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Categoria: Comunicati stampa

  • VERSO INDUSTRIA 4.0:  IL PIANO DEL SISTEMA CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER 1.000 IMPRESE

    VERSO INDUSTRIA 4.0: IL PIANO DEL SISTEMA CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER 1.000 IMPRESE

     

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    Il sistema Confindustria Emilia-Romagna promuove il Piano “Verso Industria 4.0”, un ampio programma per accompagnare le imprese nei processi di crescita e riposizionamento strategico delle filiere e dei sistemi produttivi in ottica Industria 4.0.

    Obiettivo del Piano è stimolare la trasformazione del modello di business della manifattura regionale e dei servizi alla produzione attraverso tre leve: la digitalizzazione del modo di produzione,  la competitività su scala globale e la circolarità delle risorse.

    Il programma, realizzato  con il finanziamento dell’Unione europea-FSE e della Regione Emilia-Romagna,  si compone infatti di tre Operazioni tra loro integrate:  SMARTI-ER 4.0 dedicato alla digitalizzazione, GLOBB-ER per l’internazionalizzazione e GREEN UP-ER  per l’economia circolare.

    I numeri sono importanti ed ambiziosi. Il Piano coinvolgerà circa 1.100 imprese di tutto il territorio regionale attraverso 16 seminari in tutto il territorio regionale,  e accompagnerà circa 700 imprese e 3.000 persone  ‒ tra imprenditori, manager e figure chiave aziendali ‒  con attività di formazione in aula e interventi di coaching in azienda per un totale di quasi 23.000 ore. Queste ultime azioni  saranno realizzate dai centri formativi di riferimento del sistema regionale Confindustria con il coordinamento di Formindustria Emilia-Romagna.

    Anche il valore economico dell’operazione è di tutto rilievo:  complessivamente quasi 3,5 milioni di euro di finanziamento,  per un’iniziativa della durata complessiva di 18 mesi.

    “Questo Piano  – ha dichiarato Maurizio Marchesini, Past President Confindustria Emilia-Romagna, in occasione della presentazione del Piano il 18 gennaio 2017 a Bologna  –  consentirà un investimento straordinario sulle competenze delle persone, un salto culturale e qualitativo di cui abbiamo grande bisogno.   Industria 4.0 richiede nelle imprese, anche piccole e medie, un deciso cambio di paradigma nelle strategie su processi produttivi, organizzazione aziendale, approccio alla clientela, accesso ai mercati e modelli di consumo.

    Le direttrici di crescita che abbiamo individuato insieme alla Regione, in sintonia con il Patto per il Lavoro –  prosegue Marchesini – sono tre: digitalizzazione, internazionalizzazione ed economia circolare. Con questo programma vogliamo dare una forte spinta alla crescita economica dell’Emilia-Romagna e accompagnare le imprese e le loro filiere a riposizionarsi, investire e rafforzare la propria competitività, facendo sì che le aziende leader facciano da traino dell’intera filiera in termini di strategie di sviluppo”.

    “Nel sistema manifatturiero italiano – ha sottolineato Luca Paolazzi, Direttore Centro Studi Confindustria – coesistono imprese con una performance eccellente in termini di produttività e di redditività. Costituiscono circa un quinto del totale. Un altro quinto è formato da imprese in difficoltà. Nel mezzo, la maggior parte delle aziende, molte delle quali possono ambire a fare quel salto culturale nella gestione strategica che è necessario per competere a livello globale e far pienamente proprie le nuove tecnologie digitali, nella forma più evoluta dell’Industria 4.0. Compito delle politiche e del sistema associativo è di aiutare queste ultime a compiere quel salto, che l’80% degli imprenditori intervistati per conto del CSC ritiene sia indispensabile, con politiche e azioni di accompagnamento. Il programma presentato oggi fa esattamente ciò ed è un esempio da emulare di cooperazione tra attori pubblici e attori privati, una buona dimostrazione di sistema Paese”.

    “Al centro dell’Industria 4.0   – ha concluso Patrizio Bianchi, Assessore Regione Emilia-Romagna al Coordinamento delle Politiche europee allo Sviluppo, Scuola, Formazione professionale, Università, Ricerca, Lavoro  –  non sono le tecnologie ma le persone, vero motore dei processi di innovazione. Per essere uno degli snodi cruciali di questa quarta rivoluzione industriale, come condiviso nel Patto per il Lavoro, occorre agire sulla capacità di innovazione e sulle competenze a partire da quelle di coloro che nelle imprese hanno la responsabilità di governare i processi di cambiamento.  Per questo abbiamo investito 10 milioni del FSE per vincere la sfida di riposizionare il nostro sistema economico-produttivo e competere a livello globale grazie ad una manifattura ad altissimo valore aggiunto, capace di coniugare la perfezione della tecnologia digitale con l’autenticità del pezzo unico, e rispondere così alla nuova domanda di beni sempre più personalizzati che l’aumento dell’estensione del mercato ha comportato”.

    I promotori del Piano rappresentano la comunità imprenditoriale e scientifica dell’Emilia-Romagna e del Paese:  le Confindustrie e Unioni Industriali della regione, Confindustria Ceramica, Ance Emilia-Romagna, il CSC-Centro Studi Confindustria, Assinform, Farmindustria, Federalimentare, Federchimica. Ucima, Ucimu, Prometeia, Sace, Simest, Bologna Business School, Centro di ricerca interuniversitario SEEDS, Cineca e tutte le Università della regione.

    Tutti questi soggetti fanno parte del Comitato di pilotaggio, che ha il compito di indirizzare l’attuazione del Piano e verificarne la rispondenza alle esigenze delle imprese.  La progettazione dell’iniziativa è stata condivisa con Federmanager Emilia-Romagna, CISL Emilia-Romagna e UIL Emilia-Romagna.

    L’attuazione del programma è accompagnata da un articolato piano di comunicazione e promozione, anche sul web e sui social media, per diffondere l’iniziativa al maggior numero possibile di imprese dell’Emilia-Romagna.

     

    LE VIDEO INTERVISTE DI PATRIZIO BIANCHI, MAURIZIO MARCHESINI E LUCA PAOLAZZI

     

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  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA – LA RIPRESA BASE DI LANCIO PER UNA CRESCITA STRUTTURALE

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA – LA RIPRESA BASE DI LANCIO PER UNA CRESCITA STRUTTURALE

     

    Unioncamere Emilia-Romagna: C’è un comparto manifatturiero forte, con al centro imprese di dimensioni medio-grandi in grado di eccellere su scala mondiale. Il sistema economico regionale sta investendo competenze e risorse su azioni orientate a innovazione, internazionalizzazione, formazione. L’obiettivo è creare un ecosistema più competitivo, favorendo lo scambio tra le imprese del territorio. 

    Intesa Sanpaolo: Cresce il credito alle famiglie, ancora debole quello alle imprese, ma aumentano i finanziamenti a medio-lungo termine destinati agli investimenti in macchinari. Favorevoli condizioni di accesso al credito.

    Confindustria Emilia-Romagna: La ripresa base di lancio per una crescita strutturale e diffusa. Si rafforzano fiducia, domanda e investimenti, Migliora l’occupazione, export condizionato da incertezze geopolitiche. Dalla Regione ci aspettiamo continuità nelle politiche di sostegno ai fattori di competitività delle imprese

     

    L’economia dell’Emilia-Romagna sta vivendo un buon momento visibile nel rafforzamento di tutti i fondamentali macro. È favorevole il quadro che emerge dall’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2017 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo. Quasi tutti i settori traggono beneficio dal ciclo economico positivo. La produzione in volume delle piccole e medie imprese dell’industria manifatturiera dell’Emilia-Romagna è cresciuta del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2016, con una buona accelerazione rispetto ai tre mesi precedenti. 
    Guidano l’espansione le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, mentre arretra l’industria del legno e del mobile. La crescita si diffonde alle medie imprese e appare assai meno marcata la correlazione positiva tra andamento congiunturale e dimensione d’impresa, nonostante questa rimanga un fattore strategicamente rilevante. Con una notevole accelerazione, l’aumento della produzione delle piccole imprese (+3,4 per cento) ha superato quello medio dell’industria regionale.
    Il fatturato ha ricalcato la produzione. Nel secondo trimestre 2017 è stata registrata una crescita del 3,6 per cento rispetto all’analogo periodo 2016, in accelerazione rispetto ai tre mesi precedenti (+2,8 per cento). E’ l’incremento più elevato dal quarto trimestre 2010. L’andamento del fatturato estero ha mostrato un’analoga tendenza espansiva (incremento tendenziale del 3,5 per cento).
    Alla crescita del fatturato e della produzione si è associato un andamento positivo del processo di acquisizione degli ordini, che ha mostrato un aumento tendenziale del 2,9 per cento, inferiore a quello del fatturato, traendo beneficio sia dal mercato estero, sia da quello interno. Si tratta del risultato migliore dal secondo trimestre del 2011.
    Il grado di utilizzo degli impianti si è attestato a 78,5 per cento, in aumento rispetto al livello del 76,1 per cento riferito allo stesso trimestre dell’anno precedente.
    Uniforme l’andamento settoriale. A fare da traino l’industria metallurgica che ha registrato il secondo più elevato aumento della produzione (+2,7 per cento) e una forte crescita del fatturato complessivo, sostenuta dall’accelerazione della dinamica sull’estero.
    Il sistema moda, lasciatosi alle spalle diversi trimestri di recessione, si stacca dal palo e vede il fatturato complessivo salire dell’1,8 per cento, trainato dal mercato estero. La produzione registra il più forte aumento dall’inizio della rilevazione (+2,4 per cento), avvicinato solo in passato da quello rilevato nel primo trimestre del lontano 2006. L’industria alimentare ha ottenuto una forte crescita del fatturato (+2,7 per cento), trainata soprattutto dal mercato interno, mentre l’incremento delle vendite all’estero è stato più contenuto. La produzione ha messo a segno un aumento più contenuto e pari al 2,0 per cento, con un rallentamento sul trimestre precedente. 
    Sulla base del Registro delle imprese, quelle attive dell’industria in senso stretto regionale, a fine giugno risultavano 45.375 (pari all’11,2 per cento del totale della regione), con una diminuzione corrispondente a 769 imprese (-1,7 per cento), rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
    Riguardo alla forma giuridica, le società di capitale restano invariate, giunte a rappresentare il 36,6 per cento delle imprese attive dell’industria in senso stretto. 
    Per quanto riguarda l’occupazione a quota 512 mila unità secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro che mostra una flessione del 3,6 per cento, pari a oltre 19 mila unità, più accentuata di quella riferita al trimestre precedente, che va in contro tendenza sia rispetto all’andamento dell’occupazione complessiva in regione (+0,4 per cento), sia rispetto alla leggera flessione dell’occupazione dell’industria in senso stretto nazionale (-0,3 per cento).
    Il risultato negativo è da attribuire sia agli occupati alle dipendenze, che sono risultati 472mila (-2,1 per cento, pari a quasi 10.200 unità), sia all’occupazione autonoma (-18,9 per cento a poco oltre 39 mila unità).
    In base ai dati Istat relativi al commercio estero regionale, nel secondo trimestre dell’anno, le esportazioni di prodotti dell’industria manifatturiera hanno fatto segnare un buon aumento (+4,2 per cento), rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e sono risultate pari a quasi 14.917 milioni di euro. L’andamento riflette la capacità di cogliere risultati positivi sui mercati europei (+5,6 per cento pari al 65,2 per cento del totale) e su quelli asiatici (+5,9 per cento, che assorbono il 14,9 per cento).  Le esportazioni verso l’Unione europea (il 57,0 per cento del totale) hanno mostrato la stessa tendenza (+5,5 per cento). Consolidamento su buon livello (+6,1 per cento) sul mercato tedesco, e, seppur minore su quello transalpino (+3,7 per cento), mentre si assiste a un rallentamento su quello spagnolo (+4,9 per cento). Prosegue la stasi delle vendite nel Regno Unito. In accelerazione le esportazioni verso la Russia (+22,4 per cento), mentre torna il segno rosso in Turchia (-5,7 per cento). Riguardo all’Asia, le esportazioni frenano in Cina (+6,8 per cento). Rallenta sensibilmente la crescita sui mercati americani (+3,5 per cento), in particolare sul fondamentale mercato statunitense (+1,3 per cento). Infine, si conferma la nuova tendenza positiva delle esportazioni regionali verso l’Oceania, mentre arretrano ampiamente quelle verso l’Africa.
    Per quanto riguarda i prodotti, la crescita si è di nuovo concentrata in alcuni settori anche se il segno positivo ha prevalso quasi ovunque, con l’unica eccezione dell’industria della moda. In termini di contributo si segnala in positivo soprattutto l’aumento superiore alla media delle vendite estere di macchinari e apparecchiature meccaniche (+4,7 per cento). A seguire, i prodotti della metallurgia e dei prodotti in metallo, la sub fornitura regionale (+10,2 per cento). Quindi, apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura (+9,7 per cento). Infine, industria alimentare e delle bevande (+8,5 per cento), poi chimica, farmaceutica e delle materie plastiche (+3,7 per cento). Quasi al palo le esportazioni per mezzi di trasporto, industria del legno e del mobile e lavorazione di minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro.
    “I numeri positivi attestano come i segnali di ripresa prendano progressivo vigore e coinvolgano un insieme sempre più ampio di imprese – afferma il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi – L’Emilia-Romagna resta una regione a vocazione manifatturiera. Alla forza del comparto industriale va correlata la crescita del numero delle imprese del settore dei servizi, elemento che sottolinea come sia importante qui il legame territoriale. Tutto il sistema economico regionale sta investendo competenze e risorse per favorire innovazione, internazionalizzazione, formazione, in modo da dare impulso a uno sviluppo capace di coinvolgere un numero sempre più ampio di settori, imprese e persone”. 

    Nella prima metà del 2017 il credito bancario in Emilia-Romagna, secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha confermato andamenti differenziati per settori e per destinazione dei finanziamenti. In primo luogo, ancora una volta si è registrato un netto dualismo tra la dinamica robusta dei prestiti alle famiglie consumatrici e l’andamento sempre sotto tono di quelli alle imprese.
    I prestiti alle imprese hanno riportato un andamento oscillante sotto lo zero per i finanziamenti all’industria e hanno visto la prosecuzione del forte calo dei prestiti alle costruzioni. Segnali positivi sono giunti, invece, dai finanziamenti a medio lungo termine destinati agli investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto, che hanno proseguito nel trend di crescita già manifestato nel 2016. Inoltre, in Emilia Romagna tale crescita (+4,9% a/a a giugno) è rimasta superiore alla media nazionale (+2,2%). A livello provinciale, il trend dei prestiti per investimenti in macchinari è molto differenziato e in alcuni casi altalenante di trimestre in trimestre. In dettaglio, sono cresciute a due cifre Rimini e Bologna, mentre più moderata è risultata la dinamica di Modena. Alcune province come Piacenza, Reggio Emilia e Parma sono apparse in rallentamento, altre si sono mostrate continuativamente più deboli, come Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna.
    Buone notizie continuano a giungere dai prestiti alle famiglie consumatrici che hanno proseguito nel trend di crescita, pari a +1,6% a luglio in Emilia Romagna, in linea con la media segnata da gennaio in poi. Il ritmo appare quindi stabilizzato, dopo due anni e mezzo di crescita senza soluzione di continuità. I mutui residenziali, in particolare, hanno evidenziato un’ulteriore accelerazione del tasso di crescita, con lo stock al netto delle sofferenze salito al +2,6% a giugno 2017, dal +2,4% di marzo e +1,3% di dicembre 2016. È proseguito, infatti, il buon momento dei finanziamenti alle famiglie per acquisto abitazioni. In Emilia-Romagna i flussi lordi trimestrali hanno totalizzato quasi 1,1 miliardi nel 2° trimestre, in linea col trimestre precedente. Complessivamente, nel 1° semestre, la crescita delle erogazioni è stata del 9,9% in Regione, più che doppia rispetto alla media nazionale (+4,3%). La frenata del trend evidenziata nel 2° trimestre è spiegata soprattutto dalle surroghe e sostituzioni, ma anche dai nuovi contratti. Surroghe e sostituzioni hanno determinato il 14% delle erogazioni trimestrali, rispetto a quasi un quinto nel trimestre precedente. La frenata delle erogazioni è correlata con la decelerazione delle compravendite immobiliari, che crescono a un ritmo più moderato dopo la fase di forte accelerazione (+3,1% in Regione nel 2° trimestre, +3,8% il dato nazionale). A livello provinciale gli andamenti degli stock di mutui sono quasi tutti in crescita ma differenziati, tra la forte dinamica assunta da Rimini dall’inizio del 2017 (+8,7% a giugno), la crescita sopra la media regionale di Forlì-Cesena, Bologna e Ravenna (+4,9%, +3,0% e +2,8% rispettivamente), gli andamenti positivi ma più moderati di Modena, Parma (+1,8% entrambe) e Piacenza (+1,2%), il ritorno in positivo di Reggio Emilia (+0,4%) e la persistente debolezza di Ferrara (-0,5%).
    “Il mercato bancario continua a registrare condizioni favorevoli di accesso al credito, con tassi d’interesse ancora straordinariamente bassi e un’offerta distesa, anche alla luce del rafforzamento della ripresa economica. – commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – Nel primo semestre 2017 Intesa Sanpaolo ha erogato alle imprese emiliano-romagnole 838 milioni di finanziamenti a medio lungo termine e 570 milioni alle famiglie.”
    Tuttavia, per il sistema bancario dell’Emilia-Romagna il ritmo di emersione delle sofferenze delle imprese ha mostrato un rimbalzo nel 2° trimestre, in controtendenza rispetto alla media nazionale. In dettaglio, il tasso di ingresso in sofferenza delle imprese è risalito a 4,2% (3,4% il dato nazionale), dopo il calo incoraggiante a 3,8% visto nel 1° trimestre quando era tornato sotto il 4% per la prima volta da inizio 2013. Nel caso delle famiglie consumatrici, il tasso di ingresso in sofferenza è sceso a 1,25% nel 2° trimestre, dopo una sostanziale stabilità sull’1,34% nei tre trimestri precedenti, restando saldamente sotto la media nazionale (1,45% il dato italiano, anch’esso in calo sui trimestri precedenti). Buone notizie sono giunte anche dal calo dello stock di sofferenze che, al lordo delle rettifiche di valore, a luglio risultano scese a 16% del totale dei prestiti alle imprese, dal massimo di 17,5% raggiunto ad aprile, restando su valori più bassi della media nazionale (16,4% a luglio).

     

    “La nostra indagine sulle previsioni per la seconda metà del 2017 – dichiara il presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari –  conferma un clima di fiducia positivo, che prospetta un consolidamento della congiuntura economica. Le imprese evidenziano aspettative positive per quanto riguarda produzione, ordini e occupazione, con qualche maggiore cautela soprattutto per la domanda estera a causa della diffusa incertezza dello scenario politico internazionale.”

    Secondo l’indagine semestrale realizzata da Confindustria Emilia-Romagna – che ha coinvolto 628 imprese manifatturiere associate con un totale di 76.940 addetti e 30 miliardi di euro di fatturato –il 38% degli imprenditori si aspetta un aumento di produzione e il 48% una stazionarietà: il saldo ottimisti-pessimisti è di +24 punti, lievemente inferiore a quanto registrato ad inizio anno. Si conferma l’ottimismo per la domanda totale: il 39% delle imprese prevede una crescita degli ordini, con un saldo ottimisti/pessimisti pari a +25 punti. Gli ordini esteri sono previsti in aumento dal 34% delle imprese, ma va evidenziata una maggiore cautela rispetto ad inizio anno, in conseguenza delle incertezze geopolitiche. 
    Il mercato del lavoro continua a mostrare segnali di miglioramento: circa un’impresa su 5 si attende un aumento dell’occupazione. Ciò è confermato anche dai dati Istat, che nel II trimestre registrano un aumento del 5,2% rispetto al primo nei dipendenti dell’industria. La situazione complessiva del mercato del lavoro si potrà però meglio valutare con i dati di fine anno, così da tenere conto dei fenomeni ciclici e stagionali.   
    “I nostri dati – commenta Ferrari – confermano che le scelte di politica industriale a livello nazionale e regionale degli ultimi due anni, proposte e sollecitate da Confindustria stanno dando risultati positivi grazie all’impegno di tutti gli attori del sistema, a partire dalle imprese. Di particolare rilievo gli investimenti stimolati dalle misure legate all’iper e super ammortamento, la diffusione dei progetti di ricerca e innovazione e quelli rivolti ad ampliare i mercati di sbocco. Occorre ora confermare la logica e i principi ispiratori di questo pacchetto garantendone la continuità nel tempo e nei meccanismi applicativi. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna è necessario rafforzare in particolare gli strumenti destinati agli investimenti, all’internazionalizzazione delle imprese e allo sviluppo delle risorse umane, caratterizzando in questo senso le scelte del bilancio previsionale 2018. Una priorità fondamentale per il Paese e le regioni manifatturiere sono poi le decisioni sulle politiche di coesione post 2020 dell’Unione europea, sulle quali sarà decisivo l’impegno comune di Stato, Regioni e parti sociali.”

    “Nell’attuale quadro congiunturale – conclude il presidente di Confindustria regionale Pietro Ferrari  – le imprese stanno affrontando la grande sfida dell’innovazione tecnologica, organizzativa e digitale, rispetto alla quale hanno un assoluto bisogno di risorse umane con competenze adeguate, sia per i nuovi ingressi sia per la riqualificazione del personale esistente. Per avere risposte nel breve e nel lungo termine occorre rafforzare l’intera filiera formativa, anche con politiche attive del tutto innovative da costruire rapidamente insieme alla Regione e al Sindacato”.

     

     

  • Giovanni Baroni Presidente Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna

    Giovanni Baroni Presidente Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna

     

    Bologna,  26 settembre 2017 –  Giovanni Baroni  è il nuovo Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna per il biennio 2017-19.   Succede a Simonetta Monica Talmelli, che ha ricoperto questo incarico negli ultimi quattro anni.

    Giovanni Baroni entra a far parte del Consiglio di Presidenza di Confindustria Emilia-Romagna guidato da Pietro Ferrari. 

    È Presidente della Piccola Industria dell’Unione Parmense degli Industriali, componente del Consiglio Generale di Confindustria e del Consiglio Centrale di Piccola Industria Confindustria. 

    Il neo Presidente, 43 anni, laureato in Ingegneria Civile all’Università di Parma, è fondatore e amministratore delegato dell’azienda X3Energy Spa, società nata nel 2010 e attiva con forniture B2B nel settore energetico, in particolare nella vendita di energia elettrica e gas naturale, nell’efficientamento energetico e nella realizzazione e gestione di impianti stradali per il rifornimento di metano per autoveicoli. 

    In occasione dell’elezione, il Comitato Piccola Industria dell’Emilia-Romagna ha espresso il proprio unanime e pieno sostegno alla candidatura dell’imprenditore piemontese Carlo Robiglio alla Presidenza nazionale della Piccola Industria di Confindustria per il biennio 2017-19, ufficializzata proprio in questi giorni.  

  • LA DOCUMENTAZIONE DEL GERMAN BUSINESS DAY IN EMILIA-ROMAGNA

    LA DOCUMENTAZIONE DEL GERMAN BUSINESS DAY IN EMILIA-ROMAGNA

    Emilia-Romagna al centro dell’interscambio commerciale tra Italia e Germania

    Presentata nel corso del German Business Day di Bologna la ricerca “Aziende tedesche in Emilia-Romagna: investimenti, sviluppi e performance”
    sulle filiali italiane di aziende tedesche che hanno scelto di investire in Emilia-Romagna.

     

    Bologna, 21 settembre 2017 – Si è svolta presso l’Opificio Golinelli di Bologna la seconda edizione del “German Business Day”, organizzato dalla Camera di Commercio Italo-Germanica con il supporto di Confindustria Emilia-Romagna. All’evento, punto di incontro per la business community italo-tedesca dell’Emilia-Romagna, hanno partecipato esponenti di spicco dell’industria, della politica, dell’economia e dell’università provenienti da entrambi i paesi, che si sono confrontati su come dare ulteriore slancio alla collaborazione tra Emilia-Romagna e Germania.

    Nel corso dei lavori è stato presentato lo studio “Aziende tedesche in Emilia-Romagna: investimenti, sviluppi e performance”, realizzato dalla Camera di Commercio Italo-Germanica in collaborazione con l’Università di Parma, sulle attività e sullo sviluppo delle filiali italiane di aziende tedesche che hanno scelto l’Emilia-Romagna come destinazione per i propri investimenti.

    Dalla ricerca emerge che le aziende a controllo tedesco impiegano oltre 5.200 dipendenti diretti in Emilia-Romagna. A dominare il mercato regionale sono le imprese operanti nell’industria meccanica, in particolare macchinari e impianti meccanici e automotive. A seguire il comparto chimico-farmaceutico e il biomedicale. Tra i fattori di attrattività dell’Emilia-Romagna, oltre all’efficienza della rete infrastrutturale e alla posizione baricentrica, vi sono la prossimità a fornitori e aziende e costi competitivi: tutto ciò fa della regione uno snodo centrale tra il Nord Europa e l’area mediterranea.

    «Il Nord Italia è il centro nevralgico dei rapporti economici tra Italia e Germania e l’Emilia-Romagna è un territorio fondamentale, considerato che è la terza regione italiana per l’export tedesco» ha dichiarato Erwin Rauhe, Presidente della Camera di Commercio Italo-Germanica «I dati della ricerca sono in linea con quelli nazionali, a ulteriore dimostrazione che la partnership economica tra Italia e Germania è reale anche a livello regionale, sia per quanto riguarda la coincidenza tra settori di import e di export, sia per quanto riguarda la collaborazione tra Land tedeschi e regioni italiane».

    «Le relazioni produttive e commerciali tra la Germania e l’Emilia-Romagna sono forti e in crescita, con un ricco scambio di tecnologia, competenze e know how industriale, confermato anche dall’ampia presenza di imprese tedesche in regione e viceversa» ha dichiarato Pietro Ferrari, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna. «L’export regionale verso la Germania è aumentato nel primo semestre del 7,5% sul 2016: una crescita che dimostra la qualità delle nostre produzioni in un mercato selettivo come quello tedesco. Tutto ciò ci stimola a ricercare nuove forme di alleanze e integrazioni, anche attraverso piattaforme produttive comuni specie nella ricerca e nella presenza sui mercati, e a diventare protagonisti nella definizione delle politiche industriali europee».

    Nel corso dell’incontro Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit, che è tra i sostenitori del German Business Day, ha rimarcato «la rilevanza strategica dell’internazionalizzazione per lo sviluppo della realtà imprenditoriale del territorio: un percorso di crescita che UniCredit supporta dal punto di vista operativo e di consulenza sul fronte finanziario, ma anche legale e logistico, grazie alla forte presenza della banca in Italia e all’estero, in Germania in particolare. Un network capace di seguire le imprese nei diversi aspetti dell’avvio e dello sviluppo di business di successo anche oltre confine».

    Protagonista della seconda parte della giornata è stata la Germania che, tramite gli interventi delle agenzie di promozione territoriale di Baviera, Lipsia e Renania Settentrionale-Vestfalia (Invest in Bavaria, Invest Region Leipzig, NRW.Invest), è stata presentata come destinazione per gli investimenti delle imprese italiane.

     

    PER SCARICARE I MATERIALI DEL CONVEGNO

     

    Per ulteriori informazioni
     
    Camera di Commercio Italo-Germanica – Team International Business Development
    Tel.: +39 02 6791340/21/31 
     
    Confindustria Emilia-Romagna – Area Internazionalizzazione
    Tel.: +39 051 3399960
     
     
     
  • PIETRO FERRARI PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

    PIETRO FERRARI PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

     

    Bologna, 17 luglio 2017 –   Pietro Ferrari è stato eletto  Presidente di Confindustria Emilia-Romagna per il quadriennio 2017-2021.

    Lo ha eletto all’unanimità il Consiglio di Presidenza di Confindustria regionale, composto dai Presidenti delle organizzazioni territoriali Confindustria Emilia Centro, Confindustria Romagna, Confindustria Forlì-Cesena, Confindustria Piacenza, Unindustria Reggio Emilia e Unione Parmense degli Industriali, nonché dai Presidenti dell’Ance Emilia-Romagna, di Confindustria Ceramica, della Piccola Industria e dei Giovani Imprenditori.  

    Succede a Maurizio Marchesini, che stato alla guida degli industriali dell’Emilia-Romagna dal giugno 2012 ad oggi. 

    Pietro Ferrari, nato a Modena nel 1955, laurea in Ingegneria civile edile all’Università di Bologna, è Presidente dell’azienda familiare Ing. Ferrari Spa, che festeggia in questi giorni i 100 primi anni della propria attività.

    Ferrari è stato Vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna dal 2002 al 2008 e Presidente di Confindustria Modena dal 2008 al 2014. È componente dal 2015 del Consiglio Generale di Confindustria e, dal 2016, del Gruppo tecnico credito e finanza di via dell’Astronomia.  

    Il passaggio di testimone è avvenuto oggi a Bologna a margine dell’incontro “EMILIA-ROMAGNA IN MARCIA. Industria, investimenti, crescita”,  presso l’Opificio Golinelli, al quale sono intervenuti il Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il Presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e l’Amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti Fabio Gallia.

     

    IL VIDEO E LA DOCUMENTAZIONE DELL’INCONTRO

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA. BUONA RIPRESA, MA RAFFORZARE ATTRATTIVITÀ E INTERNAZIONALIZZAZIONE

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA. BUONA RIPRESA, MA RAFFORZARE ATTRATTIVITÀ E INTERNAZIONALIZZAZIONE

     

    Buona ripresa dell’economia regionale, in aumento produzione, vendite ed investimenti. Dalla Regione ci attendiamo che rafforzi le azioni per l’internazionalizzazione delle imprese e dia continuità alla Legge sull’attrattività
     

    Una tendenza positiva nella crescita della produzione, vendite e ordini che, segnando il migliore risultato dal secondo trimestre del 2011, conferma il ruolo trainante del settore manifatturiero.  Il sostegno della domanda estera dà un contributo molto rilevante, ma anche il mercato interno appare in recupero. 

    È questa l’istantanea dell’economia regionale che emerge dall’indagine congiunturale sul primo trimestre 2017 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.

    Nel primo trimestre del 2017, il volume della produzione è aumentato del 2,4 per cento rispetto all’analogo periodo del 2016, con una buona accelerazione in rapporto ai tre mesi precedenti. 
    Così è anche per il valore delle vendite che ha messo a segno una crescita leggermente superiore (+2,8 per cento) rispetto alla produzione. L’andamento del fatturato estero ha mostrato una più decisa tendenza espansiva, con un incremento tendenziale del 3,5 per cento, in sensibile accelerazione rispetto al quarto trimestre 2016.

    Alla crescita di fatturato e produzione si è associato un andamento positivo del processo di acquisizione degli ordini, che ha mostrato un aumento tendenziale del 2,5 per cento, traendo beneficio dal mercato interno.
    Tutti i settori hanno registrato una tendenza positiva e in particolare un aumento della produzione. 

    Guidano l’espansione la metallurgia e le lavorazioni metalliche (+3,7 per cento), l’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto (+3,0 per cento), e, in misura più contenuta, l’industria alimentare (+2,7 per cento). Si ferma all’1,2 per cento la crescita della piccola industria del legno e del mobile, mentre si conferma al palo l’industria della moda (-0,1 per cento).

    La crescita produttiva ha interessato tutte le classi dimensionali, ma è apparsa ancora più marcata la correlazione positiva tra dimensione d’impresa e andamento congiunturale: per le imprese minori si è fermata all’1,1 per cento, mentre per le piccole imprese si è approssimato alla media dell’industria regionale (+2,1 per cento). L’incremento delle imprese medio-grandi (3,2 per cento) ha trainato quello dell’industria regionale. 
    Come attestano i dati Istat, nel primo trimestre 2017, si è accentuata la tendenza positiva delle vendite all’estero dell’Emilia-Romagna.

    Le esportazioni regionali di prodotti dell’industria manifatturiera hanno fatto segnare un notevole aumento (+9,2 per cento), rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, e sono risultate pari a oltre 14.213 milioni di euro. 

    A fare da traino i notevoli risultati sui mercati europei (+10,3 per cento). Quelle verso l’Unione europea (il 58,2 per cento del totale) hanno mostrato la stessa tendenza (+10,1 per cento). Sensibile l’accelerazione (+10,3 per cento) sul fondamentale mercato tedesco e, seppur più contenuta, su quello transalpino. Accelera ulteriormente la dinamica dell’export verso la Spagna e esplodono le vendite in Polonia (+31,3 per cento). Riaccelerano le esportazioni verso la Russia e ritornano alla crescita quelle sul mercato turco. La tendenza si inverte in positivo sui mercati americani (il 14,3 per cento delle esportazioni), con un incremento del 12,4 per cento. Tirano gli Stati Uniti e appare in rilancio il Brasile. Prosegue la tendenza positiva sui mercati asiatici, pari al 14,9 per cento dell’export regionale, che ha condotto a un aumento del 7,7 per cento. Notevole risultato verso la Cina (+34,9 per cento), è forte l’aumento sui mercati dell’Oceania, ampio il segno rosso su quelli africani.

    Secondo l’indagine Istat, nonostante un primo trimestre positivo, l’occupazione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna ha chiuso il periodo considerato quasi a quota 484mila unità, con una flessione del 2,8 per cento, pari a oltre 14 mila unità, che va in contro tendenza sia rispetto all’andamento dell’occupazione complessiva in regione (+2,4 per cento). 

    Il risultato negativo è da attribuire sia agli occupati alle dipendenze, che sono risultati 444mila (-2,5 per cento, pari a oltre 11.400 unità) sia all’occupazione autonoma (ridotta del 6,2 per cento a quasi 40mila unità).
    Sulla base dei dati del Registro delle imprese, nel primo trimestre del 2017, le attive dell’industria in senso stretto regionale, che costituiscono l’effettiva base imprenditoriale del settore, a fine marzo 2017 risultavano 45.612 (pari all’11,3 per cento delle imprese attive della regione), con una diminuzione corrispondente a 459 imprese (-1,0 per cento), rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’andamento della demografia delle imprese riflette ancora, in misura nel tempo più contenuta, la pesante crisi subita dall’industria regionale. Nello stesso tempo, le imprese attive nell’industria in senso stretto in Italia hanno subito un’analoga riduzione (-1,0 per cento). 

    Riguardo alla forma giuridica, aumentano solo le società di capitale (+1,6 per cento), che sono giunte a rappresentare il 36,8 per cento delle attive dell’industria in senso stretto. 
    “L’indagine congiunturale relativa ai primi mesi del 2017 evidenzia segnali ancora confortanti di una fase di crescita che in Emilia-Romagna appare sempre più ampia e diffusa. Note di merito per i settori dell’agroindustria, del turismo e per l’export della nostra regione. Esistono ancora aree di difficoltà, specie per le imprese minori e per alcuni settori – dice il Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Alberto Zambianchi – ma l’economia regionale nel suo complesso sta continuando progressivamente a superare le profonde ferite lasciate dalla crisi. L’accelerazione potrà essere ancora più decisa, se si proseguirà con convinzione nel valorizzare le competenze distintive dei settori e delle aziende. In particolare le Camere di Commercio continueranno a promuovere lo sviluppo, l’occupazione e il credito, muovendosi attraverso le filiere multisettoriali e facilitando le relazioni mirate a cogliere le tante opportunità offerte da un mercato sempre più globale. Le Camere di commercio, uscite dalla riforma nazionale che ne ha ridisegnato il numero e le competenze, ribadiscono il loro impegno a supporto delle imprese quali centri di programmazione dello sviluppo del territorio e delle economie locali”.

    A livello di sistema bancario, nei primi mesi del 2017 il credito in Emilia-Romagna, secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha confermato il dualismo osservato nel 2016, registrando un’ulteriore accelerazione dei prestiti alle famiglie mentre l’andamento di quelli alle imprese è rimasto sotto tono. In regione, la debolezza dei prestiti alle imprese continua a essere più accentuata che a livello nazionale ed è presumibile che sia connessa alle difficoltà di alcune banche locali. 

    Per i prestiti alle imprese, i primi mesi del 2017 hanno riportato una riduzione più contenuta, indicativa di un possibile miglioramento del trend (-1,9% in media nei primi quattro mesi del 2017 rispetto a -2,8% a/a nel 2016). A livello provinciale, Parma resta l’unica in crescita, Rimini e Modena migliorano, al contrario di Ravenna e Reggio Emilia, mentre Forli-Cesena e Ferrara si confermano tra i casi di maggior debolezza. Indicazioni positive vengono dai finanziamenti all’industria della Regione che nel 1° trimestre 2017 sono tornati marginalmente in crescita (+0,3% al netto delle sofferenze) mostrando un andamento migliore rispetto alla media nazionale per il 4° trimestre consecutivo. 
    Buone notizie continuano a giungere dai prestiti alle famiglie consumatrici che hanno proseguito nel trend di crescita con un’accelerazione nella prima parte del 2017 fino all’1,7% a/a registrato da febbraio ad aprile, rispetto all’1,4% di fine 2016. Questa dinamica, raggiunta in oltre due anni di crescita senza soluzione di continuità, è ai massimi da marzo 2012. I mutui residenziali, in particolare, hanno evidenziato un balzo del ritmo di crescita, con lo stock al netto delle sofferenze passato dal +1,3% a/a di dicembre 2016 al +2,4% di marzo 2017. È proseguito, infatti, il buon momento dei finanziamenti alle famiglie per acquisto abitazioni. In Emilia-Romagna i flussi lordi trimestrali hanno totalizzato quasi 1,1 miliardi nel 1° trimestre, con un nuovo balzo del tasso di crescita a +26% dopo il rallentamento emerso nel 2° semestre 2016. Tale dinamica risulta più che doppia rispetto alla media nazionale grazie all’eccezionale volume di erogazioni registrato da Rimini, al netto del quale la crescita sarebbe stata del 13,6%, ancora leggermente superiore al dato italiano (+11,5%). La dinamica complessiva è stata trainata in egual misura dai nuovi mutui e dalle surroghe e sostituzioni, tornate in crescita nel 1° trimestre dopo il calo emerso nel corso del 2016. Surroghe e sostituzioni hanno determinato un quinto delle erogazioni trimestrali, rispetto a poco più del 15% nel 2° semestre 2016. A livello provinciale gli andamenti sono quasi tutti in crescita ma differenziati, tra il forte balzo delle erogazioni trimestrali a Rimini (+190%), dopo un 2016 relativamente fiacco, e il flusso in calo di Ferrara. Anche Parma e Forlì-Cesena mostrano un recupero delle erogazioni (+36%) mentre la dinamica di Bologna risulta più moderata (+6,4%).
    “Il mercato bancario continua a registrare condizioni favorevoli di accesso al credito, con tassi d’interesse ancora straordinariamente bassi e un’offerta distesa, anche alla luce della ripresa economica. – commenta Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo – .Nel primo trimestre 2017 Intesa Sanpaolo ha erogato alle imprese emiliano-romagnole 343 milioni di finanziamenti a medio lungo termine e 184 milioni alle famiglie.”
    Il ritmo di emersione delle sofferenze delle imprese ha continuato a ridursi in Emilia-Romagna, restando più elevato della media nazionale ma riducendo le distanze. In dettaglio, nel 1° trimestre 2017 è sceso a 3,8% dal 4,1% di fine 2016 (dati annualizzati, 3,5% il dato nazionale), tornando sotto il 4% per la prima volta da inizio 2013. Nel caso delle famiglie consumatrici, il tasso di ingresso in sofferenza è rimasto stabile a 1,35% e saldamente sotto la media nazionale (1,56% il dato italiano, anch’esso invariato).

    La ripresa internazionale ha mostrato nella prima parte del 2017 una significativa solidità, che ha portato a modificare al rialzo le previsioni di crescita globale. Il Centro Studi Confindustria ha innalzato la stima di aumento del commercio globale dal 2,4% al 3,9%, con un PIL globale stimato in crescita nel 2017 del +2,9%.  Anche le previsioni sul PIL italiano sono state ritoccate all’insù: +1,3% nel 2017 rispetto al +0,8%. L’accelerazione si deve all’export, agli investimenti e ad un clima di fiducia ulteriormente migliorato: l’ottimismo delle imprese delle economie avanzate è tornato ai massimi dal 2005.

    “L’economia regionale – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Marchesini – si conferma in buona ripresa, con un incremento di produzione e vendite, e un export che nel primo trimestre ha segnato un +8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le nostre imprese si sono dimostrate rapide e pronte a reagire all’incremento della domanda estera. Ci aspettiamo anche per il 2017 una conferma del differenziale positivo del PIL dell’Emilia-Romagna.

    La propensione agli investimenti risulta ancora in crescita. Il nostro sistema industriale si conferma reattivo e in grado di sfruttare al meglio gli strumenti messi a disposizione delle imprese: programmi, sostenuti con fondi europei e regionali, in tema di ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico, in ambito energetico e ambientale, a sostegno delle imprese agroalimentari, nel campo del turismo e così ancora quelli per investimenti negli impianti produttivi, per i servizi innovativi e a sostegno delle start-up, più di 300 milioni di euro negli ultimi due anni.

    La Legge regionale, da noi fortemente voluta, che favorisce e sostiene l’attrattività delle imprese e i loro investimenti di rilievo regionale sta dando importanti risultati ed è il segno della vitalità del nostro territorio e delle imprese.
    Per questo – conclude il Presidente degli industriali dell’Emilia-Romagna –  abbiamo chiesto alla Regione, in occasione dell’assestamento di bilancio, di rafforzare l’impegno e gli stanziamenti per le attività di internazionalizzazione delle imprese, e dare continuità alla Legge sull’attrattività tramite l’apertura di un bando annuale, così da dare risposta alle numerose dimostrazioni di interesse da parte delle imprese”.

     

     

  • SEMINARIO “TRASFORMAZIONE DIGITALE. TECNOLOGIE, MODELLI DI BUSINESS E COMPETENZE” – Reggio Emilia 6 luglio 2017

    SEMINARIO “TRASFORMAZIONE DIGITALE. TECNOLOGIE, MODELLI DI BUSINESS E COMPETENZE” – Reggio Emilia 6 luglio 2017

     

    TRASFORMAZIONE DIGITALE DEI PROCESSI MANIFATTURIERI. QUALI TECNOLOGIE, MODELLI DI BUSINESS E COMPETENZE è stato il tema del seminario che si è svolto il 6 luglio 2017 a Reggio Emilia nell’ambito del Piano “Verso Industria 4.0”. 

    L’incontro fa parte di un ciclo di seminari sul tema della Fabbrica intelligente, che intende approfondire come l’affermarsi della digitalizzazione stia cambiando le regole del gioco per le aziende di ogni dimensione, all’interno e all’esterno della fabbrica, nonché percorsi e strategie da intraprendere per esplorare e sfruttare nuove fonti di creazione del valore che derivano dalla trasformazione digitale: nuovi modelli di business, investimenti nella formazione delle persone, capacità di gestione ed interpretazione dei dati. 

    Esperti e docenti universitari hanno illustrato gli sviluppi più recenti a livello europeo e nazionale sul tema della Fabbrica intelligente e le principali tecnologie guida di Industria 4.0 tra cui internet of things, advanced automation, additive manufacturing ed advanced human machine interface.  

    Dopo l’apertura dei lavori da parte del Vice Presidente di Unindustria Reggio Emilia Gian Nicola Albarelli, Maurizio Sobrero, professore dell’Università di Bologna e Bologna Business School, è intervenuto sul tema delle competenze necessarie per Industry 4.0 e Alessandro Garibbo di LEONARDO ha illustrato le principali tecnologie abilitanti e il modello di value chain all’interno di un’organizzazione aziendale. E’ seguita la tavola rotonda coordinata dal Founder&CEO di ARCADIA Orazio Stangherlin, in cui sono stati presentati cinque casi concreti di imprese reggiane, con l’intervento di Christian Fallini di EMMETI, Marco Righi di KAITEK, Stefano Morlini di RCF, Stefano Asioli di AZETA e Bernhard Konzet  di BLULINK.

    L’iniziativa, organizzata da Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Unindustria Reggio Emilia,  è stata l’occasione per illustrare il programma SMARTI-ER 4.0, percorso di sensibilizzazione, formazione specialistica, accompagnamento e consulenza dedicato ai temi della digitalizzazione, finanziato dall’Unione Europea-FSE e dalla Regione Emilia-Romagna.

     

    Per informazioni: economico@confind.emr.it 


    SMARTI-ER 4.0 SEMINARI Operazione Rif. PA. N 2016-5456/RER approvata dalla Regione Emilia-Romagna con DGR n. 1450/2016 del 12/09/2016 finanziata con fondi POR FSE 2014/2020 – Obiettivo tematico 8
     

     

     

     

     

  • LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA IN KAZAKISTAN INSIEME ALLA REGIONE

    LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA IN KAZAKISTAN INSIEME ALLA REGIONE

                                                                                                             

    EXPO ASTANA 2017

    LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA IN KAZAKISTAN INSIEME ALLE IMPRESE
    PER PARTECIPARE AD EXPO E RAFFORZARE LA COLLABORAZIONE CON UN PAESE AD ALTO POTENZIALE ECONOMICO E COMMERCIALE

    Le imprese del sistema Confindustria Emilia-Romagna sono state a fine giugno 2017 in Kazakistan nell’ambito di una missione realizzata con il sostegno della Regione Emilia-Romagna

     

    Nel 2017 il Kazakistan apre le proprie porte al mondo con l’Expo di Astana, dedicato al tema “Energia del futuro”, ad Astana dal 10 giugno al 10 settembre 2017.

    La Regione Emilia-Romagna sarà presente ad Astana dal 3 al 10 settembre,  e durante la settimana di protagonismo ha organizzato alcuni workshop tematici sui temi degli scenari sulla low carbon economy, dell’economia circolare e il recupero delle materie, delle soluzioni e tecnologie per offshore e rinnovabili e dei sistemi di trazione alternativi,  che hanno l’intento di valorizzare in particolar modo le imprese e le tecnologie che fanno dell’Emilia-Romagna una realtà all’avanguardia nel campo della sostenibilità.

    L’iniziativa seguirà la missione imprenditoriale nazionale promossa da Confindustria e Agenzia ICE, insieme con MAECI e MISE e in collaborazione con Federazione ANIE,  dal 30 agosto al 2 settembre dedicata alla filiera delle Smart Energy e Green Technologies.

    “La Regione Emilia-Romagna ha deciso di partecipare all’expo di Astana – afferma l’Assessore alle attività produttive e piano energetico Palma Costi   –   in quanto crede fermamente nell’importanza del tema dell’energia del futuro per la sostenibilità del nostro ambiente e quindi del nostro stesso futuro. Non potevamo non cogliere l’occasione di partecipare al dibattito mondiale su un tema così centrale e sul quale ha già da tempo deciso di investire fortemente, approvando un Piano energetico ambizioso nel quale crediamo molto. In questo ambito, la partecipazione delle imprese è strategica,  perché produrre in modo sostenibile è la chiave non solo per essere competitivi sul mercato globale, ma anche per esportare le nostre tecnologie in quei Paesi che solo ora si stanno aprendo ad una nuova sensibilità ambientale. Pertanto esprimo il mio grande apprezzamento per la partecipazione delle imprese alla missione imprenditoriale organizzate dal sistema Confindustria Emilia-Romagna”.

    Al Piano “Kazakistan” della Regione ha aderito infatti il sistema Confindustria Emilia-Romagna, che ha  focalizzato su questo Paese una fase di un progetto regionale rivolto ad alcuni Paesi orientali ad alto tasso di sviluppo.   Dal 25 al 29 giugno si è svolta una prima missione economica dell’Emilia-Romagna ad Almaty, a cui hanno partecipato una quindicina di imprese provenienti da Reggio Emilia, Forlì-Cesena, Modena, Bologna, appartenenti a vari settori ed in particolare al comparto metalmeccanico.  

    “Il Kazakistan è un mercato ad alto potenziale per le nostre imprese”  –  ha dichiarato Paolo Bucchi, a capo di Comet Spa, importante gruppo industriale reggiano leader nella produzione di pompe per agricoltura ed industriali oltreché nel clearing, e rappresentante del sistema Confindustria Emilia-Romagna nel Comitato “Internazionalizzazione dei territori” di Confindustria. –   “Il sistema delle imprese approfitterà  dell’Expo Energia per proporre le proprie produzioni e tecnologie,  forte della posizione del nostro Paese e dell’immagine molto positiva che il Made in Italy riveste in un mercato interessato non soltanto ai nostri prodotti dell’abbigliamento e del lusso, ma anche a quello dei beni industriali e dei macchinari”.  

    Il progetto, coordinato da Unindustria Reggio Emilia e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e in collaborazione con BPER,  consente a numerose imprese della regione di promuovere accordi di collaborazione commerciale con le controparti d’affari kazake interessate, attraverso un processo di selezione e qualificazione degli incontri b2b che sarà realizzato da Informest, agenzia di International Business Development particolarmente specializzata sui mercati euroasiatici.

    L’Italia è un partner strategico per il Kazakistan, primo paese importatore dei suoi  prodotti, prevalentemente energetici, per un valore di quasi 1,5 milioni di euro annui. Nel 2016 l’export ammontava a 842 milioni di euro, in aumento del 8,2% rispetto al 2015, prevalentemente prodotti dell’abbigliamento, macchinari di impiego generale, tubi condotti, profilati cavi e relativi accessori.

    Il 10% dell’export italiano proviene dall’Emilia-Romagna.  Negli ultimi 10 anni la bilancia commerciale dell’Emilia-Romagna con il Kazakistan è nettamente positiva per la nostra regione, diversamente da quanto accade a livello nazionale. Dal 2007  ad oggi le esportazioni regionali verso il  Kazakistan sono aumentate di circa il 10%, per un valore pari a 84,1 milioni di euro nel 2016.

    La quasi totalità dell’export emiliano-romagnolo diretta in Kazakistan appartiene al settore manifatturiero, con particolare riferimento a macchinari e apparecchi meccanici (43% del totale export regionale verso il Paese), prodotti tessili e abbigliamento (28%), metalli e prodotti in metallo (8%).  Le importazioni regionali dal Kazakistan –  prevalentemente metalli e prodotti in metallo e  macchinari ed apparecchi meccanici  – hanno invece subito una contrazione dell’86% negli ultimi 10 anni, registrando un valore di circa 5,9 milioni di euro nel 2016.  

    Grazie all’Expo Energia  il Kazakistan intende rilanciare il proprio ruolo nell’economia internazionale, forte della sua rilevante produzione nel settore energetico:  12° posto al mondo per riserve di petrolio,  14° per riserve di gas,  1° per produzione di uranio. In crescita anche la sua posizione nell’ambito dell’Unione Economica Euroasiatica, un mercato di 182 milioni di consumatori, del quale fa parte assieme a Russia, Bielorussia, Kyrgyzstan e Armenia.

    All’Expo partecipano 115 Paesi, tra cui l’Italia, e 18 organizzazioni, tra cui l’Onu, l’Unesco e l’Osce. La presenza italiana sarà importante grazie ad un Padiglione di 900 metri quadrati promosso dai Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo economico tramite ICE Agenzia, nel quale i visitatori potranno immergersi, grazie a un’installazione audio-video, nella storia dell’energia in Italia dal dopoguerra a oggi.

    Il Padiglione Italia avrà uno spazio utile per la realizzazione di iniziative d’affari e di incontri b2b, organizzati grazie anche ad una piattaforma on line di business matching – la stessa utilizzata in occasione di Expo 2015 – in cui si prevede di coinvolgere oltre 4 mila imprese locali, che potranno entrare in contatto con le imprese italiane interessate.