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Categoria: Comunicati stampa

  • PRESENTATO IL RAPPORTO SULLE INFRASTRUTTURE NEL NORD ITALIA

    PRESENTATO IL RAPPORTO SULLE INFRASTRUTTURE NEL NORD ITALIA

     

    Secondo il Rapporto dell’OTI-Osservatorio  Infrastrutture Nord,  il 50 per cento dei lavori per le grandi infrastrutture in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige nel 2022 è proseguito secondo i programmi, mentre un intervento su cinque è risultato in ritardo. 

    OTI NORD, che monitora l’avanzamento degli iter progettuali o realizzativi di 84 grandi opere infrastrutturali nelle regioni del Nord Italia, è promosso dalle Confindustrie Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, con il supporto di Fondazione Nord Est, insieme a Confindustria Liguria, Confindustria Lombardia, Confindustria Piemonte.

     

     

  • VISIONI 2023 | I Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige guardano al futuro dell’impresa, tra ambiente, spazio e territorio

    VISIONI 2023 | I Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige guardano al futuro dell’impresa, tra ambiente, spazio e territorio

    35° Meeting Giovani Imprenditori del Nordest

     

    VISIONI 2023: UN NUOVO MODELLO DI IMPRESA

    I Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige guardano al futuro dell’impresa, tra ambiente, spazio e territorio

    31 marzo 2023 – I megatrend dell’industria, l’impatto positivo delle imprese e l’attrattività di talenti sul territorio. Sono stati questi i protagonisti del 35° Meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est, dedicato alla ricerca di “Un Nuovo Modello di Impresa”, l’appuntamento svoltosi a Cortina D’Ampezzo e promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

    L’incontro, al quale hanno partecipato 250 giovani imprenditori provenienti da tutt’Italia, si è confermato come uno dei momenti più importanti di confronto e condivisione di riflessione sui temi di politica economica e industriale per il futuro dei giovani, delle imprese, del Paese. 

    In apertura  i Giovani imprenditori hanno condiviso la loro visione sul loro nuovo paradigma di impresa, un modello di riferimento che tenga conto delle necessità contingenti di oggi ma che soprattutto guardi al futuro con una nuova consapevolezza e fiducia:  «I giovani se ne vanno dal paese più bello del mondo perché bellezza e attrattività sono due cose diverse – ha esordito Marco Dalla Bernardina, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria VenetoQuesto, in particolare, è il tema su cui “Visioni 2023 – Un nuovo modello di impresa”, si è interrogato cercando di immaginare un futuro diverso per le nostre città e le nostre aziende. Nonostante gli sforzi in termini di sostenibilità e innovazione – il 59% delle imprese italiane ha un comitato ESG; il 77% delle PMI è attivo sulla sostenibilità ambientale e nel 2023 si stima che aumenterà del 2,1% il budget ICT per investimenti in information security, big data, analytics e cloud – l’Italia è solo al 19° posto nella classifica mondiale di attrattività e al 9° posto tra i Paesi del G20, alle spalle dei principali competitors europei. Del resto, è difficile competere in termini di attrattività con un cuneo fiscale che nel 2021 era al 46.5%, una pressione fiscale che sfiora il 44% e con un debito pubblico di oltre 2700 miliardi di euro. In questo scenario, c’è un altro dato da tenere a mente: 522.088. Sono le aziende italiane con la maggioranza di titolari o soci under 35, che hanno scelto di rimanere, di combattere, di far nascere e crescere qui i propri figli, di rimboccarsi le maniche per migliorare il proprio paese. C’è un esercito di oltre 500.000 aziende guidate da persone nel cui cuore sventola la bandiera italiana e che non vede l’ora di portare il proprio contributo per condividere riforme sistemiche, visionarie, coraggiose.»

    Hanno portato i propri saluti anche il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi, il Presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro, il presidente di Confindustria Trentino Alto Adige Fausto Manzana, il presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e il Condirettore Generale e Chief Commercial Officer Banca Ifis Raffaele Zingone.

    «L’innovazione è ciò che contraddistingue i nuovi modelli d’impresa e il futuro di un’azienda dipende dalla sua capacità di aggiornarsi più rapidamente dei concorrenti. – ha commentato il Presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro nei saluti iniziali – Cambiamenti che non sono solo di natura tecnica ma anche di cultura aziendale, di organizzazione, di soluzioni che rispondono alle esigenze attuali. I Giovani Imprenditori possono esserne il motore, avere un ruolo di “changemaker”. La sfida più urgente, come detto, è quella di riuscire ad attrarre i giovani talenti. Siamo tutti chiamati a rendere le nostre imprese sempre più tecnologiche, digitali, sostenibili ma anche aperte, esperienziali, gratificanti. Dobbiamo infatti riuscire a fermare l’emorragia di competenze che perdiamo a favore dei paesi esteri. Due milioni in dieci anni. Nel Nordest, tra il 2011 e il 2021, sono più di 160mila i giovani under 40 che hanno lasciato il loro territorio, a fronte di poco più di 57mila che ne sono arrivati. Di questi un quinto sono giovani laureati. Per intervenire nella maniera corretta, occorre conoscere. Per questo, è partita una doppia ricerca di Fondazione Nord Est che, con il convinto sostegno della Regione Veneto, vuole indaga le ragioni sia della diaspora dei giovani, sia della dilagante “rassegnazione” che sta investendo il mondo del lavoro. Il nuovo modello d’impresa vincente sarà infatti quello che riuscirà a coniugare i nuovi trend della trasformazione digitale con iniziative atte a mitigare e, nella migliore delle ipotesi, invertire i cambiamenti demografici in atto. Una sfida per cui è necessaria una stretta collaborazione tra pubblico e privato perchè solo insieme si potranno trovare adeguate risposte di sistema. Come sul tema dell’immigrazione che è cruciale, dove non è questione di soli numeri e nemmeno di soluzioni tipo click day, ma di flussi regolari, di formare persone per poi integrarle

    Numerosi i protagonisti dei tre focus: 

    • di futuro e space economy hanno parlato Stefano Pujatti Founder di Elastico Farm e Giorgia Sali Marketing Business Partner di TeamSystem, introdotti dallo speech di Chiara Chiesa, PR Internazionale, Space Advisor & Analista.
    • sull’Agenda 2023 e sui Megatrend EU sono intervenuti, con l’introduzione di Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader Italia, Grecia e Malta, Il CEO di Thélios SpA, Alessandro Zanardo, il CCO e Founder di D-Orit SpA, Renato Panesi e il CEO di Polaris Engineering, Paolo Attanasio.
    • ampio spazio è stato dato al dibattito fra Luca Zaia (Presidente Regione Veneto), Stefano Bonaccini (Presidente Regione Emilia-Romagna) e Maurizio Fugatti (Presidente Regione Provincia Autonoma di Trento), i quali si sono confrontati sul futuro dei loro territori, delineandone necessità e sfide, ma soprattutto disegnandone opportunità per fare delle loro regioni degli hub innovativi e attrattivi per i nuovi talenti.

    Inoltre, durante il meeting sono state selezionate le startup vincitrici della tappa di Cortina della seconda edizione di TALENTIS – GI Startup program, il programma dei Giovani Imprenditori dedicato alle startup italiane, nato con l’obiettivo di rafforzare il network dell’innovazione in Italia.

    A conclusione dei lavori è intervenuto il Presidente Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano: «Stiamo attraversando un’epoca di grandi cambiamenti globali imposti dalla pandemia prima, dal conflitto oggi e dalla realizzazione, ormai imprescindibile, della twin transition, digitale e verde. Due semplici parole che però racchiudono due universi strettamente interconnessi, sui quali si gioca il futuro dell’impresa e della società intera. Non si può più parlare di crescita e sviluppo, infatti, senza immaginarli nella cornice della sostenibilità ambientale e sociale e attraverso l’innovazione digitale. Si tratta indubbiamente di un punto di svolta, soprattutto per le nuove generazioni perché la doppia transizione rappresenta, tra le tante cose, anche il primo momento storico in cui i più giovani hanno qualcosa da insegnare alle generazioni precedenti. Una delle ragioni per cui è difficile innovare questo Paese, è proprio la sua incapacità di creare spazi all’interno dei quali le giovani generazioni possano sentirsi a loro agio e, di conseguenza, crescere e produrre valore aggiunto. Dobbiamo riconoscere le loro competenze, continuare ad offrire formazione costante e di qualità, opportunità di sviluppo professionale, modelli di welfare integrativo e un ambiente di lavoro che valorizzi diversità e inclusione. Solo così riusciremo non solo ad attrarre e trattenere i talenti ma anche a far esprimere ad ogni lavoratore le sue migliori potenzialità, accrescendo produttività e competitività nel suo contesto organizzativo».

    Il convegno ha visto il supporto di Deloitte Private, Polaris Engineering, Banca Generali, WindTre Business e Banca Ifis.

     

    L’EVENTO SUL WEB

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  • UN NUOVO MODELLO DI IMPRESA |  IL 31 MARZO A CORTINA MEETING DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA E TRENTINO ALTO ADIGE

    UN NUOVO MODELLO DI IMPRESA | IL 31 MARZO A CORTINA MEETING DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA E TRENTINO ALTO ADIGE

     

    IL LINK ALLA DIRETTA
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    VISIONI 2023: UN NUOVO MODELLO DI IMPRESA
    35° Meeting dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige
    il 31 marzo a Cortina d’Ampezzo 

    I Giovani imprenditori guardano ai megatrends dell’industria e all’attrattività dei talenti. Ospite tra gli altri il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini

     

    Guardare oltre il profitto e concentrarsi sull’impatto positivo che le imprese possono generare sulle comunità e l’ambiente. È da qui che partirà il 35° Meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est, dedicato alla ricerca di “Un nuovo modello di impresa”. L’appuntamento, promosso dai Giovani Imprenditori di Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, si terrà venerdì 31 marzo  mattina a Cortina d’Ampezzo.

    “La fase economica che stiamo attraversando è complessa –  afferma il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni – e richiede una forte sinergia tra pubblico e privato per puntare ad una nuova dimensione sociale, ambientale ed economica dello sviluppo che guardi alla competitività dei territori e delle aziende.  Come Giovani imprenditori vogliamo porre al centro l’umanesimo e l’impresa per riflettere sul tema dell’attrattività dei talenti, sulle opportunità della space economy e sui megatrends dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea.”

    L’incontro vedrà la conclusione del Presidente dei Giovani Imprenditori Confindustria Riccardo Di Stefano. Parteciperanno giovani imprenditori provenienti da tutt’Italia, confermando l’appuntamento come uno dei momenti annuali di riflessione sui temi di politica economica e industriale per il futuro dei giovani, delle imprese e del Paese, anche grazie al supporto di partner come Deloitte Private, Polaris Engineering, Banca Generali, WindTre Business e Banca Ifis.

    Il meeting sarà anche una delle quattro tappe della fase di selezione della seconda edizione di TALENTIS – GI Startup program, il programma dei Giovani Imprenditori dedicato alle startup italiane, realizzato con la partnership tecnica di RetImpresa, l’Agenzia di Confindustria che promuove le aggregazioni e le reti d’impresa, e con la collaborazione di a2a, Polaris e TeamSystem che accompagneranno le startup selezionate. Obiettivo è rafforzare il network dell’innovazione in Italia, proponendo appuntamenti su tutto il territorio nazionale in cui le startup possano incontrare imprenditori, incubatori ed esperti del settore, seguendo il filo conduttore dell’open innovation e dell’open collaboration.

     

    L’EVENTO SUL WEB

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    Sito internet: https://www.ggimeetingne.eu/  – con diretta streaming a partire dalle ore 9.30
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  • CONGIUNTURA INDUSTRIALE EMILIA-ROMAGNA – Le previsioni 2023 e il consuntivo 2022 di Unioncamere ER, Confindustria ER e Intesa Sanpaolo

    CONGIUNTURA INDUSTRIALE EMILIA-ROMAGNA – Le previsioni 2023 e il consuntivo 2022 di Unioncamere ER, Confindustria ER e Intesa Sanpaolo

     

    Confindustria Emilia-Romagna:  Migliora il clima di fiducia per la prima parte del 2023, ma in un contesto che tende a ridimensionare le prospettive di crescita. Questione energetica, transizione digitale, capitale umano e transizione sostenibile, a partire dall’emergenza idrica, sono le sfide su cui concentrare interventi ed investimenti

    Unioncamere Emilia-Romagna:  La nostra resta una regione a forte vocazione manifatturiera. Questa caratteristica esprime un’economia più solida e radicata sul territorio, volàno per far crescere anche le altre attività, dai servizi al commercio. Le nostre imprese sono consapevoli della fase ricca di sfide e si stanno attrezzando per affrontarla con coraggio, passione e competenza per mantenere la propria competitività

    Intesa Sanpaolo:  In Emilia-Romagna prestiti alle imprese ancora in crescita, una dinamica migliore rispetto al calo registrato a livello nazionale. Notevole tenuta in particolare per i prestiti all’industria, molto meglio rispetto al dato italiano. Lieve deflusso dai depositi delle imprese

     

  • GROWER LEAGUE – I Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo assieme per promuovere open innovation con startup e imprese

    GROWER LEAGUE – I Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo assieme per promuovere open innovation con startup e imprese

     
    Entra nella fase operativa GrowER League, il progetto di open innovation tra startup e imprese
    promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo

     

    Bologna, 31 gennaio 2023  –  È entrato nella fase operativa GrowER League, il progetto dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo per promuovere la cultura dell’open innovation nelle imprese emiliano-romagnole.

    Si è conclusa infatti la fase di matching tra le imprese dell’Emilia-Romagna e le startup Farzati Tech, Kaymacor, Mixcycling, Qwarzo, xFarm, selezionate grazie al network di Intesa Sanpaolo Innovation Center, uno dei principali attori italiani nell’ambito dello startup development e dell’Open Innovation, e con il supporto della società Growix.

    Le startup operano nel settore foodtech a cui è dedicata quest’anno l’iniziativa, in particolare le tecnologie innovative e digitali applicate alla filiera della produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento, controllo e distribuzione alimentare.

    Le aziende Agugiaro & Figna spa di Collecchio (Parma), Coswell spa di Castello d’Argile (Bologna), KF Srl Società Benefit di Modena, Montanari & Gruzza spa di Reggio Emilia e Seat Plastic di Reggio Emilia collaboreranno con le startup in un’ottica di innovazione aperta allo sviluppo di nuovi business e nuovi progetti imprenditoriali.

    Le imprese e le startup si sono incontrate il 30 gennaio a Bologna al Kick off Day di GrowER presso la Quadreria-Palazzo Rossi Poggi Marsili. All’incontro sono intervenuti il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni, l’Head of business development-startup and corporate Intesa Sanpaolo Innovation Center Simona Padoan, lo Specialista Innovazione Intesa Sanpaolo Direzione Regionale Emilia-Romagna e Marche Claudio Chiti e il Vice Presidente Growix  Vittorio Cavani, con la moderazione di Antonio Iannone, fondatore AgriFood-Tech Italia.

    «Oggi le nostre imprese  – ha dichiarato il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni – non possono fare a meno dell’innovazione se vogliono essere più competitive. Il progetto GrowER facilita la collaborazione tra aziende e startup proprio per generare nuove idee e arricchire reciprocamente il patrimonio di competenze e strumenti. Sono certo che le imprese che hanno aderito trarranno grande valore aggiunto grazie alle soluzioni innovative pronte all’uso offerte dalle startup».

    Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo: «GrowER League riveste un ruolo di primo piano per lo sviluppo di sinergie dall’incontro tra le startup e le società già forti di risultati significativi. Da parte nostra, anche grazie all’Innovation Center Intesa Sanpaolo, siamo in grado di sostenere le attività nascenti sia in termini finanziari e consulenziali che di networking. Il nostro Gruppo favorisce la crescita delle startup, di cui vanta una quota di mercato del 30%, facilitando il loro accesso agli investitori, alle aziende clienti e naturalmente ai nostri prodotti e servizi bancari».

     

    Tutte le informazioni sul progetto GrowER League sono disponibili sul sito https://growerleague.it/

     

     

     

  • Indagine Investimenti 2022 – Le imprese dell’Emilia-Romagna continuano ad investire

    Indagine Investimenti 2022 – Le imprese dell’Emilia-Romagna continuano ad investire

    Bologna, 9 settembre 2022 – L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Associazioni e Unioni Industriali della regione, conferma una forte capacità di sviluppo del sistema industriale dell’Emilia-Romagna, che ha intrapreso un percorso sempre più all’insegna della transizione digitale e della crescita professionale dei lavoratori.

    Le imprese hanno investito il 4,5% del proprio fatturato nel corso del 2021, con un aumento del 35,4% rispetto al 2020. Oltre l’88% delle aziende interpellate ha realizzato investimenti.

    Le scelte di investimento si sono concentrate prioritariamente su aspetti di natura organizzativa e gestionale e, per la prima volta da quando si realizza l’indagine, gli investimenti in formazione sono la principale tipologia.  Il 55% delle imprese ha investito in formazione, il 50% in ICT, il 45,7% in ricerca e sviluppo e il 42,7% in linee di produzione

    Anche le previsioni per il 2022, nonostante la forte complessità dello scenario generale, sono positive: le imprese che prevedono di effettuare investimenti sono il 93,7%.

    «La spinta agli investimenti delle imprese – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi − conferma che il nostro sistema industriale è reattivo e strutturalmente solido. Una dinamica così vivace si spiega soprattutto con la tenacia degli imprenditori che, nonostante le difficoltà di reperimento di materie prime e i costi energetici altissimi, hanno continuato ad investire con convinzione per garantire sviluppo alle aziende, supportati dagli interventi pubblici fiscali e monetari messi in campo nella fase post pandemia. In questo scenario, in cui la domanda di mercato non è mai venuta meno, le aziende sono fortemente impegnate a cogliere le sfide della transizione digitale e ambientale, che richiedono importanti investimenti in tecnologie e in conoscenza».

    La ripresa registrata nel 2021, dopo il crollo dovuto alla pandemia, ha consentito all’Emilia-Romagna di chiudere l’anno con una crescita del PIL pari al 7,2% (stime Prometeia luglio 2022) e confermarsi prima regione del Paese quanto ad aumento del prodotto interno lordo. L’export aveva superato i livelli pre crisi già a fine 2021 con un incremento dell’8,7% rispetto al 2019: anche il primo trimestre 2022 conferma il trend positivo, con un aumento del 24% in valore rispetto allo stesso periodo 2021. Per il 2022 Prometeia stima un tasso di disoccupazione regionale al 5,1%, tornato quindi a livelli fisiologici.

    La carenza di risorse umane e la burocrazia sono i principali fattori di ostacolo alle decisioni di investimento, indicati rispettivamente dal 45,7% e 32,9% delle imprese. Un’impresa su cinque dichiara carenza di personale da dedicare allo sviluppo di nuovi progetti.

    In fasi turbolente come quella attuale la dimensione d’impresa è un fattore discriminante: una piccola azienda su cinque non ha effettuato investimenti nel 2021 a causa di mancanza di liquidità e calo del fatturato.

    Un numero sempre maggiore di imprese sta puntando sulla transizione digitale, oggetto di un focus specifico dell’Indagine di quest’anno: il 79% delle aziende intervistate ha effettuato investimenti in questo ambito nel periodo 2019-2021.

    Tutte le dimensioni investono in digitalizzazione: tre piccole imprese su quattro e ben il 95% delle medie-grandi. Tra le piccole e le medio-grandi sono differenti le complessità dell’investimento. medio-grandi dimensioni riescono ad investire in modo integrato nei tre asset necessari per rendere efficaci i percorsi di transizione digitale: i beni materiali, ad esempio macchinari interconnessi, i beni immateriali come il software e la formazione del capitale umano.

    Circa le aree aziendali, il percorso di transizione parte da quelle “a monte”: produzione e amministrazione, indicate nell’83% dei casi, qualità (76,6%), progettazione (75,9%). Il , in quanto le tecnologie digitali consentono importanti guadagni di efficienza, , specie in logistica e supply chain.

    Per quanto riguarda il capitale umano, le grandi imprese sono più consapevoli della necessità di affiancare nuovo personale alle risorse umane interne, già formate o da formare, che apporti nuove competenze (37,9% rispetto al 16,4% delle piccole imprese e al 23,7% delle medie).

    «Il prezzo dell’energia – sottolinea la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi – sta mettendo in forte difficoltà la tenuta delle nostre filiere produttive, che non sono in grado di reggere il peso di costi in molti casi decuplicati rispetto a due anni fa. Siamo consapevoli che parte degli interventi coinvolgono il livello europeo e nazionale, ma è urgente una forte accelerazione anche da parte della Regione sugli investimenti nelle fonti rinnovabili, a partire da fotovoltaico, biometano, biogas, idroelettrico, attraverso un pacchetto di interventi normativi da avviare nei tempi più brevi possibili. In tal senso è positiva e strategica la decisione di ospitare a Ravenna uno dei due nuovi rigassificatori».

    L’Indagine conferma che la burocrazia continua ad essere un forte ostacolo agli investimenti delle imprese. «Occorre che assieme alla Regione – aggiunge la Presidente Sassi – acceleriamo con decisione e urgenza l’attuazione di tutte le misure previste dal Patto per la Semplificazione sottoscritto ad ottobre 2021. Penso ad esempio ad alcuni provvedimenti in materia ambientale, territoriale e di accesso ai bandi per i finanziamenti. Un primo importante riscontro positivo in ambito ambientale a fine luglio, relativo alle aziende in autorizzazione integrata ambientale, ha confermato che la semplificazione può avere un impatto diretto e immediato sull’operatività delle imprese».

    Altro tema fondamentale è il capitale umano: dall’indagine emerge la spinta delle imprese ad investire sulla formazione e la difficoltà a reperire risorse umane da inserire in azienda. Gli imprenditori sottolineano la forte necessità di figure professionali qualificate in ottica 4.0, in particolare responsabili di produzione, specialisti di controllo di gestione, tecnici di manutenzione e assistenza, specialisti in logistica.

    Le imprese indicano in primis gli ITS e i percorsi universitari tra gli strumenti più adeguati a rispondere alle necessità di nuove competenze e all’esigenza di creare lavori e ruoli nuovi. I percorsi di formazione breve o oltre le 120 ore, sono utili per l’aggiornamento dei lavoratori già presenti in azienda.

    «La nuova programmazione regionale del Fondo Sociale Europeo – conclude la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Sassi deve puntare a cogliere tempestivamente i fabbisogni delle imprese in termini di capitale umano e competenze, perché nei prossimi anni ci sarà una decisa accelerazione dei fenomeni di ricomposizione professionale e dei livelli di qualificazione del personale richiesto dalle aziende. L’attuale contesto socio-economico è caratterizzato anche da un’altra importante transizione, quella demografica, che influenzerà profondamente la società sotto diversi aspetti, compresa la struttura occupazionale nel prossimo futuro».

    L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, giunta nel 2021 alla ventitreesima edizione, ha coinvolto 400 imprese (59% piccole, 33% medie e 8% grandi), con un giro d’affari di 16,3 miliardi di euro e 45 mila addetti. L’indagine include anche imprese dei servizi associate al sistema Confindustria.

  • WEBINAR ORIONE |  Fondimpresa ha formato 174.000 lavoratori di 9.400 imprese emiliano-romagnole

    WEBINAR ORIONE | Fondimpresa ha formato 174.000 lavoratori di 9.400 imprese emiliano-romagnole

     

    WEBINAR ORIONE |  LA FORMAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA TRA PRESENTE E FUTURO

    In due anni e mezzo Fondimpresa ha formato 174.000 lavoratori di 9.400 imprese emiliano-romagnole

     

    Bologna, 30 novembre 2022 –  Tra il 2020 e il 31 agosto di quest’anno 174 mila lavoratori di oltre 9.400 imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa, Fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e CGIL CISL e UIL che consente di utilizzare le risorse dello 0,30% del monte salari tramite due strumenti: gli Avvisi nazionali e il Conto Formazione di ogni azienda. 

    Le imprese dell’Emilia-Romagna aderenti a Fondimpresa, il maggiore tra i Fondi interprofessionali, sono circa 12.600, con quasi mezzo milione di occupati.  Tra il 2020 e il 31 agosto 2022 i piani formativi presentati dalle imprese emiliano-romagnole hanno consentito di realizzare oltre 2,3 milioni di ore di formazione per un valore complessivo di oltre 93 milioni di euro. 

    Sono alcuni dei dati illustrati in occasione dell’incontro “La formazione in Emilia-Romagna tra presente e futuro” organizzato oggi a Bologna da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna.

    Si evidenzia una grande vivacità delle piccole imprese: il 53% delle imprese che hanno organizzato corsi di formazione con Fondimpresa ha meno di 50 dipendenti. Il 91% dei lavoratori esprime soddisfazione sull’utilità della formazione e sulla trasferibilità nell’attività lavorativa delle conoscenze apprese.

    La fase di forte trasformazione che le imprese stanno vivendo, a partire dalle innovazioni necessarie per perseguire gli obiettivi di digitalizzazione e sostenibilità, ha subìto un’ulteriore accelerazione a causa della pandemia e, più recentemente, dell’importante incremento dei costi dell’energia e delle materie prime.

    In questo scenario le imprese sono impegnate a rafforzare le competenze digitali indispensabili per ottimizzare i processi e sviluppare il modello di business. Le nuove competenze tecnico-specialistiche riguardano tecnologie robotiche, Big Data e Analytics, Internet of Things, in linea con il Piano Impresa 4.0.

    Le competenze trasversali e soft skills leadership, problem solving, team working − sono sempre molto richieste ed emergono, soprattutto dopo la pandemia, nuove esigenze formative legate all’organizzazione aziendale e allo sviluppo dello smart working, nonché all’acquisizione di soft skills sulla gestione di una situazione incerta e di una organizzazione del lavoro sempre più flessibile, ad esempio la formazione su stress lavoro correlato e benessere lavorativo.  Inoltre, l’urgenza di reagire sul piano organizzativo ha messo in luce la necessità di competenze manageriali e di coordinamento per una gestione flessibile delle attività aziendali.

    L’incontro è stato introdotto da Daniele Botti e Roberto Rinaldi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Orione, che hanno illustrato l’andamento di Fondimpresa in Emilia-Romagna e i risultati rilevati nell’ambito delle attività di monitoraggio realizzate.  

    A seguire è stata avviata una riflessione, affidata ai Segretari regionali di CGIL, CISL e UIL e al Delegato di Confindustria Emilia-Romagna per il Capitale Umano, circa le sfide da affrontare nel campo della formazione per dare risposte adeguate ai fabbisogni di competenze del territorio, anche grazie all’azione sinergica delle programmazioni di Fondimpresa, FSE+ e PNRR.

    «Le imprese continuano a manifestare serie difficoltà nel soddisfare i propri fabbisogni di professionalità − sottolinea Corrado Beldì, Delegato di Confindustria Emilia-Romagna per il Capitale Umano  – e gli imprenditori faticano a reperire le figure professionali che cercano. Dobbiamo continuare a rafforzare l’impegno a tutti i livelli per sfruttare al meglio le molte risorse che abbiamo a disposizione. Ci troviamo anche di fronte ad una sfida demografica particolarmente importante, che ci impone di intensificare gli sforzi per una maggiore partecipazione al lavoro di soggetti come le donne e i NEET. In questo quadro, dobbiamo pensare a politiche e interventi per attrarre giovani da altre regioni. È fondamentale poi continuare ad investire anche da parte della Regione sulla formazione continua dei lavoratori».

    «Tra una decina di anni il 30% dei lavori di oggi non ci sarà più − dichiara il Segretario generale di CGIL Emilia-Romagna Massimo Bussandri −. La formazione diventerà quindi ancora più cruciale, soprattutto per affrontare tre grandi trasformazioni che ci attendono: quella energetica, digitale e green. Un cambiamento che richiederà nuove competenze per entrare e restare nel mercato del lavoro. La formazione oggi ha tre grandi strumenti a disposizione: il Fondo sociale europeo, il Pnrr e il programma Gol (Garanzia occupabilità del lavoratori). Solo un rapporto sempre più virtuoso ed efficiente tra Regione, sindacato e associazioni datoriali riuscirà a definire l’importanza strategica di questi strumenti così da affrontare senza timori un modello di sviluppo destinato a cambiare».

    «È il capitale umano la chiave di volta per lasciarci alle spalle questi anni di crisi e guardare con nuove prospettive al futuro», afferma il Segretario generale della CISL Emilia-Romagna Filippo Pieri.  Non potranno esserci crescita e sviluppo senza innovazione, ma non potrà esserci innovazione senza formazione. Serve un salto culturale. La formazione deve diventare il fulcro su cui sviluppare politiche istituzionali e contrattuali che puntino a una costante riqualificazione delle professionalità e, nello stesso tempo, a una moderna idea di partecipazione. Occorre cambiare passo usando al meglio le risorse previste dal PNRR e dai tanti altri strumenti a disposizione, rafforzando la complementarietà di azione tra gli stessi, con una chiara individuazione delle aree di competenza e con un coinvolgimento dei diversi soggetti interessati, a partire dal livello aziendale/territoriale. Un’ assunzione di responsabilità da parte di tutti che può trovare una corretta sintesi in un Patto per le competenze. Un’intesa che potrebbe così garantire l’accesso alla formazione anche a realtà più piccole e meno strutturate».

    «L’incertezza e la flessibilità continuano a caratterizzare il mondo del lavoro che non solo non ha ‘assorbito’ i contraccolpi della pandemia, ma ora si trova a fronteggiare l’instabilità internazionale −  osserva il Segretario confederale UIL Emilia-Romagna  Massimo Zanirato − . Soprattutto da parte delle pmi, rileviamo l’esigenza di un’offerta formativa “costruita su misura” allo scopo di agganciare le sfide tecnologiche che si prospettano. Digitalizzazione, informatica e transizione sono le chiavi di volta per un mercato del lavoro che ancora oggi, purtroppo, offre poche opportunità stabili, in particolare per donne e giovani. Ecco perché occorre individuare nuove proposte formative affinché le persone trovino un’occupazione specializzata in settori strategici come quelli del terziario, della logistica, dell’edilizia e dell’agroalimentare. Questo tenuto conto della sicurezza sul lavoro che, per noi, è prioritaria. Con i fondi del Pnrr, governativi e regionali, la nostra comunità si gioca una chance importante del suo futuro».

    «I dati presentati oggi dimostrano che il nostro ecosistema economico sta investendo in modo deciso sulla transizione digitale e sostenibile anche attraverso la formazione delle competenze − dichiara  Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Formazione e Lavoro della Regione Emilia-Romagna −. La Regione ha individuato nella conoscenza e nei saperi un asset strategico di sviluppo e nel sessennio che si è aperto metterà a disposizione 100 milioni all’anno per il sistema dell’istruzione e formazione, perché senza le teste e senza l’intelligenza delle mani non si creano buoni manufatti. Con il programma nazionale GOL abbiamo inoltre avviato la profilazione ed accompagnamento di neet, delle donne e dei soggetti fragili verso una qualificazione e riqualificazione delle competenze, trasformando i centri per l’impiego in centri di comunità, per incrociare domanda e offerta di lavoro. E abbiamo bisogno di un nuovo orientamento che coinvolga famiglie e scuole, oltre che il sistema delle imprese, per indirizzare i nostri giovani verso le discipline STEM. Il mercato del lavoro sta cambiando rapidamente e come Regione siamo impegnati in prima linea per accompagnare le imprese nella qualità e creare lavoro buono».

    «La formazione continua −  conclude Annamaria Trovò, Vice Presidente Fondimpresa   – è uno strumento essenziale per programmare e pianificare il futuro, specie in un momento come questo  Fondimpresa si muove già da tempo lungo due direttrici promuovendo la formazione di competenze connesse all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale. La sfida più attuale che ci troviamo ad affrontare è certamente quella di riqualificare nel futuro prossimo migliaia di lavoratori, con un focus attento anche all’ageismo e al gender gap, per consentire loro di rimanere sul mercato del lavoro, assicurando competenze adeguate ed evolute che garantiscano occupabilità e competitività a lavoratori ed aziende».

     

    ORIONE – Organismo Bilaterale Emilia-Romagna
    Via Barberia, 13 – 40123 Bologna BO
    tel. 051 0195511

     

  • GrowER League, progetto di innovazione aperta tra startup e imprese promosso dai Giovani Imprenditori dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo

    GrowER League, progetto di innovazione aperta tra startup e imprese promosso dai Giovani Imprenditori dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo

     

    GrowER League, progetto di innovazione aperta tra startup e imprese promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo

     

    Bologna, 24 ottobre 2022  –  GrowER League è una nuova iniziativa dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo per promuovere la cultura dell’open innovation imprese emiliano-romagnole.

    Obiettivo del progetto è stimolare le aziende dell’Emilia-Romagna a collaborare attivamente, in un’ottica di innovazione aperta allo sviluppo di nuovi business, con alcune selezionate startup, realtà innovative di recente costituzione con buone possibilità di crescita, e scaleup, società ad alto potenziale che hanno già raggiunto obiettivi concreti sul mercato e mirano ad un’ulteriore crescita.

    «Per noi giovani imprenditori – dichiara il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni –   è fondamentale diffondere l’innovazione aperta nelle imprese. Grazie all’apporto di nuove idee e stimoli dall’esterno possiamo avere una marcia in più per affrontare il cambiamento che ci è imposto dai mercati in continua evoluzione e ampliare le nostre aree di business.  Dobbiamo puntare a tutte le nuove frontiere, a partire dalla sostenibilità ambientale e dal digitale,  per assicurare opportunità di sviluppo alle aziende e occupazione ai giovani».

    Quest’anno l’iniziativa, realizzata con il supporto della società Growix, è focalizzata sul settore foodtech, in particolare sulle tecnologie innovative e digitali applicate alla filiera della produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento, controllo e distribuzione alimentare.

    «Essere parte attiva dell’ecosistema dell’innovazione è una priorità del nostro Gruppo, che vanta una quota di mercato del 30% per quanto concerne le startup italiane – sottolinea Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo -.  GrowER League assume un ruolo di primo piano per lo sviluppo di sinergie strategiche grazie all’incontro tra le startup e le società e PMI innovative già forti di risultati significativi sul mercato. Da parte nostra, anche grazie all’Innovation Center Intesa Sanpaolo, siamo in grado di sostenere le attività nascenti sia in termini finanziari e consulenziali che di networking».

    Grazie al network di Intesa Sanpaolo Innovation Center, uno dei principali attori italiani nell’ambito dello startup development, sono state selezionate cinque startup e scaleup italiane operanti nell’ambito foodtech: Farzati Tech, Kaymacor, Mixcycling, Qwarzo, xFarm.

    Le imprese dell’Emilia-Romagna possono manifestare il proprio interesse a partecipare al progetto dal 21 ottobre sino al 15 dicembre 2022.

    Tutte le informazioni sono disponibili qui: https://growerleague.it/growerleague/

     

    Per approfondimenti

     


     

    Uffici stampa

    CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA
    Marina Castellano – comunicazione@confind.emr.it  tel. 051 3399911 – 338 9995290

    INTESA SANPAOLO
    Andrea Brunori –  andrea.brunori@intesasanpaolo.com   tel. 366 6960549

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA – Il quadro e le previsioni secondo Confindustria ER, Unioncamere ER e Intesa Sanpaolo

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA – Il quadro e le previsioni secondo Confindustria ER, Unioncamere ER e Intesa Sanpaolo

     

    Unioncamere Emilia-Romagna:  Gli effetti della guerra stanno avvicinando la nostra economia alla crescita zero. Siamo chiamati a gestire l’emergenza con azioni di carattere straordinario di contrasto all’aumento dei prezzi e, allo stesso tempo, dobbiamo continuare a investire per cogliere le opportunità offerte da uno scenario in perenne riconfigurazione.

    Intesa Sanpaolo: In atto una rapida ripresa dei prestiti bancari alle imprese, trainata dai finanziamenti all’industria e legata soprattutto ai fabbisogni di capitale circolante a fronte dell’aumento dei costi di energia e materie prime. Rallenta la crescita dei depositi delle aziende.

    Confindustria Emilia-Romagna: Confermati i segnali di rallentamento, il clima di fiducia delle imprese è peggiorato. L’energia è la priorità delle priorità. Accelerare a livello regionale la normativa sulle fonti rinnovabili e gli strumenti per gli investimenti nell’efficienza energetica. Dal Governo ci attendiamo un’azione determinata che garantisca stabilità al Paese

     

    Bologna, 13 ottobre 2022 –  Crisi energetica, effetti della guerra portata dalla Russia in Ucraina, inflazione: sono tanti e diversi gli attuali fattori di rischio per l’economia regionale.

    Numerosi ostacoli si moltiplicano così sulla via della ripresa che si era avviata all’uscita dalla pandemia, come confermano i dati dell’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2022 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.

    Il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna nel periodo considerato ha messo a segno un ulteriore recupero (+8,2 per cento), rispetto allo stesso periodo del 2021. La produzione ha superato (+3,8 per cento) il livello dello stesso trimestre del 2018, l’ultimo anno di crescita dell’attività prima della recessione nel 2019 e della pandemia.

    La pressione all’aumento dei prezzi industriali derivante dall’incremento delle quotazioni delle materie prime dell’energia e di semilavorati e componenti ha sostenuto la crescita del fatturato (+10,6 per cento) e ha superato quello dello stesso trimestre del 2018 dell’8,6 per cento. Il fatturato estero ha avuto un andamento analogo (+10,4 per cento). Il processo di acquisizione degli ordini ha frenato, ma ha mantenuto una solida tendenza positiva (+7,6 per cento), con dinamica leggermente inferiore sui mercati esteri (+7,2 per cento).

    Il grado di utilizzo degli impianti è salito lievemente, fino al 79,9 per cento (ben superiore al 62,5 per cento dello stesso trimestre 2021), il valore più elevato dalla fine del 2014. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini si è ridotto pur restando oltre le 13 settimane, un valore mai più registrato dalla fine del 2008.

    Il recupero dell’attività produttiva è stato comune a tutti i settori industriali, ma varia sensibilmente in intensità. In particolare, il rimbalzo è più contenuto per l’industria alimentare riguardo a fatturato (+5,9 per cento), produzione (+3,9 per cento), ma ha permesso di superare (+7,0 per cento) il livello dello stesso trimestre del 2018.

    La ripresa congiunturale dell’attività delle industrie del sistema moda è proseguita con un ritmo notevole: la crescita del fatturato complessivo si è mantenuta elevata (+13,4 per cento), sostenuta dal mercato interno più che dagli ordini esteri (+7,7 per cento). La produzione è salita (+11,1 per cento), come gli ordini complessivi (+8,3 per cento).

    L’aggregato industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, vive un momento favorevole per fatturato (+ 12,0 per cento), produzione (+10,1 per cento), ordini (+8,9 per cento). La piccola industria del legno e del mobile ha messo a segno un consistente recupero: fatturato (+14,3 per cento), produzione (+8,6,4 per cento), ordini (+8,2 per cento). Per l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche, un buon incremento di fatturato (+10,1 per cento) e produzione (+8,0 per cento), in lieve rallentamento gli ordini (+7,3 per cento).  Il gruppo eterogeneo delle “altre industrie” (chimica, farmaceutica, plastica e gomma e trasformazione dei minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro) porta un segno più per fatturato (+9,7 per cento), produzione (+6,4 per cento) e ordini (+7,6 per cento).

    Nel secondo trimestre 2022 si è decisamente rafforzata la tendenza positiva per tutte le classi dimensionali delle imprese, ma l’intensità non è stata omogenea.

    In particolare, per le imprese minori, la produzione ha accelerato (+6,3 per cento), come il fatturato (+6,6 per cento) e ordini (+6,4 per cento). Stesso ritmo per le piccole imprese: produzione (+6,5 per cento), fatturato (+9,4 per cento), e ordini (+5,4 per cento). Per le medio-grandi meglio il fatturato (+12,8 per cento) e l’attività produttiva (+10,1 per cento) degli ordini (+9,5 per cento).

    Sulla base dei dati del Registro delle imprese, quelle attive dell’industria in senso stretto a fine giugno risultavano 43.332 (pari al 10,8 per cento del totale), con una diminuzione di 357 imprese (-0,8 per cento) rispetto all’anno precedente.

    Riguardo alla forma giuridica, sono aumentate le società di capitale (+1,9 per cento, +336 unità). In calo le società di persone (-397 unità, -4,8 per cento) e le ditte individuali (-296 unità, -1,7 per cento).

    Negli ultimi 20 anni le esportazioni dell’Emilia-Romagna sono aumentate dell’84 per cento, prima regione nel Paese. L’incidenza dell’export sul PIL regionale sfiora il 44 per cento contro il 28 per cento dell’Italia.

    In base ai dati Istat relativi al commercio estero regionale, nel primo semestre 2022 le esportazioni di prodotti dell’industria manifatturiera sono risultate pari a quasi 41.293 milioni di euro e hanno fatto segnare una crescita del 19,9 per cento.

    L’Europa è il mercato fondamentale per l’export regionale (64,9 per cento) e ne detta la tendenza. Nel semestre le vendite sui mercati europei hanno avuto un notevole incremento (+19,5 per cento). Il risultato è stato determinato, in particolare, dall’andamento delle esportazioni verso la sola Unione europea a 27 che hanno avuto una ripresa più sostenuta (+21,8 per cento). I soli mercati dell’area dell’euro hanno assorbito il 41,6 per cento dell’export, con una tendenza positiva lievemente più contenuta (+18,9 per cento). Nei due mercati più importanti di quest’area l’andamento positivo è risultato di nuovo più contenuto sia in Germania (+12,5 per cento), sia in Francia (+16,3 per cento), mentre è decisamente brillante l’andamento in Spagna (+29,3 per cento). Al di fuori dell’area dell’euro, è risultata particolarmente rapida la crescita delle vendite sul mercato polacco (+31,0 per cento).
    Uscendo dall’Ue, contenuta la ripresa dell’export verso il Regno Unito (+16,9 per cento) e allineata con la media sui mercati turco (+18,4 per cento) e svizzero (+19,0 per cento), la crescita di quest’ultimo da sola ha compensato pienamente la caduta delle vendite destinate alla Russia (-18,2 per cento), a seguito delle sanzioni.              
    Fortissima la crescita delle vendite sui mercati americani (+39,8 per cento), trascinata da quello statunitense (+47,4 per cento), sostenuto da risultati settoriali (farmaceutico) e dalle quotazioni del dollaro. Al contrario, sul complesso dei mercati asiatici si è registrata una crescita contenuta (+6,0 per cento): da un lato, bene le vendite in Medio Oriente (+22,6 per cento) e Asia centrale (+29,7 per cento), dall’altro, l’Asia orientale ha invertito la tendenza (-1,2 per cento), risentendo dei blocchi dell’attività in Cina a causa delle politiche zero Covid (-1,4 per cento) e della flessione verso il Giappone (-22,6 per cento), per la perdita di valore dello yen. Modesta la crescita nei mercati dell’Africa (+6,2 per cento), mentre buono è stato il risultato verso l’Oceania (+19,1 per cento).

    «Stiamo attraversando una fase che vede contrapporsi due dinamiche – afferma il Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Alberto Zambianchi –. Da un lato, l’economia reale prosegue la sua crescita grazie all’andamento positivo del commercio con l’estero e degli investimenti. Dall’altro, la guerra in Ucraina con il suo carico di criticità, dalla scarsa disponibilità dell’energia all’aumento fuori controllo dei prezzi. L’effetto congiunto delle due dinamiche preannuncia un’economia prossima all’arresto. Siamo quindi chiamati – sostiene Zambianchi – a gestire l’emergenza con azioni di carattere straordinario di contrasto all’aumento dei prezzi. Tuttavia, provando a guardare oltre, a opportunità future, credo che il commercio con l’estero sarà ancora una volta il fattore più importante nel determinare la competitività di territori e settori in un contesto che si sta rapidamente trasformando. Le imprese vanno supportate nell’orientarsi in questo scenario di profonda riconfigurazione, pianificando le strategie per consolidare la presenza sui mercati internazionali. Competenze, innovazione, reti, formazione, welfare, sono gli asset sui quali dobbiamo continuare a investire per assicurare un ecosistema favorevole alle imprese».

     

    In Emilia-Romagna, secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, nei mesi estivi si è registrata una rapida ripresa dei prestiti bancari alle imprese, che a luglio hanno segnato un tasso di crescita del 3% a/a, dal -0,8% del primo quadrimestre 2022. L’andamento è in linea con quello osservato a livello nazionale (+3,2%).

    La svolta è determinata dal maggiore fabbisogno di capitale circolante da parte delle imprese in relazione alla crisi energetica e al forte aumento dei costi operativi. L’accelerazione in atto è trainata dai prestiti all’industria, il cui tasso di variazione è salito lungo tutta la prima metà del 2022 passando dal +0,5% di fine 2021 al +7,3% di luglio, una dinamica superiore al 5% osservato a livello nazionale. A luglio anche i prestiti ai servizi sono tornati in crescita, dell’1,1% rispetto a dodici mesi prima, invertendo una fase di calo durata 10 mesi. In regione i prestiti ai servizi confermano quindi un ciclo in ritardo di qualche mese rispetto ai finanziamenti all’industria e una dinamica più debole della media nazionale (+2,8% a/a a luglio). All’opposto, i prestiti alle costruzioni sono rimasti in calo, pur mostrando una risalita del tasso di variazione al -2,5% di luglio da un minimo di -8,6% registrato a ottobre 2021, ma confermando una maggiore debolezza rispetto al -0,6% osservato a livello Italia.

    I dati dei prestiti per dimensione d’impresa indicano che la svolta registrata nei mesi centrali del 2022 è concentrata nei finanziamenti alle aziende più grandi. Infatti, le imprese con almeno 20 addetti a luglio hanno registrato un aumento dei prestiti del 4,1%, in linea col dato nazionale del 4,2%. Diversamente, i prestiti alle piccole imprese hanno confermato un trend in calo (-2,5% in Emilia-Romagna, una variazione prossima al -1,8% della media nazionale).

    La ripresa dei prestiti, come già accennato, è principalmente legata a fabbisogni finanziari eccezionali per far pronte all’approvvigionamento dell’energia e all’aumento del suo costo e si verifica in presenza di condizioni di liquidità delle imprese ancora complessivamente buone. In questo contesto, nell’anno in corso si sta assistendo a un rallentamento della dinamica dei depositi delle imprese, dopo i tassi di crescita a due cifre registrati nel 2020-21. In Emilia-Romagna la decelerazione appare particolarmente accentuata, sebbene ancora su tassi di variazione positivi, del 2,1% a luglio rispetto a dodici mesi prima, ma inferiori a quelli riscontrati a livello di sistema nazionale (+6,1% a luglio). In termini di flussi, dopo il notevole accumulo di liquidità nel 2020-21, per complessivi 16,7 miliardi, in Emilia-Romagna tra fine 2021 e luglio 2022 si è assistito a un deflusso dai depositi delle imprese. Sebbene di importo contenuto a -250 milioni, il saldo netto negativo è indicativo di un utilizzo di risorse depositate sui conti bancari. Simile evoluzione si è osservata a livello Italia, dove però tra fine 2021 e luglio 2022 si è registrato ancora un afflusso netto sui depositi bancari delle imprese, ancorché ridimensionato rispetto allo stesso periodo del 2021.

    «L’Emilia-Romagna è una regione estremamente dinamica che sa reagire ai contesti di difficoltà, ma in questo momento le imprese si trovano a dover fronteggiare costi e incertezze inattese, che in taluni casi ne mettono a rischio la produzione, innescate dai rincari energetici. Come prima banca italiana riteniamo doveroso sostenere con misure anche straordinarie le esigenze di liquidità delle nostre aziende per fronteggiare l’improvvisa compressione dei margini operativi e, al contempo, continuare a stimolare nuovi investimenti. Investimenti strategici, verso cui le imprese dell’Emilia-Romagna hanno dimostrato grande attenzione, che vanno in particolare verso l’innovazione, la digitalizzazione, lo sviluppo sostenibile – spiega Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo –. Il Gruppo ha messo in campo 12 miliardi di euro per permettere alle aziende italiane di affrontare i maggiori costi dell’energia e favorire investimenti in energie rinnovabili per accelerare l’ormai indispensabile indipendenza energetica e diversificazione delle fonti, anche grazie all’intervento di Sace. Quest’anno  – rimarca la Florio – per sostenere le imprese italiane ad affrontare la crisi energetica e il contesto determinato dalla guerra all’Ucraina, Intesa Sanpaolo ha già stanziato oltre 20 miliardi di plafond a favore delle imprese, più altri 8 miliardi per le famiglie. Il che porta a 30 miliardi complessivi il pacchetto di aiuti per l’economia reale stanziato dal Gruppo».

    «I segnali di rallentamento dell’economia regionale – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi  – sono confermati dalle previsioni delle imprese da qui a fine anno. L’industria dell’Emilia-Romagna ha sempre dimostrato grande capacità di tenuta, ma ora il clima di fiducia è molto peggiorato a causa di variabili che hanno un effetto depressivo sulla crescita: dai costi impazziti dell’energia al rialzo generale dei prezzi a livello mondiale, dalle tensioni internazionali dovute alla guerra all’aumento dei tassi di interesse. Il quadro economico è così difficile che il Centro Studi Confindustria ha previsto per il 2023 una crescita zero del PIL. Dal nuovo Governo ci aspettiamo un’azione determinata, seria e competente che garantisca stabilità al Paese Ai Parlamentari emiliano-romagnoli, a cui auguriamo buon lavoro, chiediamo che prendano a cuore i temi prioritari per la nostra regione: industria, occupazione, lavoro».

    Le previsioni dell’indagine semestrale, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con le Associazioni e Unioni Industriali della regione, evidenziano un forte raffreddamento del clima di fiducia delle imprese.

    Solo il 32% degli imprenditori prevede un aumento della produzione nella seconda metà dell’anno, con un saldo ottimisti-pessimisti molto ridimensionato rispetto agli inizi dell’anno: 13 punti rispetto a 34. Il 49% si aspetta un andamento stazionario. Anche peggiori le aspettative sulla domanda totale, attesa in crescita dal 29% degli intervistati, e in particolare sugli ordini provenienti dall’estero: solo il 22% prevede un aumento della domanda estera. Tengono le previsioni sull’occupazione: il 23% degli imprenditori prevede una crescita, con un saldo ottimisti/pessimisti positivo di 15 punti.

    Maggiore pessimismo tra le piccole e medie imprese, in particolare per la domanda totale ed estera. Rispetto ai settori merceologici sono positive le previsioni sull’andamento della produzione nei settori chimica/farmaceutica, tessile/abbigliamento e, in misure minore, metallurgia e meccanica. Molto più pessimistiche le attese nei settori gomma/plastica, ceramica ed elettronica.

    «Il tema dell’energia – sottolinea la Presidente Sassi è la priorità delle priorità: ogni giorno che passa, ogni nuova bolletta che arriva mina la sostenibilità economica del nostro sistema industriale. L’Unione europea continua a rimandare: l’ultima possibilità per intervenire efficacemente, quasi a tempo scaduto, è il Consiglio europeo del 20-21 ottobre. A livello regionale il tavolo sulla crisi energetica è un segnale importante da parte della Regione. Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere una forte accelerazione sulla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili, usando tutte le fonti per sostenere non solo l’autoproduzione ma anche la produzione da immettere in rete. È urgente un riordino di tutta la normativa regionale, così da offrire un quadro certo per chi intende investire nella produzione di rinnovabili, come anche sono fondamentali gli strumenti di supporto agli investimenti delle PMI per l’efficienza energetica».

    L’indagine di Confindustria Emilia-Romagna ha coinvolto un campione di 337 imprese associate appartenenti ai settore manifatturiero e servizi, per un totale di 39.372 addetti e un fatturato complessivo di circa 13,1 miliardi di euro di cui 6,3 provenienti dall’estero.

     

  • ITS EMILIA-ROMAGNA PER GIOVANI TECNICI RICHIESTI DALLE IMPRESE

    ITS EMILIA-ROMAGNA PER GIOVANI TECNICI RICHIESTI DALLE IMPRESE

     

    Gli ITS dell’Emilia-Romagna formano competenze professionali molto richieste dalle imprese.
    I giovani diplomati possono iscriversi entro il 14 ottobre a 43 corsi ITS di specializzazione tecnica

     

    Le imprese dell’Emilia-Romagna hanno un crescente bisogno di giovani tecnici specializzati. Ogni giorno sentiamo appelli di imprenditori che non trovano personale in aree aziendali fondamentali.

    Tra fine ottobre e inizio novembre partiranno in regione 43 corsi biennali ITS, che forniscono ai giovani competenze tecniche e tecnologiche molto richieste dalle imprese.

    «Gli ITS sono un’opportunità importante per i giovani emiliano-romagnoli – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi – perché sono realizzati in stretta collaborazione con le imprese, offrono ottime possibilità di trovare una occupazione qualificata e una successiva crescita professionale.  Siamo in una fase economica complessa in cui la sfida sui mercati si giocherà sempre di più sulla conoscenza e sul valore aggiunto dei prodotti: per questo è importante che i giovani siano formati con contenuti innovativi di sapere e di tecnologia».

    La formazione degli ITS è molto varia: comprende lezioni in aula ma soprattutto laboratori pratici e stage in azienda. I corsi durano 2 anni per un totale di 2000 ore, di cui il 40 per cento si svolge all’interno delle imprese. Gli studenti hanno l’opportunità di fare un’esperienza formativa all’interno di imprese anche con sede all’estero. Tra i docenti c’è una presenza di almeno la metà di esperti provenienti dal mondo del lavoro.

    In Emilia-Romagna oltre l’80 per cento dei partecipanti agli ITS trova un lavoro qualificato in azienda, e alcuni corsi raggiungono il 90 per cento.

    Le iscrizioni per quest’anno sono scadute il 12 ottobre. I corsi, promossi da 7 Fondazioni ITS riunite nell’Associazione Scuola Politecnica ITS Emilia-Romagna, sono gratuiti e co-finanziati dalla Regione con il Fondo Sociale Europeo e fondi nazionali.

    In sintesi, gli ITS in Emilia-Romagna formano tecnici superiori in questi settori:

    • Meccanica, meccatronica, motoristica, packaging con 15 corsi
    • ICT e industrie creative con 10 corsi
    • Agroalimentare con 4 corsi
    • Territorio, energia, costruzioni con 5 corsi
    • Turismo e benessere con 3 corsi
    • Logistica e mobilità con 3 corsi
    • Nuove tecnologie della vita con 3 corsi.

    La Rete Politecnica promossa dalla Regione Emilia-Romagna mette a disposizione complessivamente oltre 100 opportunità formative per giovani e adulti: oltre ai corsi ITS, nei prossimi mesi partiranno 71 corsi di istruzione e formazione tecnica superiore e 41 corsi brevi di formazione superiore.

     

    Tutte le informazioni sul sito https://itsemiliaromagna.it/