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Categoria: Comunicati stampa

  • PROGETTO DECARB per le PMI dell’Emilia-Romagna che vogliono decarbonizzare l’attività

    PROGETTO DECARB per le PMI dell’Emilia-Romagna che vogliono decarbonizzare l’attività

     

    Bologna, novembre 2021 –  Cinque PMI dell’Emilia-Romagna hanno intrapreso un percorso verso la decarbonizzazione grazie al progetto DECARB promosso dalla Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna.

    L’iniziativa si pone in linea con l’obiettivo fissato dall’Unione europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050:  un traguardo ambizioso che l’Emilia-Romagna intende centrare anche prima di questa scadenza, come condiviso nel Patto per il Lavoro e per il Clima.

    «Tutte le imprese sono chiamate ad assumere un ruolo di responsabilità ambientale  –  dichiara il Presidente Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna Giovanni Baroni  − e diventare protagoniste della transizione ecologica. È una sfida ma anche una opportunità: le aziende che già oggi hanno compiuto forti investimenti sostenibili hanno un vantaggio competitivo verso il mercato, verso il mondo finanziario e in generale verso clienti, fornitori e la società in generale.

    Per questo in Emilia-Romagna abbiamo avviato il progetto sperimentale DECARB, che aiuta concretamente le PMI a comprendere i propri impatti in termini di emissioni di gas a effetto serra e ad elaborare strategie per diminuirle.  La collaborazione tra le aziende è indispensabile per diffondere la cultura green, sempre più apprezzata da consumatori e partner commerciali, e progettare nuovi investimenti in questa direzione».

    Le imprese coinvolte sono: After Glass S.p.A. di Parma, che si occupa di decorazione del vetro in particolare nei settori della profumeria e cosmetica; Carlo Riccò F.lli S.p.A. di Correggio (Reggio Emilia) è un’azienda chimica che produce resine poliestere insature; Delicius Rizzoli S.p.A. di San Polo di Torrile (Parma), produttore di conserve ittiche, specialmente alici o acciughe; F.A.M.A.R. S.r.l. di Ferrara, specializzata in progettazione e produzione di abbigliamento di lusso; MEBA Sas di Podenzano (Piacenza) che produce e sviluppa materie prime per bottoni e accessori per l’alta moda.

    Nel percorso di riduzione delle emissioni le imprese sono guidate da Nativa, Regenerative Design Company e prima B Corp e Società Benefit in Europa, scelta come Sustainability Advisor del Progetto DECARB.  Il modello di riferimento è il Climate Neutrality Program, creato da Nativa per supportare le aziende nel cammino verso la decarbonizzazione e basato su tre azioni chiave: la diffusione delle competenze di base sui temi della neutralità climatica, l’analisi dell’impatto delle emissioni di gas a effetto serra e l’identificazione del piano di miglioramento per raggiungere gli obiettivi di riduzione.

    Le cinque imprese lavoreranno assieme per condividere le proprie esperienze e le possibili soluzioni, con il fine di accelerare il più possibile la trasformazione in favore del clima. 

    L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo. «Sostenibilità ambientale e transizione ecologica sono aspetti imperativi, oltre che sotto il profilo etico, anche per la crescita e la competitività delle imprese – sottolinea Stefania Bergamaschi, Direttrice Commerciale Imprese Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo −. Con questo progetto il sistema delle PMI emiliano-romagnole testimonia la propria sensibilità e reattività in questa fase di profonda e rapida trasformazione. Intesa Sanpaolo non poteva che essere ancora una volta al fianco delle imprese locali, in linea con la strategia di sostenibilità perseguita dal Gruppo per supportare con risorse e servizi mirati la transizione ecologica del sistema produttivo».

    L’investimento in sostenibilità che dovrà essere effettuato a livello globale da qui ai prossimi anni avrà un ritorno importante anche in termini economici. Il recente studio Drawdown ha calcolato che il ritorno di una completa decarbonizzazione della terra è di 74 trilioni di dollari: per ogni trilione investito ne ritornano ben più di tre.

     

     

  • GIOVANNI BARONI, PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA DELL’EMILIA-ROMAGNA,  ELETTO PRESIDENTE NAZIONALE PICCOLA INDUSTRIA

    GIOVANNI BARONI, PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA DELL’EMILIA-ROMAGNA, ELETTO PRESIDENTE NAZIONALE PICCOLA INDUSTRIA

     

    CONFINDUSTRIA: GIOVANNI BARONI  NUOVO PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA

    Roma, 30 novembre 2021Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria dell’Emilia-Romagna e delegato per Energia sostenibile ed Economia circolare nella Piccola Industria nazionale, è stato eletto oggi dal Consiglio Centrale Piccola Industria di Confindustria nuovo presidente per il biennio 2021-2023. Come tale, entra di diritto nella squadra del Presidente Carlo Bonomi come vicepresidente di Confindustria.

    Il neo presidente, 48 anni, nato a  Parma, laureato in Ingegneria Civile, coniugato con due figli, è fondatore e amministratore delegato di X3Energy Spa e ricopre ruoli in diverse partecipate appartenenti al gruppo. Nata nel 2010 e attiva nel settore energetico, in particolare in impianti e servizi per l’efficientamento energetico, X3Energy Spa opera anche nella realizzazione e gestione di impianti per la distribuzione stradale di metano e biometano compresso in Italia e negli Stati Uniti.

    Attualmente è membro del Consiglio Generale di Confindustria, del Comitato Tecnico Energia di Confindustria e delegato nazionale per Energia Sostenibile ed Economia circolare nella Piccola Industria.

    Dal 2017 ad oggi è stato presidente del Comitato Piccola Industria dell’Emilia–Romagna. Dal 2014 al 2018 è stato presidente del Comitato Piccola Industria dell’Unione Parmense degli Industriali.
     

  • ACCORDO CONFINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA E SACE:  EXPORT E GREEN PER LA CRESCITA DELLE IMPRESE EMILIANO-ROMAGNOLE

    ACCORDO CONFINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA E SACE: EXPORT E GREEN PER LA CRESCITA DELLE IMPRESE EMILIANO-ROMAGNOLE

     

    Roma, 18 novembre 2021  – Confindustria Emilia-Romagna e SACE insieme per favorire l’esportazione e gli investimenti delle imprese della regione, con l’impegno di rafforzare l’identificazione di nuove opportunità sui mercati.

    L’accordo firmato a Roma dal Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari e dall’Amministratore Delegato di SACE Pierfrancesco Latini ha l’intento di aumentare il numero di aziende di piccole e medie dimensioni che esportano e moltiplicare i mercati di sbocco, fornendo alle imprese le competenze e il know-how per affrontare queste sfide con strumenti e soluzioni per trasformare i rischi in opportunità: coperture assicurative per incassare i crediti, garanzie contrattuali e garanzie finanziarie per aumentare i fidi bancari, factoring e recupero crediti.

    Grazie alla rinnovata collaborazione con il sistema regionale Confindustria e alla presenza diretta a Bologna con uffici e personale specializzato, SACE vuole essere sempre più un punto di riferimento per le aziende emiliano-romagnole che devono far fronte alle esigenze di nuova finanza per crescere e realizzare gli investimenti green e sfruttare i nuovi trend di mercato sui mercati.

    L’intesa consentirà inoltre di supportare le iniziative di internazionalizzazione delle imprese dell’Emilia-Romagna, specie PMI, e delle filiere produttive nei settori strategici attraverso attività di business matching per promuovere le principali filiere. Una speciale attenzione sarà rivolta ai mercati ad alto potenziale, ai progetti relativi alla transizione energetica, al miglioramento dei livelli di emissione del trasporto intermodale, alla mobilità ed economia circolare.

    «Il mandato di SACE è stato ampliato ed oggi, oltre il tradizionale sostegno all’export e all’internazionalizzazione, siamo attuatori del Green New Deal italiano attraverso l’emissione di specifiche  garanzie  green  per progetti  strategici  che consentiranno di raggiungere la transizione energetica dell’economia italiana – ha dichiarato Pierfrancesco Latini, Amministratore Delegato di SACE –. Ed è per noi davvero importante poter contare su un partner come Confindustria Emilia-Romagna che conosce le esigenze specifiche del tessuto imprenditoriale locale. Attraverso la nostra partnership auspichiamo di guidare le imprese emiliano-romagnole non solo nel processo di internazionalizzazione in cui presentano già ottimi risultati, ma anche nell’ambito del perimetro green di SACE».

    «L’Emilia-Romagna – ha sottolineato il Presidente di Confindustria regionale Pietro Ferrari   ha una forte vocazione all’export: siamo la prima regione italiana quanto ad esportazioni per residente, la seconda dopo la Lombardia per export in valore assoluto, con il 14,1% sul totale nazionale, e la prima per saldo commerciale. Per accrescere questo impegno le imprese  hanno bisogno di competenze professionali innovative e strumenti finanziari ed assicurativi semplici da utilizzare. L’intesa sottoscritta con SACE rafforza l’impegno promosso dal sistema regionale Confindustria per affiancare le aziende che già esportano e sostenere quelle, in particolare PMI, che intendono affacciarsi sui mercati esteri».

     

     

  • I Giovani Imprenditori dell’Emilia-Romagna in missione a DUBAI

    I Giovani Imprenditori dell’Emilia-Romagna in missione a DUBAI

     

    I Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna guidati dal Presidente Ivan Franco Bottoni sono stati in missione a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dal 29 ottobre al 3 novembre 2021.

    Gli Emirati Arabi Uniti hanno una solidità politica ed economica che li ha portati ad essere una delle economie più importanti del Medio Oriente, anche grazie ad una posizione geografica strategica al centro delle principali direttrici est-ovest.

    «In occasione dell’EXPO abbiamo deciso di organizzare una missione a Dubai − dichiara il Presidente Ivan Franco Bottoni per conoscere da vicino gli Emirati Arabi Uniti, settimo Paese al mondo per PIL pro capite, hub ideale per raggiungere diversi mercati asiatici e africani. Gli investimenti di larga scala intrapresi a Dubai rappresentano una grande opportunità per le imprese dell’Emilia-Romagna, in particolare nei settori delle energie rinnovabili, infrastrutture e mobilità».

    L’Emilia-Romagna è la quarta regione italiana per export verso gli Emirati, con l’11.3% del totale dell’export italiano. I settori che esportano di più sono meccanica, automotive, moda, plastica e gomma. La bilancia commerciale è favorevole: nel 2020 le esportazioni dell’Emilia-Romagna sono state di 495 milioni di euro e le importazioni di circa 44 milioni. Anche dall’interscambio nell’ultimo decennio emerge un andamento positivo: le esportazioni sono aumentate del +23% e le importazioni del 97%.

    I giovani imprenditori dell’Emilia-Romagna hanno organizzato la missione insieme ai colleghi di Assolombarda, Como, Macerata, Napoli e Ance Giovani, complessivamente circa 200 persone. Hanno partecipato tra gli altri il Presidente nazionale Riccardo Di Stefano e la Vice Presidente Licia Angeli.

    Il programma ha previsto, oltre alla visita ad EXPO Dubai e al Padiglione Italia, un incontro con l’Ambasciatore presso gli Emirati Arabi Uniti Nicola Lener, la visita alla Dubai Future Foundation e alla Dubai Sustainable City, eco-esperimento residenziale innovativo sorto in mezzo al deserto.

     

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA  |  SITUAZIONE E PROSPETTIVE SECONDO CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | SITUAZIONE E PROSPETTIVE SECONDO CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

     

    Confindustria Emilia-Romagna: Clima di fiducia molto positivo, con previsioni di crescita di produzione e ordini. Restano da affrontare nodi strutturali come riforme, infrastrutture e gestione ponderata della transizione energetica. Serve un impegno straordinario per accompagnare gli investimenti pubblici e privati, a partire dall’attuazione del PNRR

    Unioncamere Emilia-Romagna: Digitale, formazione, ricomposizione delle filiere, presenza sui mercati esteri: a questi aspetti si lega la competitività. Dal rapporto virtuoso tra imprese e territorio, radicato in Emilia-Romagna, e dalla capacità di declinarlo su questi elementi, deriva la possibilità di dare continuità alla ripresa

    Intesa Sanpaolo: prosegue il trend di crescita dei prestiti, dinamiche uniformi tra piccole e grandi imprese. Sostegno a digitalizzazione e transizione green tra le priorità da sostenere, con un ruolo strategico per le filiere regionali

    Bologna, 16 settembre 2021

  • L’economia dell’Emilia-Romagna ha ripreso a marciare |  Mettere a frutto i segnali della ripresa

    L’economia dell’Emilia-Romagna ha ripreso a marciare | Mettere a frutto i segnali della ripresa

    L’economia dell’Emilia-Romagna ha ripreso a marciare.

    Le priorità degli imprenditori: campagna vaccinale, semplificazione,
    bandi per le imprese, transizione ecologica, infrastrutture

     

    Bologna, 27 luglio 2021 –  In Emilia-Romagna gli imprenditori guardano con ottimismo ai prossimi mesi. «L’economia regionale ha ripreso a marciare − dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – e le prospettive sono favorevoli. I primi sei mesi del 2021 hanno visto un’impennata degli ordini, sia dal mercato interno sia da quello estero, e le imprese si aspettano un’ulteriore crescita nella seconda parte dell’anno. Dobbiamo mettere a frutto i segnali della ripresa per alzare la competitività e la capacità di crescita del sistema economico».

    Nel 2021 l’Emilia-Romagna è la prima regione italiana per crescita del PIL, con un aumento del 6% rispetto al 2020 (media italiana +5,3%, dati Prometeia luglio 2021), trend che continuerà anche l’anno prossimo con un incremento del 4,2% che dovrebbe consentire alla regione di recuperare entro fine 2022 i livelli pre-pandemia. 

    Il settore manifatturiero traina la ripresa e contribuisce alla crescita dell’export che recupera e supera i livelli pre-pandemia: nel primo trimestre 2021 l’Emilia-Romagna segna un +3,2%, rispetto allo stesso periodo del 2019, con un risultato migliore sia della media italiana e del Veneto (che crescono dell’1,1%) sia della Lombardia che si ferma al -0,8%. Nel confronto con il primo trimestre 2020, già influenzato dagli effetti del Covid-19, l’aumento delle esportazioni è maggiore: +6,1%. Si conferma anche il primato della nostra regione per quanto riguarda l’export per residente, superiore a Veneto e Lombardia.

    Il Presidente Pietro Ferrari ha illustrato le priorità degli industriali dell’Emilia-Romagna per dare una spinta alla ripresa, a partire dalla necessità di proseguire con decisione nella campagna vaccinale e dall’utilizzo dello strumento del Green pass per garantire la maggior sicurezza possibile nei luoghi di lavoro.   

    Le Associazioni Industriali della regione hanno realizzato 9 hub aziendali, che da metà giugno ad oggi hanno permesso di vaccinare circa 20 mila dipendenti delle imprese.  «Si tratta di un contributo importante − dichiara il Presidente Ferrari – reso possibile dall’intesa con la Regione e dal senso di responsabilità di imprese ed Associazioni.  I vaccini in questo momento sono, insieme al senso di responsabilità di tutti noi, la migliore arma che abbiamo a disposizione per fronteggiare la pandemia».

    E’ fondamentale concretizzare rapidamente il programma per la semplificazione a cui la Regione sta lavorando nell’ambito del Patto per il Lavoro e il Clima, intervenendo con pragmatismo per semplificare le relazioni di imprese e cittadini con la pubblica amministrazione su temi ambientali, urbanistici, accesso ai finanziamenti, formazione e così via.

    Occorre portare a termine la programmazione dei Fondi strutturali, specie FESR e FSE da utilizzare in modo complementare con il PNRR, e avviare nei tempi più celeri possibili i bandi per accompagnare gli investimenti delle imprese in ricerca e innovazione e la formazione delle persone. Gli interventi per l’export, forte traino della ripresa per la nostra regione, vanno rafforzati con una strategia condivisa che sostenga l’impegno delle imprese sui mercati esteri.

    La realizzazione delle infrastrutture rappresenta un’assoluta priorità per l’Emilia-Romagna e il Paese: le opere strategiche della regione sono di fatto ferme, mentre sono frequenti le occasioni per riaprire dibattiti più o meno utili.

    «La transizione ecologicasottolinea il Presidente Ferrari – è un obiettivo strategico a cui puntare, ma è altrettanto importante non penalizzare le imprese. Il divieto di commercializzare in Europa motori benzina e diesel entro il 2035 rischia di mettere in crisi un settore centrale per l’Emilia-Romagna. La Regione deve favorire la transizione delle filiere produttive con investimenti pubblici verso tecnologie che facilitino la transizione verde e meccanismi premiali per gli investimenti aziendali nell’efficientamento energetico e nell’economia circolare».

    Sul fronte del lavoro la mediazione trovata dal Governo sul blocco dei licenziamenti è positiva, ma è urgente arrivare ad una riforma che definisca un nuovo modello di tutele per chi perde il lavoro e renda veramente efficaci gli strumenti per trovare una nuova occupazione.   

    Le situazioni sono diverse e complesse: crisi aziendali già esistenti prima del Covid e che la pandemia ha soltanto congelato, aziende che in questi mesi hanno visto cambiare radicalmente lo scenario dei mercati in cui operano, altre che devono completare o avviare percorsi di ristrutturazione indispensabili per restare sul mercato.

    «Il sistema − dichiara il Presidente Ferrari – ha dimostrato la capacità e la volontà di tutelare le imprese e il lavoro, coniugando le necessità economiche e produttive con ogni possibile strumento di accompagnamento, tutela e riqualificazione delle persone. Il dialogo e il senso di responsabilità di tutti sono preziosi in questo momento. Dobbiamo tenere presente che in molti settori industriali la questione in campo è ben diversa dai licenziamenti, ovvero la disponibilità di personale, sia specializzato sia generico. Per questo dobbiamo diventare una regione sempre più attrattiva per i giovani in cerca di lavoro».

     

    In occasione dell’incontro con la stampa è stato presentato il Booklet Economia Emilia-Romagna 2021 che illustra dati di sintesi sull’economia regionale relativamente a PIL, struttura industriale, mercato del lavoro, commercio estero.

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA 11 GIUGNO 2021 |  SITUAZIONE E PROSPETTIVE SECONDO CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA 11 GIUGNO 2021 | SITUAZIONE E PROSPETTIVE SECONDO CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

     

    Confindustria Emilia-Romagna: Previsioni positive per i prossimi mesi. Il PNRR avrà un ruolo chiave sugli investimenti pubblici e per accelerare quelli privati. Due i vincoli alla crescita: il rincaro delle materie prime e la carenza di figure professionali specializzate 

    Unioncamere Emilia-Romagna: I dati confermano segnali di ripresa del manifatturiero e miglioramento delle aspettative. Il comparto industriale è ricco di imprese specializzate e proattive ai cambiamenti, un mix di competenze e dinamismo imprenditoriale che consentirà all’Emilia-Romagna di tornare ai livelli pre-pandemia prima delle altre regioni 

    Intesa Sanpaolo: I prestiti alle imprese continuano a crescere, con una dinamica più marcata per quelli alle piccole imprese. Dopo anni di calo, vicini alla svolta in positivo anche i prestiti al settore delle costruzioni. Si consolida il trend di ripresa della fiducia e degli investimenti

     

  • Le piccole imprese hanno difficoltà ad investire: le proposte della Piccola Industria al Governo | Dichiarazione di Giovanni Baroni

    Le piccole imprese hanno difficoltà ad investire: le proposte della Piccola Industria al Governo | Dichiarazione di Giovanni Baroni

     

    I dati del Rapporto regionale PMI di Confindustria e Cerved

    Giovanni Baroni, Presidente Piccola Industria Emilia-Romagna «Anche in Emilia-Romagna le piccole imprese hanno difficoltà ad investire: le proposte della Piccola Industria al Governo»

    Bologna, 28 maggio 2021  

     

     

    I risultati del Rapporto Regionale PMI 2021, realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con Intesa Sanpaolo e presentato oggi a Roma, confermano che la crisi economica connessa alla pandemia da Covid-19 ha avuto effetti rilevanti, ma diversificati fra settori, anche in Emilia-Romagna.

    Dal Rapporto emerge come nel 2020 si sia interrotto il trend di miglioramento della leva finanziaria delle PMI che durava da dieci anni. Per L’Emilia-Romagna l’incidenza dei debiti finanziari sul capitale netto è passata dal 63,2% del 2019 al 68,9% del 2020, comunque a livelli molto lontani da quelli precedenti la crisi finanziaria (116% nel 2007).

    Nel corso dell’ultimo decennio le nostre PMI dell’Emilia-Romagna hanno vissuto un’importante trasformazione per riqualificare la propria offerta e rafforzare la competitività sui mercati. La veloce ripartenza della scorsa estate dopo i fermi produttivi imposti dalla pandemia è la testimonianza di una manifattura più resistente e attrezzata a gestire situazioni di forte criticità.  

    «La dimensione aziendale −  commenta il Presidente della Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna Giovanni Baroni −   è un fattore discriminante per la capacità di far fronte alla crisi. Dalla nostra recente indagine sugli investimenti industriali è emersa la maggiore difficoltà ad investire soprattutto tra le piccole imprese: una su cinque non ha realizzato investimenti nel 2020.  Difficoltà anche tra le medie imprese di alcuni settori del Made in Italy particolarmente colpiti dalla crisi (abbigliamento, tessile, fabbricazione mobili) e tra quelle più esposte alle criticità legate alle dinamiche di filiera a livello nazionale o internazionale.

    In generale oggi le piccole e medie imprese −  sottolinea il Presidente Baroni −   si trovano in una situazione di forte esposizione debitoria e di limitata capacità di investimento. In questo quadro al Governo lanciamo alcune proposte concrete: la proroga automatica della moratoria di legge per le PMI,  la conferma dell’intervento rafforzato del Fondo di Garanzia per le PMI e della ‘Garanzia Italia’ di SACE, l’allungamento dei tempi di restituzione del rimborso dei debiti di emergenza del 2020 dai 6 anni, attualmente previsti, fino a 15 anni,  e infine l’utilizzo della leva fiscale per favorire la crescita dimensionale con interventi come la proroga del credito d’imposta per la quotazione delle PMI e lo sviluppo della finanza alternativa».

     

     

  • IL PRESIDENTE FERRARI AGLI INNOVATION DAYS EMILIA-ROMAGNA DEL SOLE 24 ORE E CONFINDUSTRIA

    IL PRESIDENTE FERRARI AGLI INNOVATION DAYS EMILIA-ROMAGNA DEL SOLE 24 ORE E CONFINDUSTRIA

     

    Si è tenuta il 27 maggio in diretta streaming la tappa dedicata alle imprese dell’Emilia Romagna di Innovation Days, il roadshow del Sole 24 Ore e Confindustria che racconta l’economia italiana con il contributo di Sistemi Formativi Confindustria, dei Digital Innovation Hub di Confindustria il supporto di 4.Manager.

    Sono intervenuti  tra gli altri il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari,  il Presidente CERR-Confindustria Emilia-Romagna Ricerca e DIH Emilia-Romagna Andrea Chiesi, e Marco Righi in qualità di componente CdA DIH Emilia-Romagna e Ceo e Founder Flash Battery.

     

    L’evento, trasmesso dagli studi del BI-REX, il Competence Center Industria 4.0 di Bologna, ha analizzato le strategie di sviluppo e di innovazione adottate dalle imprese emiliano romagnole.

    I lavori si sono aperti con l’intervento del Presidente Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari, che ha sottolineato che “le imprese dell’Emilia Romagna hanno continuato a investire anche durante la pandemia: nel 2020 lo ha fatto l’87% e nel 2021 i dati sono simili, il 58% delle aziende ha investito nella formazione e il 49% in ricerca e sviluppo. In 10 anni le imprese hanno raddoppiato gli investimenti nella sostenibilità e questo ha riguardato tutte le dimensioni aziendali, mentre 10 anni fa era tipico delle grandi imprese. Per creare condizioni strutturali di benessere, occupazione e sviluppo l’aspetto cruciale del PNRR deve essere stabilità e chiarezza nei processi, per sapere chi fa che cosa a livello nazionale e regionale”.

    Innovation Days ha quindi posto l’attenzione sulle modalità con cui il digitale cambia la fabbrica: a discuterne sono stati Raffaele Zingone, Responsabile della Direzione Centrale Affari di Banca Ifis, Sonia Bonfiglioli, Presidente e CEO Bonfiglioli, Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato Philip Morris Italia, e Alessandra Michelini, Responsabile Sales Manufacturing TIM.

    Raffaele Zingone, responsabile Direzione Centrale Affari di Banca Ifis ha sottolineato che “la ripresa è possibile e come Banca dobbiamo contribuire in maniera efficace al sostegno delle aziende, stabilendo un dialogo aperto con gli imprenditori con l’obiettivo di distinguere i rischi apparenti da quelli effettivi. Questa è la vera scommessa: saper ascoltare per comprendere le reali prospettive di business e risolvere la complessità. Solo così sarà possibile mettere in atto una vera ripartenza”. Zingone ha presentato i risultati del Market Watch PMI di Banca Ifis, realizzato su un campione significativo di imprese con sede in Emilia Romagna, secondo il quale il 45% delle aziende ha continuato a investire nel biennio 2020-2021 e la percentuale è destinata a salire fino al 49% entro il 2023. Il finanziamento bancario ha ancora un peso rilevante nel supporto agli investimenti ed è utilizzato oggi dal 44% delle PMI intervistate. Nei prossimi due anni, gli imprenditori punteranno soprattutto sullo sviluppo delle tecnologie digitali per rinnovare l’offerta di prodotti e servizi. Ma sono centrali, nell’allocazione delle risorse, anche la sostenibilità e la gestione della relazione con i clienti, due obiettivi su cui le imprese dell’Emilia Romagna si posizionano al di sopra della media nazionale.

    “Quest’anno il ruolo strategico dell’Emilia-Romagna e dell’Italia nella nostra missione globale di eliminare le sigarette nel più breve tempo possibile crescerà ulteriormente” ha detto il Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia Marco Hannappel, e ha proseguito annunciando: “I nostri impianti nel Bolognese evolveranno grazie alla creazione di un Centro di Servizi per l’Innovazione e la Ricerca e Sviluppo – concentrato su servizi di R&S in aree come l’industrializzazione, l’innovazione di processo, l’ingegnerizzazione e la sostenibilità. Sarà il più grande al mondo per Philip Morris su queste tematiche e coinvolgerà complessivamente, a regime, circa 250 persone altamente qualificate, tra le risorse che attualmente ricoprono queste attività in Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna e le nuove posizioni lavorative che saranno trasferite e create in Italia. Queste importanti evoluzioni posizionano l’Italia nelle migliori condizioni per poter attrarre ulteriori investimenti: a livello globale abbiamo da poco annunciato un piano di investimenti complessivi in capitale fisso pari a circa 2,4 miliardi di dollari nel corso del triennio 2021-2023. Il piano include investimenti in ambito manifatturiero, in nuovi macchinari e tecnologie, il tutto collegato ai nuovi prodotti senza combustione di Phillip Morris. Una parte significativa di questi investimenti sarà destinata all’Italia”.

    “Vogliamo accelerare la trasformazione digitale delle imprese ed essere il motore dell’innovazione dell’industria e delle filiere produttive”, ha dichiarato Alessandra Michelini, Responsabile Sales Manufacturing Enterprise Market, TIM. “Siamo certi che le nuove tecnologie, in particolare il 5G, l’Internet delle Cose, il Cloud e l’Edge Computing siano determinanti per la competitività del settore e quindi per l’economia dell’intero Paese. Il nostro obiettivo è mettere a disposizione soluzioni, competenze ed infrastrutture all’avanguardia in grado di rispondere concretamente ai bisogni delle aziende, trasformandole in opportunità di crescita per tutto il comparto. Proprio da Carpi, nel Modenese, ha preso il via il nostro progetto Smart District per la digitalizzazione dei distretti industriali e sono numerose le collaborazioni in ambito Smart Factory che abbiamo avviato con importanti realtà del mondo produttivo e della ricerca sul territorio emiliano”.

    I lavori sono proseguiti con un dibattito sul ruolo giocato dalla sostenibilità e sulla spinta che può offrire allo sviluppo industriale: ad intervenire su questo tema sono stati Renzo Avesani, Chief Innovation Officer Gruppo Unipol, Amministratore Delegato Leithà, Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione Regione Emilia-Romagna, Marco Frattini, Responsabile Macro Area Nord Est, Mercato Italia di Enel, Radek Jelinek, Presidente e Amministratore Delegato Mercedes-Benz Italia, e Alberto Vacchi, Presidente e Amministratore Delegato IMA.

    Parlando di sostenibilità e rischi climatici Renzo Avesani, Chief Innovation Officer Gruppo Unipol, Amministratore Delegato Leithà ha affermato: “Gli eventi atmosferici sono una liability per la quale attualmente non c’è mercato. Ma se i valori dell’indice E³CI (European Extreme Events Climate Index) diventassero indicatori per i prezzi, allora diventerebbe possibile costruire un mercato liquido, in cui gli scambi non sono più gestiti attraverso transazioni bilaterali, ma valutati in base a valori certi. In questo modo si può ampliare la domanda e l’offerta di protezione. Il fatto che possa emergere un mercato – ha sottolineato Avesani durante il suo intervento a Innovation Days – dipende dal fatto che gli operatori possano contare su una metodologia comune attraverso cui stabilire un prezzo. Il potenziale dell’E³CI è quindi quello di cambiare il modo in cui operano i mercati finanziari e assicurativi, fornendo indici rispetto ai quali i pericoli legati alle condizioni meteorologiche possono essere misurati con maggiore precisione. Il vantaggio – ha osservato il CEO di Leithà – è che, rendendo negoziabili queste passività, si aumenta la trasparenza e la concorrenza, con vantaggi sia per gli assicuratori, sia per gli stessi assicurati”.

    Il Responsabile della Macro Area Nord Est, Mercato Italia di Enel Marco Frattini ha dichiarato: “Enel è uno dei principali protagonisti della transizione energetica e intende esserlo anche attraverso le competenze e le soluzioni che quotidianamente mette al servizio del Paese e delle sue imprese. Oggi siamo qui per portare questa esperienza agli attori regionali sia del settore pubblico che privato che intendono impegnarsi per accelerare il raggiungimento degli obiettivi cimatici ed ambientali, oggi imprescindibili”.

    “Carl Benz amava ripetere che la passione per l’innovazione non muore mai e di questa convinzione, unita ad un’eccellenza produttiva riconosciuta a livello globale, si fanno ambasciatrici le tante aziende italiane coinvolte nell’industria dell’automotive. Un settore che da sempre genera valore diffuso attraverso l’innovazione, la leadership tecnologica, l’impegno verso la sostenibilità ambientale e l’occupazione, oltre ad un forte contributo economico al sistema Paese” ha detto il Presidente e Amministratore Delegato Mercedes-Benz Italia Radek Jelinek.

    Il focus successivo è stato centrato sulle nuove competenze e conoscenze necessarie e connesse al processo di innovazione: alla tavola rotonda su questo tema hanno partecipato Domenico Bambi, Presidente BI-REX, Andrea Chiesi, Presidente Confindustria Emilia-Romagna Ricerca (CERR) e DIH Emilia-Romagna, Alessandro Talamelli, Responsabile Progetto Internazionale CICLOPE, e Francesco Ubertini, Rettore Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

    “I Competence Center rappresentano un’enorme opportunità per l’innovazione in Italia – ha affermato Domenico Bambi, Presidente di BI-REX – e mi sento di poter dire che in questi due anni abbiano dato grande prova della loro validità. In particolare BI-REX ha avuto di modo di farsi conoscere dalle imprese per la sua capacità di trattare il tema dei Big Data e della Manifattura Additiva, grazie alla sua Linea Pilota già completamente operativa. Guardando in prospettiva, alla luce del PNRR e della partita europea degli EDIH, il nostro obiettivo è di moltiplicare gli sforzi per permettere al nostro tessuto produttivo di colmare quel gap tecnologico che ci separa dai paesi più tecnologicamente avanzati”.

    Con la spesa in R&S sul PIL pari al 2% – ha affermato Andrea Chiesi, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Ricerca e DIH Emilia-Romagna – la nostra regione ha un’ottima performance del sistema della ricerca e innovazione. Abbiamo ancora spazi di miglioramento nel confronto con le regioni europee avanzate, specie sulla collaborazione tra PMI innovative e sul numero di laureati. Sono due gli aspetti su cui far leva: se il sistema industriale deve continuare ad investire in R&S, il sistema pubblico deve garantire una formazione adeguata sia sulle materie tecnico-scientifiche sia sulle competenze trasversali sempre più richieste dalle nuove forme di lavoro“.

    La sfida dell’innovazione non riguarda solo l’ambito industriale ma anche contesti molto differenti: se ne è parlato, nel corso di un’intervista one-to-one, con Giovanni Carnevali, Amministratore Delegato e Direttore Generale Sassuolo Calcio.

    La mattinata di lavori di Innovation Days si è conclusa con un dibattito sulla tecnologia e l’innovazione digitale nelle PMI, a cui hanno partecipato Antonello D’Elia, Consulting Manager della unit Business Intelligence & Insight di GroupM (media investment company del Gruppo WPP), Giovanni Bartucci, Vice Presidente Esecutivo Alperia Bartucci, Dino Brancale, Amministratore Delegato AVL Italia, e Michele Mormile, Managing Partner AQuest.

    “Il contributo di WPP agli Innovation Days è mostrare come il digitale non si limiti al possesso di tecnologie o di competenze informatiche ma sia un vero e proprio modo di pensare e di agire – ha dichiarato Antonello D’Elia presentando la ricerca “L’innovazione digitale nelle PMI italiane: lo stato dell’arte e le prossime sfide”. “Le evidenze emerse dalla nostra ricerca mostrano che un’azienda diventa digitale quando i dati e le informazioni si combinano con le idee e la creatività. Ci proponiamo, dunque, di accompagnare le PMI, motore economico dell’Italia, nella transizione verso questo nuovo modello di business”.

    “La nostra ricerca evidenzia da un lato la grande vivacità della PMI italiana, spina dorsale dell’economia nazionale, e dall’altro la difficoltà che ha nel comunicare il proprio prodotto, sul mercato italiano e internazionale. Per questo motivo il nostro Gruppo si impegna nel supportare le piccole e medie imprese nel processo di trasformazione e di acquisizione di competenze necessarie ad orientarsi nel mercato digitale.” – ha aggiunto Michele Mormile, Managing Partner AQuest (a WPP Company).

    Le sfide della transizione ecologica non sono più rimandabili. Per vincerle servono competenze, specialisti qualificati e tecnologie all’avanguardia. Il nostro impegno come azienda si traduce in soluzioni di Intelligenza Artificiale brevettate e basate su modelli matematici predittivi che consentono di ridurre emissioni e consumi energetici, ottimizzare processi industriali, migliorare il comfort delle persone – ha dichiarato Giovanni Bartucci, vice presidente esecutivo di Alperia Bartucci –. La nostra è un’offerta win-win, che dimostra come coniugare una visione profonda del mercato con una capacità tecnica innovativa non solo sia possibile, ma sia anche la strada da percorrere verso un futuro sostenibile”.

    Innovation Days è proseguito nel pomeriggio con un webinar dedicato all’approfondimento tecnico di alcuni temi legati all’innovazione digitale e sostenibile nelle imprese: grazie a visite aziendali virtuali e all’analisi di best practices si è parlato del ruolo dei Digital Innovation Hub e dei Competence Center a supporto dell’innovazione aziendale, di agevolazioni fiscali e finanziarie per l’innovazione 4.0 e green, e di tecnologie, competenze e formazione per le fabbriche del futuro.

     

  • I Presidenti delle Confindustrie Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte contrari alla proposta del Ministro Orlando sulla proroga dei licenziamenti

    I Presidenti delle Confindustrie Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte contrari alla proposta del Ministro Orlando sulla proroga dei licenziamenti

    I Presidenti Marco Bonometti (Confindustria Lombardia), Enrico Carraro (Confindustria Veneto), Pietro Ferrari (Confindustria Emilia Romagna) e Marco Gay (Confindustria Piemonte), esprimono contrarietà alla proposta del ministro Orlando sulla proroga del blocco dei licenziamenti proposta nel decreto sostegni-bis 

     

    23 maggio 2021 

    “La norma proposta dal ministro del Lavoro Orlando al decreto Sostegni-bis che proroga il blocco dei licenziamenti, oltre a non essere in alcun modo condivisa con le parti Sociali – diversamente da quanto confermato dal Parlamento in sede di conversione del decreto Sostegni 1 – non fa che prolungare ulteriormente l’incertezza delle imprese in un momento in cui invece servirebbe grande chiarezza.

    La norma pone anche alcune criticità tecniche perché va a toccare anche quei datori di lavoro che finora non hanno fruito della cassa integrazione ma che avrebbero necessità di farlo oggi per potersi riorganizzare per ripartire.

    Ma è soprattutto la scarsa affidabilità nelle regole che erano state condivise, a creare disorientamento posto che un accordo sulle misure emergenziali già si era trovato, con l’avvallo dello stesso premier Draghi.

    Rinnovare il blocco dei licenziamenti significa rimandare l’attuazione delle indispensabili riforme degli ammortizzatori e delle politiche attive per il cambiamento e l’accrescimento delle competenze che il nostro Paese necessita.

    Per noi resta fondamentale il dialogo tra governo e categorie economiche che sono in grado di leggere i mutamenti e di traguardare il futuro. Nelle nostre regioni la ripartenza è già in atto e il tema è più quello delle politiche formative piuttosto che dei licenziamenti. Se i governi avessero investito di più in formazione e occupabilità, avremmo sicuramente reso più competitive le imprese che adesso non trovano quei profili professionali servono per rispondere alle sfide della trasformazione tecnologica.

    Per questo ci appelliamo al premier Draghi per la sua competenza, affidabilità e coerenza affinché trovi una soluzione nell’interesse di tutti gli italiani, per una vera ripresa economica.”