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Categoria: Comunicati stampa

  • CONGIUNTURA: PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2018 CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO PRESENTANO LA FOTOGRAFIA DELL’ECONOMIA REGIONALE

    CONGIUNTURA: PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2018 CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO PRESENTANO LA FOTOGRAFIA DELL’ECONOMIA REGIONALE

     

    Confindustria Emilia-Romagna:  Nella seconda metà dell’anno le aspettative degli imprenditori prevedono una crescita più lenta. Occorre uscire dalla continua campagna elettorale. Il metodo emiliano-romagnolo di confronto sui contenuti e sugli interventi è un riferimento utile per il Paese, a partire dai provvedimenti in discussione come Class action e Legge di stabilità 

    Unioncamere Emilia-Romagna:  Numeri ancora nel complesso positivi, ma alcuni segnali dovuti sia al rallentamento del contesto internazionale sia all’incertezza del quadro nazionale invitano alla cautela. La forza dell’Emilia-Romagna: vocazione manifatturiera e propensione all’export, leve su cui continuare a lavorare

    Intesa Sanpaolo:  Continua a crescere il credito alle famiglie mentre si conferma l’aumento dei prestiti all’industria e dei finanziamenti a medio-lungo termine per investimenti in macchinari. Restano favorevoli le condizioni di accesso al credito

      

    L’economia dell’Emilia-Romagna è ancora in crescita, seppure più attenuata rispetto agli ultimi mesi. È il quadro che emerge dall’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2018 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.

    L’incremento della produzione è riconducibile al ruolo di protagonista svolto da due settori: l’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche, mezzi di trasporto, assieme a metallurgia e lavorazioni metalliche. Chiara la correlazione positiva tra dimensione di impresa e andamento congiunturale.La produzione in volume delle piccole e medie imprese dell’industria manifatturiera dell’Emilia-Romagna è cresciuta del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2017, con una lieve frenata rispetto ai tre mesi precedenti (che avevano fatto segnare un +2,7%). 

    In linea con la produzione è il fatturato, che nel secondo trimestre 2018 è aumentato del 2,5 per cento rispetto all’analogo periodo del 2017, subendo una lieve decelerazione rispetto al risultato del trimestre precedente (+2,8 per cento). Significativa la tendenza espansiva del fatturato estero (+3,9 per cento), con un aumento superiore a quello riferito al mercato interno e una accelerazione rispetto all’aumento del 3,2 per cento rilevato nel trimestre precedente. 

    Alla crescita di fatturato e produzione si è associato un andamento ancora positivo, ma più contenuto, del processo di acquisizione degli ordini che ha mostrato un aumento tendenziale del 1,8 per cento, quindi in frenata rispetto al trimestre precedente (+2,8 per cento). 

    Il grado di utilizzo degli impianti si è attestato a 78,1 per cento, dato lievemente inferiore al 78,5 per cento riferito allo stesso trimestre dell’anno precedente.

    A determinare il ritmo di crescita sono sostanzialmente due settori: l’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche, mezzi di trasporto che ha registrato un aumento della produzione del 4,7 per cento, la più elevata, e un elevato incremento del fatturato (+3,6 per cento), trainato dalla componente estera (+5,6 per cento). A seguire, l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche che ha segnato l’incremento del fatturato più elevato (+3,9 per cento) in aumento rispetto al trimestre precedente, grazie alla componente estera (+4,9 per cento), e della produzione (+3,6 per cento). 

    L’andamento congiunturale degli altri settori è risultato nel complesso positivo.
    Bene il fatturato della piccola industria del legno e del mobile (+3,7 per cento) accompagnato dalla ripresa della componente estera (+3,5 per cento) anche se rallenta la produzione (+1,9 per cento). 
    Il gruppo eterogeneo delle “altre industrie” (che comprende chimica, farmaceutica, plastica e gomma, ceramica e vetro) ha realizzato una contenuta crescita della produzione (+0,7 per cento) e del fatturato (+1,2 per cento), sostenuto dalla parte estera (+1,8 per cento).
    Nell’industria alimentare si riduce dell’1,0 per cento il fatturato nonostante la crescita dalle vendite all’estero rallenti soltanto (+2,4 per cento) mentre la produzione passa a un leggero rosso (-0,3 per cento).
    In difficoltà il sistema moda che ha messo a segno un lieve aumento del fatturato (+0,7 per cento), ma ha subito un vero crollo della produzione (-3,3 per cento). 

    Sulla base dei dati del Registro delle imprese, quelle attive dell’industria in senso stretto regionale a fine giugno risultavano 45.110 (pari all’11,2 per cento delle imprese attive della regione), con una diminuzione corrispondente a 265 imprese (-0,6 per cento), rispetto all’anno precedente. 
    Dato positivo per la base imprenditoriale regionale: per la prima volta dall’inizio del 2012 la variazione negativa si è ridotta al di sotto dell’uno per cento. 
    Riguardo alla forma giuridica, aumentano solo le società di capitale, giunte a rappresentare il 37,5 per cento delle imprese.

    Secondo l’indagine Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna ha chiuso il secondo trimestre nuovamente in aumento, giungendo quasi a quota 554 mila unità, con una crescita dell’8,4 per cento, pari a quasi 43 mila unità, rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso ben oltre la tendenza positiva nazionale (+3,7 per cento). La variazione ha trascinato l’andamento dell’occupazione complessiva in regione (+2,2 per cento, +45 mila unità).

    Secondo i dati Istat relativi al commercio estero regionale, che prendono in considerazione le esportazioni effettuate da tutte le imprese che svolgono le operazioni doganali in regione, nel primo semestre 2018, le esportazioni di prodotti dell’industria manifatturiera hanno fatto segnare un ottimo aumento (+5,2 per cento), e sono risultate pari a quasi 30.651 milioni di euro. L’andamento, in leggero calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+6,4 per cento) per quanto riguarda le destinazioni, riflette la capacità di proporsi sui mercati europei (+6,7 per cento) ), in particolare dell’Unione (+7,3 per cento). Nell’area dell’euro, buona crescita sia sui mercati tedesco (+7,1 per cento), che vale il 12,6 per cento dell’export regionale, e francese (+6,3 per cento), che ne assorbe l’11,4 per cento. Oltre il perimetro dell’euro, prosegue il boom nel Regno Unito (+14,9 per cento), mentre nei mercati fuori dell’Unione europea, flettono le vendite in Russia e crollano in Turchia (-9,6 per cento), colpite dalla grave crisi economica e dalla svalutazione della lira. Più contenuta la crescita sui mercati americani (+3,9 per cento), sostenuta dagli Usa (+4,6 per cento). Lo stop sui mercati asiatici (+0,3 per cento) è avvenuto nonostante crescano rapidamente le esportazioni sia verso la Cina (+9,7 per cento), che in India (+9,2 per cento). La tendenza diviene positiva in Africa (+5,8 per cento) e si conferma una rapida espansione sui mercati dell’Oceania (+15,8 per cento).
    Va osservato tuttavia che va diminuendo il numero delle imprese esportatrici. Solo il 43% delle imprese infatti esporta abitualmente. Le prime 5 imprese realizzano il 10% dell’export, le prime 100  quasi il 50%.

    «A numeri ancora nel complesso positivi, si affiancano segnali che invitano alla cautela, dovuti sia al rallentamento del contesto internazionale che all’incertezza del quadro nazionale – afferma il Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi – La nostra si conferma una regione a forte vocazione manifatturiera e propensione all’export. Per mantenere il ruolo di locomotiva d’Italia si deve partire dalla solida base di un sistema economico, dove il legame territoriale è essenziale, che va aiutato a crescere con linee di azione precise su cui, come Camere di commercio, stiamo investendo da tempo competenze e risorse».

    A metà del 2018 il credito bancario in Emilia-Romagna, secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha visto il proseguimento della dinamica positiva dei finanziamenti alle famiglie consumatrici mentre i prestiti alle imprese hanno consolidato i miglioramenti selettivi.

    Numeri che confermano quanto emerso nel corso dell’analisi quadrimestrale del sentiment espresso da oltre 180 Gestori Imprese di Intesa Sanpaolo intervistati – nel corso di questa estate – sulle aspettative inerenti l’evoluzione degli investimenti delle imprese clienti nel 2018 e oltre. Indagine da cui si ottiene un quadro ‘a chiaro scuro’. Tinte positive si registrano soprattutto tra le imprese più grandi appartenenti ai settori agro-alimentare e manifatturiero ma anche all’high-tech, alla meccanica e al turismo. Soffre invece il comparto delle costruzioni che beneficia tuttavia degli incentivi, ormai in scadenza, collegati alle ristrutturazioni. Nondimeno un quadro a tinte scure, soprattutto in merito alla notevole incertezza geo-politica internazionale e alle conseguenti tensioni commerciali, come i dazi, che rischiano di smorzare la fiducia delle imprese e, conseguentemente, gli investimenti.

    In particolare, nella prima del 2018 i prestiti alle imprese dell’industria hanno confermato il balzo del tasso di crescita registrato a fine 2017, crescendo al ritmo di circa il 5% a/a (al netto delle sofferenze), una dinamica che non si vedeva da metà 2011. L’andamento registrato in regione risulta più forte rispetto al modesto recupero emerso a livello nazionale. Al contempo, è proseguito l’incremento dei finanziamenti a medio-lungo termine destinati agli investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto. In Emilia-Romagna la crescita di tale tipologia di prestiti (+4,7% a/a a giugno 2018) è in linea con la media nazionale (+4,6%). A livello provinciale, il trend dei prestiti per investimenti in macchinari è rimasto molto differenziato. In testa alla classifica delle province più dinamiche, Rimini e Modena hanno rallentato e ceduto il passo a Ravenna e Reggio Emilia. Anche Bologna ha mostrato un andamento più moderato rispetto a quanto registrato nella prima metà dell’anno precedente. Alcune province come Piacenza e Forlì-Cesena si sono confermate più deboli, altre, quali Ferrara e Parma, hanno mostrato segni di ripresa a giugno.

    Una crescita robusta continua a caratterizzare lo stock dei prestiti alle famiglie consumatrici per acquisto abitazioni che nel 1° semestre hanno mantenuto un ritmo di circa il 2% a/a in Emilia- Romagna. Va evidenziato che nel 2° trimestre i flussi lordi di mutui residenziali sono tornati in aumento rispetto all’anno prima e in regione hanno mostrato una velocità superiore alla media nazionale (+12,2% a/a e +8,5% rispettivamente). Tale andamento è correlato con la crescita delle compravendite di immobili residenziali che si è ravvivata da fine 2017 e in Emilia-Romagna di recente è risultata più robusta del sistema nazionale (+8,8% a/a e +5,6% rispettivamente nel 2° trimestre). A livello provinciale gli stock di mutui sono quasi tutti in crescita nell’intorno del 2%, variando tra la dinamica del 2,8% a/a di Bologna e il 2,6% di Modena, gli andamenti nell’intorno della media regionale di Piacenza (2,3%), Parma (2,1%), Forlì-Cesena (2,0%) e Rimini (col +1,9%). Reggio Emilia si conferma su un ritmo più moderato (1,2%), a cui si è unita Ravenna (1,4%). Persiste la debolezza di Ferrara, che si è stabilizzata a giugno (0,1%), dopo 5 trimestri in negativo. 

    “L’Emilia-Romagna rimane uno dei motori principali della crescita del nostro Paese, tuttavia le sfide per il prossimo futuro non mancano, a cominciare dalla delicata situazione geo-politica internazionale e le conseguenti tensioni sui flussi commerciali”. – commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – “In questa edizione, abbiamo provato a sondare anche il punto di vista dei gestori che si occupano del mondo imprese. Ne è emersa una fotografia in ‘chiaro-scuro’. La nostra è una regione dinamica che ha sempre continuato ad investire in innovazione e competitività. La costante crescita dei finanziamenti rivolti agli investimenti in macchine e attrezzature industriali, e quindi all’innovazione dei processi, con tassi in linea alla media nazionale, ne è la dimostrazione.  Tuttavia, nonostante persistano condizioni favorevoli di accesso al credito, alcune tensioni internazionali rischiano di attenuare la fiducia degli operatori. In questo contesto, nel primo semestre 2018, Intesa Sanpaolo ha erogato in regione oltre 1,5 miliardi di euro, di cui 948 milioni di finanziamenti a medio lungo termine alle imprese e 405 milioni alle famiglie per mutui immobiliari”.

    Continua la riduzione dei rischi del sistema bancario dell’Emilia-Romagna, come evidenziato dal considerevole miglioramento degli indicatori di qualità del credito. Il ritmo di emersione delle sofferenze delle imprese si è ridotto notevolmente anche nel 1° semestre 2018, tanto da scendere sotto la media nazionale. In dettaglio, il tasso di ingresso in sofferenza delle imprese è diminuito a 2,35% nel 2° trimestre, a confronto col 2,55% del dato nazionale, attestandosi al livello più basso dal 3° trimestre 2009. Per l’Emilia-Romagna il trend configura un calo di 2,1 punti percentuali rispetto al massimo registrato nel 1° trimestre 2016. Anche gli stock di sofferenze sono risultati ulteriormente in riduzione. Infatti, in Emilia Romagna le sofferenze delle imprese sono scese a luglio 2018 al 12,4% del totale dei prestiti al lordo delle rettifiche di valore, dal 15,5% di fine 2017 e dal massimo di 17,5% raggiunto ad aprile 2017, restando su valori più bassi della media nazionale (12,5% a luglio 2018). 

    «La nostra indagine sulle previsioni per la seconda metà del 2018 – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – evidenzia un deterioramento del clima di fiducia tra gli imprenditori, confermando i segnali di possibile rallentamento che si erano manifestati in primavera, dovuto ad una crescente incertezza delle condizioni di contesto e di mercato. Il raffreddamento delle aspettative è evidente nella serie storica dei saldi ottimisti/pessimisti, peggiorati rispetto ad inizio anno di circa 10 punti per quanto riguarda produzione e domanda, totale ed estera, e di 6 punti per l’occupazione».

    Secondo l’indagine semestrale realizzata da Confindustria Emilia-Romagna – che ha coinvolto 429  imprese manifatturiere con 58 mila addetti e 21,3 miliardi di fatturato – il 38,8% degli imprenditori si aspetta un aumento di produzione e il 47,6% la stazionarietà. Positive ma in diminuzione le aspettative per la domanda totale: il 37,7% delle imprese prevede una crescita degli ordini, con maggiore cautela per gli ordini esteri previsti in aumento dal 34% delle aziende. Il mercato del lavoro registra una sostanziale stazionarietà: 3 imprenditori su 4 non si attendono variazioni, con un saldo ottimisti/pessimisti pari a +11, in calo rispetto ai +16,5 punti di inizio 2018. 

    «Il quadro incerto – commenta il Presidente Ferrari – condiziona le aspettative e le scelte delle imprese. Tra i fattori critici le previsioni sull’andamento dei tassi di interesse a partire dallo spread, il costo dell’energia, il rallentamento di alcune economie emergenti, i dazi e le guerre commerciali, le tensioni politiche in Europa e molte aree geografiche. Se oggi abbiamo comunque un trend di crescita è perché in questi anni una parte importante del sistema economico e territoriale del Paese è stato capace di costruire un solido sentiero di sviluppo. Questa è l’unica strada per generare crescita, lavoro e benessere: non ci sono scorciatoie».   

    «A fronte di un contesto così complesso – conclude il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – occorre uscire dalla continua campagna elettorale, stare sui contenuti e sul merito delle questioni. È quello che caratterizza il nostro territorio, dove siamo abituati, con le Istituzioni, le forze politiche, i sindacati e la società in generale, ad un confronto di merito, con discussioni anche aspre, che nel rispetto delle diverse posizioni ha consentito di creare un ambiente più favorevole che altrove in cui investire, creare crescita e occupazione. Questo metodo di lavoro può essere riferimento utile per tutto il Paese, a partire dai provvedimenti in discussione. Mi riferisco alla Class Action, in cui sono stati introdotti elementi che incentivano la litigiosità senza che ciò si traduca in un vero strumento di tutela per i consumatori. Sulla Legge di Stabilità vedremo le proposte e i provvedimenti. Se si decide di superare il rapporto deficit/PIL definito negli anni precedenti, quello che conta è che cosa si intende fare: investire per lo sviluppo futuro del Paese o semplicemente alimentare spesa corrente per trasferimenti senza effetti duraturi sulla crescita? È in questa logica che Confindustria ha definito alcune priorità chiare per la Legge di Bilancio con un impatto immediato e diretto su investimenti, occupazione e crescita: la riduzione del cuneo fiscale e contributivo per le nuove assunzioni, la detassazione dei premi di risultato, il rifinanziamento del Fondo di Garanzia e il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, il rilancio degli investimenti privati attraverso la conferma delle misure per Industria 4.0 e lo sblocco delle opere infrastrutturali già previste e finanziate, il sostegno dell’export e una reale spending review per rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione».   

     

     

    Nella foto, da sinistra a destra: Tito Nocentini, Alberto Zambianchi, Pietro Ferrari 

     

  • PMI DAY. OLTRE 3 MILA STUDENTI HANNO VISITATO 100 FABBRICHE APERTE IN EMILIA-ROMAGNA

    PMI DAY. OLTRE 3 MILA STUDENTI HANNO VISITATO 100 FABBRICHE APERTE IN EMILIA-ROMAGNA

     

    Il 16 novembre 2018  oltre 3 mila studenti delle scuole superiori di primo e secondo grado dell’Emilia-Romagna sono entrati  in azienda per scoprire come nascono e si sviluppano i prodotti e i servizi industriali, e come in fabbrica le idee si trasformano in progetti.

    Complessivamente nella regione sono state circa 100 le fabbriche aperte in occasione del PMI Day, la Giornata Nazionale delle piccole e medie imprese organizzata da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con le Associazioni Industriali del territorio.

    «Il PMI Day  − ha dichiarato il Presidente della Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna Giovanni Baroni −  rappresenta un’occasione per raccontare agli studenti, agli insegnanti e alle comunità locali le nostre imprese, il nostro ruolo produttivo e sociale,  la nostra organizzazione. Le aziende sono il cuore pulsante dei territori, e il PMI Day nasce proprio per trasmettere ai giovani i valori, le idee, la cultura d’impresa».
     
    Questa giornata rappresenta un’anteprima del Forum nazionale della Piccola Industria Confindustria che si terrà a Bologna sabato 1° dicembre, al Palazzo dei Congressi.

    «Al centro del Forum sarà proprio la cultura d’impresa per la crescita, a testimoniare l’importanza che gli imprenditori danno al lavoro e alle persone.  È importante ribadire con forza –  ha concluso il Presidente Baroni –  che senza impresa e lavoro non c’è futuro».

     

     

  • NON FAR PERDERE OLIO ALLA TUA AZIENDA! UN FOCUS A ECOMONDO CON CONOU E CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

    NON FAR PERDERE OLIO ALLA TUA AZIENDA! UN FOCUS A ECOMONDO CON CONOU E CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

     
     
    Il viaggio in difesa dell’ambiente è inizitoa a Ecomondo, con la prima tappa di CircOILeconomy, il roadshow sulla corretta gestione dell’olio lubrificante usato nelle imprese, realizzato dal Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, in collaborazione con Confindustria. 
     
    Negli ultimi anni, rispetto ai quantitativi di olio lubrificante usato immessi al consumo in Italia, il peso del settore industriale (51%) assume un’importanza crescente rispetto a quello dell’autotrazione. Per questo motivo il Conou ha dato vita ad una campagna itinerante che attraverserà l’Italia per incontrare le imprese sul territorio e supportarle nell’adempimento degli obblighi di legge relativi alla gestione di un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato. 
     
    L’8 novembre  a Rimini il Vicepresidente del Conou, Riccardo Piunti e il Responsabile Area Relazioni Istituzionali e Affari Legislativi Confindustria Emilia-Romagna, Gianluca Rusconi hanno incontrato i rappresentanti delle imprese e chi ne ispira i comportamenti, per formarli sulle buone pratiche di gestione di un rifiuto pericoloso, con conseguenti vantaggi di brand reputation e nuove opportunità di business.  
     
    «L’intento – spiega il Vicepresidente del Conou Riccardo Piunti – è quello di formare gli imprenditori, che hanno a che fare con un rifiuto complesso da gestire, sulle procedure da seguire, le norme di sicurezza e le pratiche da seguire per non incorrere nel sistema sanzionatorio. In questo modo si eleverà ulteriormente l’efficacia di una filiera già molto performante, rendendo le imprese protagoniste di un sistema virtuoso di economia circolare».
     
    «Il tessuto produttivo dell’Emilia-Romagna – aggiunge il Responsabile Area Relazioni Istituzionali e Affari Legislativi di Confindustria Emilia-Romagna Gianluca Rusconi –  è rappresentato in larga parte da industrie manifatturiere, in particolare del settore meccanico. Mentre l’industria dell’automotive ha ridotto sensibilmente i consumi di olio, quella meccanica in generale continua ad essere un grande utilizzatore di questa materia prima. Siamo quindi impegnati ad informare il più possibile le imprese circa l’ottimale gestione di questo prodotto, con un focus sulle migliori pratiche di un loro utilizzo, anche attraverso strumenti come il Consorzio Conou».
     
    In previsione del seminario, il Conou ha pubblicato con le ultime novità in ambito normativo il pocket book “La normativa ambientale sugli oli minerali usati” a cura di Paola Ficco: si tratta del primo manuale a disposizione dei detentori professionali per affiancarli e sostenerli nella corretta gestione del lubrificante usato.    
     
    Il Progetto CircOILeconomy
    Il roadshow, grazie alla collaborazione con le rappresentanze regionali di Confindustria che hanno messo a disposizione le propri sedi, farà tappa nelle principali città italiane con un fitto calendario di incontri orientato a mettere in contatto tra di loro rappresentanti e responsabili ambiente dei maggiori produttori di oli usati, istituzioni competenti (come assessori all’ambiente, Arpa, Capitanerie di Porto, Albo nazionale Gestori ambientali, Noe), consulenti ambientali, concessionari Conou e aziende di rigenerazione. 
    Per le imprese, diventare ‘ambasciatori’ di buone pratiche di gestione di un rifiuto pericoloso si traduce in vantaggi sotto forma di brand reputation, affidabilità e nuove opportunità di business: praticare scelte attente all’ambiente e alla sostenibilità economica facilita i rapporti con le istituzioni, la pubblica amministrazione e le associazioni del settore.
    Dopo Rimini il viaggio proseguirà in Veneto, con pit stop presso la sede confindustriale di Porto Marghera e andrà avanti per tutto il 2019 con un programma di incontri sul territorio, disponibile on line nella sezione dedicata consultabile tramite il sito del Consorzio www.conou.it  che raccoglierà anche tutti i materiali delle giornate di lavoro.
     
     
    In allegato:
    – Comunicato stampa
    Invito 8 novembre 2018
    Foto olio
  • EXPORT 360°: A NOVEMBRE E DICEMBRE TRE INCONTRI PER LE PMI DELL’EMILIA-ROMAGNA

    EXPORT 360°: A NOVEMBRE E DICEMBRE TRE INCONTRI PER LE PMI DELL’EMILIA-ROMAGNA

     

    EXPORT 360°: a novembre e dicembre 3 incontri per le PMI su export e internazionalizzazione a Bologna

    ICE-Agenzia e SACE SIMEST insieme a Confindustria Emilia-Romagna per le imprese interessate ad avviare o consolidare processi di sviluppo sui mercati esteri

     

    Incontri in aula, colloqui individuali e webinar in tre giornate di full immersion di export e internazionalizzazione per le PMI italiane. È questo il programma del progetto EXPORT 360° che il 13, 14 novembre e 13 dicembre offrirà gratuitamente una formazione specialistica con esperti ICE e SACE SIMEST su commercio e investimenti sui mercati esteri. L’iniziativa nasce dalla partnership tra ICE-Agenzia e SACE SIMEST, in collaborazione con i partner Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Emilia Area Centro.

    Il percorso è dedicato ad aziende con potenziale di internazionalizzazione interessate ad avviare o consolidare processi di sviluppo sui mercati esteri. EXPORT 360° offre tre giornate di formazione specialistica e completamente gratuita da fruire in modalità blended, così strutturate:

    Martedì 13 novembre
    9:00-17:30 – Strategie di accesso e sviluppo sui mercati esteri, a cura di ICE-Agenzia 
    16:00 – 16:30 – Il Digitale per l’internazionalizzazione

    Mercoledì 14 novembre  
    9:00-13:00 – Strumenti assicurativo-finanziari per l’internazionalizzazione ed Education to Export, a cura di SACE SIMEST
    14:00-17:30 – Colloqui individuali con esperti ICE e SACE SIMEST

    Giovedì 13 dicembre
    9:00-10:00 – Strumenti digitali di formazione all’export e internazionalizzazione, a cura di SACE SIMEST 10:00-12:00 – Collegamenti in videoconferenza con gli uffici ICE-Agenzia di Pechino e Shanghai
    14:00-17:00 – e-commerce China LAB: orientare il proprio business in Cina in chiave digitale (sessione operativa in aula)

    Gli incontri si svolgono presso la sede di Confindustria Emilia Area Centro di Bologna in via San Domenico, 4.  

    Il percorso partito a Bologna il 13 novembre ha visto la partecipazione di 60 PMI provenienti da diverse regioni del centro-nord Italia che hanno mostrato interesse per questo format innovativo che si avvale della partnership dei principali attori che sostengono l’internazionalizzazione delle aziende italiane, ICE-Agenzia e SACE SIMEST.  Nella giornata si sono realizzati oltre 40 incontri personalizzati con gli esperti appartenenti alla Faculty dell’ICE- Agenzia, SACE SIMEST, Confindustria Emilia Area Centro e Prometeia.

    “Dopo Salerno, anche a Bologna le imprese hanno mostrato grande interesse e apprezzamento per l’iniziativa congiuta ICE, SACE SIMEST. L’incontro con gli esperti della Faculty ICE e con i responsabili dei servizi di assistenza con l’estero e dei servizi formativi è stato giudicato molto positivamente. Le principali tematiche su cui abbiamo permeato l’intervento formativo (selezione dei mercati, organizzazione internazionale, e-commerce, brevettazione e proprietà intellettuale) sono state ritenute dalle PMI materie di confronto estremamente proficuo. La presenza di grandi, medie e piccole imprese, provenienti anche dalle regioni limitrofe, conferma l’importanza di questo territorio, non solo per il suo tessuto imprenditoriale ma come hub per il centro-nord. Le associazioni imprenditoriali collaborano con grande impegno a questi percorsi di formazione iniziati tre anni fa, che si arricchiscono oggi della preziosa partnership di SACE SIMEST” – dice Adele Massi, Dirigente dell’Ufficio Servizi Formativi dell’ICE-Agenzia.

    “La collaborazione del sistema Confindustria Emilia-Romagna con ICE-Agenzia sui temi della formazione specialistica – aggiunge Luca Rossi, Direttore generale di Confindustria Emilia-Romagna −  ci ha consentito di offrire un importante contributo ad oltre 400 imprese emiliano-romagnole interessate a creare o rafforzare specifiche competenze manageriali sui mercati esteri dal punto di vista della pianificazione strategica e della gestione delle tante tecnicalità, spesso complesse, che caratterizzano il commercio estero come i rapporti doganali, l’origine dei prodotti, la contrattualistica, le spedizioni, la logistica, i pagamenti.  Sulle competenze manageriali scontiamo ancora una certa arretratezza rispetto ad altri paesi competitors, come la Francia e la Germania: per questo dobbiamo investire sempre di più sulla formazione e sull’importanza di utilizzare le competenze di manager esperti di mercati esteri”.

     

    Per informazioni: internazionale@confind.emr.it 

    Per maggiori info: www.exportraining.ice.it   

     

  • ULTIMI GIORNI PER PARTECIPARE ALLA CALL FOR IDEAS DI UPIDEA!

    ULTIMI GIORNI PER PARTECIPARE ALLA CALL FOR IDEAS DI UPIDEA!

     
    Terminato il Roadshow di presentazione che ha toccato tutte le province della regione
    Startup e idee di impresa devono presentare la candidatura entro il 31 ottobre 2018 sul sito www.upidea.it 
     
    Mancano ancora pochi giorni per partecipare ad Upidea! Startup program: aspiranti imprenditori e startup di ogni settore hanno tempo fino al 31 ottobre per presentare il progetto e accedere al programma di accelerazione che le aiuterà nello sviluppo della propria idea d’impresa.
     
    Anche quest’anno il progetto e tutte le novità sono stati presentati nel corso di un tour di incontri organizzati lungo tutta la via Emilia. Partito dall’Impact Hub di Reggio Emilia, il roadshow ha toccato anche Modena, con la partecipazione al Modena Smart Life; Piacenza, all’innovativo e-Qbo allestito nei pressi della stazione in collaborazione con l’incubatore InLab; Parma, al coworking Officine On-Off; Rimini, nella sede di Confindustria Romagna; e si è concluso a Bologna, al TIM#WCAP Accelerator.
     
    Ora è il momento di concludere la raccolta di candidature. Per farlo è necessario compilare il form disponibile sul sito www.upidea.it e descrivere con la documentazione richiesta la startup, sottolineando l’innovatività della proposta.
    Upidea offre 5 mesi di formazione e assistenza costante per concretizzare l’idea d’impresa, sviluppare il proprio prodotto e lanciarlo sul mercato. Al termine del percorso le startup che avranno raggiunto i progressi migliori parteciperanno all’Investor Day, per presentarsi a investitori e business angels, e incontrare gli imprenditori del sistema Confindustria, che, a livello regionale, rappresentano un potenziale di 6.500 nuovi partner con cui creare il proprio network. 
     
    Da quest’anno sarà attivato anche un nuovo programma di incubazione per startup ancora “acerbe” e sarà attribuita una menzione speciale “Appidea!”, al miglior progetto dedicato alla promozione dell’area appenninica.
     
    L’iniziativa è promossa dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il coordinamento di Unindustria Reggio Emilia, il contributo di uno dei più importanti acceleratori italiani LUISS ENLABS e del suo fondo di venture capitalist LVenture Group.
     
    Il percorso si svolgerà negli spazi del Tecnopolo di Reggio Emilia, grazie alla collaborazione di Fondazione REI, ma parteciperanno alle fasi di selezione e supporto anche Alma Cube (Bologna), Cesenalab (Forlì-Cesena), Fondazione Democenter Sipe (Modena), InLab (Piacenza), Nuove Idee Nuove Imprese (Rimini), Romagnatech (Forlì-Cesena) e San Marino Innovation (Rep. San Marino). Il progetto vanta inoltre la collaborazione di TIM#WCAP, l’hub di open innovation di TIM, che metterà a disposizione spazi fisici per l’incubazione di idee di impresa, e delle associazioni Eurach Research e Réseau Entreprendre Emilia-Romagna.
     
     
    Informazioni e contatti: Tel. 0522.409711 – info@upidea.it
  • DIALOGO E COLLABORAZIONE: LE PAROLE CHIAVE DELL’INCONTRO OGGI A BOLOGNA “L’INDUSTRIA DELL’EMILIA-ROMAGNA DIALOGA CON I PARLAMENTARI DELLA REGIONE”

    DIALOGO E COLLABORAZIONE: LE PAROLE CHIAVE DELL’INCONTRO OGGI A BOLOGNA “L’INDUSTRIA DELL’EMILIA-ROMAGNA DIALOGA CON I PARLAMENTARI DELLA REGIONE”

     
    Bologna, 15 ottobre 2018 –  Favorire il dialogo sulle esigenze concrete delle imprese e la connessione tra le decisioni della politica, gli investimenti, crescita e occupazione: questo l’obiettivo dell’incontro organizzato oggi a Bologna da Confindustria Emilia-Romagna.
     
    All’iniziativa, promossa dal Presidente Pietro Ferrari insieme ai Presidenti delle Associazioni Industriali dell’Emilia-Romagna, hanno partecipato 13 Parlamentari e tutti i vertici delle Associazioni Industriali della regione.
     
    L’incontro è stato preceduto da una visita agli stabilimenti dell’azienda Euroricambi SpA di Valsamoggia (Bologna), guidata dal Presidente Pierluigi Taddei.
     
    «Credo che questo primo incontro con i Parlamentari dell’Emilia-Romagna sia stato un momento di lavoro importante – ha dichiarato il Presidente Ferrari − che abbiamo voluto organizzare in un’azienda, fuori dalle sedi istituzionali, per dialogare di industria, di imprese, di investimenti e di come, con il nostro impegno comune, possiamo contribuire a costruire aziende più competitive e migliore occupazione.
     
    Dal 2008 ad oggi l’Emilia-Romagna ha intrapreso un percorso che l’ha portata ad essere la regione italiana con il più alto tasso di crescita italiano, il più elevato export pro capite e livelli occupazionali largamente superiori alla media nazionale, in linea con alcune delle più sviluppate regioni d’Europa. L’Emilia-Romagna è diventata uno dei lati di questo nuovo triangolo industriale che unisce Veneto e Lombardia e che ha nella via Emilia uno dei suoi assi fondamentali.  Produciamo il 9% del PIL nazionale il 13% dell’export e il 16% della spesa privata per ricerca e sviluppo, a fronte di un 7% della popolazione nazionale.
     
    L’industria dell’Emilia-Romagna in questi anni ha investito, innovato, si è internazionalizzata. Sono cresciute le imprese grandi, medie e piccole. L’organizzazione in filiere ha saputo trainare le diverse componenti del sistema produttivo e ha generato occupazione e lavoro, al punto che oggi uno dei problemi principali di molte imprese è la fortissima difficoltà a trovare risorse umane qualificate a tutti i livelli». 
     
    «L’azienda in cui siamo oggi – ha aggiunto il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna − è un esempio di questo modo di fare impresa. Un’azienda familiare, cresciuta con impegno e competenza, investimenti e innovazione continua, collaboratori di qualità, che le hanno permesso di diventare il leader di mercato di una nicchia a livello mondiale». 
     
    I numeri positivi di questo territorio sono il risultato della capacità di fare delle persone, ma anche di un sistema capace di confrontarsi nel merito delle questioni, di trovare sintesi e di dialogare tra tutti gli attori in gioco: imprese, Istituzioni, organizzazioni di rappresentanza, sindacati, scuola, università, Enti locali.   
     
    Nel nostro territorio siamo abituati ad un confronto ampio sui contenuti, con discussioni anche aspre.  Questo dialogo ha consentito di creare un ambiente più favorevole rispetto ad altre aree in cui vivere e lavorare, investire, crescere, creare occupazione.  Un confronto che si vede anche dentro le nostre imprese, nel rapporto positivo tra gli imprenditori e i collaboratori, nell’orgoglio di chi ci lavora.  
     
    Un metodo di lavoro − il “format Emilia-Romagna” – che può diventare riferimento utile per tutto il Paese, a prescindere da valutazioni politiche e ideologiche. 
     
    Confindustria è un interlocutore importante e responsabile di questo dialogo.  Oggi la nostra organizzazione rappresenta in Emilia-Romagna, con il suo sistema di Associazioni territoriali, oltre 6.500 imprese per un totale di circa 350 mila dipendenti. Il 95% delle imprese associate ha meno di 50 addetti.
     
    Ritengo – ha concluso il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – che il riferimento più importante per tutte le forze politiche del Paese e l’obiettivo fondamentale di ogni politica di sviluppo economico e sociale ad ogni livello sia quello di creare occupazione “vera”, consapevoli che solo un sistema di imprese competitivo, capace di crescere e investire può generare lavoro, ricchezza e benessere». 
     
     
    I temi prioritari per le imprese dell’Emilia-Romagna oggetto dell’incontro
     
    Occupazione
    Riduzione del cuneo fiscale e contributivo, partendo dai giovani, dalle nuove assunzioni
    Riduzione del costo del lavoro incentivando in particolare i premi di risultato e la crescita della produttività aziendale
    Investire sulla formazione continua e sulla cultura tecnica  
    Garantire la flessibilità contrattuale necessaria per gestire le fasi di crescita e favorire le nuove assunzioni anche in un contesto di grande incertezza economica (come quello attuale)
     
    Investimenti
    Confermare e rafforzare gli strumenti di sostegno agli investimenti delle imprese (dalla Legge Sabatini alle misure previste dal Piano Industria 4.0)
    Rafforzare le politiche per l’accesso al credito, specie delle PMI (Fondi di garanzia e stabilità del sistema del credito)
    Superare finalmente il problema dei ritardi di pagamento e debiti commerciali della PA
    Tutti questi strumenti sono efficaci solo se le condizioni generali del Paese rafforzano la fiducia delle imprese e contribuiscono a costruire un contesto più certo e più stabile in cui investire 
     
    Ricerca e innovazione
    Confermare gli strumenti fiscali per la R&D a partire dal credito d’imposta
    Aumentare la base delle imprese che innovano anche sviluppando la rete di centri di ricerca industriale pubblici e privati (ad esempio i Competence Center previsti da Industria 4.0)
     
    Infrastrutture
    La crescita dell’Emilia-Romagna è trainata dall’export di prodotti industriali: beni che direttamente o indirettamente vanno all’estero, anche attraverso altre imprese, magari venete e lombarde.  Sono oltre 200 milioni di tonnellate all’anno le merci – senza pensare alle decine di milioni di persone che partono, arrivano o transitano – che hanno origine o destinazione in Emilia-Romagna
    La posizione della regione ne fa necessariamente lo snodo fondamentale Nord-Sud ed Est-Ovest del Paese
    Le priorità infrastrutturali dell’Emilia-Romagna sono priorità per il Paese. Sono state discusse e condivise dopo lunghi percorsi decisionali, spesso durati decenni: oggi non sono più rimandabili.
     
  • ENTRO IL 31 OTTOBRE LE ADESIONI AD UPIDEA! STARTUP PROGRAM  PER LO SVILUPPO DI NUOVE IMPRESE

    ENTRO IL 31 OTTOBRE LE ADESIONI AD UPIDEA! STARTUP PROGRAM PER LO SVILUPPO DI NUOVE IMPRESE

     
     
    ENTRO IL 31 OTTOBRE LE CANDIDATURE ALL’EDIZIONE 18/19 DI UPIDEA! STARTUP PROGRAM  PROMOSSO DAI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER LO SVILUPPO DI NUOVE IMPRESE 
     
    Apre la call for ideas del progetto promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, con il coordinamento di Unindustria Reggio Emilia e il contributo di LUISS ENLABS
    Partecipano tutte le Confindustrie e Unioni Industriali dell’Emilia-Romagna
    Si amplia la collaborazione con i principali incubatori  di tutta l’Emilia-Romagna
    Startup e idee di impresa possono presentare la candidatura entro il 31 ottobre 2018 sul sito www.upidea.it 
     
     
    È aperta la call for ideas di Upidea! Startup program: idee, aspiranti imprenditori e startup di ogni settore (digital e hardware startup) hanno tempo sino al 31 ottobre per presentare il proprio progetto d’impresa e accedere al percorso di accelerazione organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il coordinamento di Unindustria Reggio Emilia, il contributo di uno dei più importanti acceleratori italiani LUISS ENLABS, del suo fondo di Venture capitalist LVenture Group, e la collaborazione dei principali incubatori dell’Emilia-Romagna.
     
    Upidea offre un programma di accelerazione di 5 mesi, nel corso del quale le startup selezionate seguiranno un percorso di formazione e assistenza costante per concretizzare l’idea d’impresa, sviluppare il proprio prodotto e lanciarlo sul mercato. Si prepareranno così all’Investor Day, in cui potranno presentarsi a investitori e business angels, e all’incontro con gli imprenditori del sistema Confindustria, che, a livello regionale, rappresentano un potenziale di 6.500 nuovi partner con cui creare il proprio network. 
     
    Diverse saranno poi le novità di questa quarta edizione, che cresce anno dopo anno, sia in termini di proposta e sostegno per le startup selezionate, sia nell’ampliamento dei confini territoriali, con il coinvolgimento di partner e nuove collaborazioni, confermando così la solidità del progetto.
     
    Da quest’anno sarà attivato anche un nuovo programma di incubazione per startup ancora “acerbe”, che per circa tre mesi saranno affiancate da imprenditori/mentori, disposti a guidarle nella realizzazione dell’idea di impresa.  
     
    Sarà inoltre attribuita una menzione speciale “Appidea!”, al miglior progetto dedicato alla promozione dell’area appenninica.
     
    Con questa edizione si raggiunge inoltre la piena dimensione regionale, con il coinvolgimento di tutte le Confindustrie e Unioni Industriali della regione. I Giovani Imprenditori dell’Unione Parmense degli Industriali e di Confindustria Piacenza si sono infatti aggiunti nella promozione del progetto ai colleghi di Confindustria Emilia Area Centro, Confindustria Forlì-Cesena, Confindustria Romagna e di Unindustria Reggio Emilia, che ha ideato il progetto Upidea! Startup program nel 2015, mantenendone il coordinamento organizzativo.
     
    Il percorso di accelerazione, realizzato con esperti di LUISS ENLABS, si svolgerà negli spazi del Tecnopolo di Reggio Emilia, grazie alla collaborazione della Fondazione REI, ma entrano nel progetto anche altri incubatori territoriali: Cesenalab (Forlì-Cesena), Inlab (Piacenza), Nuove idee nuove imprese (Rimini) e San Marino Innovation (Rep. San Marino), che si aggiungono a Alma Cube (Bologna) e Fondazione Democenter Sipe (Modena), presenti da più edizioni. Tutte queste realtà parteciperanno con propri rappresentanti ed esperti alle fasi di selezione e daranno supporto alle startup con sede nei rispettivi territori. 
     
    Il progetto vanta inoltre la collaborazione di TIMWCAP, l’hub di open innovation di TIM, che metterà a disposizione spazi fisici per l’incubazione di idee di impresa, e di due associazioni di eccellenza, Eurach Research, centro di ricerca che muove dalla conoscenza e dalle esigenze del territorio montano, e Réseau Entreprendre Emilia-Romagna, la rete di leader d’impresa volontari che affiancano gli imprenditori aiutandoli a raggiugere il successo nella creazione, nella ripresa o nella crescita di impresa.
     
     “La soddisfazione per la crescita che ha raggiunto questo progetto è tanta per il nostro Gruppo Giovani e per Unindustria Reggio Emilia – afferma Enrico Giuliani, Presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Reggio Emilia –  Siamo alla quarta edizione e possiamo affermare che in questi anni abbiamo dato il nostro contributo al rinnovamento del sistema produttivo. Fino ad oggi hanno partecipato otre 200 startup, 25 sono state accelerate a Reggio Emilia e 4 di queste sono state scelte da LUISS ENLABS per il proprio programma di accelerazione ricevendo poi importanti investimenti da Fondi di Venture Capital, 2 startup sono state acquisite da corporate del territorio e 5 hanno ricevuto investimenti da parte di imprenditori associati . Possiamo dire di aver stimolato la raccolta di circa 2 Milioni di Euro e avviato due compagne di finanziamento grazie al crowdfunding. Ma soprattutto le startup selezionate e accelerate sono entrate a far parte delle nostre associazioni territoriali e hanno iniziato a collaborare con le nostre imprese associate come fornitori, partner, clienti e sviluppando progetti di open innovation”.
     
    “Il valore aggiunto che come Giovani imprenditori di Confindustria possiamo apportare all’ecosistema delle startup e dell’innovazione –  aggiunge il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Kevin Bravi  – sono  le competenze e le risorse delle nostre imprese associate che operano con successo in tutti i principali settori produttivi, e  nello stesso tempo hanno necessità di innovare il proprio business aprendosi alle nuove realtà imprenditoriali rappresentate dalle startup.  Il progetto si svolgerà in tutti i territori della regione, grazie all’adesione di tutti i Gruppi Giovani imprenditori dell’Emilia-Romagna: questo è per noi motivo di grande soddisfazione”. 
     
     
    Per partecipare alla nuova call for ideas di Upidea! Startup program è necessario compilare il form disponibile sul sito www.upidea.it
     
    Informazioni e contatti: Tel. 0522.409711 – info@upidea.it
  • VIETNAM, PORTA DI INGRESSO PER L’EMILIA-ROMAGNA I MERCATI DEL SUD-EST ASIATICO

    VIETNAM, PORTA DI INGRESSO PER L’EMILIA-ROMAGNA I MERCATI DEL SUD-EST ASIATICO

    Visita istituzionale a Bologna di una delegazione della provincia vietnamita del Binh Duong che ha incontrato gli imprenditori emiliano-romagnoli in un appuntamento organizzato da Confindustria Emilia-Romagna, Intesa Sanpaolo e Unioncamere Emilia-Romagna

     

    Si è tenuto il 24 settembre 2018 a Bologna un importante incontro istituzionale che ha visto una delegazione della provincia vietnamita del Binh Duong, guidata da Trần Thanh Liêm, Membro del Provincial Party Committee e Vice Presidente del Provincial People’s Committee, e dai leader dell’Agenzia di Sviluppo Becamex IDC incontrare gli imprenditori emiliano-romagnoli in un appuntamento organizzato da Confindustria Emilia-Romagna, Intesa Sanpaolo e Unioncamere Emilia-Romagna.

    Molti gli interventi dopo i saluti iniziali portati dal Direttore Regionale Emilia-Romagna Marche Abruzzo e Molise di Intesa Sanpaolo, Tito Nocentini, dal Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi, e da Rocco Marcuccio di Confindustria Emilia-Romagna.

    Al centro dell’incontro, il grado di penetrazione delle aziende emiliano-romagnole e più in generale italiane in Vietnam, porta d’accesso al mercato dell’ASEAN, (l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico che comprende 10 Paesi), realtà di 620 milioni di consumatori che registra una crescita economica di circa il 7 per cento l’anno. Realtà sempre più interconnessa con grandi opportunità di business.

    “Il Gruppo Intesa Sanpaolo, attraverso la propria Divisione Corporate & Investment Banking, è presente in Vietnam con l’ufficio di rappresentanza di Ho Chi Min City, centro nevralgico di una provincia tra le più organizzate ed efficienti della zona industrializzata del Paese – ha sottolineato Tomaso Andreatta, Responsabile dell’Ufficio di Rappresentanza di Intesa Sanpaolo in Indocina -. “La missione che da qui si sviluppa vuole testare l’opportunità strategica per le aziende italiane di entrare nei mercati asiatici che ancora per molti anni avranno la crescita più forte nel mondo, grazie a tre fattori: popolazione giovane, classe media crescente e stabilità politica generale. Per questo motivo presidiare questo mercato è fondamentale. Inoltre, il Vietnam rappresenta oggi una delle principali porte d’accesso ai mercati del sud-est Asiatico, della Cina, della Corea e del Giappone. Il modello vietnamita è molto simile a quello delle Pmi italiane, che esportano prevalentemente verso la Germania. Il Vietnam vanta infatti rapporti commerciali ben consolidati con Corea e Giappone, principali esportatori asiatici a livello mondiale e che hanno investito molto in questo Paese. Per vendere in Asia è indispensabile produrre in Vietnam, perché è qui che si trovano compratori giapponesi e coreani, che fanno da consolidatori e distributori di tecnologia e parti intermedie”.

    “Il Vietnam rappresenta una piattaforma ideale per investimenti di sviluppo e l’espansione commerciale delle nostre imprese italiane in tutto il mercato dell’ASEAN, divenendo cosi non solo una destinazione finale, ma anche un punto di partenza fondamentale nell’area per il nostro sistema imprenditoriale – evidenzia Alberto Zambianchi, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna –. “Da alcuni anni è stato attivato il Desk Emilia-Romagna/Vietnam grazie a un’intesa con l’Agenzia di Sviluppo Becamex IDC per supportare le imprese. Al Vietnam dunque, il sistema camerale dell’Emilia-Romagna, in partnership con la Regione, ha dedicato attenzione, confortato da risultati”.

    Secondo i dati dell’Osservatorio Internazionalizzazione di Unioncamere regionale, il 15,7% dell’export italiano verso il Vietnam proviene pertanto dall’Emilia-Romagna. Le esportazioni regionali verso il Vietnam nel 2017 hanno superato i 184 milioni di euro, quelle italiane sono stati pari a 1,17 miliardi di euro. Sono 783 le imprese dell’Emilia-Romagna che nel 2017 hanno esportato in Vietnam.

    Come ha precisato Maily Anna Maria Nguyen, responsabile del Desk: “Il Vietnam è un Paese che sta crescendo: il PIL del Vietnam nel 2018 è in crescita del 6,6% rispetto al 2017, e la crescita proseguirà in misura sostenuta anche nei prossimi anni, a un tasso superiore a quello mondiale. Inoltre sia l’export mondiale verso il Vietnam, che quello italiano, negli ultimi 5 anni sono cresciuti a un ritmo annuo del 10%. La Provincia di Binh Duong e Becamex IDC hanno costruito in meno di 20 anni ben 27 parchi industriali o per meglio dire Città Industriali, su una superficie di 20mila ettari. Sono circa 3.100 gli investimenti diretti esteri con un capitale di quasi 28,3 miliardi di USD da 36 Paesi. Vi sono concrete opportunità per le imprese italiane di fare business anche con le aziende di altri Paesi. La maggiore crescita della middle class è in Asia: entro il 2030 questa fascia di popolazione arriverà a quasi 3 miliardi di persone, secondo le previsioni della Brookings Institution, rispetto ai 525 milioni di oggi”. 

    Molto importanti le testimonianze dirette illustrate ai presenti da due aziende del territorio regionale e che da tempo operano in Vietnam, Sonia Bonfiglioli della Bonfiglioli Riduttori e Paolo Gritti dell’omonima società.
    Il compito di chiudere i lavori e trovare la sintesi di questo importante incontro che ha visto due ‘mondi’ confrontarsi e gettare le basi per proficue prossime collaborazioni è stato svolto dalla dottoressa Palma Costi, Assessore regionale alle attività produttive, piano energetico, economia verde e ricostruzione post-sisma.

    “Abbiamo presentato uno spaccato della nostra economia con una logica di squadra che è quella che può aiutare a costruire relazioni concrete – ha dichiarato l’Assessore alle Attività Produttive Palma Costi -. “Già nel 2015 ho partecipato come presidente dell’Assemblea Legislativa alla missione “Destinazione Vietnam per le imprese emiliano-romagnole dell’industria meccanica”, portato avanti da Unioncamere Emilia-Romagna insieme alla Regione per un’azione di sistema, insieme a istituzioni, organizzazioni camerali, istituti di credito. Una missione finalizzata ad accompagnare le imprese in un percorso di crescita all’interno di un mercato in grande espansione nell’area del Sud Est asiatico. E oggi il percorso continua. L’internazionalizzazione è un driver su cui la Regione sta investendo e costruendo una strategia di lungo periodo e sta investendo per rafforzare i legami istituzionali, imprenditoriali e culturali”.