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Categoria: Comunicati stampa

  • Le opportunità di sviluppo delle fonti rinnovabili – Documentazione dell’incontro del 24 luglio 2018

    Le opportunità di sviluppo delle fonti rinnovabili – Documentazione dell’incontro del 24 luglio 2018

     

    ELETTRICITÀ FUTURA, SECONDA TAPPA DEL ROADSHOW A BOLOGNA

    Morena Diazzi, Regione Emilia-Romagna: “Serve una stagione di politiche energetiche più coraggiose per sviluppare le rinnovabili e contrastare i cambiamenti climatici”
     

    Si è svolta il 24 luglio 2018 a Bologna  la seconda tappa del roadshow organizzato da Elettricità Futura in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Emilia Area Centro “Le opportunità di sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore elettrico – Incontri con il territorio”. Un’occasione di confronto tra Istituzioni e aziende del settore elettrico con un particolare focus sullo sviluppo delle rinnovabili e le opportunità di finanziamento. 
     
    “La politica energetica deve tornare prioritaria nel dibattito politico del Paese e le fonti rinnovabili devono essere al centro se vogliamo cogliere gli ambiziosi obiettivi indicati dall’Unione europea”, ha detto Gianluca Rusconi, Confindustria Emilia-Romagna. “L’Emilia- Romagna è una delle poche regioni italiane che si è dotata di un Piano energetico fondato su questi obiettivi, che peraltro ha già raggiunto.  La progressiva riduzione della gamma di incentivi sta determinando un rallentamento della crescita delle fonti di energia rinnovabile, che dobbiamo compensare offrendo una serie di altri vantaggi, anche ad esempio per gli impianti a biometano, sul versante delle autorizzazioni e dei tempi, nell’ottica dell’economia circolare”. 

    Continua William Brunelli, Confindustria Emilia Area Centro: “Abbiamo la fortuna di essere una regione molto sensibile alle rinnovabili e all’efficienza energetica. Le nostre aziende sono andate aldilà delle politiche regionali e nazionali attivando dei progetti esemplari. Occasioni come quella di oggi permettono di affrontare in maniera efficace tematiche di per sé delicate come la manutenzione”.
     
    Quello che serve è “Una stagione di politiche energetiche europee e nazionali più coraggiose per sviluppare le rinnovabili” – ha dichiarato Morena Diazzi, Direttore generale Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa della Regione Emilia-Romagna. “La nostra Regione ha lavorato su tre Piani energetici, il terzo in fase di attuazione, al fine di raggiungere obiettivi molto ambiziosi. Le principali evoluzioni nel settore della produzione elettrica sono legate alla diffusione di impianti fotovoltaici e delle tecnologie solari, allo sviluppo della cogenerazione ad alto rendimento, anche alimentata a fonti rinnovabili e alla diffusione di impianti alimentati a bioenergia. Le sfide aperte da incrementare sono legate alle smart grid, ai sistemi di accumulo e ai vehicle to grid nei parcheggi pubblici. La Regione Emilia-Romagna inoltre intende sempre più promuovere la green economy regionale anche attraverso la collaborazione e lo sviluppo dei privati”.

    “L’internazionalizzazione non è una scelta ma una necessità”, spiega Michele Scandellari, Membro del Consiglio Generale di Elettricità Futura, illustrando le strategie di internazionalizzazione delle imprese.  “Un dibattito interessante”, conclude Giovanni Simoni. Coordinatore della Cabina di Regia di Elettricità Futura, “che occorre portare all’attenzione della politica perché gli obiettivi da raggiungere sono sfidanti e non abbiamo ancora gli strumenti giusti. In tal senso abbiamo inaugurato uno sportello aperto in modo da tradurre questi output in strumenti operativi”.

     

  • L’ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUA A CRESCERE, MA ARRIVANO SEGNALI DI RALLENTAMENTO

    L’ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUA A CRESCERE, MA ARRIVANO SEGNALI DI RALLENTAMENTO

     

    Unioncamere Emilia-Romagna: Trend ancora positivo per l’economia regionale, seppur in decelerazione. Necessario non abbassare la guardia per valorizzare le potenzialità delle aziende sui mercati.

    Intesa Sanpaolo: continua a crescere il credito alle famiglie e prosegue l’aumento dei prestiti all’industria, mentre si rafforzano i finanziamenti a medio-lungo termine alle imprese per investimenti. Le condizioni di accesso al credito restano favorevoli.

    Confindustria Emilia-Romagna: l’economia regionale prosegue la crescita, ma arrivano i primi segnali di rallentamento dovuti al clima di incertezza. Puntare alla crescita dimensionale delle imprese e al rafforzamento delle competenze

     

    Si conferma il ruolo trainante del comparto manifatturiero dove continuano a crescere produzione, vendite e ordini, nonostante un rallentamento rispetto al trimestre precedente.

    A sostenere il ritmo sono sostanzialmente due settori: l’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, la metallurgia e le lavorazioni metalliche.

    La ripresa, che si mantiene elevata nelle medio-grandi imprese, risulta contenuta nelle piccole imprese e si ferma nelle imprese minori.

    È questa l’immagine dell’economia regionale che emerge dall’indagine congiunturale sul primo trimestre 2018 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.

    Nel trimestre considerato, il volume della produzione è aumentato del 2,7 per cento rispetto all’analogo periodo del 2017, ma con un evidente rallentamento in rapporto ai tre mesi precedenti.

    Così è anche per il valore delle vendite che ha messo a segno una crescita appena superiore (+2,8 per cento) rispetto alla produzione, ma anche in questo caso in decelerazione rispetto al trimestre precedente (+4,7 per cento).

    Con un incremento del 3,2 per cento, il fatturato estero ha continuato a trainare la crescita, con un aumento superiore a quello riferito al mercato interno, ma ha subito un rallentamento più marcato rispetto all’incremento tendenziale del 5,8 per cento ottenuto nell’ultimo trimestre del 2017.

    Alla crescita di fatturato e produzione si è associato un andamento positivo del processo di acquisizione degli ordini, che, nonostante un calo rispetto all’incremento del 4,1 per cento nel trimestre precedente, ha mostrato un aumento tendenziale del 2,8 per cento.

    La tendenza positiva, seppur in frenata rispetto ai tre mesi precedenti, è stata riscontrata in tutti i settori, ma è evidente il ruolo decisivo delle industrie meccaniche, elettriche, mezzi di trasporto (+5,3 per cento) e di metallurgia e lavorazioni metalliche (+2,9 per cento),

    Accelera di nuovo il ritmo dell’industria della moda (+1,3 per cento), si ferma allo 0,9 per cento la crescita della piccola industria del legno e del mobile, frenata dalla riduzione della componente estera, mentre è molto contenuta l’industria alimentare (appena +0,5 per cento).

    Differenze riguardo alle classi dimensionali, è apparsa ancora più marcata la correlazione positiva tra dimensione d’impresa e andamento congiunturale: la crescita della produzione per le imprese minori si è in pratica fermata (+0,2 per cento), per le piccole imprese ha subìto una decelerazione (+2,4 per cento), tutto questo mentre l’incremento delle imprese medio-grandi non è mai sceso al di sotto del 4,1 per cento.

    Come attestano i dati Istat, nel primo trimestre 2018, ha rallentato la forte tendenza positiva delle vendite all’estero dell’Emilia-Romagna.

    Pur in presenza di una ampia decelerazione, le esportazioni regionali di prodotti dell’industria manifatturiera hanno fatto segnare ancora una tendenza marcatamente positiva (+3,9 per cento), rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, e sono risultate pari a oltre 14.754 milioni di euro.

    A fare da traino i notevoli risultati sui mercati europei (+5,1 per cento), in particolare verso l’Unione europea (+5,5 per cento).  Nell’area dell’euro si segnala il mercato tedesco (+5,9 per cento), che vale il 12,9 per cento dell’export regionale mentre decelera quello francese (+3,9 per cento). Fuori dell’area dell’euro, prosegue il boom nel Regno Unito (+10,1 per cento.

    Continua più contenuta la crescita sui mercati americani e in particolare su quello statunitense (+5,3 per cento). Le esportazioni destinate in Cina, salgono ancora (+5,5 per cento), ma c’è un rallentamento sui mercati asiatici. Infine, si confermano la tendenza positiva sui mercati dell’Oceania (+14,4 per cento) e le difficoltà in Africa (-0,7 per cento).

    Considerando i settori, il principale contributo è venuto dall’export di macchinari e apparecchiature meccaniche, che nel trimestre aumentano “solo” del 3,7 per cento, ma rappresentano il 28,8 per cento dell’export regionale. In seconda battuta, i mezzi di trasporto, che cresce del 7,6 per cento e vale il 12,5 per cento dell’export regionale.

    Secondo l’indagine Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto ha invertito la tendenza negativa e ha chiuso il primo trimestre a poco più di 511 mila unità, con una crescita del 5,7 per cento, pari a quasi 27 mila unità, rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso.

    Il risultato positivo è da attribuire sia agli occupati alle dipendenze, che sono risultati 469 mila, con un aumento del 5,6 per cento, pari a oltre 25.100 unità, sia all’occupazione autonoma, che è salita del 6,3 per cento a poco oltre 42 mila unità, con un aumento di quasi 2.500 unità.

    Sulla base dei dati del Registro delle imprese, nel primo trimestre del 2018, le attive dell’industria in senso stretto regionale, che costituiscono l’effettiva base imprenditoriale del settore, a fine marzo 2018 risultavano 44.982 (pari all’11,2 per cento delle imprese attive della regione), con una diminuzione corrispondente a 630 imprese (-1,4 per cento), rispetto all’anno precedente.

    In Emilia-Romagna, l’indagine congiunturale sui primi mesi del 2018 evidenzia segnali ancora confortanti di crescita che continua seppur con un rallentamento rispetto a fine 2017. Ciò significa che è necessario non abbassare la guardia e proseguire con convinzione nel valorizzare le capacità distintive dei settori e delle aziende. Bene il comparto meccanico, che fa da traino all’export della nostra regione. Esistono ancora elementi di difficoltà, specie per le imprese minori e per alcuni ambiti – dice il Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Alberto Zambianchi ma sta proseguendo lo sforzo volto a superare le profonde ferite lasciate dalla crisi. In questo contesto, le Camere di Commercio ribadiscono il proprio ruolo di leva per lo sviluppo delle economie locali, facilitando le relazioni mirate a cogliere le tante opportunità offerte da un mercato sempre più globale, attraverso nuovi strumenti come quelli volti ad accrescere le competenze digitali delle imprese”.

    Anche a inizio 2018 il credito bancario in Emilia-Romagna, secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha confermato la dinamica positiva dei finanziamenti alle famiglie consumatrici e il miglioramento dei prestiti alle imprese, sebbene con andamenti ancora molto differenziati per settore.

    Particolarmente positiva risulta l’evoluzione dei prestiti alle imprese dell’industria che a marzo 2018 hanno confermato il ritmo di crescita raggiunto col balzo di fine 2017, pari rispettivamente a +4,7% e +4,9% a/a (al netto delle sofferenze), una dinamica che non si vedeva da metà 2011. La crescita registrata in Emilia Romagna è più forte rispetto al moderato recupero segnato a livello nazionale (+1% a/a). Al contempo, è proseguita l’espansione dei finanziamenti a medio-lungo termine destinati agli investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto, a un ritmo che in Emilia Romagna (+5,1% a/a a marzo 2018) si conferma superiore alla media nazionale (+3,5%). Tali dati indicano un rafforzamento del trend a inizio d’anno, dopo segni di rallentamento del passo nel 2° semestre 2017. Ciò è evidente anche dalle nuove erogazioni di finanziamenti per investimenti, che nel 1° trimestre 2018 sono tornate in forte crescita, del 46,5% a/a in Emilia Romagna, una variazione più che doppia del 20,1% registrato dal sistema nazionale.

    A livello provinciale, il trend dei prestiti alle imprese per investimenti è rimasto molto differenziato. La dinamica più robusta è stata registrata a Rimini, tenendo conto non solo del ritmo di crescita ma anche della persistenza della stessa, con un +13% a/a dello stock di finanziamenti per investimenti. Altre province hanno evidenziato andamenti in aumento ma altalenanti negli ultimi trimestri, come Bologna, Modena, Ravenna e Reggio Emilia, quest’ultime due con tassi di variazione nell’ordine del 10% a/a. Andamenti più deboli si sono registrati a Ferrara, Parma e Piacenza, che sono rimaste in calo, e Forlì-Cesena, solo marginalmente in aumento.

    Una crescita robusta continua a caratterizzare i prestiti alle famiglie consumatrici, pari al 2,7% a/a (dati corretti per le cessioni e cartolarizzazioni di prestiti, riclassificazioni o altre rettifiche), in linea col 2,6% di fine 2017. La crescita è sostenuta dal solido andamento dei mutui e dalla notevole dinamica del credito al consumo, in aumento in Emilia Romagna del 10,2% a/a a marzo 2018, in linea con la dinamica riportata già da fine 2016 (dati riferiti al credito al consumo erogato dalle banche). I mutui residenziali, in particolare, hanno registrato un tasso di crescita ancora nell’intorno del 2% a/a, ma più moderato, pari a +1,8% a/a a marzo 2018 per lo stock al netto delle sofferenze, dal +2,1% di fine 2017 e 2,6% dei due trimestri centrali dell’anno passato. Le erogazioni di mutui residenziali hanno totalizzato 889 milioni nel 1° trimestre 2018, in contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. La frenata del trend, evidenziata a partire dal 2° trimestre 2017, è dovuta al calo delle surroghe e sostituzioni. Diversamente, si è interrotta la leggera riduzione dei nuovi contratti, risultati invariati in Regione nel 1° trimestre rispetto allo stesso periodo del 2017 e di nuovo in aumento in Italia, del 2%. Questo andamento è correlato al leggero rafforzamento del trend delle compravendite di immobili residenziali rispetto ai due trimestri centrali del 2017 (+6,4% in Regione nel 1° trimestre 2018, +4,3% il dato nazionale), dinamica che però rimane più moderata a confronto con la fase di forte accelerazione evidenziata nel 2016. A livello provinciale la crescita dello stock di mutui varia tra il +2,6% a/a di Bologna, che si conferma la più dinamica come a fine 2017, gli andamenti poco superiori al 2% di Ravenna e Modena (rispettivamente +2,3% e +2,2% a/a, entrambe in linea con dicembre 2017) e quelli più moderati di Forlì-Cesena (1,7%), Parma e Piacenza (entrambe +1,6%), Rimini (col +1,5%), Reggio Emilia (1,3%). Al contempo, persiste la debolezza di Ferrara, unica provincia ancora in negativo (-0,8%).

    “Il positivo andamento del credito bancario regionale è la dimostrazione di come l’Emilia-Romagna sia stata in grado di cogliere le opportunità connesse alla ripresa economica in atto”. – commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – “La costante crescita dei finanziamenti rivolti agli investimenti in macchine e attrezzature industriali, e quindi all’innovazione dei processi, con tassi superiori alla media nazionale sono la dimostrazione di una visione industriale avveduta. Crescita riscontrabile anche nel segmento ‘famiglie’, grazie a condizioni di accesso al credito che restano favorevoli. In questo contesto, nel primo trimestre 2018, Intesa Sanpaolo ha erogato alle imprese emiliano-romagnole 586 milioni di finanziamenti a medio lungo termine e 249 milioni alle famiglie”.

    Il quadro più disteso sul mercato del credito dell’Emilia-Romagna è completato dal continuo miglioramento degli indicatori di qualità del credito. Il ritmo di emersione delle sofferenze delle imprese è rallentato notevolmente anche nel 1° trimestre 2018, dopo il calo significativo messo a segno già nel 4° trimestre 2017. Purtuttavia, resta superiore alla media nazionale. In dettaglio, il tasso di ingresso in sofferenza delle imprese è sceso a 3,1%, tornando ai livelli di settembre 2012, rispetto al 2,7% del dato nazionale. Nel caso delle famiglie consumatrici, il tasso di ingresso in sofferenza si è ridotto a 1,07% nel 1° trimestre, minimo da inizio 2009, confermandosi sotto la media nazionale (1,15% il dato italiano). Non solo i flussi, ma anche gli stock di sofferenze sono risultati ulteriormente in riduzione. In particolare, in Emilia Romagna le sofferenze delle imprese sono scese ad aprile 2018 al 14,6% del totale dei prestiti al lordo delle rettifiche di valore, dal massimo di 17,5% raggiunto nello stesso mese del 2017, restando su valori più bassi della media nazionale (15,7% ad aprile 2018).

    “L’economia regionale – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari  –   continua un andamento positivo,  con incrementi di produzione, vendite ed export, ma i primi segnali di rallentamento sono già all’orizzonte. Il contesto economico e geopolitico in cui operano le nostre imprese è molto complesso, e vi è il rischio concreto di una frenata del commercio mondiale nei prossimi mesi. Nelle previsioni per l’Emilia-Romagna dobbiamo sempre tenere conto di come la nostra economia sia fortemente esposta alle variazioni della domanda internazionale e la crescita dell’economia e dell’occupazione legate a doppio filo con l’export”.

    Le recenti stime del Centro Studi Confindustria prevedono un rallentamento economico più ampio e anticipato rispetto alle prospettive di fine dicembre. Il Pil italiano è previsto quest’anno all’1,3%, rispetto ad una stima precedente dell’+1,5%. Il pil dell’Emilia-Romagna dovrebbe, come di consueto, mostrare un differenziale positivo di alcuni decimi di punto rispetto a quello nazionale.

    Giocano il rallentamento della domanda estera nei primi mesi del 2018 e l’esaurirsi del ciclo positivo degli investimenti a livello nazionale, legati entrambi al clima di incertezza sul fronte internazionale ed interno, sia ad un aggiustamento fisiologico rispetto ai forti incrementi registrati negli ultimi anni.

    Le esportazioni complessive delle imprese dell’Emilia-Romagna hanno segnato nel primo trimestre 2018 un aumento del +3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+3,3% il dato nazionale – fonte Istat). Si evidenzia però un rallentamento della performance, che nel primo trimestre 2017 aveva segnato un +8,7% per l’export regionale nel suo complesso.  A livello internazionale, le nuove politiche protezionistiche degli Stati Uniti creano incertezza sul futuro degli scambi mondiali e anche le tensioni geopolitiche, in particolare dovute all’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare con l’Iran, possono influenzare gli scambi globali. La nostra regione avrebbe tutto da perdere se si scatenasse un’epoca di protezionismo.

    “In questi mesi le imprese dell’Emilia-Romagna – conclude il Presidente regionale degli industriali – hanno aumentato la propensione agli investimenti, sfruttando al meglio gli strumenti a disposizione. L’obiettivo che tutti ci dobbiamo porre è la crescita dimensionale e il rafforzamento delle competenze delle nostre aziende.  Anche per questo è importante la continuità delle politiche a livello regionale e nazionale”.

  • EMILIA-ROMAGNA E GERMANIA: UN PROGETTO PER LE IMPRESE

    EMILIA-ROMAGNA E GERMANIA: UN PROGETTO PER LE IMPRESE

     

    Si è svolto il 2 luglio 2018  a Bologna l’incontro “GERMANIA: SVILUPPO DI OPPORTUNITÀ D’AFFARI PER LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA”, presso la sede di Unicredit.

    L’incontro è stato organizzato dal sistema Confindustria Emilia-Romagna con capofila l’Unione Parmense degli Industriali e in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.

    E’ stata l’occasione per presentare il Progetto regionale German Business Opportunities for Emilia‐ Romagna Sme’s”, finalizzato a promuovere, per le PMI emiliano-romagnole interessate, opportunità commerciali e produttive in Germania, con particolare riferimento ai settori della meccanica e dell’alimentare, senza tuttavia escludere la partecipazione di imprese appartenenti ad altri settori aventi prodotti particolarmente interessanti per il mercato tedesco.

    Il Progetto, realizzato con la partnership di Unicredit,  mira anche a creare momenti di scambio e di informazione tra imprese italiane e tedesche, tramite incontri e visite aziendali, sui temi di Industria 4.0.

     

    Informazioni: internazionale@confind.emr.it

     

  • EXPERTISE ROAD:  PROSEGUE IL PROGETTO SULLE ALTE COMPETENZE di Confindustria Emilia-Romagna e Federmanager Emilia-Romagna

    EXPERTISE ROAD: PROSEGUE IL PROGETTO SULLE ALTE COMPETENZE di Confindustria Emilia-Romagna e Federmanager Emilia-Romagna

     

    Al via la fase di sperimentazione del programma Expertise Road promosso da Confindustria Emilia-Romagna e Federmanager Emilia-Romagna, con capofila Cis, scuola per la gestione d’impresa di Unindustria Reggio Emilia. 

    Il piano, realizzato con il finanziamento di Fondirigenti, vuole far emergere i nuovi fabbisogni delle aziende in ottica Industria 4.0, per aggiornare i profili professionali più richiesti dalle imprese e innovare i programmi della formazione tecnica e manageriale.

    E’ terminato il ciclo di 9 focus group che hanno coinvolto 51 opinion Leader dei principali settori produttivi dell’Emilia-Romagna, tra cui le imprese reggiane: Argo Tractors, Dalter Alimentari, Elettric 80, Emak, Grissin Bon, Lombardini – Kohler, Rondine, Walvoil – Gruppo Interpump e Assoservizi, società di Unindustria Reggio Emilia che sviluppa servizi per l’amministrazione del personale.

    In particolare sono stati realizzati approfondimenti dedicati a: meccatronica, motoristica, packaging, automazione, alimentare, ceramica, biomedicale, energia-ambiente, logistica e servizi. 

    Le sperimentazioni in atto servono per condividere ed applicare le indicazioni sui fabbisogni emergenti di competenze espresse dalle imprese con i rappresentanti degli istituti tecnici, delle Fondazioni ITS e dei centri di  formazione della regione.

    Premessa del piano è stata un’analisi internazionale che ha comparato la formazione tecnica in Italia con la formazione terziaria in Germania, in particolare le esperienze di Fachhochschule, e alcune best practices in Svezia, Francia e Canada.

    “Cis con la realizzazione di questo progetto − dichiara Claudio Lodi, Presidente Cis − contribuisce a qualificare la programmazione formativa secondo le richieste del mercato del lavoro e del sistema produttivo.  I risultati verranno illustrati alla Regione Emilia-Romagna, che con la Rete Politecnica ha dato un’attenzione crescente alla formazione tecnica. Pensiamo in particolare allo sviluppo degli ITS-Istituti Tecnici Superiori, le “scuole di tecnologia  che in questi anni hanno dimostrato, da un lato, di offrire occupazione qualificata ai giovani e, dall’altro, tecnici preparati alle imprese”.

    Al programma partecipano anche Business School Federmanager Academy e Fondazione Aldini Valeriani (Bologna), Nuova Didactica (Modena), Assoform Romagna e Il Sestante Romagna, Forpin (Piacenza), Cisita (Parma) e Centoform (Cento di Ferrara).

     

    Informazioni: http://www.cis-formazione.it/it/expertise-road 

     

  • LA DOCUMENTAZIONE DEL SEMINARIO “COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ – PERCHÉ SCEGLIERE DI ESSERE CIRCOLARI” – RIMINI, 10 MAGGIO 2018

    LA DOCUMENTAZIONE DEL SEMINARIO “COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ – PERCHÉ SCEGLIERE DI ESSERE CIRCOLARI” – RIMINI, 10 MAGGIO 2018

     

    L’economia circolare è stata al centro dell’incontro promosso da Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Confindustria Romagna  il 10 maggio a Rimini.

    L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di approfondire aspetti innovativi dell’economia circolare per promuovere un modello di fare impresa che assicuri, da un lato, nuove prospettive di crescita e, dall’altro, maggiore competitività.  Il nuovo approccio green comprende azioni per introdurre l’economia circolare in ogni fase aziendale, dalla produzione al recupero e al riuso e coinvolge tutti gli attori, sia della produzione sia del consumo. 

    Dopo il saluto introduttivo a cura di Confindustria Romagna, Gianluca Rusconi di Confindustria Emilia-Romagna ha presentato il Piano “Verso Industria 4.0”.

    Sono intervenuti  Giulio Molinaro di Confindustria, che ha esposto le misure previste nel Piano d’Azione europeo in materia di economia circolare e gli esiti del processo di revisione della normativa in materia di rifiuti, Enrico Cancila di ERVET e Massimiliano Mazzanti dell’Università degli Studi di Ferrara, che hanno illustrato rispettivamente i business models dell’economia circolare e il benchmark europeo sulle politiche green. Sono seguite le testimonianze delle imprese Pesaresi Giuseppe Spa, Hera Ambiente Spa e Sogliano Ambiente Spa, che hanno già adottato una politica di economia circolare.

    Il seminario fa parte del programma GLOBB-ER del Piano del sistema Confindustria Emilia-Romagna “VERSO INDUSTRIA 4.0”, finanziato dall’Unione europea-FSE e dalla Regione Emilia-Romagna, che mette a disposizione delle imprese la possibilità di partecipare gratuitamente a seminari di informazione, attività di formazione e di accompagnamento su ambiti strategici per il futuro dell’industria quali la digitalizzazione, l’internazionalizzazione e l’economia circolare. 

     

    In allegato la documentazione 

  • LA DOCUMENTAZIONE DEL SEMINARIO “DIGITAL MARKETING E BIG DATA PER LO SVILUPPO INTERNAZIONALE” DEL 17 APRILE A RAVENNA

    LA DOCUMENTAZIONE DEL SEMINARIO “DIGITAL MARKETING E BIG DATA PER LO SVILUPPO INTERNAZIONALE” DEL 17 APRILE A RAVENNA

     

    L’internazionalizzazione  è stata al centro dell’incontro promosso da Confindustria Emilia-Romagna il 17 aprile a Ravenna nell’ambito del Piano “Verso Industria 4.0” per accompagnare le imprese nei processi di innovazione e sviluppo.

    L’iniziativa, organizzata in collaborazione con Confindustria Romagna, è stata l’occasione per approfondire i nuovi strumenti di digital marketing in ottica 4.0, che stanno rivoluzionando, insieme ai “big data”, il modo di comunicare delle imprese, la ricerca di clienti e committenti anche sui mercati internazionali, l’analisi della domanda di prodotti e servizi partendo dai bisogni e dai gusti dei consumatori. 

    Ad aprire l’incontro è stato Tomaso Tarozzi, Vice Presidente di Confindustria Romagna con delega all’internazionalizzazione.  Nereo Sciutto, presidente e co-fondatore di Webranking, ha presentato le implicazioni strategiche e commerciali per le aziende che sono state indotte dal digitale sui mercati.  Alessandro Lelli, docente dell’Università di Bologna, Pescara e BBS, ha spiegato le strategie efficaci di marketing per gestire e mantenere i clienti internazionali. Regina Moretto, formatrice in Scrittura creativa e comunicazione e collaboratrice presso ThinkIN, ha parlato di un tema attuale quale il comunicare e ottimizzare i profili e le pagine aziendali sui social.

    E’ stato presentato il progetto GLOBB-ER, promosso dal sistema regionale Confindustria e finanziato dall’Unione europea-FSE e dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Piano “Verso Industria 4.0”, che offre alle imprese la possibilità di partecipare gratuitamente a seminari di informazione, corsi di formazione specialistica e di accompagnamento in azienda su ambiti strategici quali la digitalizzazione, l’internazionalizzazione e l’economia circolare.  

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA. DATI POSITIVI DI PRODUZIONE, EXPORT E OCCUPAZIONE. MA SIAMO AD UN BIVIO CHE PUÒ FARE LA DIFFERENZA

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA. DATI POSITIVI DI PRODUZIONE, EXPORT E OCCUPAZIONE. MA SIAMO AD UN BIVIO CHE PUÒ FARE LA DIFFERENZA

     

    Confindustria Emilia-Romagna: clima di fiducia positivo tra gli imprenditori, buoni risultati per export, occupazione e investimenti. Siamo ad un bivio che può fare la differenza sulla crescita. Occorre mettere al primo posto la semplificazione e lo sblocco delle infrastrutture strategiche

    Unioncamere Emilia-Romagna: oggi nel manifatturiero possiamo cogliere segnali positivi. A fare la differenza non tanto dimensione di impresa o settore di attività, ma capacità di stare sui mercati, investire, essere all’interno di filiere. Occorre prestare attenzione ad alcuni aspetti che si affiancano alla crescita

    Intesa Sanpaolo: cresce il credito alle famiglie e migliora quello alle imprese, con un balzo dei prestiti all’industria e l’aumento dei finanziamenti per investimenti in macchinari. Condizioni favorevoli di accesso al credito

     

    I segnali positivi si consolidano e si estendono a un numero sempre maggiore di imprese. Pur con la consapevolezza di alcune criticità ancora da superare, l’Emilia-Romagna ha messo in archivio un 2017 caratterizzato da una ripresa condivisa da tutti i settori.
    È questa l’immagine che emerge dall’indagine congiunturale sul quarto trimestre e anno 2017, con previsioni 2018 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
    Si conferma la forte vocazione manifatturiera dell’economia regionale in cui resta determinante il ruolo del settore industriale cresciuto nell’anno del 2,3% e importante il contributo del comparto costruzioni, tornato a crescere dopo nove anni di recessione.
    La prospettiva è per un 2018 con trend positivo, in cui secondo le previsioni di Prometeia, l’Emilia-Romagna si confermerà prima regione italiana per crescita davanti alla Lombardia, con un incremento del PIL stimato intorno all’1,9 per cento. 
    Venendo all’analisi del quarto trimestre 2017, il volume della produzione dell’industria in senso stretto, rispetto all’analogo periodo del 2016, è aumentato del 4,1% con una forte accelerazione riguardo al trimestre precedente e quello delle vendite del 4,7%.
    Allargando l’analisi all’intero anno, il 2017 si è chiuso con una crescita produttiva del 3,2% ben superiore all’1,5% del 2016, mentre il fatturato è salito del 3,6%, sostenuto dall’aumento del 4,2% del fatturato estero. L’incremento degli ordini è stato più contenuto (+3,2%).
    Tutti i settori hanno registrato un aumento della produzione: a fare da traino l’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto (+4,5%), la metallurgia e le lavorazioni metalliche (+4,0%); notevole l’accelerazione anche per l’industria alimentare (+2,6%). Qualche affanno per la moda
    Secondo l’indagine Istat, in Emilia-Romagna, l’occupazione dell’industria in senso stretto ha chiuso il 2017 con una flessione del 2,6%, dato su cui incidono vari fattori, dalla difficoltà di reperire figure professionali cercate dalle imprese alla progressiva automazione di alcune fasi del processo produttivo. Se però si guarda all’intera economia regionale il saldo è positivo, più 0,3% nell’anno 2017, e la disoccupazione è scesa al 6,5%.
    Nel 2017, il saldo fra iscrizioni e cessazioni dell’industria in senso stretto è stato negativo (-1,5%). Lieve tendenza negativa per le società di capitale (-0,3%), mentre è più sensibile il calo delle società di persone (-4,3%) e ditte individuali (-0,9%). Sono soprattutto i comparti della ceramica e del sistema moda a perdere imprese soprattutto società di persone: questo significa che il dato può essere letto anche positivamente se si associa a rafforzamento delle imprese esistenti.
    I dati Istat dell’export 2017 attestano una forte accelerazione delle esportazioni dell’industria emiliano-romagnola in senso stretto che sono ammontate a circa 58 miliardi e 508 milioni di euro, vale a dire un lieve aumento del 6,8%. 
    A livello settoriale, il risultato è da attribuire principalmente all’importante industria dei macchinari e delle apparecchiature (+30,3 per cento), seguito da metallurgia e prodotti in metallo (+11,4%).
    Riguardo ai mercati di sbocco, le imprese emiliano-romagnole hanno aumentato le vendite dei prodotti in tutto il mondo, con la sola eccezione dell’Africa. L’export si rivolge per due terzi all’Europa. Buona quindi l’accelerazione sui mercati europei (+7,9%) per il 65% del totale. Stessa tendenza, all’interno (+7,9%) per il mercato Ue (59,6%). In accelerazione le esportazioni verso la Russia (+14%), e tornano a crescere i mercati asiatici (+7,1%) e quelli americani (+6,8%). Verso la Cina è boom (+20,9%)
    Nel 2018, l’economia regionale (secondo gli scenari di previsione di Prometeia) dovrebbe registrare una crescita reale del 3,3% del valore aggiunto dell’industria in senso stretto, più elevata rispetto a quanto prospettato per l’Italia (+3,1%). 

    “Oggi nel manifatturiero possiamo cogliere segnali positivi. A fare la differenza non sono tanto dimensione di impresa o settore di attività, bensì la capacità di stare sui mercati, investire, essere all’interno di filiere. Sono le esportazioni e l’accelerazione del ciclo di investimenti a trainare la crescita dell’economia regionale, mentre i consumi delle famiglie, pur presentando qualche segnale, faticano ancora. – sottolinea il Vice Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Giorgio Tabellini – I dati presentano molte luci di un percorso di crescita, che dalle imprese driver più strutturate ha coinvolto poi quelle più piccole. C’è però qualche ombra perché diminuiscono le imprese e cala l’occupazione manifatturiera. Si tratta di un aspetto da tenere sotto osservazione nei prossimi mesi, per valutare quanto sia dovuto ad aggiustamenti congiunturali che si ridurranno di fronte al consolidarsi della ripresa, oppure quanto sia l’effetto di un cambiamento strutturale nel tessuto produttivo regionale”. 

    Anche a fine 2017 il credito bancario in Emilia-Romagna, secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha visto andamenti differenziati per settori e per destinazione dei finanziamenti. Accanto alla conferma della dinamica positiva dei finanziamenti alle famiglie consumatrici, i prestiti alle imprese hanno manifestato alcuni segnali di miglioramento.
    “Le condizioni di accesso al credito continuano ad essere favorevoli, con tassi d’interesse ancora straordinariamente bassi e un’offerta distesa, anche alla luce di una crescita economica ormai consolidata. – commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – Nel 2017 Intesa Sanpaolo ha erogato alle imprese emiliano-romagnole 1,7 miliardi di finanziamenti a medio lungo termine e 1,1 miliardi alle famiglie.”
    In particolare, a dicembre 2017 i prestiti alle imprese dell’industria hanno riportato un balzo del tasso di crescita a +4,9% a/a (al netto delle sofferenze), una dinamica che non si vedeva da metà 2011, dopo aver evidenziato un dato già leggermente positivo a settembre. L’andamento registrato in Regione risulta più forte rispetto al lieve recupero emerso a livello nazionale ma è possibile che il ritmo ritorni più moderato nei mesi successivi. D’altro canto, è proseguito l’incremento dei finanziamenti a medio-lungo termine destinati agli investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto. In Emilia Romagna la crescita di tale tipologia di prestiti (+2,4% a fine 2017) si è avvicinata alla media nazionale (+2,3%), dopo essere stata più vivace nei trimestri precedenti. A livello provinciale, il trend dei prestiti per investimenti in macchinari è rimasto molto differenziato. Le dinamiche più robuste sono state registrate a Rimini e Modena, tenendo conto non solo del ritmo di crescita ma anche della sua persistenza. Alcune province come Bologna, Piacenza, Reggio Emilia e Parma sono apparse in frenata, altre si sono mostrate continuativamente più deboli, come Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna, che però a fine 2017 ha evidenziato un notevole rimbalzo.
    Una crescita robusta continua a caratterizzare i prestiti alle famiglie consumatrici che in media nel 2017 hanno segnato un ritmo dell’1,5%, ma di recente hanno manifestato un lieve rallentamento al +1,2% di fine 2017 e inizio 2018. Il ritmo sembra quindi essersi consolidato, dopo tre anni di crescita senza soluzione di continuità. I mutui residenziali, in particolare, hanno registrato un tasso di crescita ancora superiore al 2%, sebbene più moderato, pari a +2,1% a fine 2017 rispetto al +2,6% dei due trimestri centrali dell’anno per lo stock al netto delle sofferenze. In Emilia-Romagna i flussi lordi di mutui residenziali hanno totalizzato 3,9 miliardi nel 2017, in leggero calo rispetto all’anno prima (-2,8%), ma meno di quanto registrato a livello nazionale (-4%). La frenata del trend, evidenziata a partire dal 2° trimestre 2017, è dovuta soprattutto al calo delle surroghe e sostituzioni, ma anche i nuovi contratti sono risultati leggermente in riduzione. Questo andamento è correlato con la crescita più moderata delle compravendite immobiliari (+5,3% in Regione nel 4° trimestre 2017, +6,3% il dato nazionale), rispetto alla fase di forte accelerazione evidenziata nel 2016. A livello provinciale gli stock di mutui sono quasi tutti in crescita intorno al 2%, variando tra il +2,8% di Bologna, gli andamenti poco diversi dalla media regionale di Forlì-Cesena e Ravenna (entrambe +2,3%), Modena, Parma e Rimini (+2,2%), Piacenza (+2%), rispetto al ritmo più moderato di Reggio Emilia (+1,4%). Al contempo, persiste la debolezza di Ferrara, unica provincia ancora in negativo (-0,8%).
    Buone notizie per il sistema bancario dell’Emilia-Romagna vengono anche degli indicatori di qualità del credito, tutti in miglioramento. Il ritmo di emersione delle sofferenze delle imprese è rallentato significativamente nel 4° trimestre 2017, pur restando superiore alla media nazionale. In dettaglio, il tasso di ingresso in sofferenza delle imprese è sceso a 3,5%, un livello che non si vedeva da fine 2012, rispetto al 2,9% del dato nazionale. Nel caso delle famiglie consumatrici, il tasso di ingresso in sofferenza si è ridotto a 1,12% nel 4° trimestre, minimo da metà 2009, confermandosi sotto la media nazionale (1,21% il dato italiano, significativamente in calo sui trimestri precedenti). Non solo i flussi, ma anche gli stock di sofferenze sono risultati ulteriormente in riduzione. In particolare, in Emilia Romagna le sofferenze delle imprese sono scese a gennaio 2018 al 15% del totale dei prestiti al lordo delle rettifiche di valore, dal massimo di 17,5% raggiunto ad aprile 2017, restando su valori più bassi della media nazionale (15,8% a gennaio 2018).

    “Le previsioni per il primo semestre del 2018 mostrano un clima di fiducia positivo tra le imprese emiliano-romagnole – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – a conferma della tendenza positiva di crescita di fine 2017. Prosegue il processo di recupero degli investimenti, i consumi interni mostrano segnali di ripresa: le aspettative ottimistiche degli imprenditori lasciano intravedere ulteriori incrementi di attività nei prossimi mesi”.
    Le prospettive per il primo semestre dell’anno – rilevate da Confindustria Emilia-Romagna con la propria indagine semestrale su 590 imprese manifatturiere associate, per un totale di 57.000 addetti e circa 20,5 miliardi di euro di fatturato – mostrano buone aspettative per quanto riguarda produzione, ordini e occupazione, in miglioramento rispetto al clima registrato a metà 2017. Il 44% degli imprenditori intervistati si aspetta un aumento della produzione nella prima metà del 2018, il 45% una stazionarietà, con un saldo ottimisti-pessimisti di 33 punti, più alto di quello registrato a metà 2017 (24 punti).  Molto positive le aspettative sulla domanda, totale ed estera: per la prima oltre il 46% delle imprese intervistate si attende un aumento degli ordini, mentre per gli ordini esteri il 37% li prevede in aumento.
    Sul fronte del mercato del lavoro quasi un imprenditore su 4 si attende un aumento dell’occupazione, con un saldo ottimisti/pessimisti pari a + 16,5 punti (in aumento rispetto ai +12,2 punti di metà 2017). 
    Rispetto ai settori, saldi positivi nelle aspettative nella quasi totalità dei casi, più evidenti per chimica, meccanica, tessile e legno, sia per produzione sia per domanda attesa. Aspettative positive, ma più caute, nel settore dei mezzi di trasporto. 
    “Il clima di fiducia delle imprese dell’Emilia-Romagna è migliorato – sottolinea il Presidente regionale degli industriali –  grazie a diversi fattori, specie l’espansione a livello mondale, ma ci sono all’orizzonte instabilità geopolitiche, aumento del protezionismo e incertezze del quadro politico nazionale che possono incidere negativamente sulla crescita. In questo scenario gli industriali ribadiscono l’importanza delle infrastrutture strategiche per lo sviluppo, che non possono essere ostaggio di dispute elettorali o di continue strumentalizzazioni politiche. Penso al Passante, alla Cispadana, alla Tirreno Brennero e alle altre ben note opere prioritarie. Un altro punto fondamentale è la semplificazione: occorre sviluppare questa consapevolezza a livello di apparati amministrativi che ancora oggi sono diffidenti, e il livello decisionale e di Governo deve porre la semplificazione al primo posto nella sua agenda. Anche la nostra Regione deve spingere di più in questa direzione.
    Nei prossimi giorni – conclude il Presidente Ferrari – è prevista l’approvazione di un disegno di legge regionale in materia di valutazione d’impatto ambientale che recepisce una normativa nazionale e comunitaria. Si tratta di un’occasione utile per dare un segnale forte di concrete semplificazioni per le imprese, che chiedono due cose: rapidità nelle decisioni, certezza dei tempi e dell’applicazione delle norme e delle procedure”.

     

     

  • EXPERTISE ROAD, UN PROGETTO DI CONFINDUSTRIA ER E FEDERMANAGER ER PER SCOPRIRE LE COMPETENZE PER L’INDUSTRIA DA QUI AL 2021

    EXPERTISE ROAD, UN PROGETTO DI CONFINDUSTRIA ER E FEDERMANAGER ER PER SCOPRIRE LE COMPETENZE PER L’INDUSTRIA DA QUI AL 2021

     

    EXPERTISE ROAD. QUALI COMPETENZE PER L’INDUSTRIA DA QUI AL 2021

    Imprenditori e manager di Confindustria e Federmanager Emilia-Romagna insieme per scoprire le competenze per il futuro

     

    Confindustria Emilia-Romagna e Federmanager Emilia-Romagna presentano il programma “Expertise Road” per contribuire a dare risposta alle esigenze delle imprese emiliano-romagnole che hanno sempre maggiore bisogno di professionalità tecniche qualificate.

    Il piano, realizzato con il finanziamento di Fondirigenti, ha l’obiettivo di far emergere i nuovi fabbisogni delle aziende in ottica Industria 4.0, così da aggiornare i contenuti dei profili professionali più richiesti dalle imprese e innovare i programmi della formazione tecnica e manageriale.

    “Con questo progetto −  dichiara il Vice Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Corrado Beldì −  vogliamo contribuire a qualificare la programmazione pubblica secondo le richieste del mercato del lavoro e del sistema produttivo.  Per questo proporremo i risultati alla Regione Emilia-Romagna, che con la Rete Politecnica ha dato un’attenzione crescente alla formazione tecnica. Pensiamo in particolare allo sviluppo degli ITS-Istituti Tecnici Superiori, le “scuole di tecnologia  che in questi anni hanno dimostrato, da un lato, di offrire occupazione qualificata ai giovani e, dall’altro, tecnici preparati alle imprese”.

    “I manager  −  aggiunge la Presidente di Federmanager Emilia-Romagna Eliana Grossi −  in quanto partner degli imprenditori nell’attuazione delle strategie aziendali, sono ugualmente corresponsabili nell’elaborazione di proposte volte a favorire il continuo aggiornamento dei programmi didattici degli Istituti Tecnici Superiori, affinché si mantengano rispondenti alla evoluzione del contesto competitivo”. 

    Partecipano al Piano “Expertise Road” la Business School Federmanager Academy e i centri di formazione Fondazione Aldini Valeriani di Bologna,  Nuova Didactica di Modena,  Assoform Romagna e Il Sestante Romagna, Forpin di Piacenza,  Cisita di Parma, Centoform di Cento (Ferrara) e il CIS di Reggio Emilia, che fa da capofila.

    È al via in questi giorni un ciclo di  9 focus group  che coinvolgono  manager delle risorse umane e delle aree tecniche di oltre 60 imprese dei principali settori produttivi dell’Emilia-Romagna. In particolare sono previsti focus dedicati a meccatronica, motoristica, packaging, automazione, alimentare, ceramica, biomedicale, energia/ambiente, logistica e servizi. 

    Dopo i focus group seguiranno alcune sperimentazioni  per condividere e applicare le indicazioni sui fabbisogni emergenti di competenze espressi dalle imprese con i rappresentanti degli Istituti Tecnici, delle Fondazioni ITS e dei centri di  formazione della regione.

    Premessa del Piano Expertise Road è stata un’analisi internazionale che ha comparato la formazione tecnica in Italia con la formazione terziaria in Germania, in particolare le esperienze di Fachhochschule, e alcune best practices in Svezia, Francia e Canada.

     

    Per maggiori informazioni:
    link al sito http://www.cis-formazione.it/it/expertise-road  

     

     

  • La squadra di Presidenza dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna

    La squadra di Presidenza dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna

     

    I Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna guidati dal Presidente Kevin Bravi hanno nominato i nuovi Vice Presidenti.

    Sono  Vittorio Cavani  di Modena, Vicepresidente di Tintoria Alvit, fondatore e CEO della start up SmartFactory, Michele Mattioli di Ravenna, co-fondatore dell’azienda MIB Service, Francesca Villani  di Bologna, Direttore commerciale dell’azienda Marta e Camilla Zanichelli  di Parma, fondatrice e amministratrice della start up Audit Zanichelli, socia di Finbolo e Effe&Erre.

    Del Consiglio di Presidenza regionale fanno parte anche la Vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori Licia Angeli e le componenti del Consiglio Centrale Roberta Casetti e Valentina Bertazzoni.

    “Sono orgoglioso della squadra di presidenza che mi affiancherà in questo triennio. Sono tutti giovani imprenditori e imprenditrici – dichiara il Presidente Kevin Bravi –  molto preparati e con grande entusiasmo. Abbiamo previsto deleghe specifiche di lavoro e attività sulla base delle rispettive competenze di ciascuno.   Sono sicuro che, grazie a loro e alle nostre rappresentanti nazionali, l’Emilia-Romagna darà come sempre un importante contributo al movimento dei Giovani Imprenditori del Paese”.

    Kevin Bravi, eletto nel gennaio di quest’anno, è Vice Presidente e Consigliere Delegato di L.M.S. –  X’s Milano, azienda del Gruppo Bravi del settore abbigliamento, fondatore e Presidente della start up Revive, ed è stato Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Forlì-Cesena.

     

    da sinistra a destra 
    Michele Mattioli, Camilla Zanichelli, Kevin Bravi, Francesca Villani, Vittorio Cavani

     

     

  • Le proposte degli imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna per il futuro Governo

    Le proposte degli imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna per il futuro Governo

    Creare più occupazione per una società inclusiva, con le precondizioni di una maggiore crescita economica e minore debito.

    È l’obiettivo delle proposte degli imprenditori dell’Emilia-Romagna agli elettori e ai candidati alle elezioni del 4 marzo 2018.  Lo hanno dichiarato in un incontro stampa il 28 febbraio a Bologna il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari insieme ai Presidenti di Confindustria Emilia Area Centro Alberto Vacchi, dell’Unione Parmense degli Industriali Alberto Figna, di Unindustria Reggio Emilia Mauro Severi, di Ance Emilia-Romagna Stefano Betti e al Past President di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani.

    Gli industriali emiliano-romagnoli rilanciano sul territorio il “Progetto Paese” che Confindustria ha presentato alle Assise di Verona del 16 febbraio, frutto del confronto con oltre 10 mila imprenditori e di 14 tappe su tutto il territorio nazionale, tra cui il 7 dicembre scorso a Bologna.

    Queste proposte sono condivise dagli imprenditori dell’Emilia-Romagna, seconda regione industriale d’Italia, che nel 2017 ha avuto il primato di crescita del pil insieme alla Lombardia (1,8%) e il saldo commerciale più alto tra tutte le regioni italiane (17,7 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2017).

    “Si tratta −  afferma il Presidente regionale Pietro Ferrari −  di un programma di sviluppo di medio-lungo periodo che guarda non solo all’appuntamento elettorale, ma si rivolge al futuro Governo del Paese, nell’auspicio che possa emergere un quadro stabile per i prossimi 5 anni. Le nostre proposte si occupano non degli interessi specifici dell’industria, ma dell’interesse superiore del Paese. In queste settimane, invece, abbiamo assistito a dibattiti elettorali spesso sterili. Per prendere qualche voto in più abbiamo visto la politica fare “marketing” elettorale, allontanando il dibattito dai temi dell’impresa e dell’occupazione che invece richiedono ragionamenti, proposte e programmi a medio-lungo termine.”

    Il Paese −  hanno affermato i rappresentanti degli industriali −   ha bisogno di una politica ragionata, per percorrere la strada stretta ma obbligata che dà sviluppo e occupazione, ma nel contempo abbassa il debito pubblico.  E non si può ogni volta mettere in discussione quanto di buono è stato fatto prima, dal Jobs Act al Piano Industria 4.0.

    Per questo gli industriali dell’Emilia-Romagna sono convinti che le competenze di chi sarà chiamato a governare siano fattori essenziali per governare il Paese in una fase complessa e delicata come l’attuale.

    Dopo le elezioni apriranno un dibattito con il Governo a livello nazionale, e con i parlamentari eletti in Emilia-Romagna: un dibattito fatto di confronto serio su proposte concrete, basato sui numeri, sulle risorse e sugli effetti che le politiche possono generare sulla crescita e sull’occupazione. 

    Tre missioni-Paese con effetti quantificati sull’economia reale, tre attori principali, sei assi prioritari d’intervento:  questa è la sintesi della proposta di Confindustria.

    I 3 attori sono l’Europa, le imprese, le istituzioni a tutti i livelli di governo,  e  le 3 missioni-Paese sono:  un’Italia che include, attraverso la creazione di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani; un’Italia che cresce, di più e in modo costante; un’Italia che rassicura, con il graduale rientro del debito pubblico.  Dovranno svilupparsi lungo 6 assi d’intervento:  Italia più semplice ed efficiente −  Prepararsi al futuro: scuola, formazione, inclusione giovani −  Un Paese sostenibile: investimenti assicurazione sul futuro  −  L’impresa che cambia e si muove nel mondo −  Un fisco a supporto di investimenti e crescita e che premia le imprese −  Europa miglior luogo per fare impresa. 

    “L’Europa  −  conclude  il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari −  ha un ruolo fondamentale nelle politiche per lo sviluppo, specie per una regione come la nostra profondamente europea nella propria dimensione economica e sociale. Come industriali emiliano-romagnoli abbiamo una preoccupazione sul futuro delle politiche di coesione e sul bilancio europeo post 2020. Ci sono in gioco le risorse con cui le Regioni europee finanziano le proprie politiche per la formazione, gli investimenti e l’innovazione.   Il Governo del Paese deve essere capace di far valere le proprie ragioni e gli interessi nazionali in un negoziato che sarà certamente difficile e complesso. Le notizie che arrivano in questi giorni da Bruxelles, invece, sono tutt’altro che rassicuranti.”

     

    Nella foto, da sinistra a destra:

    Alfonso Panzani, Past President Confindustria Ceramica
    Mauro Severi, Presidente Unindustria Reggio Emilia
    Pietro Ferrari, Presidente Confindustria Emilia-Romagna
    Alberto Figna, Presidente Unione Parmense degli Industriali
    Alberto Vacchi, Presidente Confindustria Emilia Area Centro
    Stefano Betti, Presidente Ance Emilia-Romagna