano per scelte progettuali performanti e per la scelta di materiali di primissima qualità, certificati e anallergici, capaci di proteggere al meglio il personale sanitario coinvolto nell’emergenza Coronavirus.

    Dopo una rapidissima fase progettuale e la realizzazione di prototipi per l’approvazione e certificazione la partnership Nannini – Raleri è in grado di fornire da mercoledì 1° aprile 900 occhiali protettivi al giorno, che diventeranno 3.500 a partire da metà aprile, e 1.500-2.000 visiere protettive al giorno con volumi in crescita nel brevissimo periodo grazie ad una architettura produttiva che inizia negli stabilimenti di Raleri e Nannini, ma che coinvolgerà anche altre imprese provenienti da altri settori e filiere.

    Si vuole infatti evitare una concentrazione produttiva, rischiosa nell’attuale periodo di emergenza, e permettere ai singoli laboratori o aziende manifatturiere interessate a prendere parte al progetto di fornire supporto anche su singole fasi produttive.

    Fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo è stata la collaborazione di Valentina Solfrini, Professional Area Farmaco e Dispositivi Medici Regione Emilia-Romagna, il lavoro di networking Filippo di Gregorio, Direttore Generale di Unindustria Reggio Emilia e il supporto normativo di Giuliana Gavioli, coordinatrice del gruppo di lavoro di Confindustria Emilia-Romagna per le scienze della vita e riferimento tecnico presso il Tecnopolo di Mirandola (MO).

     

    MASCHERINE CHIRURGICHE –  L’idea nasce dall’azienda Nuova Sapi di San Donnino di Casalgrande (RE). Unindustria Reggio EmiliaConfindustria Emilia-RomagnaSanità Regionale, Comune di Reggio Emilia e Tecnopolo del Biomedicale di Mirandola fanno sistema per produrre 150 mila pezzi al giorno.

    24 marzo 2020 –  L’attuale emergenza legata al Coronavirus ha mosso l’ingegno dell’azienda Nuova Sapi di San Donnino di Casalgrande di Reggio Emilia, che vanta oltre 40 anni di esperienza nel campo del medicale e della pulizia industriale, per trovare una soluzione alla carenza di mascherine chirurgiche.

    Il progetto di riconversione industriale è caratterizzato da alcuni elementi distintivi.

    Eco-sistema territoriale: il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione di imprese, Amministrazioni locali e regionali, Sanità e Tecnopoli e Associazioni di categoria.

    Qualità dei materiali: i tessuti utilizzati sono di ambito medicale testati e validati grazie alle loro eccellenti caratteristiche.

    Quantità della produzione: nel giro di pochi giorni la produzione supererà le 150.000 unità quotidiane.

    Giovedì 12 marzo i soci dell’azienda Marco e Lorena Bondi, Albano, Enrica e Giampaolo Giacobazzi, hanno progettato e prototipato, partendo da zero, il primo esemplare di mascherina chirurgica composta da tre strati di tessuto non tessuto: quello esterno è idrorepellente, quello più interno è antibatterico, il terzo è delicato e anallergico per evitare abrasioni sul volto di chi lo indossa. Ulteriore accortezza distintiva è data dal taglio particolare nella zona degli occhi che segue la forma del viso e la rende compatibile con l’uso degli occhiali protettivi.

    Consapevoli di non riuscire a gestire tutta la filiera necessaria per industrializzare il prodotto, si sono rivolti alla propria Associazione, Unindustria Reggio Emilia, la quale ha immediatamente compreso l’opportunità di sviluppare un progetto che potesse mettere a sistema un’iniziativa ambiziosa in grado di portare benefici all’intera Regione Emilia-Romagna.

    Con questo obiettivo si è creata una rete che ha coinvolto Unindustria Reggio Emilia, Confindustria Emilia-Romagna, Sanità Regionale, Comune di Reggio Emilia e Tecnopolo del Biomedicale di Mirandola (MO).

    Domenica 15 marzo si è tenuto un incontro presso la sede aziendale con i soci di Nuova Sapi, Unindustria e Kyriakoula Petropulacos, Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, che, con la sua equipe di tecnici, ha esaminato il prodotto e ne ha constatato le ottime caratteristiche tecniche.

    Poche ore dopo è stata coinvolta Giuliana Gavioli, coordinatrice del gruppo di lavoro di Confindustria regionale per le scienze della vita e figura di riferimento nei confronti del Tecnopolo di Mirandola, con la quale è stato effettuato un videocollegamento al fine di definire le procedure necessarie alla certificazione del prodotto.

    Nei giorni successivi il team ha lavorato in stretta sinergia per trovare persone qualificate e materiali necessari a garantire un’elevata produzione giornaliera.

    La collaborazione si è allargata ad altri portatori di interesse di Reggio Emilia che, grazie al coordinamento del Sindaco Luca Vecchi, hanno contribuito alla riuscita del progetto.

    Venerdì 20 marzo la richiesta di certificazione è stata inoltrata all’Istituto Superiore di Sanità.

    Tra sabato 21 marzo e lunedì 23 marzo ha preso il via una pre-produzione di 20.000 esemplari prototipali per testare l’efficienza del processo produttivo di taglio e di confezionamento, nonché l’affidabilità del sistema di approvvigionamento.

    Da martedì 24 marzo ha preso il via la produzione di oltre 100.000 mascherine al giorno (comprendendo sia il modello a 3 strati che quello a 2 strati) con l’obiettivo di superare le 150.000 unità quotidiane nel giro di alcuni giorni.

    La produzione verrà assicurata quasi interamente alla Sanità regionale, ma una quota resterà a disposizione della provincia di Reggio Emilia, grazie ad una centrale unica di acquisto che farà capo alle Farmacie Comunali Riunite, che riserveranno questo prodotto alla tutela dei lavoratori e dei cittadini.

     

  • CORONAVIRUS –  DAL GOVERNO CI ATTENDIAMO SCELTE CORAGGIOSE ED INCISIVE

    CORONAVIRUS – DAL GOVERNO CI ATTENDIAMO SCELTE CORAGGIOSE ED INCISIVE

     

    «Il decreto legge “Cura Italia” approvato dal Consiglio dei Ministri – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – dà alcune prime risposte all’emergenza sanitaria ed economica. Il Paese ha però bisogno urgente di un piano straordinario di interventi in grado di dare una forte scossa all’economia. Serviranno interventi di portata ed entità molto più ampia di quelli attuali.

    Le risposte offerte sinora dal Governo, pur apprezzabili nei contenuti, perché intervengono prioritariamente sulle questioni di emergenza, prima di tutto sanitaria e di tutela dell’occupazione, appaiono ancora molto deboli dal punto di vista economico, sia dal punto di vista delle risorse messe in campo sia per l’esiguità degli interventi, in particolare quelli per la liquidità delle imprese, in alcuni casi quasi simbolici.

    Prevedere una proroga generalizzata di quattro giorni per i versamenti fiscali, pur consapevoli degli spazi di manovra limitati della finanza pubblica, è assolutamente incoerente con il momento che la gran parte delle imprese italiane stanno vivendo. 

    L’emergenza sanitaria che sta colpendo tutto il mondo, e l’Europa in modo particolare, sta di fatto fermando l’economia di un intero continente con imprese e lavoratori – a partire da quelli delle filiere più critiche e strategiche – impegnati a tenere faticosamente acceso il motore del sistema produttivo. Per questo, rinviare scadenze, versamenti e adempimenti, anche quelli burocratici e amministrativi, diventa essenziale. 

    Anche su questo molto ancora si potrebbe fare. Pensiamo alla sospensione di alcuni adempimenti in materia ambientale che riguarda soltanto una minima parte degli oneri che gravano sulle imprese: è necessario sospendere una serie di adempimenti amministrativi in campo ambientale ed energetico che le imprese sono impossibilitate a rispettare in conseguenza dell’emergenza sanitaria.

    Le stime diffuse oggi dal Cerved, che prevedono una perdita di fatturato dai 220 ai 470 miliardi di euro a livello nazionale a seconda della durata della pandemia, danno il segno della gravità della situazione.

    L’eccezionalità della crisi che il Paese sta vivendo richiede misure straordinarie di contrasto, che vanno indirizzate a tutte le tipologie e le dimensioni di impresa.

    Gli imprenditori dell’Emilia-Romagna e del Paese – conclude il Presidente Ferrari – attendono dal Governo nei tempi più celeri possibili un provvedimento di portata ben più ampia, in grado di attenuare gli effetti della pesante recessione economica che abbiamo davanti e di ridare forza al sistema economico per ripartire finalmente con la spinta necessaria.

    La crisi economica rischia ancora una volta di pesare più di tutti sull’Italia, già in rallentamento prima dell’emergenza e con spazi di manovra ben più limitati degli altri Paesi europei.

    Serviranno scelte davvero coraggiose e incisive, al di là della retorica e delle affermazioni di principio, in grado di mobilitare investimenti pubblici e privati per centinaia di miliardi, non per qualche decina».

     

  • CORONAVIRUS – “TENERE ACCESO IL MOTORE DEL PAESE” – DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PIETRO FERRARI

    CORONAVIRUS – “TENERE ACCESO IL MOTORE DEL PAESE” – DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PIETRO FERRARI

     

    Gli imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, ben consapevoli della gravità dell’emergenza, dichiarano l’assoluta necessità di tenere acceso il motore dell’economia del Paese.

    La continuità di tutte le attività produttive e la libera circolazione delle merci sono indispensabili per salvaguardare, in un momento così complesso, la tenuta sociale ed economica del Paese in quadro di forte difficoltà e incertezza.  

    L’economia deve continuare a “funzionare” nel pieno rispetto delle disposizioni già assunte dal Governo per evitare il propagarsi del contagio, che tutte le nostre aziende stanno applicando con assoluto rigore.

    Siamo pronti ad attuare misure sanitarie anche più restrittive nelle imprese, purché ci sia consentito di continuare a tenere aperte le attività e dare lavoro a milioni di cittadini e famiglie italiane, appellandoci ancora di più al senso di responsabilità dei cittadini e dei lavoratori.

     

  • AFRICA BUSINESS LAB. UN PERCORSO PER LE IMPRESE INTERESSATE AL MERCATO AFRICANO

    AFRICA BUSINESS LAB. UN PERCORSO PER LE IMPRESE INTERESSATE AL MERCATO AFRICANO

     
    ICE Agenzia, in collaborazione con SACE SIMEST (Gruppo CDP), Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Assolombarda, Assindustria Venetocentro, Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Firenze, organizza un percorso formativo “integrato” e gratuito per PMI italiane interessate ad operare sui mercati dell’Africa Sub-Sahariana con una strategia di internazionalizzazione più strutturata.
     
    L’Africa, con una popolazione di 1,2 miliardi abitanti che raddoppierà entro il 2050, è il mercato del futuro prossimo e merita più attenzione da parte delle PMI italiane che, per dimensioni aziendali, leadership tecnologica e know-how, possono giocare un ruolo importante soprattutto in molti settori chiave per il Made in Italy. 
     
    Il progetto formativo, rivolto a PMI appartenenti alle filiere sotto indicate,  seguirà un approccio “a matrice”, concentrandosi su: 
    – settori target, ritenuti più strategici per il partenariato con l’Italia: agroindustria, moda (tessile, abbigliamento e pelletteria), infrastrutture/costruzioni, energia 
    – mercati africani target, dove si registra maggiore dinamismo ed una presenza diretta del Sistema Paese: Etiopia, Kenia, Tanzania, Uganda, Ghana, Costa d’avorio, Nigeria, Angola e Mozambico.
     
    L’iniziativa è organizzata in due fasi:
     
    1) FORMAZIONE IN AULA 
    La sessione formativa in aula si svilgerà nel periodo maggio-giugno e farà tappa in quattro città italiane: Bologna, Milano, Padova e Firenze. 
    Ciascuna tappa prevede 4 moduli formativi di 1 giornata l’uno (7 ore) per un totale di 28 ore formative per tappa, così strutturati: 
    • 1° Modulo: Perché Africa, perché esserci ( aperto a tutte le aziende dei settori target, che approfondirà le macro tendenze in atto in Africa e le opportunità per le PMI italiane)
     
    Successivamente, ciascuna azienda potrà scegliere il percorso settoriale di suo interesse tra agroindustria (Bologna), costruzioni/infrastrutture (Padova), moda (Firenze) ed energia (Milano), focalizzato su alcuni mercati target. 
    Ciascun percorso si svilupperà su 3 moduli a cadenza settimanale: 
    • 2° Modulo: Market knowledge (Analysis e Business Etiquette) 
    • 3° Modulo: Business Environment 
    • 4° Modulo: My Business Strategy 
     
    2) FASE COACHING 
    Sessione di affiancamento individuale di 8 ore, erogate da esperti della Faculty ICE, finalizzata ad affiancare alcune delle aziende partecipanti nella definizione della propria strategia di internazionalizzazione su uno dei mercati target.  
     
    Per quanto concerne l’Emilia-Romagna, il corso si svolgerà presso Confindustria Emilia-Romagna (via Barberia 13, Bologna) nelle giornate 13 maggio, 11-18-25 giugno e sarà dedicato al focus Agroindustria.
     
    In allegato il flyer dell’iniziativa. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di ICE-Formazione.
     
    La partecipazione è gratuita, previa adesione entro il 30/04/2020 compilando il modulo online
     
     
  • LE PROPOSTE AI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

    LE PROPOSTE AI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

     

    Confindustria Emilia-Romagna ha lanciato, insieme a tutte le Associazioni Industriali dell’Emilia-Romagna, Ance Emilia-Romagna e Confindustria Ceramica, il progetto TRAIETTORIA 2030 > Lo sviluppo dell’Emilia-Romagna, per favorire un dibattito informato sulle prospettive di sviluppo sostenibile della regione, individuare le priorità di intervento e proposte di politiche regionali di medio lungo termine.

    «Abbiamo presentato ai candidati alla Presidenza della Regione Simone Benini,  Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni  − ha dichiarato il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari  le proposte del mondo delle imprese in vista dell’avvio della nuova legislatura regionale e della programmazione comunitaria 2021-27, nell’ottica di sottolineare la volontà delle imprese di contribuire alla costruzione di una visione di sviluppo regionale.

    La visione di lungo termine proposta dalle imprese per l’Emilia-Romagna – sottolinea il Presidente Ferrari –  è quella di un territorio che deve diventare, all’orizzonte 2030, un punto di riferimento europeo in termini di coerenza tra stile di vita dei cittadini e modello economico. Un modello sostenibile, orientato all’innovazione e all’internazionalizzazione, in una regione che è riuscita a trasformare le attuali best practices in standard diffusi in tutto il territorio».

    Il percorso di analisi, realizzato dal sistema Confindustria con la consulenza scientifica di Prometeia,  ha delineato la situazione attuale dell’Emilia-Romagna, comparata rispetto alle aree italiane ed europee più avanzate, e le prospettive da qui al 2030.

    Le variabili chiave che influenzeranno lo sviluppo dell’Emilia-Romagna individuate dal progetto sono dieci: le tendenze demografiche, il cambiamento climatico, gli shock geopolitici, la regolamentazione, i nuovi concorrenti, i nuovi modelli di business, i digital enablers, università e ricerca e sviluppo, capitale umano, attrattività del territorio.

    Gli industriali dell’Emilia-Romagna hanno individuato, anche alla luce di queste variabili,  14 proposte di policy suddivise nei quattro pilastri che sostengono l’economia e l’attrattività del territorio: benessere e qualità della vita, capitale umano, imprese ed innovazione, reti internazionali. 

    In termini di benessere e qualità della vita l’Emilia-Romagna deve porsi l’obiettivo di diventare un territorio di riferimento nel contesto europeo, vocato all’internazionalizzazione, che trattenga e attragga imprese, filiere e talenti. Occorre diffondere le partnership pubblico-privato per perseguire obiettivi sostenibili, anche attraverso buone pratiche green delle aziende.

    Vi è poi il tema centrale delle imprese, dove le proposte si concentrano sull’esigenza di un quadro regolatorio di sostegno che riduca l’incertezza nell’applicazione della legislazione e favorisca un dialogo più semplice e chiaro tra imprese e pubblica amministrazione.  Inoltre, sul tema sempre più strategico della sostenibilità, serve un approccio sinergico con la Regione che privilegi meccanismi premiali e non punitivi e favorisca la transizione verso un modello di economia circolare.  Altro tema fondamentale è l’innovazione. Per raggiungere livelli di eccellenza servirà il sostegno agli investimenti in innovazione e digitalizzazione attraverso strumenti stabili e certi e in sinergia con il livello nazionale ed europeo. Gli sforzi della Regione per la creazione di una Data Valley regionale devono poter generare esternalità positive per tutto il territorio e consentire alle imprese e filiere di trarre valore aggiunto dalla presenza di un’infrastruttura di eccellenza internazionale.

    Sul fronte del capitale umano occorre fronteggiare il tema del gap formativo tra offerta regionale e domanda delle imprese, sviluppare competenze aziendali sia tecnico-scientifiche sia manageriali e colmare il mismatch di competenze nella formazione terziaria. Occorrerà, ad esempio, migliorare qualitativamente e quantitativamente l’offerta regionale di talenti, vedi esperienza sugli ITS positiva, da potenziare per rispondere alle necessità del sistema economico e industriale.

    Sul tema delle reti internazionali l’Emilia-Romagna dovrà raggiungere un livello di integrazione internazionale ancora più pronunciato rispetto alla situazione attuale, rafforzando la presenza delle imprese sui mercati globali, in particolare quelli ad alto potenziale e promuovendo momenti di maggior confronto e approfondimento delle aree di rischio e opportunità dei mercati esteri.

    «Le nostre proposte   − ha concluso il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari –  si concentrano da un lato su interventi a costo zero e, dall’altro, su azioni che presuppongono un contributo finanziario regionale con elevati effetti moltiplicatori sulla crescita e forti benefici sul fronte della sostenibilità.   Il percorso di analisi prevede un costante monitoraggio della capacità del territorio di perseguire gli obiettivi di crescita sostenibile, sulla base di una serie di indicatori, non solo di tipo economico ma anche e soprattutto sociale, che saranno periodicamente oggetto di analisi a partire dal 2021».

     

     

  • Traiettoria 2030 > Benessere economico e qualità della vita tra le aree strategiche: questo e altri temi al centro dell’incontro del 17 gennaio con i Candidati Presidenti

    Traiettoria 2030 > Benessere economico e qualità della vita tra le aree strategiche: questo e altri temi al centro dell’incontro del 17 gennaio con i Candidati Presidenti

     

    Bologna, 15 gennaio 2020.     Da qui al 2030 l’Emilia-Romagna dovrà affrontare sfide rilevanti per essere una regione sempre più attrattiva e competitiva.  Il progetto Traiettoria 2030, promosso da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Associazioni Industriali della regione, Ance Emilia-Romagna, Confindustria Ceramica e con la collaborazione scientifica di Prometeia, si è concentrato in particolare su quattro aree strategiche: capitale umano, imprese e innovazione, reti internazionali, benessere economico e qualità della vita.

    «Le imprese e le loro associazioni − dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrarisono protagonisti attivi del proprio territorio, e lo fanno anche contribuendo alla riflessione su punti di forza, aree di attenzione e politiche utili a sviluppare il potenziale di crescita di medio lungo termine dell’Emilia-Romagna. Per questo abbiamo definito una serie di proposte che il 17 gennaio presenteremo ai candidati alle elezioni regionali Simone Benini, Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni».

    Di particolare importanza il tema benessere economico e qualità della vita, per il quale la nostra situazione è migliore della media italiana ed europea. L’Emilia-Romagna è la terza regione italiana per PIL per abitante. Il tasso di disoccupazione è tra i più bassi in Italia ed è inferiore alla media europea. I livelli di povertà ed esclusione sociale sono modesti ed allineati con Germania e Francia.

    Ci sono anche alcuni aspetti su cui è necessario porre l’attenzione per mettere le basi di un ulteriore sviluppo futuro della regione.  «Nell’ultimo decennio − sottolinea il Presidente Ferrari c’è stata in Emilia-Romagna una debole evoluzione del PIL per abitante rispetto alle regioni europee più competitive: la media annua di crescita è stata +0,5%, contro +1,8% del Baden -Württemberg.  Il tasso di attività (55,6%), è superiore a quello di Lombardia e Veneto, ma è inferiore alla media europea. Il rischio di esclusione sociale è in crescita in Italia e in Emilia-Romagna, mentre è diminuito nella media europea».

     

    In allegato i dati completi.   Nell’area dedicata  sono disponibili i video e i materiali di approfondimento.

     

  • TRAIETTORIA 2030 >  LE PRIORITÀ PER LO SVILUPPO: LE RETI INTERNAZIONALI

    TRAIETTORIA 2030 > LE PRIORITÀ PER LO SVILUPPO: LE RETI INTERNAZIONALI

     

    Bologna, 27 dicembre 2019.    Export e internazionalizzazione sono un fattore vincente per l’Emilia-Romagna:  oltre 22 mila imprese esportano, pari al 10% a livello nazionale, con un valore medio di export superiore alla Lombardia e al Veneto.

    Le reti internazionali, insieme a capitale umano, imprese e innovazione, benessere economico e qualità della vita, rappresentano le priorità individuate dal progetto TRAIETTORIA 2030.

    Il progetto, promosso da Confindustria Emilia-Romagna insieme a tutte le Associazioni Industriali della regione, Ance Emilia-Romagna e Confindustria Ceramica e con la collaborazione scientifica di Prometeia, definisce le priorità strategiche nel medio e lungo termine per rendere l’Emilia-Romagna una regione sempre più competitiva.

    «La nostra regione  −  dichiara il Vice Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Alessandro Curti  −  presenta diversi punti di forza sul piano delle reti internazionali.  È nella top ten delle regioni europee per dimensione dell’export e la terza tra le principali aree manufatturiere quanto a performance negli ultimi cinque anni. Quasi cinquemila nostre imprese detengono partecipazioni all’estero, mentre circa mille sono partecipate da aziende estere.  I quattro principali settori produttivi (meccanica, moda, agroalimentare, auto e moto) rappresentano il 60% dell’export regionale.»

    Ci sono anche alcune aree su cui è necessario porre l’attenzione«Solo il 5% del totale delle imprese emiliano-romagnole  − sottolinea il Vice Presidente Curti −   esporta direttamente.  Le esportazioni sono molto concentrate dal punto di vista geografico, specie in Germania, Francia e USA, mentre il ruolo della Cina  e degli altri nuovi mercati  è minore rispetto alle regioni europee avanzate oggetto dell’analisi.  Il numero di imprese estere partecipate da aziende dell’Emilia-Romagna è inferiore rispetto al Veneto e della Lombardia»

    Per questo e per gli altri temi il sistema regionale Confindustria sta definendo una serie di proposte di intervento che saranno presentate ai candidati alle elezioni regionali del 26 gennaio 2020.

     

    In allegato i dati completi. Al link   https://www.confind.emr.it/reti-internazionali il video e i materiali di approfondimento

     

  • TRAIETTORIA 2030 > LE PRIORITÀ PER LO SVILUPPO: IMPRESE E INNOVAZIONE

    TRAIETTORIA 2030 > LE PRIORITÀ PER LO SVILUPPO: IMPRESE E INNOVAZIONE

     

    Bologna, 19 dicembre 2019.    Da qui al 2030 l’Emilia-Romagna ha importanti sfide da affrontare per essere una regione sempre più attrattiva e competitiva.

    Capitale umano, imprese e innovazione, reti internazionali, benessere economico e qualità della vita sono le priorità su cui si concentra il progetto TRAIETTORIA 2030 > Lo sviluppo dell’Emilia-Romagna lanciato in vista delle prossime elezioni da Confindustria Emilia-Romagna insieme a tutte le Associazioni Industriali della regione, Ance Emilia-Romagna e Confindustria Ceramica.

    «Di particolare rilievo −  afferma il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari − è il tema imprese e innovazione,  per il quale la nostra situazione è nettamente superiore alla media italiana. L’Emilia-Romagna è leader in Italia per spesa in ricerca e innovazione, a cui dedica il 2% del PIL contro la media nazionale dell’1,3%, con un contributo dominante delle imprese, pari al 76%, rispetto ad Università ed istituzioni pubbliche.  Siamo la seconda regione quanto a brevetti industriali e il 15% dei brevetti 4.0 a livello nazionale appartiene ad imprese emiliano-romagnole (siamo secondi solo alla Lombardia). Siamo la quarta regione per fatturato del sistema delle imprese a livello nazionale (9,5%). Le nostre aziende hanno una forte resilienza, con un’età media di 25 anni, superiore ai benchmark italiani.»

    Ci sono anche alcune aree su cui è necessario porre l’attenzione per mettere le basi di un ulteriore sviluppo futuro della regione.  «In Emilia-Romagna − sottolinea il Presidente Ferrari −   convivono imprese in forte crescita (31% del totale), con molte altre (24%) che hanno visto contrarsi l’attività nel triennio 2015-2017.  Inoltre, l’attività brevettuale risulta poco dinamica in alcune aree tecnologiche strategiche come quelle legate all’lIT e alla comunicazione digitale.»

    Se poi allarghiamo l’orizzonte alla sfera europea, la prospettiva cambia e la spesa in ricerca e innovazione, pur prima in Italia, resta inferiore a quella delle regioni europee più competitive (4,9% Baden-Württemberg, 2,9% Rhône-Alpes, 2,9% Ile-de-France).

    Per questo e per gli altri temi il sistema regionale Confindustria sta definendo una serie di proposte di intervento che saranno presentate ai candidati alle elezioni regionali nel gennaio 2020, partendo dall’analisi dei dati e degli indicatori.

     

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