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Categoria: Comunicati stampa

  • Ivan Franco Bottoni, neo Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna

    Ivan Franco Bottoni, neo Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna

     

    Bologna, 20 aprile 2021  –  Ivan Franco Bottoni è il nuovo Presidente del Comitato regionale Giovani Imprenditori dell’Industria di Confindustria Emilia-Romagna per il triennio 2021-2024.

    Il nuovo Presidente, eletto all’unanimità dai rappresentanti dei Gruppi Giovani Imprenditori della regione, entra a far parte del Consiglio di Presidenza guidato da Pietro . 

    Ivan Franco Bottoni, 38 anni, laureato in Ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni, è socio e amministratore dell’azienda Suono e Immagine di Francolino in provincia di Ferrara, che si occupa di progettazione e produzione di servizi audio, video, illuminazione e allestimenti di eventi. È Vice Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Centro con delega al Consiglio nazionale.

    Il Presidente Franco Bottoni si appresta a definire la propria squadra di Presidenza, che sarà ufficializzata nelle prossime settimane.

    «L’Emilia-Romagna – ha dichiarato il neo Presidente regionale dei Giovani imprenditori – ha dimostrato anche in questa pandemia di saper reagire e di essere una regione trainante del nostro Paese. Anche come Giovani imprenditori vogliamo dare il nostro contributo per affermare sempre più il ruolo dell’Emilia-Romagna a livello nazionale e internazionale. Siamo un gruppo coeso e di qualità, abituato a generare nuovi contenuti progettuali. Sarà compito della mia squadra di Presidenza portare avanti progetti consolidati come Crei-amo l’impresa e Aperitivo con il futuro, ma anche puntare a nuove iniziative rivolte al mondo delle startup e all’open innovation. Il nostro obiettivo è far crescere e stimolare nuove generazioni di imprenditori».

    Ivan Franco Bottoni succede a Kevin Bravi, che ha guidato i Giovani Imprenditori di Confindustria regionale dal 2018.

     

    In allegato:
    Intervista al neo Presidente – Il Resto del Carlino Edizione di Ferrara 28 aprile 2021

  • VACCINI |  CONFINDUSTRIA HA realizzato uNA MAPPATURA PER IDENTIFICARE I SITI AZIENDALI IDONEI ALLA CAMPAGNA VACCINALE

    VACCINI | CONFINDUSTRIA HA realizzato uNA MAPPATURA PER IDENTIFICARE I SITI AZIENDALI IDONEI ALLA CAMPAGNA VACCINALE

     

    Roma, 22 marzo 2021 –  La mappatura delle “fabbriche di comunità” promossa da Confindustria si è conclusa con l’adesione, su base volontaria, di oltre 7.000 realtà imprenditoriali in soli nove giorni. Le imprese operanti sul territorio nazionale hanno confermato lo spirito di servizio verso il Paese e hanno dato la disponibilità dei propri spazi nell’ambito del piano nazionale di vaccinazione anti Covid.

    Dopo aver condiviso il progetto con il Commissario Straordinario all’emergenza, Generale Figliuolo, Confindustria si è attivata immediatamente per individuare le imprese disponibili a integrare la campagna vaccinale con i loro siti.

    L’adesione ha investito tutto il Paese: il 75% delle imprese sono dislocate nel nord del Paese, il 13% al centro e il 12% tra il sud e le isole. Inoltre, nell’85% dei casi, si tratta di imprese del Sistema Confindustria, ma si sono candidate anche realtà al di fuori dal perimetro associativo.

    Hanno risposto all’appello tutti i settori, mettendo a disposizione i capannoni, gli uffici, i terminal aeroportuali, i porti, le stazioni ferroviarie, gli alberghi, gli ippodromi e le palestre. Si tratta di oltre 10mila locali offerti anche per periodi superiori a 3 mesi

    Auspichiamo che, non appena la fornitura di vaccini sarà adeguata, venga attivata rapidamente la rete capillare di imprese che ha offerto la propria disponibilità. Migliaia di comunità di lavoratrici e lavoratori potrebbero così essere vaccinate simultaneamente, rafforzando la rete nazionale e accelerando in maniera decisiva la corsa verso l’immunità diffusa. 

    Confindustria invierà tutte le informazioni raccolte al Commissario straordinario che provvederà a individuare le realtà da coinvolgere in via prioritaria, in attesa che venga definito un protocollo nazionale per le vaccinazioni in fabbrica, così da essere pronti quando la fornitura di vaccini andrà finalmente a regime.

    Le imprese sono, ancora una volta, al servizio del Paese, consapevoli che per sconfiggere la pandemia serve uno sforzo comune. 

     

  • SMART FUTURE ACADEMY |  Si è svolto il 19 marzo l’incontro on line con gli studenti delle scuole superiori di Bologna e della regione

    SMART FUTURE ACADEMY | Si è svolto il 19 marzo l’incontro on line con gli studenti delle scuole superiori di Bologna e della regione

     

    Aiutare i giovani a fare la scelta giusta per il proprio futuro: è quanto si propone l’Associazione Smart Future Academy, che mette in contatto gli studenti delle scuole secondarie con personaggi dell’imprenditoria, della cultura, della scienza, dell’arte e dello sport.

    Venerdì 19 marzo dalle ore 8.45 alle 12.30 Smart Future Academy fa incontrare on line i giovani emiliano-romagnoli con brillanti testimonial che raccontano il proprio lavoro e il percorso di studi che li ha portati al successo personale e professionale, per stimolare gli studenti a progettare il proprio  futuro con il desiderio di seguire le proprie passioni, i propri sogni e le aspirazioni più grandi.

    I relatori sono Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Andrea Degli Esposti, imprenditore Agricolo “La Martina”, Lina Galati Rando, Vicepresidente Confcommercio Ascom Bologna, Fulvio Macciardi, Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro Comunale di Bologna, Alessandra Perlino e Serena Taglioli, imprenditrici e fondatrci di Dresscoders, Michele Poggipolini, Amministratore Delegato Poggipolini, Sara Roversi, imprenditrice, e Pierluigi Solazzo, Comandante provinciale Arma dei Carabinieri di Bologna.

    L’innovativo progetto di orientamento del 19 Marzo a Bologna, organizzato in collaborazione con la Camera di Commercio di Bologna, sarà aperto dalla Presidente e co-founder di Smart Future Academy Lilli Franceschetti e dal web conduttore Davide Briosi. Tra i saluti anche il Presidente di Marchesini Group Spa Maurizio Marchesini, il Presidente della Camera di commercio di Bologna Valerio Veronesi, il Dirigente dell’Ufficio V Ambito territoriale Bologna Giuseppe Antonio Panzardi e il Consigliere delegato alla scuola della Città metropolitana Bologna Daniele Ruscigno.

    L’evento è completamente gratuito e valido ai fini dei PCTO (già Alternanza Scuola Lavoro).

    L’incontro è realizzato in attuazione al protocollo d’intesa sottoscritto con Unioncamere, in collaborazione con la Camera di commercio di Bologna che è anche sostenitrice dell’evento, le principali associazioni datoriali nazionali e territoriali ed in coordinamento con gli uffici scolastici regionali e territoriali.

    Smart Future Academy ha il patrocinio di Unioncamere, Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Città metropolitana di Bologna, CNA, CNA Bologna, Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Emilia Area Centro, Confcommercio, Coldiretti, Confapi, ITS italy, Federalimentare, Utilitalia, UNC consumatori ed è in collaborazione con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, EIEF e The Pepegas Team per la regia tecnica.

     

    Per partecipare

     

  • RICOSTRUIAMO IL FUTURO  |  LETTERA DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PIETRO FERRARI

    RICOSTRUIAMO IL FUTURO | LETTERA DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PIETRO FERRARI

     

    Lettera del Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari

    Ricostruiamo il futuro. Una stagione di riforme per una società più prospera, equa e sostenibile

     

    Bologna, 23 dicembre 2020 −   In questo anno terribile che ha così profondamente cambiato il nostro modo di vivere, lavorare e stare insieme, abbiamo freneticamente raccolto, analizzato e commentato dati economici su andamenti e previsioni.

    Dati e cifre le cui variazioni eclatanti abbiamo cercato di comprendere e confrontare con il trimestre o all’anno precedente: lo abbiamo fatto pur sapendo che quello che sta accadendo non è comparabile per dimensione e impatto con nulla di ciò che lo ha preceduto.

    Al di là del guardare con sorpresa e preoccupazione a questo o quel dato, ogni giorno emergono con maggiore chiarezza alcuni punti che credo sia utile sottolineare.

    L’impatto della pandemia sull’economia del nostro Paese e dell’Emilia-Romagna è fortissimo e il processo di aggiustamento successivo non sarà immediato.

    La capacità di reazione delle imprese, piccole e grandi, è stata ed è ogni giorno straordinaria. Questa è la nostra più solida certezza per il futuro.

    Confindustria ha proposto una visione per il Paese, Italia 2030-2050, ricca di idee, speranza per il futuro e proposte su cui confrontarsi. La prima parte di questa visione di futuro riguarda il tema della governance e delle riforme, l’architettura istituzionale, il procedimento legislativo, l’attuazione amministrativa.

    La continua emergenza, non solo sanitaria, ha fatto scomparire il dibattito sui capitoli fondamentali di riforme come quelle della scuola, del fisco, della sanità, della giustizia, dell’amministrazione pubblica, di cui da decenni si sente la mancanza. Oggi tutti possiamo constatare come sarebbero state utili nella situazione attuale.

    La pandemia finirà e se non saremo capaci, a partire da ora, di cominciare finalmente a costruire il nostro futuro, ci ritroveremo ancora una volta a guardare le nostre debolezze, con il senso di un’irripetibile occasione persa e un Paese più povero e più indebitato.

    Con questo spirito, anche per riaffermare una volta di più il senso di appartenenza a questa terra, nei giorni scorsi abbiamo sottoscritto il “Patto per il Lavoro e per il Clima” della Regione Emilia-Romagna. Abbiamo accettato sfide ambiziose ed impegni talvolta gravosi per le nostre imprese condividendo con la comunità regionale il desiderio di costruire una società più prospera, più giusta e più sostenibile.

    Auspichiamo che dall’Emilia-Romagna parta una spinta forte a supportare una stagione di riforme profonde senza le quali ben difficilmente l’Italia potrà ridurre il tanto debito accumulato e dare ai propri cittadini livelli di servizi comparabili con i migliori Paesi d’Europa.

    Il mio augurio agli imprenditori emiliano-romagnoli, ai loro collaboratori e alle loro famiglie, per questo Natale e per l’Anno nuovo, è di tenere sempre accesa la consapevolezza della ricchezza umana, immateriale e valoriale accumulata in questa terra e di condividerla con i figli e con tutti i nostri giovani.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    40123 Bologna, via Barberia 13

    Tel. 051 3399911

    comunicazione@confind.emr.it
    www.confind.emr.it

     

  • PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA |  DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PIETRO FERRARI

    PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA | DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PIETRO FERRARI

     

    Dichiarazione di Pietro Ferrari, Presidente Confindustria Emilia-Romagna
    “Patto per il lavoro e per il clima: passaggio importante, ora dobbiamo scegliere le priorità su cui investire da subito  per investimenti e lavoro di qualità”

    Bologna, 15 dicembre 2020

     

    L’approvazione del “Patto per il Lavoro e per il Clima” è un passaggio positivo di condivisione del metodo e della visione di sviluppo sostenibile della nostra regione: lavoriamo tutti assieme per il futuro dell’Emilia-Romagna.

    L’intesa si muove giustamente in una dimensione europea con cui l’Emilia-Romagna intende assumere il ruolo di protagonista per costruire politiche innovative collegate ai Fondi strutturali, al Programma Next Generation EU e all’Agenda 2030.

    Alla base del Patto c’è l’obiettivo di accelerare gli investimenti e creare lavoro di qualità: i presupposti grazie ai quali la nostra regione ha raggiunto i risultati importanti di questi ultimi anni.

    Lo shock legato alla pandemia ha ancora una volta dimostrato la capacità di reazione della gente e delle imprese dell’Emilia-Romagna, che nella dimensione azienda-filiera-territorio rappresentano il principale motore della crescita economica e di innovazione dell’intero sistema economico e sociale.  

    Il lavoro vero inizia adesso: è importante infatti condividere le linee di intervento, ma ora dobbiamo essere capaci di tradurle rapidamente in investimenti e lavoro, tenendo insieme la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. 

    La sfida che abbiamo davanti è scegliere le priorità su cui investire, con il coraggio di evolvere e innovare come abbiamo proposto nel nostro Progetto Traiettoria 2030. Mi riferisco in particolare ad investimenti pubblici e privati sulle reti materiali e immateriali, sulla ricerca e sull’innovazione, sul capitale umano e sul welfare, sulla sostenibilità ambientale ed energetica. 

     

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | 26 NOVEMBRE 2020

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | 26 NOVEMBRE 2020

     

    Presentata la congiuntura del terzo trimestre 2020 dell’Emilia-Romagna realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.

    Nel terzo trimestre il calo della produzione manifatturiera, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si è fermato a -6,7%, dopo la flessione di quasi il 20% registrata nel secondo trimestre dell’anno.

    Dunque, ancora un dato di segno negativo, seppur di minor intensità, a indicare che nel periodo luglio-settembre l’industria emiliano-romagnola aveva avviato un percorso positivo che, progressivamente, l’avrebbe riportata ad avvicinare la situazione pre-covid.

    Il rapido diffondersi della seconda ondata e le misure di contenimento hanno rallentato lo slancio della ripresa. Pertanto, continua l’incertezza sui tempi di recupero dei livelli produttivi e la preoccupazione sulla tenuta di alcuni settori.

     

    Unioncamere Emilia-Romagna: La sfida delle imprese è resistere, reagire e prepararsi alla ripartenza in una economia che sarà nuova e molto diversa da quella prima della pandemia”.

    Intesa Sanpaolo: “Prosegue la ripresa dei prestiti alle imprese dell’Emilia-Romagna, particolarmente dinamico il trend di quelli alle piccole imprese“.

    Confindustria Emilia-Romagna: Cresce l’incertezza, ma l’Emilia-Romagna ha i fondamentali solidi per guardare con fiducia al futuro, a partire dalla manifattura e dalle filiere. Il Patto per il lavoro deve essere un’opportunità: occorrono poche priorità precise, decisioni concrete e pragmatismo”

     

  • Nuovo Avviso di Fondimpresa, 10 milioni di euro per l’innovazione delle piccole imprese

    Nuovo Avviso di Fondimpresa, 10 milioni di euro per l’innovazione delle piccole imprese

     

    CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA     CGIL CISL UIL EMILIA-ROMAGNA

    Giovedì 15 ottobre alle 16.00 un webinar in diretta sul nuovo Avviso di Fondimpresa, che mette in campo 10 milioni di euro per l’innovazione delle piccole imprese

     

    Bologna, 14 ottobre 2020    Dal 20 ottobre le piccole imprese avranno una nuova opportunità: partecipare all’Avviso di Fondimpresa, il Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil che mette a disposizione 10 milioni di euro per stimolare nelle micro e piccole imprese processi di innovazione e miglioramento continuo.

    Il bacino di potenziali beneficiarie è in Emilia-Romagna di oltre 5.700 imprese. Ad esse e ai loro lavoratori Fondimpresa propone uno strumento in grado di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni singola azienda, offrendo ai lavoratori l’opportunità di sviluppare nuove competenze in ambiti tematici strategici come il digitale, le lingue straniere, le tecniche di produzione.

    L’Avviso consente di esternalizzare gran parte della progettazione, permettendo all’azienda di concentrarsi sulla ricerca di soluzioni formative adatte al proprio fabbisogno, senza anticipare i costi della formazione erogata.

    Per illustrare l’Avviso Fondimpresa ha organizzato per giovedì 15 ottobre alle ore 16.00 un webinar di presentazione e approfondimento in diretta sui propri canali Facebook, Linkedin e YouTube.

    «L’Avviso 2/2020 – afferma il Presidente di Fondimpresa Bruno Scuotto – prevede uno stanziamento iniziale di 10 milioni di euro per la realizzazione di Piani formativi condivisi, esclusivamente interaziendali. È uno strumento innovativo, ideato a sostegno della fase di ripresa delle imprese e del Paese in un periodo di emergenza sanitaria. Un ulteriore aiuto deriva dal fatto che tra i destinatari del Piano possono essere inseriti i lavoratori posti in CIG, in deroga e gli apprendisti per attività formative diverse dalla formazione obbligatoria prevista dal contratto.

    Si tratta   – sottolinea Scuotto –  di un’opportunità da non perdere per tutte le aziende che non hanno mai presentato un piano con Fondimpresa.  Per la prima volta le aziende potranno delegare al Fondo il pagamento del fornitore individuato, evitando l’onerosità dell’anticipo dei costi del piano formativo. Questo significa non lasciare sole le imprese nel momento del bisogno, offrire loro la possibilità di una spinta per ripartire, per reagire insieme ed affrontare il futuro».

    La presentazione dei piani a valere sull’Avviso 2/2020 di Fondimpresa sarà consentita dalle ore 9.00 del 20 ottobre 2020 sino alle ore 13.00 del 31 dicembre 2020.    

     

    Per informazioni: www.fondimpresa.it    

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA OTTOBRE 2020 |  SITUAZIONE E PROSPETTIVE SECONDO CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA OTTOBRE 2020 | SITUAZIONE E PROSPETTIVE SECONDO CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

     

    Confindustria Emilia-Romagna: Rimbalzo dopo il lockdown migliore delle attese, ma ripresa più lenta e difficile. Garantire stabilità e continuità a misure fiscali e ad incentivi per gli investimenti. Patto per il Lavoro occasione per accelerare la crescita

    Unioncamere Emilia-Romagna: La pandemia ha determinato una crisi economica senza precedenti, proiettandoci verso uno scenario dove i fattori che rendono le imprese competitive vanno ricercati nella presenza sui mercati esteri e nel grado di digitalizzazione. Si va verso un contesto pieno di insidie, ma anche di opportunità

    Intesa Sanpaolo: I prestiti alle imprese continuano a crescere, registrando una progressiva accelerazione. La dinamica è sostenuta dai prestiti con garanzia pubblica. In Emilia-Romagna le richieste di prestiti garantiti dal Fondo centrale per le PMI hanno superato quota 100mila il 1° ottobre, per un importo complessivo di 8,9 miliardi, di cui 1,4 miliardi per operazioni fino a 30mila euro

     

    Nella foto, da sinistra a destra:
    Alberto Zambianchi, Presidente Unioncamere Emilia-Romagna
    Cristina Balbo, Direttore Regionale Intesa Sanpaolo
    Pietro Ferrari, Presidente Confindustria Emilia-Romagna

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA |  Per rilanciare la crescita, sostenere gli investimenti e creare lavoro serve la capacità di programmare e spendere bene le risorse

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | Per rilanciare la crescita, sostenere gli investimenti e creare lavoro serve la capacità di programmare e spendere bene le risorse

     

    Confindustria Emilia-Romagna: Per rilanciare la crescita, sostenere gli investimenti e creare lavoro serve la capacità di programmare, progettare e spendere bene le risorse

    Unioncamere Emilia-Romagna: Si prospetta una contrazione economica senza precedenti per intensità e impatto. Saranno lunghi i tempi per la ripartenza delle filiere produttive che richiederà un impegno straordinario

    Intesa Sanpaolo: La pandemia ha avuto impatti evidenti anche sul mercato del credito, inducendo un aumento dei prestiti alle imprese e un rallentamento di quelli alle famiglie. In Emilia-Romagna oltre 75mila richieste di prestiti garantiti dal Fondo centrale per le PMI, per un importo di quasi 5 miliardi, di cui 1,3 miliardi per operazioni fino a 30mila euro

    La pandemia e il fermo produttivo per le misure di contenimento del virus da Covid-19 porteranno a conseguenze molto pesanti. Al punto che la fase di contenuta recessione industriale registrata nel 2019 si sta progressivamente trasformando nella più profonda caduta della produzione mai sperimentata. 
    È quanto emerge dall’indagine congiunturale sul primo trimestre 2020 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo, che fotografa solo i primi tre mesi dell’anno in cui sono evidenti i segnali di drastico calo per produzione, fatturato e ordini. I dati sono indice di una tendenza già molto negativa destinata a essere fortemente accentuata nelle prossime rilevazioni. 

    Notevole il rallentamento della dinamica produttiva delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna che si riduce dello 10,4 per cento rispetto all’analogo periodo del 2019, trasformando il calo del trimestre precedente (-1,5 per cento), in un crollo. 
    Così è anche per il valore delle vendite (-10,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019), con una accelerata della tendenza negativa del trimestre precedente (-1,2 per cento), anche se con una perdita lievemente meno marcata della produzione. Il fatturato estero ha mostrato una migliore tenuta e ha contenuto la correzione (-4,8 per cento)
    Uno spiraglio di luce si può cercare nei dati sul processo di acquisizione degli ordini, che ha subìto una flessione tendenziale del 9,5 per cento, rispetto alla perdita dell’1,3 per cento del trimestre precedente, ma la prospettiva di una ripresa dilazionata alla seconda parte dell’anno può essere intravista se si considera che la tendenza negativa ha un ritmo inferiore a fatturato e produzione. Anche gli ordini pervenuti dall’estero hanno subito una flessione (-4,6 per cento) lievemente più contenuta.
    Il grado di utilizzo degli impianti testimonia gli effetti del lockdown sull’attività e si è attestato al 65,6 per cento, un dato nettamente inferiore rispetto al livello del 76,3 per cento riferito allo stesso trimestre dell’anno precedente.
    Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è risultato pari a 8,3 settimane, un valore così contenuto non veniva rilevato dalla fine del 2014, con un chiaro calo rispetto al dato del trimestre precedente (10,2 settimane). 

    L’attività è in arretramento in tutti i settori. Anche l’industria alimentare ha fatto segnare un passo indietro, anche se contenuto: si riducono il fatturato (-2,8 per cento) pur con l’apporto della crescita del mercato estero (+2,5 per cento) e la produzione (-2,6 per cento),
    La recessione è accentuata per il sistema moda che registra un crollo del fatturato (-17,9 per cento), anche estero (-9,0 per cento), solo più contenuto per la produzione (-16,6 per cento) e simile per gli ordini (-17,0 per cento), nonostante la maggiore resistenza della componente estera (-8,7 per cento). Per la piccola industria del legno e del mobile si accentua la discesa del fatturato (-15,7 per cento), e della produzione (-14,2 per cento). 
    In difficoltà anche l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche: il fatturato complessivo si è ridotto del 12,1 per cento, e la produzione ha seguito l’andamento negativo (-13,3 per cento). L’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, ha registrato una flessione del fatturato e della produzione (-10,4 per cento). Il gruppo eterogeneo delle “altre industrie” (chimica, farmaceutica, plastica e gomma, ceramica e vetro) testimonia la generale recessione, ma ha beneficiato della tenuta della componente estera. Il fatturato complessivo ha perso il 7,4 per cento, nonostante la resistenza di quello estero (-1,2 per cento), e si è registrato un arretramento della produzione (-8,9 per cento).

    Riguardo alle classi dimensionali, la recessione è generalizzata, ma l’andamento è meno grave al crescere della dimensione aziendale per fatturato, ordini e produzione. Quest’ultima è scesa del 15,3 per cento per le imprese minori, mentre la caduta è più contenuta per le piccole imprese (-10,9 per cento) e ancora più ridotta per le imprese medio-grandi (-8,4 per cento). 
    Con riferimento ai dati diffusi dall’Istat, le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a poco più 15.188 milioni di euro e hanno fatto segnare una flessione del 2,2 per cento. È una brusca inversione di tendenza: nel primo trimestre 2019 infatti le esportazioni crescevano del 4,6 per cento. Il segno è rosso è generalizzato, con l’eccezione di alcuni settori che hanno invece ottenuto incrementi. Questo è accaduto per le “altre industrie manifatturiere” (+40,2 per cento), con un exploit (quasi 2,5 volte delle esportazioni) dell’industria del tabacco, che vale il 2,3 per cento dell’export regionale. Seguono industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche (+ 9,7 per cento), trainate da un incremento del 41,8 per cento ottenuto dai prodotti farmaceutici, che si sono avvantaggiati della pandemia. Salgono le esportazioni dell’industria alimentare e delle bevande (+11,3 per cento), mentre tengono le vendite estere di ceramica e vetro (+0,9 per cento). In negativo gli altri comparti, con dinamiche differenti. Contenuta la flessione per l’export delle industrie della moda (-1,6 per cento), mentre sono i beni strumentali e intermedi ad avere risentito della pandemia e dell’incertezza. Per i mezzi di trasporto, calo del 9,8 per cento, appena superiore per l’industria della metallurgia e dei prodotti in metallo (- 9,7 per cento), ai macchinari e apparecchiature meccaniche (-9,4 per cento) e industria delle apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura (-8,6 per cento).

    Per quanto riguarda le destinazioni, l’Europa è il mercato fondamentale per l’export regionale e ne detta la tendenza. Le vendite sui mercati europei sono risultate pari al 66,2 per cento del totale e sono diminuite del 2,2 per cento. Le esportazioni verso la sola Unione europea a 27 hanno mostrato una tendenza più accentuata (-3,2 per cento). Flessioni in Germania (-3,3 per cento), Francia (-2,8 per cento) e Spagna (-1,8 per cento). Al di fuori dell’area dell’euro si registra una pesante caduta verso il Regno Unito (-11,7 per cento). Al di là dei confini dell’Unione europea, forte crescita invece verso Svizzera (+32,5 per cento), Turchia (+19,0 per cento) e buon andamento in Russia (+7,0 per cento). 
    Riscontro negativo in America centro-meridionale (-7,1 per cento), performance positiva in Canada (+10,6 per cento), Stati Uniti (+1,0 per cento) e Brasile (+3,2 per cento).
    Calo sui mercati asiatici (-2,7 per cento), ma con notevoli differenze: molto bene in Medio Oriente (+1,4 per cento), crollo in Asia centrale (-21,5 per cento), riduzione in Asia orientale (-1,7 per cento), ma con tendenze fortemente discordanti: +50,1 per cento in Giappone, grazie all’industria del tabacco e -26,3 per cento in Cina. Infine, le esportazioni regionali perdono il 10,0 per cento in Africa e il 3,2 per cento in Oceania.

    Secondo l’indagine Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto ha chiuso il primo trimestre con un deciso passo indietro a quota 524.486 (-4,6 per cento), ovvero una perdita pari a oltre 25 mila unità, rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, interrompendo una precedente serie positiva in corso da otto trimestri.  Nel periodo considerato, il risultato negativo è da attribuire all’ampio calo degli occupati alle dipendenze, che sono risultati oltre 472 mila con una riduzione del 5,4 per cento, pari a oltre 27 mila unità, nonostante l’aumento dell’occupazione autonoma, salita del 3,6 per cento fino a oltre 52 mila unità. 
    Sulla base dei dati del Registro delle imprese, nel primo trimestre del 2020, le attive dell’industria in senso stretto regionale, che costituiscono l’effettiva base imprenditoriale del settore, a fine marzo 43.831 (pari all’11,1 per cento delle imprese attive della regione), con una diminuzione corrispondente a 704 imprese (-1,6 per cento) rispetto all’anno precedente. La velocità della discesa è aumentata rispetto al -1,0 per cento del primo trimestre 2019 e fa segnare il nuovo massimo degli ultimi quattro anni.

    «L’indagine, che mette a fuoco i primi effetti dell’impatto del Covid-19, evidenzia quella che sarà una contrazione economica senza precedenti. I dati sono molto pesanti. L’impatto della crisi, di intensità e rapidità straordinarie, determinerà la chiusura di molte imprese, con forti perdite per lavoro, redditi e consumi. – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna – A fronte di una situazione così difficile, la ripresa necessiterà di tempi lunghi. Consapevoli del proprio ruolo, le Camere di Commercio dell’Emilia-Romagna hanno intensificato il supporto alle imprese, con servizi di help desk, hanno promosso iniziative e garantito risorse importanti per oltre 25 milioni, quasi tutti erogati a fondo perduto, per fronteggiare i tempi straordinariamente difficili che ci attendono, e contribuire alla ripartenza delle nostre filiere produttive».

    La pandemia ha avuto impatti anche sul credito bancario in Emilia-Romagna − secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo − che ha visto già da marzo i primi segni di un cambio di passo i cui contorni dovrebbero essere più definiti con i dati relativi ai mesi successivi. In sintesi, si è avuto un rallentamento della crescita dei finanziamenti alle famiglie consumatrici mentre i prestiti alle imprese hanno invertito la tendenza, tornando a crescere. Su questi andamenti hanno influito il calo di domanda di prestiti da parte delle famiglie e, dal lato delle imprese, l’aumento del fabbisogno di liquidità. In senso positivo sugli stock agisce il minore flusso di rimborsi legato alle moratorie. Le banche, infatti, hanno da subito messo in atto interventi a supporto della liquidità di imprese e famiglie, come le moratorie e i plafond creditizi, a cui hanno fatto seguito le misure ex-lege, tra cui i crediti con garanzia pubblica.  

    A marzo, in Emilia-Romagna l’andamento dei prestiti alle imprese è tornato lievemente positivo, dopo il calo registrato nel 2019 (+0,2% a/a rispetto al -0,6% di fine 2019, variazioni corrette per le cartolarizzazioni). L’andamento resta differenziato per dimensione d’impresa, con i prestiti alle imprese medio-grandi in aumento dello 0,5% a/a e quelli alle piccole ancora in riduzione, del -1,5% a/a, sebbene più moderata rispetto al 2019. In termini di volumi, a marzo in Emilia-Romagna i prestiti sono aumentati in un mese di quasi 1.2 miliardi, dei 16 miliardi di flusso netto complessivo registrato a livello nazionale. Ad aprile, il flusso è stato ancora positivo, sebbene più modesto (+280 milioni circa m/m, sui 5,5 miliardi osservati a livello di mercato italiano). L’andamento risulta più moderato in Regione rispetto al trend nazionale, sia per le imprese medio-grandi, sia per le piccole. Si osserva che il rimbalzo di marzo ha interessato i prestiti all’industria, la cui dinamica annua è salita a +’0,2% a/a rispetto al -2,2% di fine 2019 (variazioni calcolate su volumi al netto delle sofferenze). Diversamente, i prestiti alle costruzioni hanno mostrato una stabilità del tasso di variazione, ancora negativo per -10,9% a/a dal -10,7% di dicembre 2019. Le rilevazioni di marzo e aprile non danno pienamente conto dell’impatto delle iniziative delle banche e delle misure governative a supporto della liquidità e del credito all’economia reale, la cui entità è aumentata nei mesi successivi. Dati più recenti, relativi alle operazioni garantite arrivate al Fondo centrale per le PMI mostrano che al 7 luglio l’Emilia-Romagna aveva espresso un totale di oltre 75mila operazioni per un importo finanziato di poco meno di 5 miliardi, di cui quasi 66 mila per prestiti fino a 30mila euro pari a un importo finanziato di 1,3 miliardi. Il 60% di queste operazioni si è originata in quattro province: Bologna con prestiti garantiti dal Fondo centrale per le PMI per quasi 1,1 miliardi, Modena con 870 milioni, Reggio Emilia e Parma con 585 e 560 milioni rispettivamente. Seguono, in base agli importi finanziati, Ravenna e Forlì Cesena con circa 470 milioni ciascuna, Piacenza con 353 milioni, Rimini con 326 e Ferrara con 244 milioni. Rispetto a due mesi prima, quando l’implementazione delle garanzie pubbliche era agli inizi, nelle cinque province col maggior numero di operazioni gli importi sono circa decuplicati. Un incremento di tale entità è evidente pressoché in tutta l’Emilia Romagna per i prestiti garantiti di taglio fino a 30mila euro. 

    Il lockdown ha impresso una frenata dei prestiti alle famiglie consumatrici, la cui crescita è scesa a +2,3% a/a a marzo dal 3,1% di fine 2019 (variazioni corrette per le cartolarizzazioni), in particolare per effetto della brusca caduta del credito al consumo. Anche i finanziamenti per acquisto abitazioni a marzo hanno registrato un rallentamento dello stock, a +2,9% a/a in Emilia-Romagna, dopo la ripresa osservata nell’ultima parte del 2019 fino al +3,2% a/a di dicembre (dati relativi ai prestiti escluse le sofferenze). La decelerazione è stata più moderata di quanto osservato a livello Italia (a +2,7% a/a dal 3,2% di fine 2019). Nel 1° trimestre, i flussi lordi di mutui residenziali hanno mostrato un calo contenuto a livello di Regione, pari a -0,6% a/a, risentendo del buon andamento registrato nei primi due mesi dell’anno dopo la notevole ripresa dell’ultima parte del 2019 (+9,8% a/a nel 4° trimestre 2019). Tale evoluzione dei flussi di mutui è coerente con l’andamento delle compravendite di immobili residenziali, che nel 1° trimestre sono diminuite del 12,6% a/a in Regione, solo poco meno del dato nazionale (-15,5%). Gli stock di mutui hanno rallentato, o al più si sono stabilizzati, in tutte le province, a partire dalla dinamica massima che spetta sempre a Bologna, scesa a +4,2% a/a dal 4,4% di fine 2019, seguita da Forlì-Cesena e Reggio Emilia circa stabili sul 3,6% a/a e 3,5% rispettivamente. Poco variate sono anche le dinamiche di Rimini (+2,9% da +3,0%) e Ferrara (+1,7% da +1,6%). Il rallentamento è stato più evidente in quattro province: a Piacenza, passata da +1,9% a/a a +1,1%; Parma da +2,7% a +2%; Ravenna, fermatasi a +0,4% a/a dal +1,1% di fine 2019 e Modena, la cui crescita resta però robusta, del +2,6% dal +3,1% di tre mesi prima. 

    Con riguardo alla qualità del credito, nel 1° trimestre 2020 il tasso di deterioramento dei prestiti si è stabilizzato sui minimi raggiunti a fine 2019, grazie al miglioramento proseguito in Regione per il sesto anno consecutivo. Il ritmo di emersione dei crediti deteriorati delle imprese si è fermato a 2,2% dopo essersi ridotto a tale livello nel 4° trimestre 2019 dal 2,8% del 3° trimestre. Per le famiglie consumatrici, il tasso di deterioramento dei prestiti è sceso a 0,7%, dallo 0,8% dei quattro trimestri del 2019. Anche gli stock di sofferenze sono risultati poco variati nella prima parte del 2020, dopo la notevole riduzione registrata anche nel 2019. In Emilia-Romagna le sofferenze delle imprese sono scese ad aprile al 7,3% del totale dei prestiti al lordo delle rettifiche di valore, che si confronta col 7,5% di fine 2019, ma è decisamente più basso dell’8,6% registrato nell’aprile dello scorso anno. L’incidenza delle sofferenze resta più bassa della media nazionale (7,6% ad aprile 2020). Tuttavia, a seguito della fase economica negativa causata dalla pandemia, è prevedibile in prospettiva un peggioramento della qualità del credito, sebbene mitigato, tra l’altro, dalle politiche di sostegno messe in atto a favore delle imprese e delle famiglie.

    «In questa fase abbiamo il dovere di impegnare ogni risorsa per dare il massimo sostegno alle nostre imprese e consentire loro, superate le difficoltà, di ripartire. Il primo trimestre 2020 è stato inevitabilmente segnato dal dispiegarsi dei primi effetti della crisi da Covid-19 e delle misure conseguenti. In tale contesto il bisogno più impellente delle imprese è stato evidentemente quello della liquidità e come Intesa Sanpaolo siamo intervenuti unilateralmente sin da febbraio, ancor prima dei Decreti, poi con tutte le soluzioni previste dal Decreto Liquidità – spiega Cristina Balbo, Direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo –. Allo scorso giugno le sospensioni di mutui e prestiti attivate in Emilia-Romagna, tra famiglie e imprese, erano oltre 25mila per un controvalore di oltre 2,8 miliardi di euro. Nei primi tre mesi dell’anno Intesa Sanpaolo ha erogato 410 di nuovo credito a medio-lungo termine, in crescita dell’8,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Oggi più che mai sono necessari strumenti facilmente accessibili, efficaci e immediati a disposizione del sistema produttivo. Anche il plafond da 10 miliardi che destiniamo al nostro Programma Filiere, che consente appunto alle piccole imprese di ottenere un migliore e più conveniente accesso al credito, è il segno tangibile della nostra fiducia nella ripresa compatta del sistema: in Emilia-Romagna ad oggi vi hanno aderito ben 95 aziende capofila con oltre 20mila dipendenti, 2.650 imprese fornitrici e un giro d’affari complessivo di 13,5 miliardi di euro».

    «Siamo di fronte alla più pesante recessione economica dal dopoguerra – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari. Già prima del Covid-19 il nostro Paese era l’unico in Europa ad essere in recessione e a non avere ancora recuperato la perdita di Pil dalla crisi del 2008.  Non possiamo perdere un minuto, dobbiamo programmare bene le risorse e liberare le energie positive di cui le nostre imprese sono capaci».

    La recente indagine rapida del Centro Studi Confindustria stima per il secondo trimestre 2020 un calo dell’attività industriale a livello nazionale del 21,6%, in netto peggioramento rispetto all’andamento del primo trimestre (-8,4% sul quarto 2019), con un recupero più lento per le imprese orientate ai mercati internazionali. Ciò in ragione della tempistica nella diffusione del virus nel mondo: la domanda dei prodotti made in Italy si è interrotta o ridimensionata nei partner commerciali che stanno attraversando la fase acuta della pandemia, in particolare Stati Uniti e Sud America.  Anche per quanto riguarda la domanda interna il recupero dovuto alla riapertura delle attività è rallentato dall’incertezza sui tempi di uscita dalla crisi sanitaria. 

    «Il rilancio dell’economia – conclude il Presidente Ferrari – parte dalla capacità di progettare e spendere bene le ingenti risorse che avremo a disposizione. Per questo auspichiamo che si trovi velocemente un accordo sul Recovery Fund e sul quadro finanziario europeo, in modo che Stati e Regioni possano programmare in tempi rapidi le politiche di sostegno ai territori.  In questa fase alleggerire la burocrazia deve essere una delle principali priorità dei Governi a tutti i livelli: da qui le nostre proposte di semplificazione da attuare nell’immediato. Dobbiamo mettere a frutto tutte le opportunità che abbiamo davanti, senza pregiudizi e prese di posizioni ideologiche, utilizzando le risorse per promuovere la crescita, sostenere gli investimenti e creare lavoro». 

     

     

     

  • GIOVANI IMPRENDITORI: L’11 E 18 GIUGNO 2020 L’INVESTOR DAY DI UPIDEA! STARTUP PROGRAM

    GIOVANI IMPRENDITORI: L’11 E 18 GIUGNO 2020 L’INVESTOR DAY DI UPIDEA! STARTUP PROGRAM

    INVESTOR DAYS
    11 e 18 giugno 2020 | ore 18.00-19,30

    Quest’anno #Investorday #Upidea sarà #online! Le 17 #startup selezionate cercheranno di conquistare imprenditori e investitori per raggiungere insieme nuovi obiettivi di crescita e fare #OpenInnovation.
     

    Comunicare l’interesse a partecipare a info@upidea.it al fine di ricevere il link per il collegamento

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    PROGETTO UPIDEA – SELEZIONATE LE 17 START UP FINALISTE TRA LE 111 CANDIDATURE

    Nel gennaio 2020 la  giuria di Upidea ha scelto le startup finaliste della quinta edizione. Sono 17 e sono state selezionate tra le 111 candidature ricevute da tutta Italia. Si tratta di: VIDRA (Biella), E-commerce & Digital export, REVOTREE (MI), Smart agriculture, SOPLAYA (UD), Foodtech , TOMAPAINT (PR) Sustainable packaging, TRAXIT (BO) Travel tech/iot, MORPHOGRAM (TE) E-health, EYECAN (BO) Industrial AI, NEURALITY (RN) Industrial AI, SQUISEAT (BO) Food delivery, WIGUEST (MI) Hospitality marketing automation, MAT (MO) Iot automotive, MECHANIKA PARTS (MO) Marketplace spare parts, SELL IN TO CHINA (MO) E-commerce & Digital export, PIQAPART (RA) Industrial AI, ARCHIBUDGET (RE) Lead generation (home renovation), SMARTWEAR (RE) Health/Wearable Technology, TAYLORA (VI) E-learning.

    La Giuria, composta da tecnici e imprenditori dei territori confindustriali coinvolti, le ha scelte tenendo in considerazione il grado di innovazione del progetto, della sostenibilità economica, della qualità e della completezza del team.

    La selezione ha visto una prima scrematura a dicembre, che ha permesso a 38 team di partecipare al Boot Camp, un primo percorso formativo, sviluppato in sei seminari tematici tenuti dal team di LUISS Enlabs. Successivamente la Giuria in occasione del selection day hanno avuto colloqui con i team per ascoltare le brevi presentazioni delle idee di impresa.

    Tra tutti sono stati scelti  i migliori che parteciperanno all’accelerazione, che è partita il 31 gennaio al Tecnopolo di Reggio Emilia e proseguirà fino a giugno quando all’Investor Day si presenteranno finalmente a investitori e imprenditori per cercare di instaurare solide collaborazioni.

     

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    IN CORSO LA QUINTA EDIZIONE DI UPIDEA! STARTUP PROGRAM.

    IL PROGRAMMA DI ACCELERAZIONE PER NUOVE IMPRESE CRESCE ANCORA PER SOSTENERE L’INNOVAZIONE DEL TESSUTO PRODUTTIVO

    In corso da ottobre 2019 la quinta edizione di Upidea! Startup program – Call for innovation: 111 aspiranti imprenditori e startup hanno candidato il proprio progetto d’impresa per accedere al percorso di accelerazione organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il coordinamento di Unindustria Reggio Emilia, il contributo di uno dei più importanti acceleratori italiani LUISS ENLABS, del suo fondo di venture capitalist LVenture Group, e la collaborazione dei principali incubatori dell’Emilia-Romagna.

    Il programma cresce ancora grazie al coinvolgimento, a partire da quest’anno, dei Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto, che permette così di estendere fino a 17.500 il potenziale di aziende che le startup selezionate avranno l’opportunità di incontrare per avviare possibili collaborazioni.

    La nuova edizione punta ancora di più sull’Open Innovation per connettere startup e imprese leaders in uno degli ecosistemi manifatturieri più importanti d’Europa. Grazie al sostegno a nuove imprese è possibile innovare anche le aziende del territorio.

    Upidea offre un programma di accelerazione di 6 mesi (gennaio – giugno 2020), nel corso del quale le startup selezionate seguono un percorso di formazione e assistenza costante per concretizzare l’idea d’impresa, sviluppare e testare il proprio prodotto, grazie alla collaborazione di partner tecnici, laboratori e aziende del territorio, e lanciarlo sul mercato. La crescita delle startup in questi mesi è finalizzata alla preparazione in vista dell’Investor Day, l’evento pubblico in cui i team presentano i progressi fatti a investitori, business angels e imprenditori del sistema Confindustria.

    Il valore del programma è dunque dato dall’impegno dei promotori e dei sostenitori: i Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con i Gruppi territoriali Confindustria Emilia Area Centro, Confindustria Forlì-Cesena, Confindustria Romagna, Unione Parmense degli Industriali e Unindustria Reggio Emilia, che ha ideato il progetto nel 2015, mantenendone il coordinamento organizzativo.

    Il percorso di accelerazione, realizzato con esperti di LUISS ENLABS, si svolgerà negli spazi del Tecnopolo di Reggio Emilia, grazie alla collaborazione di Fondazione REI, ma partecipano al progetto anche gli incubatori territoriali: Almacube (Bologna), Cesenalab (Forlì-Cesena), Fondazione Democenter Sipe (Modena), Inlab (Piacenza), Nuove Idee Nuove Imprese (Rimini), RomagnaTech (Forlì-Cesena), TIMWCAP (Bologna) e SIPRO (Ferrara); quest’ultimo si aggiunge quest’anno, completando così la copertura regionale anche dal punto di vista degli operatori dell’innovazione.

    Tutte queste realtà parteciperanno con propri rappresentanti ed esperti alle fasi di selezione e daranno supporto alle startup selezionate nei rispettivi territori.

    Confermano il proprio impegno anche Eurach Research, centro di ricerca che muove dalla conoscenza e dalle esigenze del territorio montano, e Réseau Entreprendre Emilia-Romagna, la rete di leader d’impresa volontari che affiancano gli imprenditori aiutandoli a raggiugere il successo nella creazione, nella ripresa o nella crescita di impresa. Grazie alla loro competenza al termine del percorso di accelerazione verranno assegnate due menzioni speciali: “Appidea!”, al miglior progetto dedicato alla promozione dell’area appenninica, e “Social Sustainability”, al miglior progetto a vocazione sociale.

    Come Gruppo Giovani e come Unindustria Reggio Emilia – afferma Marco Righi, Presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Reggio Emilia – siamo orgogliosi dei risultati ottenuti da Upidea in questi anni e della crescita che il programma ha raggiunto, grazie al nostro impegno e a quello dei colleghi Giovani Imprenditori dell’Emilia-Romagna. In questi anni possiamo ritenere di aver dato un contributo al rinnovamento del sistema produttivo. Fino ad oggi hanno partecipato otre 300 startup, 50 sono state accelerate e incubate a Reggio Emilia e 5 di queste sono state scelte da LUISS ENLABS per il proprio programma di accelerazione ricevendo poi importanti investimenti da Fondi di Venture Capital, 2 startup sono state acquisite da corporate del territorio e 6 hanno ricevuto investimenti da parte di imprenditori associati. Possiamo dire di aver stimolato la raccolta di circa 2,5 Milioni di euro e avviato due compagne di finanziamento grazie al crowdfunding. Ma soprattutto le startup selezionate e accelerate sono entrate a far parte delle nostre associazioni territoriali e hanno iniziato a collaborare con le nostre imprese associate come fornitori, partner, clienti e sviluppando progetti di open innovation”.

    “Il valore aggiunto che come Giovani imprenditori di Confindustria possiamo apportare all’ecosistema delle startup e dell’innovazione – aggiunge il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Kevin Bravi  – sono  le competenze e le risorse delle nostre imprese associate che operano con successo in tutti i principali settori produttivi, e nello stesso tempo hanno necessità di innovare il proprio business aprendosi alle nuove realtà imprenditoriali rappresentate dalle startup. Anche quest’anno il progetto avrà carattere regionale: questo è per noi motivo di grande soddisfazione”.

    “Si conferma il trend di costante crescita del progetto – sottolinea il Vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Vittorio Cavani La partnership con i Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto e il riconoscimento avuto dal Comitato Nazionale Nuove Imprese per l’edizione che si sta avviando, infatti, testimoniano inequivocabilmente lo sviluppo di Upidea. Abbiamo lavorato e lavoriamo costantemente affinché il nostro programma di accelerazione diventi un’opportunità sempre più attrattiva per le startup.”

     

    Informazioni e contatti: Tel. 0522.409711 – info@upidea.it