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Categoria: Economia

  • RAPPORTO DI PREVISIONE CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA “L’ECONOMIA ITALIANA TORNA ALLA BASSA CRESCITA?”

    RAPPORTO DI PREVISIONE CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA “L’ECONOMIA ITALIANA TORNA ALLA BASSA CRESCITA?”

     

    Qui di seguito la sintesi del Rapporto di previsione “L’economia italiana torna alla bassa crescita?” presentato dal Centro Studi Confindustria il 28 ottobre.

    Il Rapporto integrale e le slide del Direttore del CSC Alessandro Fontana sono disponibili al link https://shorturl.at/esJS9

     

    2024 A BASSA CRESCITA, PIL A +0,5. PESANO ALTI TASSI E DEBOLE COMMERCIO INTERNAZIONALE
    L’andamento del PIL italiano nel 2023 si profila in forte rallentamento rispetto al 2022, quando era cresciuto del +3,7%: nello scenario base, che non include gli effetti delle misure contenute del DDL Bilancio, il CSC prevede un incremento annuo del +0,7%, già interamente acquisito. La crescita nel 2024 è prevista al +0,5%. (stima di marzo 1,2%).

    Il rallentamento è dovuto all’effetto negativo dei tassi di interesse elevati sulle imprese e sulle famiglie, e a una dinamica negativa, nell’anno in corso, del commercio internazionale.

     

    PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CALO, SOPRATTUTTO PER I SETTORI ENERGIVORI
    Nel 2022 la dinamica dell’attività industriale delle imprese italiane era aumentata di +0,4%, mostrando segnali di indebolimento nella seconda metà dell’anno. Nel biennio di previsione, la produzione è attesa diminuire di -2,3% quest’anno e rimbalzare molto parzialmente, di +0,8%, nel 2024. A soffrire sono principalmente i cosiddetti settori energy intensive (come carta, chimica, metalli non metalliferi e metallurgia), e quelli che rientrano nella filiera delle costruzioni (legno, prodotti in metallo, ma anche alcuni dei già citati energivori). I livelli produttivi di questi settori si collocano ormai tutti sotto i valori medi del 2019. La contrazione di tali settori, oltre che nel 2022, è proseguita anche nella prima parte di quest’anno: in media a gennaio -agosto, rispetto allo stesso periodo del 2022, la chimica è in calo di -9,7%, la carta di -11,6%, la metallurgia di -7,1% e i minerali non metalliferi di -10,0%. Emerge, al contrario, una maggiore dinamicità per i comparti ad alta tecnologia come, ad esempio, la farmaceutica e le attività di computer ed elettronica e delle apparecchiature elettriche.

     

    CONSUMI DELLE FAMIGLIE DEBOLI MA RESILIENTI
    La spesa delle famiglie è attesa rimanere quasi ferma nella seconda metà del 2023. Ciò comporterà una crescita in media d’anno pari al valore già acquisito di +1,2%. I consumi delle famiglie torneranno ad aumentare nel 2024, con più slancio nella seconda metà dell’anno, sulla scia della discesa dell’inflazione e, quindi, del recupero del potere d’acquisto, oltre che sospinti da un miglioramento delle condizioni economiche e da una dinamica salariale più sostenuta, e registreranno in media d’anno una crescita di +0,6%.

     

    INVESTIMENTI IN PREOCCUPANTE CALO. VIENE MENO LA SPINTA DELLE COSTRUZIONI E DI INDUSTRIA 4.0. PNRR CRUCIALE.
    Gli investimenti fissi lordi sono attesi crescere moderatamente nel 2023 (+0,5%), al di sotto dell’acquisito al 2° trimestre (+0,8%). La dinamica è attesa in ulteriore peggioramento nel 2024: -0,1% la stima del CSC, in forte ridimensionamento rispetto agli anni scorsi (crescevano del 9,7% nel 2022 e invece saranno fermi nel 2024), per effetto soprattutto di una perdurante intonazione restrittiva della politica monetaria, che sta avendo un impatto più profondo dell’atteso e continuerà ad averlo per un periodo più lungo, e anche del minor ammontare di investimenti realizzati con il PNRR rispetto a quanto programmato nel DEF di aprile scorso.

    In prospettiva, i segnali provenienti dai dati qualitativi più recenti prefigurano un ulteriore calo degli investimenti nel breve termine. Il sentiment delle imprese si è affievolito, con l’indice di fiducia che è diminuito nel 3° trimestre a 106,8 da 108,9.

    Al rialzo, agirà sugli investimenti l’utilizzo delle risorse del PNRR e il recupero dei profitti, documentato almeno fino al 2° trimestre 2023: in questo scenario di previsione si assume un utilizzo solo parziale delle risorse PNRR rispetto a quanto programmato per il 2023 e 2024 nel DEF di aprile scorso e quindi la spinta agli investimenti per quanto cospicua, sarà nettamente inferiore nel biennio rispetto a quanto stimato avendo come base le risorse programmate nel DEF 2023. Per quanto riguarda l’effetto sulla crescita, Il CsC stima che con un PNRR pienamente attuato, il PIL italiano nel 2026 (cumulato in 6 anni, dal 2021) sarebbe più elevato del +2,8% e gli investimenti più elevati dell’11,1%.

     

    COMMERCIO ESTERO MOLTO DEBOLE
    Nello scenario CSC le esportazioni italiane di beni e servizi, dopo un’espansione quasi in doppia cifra nel 2022 (+9,9%), registrano una battuta d’arresto nel 2023 (+0,8%) e accelerano gradualmente nel 2024 (+2,3%), sotto ai ritmi medi di crescita del periodo pre-pandemia (+2,5% nel 2012-2019) ma in linea con il commercio mondiale.

     

    OCCUPAZIONE SEGUE IL PIL
    L’input di lavoro segue il PIL Come già nel 2022, l’input di lavoro, misurato in termini di unità equivalenti a tempo pieno (ULA), avanzerà nel biennio 2023-2024 a un ritmo complessivamente allineato a quello dei livelli di attività economica, seppur un po’ sopra quest’anno (+1,1% le ULA rispetto allo 0,7% del PIL) e lievemente sotto l’anno prossimo (+0,2% contro +0,5%).

     

    COSTO DEL LAVORO PER UNITA DI PRODOTTO CRESCE ANCHE NEL 2023 e 2024. INDUSTRIA ITALIANA PENALIZZATA, PERDE PRODUTTIVITA’. 
    Il Clup manifatturiero in Italia è cresciuto del +4,8% nel 2022, più che in altre economie europee (+3,7% nell’industria tedesca, +2,5% in media nell’Area euro). A fronte di una dinamica più contenuta del costo del lavoro per ora lavorata (+2,9% contro il +4,2% in Germania e il +3,9% medio nell’Area), la competitività dell’industria italiana è stata penalizzata da un ampio calo della produttività (-1,8%). Tra gli altri grandi paesi dell’Eurozona, la produttività del lavoro è calata nel 2022 solo in Francia, mentre è cresciuta in media del +1,4% (+0,6% in Germania). Nel biennio 2023-2024, il rafforzamento della dinamica salariale nel settore privato, che sta avvenendo con ritardo rispetto alla dinamica inflattiva, per effetto del meccanismo di aggiustamento delle retribuzioni contrattuali, spingerà al rialzo il Clup nel manifatturiero italiano, dato anche il forte calo della produttività del lavoro previsto per quest’anno (già acquisito nel 1° semestre, per l’ampio labor hoarding effettuato dalle imprese) e un solo marginale recupero il prossimo.

     

    INFLAZIONE: FRENATA IN FASE AVANZATA. AL 2,0% A FINE 2023
    La dinamica dei prezzi al consumo in Italia sta proseguendo in graduale rallentamento da dicembre 2022, scendendo al +5,3% annuo a settembre 2023. Un valore ancora alto rispetto all’obiettivo BCE del 2,0% (Grafico 18), ma decisamente più favorevole rispetto ai record toccati nel 2022 (+11,8% a ottobre e novembre). La variazione acquisita per la media del 2023 è pari al +5,7%. Nello scenario CSC, che incorpora un prezzo del gas in moderato aumento rispetto ai minimi di luglio, l’inflazione continuerà a frenare (soprattutto nei mesi finali del 2023, grazie a un favorevole “effetto base”), tornando in linea con l’obiettivo del +2,0% a fine anno. In media, si attesterà al +5,8% (da +8,1% nel 2022), con una revisione al ribasso di -0,5 punti rispetto allo scenario CSC di marzo. Nel 2024, terminata ormai la lunga frenata, l’inflazione è attesa rimanere intorno ai valori di fine 2023, assestandosi al +2,1% in media.

     

    CREDITO IN FORTE RIDUZIONE.  FRENATA MAI COSÌ BRUSCA DEI PRESTITI ALLE IMPRESE
    I prestiti bancari alle imprese in Italia si stanno rapidamente riducendo (-6,2% annuo ad agosto 2023), dopo aver toccato alti ritmi di crescita fino a metà del 2022 (picco a +4,8% in agosto). Un mutamento brusco, come raramente osservato nelle serie storiche del credito, dovuto soprattutto al rapido rialzo dei tassi di interesse deciso dalla BCE in tale periodo. Nel 2023 la liquidità delle imprese, misurata dal valore dei depositi in banca, si è assottigliata rapidamente (-5,6% annuo in agosto), tornando sul trend pre-pandemia. L’indicatore Istat della liquidità disponibile in azienda, rispetto alle esigenze operative, ha tenuto finora, poco sotto i valori pre-pandemia, ma solo perché si è ridotto il fabbisogno di risorse liquide. La situazione nei prossimi mesi potrebbe presto trasformarsi in carenza di liquidità, se il credito continua a ridursi. Le aziende che hanno più esigenza di credito per liquidità sono le produttrici di beni di consumo.

     

    FINANZA PUBBLICA
    Deficit pubblico alto
    , ma in riduzione. Nello scenario “a legislazione vigente” l’indebitamento netto della pubblica amministrazione è previsto scendere al 5,3% del PIL nel 2023 dall’8,0% dello scorso anno e al 3,8% nel 2024, sostanzialmente in linea con quanto indicato nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDEF) presentata dal Governo a fine settembre (5,2%).

    Non scende il debito.  Il debito pubblico in rapporto al PIL è stimato al 140,1% nel 2023, in calo di 1,5 punti rispetto al 2022, su valori simili a quelli stimati dal Governo. Per l’anno prossimo, è previsto risalire di oltre 0,4 punti fino al 140,6% del PIL anziché calare al 139,7% come indicato nel quadro tendenziale della NaDEF 2023.

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    I RISCHI E LE VARIABILI DELLA PREVISIONE

    Nell’attuale contesto, lo scenario previsivo presenta in prevalenza rischi al ribasso, ma anche qualcuno al rialzo.

    1. Un nuovo tragico capitolo del conflitto israelo-palestinese si è aperto proprio nei giorni di stesura di questo rapporto. Un prolungarsi della guerra e un eventuale ampliamento dei paesi coinvolti potrebbero accrescere ulteriormente la frammentazione geopolitica, con effetti negativi sul commercio internazionale; spingere verso un nuovo aumento del prezzo del petrolio e di altre commodity energetiche.

    2. La dinamica dei prezzi al consumo in Italia e in Europa ha intrapreso un percorso di graduale normalizzazione. Il processo in essere potrebbe richiedere un tempo minore del previsto, spingendo le Banche centrali ad accelerare la discesa dei tassi di interesse e anticipando così gli effetti positivi dell’allentamento della politica monetaria.

    3. Le banche centrali sono attese avviare nei prossimi trimestri un percorso, non coordinato, di riduzione dei tassi. Tuttavia, se la FED decidesse ulteriori rialzi, per abbattere ancor più l’inflazione la BCE potrebbe seguirla per evitare ripercussioni sul cambio che altrimenti spingerebbero in alto i prezzi in euro di petrolio e altre commodity importate. Ciò avrebbe un impatto restrittivo addizionale nell’Eurozona e in Italia.

    4. La piena efficacia del PNRR è condizionata al rispetto dei tempi previsti e all’attuazione delle riforme in programma. Il venir meno di uno di questi elementi implicherebbe un minor contributo alla crescita. L’ipotesi prudenziale sottostante questo scenario è che nel biennio 2023-2024 si avrà un utilizzo solo parziale delle risorse che erano state programmate nel DEF di aprile scorso.

    5. Un ulteriore rischio riguarda la dinamica dell’economia cinese, che nello scenario di previsione si ipotizza crescere quest’anno e il prossimo secondo gli obiettivi fissati dal Governo (+5% nel 2023 e +4,5% nel 2024). Una frenata potrebbe indurre una battuta d’arresto a livello internazionale: un punto in meno di crescita, ridurrebbe di circa due decimi il PIL mondiale.

     

  • 20-24 novembre 2023 | DIGITAL ECONOMY, INTERNET OF THINGS, CYBERSECURITY

    20-24 novembre 2023 | DIGITAL ECONOMY, INTERNET OF THINGS, CYBERSECURITY

     

    Dal 20 al 24 novembre 2023 la rete Enterprise Europe Network organizza un evento virtuale di matchmaking dedicato ai temi Economia Digitale, Internet of Things e Cybersecurity il

    L’iniziativa “DEICy 2023 Digital Economy, Internet of Things, Cybersecurity prevede 5 giornate di sessioni plenarie, workshop e incontri individuali virtuali (mediante la piattaforma del b2b) tra imprese, centri di ricerca e istituzioni per opportunità commerciali e tecnologiche nelle aree della Trasformazione Digitale, Internet of Things e Cybersecurity. Per le aziende che lo desiderano, su richiesta, vi è la possibilità di presentare la propria soluzione durante i workshop.

    Focus Tematici

    • Digital transformation: Artificial Intelligence for Business, Digital Economy, Digital Society, Digital Market, Digital Work, Digital Government, Digital Consumption, Digital Production.
    • Internet of Things: Consumer application IoT, Energy IoT, Environmental engineering IoT, Industrial IoT, Healthcare IoT, Agriculture IoT, Automotive Industry IoT, Dual-use technology.
    • Cybersecurity: Digital Economy and Cybersecurity challenges, Cybersecurity digital tools, Security of digital services, Artificial intelligence & Cybersecurity.

     

    La partecipazione all’evento è gratuita, previa registrazione entro il 24 novembre 2023 tramite l’apposita piattaforma on line: https://deicy2023.b2match.io/

    Al momento della registrazione è necessario indicare IT – Confindustria Emilia-Romagna come Support office affinché le imprese dell’Emilia-Romagna partecipanti possano beneficiare del supporto alla partecipazione all’evento.

    Per maggiori informazioni sulle modalità di iscrizione, in allegato la scheda riassuntiva dell’iniziativa.

     

    Per informazioni
    Enterprise Europe Network – Consorzio Simpler
    tel: +39 051 3399911
    e-mail: simpler@confind.emr.it 

     

  • IMPRESE ESTERE, CONFINDUSTRIA-LUISS: RUOLO CRUCIALE PER ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA

    IMPRESE ESTERE, CONFINDUSTRIA-LUISS: RUOLO CRUCIALE PER ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA

     

    IMPRESE ESTERE, CONFINDUSTRIA-LUISS: RUOLO CRUCIALE PER ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA

    23 ottobre 2023 – Nel 2020 in Emilia-Romagna sono state registrate 4.216 imprese estere, con 123.925 addetti e un fatturato di circa 41 miliardi di euro, corrispondente al 13,7% del fatturato regionale e al 5,6% di quello della ripartizione Nord-est. Queste imprese generano un valore aggiunto di circa 10 miliardi di euro, equivalente al 13% del valore aggiunto regionale e al 5,2% di quello del Nord-est. I dati emergono dal Rapporto “Le imprese estere in Italia: l’Emilia-Romagna”, prodotto dall’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Luiss, in collaborazione con Istat e la Scuola IMT Alti Studi di Lucca, presentato oggi presso la sede di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna.

    Il Rapporto evidenzia che l’Emilia-Romagna si distingue per la sua vocazione manifatturiera, con una quota di valore aggiunto manifatturiero del 27,5%, superiore alla media nazionale. Inoltre, contribuisce al 13,5% delle esportazioni nazionali, risultando seconda solo alla Lombardia. Le imprese estere giocano un ruolo significativo nell’economia regionale, impattando diversi indicatori economici.

    Le imprese a capitale estero presenti nella regione sono caratterizzate dalla loro qualità aziendale, orientamento all’innovazione e potenziale di crescita. Si specializzano in numerosi settori chiave, tra cui l’industria delle bevande e del tabacco, nonché la fabbricazione di autoveicoli e di altri mezzi di trasporto. Tali imprese mostrano anche una produttività del lavoro superiore rispetto a quelle a controllo nazionale, con un premio di produttività del 3% circa, evidenziando una maggiore capacità nell’utilizzo dei fattori di produzione. Infine, nelle diverse fasi della catena del valore, le imprese a controllo estero in Emilia-Romagna aggiungono un valore superiore rispetto alle aziende domestiche, specialmente nelle fasi più strategiche del ciclo produttivo.

    Complessivamente, la presenza delle imprese estere in Emilia-Romagna contribuisce in modo significativo all’ecosistema economico regionale, con impatti positivi sulla competitività, l’occupazione e la specializzazione settoriale.

    “Le imprese a controllo estero giocano un ruolo cruciale nell’economia nazionale, con una particolare rilevanza per l’Emilia-Romagna. Le loro specializzazioni settoriali, il contributo alla produttività e alla retribuzione dei lavoratori, nonché la loro posizione strategica nei segmenti ad alto valore aggiunto nelle reti produttive globali, sono elementi di fondamentale importanza”, ha sottolineato Barbara Beltrame Giacomello, Presidente di ABIE e Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria. “Questi fattori sono determinanti per la crescita economica del Paese e dei territori, richiedendo un impegno costante verso l’innovazione da parte delle imprese e una consapevole attenzione da parte delle autorità di governo, sia a livello centrale che regionale. Non da ultimo, è significativo sottolineare che l’Emilia-Romagna è una tra le regioni con cui abbiamo sottoscritto un Protocollo d’Intesa per consolidare la presenza delle multinazionali già insediate sul territorio”.

    “Le aziende straniere scelgono l’Emilia-Romagna per le sue rinomate filiere produttive globali come Food Valley, Motor Valley e Packaging Valley. L’accento sull’export, la coesione sociale e politiche economiche efficaci, unite a una forte spinta verso ricerca e innovazione, creano un ambiente ideale per progetti impegnativi. Tuttavia, il forte sviluppo non è stato accompagnato da un potenziamento delle infrastrutture, con mancanza di scuole internazionali, aeroporti e collegamenti autostradali strategici”, ha detto Maurizio Marchesini, Vice Presidente per le Filiere e le Medie Imprese di Confindustria. “L’auspicio è che gli investimenti esteri non solo spingano le imprese a crescere e investire in R&S, ma inducano anche a ripensare il territorio come ecosistema ben attrezzato nelle reti e nei servizi. L’ingresso massiccio di tecnologie innovative come il supercalcolo, l’IA e la digitalizzazione promuoverà un posizionamento virtuoso delle imprese in termini di criteri ESG, che sono ormai un modello di business consolidato”.

    “Ci sono diversi fattori per cui grandi player internazionali investono in Italia e in Emilia-Romagna: una forte specializzazione manifatturiera; un valore aggiunto molto elevato; la presenza di forza lavoro e di una serie di distretti. La presenza di società di capitali esteri serve anche per far aumentare il livello di competitività generale e inserire anche le Pmi in un circolo virtuoso rispondendo a criteri molto elevati”, ha evidenziato Valentino Valentini, Vice Ministro delle Imprese e del Made in Italy. “In questo modo il player internazionale diventa protagonista significativo del tessuto economico in cui si trova. In questo senso è costante e proficua la collaborazione con l’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria e l’impegno, attraverso il Mimit, è sviluppare una collaborazione sempre maggiore con Abie, le Regioni e i grandi player internazionali per agevolare gli investimenti e far sì che questi generino altro valore aggiunto ed entrino nel tessuto produttivo facendolo crescere”. In questo il caso di Philp Morris è “uno degli esempi più virtuosi del rapporto tra imprese a capitali esteri: Philip Morris ha sviluppato tecnologie italiane, ha creato una filiera di 8 mila imprese e dà lavoro a 41 mila persone”.

    “Per mantenere il nostro territorio attrattivo”, ha aggiunto Annalisa Sassi, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna, “dobbiamo continuare ad investire sui punti di forza della regione, ma anche indirizzare le nostre competenze verso nuove filiere ad alto potenziale di sviluppo. Due aspetti sono strategici per l’attrattività: la disponibilità di alloggi per manager e lavoratori e un sistema moderno ed efficiente di infrastrutture e logistica. Per il primo occorre un grande e ambizioso piano di riqualificazione urbana in chiave green e sostenibile, per il secondo bisogna accelerare e puntare con decisione alla realizzazione delle opere infrastrutturali previste, senza dimenticare gli interventi sull’assetto idrogeologico”.

    “Siamo presenti nel Paese dal 1963 con l’apertura del nostro primo stabilimento produttivo a Zola Predosa in Emilia-Romagna. Oggi l’Italia è il cuore pulsante della nostra trasformazione verso un futuro senza fumo, e ospita una filiera integrata del Made in Italy composta da 8.000 imprese italiane che dà lavoro a circa 41.000 persone su tutto il territorio nazionale”, ha commentato Marco Hannappel, Presidente e Amministratore delegato di Philip Morris Italia. “Le eccellenze del territorio e la strategica sinergia con i nostri partner ci hanno permesso di inaugurare qui a Crespellano la più grande fabbrica costruita ex novo in Italia nell’ultimo secolo, dedicata esclusivamente ai prodotti innovativi senza combustione. Siamo convinti che l’attrazione di investimenti esteri, la valorizzazione delle eccellenze dei territori e la creazione di ecosistemi di filiere siano elementi indispensabili per creare valore aggiunto nel Paese in termini economici, sociali e di innovazione”.

     

  • NUOVA MISURA SIMEST PER LE IMPRESE ESPORTATRICI DANNEGGIATE DALL’ALLUVIONE

    NUOVA MISURA SIMEST PER LE IMPRESE ESPORTATRICI DANNEGGIATE DALL’ALLUVIONE

     

    Il sistema Confindustria Emilia-Romagna, in collaborazione con Simest, il 25 ottobre ha organizzato il webinar “La nuova misura Simest a sostegno delle imprese esportatrici danneggiate dall’alluvione”.

    Il prossimo 21 novembre SIMEST attiverà una nuova misura a sostegno delle imprese esportatrici dei territori colpiti dall’alluvione di maggio 2023, che prevede contributi a fondo perduto per l’indennizzo dei comprovati danni nella forma di perdita di reddito a seguito dell’evento calamitoso.

    Rimane contemporaneamente attiva la misura di SIMEST aperta a giugno per il ristoro dei danni materiali diretti subiti a causa dell’alluvione, aggiornata con nuovi termini e condizioni a partire dal 21 novembre: apertura alle imprese di tutte le dimensioni; riduzione al 3% della soglia di accesso minima di fatturato export; incremento dell’importo massimo del contributo fino a 5 milioni di euro per impresa.

    La dotazione complessiva prevista per entrambe le misure è di 300 milioni di euro.

    Nel corso del webinar sono stati illustrati il contenuto degli interventi, i criteri di accesso e le modalità di presentazione delle domande.

     

    Per ricevere la documentazione: 
    internazionale@confind.emr.it – tel. 0513399911

     

     

     

     

     

  • Un focus sul ruolo delle multinazionali in Emilia-Romagna | Il 23 ottobre presso Philip Morris Bologna

    Un focus sul ruolo delle multinazionali in Emilia-Romagna | Il 23 ottobre presso Philip Morris Bologna

     

    IL CONTRIBUTO DELLE IMPRESE ESTERE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO: IL CASO DELL’EMILIA-ROMAGNA

    Lunedì 23 ottobre 2023 dalle ore 10.00 alle 12.30 a Crespellano, Valsamoggia (Bologna)
    presso Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna, Via Giacomo Venturi 2.

     

    Obiettivo dell’iniziativa è sottolineare il ruolo che le imprese a capitale estero svolgono in Emilia-Romagna, nell’ottica di accrescere le sinergie tra i soggetti privati e pubblici e individuare strategie per attrarre nuovi investimenti.

    Nell’occasione sarà presentata un’analisi sul contributo che le imprese multinazionali svolgono nella nostra regione, per comprendere l’impatto economico e sociale che producono nel territorio.

    Apriranno i lavori Barbara Beltrame Giacomello, Vicepresidente per l’Internazionalizzazione Confindustria, il Vice Ministro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini e il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.  L’analisi sarà illustrata Alessandro Faramondi, Dirigente Istat, e Roberto Monducci dell’Osservatorio Imprese Estere.

    Alla tavola rotonda interverranno Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato Philip Morris Italia, Presidente Europa Sud occidentale Philip Morris International; Rosa Grimaldi, Delegata del Sindaco di Bologna alla promozione economica e attrattività internazionale, Industrie culturali e creative, Impatto Tecnopolo; Leonardo Salcerini, Amministratore Delegato Toyota MH Italia; Annalisa Sassi, Presidente Confindustria Emilia-Romagna. Chiuderà i lavori Maurizio Marchesini, Vicepresidente per le Filiere e le Medie Imprese Confindustria.

     

    L’incontro è ad inviti. Per informazioni:  comunicazione@confind.emr.it

  • “BREVETTO UNITARIO: OPPORTUNITÀ E VANTAGGI PER LE IMPRESE” – WEBINAR DELLA RETE EEN

    “BREVETTO UNITARIO: OPPORTUNITÀ E VANTAGGI PER LE IMPRESE” – WEBINAR DELLA RETE EEN

     

    I partner italiani della rete Enterprise Europe Network, di cui anche Confindustria Emilia-Romagna è parte, hanno organizzato il 10 ottobre un webinar dedicato a “Brevetto unitario: opportunità e vantaggi per le imprese”

    Dal 1° giugno 2023 è operativo il Brevetto unitario che garantisce la protezione brevettuale in tutti i 17 paesi Ue che hanno attualmente ratificato l’Accordo internazionale sul Tribunale Unificato dei Brevetti (Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovenia, Svezia).

    Il Brevetto unitario è rilasciato dallo European Patent Office (EPO), a cui il titolare dovrà pagare le tasse annuali di rinnovo per il mantenimento. La giurisdizione esclusiva sulle controversie di contraffazione e validità è assegnata al Tribunale unificato dei brevetti con sedi a Monaco, Parigi e Milano. L’introduzione del brevetto unitario comporta notevoli vantaggi per le imprese in termini di semplificazione delle procedure e riduzione dei costi ma anche potenziali rischi.

    L’incontro ha avuto l’obiettivo di illustrare le novità introdotte grazie agli approfondimenti che saranno forniti da esperti delle Istituzioni europee e nazionali e professionisti competenti in materia.

    In allegato il programma dell’incontro.

     

    Per informazioni

    Enterprise Europe Network – Consorzio Simpler
    Tel: +39 051 3399911
    e-mail: simpler@confind.emr.it 

     

  • DOCUMENTAZIONE WEBINAR 10 ottobre 2023 |  IL BANDO REGIONALE PER IL SOSTEGNO DI PROGETTI DI INNOVAZIONE SOCIALE

    DOCUMENTAZIONE WEBINAR 10 ottobre 2023 | IL BANDO REGIONALE PER IL SOSTEGNO DI PROGETTI DI INNOVAZIONE SOCIALE

     

    Webinar IL BANDO REGIONALE PER IL SOSTEGNO DI PROGETTI DI INNOVAZIONE SOCIALE
    10 ottobre 2023

     

    Il 10 ottobre 2023 si è svolto il webinar “IL BANDO REGIONALE PER IL SOSTEGNO DI PROGETTI DI INNOVAZIONE SOCIALE” dedicato a presentare alle imprese contenuti e finalità del bando della Regione Emilia-Romagna che sostiene lo sviluppo di innovazioni a impatto sociale che favoriscano soluzioni collaborative tese a migliorare il benessere e ridurre le disuguaglianze.

    Il bando, che sarà aperto dal 31 ottobre 2023 al 30 gennaio 2024, consente di finanziare investimenti materiali ed immateriali per accrescere la capacità produttiva, il grado di coinvolgimento delle platee interessate e lo sviluppo di aree di business per le quali il valore economico si integra con il valore sociale prodotto per le comunità di riferimento.

    Possono presentare domanda soggetti, enti, organizzazioni privati che svolgono un’attività economica sia con le forme giuridiche tipiche delle imprese (soggetti iscritti nel registro delle imprese) che nelle forme diverse da queste ultime (soggetti iscritti nel REA).

     

    Materiali del webinar: in allegato

    Per informazioni: ricerca@confind.emr.it

     

  • 10 ottobre 2023 |  WEBINAR “IL BANDO REGIONALE PER IL SOSTEGNO DI PROGETTI DI INNOVAZIONE SOCIALE”

    10 ottobre 2023 | WEBINAR “IL BANDO REGIONALE PER IL SOSTEGNO DI PROGETTI DI INNOVAZIONE SOCIALE”

     

    Il 10 ottobre 2023 Confindustria Emilia-Romagna organizza, nell’ambito delle attività di Enterprise Europe Network e del Digital Innovation Hub Emilia-Romagna, il webinar IL BANDO REGIONALE PER IL SOSTEGNO DI PROGETTI DI INNOVAZIONE SOCIALE, in collaborazione con Confindustria Piacenza, Unione Parmense degli Industriali, Unindustria Reggio Emilia, Confindustria Emilia Area Centro, Confindustria Romagna.

    Il webinar, che si terrà dalle ore 16.30 alle 18.00,  è dedicato a approfondire contenuti e finalità del bando regionale che sostiene lo sviluppo di innovazioni a impatto sociale che favoriscano soluzioni collaborative tese a migliorare il benessere e ridurre le disuguaglianze.

    In particolare, il bando finanzia investimenti materiali ed immateriali per accrescere la capacità produttiva, il grado di coinvolgimento delle platee interessate e lo sviluppo di aree di business per le quali il valore economico si integra con il valore sociale prodotto per le comunità di riferimento.

    Il bando, che sarà aperto dal 31 ottobre 2023 al 30 gennaio 2024, ha una dotazione finanziaria di 3 milioni di euro.

    Possono presentare domanda soggetti, enti, organizzazioni private che svolgono un’attività economica sia con le forme giuridiche tipiche delle imprese (soggetti iscritti nel registro delle imprese) sia nelle forme diverse da queste ultime (soggetti iscritti nel REA).

     

    Per adesioni:  in allegato programma e informativa

    Per informazioni: ricerca@confind.emr.it

     

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA |  L’analisi e le previsioni di Confindustria Emilia-Romagna, Unioncamere Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | L’analisi e le previsioni di Confindustria Emilia-Romagna, Unioncamere Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo

     

    Confindustria Emilia-Romagna: Peggiora il clima di fiducia per la seconda metà del 2023. L’economia regionale rallenta il ritmo di espansione. Consumi e investimenti risentono degli alti tassi di interesse, l’export è in frenata, tiene l’occupazione. Dalla rimodulazione del PNRR ci attendiamo risorse per gli investimenti delle imprese

    Unioncamere Emilia-Romagna: I numeri mostrano un sensibile rallentamento dell’economia regionale, analogamente a quanto avviene in larga parte del mondo. Incidono dinamiche congiunturali, come l’inflazione che permane su valori elevati, così come affiorano aspetti di natura strutturale che necessitano di essere ripensati per intercettare e portare a valore le grandi transizioni in atto

    Intesa Sanpaolo: In Emilia-Romagna prestiti alle imprese in calo nel secondo trimestre 2023 (-3,2% anno su anno a giugno) ma meno intenso del -5% a livello nazionale. La migliore performance è spiegata dai prestiti all’industria. A fronte del minore ricorso al credito, è proseguito l’utilizzo di risorse dai depositi delle imprese, ma in misura moderata. La disponibilità di liquidità delle imprese rimane molto ampia nel confronto storico

     

    «Le previsioni delle imprese da qui a fine anno – ha dichiarato la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi in occasione della conferenza stampa del 28 settembre 2023 di presentazione dell’indagine congiunturale e delle previsioni per i prossimi mesi – confermano il peggioramento del clima di fiducia degli imprenditori.  L’industria dell’Emilia-Romagna dimostra una buona capacità di tenuta, ma le variabili esterne sono sempre più incerte e anche la proiezione al 2024 mostra un quadro difficile. L’economia dell’area euro, in un contesto geopolitico mondiale complesso, continua ad essere penalizzata dal costo dell’energia. In Italia imprese e famiglie devono fare i conti con inflazione e costo del credito elevati, che deprimono gli investimenti.

    Il quadro generale di incertezza, gli alti tassi di interesse e il rallentamento della domanda – sottolinea la Presidente – stanno rallentando gli investimenti nel nostro territorio, che risente anche delle ricadute negative delle alluvioni di maggio. In una fase di transizione come questa gli imprenditori devono essere nelle condizioni di investire sempre di più. Per questo contiamo che la rimodulazione del PNRR consenta di sostenere gli investimenti delle imprese, che non troverebbero altrimenti spazio nella Finanziaria».

    L’indagine semestrale sulle previsioni delle imprese, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con le Associazioni e Unioni Industriali della regione, evidenzia un forte raffreddamento rispetto ad inizio anno.

    Solo il 28% degli imprenditori prevede un aumento della produzione da qui a fine anno, ma con un saldo ottimisti-pessimisti molto ridimensionato: 9 punti rispetto ai 23 punti di inizio 2023. Il 53% si aspetta un andamento stazionario. Negative le aspettative sull’andamento degli ordini dall’estero, attesi in crescita dal 20% delle aziende, con un saldo ottimisti/pessimisti di -4,9 punti (era 20 punti ad inizio 2023). Sostanzialmente stazionarie le previsioni sull’occupazione, con tre imprenditori su quattro che non si attendono cambiamenti, ma il saldo ottimisti pessimisti che scende a 10 punti rispetto ai 22 di inizio anno.

    Maggior pessimismo tra le medie imprese rispetto alle piccole e grandi, in un contesto di generale ridimensionamento  delle aspettative su produzione e ordini. Rispetto ai settori la produzione è attesa in crescita nell’alimentare, nelle macchine elettriche, nella carta/stampa, mentre sono negative le previsioni dei settori tessile/abbigliamento, gomma plastica, ceramica e chimica.

    L’indagine di Confindustria Emilia-Romagna ha coinvolto un campione di 428 imprese associate appartenenti ai settore manifatturiero e servizi, per un totale di oltre 60.000 addetti con un fatturato complessivo di circa 23 miliardi di euro, di cui 8,3 proveniente dall’estero.

     

    In allegato il comunicato stampa integrale 

  • INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MERCATO IN EMILIA-ROMAGNA SUPERA I 30 MILIONI DI EURO

    INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MERCATO IN EMILIA-ROMAGNA SUPERA I 30 MILIONI DI EURO

     

    INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MERCATO IN EMILIA-ROMAGNA SUPERA I 30 MILIONI DI EURO NEL 2022, CON UNA PROSPETTIVA DI CRESCITA FINO A 51 MILIONI NEL 2024.
    A CESENATICO SESTA TAPPA DEL ROADSHOW DI PICCOLA INDUSTRIA E ANITEC-ASSINFORM

    Nel 2022 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Emilia-Romagna ha superato i 30 milioni di euro, con una prospettiva di crescita fino a 51,6 milioni di euro nel 2024. Il mercato digitale della regione ha superato i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2021.

    La percentuale di imprese emiliano-romagnole con almeno un livello base di digitalizzazione è cresciuta attestandosi al 70,5% nel 2022 rispetto al 63,4% del 2021, con un incremento di oltre 7 punti percentuali.

    Ancora poche le imprese italiane che utilizzano sistemi di Intelligenza artificiale ma il mercato è in forte sviluppo: la percentuale delle piccole imprese italiane si attesta oggi al 5,3, contro il 24,3% delle grandi imprese, ma gli ultimi dati ISTAT disponibili si riferiscono al 2021.
     
    Cesenatico, 21 settembre 2023 Sesta tappa a Cesenatico, con Piccola Industria Confindustria Romagna per il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub, con la partnership di Audi e la media partnership de L’Imprenditore. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Sono le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.  

    L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 70 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea. In particolare, la percentuale di piccole imprese italiane si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Un gap da colmare, perché numerose ricerche certificano un crescente divario nell’incremento della produttività dovuto alla digitalizzazione tra le poche imprese di frontiera e le molte più in ritardo. L’Italia recupera parzialmente nell’industria: nel 2021 la percentuale di imprese più avanzate nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale era superiore alla media europea (1,4% contro 1,3%). Rimane però ancora lontana dai paesi capofila: Danimarca a 5,3% e Paesi Bassi al 3%.

    Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, le imprese con almeno un livello base di digitalizzazione sono il 70,5% nel 2022 rispetto al 63,4% del 2021, con un incremento di 7 punti percentuali. La Regione è la prima tra le tre italiane a essere state individuate come “Strong Innovator” nel Regional Innovation Scoreboard 2023 della Commissione europea, a fronte di una media nazionale definita “moderate innovator”.

    Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia per il mercato dell’Intelligenza artificiale nel 2022 ha raggiunto un volume di circa 435 milioni di euro (+32,4%) ed è previsto che l’IA raggiunga i 1.200 milioni nel 2026, con un tasso di crescita medio annuo del 28,9% (cfr. Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022” v.2). 

    L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA.

    Analizzando i dati regionali si evidenzia come nel 2022 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Emilia-Romagna abbia superato i 30,5 milioni di euro, con una prospettiva di crescita del 30% medio nel biennio 2022-2024, anno in cui arriverà a toccare, secondo le previsioni, i 51,6 milioni di euro. Se guardiamo al mercato digitale nel suo complesso nel 2022 l’Emilia-Romagna raggiunge i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2021 (Fonte: Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022”). 

    Mentre portavamo avanti il nostro percorso informativo e formativo sui territori” – ha ricordato Giovanni Baroni Presidente Piccola Industria Confindustria –  “sia a livello europeo sia nazionale sono stati compiuti molti passi avanti sull’intelligenza artificiale e sulla sua componente hardware principale: i chip. Guardiamo con interesse alle innovazioni del IA Act e del Chips Act, così come, rimanendo in Italia, a quelle introdotte dal Decreto Omnibus in materia di semiconduttori. Nel nostro Paese manca, però, una strategia strutturata e coerente, sia nelle risorse sia nella visione, che possa affiancarsi a quella europea e competere con i programmi statunitensi, cinesi, sud coreani, o anche solo con quelli tedeschi e francesi. La tradizione italiana nella ricerca in questi campi ha una lunga storia e conserva una grande eccellenza: sarebbe importante porre oggi le basi per il futuro, sia nella R&S sia nella produzione manifatturiera”.

    “Anitec-Assinform si impegna a promuovere l’Intelligenza Artificiale come catalizzatore per la crescita e l’innovazione nel panorama industriale italiano. Come Associazione vogliamo ispirare le piccole e medie imprese ad abbracciare l’IA e le nuove tecnologie digitali. Il nostro obiettivo è rendere il digitale il fulcro della nostra crescita, consolidando la posizione di leadership dell’industria italiana nel mercato globale e contribuendo a raggiungere un futuro di innovazione e successo” ha affermato Paolo Maggioli, Vice Presidente Anitec-Assinform.

    “Ci sono ancora ampi margini di miglioramento e un grande potenziale da sprigionare in un settore di innovazione continua come l’AI, ma questi dati confermano la vocazione dinamica del tessuto industriale romagnolo, nonostante tutte le difficoltà e le variabili imprevedibili, ultima tra tutte l’alluvione. Davvero le piccole imprese stanno facendo, insieme, un’impresa grandissima, dimostrando di essere l’ossatura portante su cui si tiene il sistema produttivo territoriale” ha sottolineato Danilo Casadei, Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Romagna.

    “L’indagine conferma – ha affermato Maurizio Minghelli, Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna – che il nostro territorio è molto vivace sui temi legati all’innovazione e alle nuove tecnologie. Le sfide da affrontare sono tre: l’utilizzo dei dati per un’intelligenza diffusa a disposizione delle imprese e della società, le competenze digitali, la trasformazione digitale dei settori produttivi e dei servizi. Con il nostro Digital Innovation Hub, di cui fanno parte tutte le Associazioni territoriali dell’Emilia-Romagna, abbiamo realizzato più di 200 assessment e più di 300 incontri one-to-one con le imprese sulle tecnologie avanzate, dal digital twin alla blockchain fino all’intelligenza artificiale”.