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Categoria: Comunicati stampa

  • LA PRESIDENTE SASSI “CON GLI ITS I GIOVANI TROVANO UN LAVORO QUALIFICATO”

    LA PRESIDENTE SASSI “CON GLI ITS I GIOVANI TROVANO UN LAVORO QUALIFICATO”

     

    La Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi, intervistata da Gazzetta di Parma, ha affermato che «Per i giovani gli istituti tecnici superiori sono un importante strumento per entrare nel mondo del lavoro: l’85% dei diplomati trova un lavoro qualificato dopo questi percorsi. Anche per gli imprenditori sono strategici, perché si agganciano alle traiettorie di sviluppo tecnologico e produttivo e rappresentano un importante luogo di attrazione dei talenti.

    Oggi siamo di fronte ad un mismatch altissimo tra richiesta e offerta di lavoro, particolarmente critico in alcuni settori. Nel prossimo biennio in Emilia-Romagna, anche grazie al convinto impegno della Regione, saranno avviati 56 percorsi. Gli Its rivestono un ruolo cruciale perché, assieme alle lauree professionalizzanti, sono in grado di curvare i contenuti formativi alle esigenze di professionalità del mercato del lavoro Mi auguro di vedere tanti giovani interessati ad iscriversi alla prima scadenza di ottobre».

     

    L’intervista integrale è disponibile sullo Speciale Its pubblicato dalla Gazzetta di Parma il 16 settembre 2023

  • Regolamento Unione Europea “Imballaggi” – Focus a Bologna organizzato da Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Emilia Area Centro con UCIMA

    Regolamento Unione Europea “Imballaggi” – Focus a Bologna organizzato da Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Emilia Area Centro con UCIMA

     

    Focus a Bologna “Proposta di Regolamento dell’Unione europea sugli imballaggi e i rifiuti derivati. Prospettive e scenari futuri per le imprese”

     

    Si è svolto il 17 luglio 2023 a Bologna l’incontro di approfondimento sulla Proposta di Regolamento dell’Unione europea sugli imballaggi e i rifiuti derivati, organizzato da Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Emilia Area Centro con la collaborazione di UCIMA.

    La Proposta di Regolamento, in discussione al Parlamento europeo, rischia di produrre un impatto negativo sull’industria nazionale e dell’Emilia-Romagna: se il testo sarà approvato nella formulazione attuale ci saranno forti ricadute sia per le imprese produttrici, specie del settore del packaging e della plastica, sia per le utilizzatrici, a partire dal settore alimentare.  

    Confindustria, come affermato nella recente Audizione alla Camera dei Deputati, condivide lo spirito della proposta, volta a razionalizzare la produzione e gestione degli imballaggi e dei relativi rifiuti in un’ottica di promozione dell’economia circolare, ma sono molti gli aspetti valutati come critici nell’attuale testo del provvedimento, che rischia di danneggiare un intero sistema di eccellenza, con gravi e trasversali effetti sul sistema produttivo del Paese.

    «La norma sul riuso degli imballaggi rappresenta un’opportunità, se ben articolata, per affrontare il tema sostenibilità in modo omogeneo in tutta Europa – ha affermato Valter Caiumi, Presidente di Confindustria Emilia Area Centro -.  Riteniamo tuttavia che la proposta così come formulata oggi, al di là delle evidenti ricadute economiche negative sulla produzione europea, rischi di andare contro gli obiettivi del Green Deal, riportando indietro le lancette dell’orologio del riciclo e compromettendo la funzionalità degli imballaggi nel proteggere i prodotti. Per questo riteniamo importante promuovere confronti come quello di oggi dove produttori, distributori, Istituzioni condividono nel rispetto reciproco delle parti i nodi irrisolti delle odierne bozze di lavoro che, così come sono impostate ora, rischierebbero per molte categorie di beni di ridurre in modo significativo gli attuali standard di igiene, con ripercussioni sulla salute e sicurezza alimentare di tutti gli europei».   

    La proposta di Regolamento è stata illustrata dal Presidente UCIMA Riccardo Cavanna. “Noi non siamo contro il cambiamento  – ha dichiarato Riccardo Cavanna, Presidente di Ucima . Il problema è che questo regolamento sta creando confusione. Noi abbiamo avuto sempre un ruolo da protagonisti nel portare la filiera a raggiungere importanti risultati in termini di circular economy, ma abbiamo bisogno di un approccio concreto e che valorizzi il percorso intrapreso finora. La fattibilità tecnica del nuovo regolamento non è un aspetto da poco e va valutata attentamente. Fare fronte comune tra Associazioni ha lo scopo di poter dar voce alle perplessità delle aziende e poter lavorare per la miglior soluzione possibile. L’obiettivo comune è la salvaguardia del nostro Pianeta”.

    «Al Parlamento europeo ha dichiarato l’on. Massimiliano Salini, Membro del Parlamento europeo   stiamo lavorando per riportare nei binari del buon senso il nuovo regolamento imballaggi proposto dalla Commissione europea. L’improvviso dietro-front sul riciclo non è giustificabile: guarda al passato, contrasta con l’innovazione e impone un modello di consumo a famiglie ed imprese. Una decisione che non tiene conto delle specificità industriali dei Paesi membri, cambiando incomprensibilmente un’impostazione consolidata. È sbagliato puntare tutto sul modello del riuso a discapito del riciclo: questa scelta vanificherebbe gli sforzi delle imprese italiane che, grazie alla loro straordinaria capacità di innovare, sono diventate un modello europeo superando un tasso di riciclo dei imballaggi pari al 70%, centrando con nove anni di anticipo gli obiettivi della Commissione. Ora quest’ultima vira incomprensibilmente sul riutilizzo, senza fornire analisi di impatto e aprendo paradossalmente a incrementi nel consumo di acqua ed energia che nuocerebbero all’ambiente. Siamo contrari anche ad una definizione restrittiva di “riciclo di alta qualità” e al “close loop recycling” che metterebbero fuori gioco intere filiere industriali». 

    «Le nostre imprese dimostrano una crescente attenzione all’ambiente – ha dichiarato durante la tavola rotonda Annalisa Sassi, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna – ad esempio con l’etichettatura ambientale degli imballaggi, l’aumento di materiale riciclato e l’ecodesign. Ma l’attuale impostazione di questo Regolamento rischia di produrre effetti insostenibili sia dal punto di vista economico, con maggiori costi e oneri per le aziende e potenziali ricadute negative sui consumi, sia dal punto di vista tecnologico e logistico. Oltre al packaging, tra i settori emiliano-romagnoli interessati ci sono la filiera della plastica, con 7.800 imprese attive in regione e 117mila addetti, e il comparto alimentare che conta 4.600 aziende e 450mila addetti. Il divieto di utilizzo di numerosi tipi di imballaggi può inoltre creare ostacoli al commercio internazionale di settori fortemente esportatori come quelli coinvolti”.

    Alla tavola rotonda hanno preso parte anche l’Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali delle Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla e il Group CEO del Gruppo Fabbri Stefano Pellegatta.

    «Noi non contestiamo gli obiettivi ambientali, che anzi sosteniamo fortemente – ha concluso Maurizio Marchesini, Vice Presidente Confindustria per le Filiere e le Medie imprese  -.  Contestiamo piuttosto l’impostazione ideologica della proposta di riforma della disciplina UE degli imballaggi, che, per come è concepita, rischia di danneggiare numerose filiere strategiche del tessuto economico italiano ed europeo. Infatti, riteniamo che orientare i consumi verso la promozione acritica delle filiere corte e a Km 0 (farm to fork), favorendo i prodotti sfusi e il riutilizzo degli imballaggi a danno del riciclo, sia in contrasto con propensione delle imprese italiane all’export (prodotti alimentari, bevande, cosmetica) e con le esigenze complessive del mondo agricolo, industriale e del commercio. L’Italia è leader in Europa di economia circolare e lo abbiamo dimostrato raggiungendo con 9 anni di anticipo gli obiettivi UE di riciclo al 2030 (ricicliamo il 73% di tutti gli imballaggi). Inoltre, una regolamentazione ad esclusivo favore del riuso a scapito del riciclo non limiterebbe l’impatto ambientale: in molti casi il riciclo dell’imballaggio monouso è l’opzione maggiormente sostenibile, perché prevede meno consumo di acqua e di energia, salvaguardando i problemi di igiene e di sicurezza. Riteniamo quindi che la Commissione europea debba indicare degli obiettivi, lasciando però alle imprese e alla loro capacità di innovare il modo di raggiungerli, applicando quella neutralità tecnologica che stiamo richiamando come necessaria in diversi ambiti».

     

    Uffici stampa

    Confindustria Emilia-Romagna
    Marina Castellano – comunicazione@confind.emr.it   – tel. 051 3399911 – cell. 338 9995290 – www.confind.emr.it

    Confindustria Emilia Area Centro
    Marco Taddei – Marianna Saguatti – comunicazione@confindustriaemilia.it – tel. 051 6317234 – cell. 337 1671285 www.confindustriaemilia.it

    UCIMA
    Anna Laura Mucci – annalaura.mucci@intono.it – tel. 059 740 0579 – cell. 346 3047944 – www.ucima.it

     

  • LA FORMAZIONE NELLE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA CON FONDIMPRESA | FOCUS ORGANIZZATO DA ORIONE – Organismo bilaterale Confindustria ER CGIL CISL UIL ER

    LA FORMAZIONE NELLE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA CON FONDIMPRESA | FOCUS ORGANIZZATO DA ORIONE – Organismo bilaterale Confindustria ER CGIL CISL UIL ER

     

    La formazione in Emilia-Romagna oltre le difficoltà
    In poco più di due anni Fondimpresa ha formato 141.000 lavoratori di 8.100 imprese emiliano-romagnole

    Bologna, 4 luglio 2023 –  Tra il 2021 e il 30 aprile di quest’anno 141 mila lavoratori di oltre 8.100 imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa, Fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e CGIL CISL e UIL.

     

    Tra il 2021 e il 30 aprile 2023 i piani formativi presentati dalle imprese emiliano-romagnole hanno permesso di realizzare oltre 2 milioni di ore di formazione per un valore complessivo di oltre 85 milioni di euro

    Le imprese dell’Emilia-Romagna aderenti a Fondimpresa, il maggiore tra i Fondi interprofessionali, sono oltre 12.600, con quasi mezzo milione di occupati.  Il Fondo consente di utilizzare le risorse dello 0,30% del monte salari tramite due strumenti: gli Avvisi nazionali e il Conto Formazione di ogni azienda. 

    Sono alcuni dei dati illustrati in occasione dell’incontro “Protagonisti delle transizioni” organizzato oggi a Bologna da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna.

    Si evidenzia una grande vivacità delle piccole imprese: il 53% delle imprese che hanno organizzato corsi di formazione con Fondimpresa ha meno di 50 dipendenti. Quasi il 91% dei lavoratori esprime soddisfazione sull’utilità della formazione e sulla trasferibilità nell’attività lavorativa delle conoscenze apprese.

    La fase di forte trasformazione vissuta dalle imprese, a partire dalle innovazioni necessarie per perseguire gli obiettivi di digitalizzazione e sostenibilità, ha subìto un’ulteriore accelerazione anche in conseguenza dell’importante incremento dei costi dell’energia e delle materie prime.

    In questo scenario, ormai caratterizzato da transizioni continue, si evidenzia una sempre maggiore sinergia tra le componenti formative tecniche e trasversali. L’obiettivo è far crescere professionalmente a 360 gradi i lavoratori, che diventano così detentori e portatori di risorse distintive, in particolare competenze, capacità, abilità, da trasferire e condividere in azienda.

    Le attività formative puntano a soddisfare i fabbisogni derivanti dall’innovazione introdotta o in via di introduzione e dalle sue ripercussioni a livello organizzativo. Ne consegue anche che i responsabili aziendali sono sempre più impegnati ad anticipare i prevedibili fabbisogni formativi in funzione delle transizioni in atto a livello aziendale.

    Le competenze più richieste dalle imprese riguardano le soft skills sulla gestione di situazioni incerte e di organizzazioni aziendali sempre più articolate e complesse, ad esempio responsabilità su processi e risultati, capacità di comunicazione.  In questo quadro, emerge l’esigenza di implementare e rafforzare le competenze manageriali e di coordinamento anche per sostenere le necessarie flessibilità gestionali, come project management e gestione dei conflitti.

    Le criticità emerse nel 2022 – in particolare la guerra russo-ucraina e l’aumento dei costi di energia e materie prime – hanno rafforzato i processi di riorganizzazione interna verso la digitalizzazione, l’efficientamento energetico e la ricerca di nuovi mercati, con un conseguente aumento della formazione su competenze digitali, commerciali e inerenti l’impatto ambientale di prodotti e processi.

    L’incontro è stato introdotto da Daniele Botti e Roberto Rinaldi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Orione, che hanno illustrato l’andamento di Fondimpresa in Emilia-Romagna e i risultati rilevati nell’ambito delle attività di monitoraggio realizzate.  

    In seguito si è tenuta una tavola rotonda dedicata ad una riflessione sul rapporto tra le più recenti transizioni e i fabbisogni di competenze e professionalità, a cui hanno partecipato Federico Garavaldi, HR Plant Manager di SMEG, Filippo Caltabiano, Head of People & Culture di Fiege Logistics Italia, Samantha Metalli, Chief Operations Officer di ONIT, e i componenti RSU Claudia Betti di Walvoil, Ivan Pelizzari di Marazzi e Rosa D’Ambrosio di Parmalat.

    È poi intervenuta Francesca Bergamini, Responsabile del Settore Educazione, Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Emilia-Romagna.

    Ha concluso i lavori il Direttore Generale di Fondimpresa Elvio Mauri.

     

     

  • 4 luglio 2023 |  PROTAGONISTI DELLE TRANSIZIONI – Incontro organizzato da Orione e Fondimpresa

    4 luglio 2023 | PROTAGONISTI DELLE TRANSIZIONI – Incontro organizzato da Orione e Fondimpresa

     

    PROTAGONISTI DELLE TRANSIZIONI
    Martedì 4 luglio 2023 ore 10.30
    Bologna, via Barberia 13 –  Sede Orione e Confindustria Emilia-Romagna

     

    Il 4 luglio alle ore 10.30 si terrà a Bologna, in via Barberia 13,  l’incontro “Protagonisti delle transizioni” organizzato da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria Emilia-Romagna e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna.

    L’iniziativa sarà l’occasione per approfondire i temi della formazione continua e diffondere i risultati dell’attività di Fondimpresa nella regione.

    Quest’anno il focus sarà dedicato al tema delle transizioni e delle competenze necessarie, dando spazio alle esperienze di rappresentanti di imprese e lavoratori che si misurano quotidianamente con i cambiamenti in atto. 

     

    PROGRAMMA

     

    Introduzione ai lavori
    Daniele Botti, Presidente Orione

     

    I risultati di Fondimpresa in Emilia-Romagna
    Roberto Rinaldi, Vice Presidente Orione

     

    Tavola rotonda

    Transizioni e competenze

    Federico Garavaldi, HR Plant Manager Smeg

    Filippo Caltabiano, Head of People & Culture Fiege Logistics Italia

    Samantha Metalli, Chief Operations Officer Onit

    Claudia Betti, RSU Walvoil

    Ivan Pelizzari, RSU Marazzi

    Rosa D’Ambrosio, RSU Parmalat

     

    Intervento
    Francesca Bergamini, Responsabile Settore Educazione, Istruzione, Formazione, Lavoro della Regione Emilia-Romagna

     

    Conclusioni
    Elvio Mauri, Direttore Generale Fondimpresa

     

    Modera: Giuseppe Pilloni, giornalista E’ tv-Rete 7

     

     

    Per informazioni e adesioni
    t.termanini@rete.fondimpresa.it
    051 0195511

     

  • INVESTIMENTI |  LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUANO AD INVESTIRE, IL 23% IN PIÙ DELL’ANNO PRECEDENTE

    INVESTIMENTI | LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUANO AD INVESTIRE, IL 23% IN PIÙ DELL’ANNO PRECEDENTE

     

    Le imprese dell’Emilia-Romagna continuano ad investire in modo strutturale nonostante lo scenario incerto e turbolento
    Sempre maggiore attenzione alla sostenibilità: il 60 per cento ha programmato investimenti per il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente

     

    Bologna, 8 giugno 2023  –  L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Associazioni e Unioni Industriali della regione, conferma la vivacità del sistema industriale: le aziende emiliano-romagnole hanno investito il 5 per cento del fatturato nel corso del 2022, con un aumento del 23 per cento rispetto al 2021.

    Le imprese nel 2022 hanno puntato soprattutto su investimenti di natura organizzativa e gestionale: il 52 per cento delle imprese ha investito in formazione e altrettanti in ICT, il 48 per cento in linee di produzione e il 40 per cento in ricerca e sviluppo.

    Anche le previsioni per il 2023 sono positive: le imprese che prevedono di effettuare investimenti sono l’88 per cento, una quota significativa ma in leggera contrazione rispetto al 2022.  Oltre il 50 per cento delle aziende prevede di investire in ICT e formazione, il 43 per cento in ricerca e sviluppo, il 31 per cento tutela ambientale e il 25 per cento in nuovi immobili.

    «La spinta delle imprese agli investimenti – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi − ha contribuito anche nel 2022 a mantenere elevato il ritmo di crescita dell’economia regionale. Gli imprenditori emiliano-romagnoli hanno continuato ad investire pur in uno scenario incerto e turbolento, caratterizzato dal conflitto russo-ucraino, l’esplosione dei costi energetici e delle materie prime, l’aumento dell’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse. Occorre grande attenzione ad accompagnare e sostenere soprattutto le piccole imprese, che hanno possibilità di investimento strutturalmente più basse delle medio-grandi a causa di una minore capacità finanziaria e maggiore difficoltà a reperire risorse umane qualificate. Le previsioni per il 2023 sono positive ma necessariamente caute. La cautela è accentuata dai possibili effetti delle recenti alluvioni sul sistema produttivo, non inclusi nella nostra indagine, che potranno ridimensionare la dinamica di crescita dell’Emilia-Romagna».

    L’indagine rileva quali siano i principali fattori di ostacolo alle decisioni di investimento. La dinamica congiunturale è il primo freno ad investire: quasi il 40% delle imprese si attende una domanda insufficiente. A seguire le difficoltà a reperire le risorse umane (35%), più stringenti per le grandi imprese, per le imprese del settore metalmeccanico e del terziario.  Il 25% delle imprese segnala come la burocrazia e le difficoltà sulle risorse finanziarie frenino gli investimenti.  I costi dell’energia rappresentano un ostacolo per il 18% delle imprese e sono più critici per le medio-grandi imprese, le imprese del settore metalmeccanico e della chimica/plastica.

    Si conferma, sotto il profilo dimensionale, il divario tra piccole e grandi imprese: la quasi totalità delle medio-grandi imprese ha investito, mentre una piccola impresa su cinque non ha effettuato investimenti nel 2022.

    Alla presentazione dell’Indagine ha partecipato anche Intesa Sanpaolo. «L’indagine –  afferma Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo − conferma come  l’Emilia-Romagna sia una  regione  dinamica  e  un traino  per l’economia nazionale  anche nei momenti di incertezza, poiché costantemente proiettata verso gli investimenti strategici e l’innovazione. Come prima banca italiana siamo impegnati ad essere partner a 360 gradi delle imprese sostenendole con misure straordinarie ove necessario e supportandone i progetti di sviluppo, come quelli verso l’indipendenza energetica e la sostenibilità ambientale cui le imprese regionali dimostrano grande attenzione. Come Direzione Regionale Intesa Sanpaolo nel 2022 abbiamo erogato 1,6 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine alle imprese regionali, con oltre 370 milioni legati ad obiettivi di sostenibilità concordati con le aziende con specifici meccanismi di premialità. Intendiamo fornire alle imprese gli strumenti più innovativi per cogliere le opportunità derivanti dalla transizione sostenibile: nell’ambito dei 410 miliardi di euro di finanziamenti che il Gruppo prevede a sostegno degli obiettivi del PNRR, 76 sono dedicati alla transizione energetica e agli investimenti in energie rinnovabili».

    «Per una situazione straordinaria come quella provocata dalle recenti alluvioni abbiamo ritenuto doveroso mettere a disposizione misure straordinarie per contribuire al superamento dell’emergenza e sostenere una ripresa quanto più celere possibile per imprese e famiglie – sottolinea la Florio –. Due misure sono a fondo perduto: Intesa Sanpaolo donerà 5 milioni di euro e restituirà gli interessi sul mutuo per le famiglie a reddito più contenuto con casa danneggiata irreversibilmente. Abbiamo poi stanziato 2 miliardi di euro per finanziamenti a condizioni agevolate, con possibilità di preammortamento per le imprese fino a 36 mesi e di accesso alle garanzie pubbliche. Famiglie, imprese, anche di piccolissime dimensioni, aziende agricole e enti del Terzo Settore possono così contare sul nostro sostegno. Abbiamo previsto anche la possibilità di sospendere fino a 24 mesi le rate dei finanziamenti in essere e l’azzeramento per un anno delle commissioni sui pagamenti Pos fino a 30 euro e la gratuità del canone».

    Alla presentazione del rapporto, che si è svolta l’8 giugno a Bologna presso la sede di Confindustria Emilia-Romagna, è intervenuto Giovanni Foresti, economista Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

     

    Focus 2023 sugli investimenti in ambito energetico e tutela ambientale

    Il focus di quest’anno, dedicato agli investimenti in ambito energetico e ambientale, rivela come nel 2023 il 60% degli imprenditori investirà per migliorare la sostenibilità dell’azienda.

    Il 54% delle imprese effettuerà investimenti in ambito energetico per il risparmio di energia e/o per il ricorso all’autoproduzione, il 31% in ambito ambientale, e una impresa su quattro investirà in entrambi gli ambiti. 

    Gli interventi dedicati alla sostenibilità crescono al crescere della dimensione aziendale: li ha programmati una piccola impresa su due, il 75% delle medie imprese, il 78% delle grandi.

    «Si conferma l’impegno delle imprese dell’Emilia-Romagna – sottolinea la Presidente di Confindustria regionale Annalisa Sassi −  verso la sostenibilità, con interventi che innovano processi, prodotti e modelli di business.  Il quadro è positivo, anche se ci sono margini di miglioramento soprattutto per le PMI. Ora dobbiamo sviluppare comportamenti proattivi, piuttosto che di reazione a fattori esterni come è accaduto con l’esplosione dei costi energetici, che favoriscano una maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale dell’attività d’impresa. La direzione è quella giusta e il sistema Confindustria gioca un ruolo fondamentale per accrescere la cultura e la capacità di visione delle imprese».

    Circa gli investimenti in ambito energetico le imprese prevedono di investire in media l’1,5% del fatturato. Prevalgono gli investimenti per l’autoproduzione di energia elettrica: l’82,5% delle imprese che investirà in ambito energetico interverrà per avviare o migliorare meccanismi di autoproduzione di energia elettrica. 

    Altra voce importante riguarda gli investimenti per l’efficientamento di impianti e processi (45%). Residuali gli investimenti previsti per la riqualificazione energetica degli stabilimenti (14%), con il metalmeccanico che arriva ad un 22,6%, e bassi gli investimenti per la certificazione energetica ISO 45001 (4,1%).

    Per quanto riguarda le fonti rinnovabili attraverso le quali autoprodurre energia elettrica, la prevalenza quasi assoluta riguarda gli investimenti in fotovoltaico (98,6%). Tra le grandi imprese ci sono alcune indicazioni di ricorso all’idroelettrico e al biometano. Nel settore alimentare il 10% delle aziende prevede di investire in biomasse e il 5% in biometano.  Il 16% delle imprese che ha programmato investimenti in questo ambito è interessata a valutare l’utilizzo di altre fonti di approvvigionamento energetico:  una su due potrebbe considerare il gas naturale liquefatto, una su tre l’idrogeno.

    Per quanto riguarda gli investimenti in ambito ambientale, le imprese prevedono di investire circa l’1,8% del fatturato. La principale tipologia di investimenti riguarda il riciclo degli scarti di produzione (51,0%), seguito da interventi per la riduzione delle emissioni in atmosfera (43,8%), riduzione dei materiali impiegati (32,3%), riduzione del consumo di acqua (31,3%).

     

    L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, giunta alla ventiquattresima edizione, ha coinvolto quest’anno 403 imprese, con un giro d’affari di 22,2 miliardi di euro di fatturato e 57.257 addetti.  Il 55% delle aziende coinvolte è di piccola dimensione sino a 49 addetti, il 33% è rappresentato da medie imprese sotto i 250 addetti e il 12% da grandi aziende.  Circa i settori il 34% delle aziende appartiene al settore metalmeccanico, il 9,4% alimentare, l’11,7% chimica/plastica, il 19,6% altra manifattura. Da tre anni sono incluse anche imprese dei servizi associate al sistema Confindustria, pari ad un quarto del totale.

  • I vertici di Confindustria Emilia-Romagna in visita al Centro ricerche ENEA di Brasimone

    I vertici di Confindustria Emilia-Romagna in visita al Centro ricerche ENEA di Brasimone

     

    Bologna, 22 giugno 2023 – Oggi i vertici di Confindustria Emilia-Romagna hanno effettuato una visita al Centro ricerche ENEA di Brasimone, a Camugnano, in provincia di Bologna sull’Appennino tosco-emiliano.

    «Abbiamo voluto conoscere da vicino questo polo d’eccellenza – ha dichiarato Annalisa Sassi, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna – del nostro territorio, uno dei principali centri di ricerca per lo sviluppo di tecnologie avanzate a livello nazionale ed internazionale. Nel campo energetico abbiamo davanti una sfida: costruire una strategia di medio lungo periodo in grado di realizzare un mix di fonti, investendo con decisione sulla capacità di produzione di energia e cogliendo ogni opportunità offerta dalla tecnologia. Qui si studiano la fissione di quarta generazione e la fusione nucleare a confinamento magnetico: grazie agli investimenti e alla ricerca in corso al Brasimone, che coinvolge competenze assai qualificate, faremo importanti passi in avanti per produrre energia pulita, sicura e sostenibile».   

    Con oltre 400 ettari di superficie e 17 tra edifici e hall sperimentali, il Centro Ricerche è uno dei maggiori poli di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo di tecnologie nei settori dell’energia, della salute, della tutela dell’ambiente e del territorio, fra cui in particolare: tecnologie avanzate per l’energia da fusione e fissione, spazio, radiofarmaci, biomedicina, radioterapia, sicurezza alimentare e ambientale, tecnologie dei materiali e dei metalli liquidi. Nel Centro di Brasimone, in un’area di interesse delle regioni Emilia-Romagna e Toscana, i ricercatori dispongono di un parco di infrastrutture sperimentali avanzate aperto a ricercatori, borsisti, studenti e dottorandi provenienti da enti e università internazionali e collaborano con istituti di ricerca di Paesi leader in campo tecnologico, quali Stati Uniti, Giappone, Canada, Regno Unito e Cina.

    In questa cittadella della ricerca nasce la collaborazione con l’azienda newcleo per produrre energia in modo sicuro e sostenibile attraverso sistemi nucleari innovativi di piccole dimensioni, gli “Advanced Modular Reactors”, raffreddati al piombo invece che ad acqua, molto più affidabili e flessibili degli attuali reattori di II e III generazione, da realizzare al di fuori dell’Italia. 

    «Il Centro Ricerche ENEA di Brasimone da oltre vent’anni è all’avanguardia nello sviluppo delle tecnologie dei metalli liquidi pesanti per applicazioni nucleari, utili per la fusione a confinamento magnetico ma anche per sistemi nucleari innovativi di IV generazione, per produrre energia in modo sicuro, affidabile e sostenibile ha dichiarato Giorgio Graditi, Direttore generale dell’ENEA -. In questo polo di eccellenza disponiamo di competenze, infrastrutture di ricerca uniche e un background che ci consente di collaborare a livello internazionale con le industrie, per realizzare, con il supporto delle Istituzioni e degli Enti locali, un centro di riferimento per garantire la produzione di energia elettrica in una prospettiva di decarbonizzazione, con ricadute rilevanti a livello scientifico, economico ed occupazionale».

    «Il Brasimone è uno dei maggiori centri di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo di materiali e di tecnologie avanzate nel campo della salute, della tutela dell’ambiente e del territorio   ha affermato Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Lavoro, Formazione e Relazioni Internazionali della Regione Emilia-Romagna . La Regione finanzia, in particolare, tre progetti sulla medicina nucleare, la radioterapia per la diagnosi oncologica e la progettazione e realizzazione di droni per il monitoraggio del territorio. A seguito dell’intesa firmata lo scorso anno fra ENEA e la società newcleo, che porta avanti gli studi del Nobel Carlo Rubbia, il Brasimone si è accreditato inoltre come centro fra i più importanti a livello mondiale per lo studio della produzione di energia pulita attraverso le più innovative e sicure tecnologie nucleari di ultima generazione. La visita di oggi ci ha permesso di incontrare questa preziosa comunità di ingegneri, che ha portato eccellenza e sviluppo nel nostro Appennino, e di conoscere l’avanzamento di questi studi, fondamentali per il futuro nostro e dell’intera comunità internazionale».    

    Alla visita hanno partecipato anche rappresentanti di Confindustria e delle Confindustrie regionali.  «Gli obiettivi di neutralità tecnologica al 2050 ci impongono una seria riflessione sull’opzione nucleare ha sottolineato Aurelio Regina, Presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria . Abbiamo visto anche in questo incontro che l’Italia ha un importante patrimonio di competenze sul piano della ricerca e un potenziale notevole sul piano della filiera tecnologica. Credo che la politica debba fare la sua parte, non solo con dichiarazioni facili di sostegno ma con precisi impegni di responsabilità. Un primo segnale di credibilità potrebbe venire da indicazioni precise per chiudere il tema del deposito delle scorie nucleari sul quale abbiamo una consultazione aperta da quattro anni, ed è giunto il momento di decidere dove».    

     

     

  • PROGETTO CREI-AMO L’IMPRESA |  OTTO SCUOLE PREMIATE PER L’IMPEGNO NELLA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI D’IMPRESA INNOVATIVI E LEGATI AL TERRITORIO

    PROGETTO CREI-AMO L’IMPRESA | OTTO SCUOLE PREMIATE PER L’IMPEGNO NELLA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI D’IMPRESA INNOVATIVI E LEGATI AL TERRITORIO

     

    Gli istituti scolastici dell’Emilia-Romagna premiati dal Progetto Crei-amo l’impresa promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria regionale

     

    Bologna, 6 giugno 2023 –  Si è conclusa l’edizione 2022-23 del progetto CREI-AMO L’IMPRESA! promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e la collaborazione della rappresentanza regionale dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco.

    L’iniziativa, giunta alla ventiquattresima edizione, ha l’obiettivo di far vivere agli studenti l’esperienza dell’impresa, a partire dall’ideazione sino alla messa a punto di un business plan dettagliato in ogni aspetto della vita aziendale, con il coordinamento dei docenti e la supervisione dei giovani imprenditori in qualità di tutor.

    Hanno partecipato 8 istituti secondari superiori dell’Emilia-Romagna.  Negli anni l’iniziativa ha coinvolto complessivamente circa 3.800 studenti di tutte le province dell’Emilia-Romagna.

    «CREI-AMO L’IMPRESA – ha dichiarato il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni   è un progetto regionale al quale teniamo molto perché ci consente di incontrare tanti giovani e avvicinarli alla cultura d’impresa e all’autoimprenditorialità, che saranno utili per costruire il loro futuro. Gli studenti e i loro docenti hanno presentato progetti d’impresa di grande qualità. Non è scontato, in un anno complesso come questo: l’impegno e la responsabilità sono valori fondamentali nel mondo del lavoro, che ha bisogno di giovani motivati e proattivi come questi».

    «Il progetto “Crei-amo l’impresa!” − ha sottolineato il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Stefano Versari integra in modo efficace l’offerta formativa, contribuendo a potenziare le competenze degli studenti chiamati a cimentarsi in pratiche d’impresa.  Si tratta di una metodologia didattica che contribuisce anche allo sviluppo di competenze trasversali e in particolare dell’autoimprenditorialità. La modalità laboratoriale, inoltre, sollecita il protagonismo dei ragazzi, con ciò contribuendo anche allo sviluppo di competenze di auto-orientamento, in linea con gli obiettivi delle recenti Linee Guida per l’orientamento emanate dal Ministero, in vigore dal prossimo anno scolastico».

    Si è classificato primo il progetto CELLBEEPLANET presentato dall’Istituto Carlo Emilio Gadda di Langhirano (Parma), che intende produrre packaging alimentari ecologici e compostabili al 100% realizzati con materiali vegetali come nanocristalli di cellulosa, cera d’api e il micelio ottenuto dalla radice dei funghi.

    Si è distinto per attinenza alle vocazioni e alle opportunità del territorio il progetto GREEN SPLASH dell’Istituto San Colombano di Bobbio (Piacenza) che prevede la realizzazione di un centro termale ecosostenibile nel territorio e di esperienze di degustazione di cibi biologici locali.

    La Giuria ha premiato per l’originalità il progetto CHAMELEON dell’Istituto Enrico Fermi di Modena, che prevede la personalizzazione di felpe con l’utilizzo di patch adesivi originali e rimovibili.

    Ha vinto il premio per la realizzabilità e utilità il progetto STYLE THE RAG presentato dall’Istituto Piero Gobetti di Scandiano (Reggio Emilia): un’azienda che produce abbigliamento fashion con tessuti ecosostenibili.        

     La Giuria ha premiato per attinenza al settore/prodotto/servizio dell’impresa oggetto della visita aziendale il progetto PRINTECO ideato dall’Istituto Fermo Corni di Modena: una stampante laser ecosostenibile in grado di trasformare i granuli di plastica riciclata e riutilizzare gli scarti di produzione.         

    Quanto alla qualità delle challenges il progetto premiato è stato A.P.E. presentato dall’Istituto Pier Crescenzi Pacinotti Sirani di Bologna: una App che connette i giovani per condividere attività, sport, tempo libero e conoscere il territorio.

    Si è distinto per la qualità della presentazione il progetto GREEN BOX presentato dall’Istituto Guarini di Modena: una stazione di deposito e ricarica per i monopattini elettrici, costruita in legno e acciaio.

    Si è aggiunta una menzione speciale che la Giuria ha voluto attribuire al progetto SOFTWARE CUISINE ideato dall’Istituto Giovanni Agnelli di Cesenatico (Forlì-Cesena): un software culinario per vivere l’esperienza della ristorazione in modo interattivo

    Sono intervenuti, oltre al Presidente regionale dei Giovani Imprenditori Ivan Franco Bottoni, il  Dirigente dell’Ufficio IV dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Giovanni Desco, la coordinatrice del progetto e Vice Presidente regionale Beatrice De Gaspari, la rappresentante  dei Giovani Imprenditori Confindustria Emilia Centro Francesca Villani, la rappresentante dell’Associazione Giovani per l’Unesco Coordinamento Emilia-Romagna Francesca Fecoli e la delegata dell’Ufficio Scolastico Regionale Chiara Scardoni.

    L’iniziativa si svolge nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), in quanto il tempo impiegato per la realizzazione dei business plan può essere valutato come tale, sulla base delle intese con le scuole.

    Alla classe vincitrice assoluta è stato assegnato un premio in buoni per l’acquisto di libri. Gli istituti hanno ricevuto gli attestati offerte da Tecnostudi e i gadget offerti da Franco Cosimo Panini.

    L’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, partner di Crei-amo l’impresa dal 2018 con il coordinamento Emilia-Romagna, supporta le attività della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco nel campo dell’educazione, scienza, cultura e comunicazione, promuovendone progetti, valori e priorità nelle comunità locali attraverso la partecipazione attiva dei giovani.

     

    Nella foto:  la classe dell’Istituto Carlo Emilio Gadda di Langhirano (Parma)

     

     

  • ALLUVIONE | ANNALISA SASSI: IL NODO PIÙ CRITICO ORA È QUELLO DELLE INFRASTRUTTURE

    ALLUVIONE | ANNALISA SASSI: IL NODO PIÙ CRITICO ORA È QUELLO DELLE INFRASTRUTTURE

     

    “L’emergenza assoluta  – ha affermato Annalisa Sassi, Presidente Confindustria Emilia-Romagna, intervenendo al Consiglio di Presidenza straordinario di Confindustria Romagna del 22 maggio  – è assicurare la sicurezza delle persone e dei territori colpiti dagli effetti dell’alluvione.

    Il nodo più critico è quello delle infrastrutture, che sta rallentando il sistema della logistica e delle forniture di tutte le filiere produttive. Occorre ristabilire subito la viabilità e ripristinare le opere infrastrutturali così duramente messe alla prova. Domani assieme alla Regione incontreremo il Governo, al quale chiederemo misure urgenti sia per l’emergenza sia per la ripartenza il più celere possibile”.        

     

    In allegato la nota stampa integrale di Confindustria Romagna 

     

     

         

  • La Presidente Annalisa Sassi “Completare il disegno infrastrutturale e logistico dell’Emilia-Romagna”

    La Presidente Annalisa Sassi “Completare il disegno infrastrutturale e logistico dell’Emilia-Romagna”

     

    Secondo l’Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord, in Emilia-Romagna e nel Nord Est il 50 per cento dei lavori per grandi infrastrutture è proseguito secondo i programmi, mentre 1 intervento su 5 è risultato in ritardo.

    Oltre 7 miliardi di euro di finanziamento per infrastrutture destinati dal PNRR all’Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige

    Annalisa Sassi, Presidente Confindustria Emilia-Romagna «Occorre completare il disegno infrastrutturale e logistico dell’Emilia-Romagna. Investire sulle infrastrutture determina un effetto positivo sull’economia e consente di attrarre nuovi investitori nel Paese».

     

    Bologna, 5 aprile 2023 –  Secondo il Rapporto dell’OTI-Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord, il 50 per cento dei lavori per le grandi infrastrutture in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige nel 2022 è proseguito secondo i programmi, mentre un intervento su cinque è risultato in ritardo. 

    Per quanto riguarda le grandi opere monitorate dall’Osservatorio le cinque regioni del Nord Est sono destinatarie di oltre 7 miliardi di euro di finanziamento da parte del PNRR.

    OTI NORD, che monitora l’avanzamento degli iter progettuali o realizzativi di 84 grandi opere infrastrutturali nelle regioni del Nord Italia, è promosso dalle Confindustrie Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, con il supporto di Fondazione Nord Est, insieme a Confindustria Liguria, Confindustria Lombardia, Confindustria Piemonte.

    «Il Rapporto di monitoraggio sulle infrastrutture che realizziamo come Confindustrie del Nord – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassiconferma la centralità dell’Emilia-Romagna nei grandi corridoi internazionali Nord-Sud e Est-Ovest. Investire sulle infrastrutture, con tutta la dovuta attenzione all’ambiente, determina un effetto positivo sulla domanda e sull’occupazione, un effetto moltiplicatore sugli investimenti pubblici e privati, e consente di attrarre nuovi investitori nel Paese

    Il disegno infrastrutturale e logistico dell’Emilia-Romagna – prosegue la Presidente – deve essere completato, integrando gli investimenti e completando le opere prioritarie: il nodo di Bologna e il Porto di Ravenna, i cui lavori sono avviati, ma anche la Cispadana, la bretella Campogalliano Sassuolo, la Tirreno-Brennero stradale e ferroviaria. Occorre programmare investimenti per rafforzare il sistema aeroportuale di Bologna, Parma, Forlì e Rimini e le connessioni logistiche degli interporti e dei centri intermodali, fondamentale asset competitivo per l’industria».

     

    I fattori critici legati all’inflazione
    Il 2022 ha presentato importanti criticità che si sono aggiunte alle complessità degli iter procedurali per gli interventi in corso. In particolare, le dinamiche inflazionistiche che coinvolgono le materie prime per le costruzioni e il mercato dell’energia rischiano di costituire un freno all’attivazione del piano di investimenti europei previsti dal PNRR, inclusi gli investimenti legati alle infrastrutture.

    Nel complesso gli incrementi dei costi registrati nel biennio 2020-22 sono stati tra il 12,4% e il 14,4%, con un aggravio dei costi straordinario per le imprese, da un lato, e per le stazioni appaltanti, dall’altro.
     

    Le infrastrutture: andamento degli interventi
    Nelle regioni del Nord Est i progetti monitorati dall’Osservatorio sono 24, per lo più inseriti nei grandi Corridoi europei: 6 di questi hanno registrato un leggero rallentamento nel corso del 2022 degli iter o delle tempistiche previste.

    In particolare in Emilia-Romagna

    Corridoi Europei       
    Il Corridoio Baltico-Adriatico ha visto l’avanzamento dei lavori in alcune tratte della linea ferroviaria tra Bologna e Rimini, nella prospettiva futura di potenziare questa tratta con la linea ad alta velocità;  ad inizio 2023 si sono avviati i lavori propedeutici per il nodo di Bologna (potenziamento in sede del sistema autostradale e alcune tratte della tangenziale);  è previsto entro l’anno il via ai lavori di ampliamento di alcune tratte delle autostrade A14 e A13: quarta corsia tra Ozzano Emilia e diramazione per Ravenna, terza corsia della tratta Bologna Ferrara.       

    Nel Corridoio Scandinavo-Mediterraneo si registra il ritardo della procedura di avvio per la bretella autostradale Campogalliano Sassuolo: il Governo dovrebbe procedere entro l’anno con l’avviso pubblico per l’assegnazione dei lavori.

    Per l’asse plurimodale Tirreno-Brennero si avviano a conclusione i lavori del primo lotto del raccordo autostradale tra l’Autostrada CISA A15 e Brennero A22; nei primi mesi 2023 è previsto l’inizio dell’iter autorizzatorio per il primo lotto del raddoppio ferroviario tra Parma e Vicofertile; è stato approvato a fine 2022 il piano di project financing per la nuova autostrada regionale Cispadana e nel 2023 dovrebbe iniziare la fase di affidamento lavori.

    Hub portuali
    Il Porto di Ravenna ha visto importanti progressi sia nell’affidamento della progettazione sia nella disponibilità di risorse finanziarie grazie ai fondi del PNRR: le opere di adeguamento, a partire dall’approfondimento dei fondali e realizzazione di nuove banchine, dovranno concludersi nel 2026.

    ​​​​Aeroporto di Bologna
    I lavori di ampliamento dell’aerostazione e completamento di altri interventi, dopo uno stop dovuto alla pandemia, riprenderanno nel corso del 2023, con un orizzonte temporale al 2030.

     

    Le prossime scadenze
    Il 2026 si prospetta come uno spartiacque fondamentale per la competitività del sistema infrastrutturale del Nord Italia.  Se verranno rispettati i cronoprogrammi attuali, entro quella data saranno completati ben 49 tra lotti, tratte e singole opere funzionali degli interventi infrastrutturali monitorati, che coinvolgeranno in particolare il Corridoio Mediterraneo, i sistemi portuale, aeroportuale, pedemontano e i nodi metropolitani di Milano, Torino, Genova, Venezia e Bologna.

    In particolare, nel 2026 per l’Emilia-Romagna andranno a scadenza i lavori previsti per l’autostrada A13 Bologna-Ferrara, l’Hub portuale di Ravenna e il Servizio ferroviario metropolitano di Bologna.

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