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Categoria: Comunicati stampa

  • EMERGENZA ENERGIA – Comunicato stampa congiunto Confindustrie Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Assessori Regionali allo Sviluppo economico

    EMERGENZA ENERGIA – Comunicato stampa congiunto Confindustrie Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Assessori Regionali allo Sviluppo economico

    EMERGENZA ENERGIA, 40 MILIARDI DI EXTRA-COSTI 

    IMPATTO DEVASTANTE: RISCHIO DEINDUSTRIALIZZAZIONE E MINACCIA A SICUREZZA NAZIONALE 

     

    Incontro tra i Presidenti delle Confindustrie di Emilia-Romagna, Lombardia, PiemonteVeneto e gli Assessori allo Sviluppo economico

     

  • CRISI DI GOVERNO – DICHIARAZIONE DELLA PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA ANNALISA SASSI

    CRISI DI GOVERNO – DICHIARAZIONE DELLA PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA ANNALISA SASSI

     

    15 luglio 2022 –  Le imprese dell’Emilia-Romagna esprimono forte preoccupazione per l’attuale situazione politica: mai come in questo momento abbiamo bisogno di un Governo che possa garantire al Paese stabilità e continuità di azione sino al termine della legislatura.

    Serve senso di responsabilità da parte di tutti.  Il nostro Paese non può permettersi di perdere di vista la traiettoria chiara dell’azione di governo in un’infinita campagna elettorale.

    Abbiamo questioni strategiche fondamentali per le imprese e le persone su cui lavorare, anche con maggiore decisione se necessario, ma sempre con pragmatismo, senza tatticismi politici.

    La sicurezza energetica del Paese, l’attuazione del PNRR e le riforme avviate e da avviare, le politiche per contenere gli effetti dell’inflazione  – a partire da un deciso intervento sul cuneo fiscale –  e la legge di bilancio per il prossimo anno:  questi sono i temi veri su cui confrontarsi, dialogare e prendere ogni più incisiva decisione, senza perdere mai di vista l’interesse generale dell’Italia.   

  • CREI-AMO L’IMPRESA |  LE SCUOLE PREMIATE DAI GIOVANI IMPRENDITORI DELL’EMILIA-ROMAGNA

    CREI-AMO L’IMPRESA | LE SCUOLE PREMIATE DAI GIOVANI IMPRENDITORI DELL’EMILIA-ROMAGNA

     

    Otto scuole superiori dell’Emilia-Romagna protagoniste del Progetto Crei-amo l’impresa promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna

     

    Bologna, 3 giugno 2022 –  Si è conclusa l’edizione 2021-22 del progetto CREI-AMO L’IMPRESA! promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e la collaborazione della rappresentanza regionale dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco.

    L’iniziativa, giunta alla ventiduesima edizione, ha l’obiettivo di far vivere agli studenti l’esperienza dell’impresa, a partire dall’ideazione sino alla messa a punto di un business plan dettagliato in ogni aspetto della vita aziendale, con il coordinamento dei docenti e la supervisione dei giovani imprenditori in qualità di tutor.

    Hanno partecipato 8 istituti secondari superiori dell’Emilia-Romagna.  Negli anni l’iniziativa ha coinvolto complessivamente circa 3.500 studenti di tutte le province dell’Emilia-Romagna.

    Si è classificato primo il progetto YOUFARM presentato dall’Istituto Galileo Galilei di San Secondo Parmense (Parma): un’azienda cooperativa agricola che offre tramite App prodotti biologici a km zero a clienti abbonati, nell’ottica della sostenibilità e qualità dell’alimentazione.

    «Per noi giovani imprenditori – ha dichiarato il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni –   è una grande soddisfazione vedere l’entusiasmo di tanti studenti nel vivere per la prima volta il clima dell’impresa. Anche quest’anno gli studenti e i loro docenti, nonostante le difficoltà della ripartenza, hanno presentato progetti d’impresa di grande qualità. L’impegno e la responsabilità sono valori fondamentali anche nel mondo del lavoro, che ha bisogno di giovani meritevoli come questi».

    «Iniziative come queste integrano in modo efficace l’offerta formativa − ha sottolineato il Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Bruno Di Palma – in quanto gli studenti vengono invitati a mettere in gioco le conoscenze già acquisite ed a approfondirne di nuove, attraverso la realizzazione di compiti reali. È una metodologia didattica, tanto più preziosa in un anno scolastico ancora segnato dalla pandemia, che contribuisce anche allo sviluppo dell’auto-imprenditorialità, elemento che qualifica il nostro territorio».

    La Giuria ha premiato per l’originalità il progetto SMART MOBILITY CITY presentato dall’Istituto Pier Crescenzi Pacinotti Sirani di Bologna: un servizio innovativo di monitoraggio della disponibilità di parcheggio nei centri storici delle città, a partire da Bologna, grazie ad un’App dedicata.

    Ha vinto il premio per la realizzabilità e utilità il progetto SPIRITO DI ROMAGNA ideato dall’Istituto Persolino-Strocchi di Faenza (Ravenna): un’azienda di produzione di liquori tramite alcool distillato dalle vinacce, in ottica di economia circolare.

    Si è distinto per attinenza alle vocazioni e alle opportunità del territorio il progetto POCKET BOLO ideato dall’Istituto Luigi Veronelli di Casalecchio di Reno (Bologna): un’azienda di software per la creazione di App, a partire da un servizio per orientare i turisti nella città di Bologna.

    La Giuria ha premiato per attinenza al settore/prodotto/servizio dell’impresa oggetto della visita aziendale il progetto L’OASI DI DANTE presentato dall’Istituto Giuseppe Ginanni di Ravenna: un locale multiuso per i giovani ispirato ai gironi della Divina Commedia.

    Si è distinto per la qualità della presentazione il progetto HUB SMOKE presentato dal Liceo Fermo Corni di Modena, un sistema di raccolta di mozziconi di sigaretta con successivo utilizzo per la produzione di abbigliamento e accessori ecosostenibili.

    Quanto alla qualità delle challenges il progetti premiati ex aequo sono stati FIXED ideato dall’Istituto Enrico Fermi di Modena, un prodotto per agevolare il consumo personale di acqua con una borraccia innovativa munita di un dispositivo intelligente, e LINGUE IN TASCA! del Liceo Dante Alighieri di Ravenna: un’agenzia di consulenza linguistica che offre servizi di traduzione, interpretariato, speakeraggio in numerose lingue straniere, con App e social dedicati.

    Sono intervenuti, oltre al Presidente regionale dei Giovani Imprenditori Ivan Franco Bottoni, il  Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Giovanni Desco, il Vice Presidente dei Giovani Imprenditori Confindustria Emilia Centro Andrea Pizzardi, la rappresentante dell’Associazione Giovani per l’Unesco Coordinamento Emilia-Romagna Francesca Fecoli, la delegata dell’Ufficio Scolastico Regionale Chiara Scardoni e la coordinatrice del progetto Beatrice De Gaspari.

    L’iniziativa si svolge nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), in quanto il tempo impiegato per la realizzazione dei business plan può essere valutato come tale, sulla base delle intese con le scuole.

    Alla classe vincitrice assoluta è stato assegnato un premio in buoni per l’acquisto di libri. Tutti gli studenti hanno ricevuto le pergamene offerte da Tecnostudi e i gadget offerti da Sercom.

    L’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, partner di Crei-amo l’impresa da quattro anni, supporta le attività della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco nel campo dell’educazione, scienza, cultura e comunicazione, promuovendone progetti, valori e priorità nelle comunità locali attraverso la partecipazione attiva dei giovani.

     

  • ENERGIA:  PIENO APPOGGIO AL RIGASSIFICATORE A RAVENNA E AVVIO CONCRETO DI UNA POLITICA ENERGETICA DI MIX DI FONTI ENERGETICHE

    ENERGIA: PIENO APPOGGIO AL RIGASSIFICATORE A RAVENNA E AVVIO CONCRETO DI UNA POLITICA ENERGETICA DI MIX DI FONTI ENERGETICHE

     

    Confindustria Emilia-Romagna: pieno appoggio al rigassificatore a Ravenna e avvio concreto di una politica energetica di mix di fonti energetiche

    L’Emilia-Romagna davanti ad una sfida: dimostrare la capacità di tradurre obiettivi ambiziosi e urgenze immediate in una grande occasione di investimenti e innovazione nella produzione di energia

     

    Bologna, 5 maggio 2022 − Confindustria Emilia-Romagna condivide in pieno l’iniziativa della Regione e del territorio di lavorare per creare le condizioni affinché Ravenna possa ospitare il rigassificatore e assumere un ruolo chiave nella strategia energetica della regione e del Paese.

    Ravenna, il suo Porto e il contesto produttivo dell’area rappresentano un’infrastruttura strategica al servizio della politica energetica nazionale. 

    L’operatività in tempi brevi di un rigassificatore contribuirà a diversificare e mettere in sicurezza l’approvvigionamento di gas naturale, importante per la produzione di energia elettrica e fonte energetica fondamentale anche per l’industria regionale. 

    In questo senso altrettanto importante sarà accelerare la capacità di estrazione nazionale a partire proprio dall’Adriatico. 

    Oggi abbiamo assoluta urgenza di costruire ed attuare, senza ritardi, una strategia articolata di medio lungo periodo in grado di realizzare un mix di fonti, investendo con decisione sulla capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili e cogliendo ogni opportunità che la tecnologia offre senza preclusioni. 

    Dobbiamo saper cogliere le opportunità collegate agli investimenti nell’idroelettrico, nell’eolico, nel fotovoltaico, oltre che nella produzione di biogas e biometano, che rappresentano anche concrete applicazioni dell’economia circolare. 

    L’Emilia-Romagna può rappresentare un esempio virtuoso di capacità di tradurre obiettivi ambiziosi e urgenze immediate in una grande occasione di investimenti e innovazione nella produzione di energia. 

    La transizione energetica comporta l’esigenza di tenere insieme in modo pragmatico una puntuale pianificazione, importanti investimenti adeguati ai bisogni, semplificazione delle norme autorizzative per l’installazione di fonti rinnovabili, in coerenza con gli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima.

     

     

  • ACCORDO TRA CONFINDUSTRIA E INTESA SANPAOLO | 13,2 MILIARDI DI EURO PER LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA

    ACCORDO TRA CONFINDUSTRIA E INTESA SANPAOLO | 13,2 MILIARDI DI EURO PER LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA

    NUOVO ACCORDO TRA CONFINDUSTRIA E INTESA SANPAOLO: 13,2 MILIARDI DI EURO PER LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA

    • Oggi a Bologna la tappa regionale del roadshow di presentazione del protocollo siglato lo scorso ottobre
    • Plafond nazionale di 150 miliardi di euro dedicato a innovazione e transizione digitale, sostenibilità, rafforzamento patrimoniale e sostegno alle filiere in coerenza con il PNRR
    • L’economia italiana, secondo le previsioni del Csc Confindustria, dopo il forte rimbalzo dello scorso anno (+6,6% la variazione del PIL) ha frenato nel primo trimestre (-0,2%) confermando un quadro in netto peggioramento a causa dell’invasione russa in Ucraina. Per il trimestre in corso non ci si attende un sostanziale miglioramento. L’incertezza è ancora molto elevata.
    • L’Emilia-Romagna, prima regione italiana per vocazione all’export, spicca per investimenti in ricerca e sviluppo. Con la ridefinizione delle catene globali del valore le filiere locali sempre più strategiche per lo sviluppo del territorio.

     

    Bologna, 10 maggio 2022  Oggi a Bologna la tappa regionale del roadshow di presentazione del nuovo Accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese.

    Emanuele Orsini, Vice Presidente per Credito, Finanza e Fisco di Confindustria, e Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, hanno presentato l’Accordo basato sul percorso congiunto “Competitività, Innovazione, Sostenibilità” che mette a disposizione 13,2 miliardi di euro per le imprese emiliano-romagnole, nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo su questi tre driver fondamentali per la crescita e in coerenza con il PNRR.

    Ad aprire i lavori, tenutisi presso l’Auditorium Marco Biagi, i saluti del Presidente di Confindustria Emilia Area Centro, Valter Caiumi, della Presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi, e della Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo, Alessandra Florio.

    Nel corso dell’incontro sono intervenute Anna Roscio, Responsabile Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, che ha approfondito gli assi strategici dell’accordo e Stefania Trenti, Responsabile Industry Research Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, che ha illustrato il contesto economico nel quale si trovano ad operare le imprese regionali.

    L’Accordo presentato oggi alle imprese regionali – di durata triennale e firmato lo scorso ottobre da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo – pone al centro iniziative a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.

    “Nell’attuale scenario geopolitico ed economico le nostre imprese sono pressate da sfide senza precedenti che mettono a rischio crescita e benessere dell’intera società. In questa fase di emergenza è indispensabile continuare far arrivare loro la liquidità necessaria per affrontare le tensioni legate alla guerra e allo shock energetico – ha detto Emanuele Orsini, Vice Presidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco –. Ma bisogna anche guardare al futuro, puntando a consentire alle imprese di continuare a investire per esprimere pienamente le loro potenzialità e cogliere le opportunità offerte dai grandi processi di trasformazione in atto. La ripresa è a portata di mano a patto di sfruttare l’occasione di investimento e riforma offerta dal PNRR e di promuovere investimenti in innovazione e ricerca, favorendo lo sviluppo delle filiere, la patrimonializzazione e il riequilibrio della struttura finanziaria delle aziende. Senza dimenticare l’importanza di assicurare il massimo sostegno, finanziario e di servizio, nella doppia transizione digitale e sostenibile”.

    “Mettiamo in campo oltre 13 miliardi di euro per i piani di crescita delle imprese emiliano-romagnole, nell’ambito del plafond nazionale di 150 miliardi di euro, rinnovando l’azione congiunta con Confindustria – ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Il nostro Gruppo conferma e rafforza l’attenzione e il sostegno al sistema produttivo per superare questa fase di rinnovata incertezza e ridare forza alla ripresa che si stava dispiegando dopo la pandemia, per dare vita ad un’economia strutturalmente più robusta incentivando gli investimenti in transizione ambientale e digitale e valorizzando i rapporti di filiera. Gli elementi alla base di questo accordo rientrano nell’ambito del nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del PNRR, erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI”.

    È importante per le imprese, in uno scenario nazionale e internazionale così fortemente complesso, trovare nel sistema bancario un interlocutore costante e trasparente. Le nostre aziende sono consapevoli di quanto sia necessario investire in innovazione e transizione digitale, perché la sfida di oggi e del prossimo futuro sarà rafforzare la struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese, potenziare le filiere e la sostenibilità del nostro tessuto produttivo. In questo, il plafond messo a disposizione delle imprese emiliane consentirà di attivare investimenti privati, generando un effetto moltiplicatore delle risorse disponibili per gli investimenti pubblici. È una vera e propria chiave di volta per guardare al futuro, anche alla luce delle linee guida individuate dal Pnrr”, dichiara il Presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi.

    “Al di là della situazione attuale, complessa e molto incerta – aggiunge la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi – le direttrici di sviluppo dell’accordo sono orientate alle priorità delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna: innovazione, digitalizzazione, sviluppo delle filiere, sostenibilità e transizione energetica, capitale umano e competenze manageriali. Sono le priorità su cui le imprese da anni stanno investendo con continuità e determinazione. L’accordo tra Intesa e Confindustria va proprio in questa direzione. A noi tutti il compito di dare concretezza anche nel nostro territorio per continuare a supportare  e accompagnare le imprese nelle proprie strategie di crescita e sviluppo”.

    “Le imprese emiliano-romagnole hanno confermato anche durante la pandemia la loro elevata capacità di reazione caratterizzata dalla grande predisposizione all’innovazione e alla vocazione all’export. Questo accordo, anche rispetto alle difficoltà sopraggiunte con il conflitto russo-ucraino, mira a rafforzare la competitività del sistema economico e produttivo del territorio supportando le aziende nel percorso di sviluppo, dotandole di strumenti e soluzioni utili in termini di sostenibilità ambientale e sociale, come per la valorizzazione del capitale umano e delle filiere – ha sottolineato Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo -. Le filiere sono state un elemento peculiare di resilienza durante la crisi pandemica e oggi possono confermarsi tali, nonché un propulsore per la ripartenza, anche alla luce del riposizionamento delle catene di fornitura. In Emilia-Romagna, attraverso il nostro Programma Sviluppo Filiere, abbiamo già favorito oltre 100 accordi di filiera per un giro d’affari complessivo di 14 miliardi di euro”.

    L’intesa consolida e rinnova la collaborazione ultradecennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che, grazie a un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009 sono stati sottoscritti diversi accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. Iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione.

     

    IL SISTEMA PRODUTTIVO DELL’EMILIA-ROMAGNA: GLI ASSET STRATEGICI
    A cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo

    L’Emilia-Romagna è caratterizzata da una forte vocazione industriale: sviluppa un terzo circa del valore aggiunto regionale; al contempo la regione mostra la propensione all’export più alta d’Italia: le esportazioni rappresentano, infatti, il 46% del valore aggiunto, una percentuale superiore a quella osservata in Veneto (43,9%) e Lombardia (34,6%).

    La regione spicca per propensione a investire in ricerca e sviluppo e a brevettare: primeggia infatti sia per numero di addetti alla R&S (10,1 ogni mille abitanti vs i 6 dell’Italia), sia per numero di brevetti (156,8 ogni milione di abitanti, più del doppio della media italiana; Lombardia e Veneto si fermano rispettivamente a 133,1 e 115,3).

    L’Emilia-Romagna mostra una specializzazione diffusa nella filiera metalmeccanica, con la presenza di molti distretti industriali. E’ presente una buona specializzazione anche nel sistema moda, nell’agro-alimentare, nei prodotti e materiali da costruzione (soprattutto piastrelle), nella chimica e nell’elettrotecnica.

    La competitività regionale si manifesta soprattutto sui mercati esteri: nel 2021 l’export della regione ha toccato quota 72,4 miliardi di euro (+8,7% vs il 2019), mostrando un aumento del 52% rispetto al 2008. Dei 19 distretti monitorati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo in questa regione, 13 hanno superato i livelli di export pre-pandemici. Tra quelli con migliori risultati le Piastrelle di Sassuolo (in crescita del +13,5% sul 2019), l’Alimentare di Parma (+28,1%), i Mobili imbottiti di Forlì (+64,2%) e i Ciclomotori di Bologna (+27,7%).

    Il conflitto in Ucraina è arrivato in un momento di ripresa per l’economia emiliano-romagnola. Nel complesso, l’Emilia-Romagna, pur essendo la seconda regione per export verso Russia e Ucraina (1,9 miliardi di euro nel 2021), presenta un’incidenza contenuta di questi mercati sul totale esportato (2,7%). In alcuni distretti però si evidenzia un’esposizione più rilevante: è il caso dell’Abbigliamento di Rimini (14,9%), delle Calzature di San Mauro Pascoli (13,2%), delle Macchine per l’imballaggio di Bologna (4,2%) e della Maglieria e abbigliamento di Carpi (3,7%).

    Il maggiore canale di trasmissione della guerra è rappresentato dai rincari dei prezzi delle materie prime. Il balzo dei prezzi di petrolio e, soprattutto, del gas naturale, penalizzerà in modo significativo il reddito disponibile dei consumatori e i margini delle imprese con effetti sia sui consumi che sugli investimenti.

    Il conflitto in Ucraina rende ancora più urgenti i temi dell’ambiente e della tecnologia che possono favorire il risparmio di materie prime, l’efficientamento dei processi e la diversificazione dei mercati di sbocco. Al contempo, se i problemi di approvvigionamento innestati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i territori italiani che come l’Emilia-Romagna sono caratterizzati dalla presenza di filiere strutturate a livello locale.

    I prossimi anni saranno dunque decisivi per l’economia italiana e anche per quella dell’Emilia-Romagna. Il PNRR potrà favorire un intenso processo di riforme per poter rilanciare investimenti in digitale, transizione green, infrastrutture, formazione e ricerca, con un’attenzione particolare a giovani, donne e precari.

  • IL RAPPORTO «50 ANNI! RADICI E VALORI PER IL FUTURO» |  PRESENTATO ALL’INCONTRO DEL 27 APRILE 2022

    IL RAPPORTO «50 ANNI! RADICI E VALORI PER IL FUTURO» | PRESENTATO ALL’INCONTRO DEL 27 APRILE 2022

     

    «50 ANNI!  RADICI E VALORI PER IL FUTURO»
    Il 27 aprile Confindustria Emilia-Romagna ha celebrato i propri 50 anni all’Opificio Golinelli

     

    Quest’anno Confindustria Emilia-Romagna celebra il Cinquantennale della propria fondazione, avvenuta il 23 febbraio 1972. 

    Per festeggiare la ricorrenza gli imprenditori emiliano-romagnoli si sono trovati a Bologna, insieme ai Past President e a tanti protagonisti della società regionale, per una riflessione sul passato e sulle prospettive dell’Emilia-Romagna.

    Nell’occasione Confindustria regionale ha realizzato, con la collaborazione scientifica di Prometeia, un’analisi che è stata presentata durante l’incontro “50 anni! Radici e valori per il futuro” il 27 aprile all’Opificio Golinelli.  

    Il rapporto approfondisce i cambiamenti dell’Emilia-Romagna dal 1972 ad oggi partendo dai quattro pilastri dello sviluppo economico sociale indagati con il Progetto “Traiettoria 2030”: benessere economico, ambiente e qualità della vita; capitale umano; imprese e innovazione; reti e internazionalizzazione.

    «In questi cinquant’anni la nostra regione – ha dichiarato Pietro Ferrari, nel giorno in cui ha lasciato la guida di Confindustria Emilia-Romagna alla neo Presidente Annalisa Sassi ha profondamente mutato il proprio volto dal punto di vista economico, demografico e sociale. Conoscere le proprie radici è fondamentale per avere una visione del futuro. L’analisi dei cambiamenti dagli anni Settanta ad oggi delinea traiettorie fondamentali anche per gli anni a venire: penso prima di tutto alla demografia, all’immigrazione e al capitale umano».

    All’incontro sono intervenuti il Presidente di Prometeia Angelo Tantazzi, l’Assessore allo Sviluppo economico e green economy, Lavoro, Formazione della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla, l’editorialista de La Stampa e docente dell’Università Mercatorum Massimiliano Panarari e l’astronauta Maurizio Cheli.                                                                  

    Ha concluso i lavori il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

     

    La registrazione dell’incontro è pubblicata sul canale Youtube di Confindustria Emilia-Romagna   

     

    Nella foto:
    Maurizio Marchesini, Massimo Bucci, Annalisa Sassi, Pietro Ferrri, Anna Maria Artoni, Carlo Bonomi

     

     

  • L’IMPRENDITRICE PARMENSE ANNALISA SASSI ELETTA PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

    L’IMPRENDITRICE PARMENSE ANNALISA SASSI ELETTA PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

     

    L’imprenditrice Annalisa Sassi è la nuova Presidente di Confindustria Emilia-Romagna per il quadriennio 2022-2026.

    È stata eletta all’unanimità dal Consiglio di Presidenza di Confindustria regionale, riunitosi il 27 aprile a Bologna in occasione dell’incontro “50 anni! Radici e valori per il futuro” con cui gli industriali emiliano-romagnoli hanno celebrato il Cinquantennale dell’associazione regionale.

    Succede a Pietro Ferrari, che ha guidato Confindustria Emilia-Romagna da luglio 2017.

    «È un vero onore – ha dichiarato la neo Presidente Annalisa Sassi – rappresentare l’industria dell’Emilia-Romagna: ringrazio i colleghi per la fiducia che mi hanno riservato. Credo profondamente nel valore dell’impresa come luogo in cui si esprime e valorizza la capacità del fare delle persone. Il mio impegno alla Presidenza di Confindustria Emilia-Romagna sarà guidato da una ferma convinzione: l’impresa è motore di crescita e sviluppo dei territori, elemento fondamentale per la creazione del benessere sociale e della qualità della vita».

    Nata nel 1976, Annalisa Sassi si laurea in Economia Aziendale all’Università di Parma. Dopo un Master in Corporate Finance alla SDA Bocconi inizia il proprio percorso professionale con una breve esperienza presso un istituto bancario milanese. Subito dopo approda alle aziende di famiglia che operano nell’ambito del settore alimentare: Casale Spa, Prosciuttificio San Pietro Spa e Selva Alimentari Spa, in cui oggi ricopre il ruolo di consigliere di amministrazione.

    Dal giugno 2018 Annalisa Sassi è Presidente dell’Unione Parmense degli Industriali, incarico che terminerà a fine maggio. Dal 2019 è Vice Presidente di Crédit Agricole Italia, dal 2013 al 2020 è stata Vice Presidente di Fiere di Parma Spa, dal 2009 al 2014 Presidente del Gruppo Giovani nazionale di Federalimentare e ha ricoperto diversi incarichi in Assica e Confindustria.

     

  • ENERGIA. Confindustria Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto bocciano il Decreto: SISTEMA INDUSTRIALE A RISCHIO PARALISI, SERVE DETERMINAZIONE

    ENERGIA. Confindustria Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto bocciano il Decreto: SISTEMA INDUSTRIALE A RISCHIO PARALISI, SERVE DETERMINAZIONE

     

    Confindustria Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto bocciano il Decreto Energia

    SISTEMA INDUSTRIALE A RISCHIO PARALISI, SERVE DETERMINAZIONE

     

    21 marzo 2022 – I Presidenti Francesco Buzzella (Confindustria Lombardia), Enrico Carraro (Confindustria Veneto) Pietro Ferrari (Confindustria Emilia-Romagna), Marco Gay (Confindustria Piemonte) a seguito delle misure approvate dal Consiglio dei Ministri per arginare il caro energia, esprimono profonda insoddisfazione e preoccupazione.

    Pur nella consapevolezza che l’intero sistema industriale italiano è a rischio paralisi tra aumenti delle materie prime, difficoltà di approvvigionamento delle forniture e costo dell’energia, nel decreto manca la determinazione di cui c’è assoluto bisogno in periodi eccezionali come quelli che stiamo vivendo.

    Tra le imprese del Nord c’è fortissima preoccupazione: occorre intervenire immediatamente, con ogni misura possibile e sostenibile, per compensare l’aumento dei costi dell’energia – anche attraverso un price-cap/tetto sui prezzi – e gli effetti delle sanzioni legate alla guerra per i settori o le imprese direttamente colpite. L’Italia e la sua industria stanno pagando il prezzo più alto d’Europa.

    La trasparenza del mercato energetico deve poter permettere di legare al costo delle forniture il prezzo al cliente, non ai valori oscillatori delle speculazioni quotidiane.

    Anche il sistema fiscale che grava sui prodotti energetici va reso lineare, chiaro e trasparente. Non è possibile che le imposte raddoppino il costo del carburante e siano la sommatoria di accise accumulate nei decenni senza più alcun riferimento alla situazione attuale. Perché non prendere esempio dal Portogallo dove il governo ha chiesto alla UE la riduzione dell’aliquota IVA dal 23% al 13%?

    La scelta di intervenire con “sconti” e ristori temporanei limitati nel tempo e negli impatti, poi, è in contrasto con le previsioni, anche quelle meno pessimistiche, di alti livelli dei prezzi sui mercati energetici prolungati nel tempo.

    Sono poi irricevibili, causa insostenibilità, le ipotesi o gli scenari di riduzione “teorici” dei consumi energetici dell’industria. Le strategie europee, a partire dal Fitfor55, costruite e calate dall’alto, vanno riviste in una logica di transizione “sostenibile”, non di obiettivi astratti irraggiungibili per tutti i settori industriali, dalle plastiche all’auto. La transizione va discussa, condivisa e programmata insieme all’industria. Visto il diverso impatto del costo dell’energia nei vari Paesi europei le imprese italiane sono quelle la cui competitività è maggiormente a rischio.

    Il Paese deve definire rapidamente un vero e proprio Piano Energetico nazionale che preveda un nuovo mix di forniture e fonti. Occorre accelerare la realizzazione degli impianti di rinnovabili sbloccando, nell’interesse nazionale, gli iter autorizzativi, oggi di fatto bloccati in molti ambiti ed aree.  Contemporaneamente è indispensabile accelerare l’aumento del prelievo nazionale di gas, anche con nuove esplorazioni, e riattivare gli investimenti previsti sui rigassificatori. 

    Il PNRR può essere parzialmente rivisto e rimodulato in funzione della necessità di sostenere gli investimenti in campo energetico, mentre con maggiore decisione devono essere riprese le riforme timidamente approcciate in questi mesi: prima di tutte quella del fisco, intervenendo strutturalmente sul cuneo fiscale. Gli effetti dell’inflazione sui salari rischiano di essere ulteriormente “deprimenti” per l’economia e per le imprese italiane.

     

  • EVOLUZIONE (IN)SOSTENIBILE |  I messaggi dei Giovani Imprenditori Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto |  Cortina, 18 marzo 2022

    EVOLUZIONE (IN)SOSTENIBILE | I messaggi dei Giovani Imprenditori Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto | Cortina, 18 marzo 2022

     

    34° Meeting Giovani Imprenditori del Nordest

    EVOLUZIONE (IN)SOSTENIBILE

    I Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia,Trentino Alto Adige e Veneto lanciano il loro messaggio sul tema della sostenibilità

     

    18 marzo 2022 – Il tema della sostenibilità sociale, economica ed energetica è al centro del convegno Evoluzione (in)sostenibile, organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige a Cortina d’Ampezzo nell’ambito del 34° Meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est.

    L’incontro, al quale hanno partecipato giovani imprenditori provenienti da tutt’Italia, ha voluto lanciare un messaggio provocatorio: parlare di sostenibilità focalizzandosi solo su aspetti contingenti ed interessi specifici equivale a privarla del suo valore globale e della sua capacità di cambiare il mondo.

    In apertura del convegno i Giovani imprenditori hanno espresso la propria ferma posizione contro la tragedia della guerra e la vicinanza alle persone colpite dagli esiti del conflitto russo ucraino.

    «Questi anni complessi ci hanno allontanato fisicamente – ha affermato Marco Dalla Bernardina, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto – ma ci hanno dato l’opportunità di ripensare al nostro ruolo e a quello delle aziende all’interno della società: proprio in questa ottica abbiamo deciso di affrontare la questione della sostenibilità. Quanto sta accadendo a poche centinaia di chilometri è l’esempio perfetto di tutto ciò che rende la nostra evoluzione insostenibile, quello che noi tutti siamo chiamati a rifiutare. Sono certo di interpretare il pensiero di tutti noi».

    «Noi giovani puntiamo con decisione al cambiamento – ha dichiarato Ivan Franco Bottoni, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, illustrando le tesi introduttive del convegno – in particolare quello sostenibile ed etico. Ma siamo anche imprenditori pragmatici che non credono più alle favole: non vogliamo inseguire la sostenibilità solo perché è di moda.  Mai come in questa fase drammatica abbiamo visto come l’equilibrio di energia e materie prime, in termini di disponibilità e costi, sia estremamente fragile e si debba tutti ragionare, a partire dalla politica e dai Governi, con una visione più ampia».

    Il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, il Presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro e la Presidente del Banco Alimentare del Veneto Adele Biondani sono intervenuti all’apertura dei lavori.

    «La guerra in Ucraina e lo shock dei prezzi dell’energia ci portano inevitabilmente a riflettere sul significato di sostenibilità e sulle azioni che devono essere messe in campo con urgenza dal nostro Paese. – ha sottolineato la Vice Presidente di Confindustria Maria Cristina Piovesana – . Servono misure stabili e a lungo termine perché le sfide che abbiamo davanti sul fronte della transizione sono impegnative. Il nostro sistema industriale è pronto da tempo per affrontarle. Siamo leader nell’economia circolare, fra i primi posti in UE e nel mondo per tasso di uso circolare di materia (19.3% contro una media europea dell’11.9%). Inoltre, ricicliamo il 73% dei rifiuti da imballaggio (dati CONAI), superando già l’obiettivo europeo del 65% al 2025. I dati dimostrano la nostra leadership nel processo di transizione ecologica. Per questo possiamo affermare che alcuni indirizzi europei ci preoccupano molto. Mi riferisco alla direttiva che bandisce le plastiche monouso, all’automotive e all’energia. Occorre evitare strappi e accelerazioni nelle tempistiche della transizione ecologica e del percorso verso una vera sostenibilità. Confindustria, per difendere e supportare il sistema produttivo in questa fase, sta portando avanti molte azioni trasversali tra cui: l’attività di advocacy sia a livello nazionale che UE sui principali dossier citati; un lavoro continuo con le nostre associazioni sulle proposte di modifica della Direttiva ETS e del Regolamento CBAM, che discendono dal Fit for 55, cercando di attenuare la severità delle misure previste ed evitare l’indebolimento dei settori interessati; stessa attività per l’Action Plan dell’economia circolare».

    Numerosi i protagonisti dei tre focus, presentati dal Ceo di Will Media Alessandro Tommasi.  Di sostenibilità sociale hanno parlato, in un confronto tutto al femminile, la Presidente di Umana Maria Raffaella Caprioglio, la Vice Presidente di Tetra Pak Stefania Pertusi e la Presidente e CEO di Galdi Antonella Candiotto, introdotte dalla Sustainability Advisor Martina Rogato.

    Sul tema della sostenibilità energetica sono intervenuti, con l’introduzione della responsabile strategy and corporate development Edison Valeria Olivieri, il Presidente di Hydrogen Park Andrea Bos, il Direttore del Dipartimento Fusione e Tecnologie per la sicurezza nucleare di Enea Alessandro Dodaro e il  Direttore Tecnico Generale di Autostrada del Brennero Carlo Costa.

    La sostenibilità economica è stata al centro del focus introdotto dal Ceo e Co-founder di Wrad Matteo Ward, in cui hanno discusso il Director of Purchasing di Pedon Group Mattia Pedon, il Partner at Deloitte Central Mediterranean Ernesto Lanzillo e il Chief Strategy Officer di Palladio Group Antonio Marchi.

    «Una guerra alle porte dell’Europa, arrivata ormai a 10 chilometri dal confine polacco, ci pietrifica –.ha concluso il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Riccardo Di Stefano –. E se da un lato siamo orgogliosi di vivere in un’Europa che non ha timore di imporre sanzioni economiche durissime e senza pari nella storia a chi viola la democrazia e i diritti umani, dall’altro siamo consapevoli che questo si somma ad una situazione già compromessa dalla crisi energetica e indisponibilità delle materie prime. Siamo di fronte ad un appuntamento con la storia, ma anche con l’economia e lo sviluppo. E, solo se questa consapevolezza sarà ampiamente condivisa, le imprese potranno continuare la propria fiera battaglia per la crescita di un paese che sia davvero sostenibile. A inizio anno Confindustria aveva previsto un rincaro della bolletta energetica per l’industria da 8 a 37 miliardi. Già questo scenario sembrava insostenibile. Ora si parla per il 2022 di 51 miliardi. Assistiamo ad una catastrofica tempesta sulle imprese, alle quali, una volta azzerati i margini di profitto, non rimane che interrompere la produzione, non solo perché non più economicamente sostenibile ma anche per il mancato afflusso delle materie prime provenienti dai paesi coinvolti dal conflitto. Per affrontare il problema bisogna guardare a misure strutturali: va aumentata la disponibilità di energia per le imprese sia attraverso l’aumento della produzione di gas nazionale sia attraverso l’aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili».

    Il convegno, che si è svolto in una tensostruttura trasparente montata per l’occasione nel centro di Cortina, ha visto come main sponsor WindBusiness, Deloitte Private e Banca Generali Private ed è stato realizzato anche grazie a Umana, Studio DCA, Audi Scarabel, Omega, Mc Arthur Glen Outlet Noventa di Piave, Humane World Magazine, VeniceJets e agli sponsor tecnici Suono e Immagine, Tecnostudi comunicazione, Cortina In, Red Squirrel, De Gaspari Orlandi & associati, Maxfone.

     

     

    L’EVENTO SUL WEB

    Hashtag: #visioni2022 – #ggimeetingne – #cortina2022

    Sito internet: https://www.ggimeetingne.eu/ (con diretta streaming a partire dalle ore 9.30)

    Facebook: https://it-it.facebook.com/GgiMeetingNE/  

    Twitter: https://twitter.com/ggimeetingne

     


     

    PROGRAMMA

    Introduce e modera: Alessandro Tommasi, Ceo Will Media

     

    Interventi introduttivi

    Marco dalla Bernardina, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Veneto

    Gianpietro Ghedina, Sindaco di Cortina d’Ampezzo

    Enrico Carraro, Presidente Confindustria Veneto

    Adele Biondani, Presidente Banco Alimentare del Veneto ODV

    Ivan Franco Bottoni, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Emilia-Romagna

     

    Intervento istituzionale

    Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente Confindustria

     

    Focus Sostenibilità Sociale

    Speech introduttivo: Martina Rogato, Sustainability Advisor

    Discutono:

    Maria Raffaella Caprioglio, Presidente Umana SpA

    Stefania Pertusi, Vice Presidente Tetra Pak

    Antonella Candiotto, Presidente e CEO Galdi Srl

     

    Focus Sostenibilità Energetica

    Speech introduttivo: Valeria Olivieri, Responsabile Strategy and Corporate Development Edison

    Discutono:

    Andrea Bos, Presidente Hydrogen Park

    Alessandro Dodaro, Direttore Dipartimento Fusione e Tecnologie per la sicurezza nucleare Enea

    Carlo Costa, Direttore Tecnico Generale Autostrada del Brennero

     

    Focus Sostenibilità Economica

    Speech introduttivo: Matteo Ward, Ceo e Co-founder Wräd

    Discutono:

    Mattia Pedon, Director of Purchasing Pedon Group

    Ernesto Lanzillo, Partner at Deloitte Central Mediterranean

    Antonio Marchi, Chief Strategy Officer Palladio Group

     

    Conclusioni

    Intervista a Riccardo Di Stefano, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria

     

     

  • TRANSIZIONE AUTOMOTIVE |  LE CONFINDUSTRIE DEL NORD ESPRIMONO SCONCERTO E PREOCCUPAZIONE

    TRANSIZIONE AUTOMOTIVE | LE CONFINDUSTRIE DEL NORD ESPRIMONO SCONCERTO E PREOCCUPAZIONE

     

    TRANSIZIONE AUTOMOTIVE, CONFINDUSTRIE DEL NORD: SCONCERTATI DA APPROCCIO CITE
    In Italia a rischio 70 mila posti di lavoro, investimenti e massicce delocalizzazioni

     

    13 dicembre 2021 – I Presidenti Francesco Buzzella (Confindustria Lombardia), Pietro Ferrari (Confindustria Emilia-Romagna), Marco Gay (Confindustria Piemonte), Enrico Carraro (Confindustria Veneto) esprimono sconcerto e preoccupazione in merito alle ultime dichiarazioni del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica – CITE sulla transizione tecnologica della filiera automotive.

    A preoccupare, in particolare, è la mancanza di una progettualità chiara che consenta alle migliaia di aziende italiane del settore di adeguarsi gradualmente all’imposizione dell’Unione Europea di procedere con l’elettrificazione dei motori abbandonando completamente la combustione.

    L’orizzonte del 2035, per un’industria che deve affrontare una transizione tecnologica senza precedenti, è sostanzialmente inattuabile allo stato odierno. Senza l’indicazione di un’alternativa, o quantomeno l’introduzione di un principio di gradualità, la strada tracciata dall’UE comporterà il blocco degli investimenti nei motori a combustione oltre alla sostanziale chiusura del mercato con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Solo in Italia si rischia di bruciare oltre 70mila posti di lavoro entro il 2030.

    Nel ribadire che gli imprenditori italiani sono favorevoli alla decarbonizzazione ma auspicano la neutralità tecnologica per poter esprimere al meglio le proprie competenze e soprattutto tempi di realizzazione del green deal europeo realistici perché l’attuale scadenza rischia di mandare KO il 50% del settore della componentistica, le Confindustrie del Nord chiedono quanto prima un Piano di politica industriale per la transizione del settore Automotive che tenga in considerazione le esigenze delle aziende.

    Oltre alle risposte ai dubbi appena illustrati, il Piano dovrebbe prevedere indicazioni su come colmare il gap delle competenze professionali e dovrà porsi l’obiettivo di frenare le spinte delocalizzatrici che saranno inevitabili nel momento in cui l’impresa valuterà più competitivo produrre in quei Paesi, al di fuori dell’Europa, dove sono già ampiamente utilizzate quelle tecnologie necessarie a rendere sostenibile l’elettrificazione, dove sono presenti le competenze per implementarla, e dove i vincoli burocratici non sono dettati dalle ideologie ma dal mercato. Non è attraverso politiche anti-delocalizzazioni che si attraggono imprese sul territorio italiano e si incentivano le imprese del settore automotive ad investire su una corretta transizione ecologica.