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Categoria: Economia

  • Le imprese dell’aerospazio in visita alla NASA a Houston con la Regione Emilia-Romagna

    Le imprese dell’aerospazio in visita alla NASA a Houston con la Regione Emilia-Romagna

     

    Si è conclusa la missione a Houston della Regione Emilia-Romagna guidata dal Presidente Stefano Bonaccini e dall’Assessore Vincenzo Colla con università, centri ricerca, cluster e imprese per avviare nuove collaborazioni in filiere strategiche come aerospazio e scienze della vita.

    Alla missione in Texas ha partecipato tra gli altri Confindustria Emilia-Romagna assieme ad un gruppo di imprese che fa parte di ANSER AeroNautics and Space in Emilia-Romagna.

    ANSER rappresenta 23 aziende emiliano-romagnole del settore aerospazio ed è promosso da Confindustria regionale e Regione Emilia-Romagna nell’ambito di un progetto sul bando “Filiere”.

     

    Vai al comunicato stampa della Regione – 25 marzo 2023

     

    Per informazioni su ANSER: https://www.anser-it.it/ 

     

  • UN NUOVO MODELLO DI IMPRESA |  IL 31 MARZO A CORTINA MEETING DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA E TRENTINO ALTO ADIGE

    UN NUOVO MODELLO DI IMPRESA | IL 31 MARZO A CORTINA MEETING DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA E TRENTINO ALTO ADIGE

     

    IL LINK ALLA DIRETTA
    https://youtu.be/itkffjHAUWs?list=TLGGGECBdVrCY3AzMTAzMjAyMw 

     

    VISIONI 2023: UN NUOVO MODELLO DI IMPRESA
    35° Meeting dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige
    il 31 marzo a Cortina d’Ampezzo 

    I Giovani imprenditori guardano ai megatrends dell’industria e all’attrattività dei talenti. Ospite tra gli altri il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini

     

    Guardare oltre il profitto e concentrarsi sull’impatto positivo che le imprese possono generare sulle comunità e l’ambiente. È da qui che partirà il 35° Meeting dei Giovani Imprenditori del Nord Est, dedicato alla ricerca di “Un nuovo modello di impresa”. L’appuntamento, promosso dai Giovani Imprenditori di Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, si terrà venerdì 31 marzo  mattina a Cortina d’Ampezzo.

    “La fase economica che stiamo attraversando è complessa –  afferma il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni – e richiede una forte sinergia tra pubblico e privato per puntare ad una nuova dimensione sociale, ambientale ed economica dello sviluppo che guardi alla competitività dei territori e delle aziende.  Come Giovani imprenditori vogliamo porre al centro l’umanesimo e l’impresa per riflettere sul tema dell’attrattività dei talenti, sulle opportunità della space economy e sui megatrends dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea.”

    L’incontro vedrà la conclusione del Presidente dei Giovani Imprenditori Confindustria Riccardo Di Stefano. Parteciperanno giovani imprenditori provenienti da tutt’Italia, confermando l’appuntamento come uno dei momenti annuali di riflessione sui temi di politica economica e industriale per il futuro dei giovani, delle imprese e del Paese, anche grazie al supporto di partner come Deloitte Private, Polaris Engineering, Banca Generali, WindTre Business e Banca Ifis.

    Il meeting sarà anche una delle quattro tappe della fase di selezione della seconda edizione di TALENTIS – GI Startup program, il programma dei Giovani Imprenditori dedicato alle startup italiane, realizzato con la partnership tecnica di RetImpresa, l’Agenzia di Confindustria che promuove le aggregazioni e le reti d’impresa, e con la collaborazione di a2a, Polaris e TeamSystem che accompagneranno le startup selezionate. Obiettivo è rafforzare il network dell’innovazione in Italia, proponendo appuntamenti su tutto il territorio nazionale in cui le startup possano incontrare imprenditori, incubatori ed esperti del settore, seguendo il filo conduttore dell’open innovation e dell’open collaboration.

     

    L’EVENTO SUL WEB

    Hashtag: #visioni2023 – #ggimeetingne – #cortina2023
    Sito internet: https://www.ggimeetingne.eu/  – con diretta streaming a partire dalle ore 9.30
    Facebook: https://it-it.facebook.com/GgiMeetingNE/ 
    Twitter: https://twitter.com/ggimeetingne

  • L’economia italiana tra rialzo dei tassi e inflazione alta – Rapporto di previsione CSC Marzo 2023

    L’economia italiana tra rialzo dei tassi e inflazione alta – Rapporto di previsione CSC Marzo 2023

     

    Vai al Rapporto integrale del Centro Studi Confindustria – 25 marzo 2023

    Vai agli Highlights del Rapporto

     

    INTRODUZIONE E SINTESI

    Prezzo dell’energia ribassato, inflazione ancora alta

    Il netto calo del prezzo del gas in Europa da fine 2022 è una notizia estremamente positiva per la nostra economia e per tutte quelle europee. Se l’inflazione scendesse istantaneamente, grazie a tale ribasso, lo scenario economico potrebbe considerarsi normalizzato. Ma nell’economia esistono talvolta dei lag nelle relazioni di causa ed effetto tra le diverse variabili.

    Uno dei ritardi principali, sebbene mutevole nella sua lunghezza per la continua evoluzione dei sistemi economici, è proprio quello relativo alla trasmissione delle variazioni nei prezzi internazionali dell’energia ai prezzi al consumo (Grafico A). Il gas sceso a circa 50 euro/mwh, dagli oltre 330 del picco giornaliero nel 2022, ha certamente agevolato la discesa dell’inflazione. Ma siamo solo all’inizio della moderazione dei prezzi al consumo, sia in Italia che nell’Eurozona, e il processo richiederà tempo.

    Grafico Gas in netto calo, ma inflazione ancora alta - Rapporto CSC primavera 2023

    Come la legna accesa continua ad ardere per un po’ anche se non viene più alimentata, l’inflazione resta alta per alcuni mesi anche quando viene meno la causa originaria della sua impennata. Solo nel 2024, secondo le previsioni di quasi tutte le maggiori istituzioni internazionali, l’inflazione totale tornerà più vicina alla soglia del +2% annuo, cui aspirano le banche centrali. Questo significa che in tutto il 2023 faremo ancora i conti con un’inflazione alta sebbene in rientro.

    Il problema è che il prezzo del gas è rimasto elevato per troppo tempo, alzando i costi delle imprese. Abbastanza a lungo da entrare nella definizione di altri prezzi: non solo le tariffe energetiche, ma anche quelle dei servizi di trasporto e, infine, i listini di vendita di numerosi beni industriali. Alcuni di questi prezzi sono inclusi nel calcolo della core inflation, misurata al netto di energia e alimentari. Perciò, questa misura dell’inflazione di fondo, sia in Italia, in Europa, che negli USA ha iniziato a salire, lentamente ma inesorabilmente. E questo processo continuerà ancora, almeno per l’anno in corso, tenendo alta l’inflazione totale anche se la componente energetica si va spegnendo.

    Se l’aumento dei prezzi al consumo entrasse pienamente nelle aspettative di medio termine degli agenti economici, tanto da innescare una spirale prezzi-salari, la durata del processo inflazionistico si allungherebbe ancora di più. Anzi, si rischierebbe di non vedere affatto una discesa dell’inflazione totale, neanche con il ritardo che oggi stiamo scontando. Tale rischio è molto contenuto in Italia e in Europa, meno negli USA.

     

    Tassi in rialzo, freno all’economia

    Proprio questo timore delle banche centrali, di un disancoramento delle aspettative sui prezzi rispetto alla soglia del +2% annuo, ha fatto proseguire il rialzo dei tassi di interesse della BCE. Che è già il più ampio e anche il più rapido dalla sua creazione nel 1999 (Grafico B). Finora i tassi nell’Eurozona sono saliti di +3,5 punti in appena 9 mesi. Per confronto, nella fase di rialzi BCE del 2005-2006 il tasso impiegò oltre 2 anni per salire di circa 3,0 punti. Intanto, le attese di inflazione a 12 mesi nell’Eurozona sono scese al +2,7% a febbraio scorso, non lontano dalla soglia di stabilità, da un picco di +7,5% ad agosto 2022. Le banche centrali occidentali hanno iniziato ad alzare i tassi quando l’energia era molto cara e stava infiammando l’inflazione (a luglio 2022 la BCE, qualche mese prima la FED) e stanno continuando ad alzarli anche ora che i prezzi di gas e petrolio sono rientrati.

    Grafico Quello in corso è il rialzo più ampio e veloce dei tassi BCE - Rapporto CSC primavera 2023

    È qui che entra in gioco il problema delle aspettative e della lentezza con cui scende l’inflazione. I banchieri centrali vogliono stroncare del tutto la fiamma, per evitare che si propaghi al fienile e così lo scenario economico deve fare i conti non solo con tassi così alti ma anche con la possibilità che i rialzi proseguano. Ma se il loro livello sale troppo nell’Eurozona, che è un’unione monetaria e non un paese federale, può determinare rischi maggiori che negli USA (frammentazione, instabilità finanziaria), anche oltre il freno posto alla crescita economica. Dopo le ultime decisioni della BCE, i rischi appaiono più bilanciati.

    Quando il lungo percorso di moderazione dell’inflazione sarà arrivato vicino all’obiettivo, le banche centrali avranno la possibilità di allentare un po’ la stretta. Le aspettative di inflazione sono in progressiva decelerazione e nello scenario di previsione si include un’inversione di rotta dei tassi verso la fine di quest’anno, senza rialzi ulteriori almeno in Europa fino ad allora (in linea con le attese dei mercati): ma il taglio è atteso significativo solo negli USA, molto meno nell’Eurozona. Quindi, la policy monetaria per l’Italia e gli altri paesi dell’area resterà restrittiva anche il prossimo anno.

    Questo aumento dei tassi di riferimento si riverbera, gradualmente, sul canale del credito: che diventa più caro e meno accessibile. In tal modo la stretta monetaria frenerà gli investimenti delle imprese e i consumi delle famiglie. L’impatto in Italia è stimato dispiegarsi pienamente con un ritardo di circa un anno, secondo stime del Centro Studi Confindustria presentate in un Focus di questo rapporto: un ritardo simile a quello che ci si aspetta per l’Eurozona. Dato che il rialzo BCE è stato avviato a metà del 2022, il freno alla crescita morderà sul PIL italiano soprattutto nella seconda metà di quest’anno.

    I tassi pagati dalle imprese italiane hanno già subito un forte aumento: +2,60 punti fino a inizio 2023, in media. E il costo del credito sembra destinato a salire ancora, sulla scia degli ultimi rialzi della BCE. Ciò peggiora la situazione finanziaria delle aziende, perché (a parità di indebitamento) accresce il peso degli oneri finanziari e scoraggia i progetti di nuovi investimenti. Lo stesso avviene per le famiglie e gli interessi sui mutui variabili.

     

    Scenario internazionale complicato quest’anno

    Nel 2023 lo scenario internazionale è atteso beneficiare di un allentamento di alcune tensioni che hanno caratterizzato il 2022: dai rincari dei prezzi, soprattutto energetici, alle pressioni sulle catene di fornitura. Se dal lato dell’offerta i vincoli appaiono quindi meno stringenti, la domanda mondiale è vista in indebolimento: a causa dei rallentamenti che riguarderanno i paesi avanzati colpiti dall’inflazione e dalla politica monetaria restrittiva, paesi che nell’ultimo biennio hanno sostenuto la crescita del commercio mondiale, mentre i paesi emergenti hanno complessivamente rallentato. Per il 2023 è atteso quindi un cambio nel baricentro della crescita degli scambi mondiali, perché riprenderanno maggiore dinamicità quelli degli emergenti. Dopo un 2023 atteso difficile, l’economia USA e quella dell’Eurozona riprenderanno slancio nel 2024. Gli emergenti, in aggregato, faranno meglio in entrambi gli anni, ma questa non è una novità. La Cina, dopo il rallentamento dello scorso anno legato alle politiche zero-Covid, sta ripartendo molto velocemente. L’impatto economico sulla Russia dopo il varo delle sanzioni si vede, ma non è dirompente come immaginato. Incorporando queste dinamiche, il commercio mondiale è atteso soffrire quest’anno e ripartire il prossimo, con un ritmo intorno a quello storico pre-crisi (Tabella A).

    Tabella Le esogene internazionali della previsione - Rapporto CSC primavera 2023

    Lo scenario delineato dal CSC esclude nuovi significativi impatti economici della pandemia in Italia e nel Mondo e assume che le conseguenze economiche della guerra in Ucraina siano già state scontate da famiglie, imprese e mercati finanziari.

    Tra i rischi, oltre a quelli connessi alla corretta calibrazione della politica monetaria, c’è la possibilità di un aumento dell’instabilità finanziaria che può coinvolgere, come emerso di recente, la solidità delle banche a livello internazionale (dopo gli episodi negli USA e in Svizzera) e i mercati immobiliari che potrebbero risentire più del previsto dell’aumento dei tassi, come ci ricorda la crisi dei mutui subprime del 2008.

     

    Italia: crescita modesta

    Secondo le previsioni del CSC (Tabella B), l’andamento del PIL italiano nel 2023 (+0,4%) è in netto rallentamento rispetto alla media del 2022. Ma è più favorevole di quanto ipotizzato appena qualche mese fa, quando si prevedeva una variazione annua nulla dell’economia italiana. Nel 2024, invece, grazie al rientro dell’inflazione, alla politica monetaria meno restrittiva e alla schiarita nel contesto internazionale, si registrerà una dinamica migliore anche in Italia (+1,2% annuo).

    Tabella Le previsioni per l’Italia - Rapporto CSC primavera 2023

    La revisione al rialzo per il 2023 rispetto allo scenario CSC di ottobre scorso (di +0,4 punti), è spiegata interamente dall’andamento migliore delle attese nella seconda metà del 2022, nonostante lo shock energetico: ciò ha alzato l’eredità positiva lasciata al PIL del nuovo anno. In particolare, nel 4° trimestre 2022 l’Italia ha limitato al minimo l’aggiustamento al ribasso.

    Il sentiero del PIL, però, non è rettilineo: si stima che l’economia italiana abbia subito ancora una lieve contrazione nel 1° trimestre 2023, a causa soprattutto degli effetti ritardati dell’inflazione sui consumi e di una pausa degli investimenti dopo il balzo a fine 2022. Dalla seconda metà del 2023, l’attenuazione delle pressioni inflazionistiche e una limatura ai tassi di interesse dovrebbero favorire una dinamica positiva del PIL fino alla fine del 2024. Un profilo di crescita moderato, ma superiore, di poco, alla media pre-crisi grazie ai primi effetti positivi di investimenti e riforme del PNRR sul potenziale di espansione della nostra economia.

     

    Consumi e investimenti rallentati nel 2023…

    I consumi delle famiglie italiane rimarranno quasi fermi in media nel 2023 (+0,2%), al di sotto del trascinamento ereditato grazie alla buona dinamica nella parte centrale del 2022. Anno in cui il reddito disponibile reale ha limitato i danni, nonostante il balzo dell’inflazione (si veda il Focus 1) ed è stato utilizzato gran parte dell’extra-risparmio spendibile, lasciando poche risorse al 2023. Quest’anno, inoltre, i tassi più alti per mutui casa e credito al consumo giocheranno contro la spesa per beni e servizi. Solo in seguito, sulla scia della lenta discesa dell’inflazione e, quindi, di un recupero del reddito reale, i consumi torneranno a crescere, dalla seconda metà del 2023 e, con più slancio, nel 2024.

    Anche gli investimenti totali sono previsti crescere poco nella media del 2023. I motivi sono il ripiegamento delle agevolazioni fiscali in campo edilizio e l’impatto delle condizioni di finanziamento più stringenti. Il dato annuo nasconde, come per i consumi, un avvio molto debole del 2023 e una successiva ripresa, che poi proseguirà più speditamente nel corso del 2024. Ma i ritmi resteranno molto sotto la grande vivacità registrata nel 2022, legata proprio al boom degli investimenti in costruzioni.

     

    … così come export e import

    Nello scenario CSC, sia le esportazioni italiane di beni e servizi che le importazioni, dopo la forte espansione nel 2022, non sfuggiranno al generale rallentamento nel 2023. Che è dovuto, per i flussi con l’estero, soprattutto all’indebolimento del contesto internazionale. E il 2024 andrà solo poco meglio, tornando sui ritmi medi di crescita del periodo pre-Covid.

    I motivi della straordinaria performance dell’export italiano lo scorso anno, nonostante lo shock energetico, nettamente migliore di quella di partner europei come Germania e Francia, sono analizzati nel Focus 4 di questo Rapporto: base manifatturiera rafforzata, ampia diversificazione nei prodotti e lungo le filiere di produzione, miglioramento competitivo nei costi e nella composizione qualitativa.

    Questa forza dell’export aiuta a spiegare, in generale, la grande resilienza mostrata dall’industria italiana nell’annus horribilis sul fronte dei costi che è stato il 2022. Ma ha inciso anche la solidità mostrata dalle PMI, qui analizzata nel Focus 6, e la tenuta dei margini in alcuni settori della manifattura che ha reso possibile alimentare produzione e investimenti (stimati a livello settoriale nel Focus 5). Particolare attenzione occorrerà prestare alla perdita di competitività cui sono esposti i settori energy intensive che, più di altri, hanno contribuito alla riduzione dei consumi di energia lo scorso anno contraendo la produzione (si veda il Focus 2). I prezzi dell’energia, sebbene decisamente più bassi dello scorso anno, rimangono storicamente elevati e più alti di quelli registrati in molte economie fuori dall’Europa.

    L’occupazione in Italia ha beneficiato nel 2022 di tale solidità dell’economia, crescendo molto, quasi come il PIL nella media dell’anno, pur con ampie differenze tra settori in termini di intensità di lavoro. Ed è attesa restare agganciata al ritmo di crescita dell’attività economica anche nel 2023 (+0,4%), ma rimanere un po’ sotto l’anno prossimo (+0,8%), quando si prevede comincino a manifestarsi nel sistema produttivo gli efficientamenti conseguenti all’attuazione del PNRR.

    La maggiore spesa per interessi, dovuta ai rialzi dei tassi, peggiora anche i conti pubblici italiani. Anzitutto il deficit, che si assesta al 7,9% nel 2023 e poi cala a 5,0% nel 2024. Il deficit, peraltro, è ora stimato più ampio fin dal 2021 a seguito della recente revisione contabile relativa agli incentivi per il settore edilizio. I tassi più alti e il debito pubblico in aumento (fino al 147,9% del PIL nel 2024), restringono gli spazi di manovra sul 2024, anche perché torneranno ad operare i vincoli del Patto di Stabilità e Crescita.

     

     

  • CONGIUNTURA INDUSTRIALE EMILIA-ROMAGNA – Le previsioni 2023 e il consuntivo 2022 di Unioncamere ER, Confindustria ER e Intesa Sanpaolo

    CONGIUNTURA INDUSTRIALE EMILIA-ROMAGNA – Le previsioni 2023 e il consuntivo 2022 di Unioncamere ER, Confindustria ER e Intesa Sanpaolo

     

    Confindustria Emilia-Romagna:  Migliora il clima di fiducia per la prima parte del 2023, ma in un contesto che tende a ridimensionare le prospettive di crescita. Questione energetica, transizione digitale, capitale umano e transizione sostenibile, a partire dall’emergenza idrica, sono le sfide su cui concentrare interventi ed investimenti

    Unioncamere Emilia-Romagna:  La nostra resta una regione a forte vocazione manifatturiera. Questa caratteristica esprime un’economia più solida e radicata sul territorio, volàno per far crescere anche le altre attività, dai servizi al commercio. Le nostre imprese sono consapevoli della fase ricca di sfide e si stanno attrezzando per affrontarla con coraggio, passione e competenza per mantenere la propria competitività

    Intesa Sanpaolo:  In Emilia-Romagna prestiti alle imprese ancora in crescita, una dinamica migliore rispetto al calo registrato a livello nazionale. Notevole tenuta in particolare per i prestiti all’industria, molto meglio rispetto al dato italiano. Lieve deflusso dai depositi delle imprese

     

  • CASCADE FUNDING UE | Webinar 14 febbraio 2023 “AMULET 2nd Open Call”

    CASCADE FUNDING UE | Webinar 14 febbraio 2023 “AMULET 2nd Open Call”

     

    Webinar “Orientarsi nei cascade funding europei: una bussola per l’accesso alle open call europee.
    Quinto appuntamento: AMULET 2nd Open Call” 14 febbraio 2023 ore 11.30

     

    Il 14 febbraio 2023 alle ore 11.30 Confindustria Piemonte e Confindustria Emilia-Romagna, nell’ambito della rete Enterprise Europe Network, e in collaborazione con la Delegazione di Confindustria a Bruxelles e il Cluster Meccatronica e Motoristica dell’Emilia-Romagna, organizzano il webinar “Orientarsi nei cascade funding europei: una bussola per l’accesso alle open call europee. Quinto appuntamento: AMULET 2nd Open Call”.

    Il webinar è dedicato a presentare le opportunità del progetto AMULET, finanziato dall’Unione Europea all’interno di Horizon 2020, per sostenere la transizione del settore dei materiali avanzati verso un futuro più sostenibile.

    In particolare la “2nd Open Call”, aperta fino al 22 marzo 2023, consente di sviluppare prodotti e processi lightweight innovativi applicati ai settori automotive, aerospazio, energia e costruzioni partecipando ad un programma di 3 fasi (Feasibility Study, Demonstration Stage, Follow up support for innovation) che prevede round successivi di finanziamento a fondo perduto.

    Il webinar è il quinto appuntamento di “Orientarsi nei cascade funding europei: una bussola per l’accesso alle open call europee”: i webinar informativi promossi dalle Confindustrie per diffondere le opportunità dei Cascade Funding in collaborazione con i Digital Innovation Hub, Competence Center, Cluster accreditati nei diversi progetti.

     

    Per iscrizioni: in allegato programma

    Per informazioni:
    simpler@confind.emr.it

     

     

  • MOBILE WORLD CONGRESS OPEN INNOVATION CHALLENGE 2023 |  Barcellona 27 febbraio – 1° marzo e on line 6-10 marzo 2023

    MOBILE WORLD CONGRESS OPEN INNOVATION CHALLENGE 2023 | Barcellona 27 febbraio – 1° marzo e on line 6-10 marzo 2023

     

    Confindustria Emilia-Romagna, nell’ambito delle attività della rete Enterprise Europe Network, organizza l’evento ibrido di matchmaking internazionale “Mobile World Congress Open Innovation Challenge 2023”.

    L’iniziativa, che si colloca all’interno del Mobile World Congress di Barcellona, principale evento in Europa dedicato alla connettività, si svolgerà dal 27 febbraio al 1° marzo a Barcellona e dal 6 al 10 marzo 2023 on line e permetterà a solution e technology providers di incontrare le Corporation e gli  investitori partecipanti, interessati a nuove tecnologie e soluzioni innovative.

    I temi della Challenge dell’edizione 2023 sono:

    • IoT
    • Fintech
    • 5G Connect
    • Artificial Intelligence
    • Healthcare
    • Mobility & Logistics
    • Industry 4.0
    • Circular Economy & Sustainability

     

    Per maggiori dettagli sulle Corporation partecipanti e le tecnologie/soluzioni consultare l’homepage della piattaforma: https://mwc2023.b2match.io/

    La partecipazione all’evento è gratuita previa registrazione entro il 20  febbraio 2023 tramite l’apposita piattaforma on line: https://mwc2023.b2match.io/

    Al momento della registrazione è necessario indicare Confindustria Emilia-Romagna come Support office per beneficiare del supporto alla partecipazione all’evento.

    Per maggiori informazioni sulle modalità di iscrizione, in allegato la scheda riassuntiva dell’iniziativa.

     

    Per informazioni

    Enterprise Europe Network – Consorzio Simpler
    Tel:  +39 051 3399911
    mail: simpler@confind.emr.it 

  • Il programma dell’incontro “Transizione e sviluppo: il futuro dell’UE e delle Regioni” | Venezia 27 gennaio 2023

    Il programma dell’incontro “Transizione e sviluppo: il futuro dell’UE e delle Regioni” | Venezia 27 gennaio 2023

     
    CONVEGNO “TRANSIZIONE E SVILUPPO: IL FUTURO DELL’UE E DELLE REGIONI”
    Venezia, 27 gennaio 2023 ore 9.30
    Procuratie Vecchie, Piazza San Marco 128 

     

    PROGRAMMA

    SALUTI ISTITUZIONALI
    Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia
    Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
    Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo

    APERTURA LAVORI
    Vito Grassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e Vicepresidente Confindustria

    IL FUTURO DELL’UNIONE EUROPEA E LE REGIONI
    Vasco Alves Cordeiro, Presidente del Comitato delle Regioni dell’UE
    Sergio Fabbrini, Professore ordinario di Scienza politica e Relazioni internazionali e Direttore Dipartimento di Scienze Politiche Luiss “Guido Carli”
    Stefan Pan, Delegato del Presidente per l’Europa, Confindustria

    POLITICHE INDUSTRIALI PER L’AUTONOMIA STRATEGICA, LA TRANSIZIONE E LO SVILUPPO
    Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, la Coesione Territoriale e il PNRR
    Remo Taricani, Deputy Head of Italy, UniCredit
    Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy

    TAVOLA ROTONDA: LE OPPORTUNITÀ PER LA CONVERGENZA EUROPEA DELLE REGIONI E LE PROSPETTIVE DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
    Roberto Calderoli, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie
    Enrico Carraro, Vicepresidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali Confindustria e Presidente Confindustria Veneto
    Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania
    Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto

    CONCLUSIONI
    Carlo Bonomi, Presidente Confindustria

    Modera: Oscar Giannino, Giornalista

     

    Dalla pandemia alle transizioni digitale e verde, passando per la difficile congiuntura geopolitica attuale, le Regioni hanno dovuto recentemente affrontare crisi senza precedenti, che le hanno allontanate dal cammino di convergenza verso le altre Regioni europee.

    È fondamentale ora puntare la luce dei riflettori sulle condizioni di sviluppo delle Regioni, e capire come le ingenti risorse del PNRR-PNIC e delle politiche di coesione, europee e nazionali, abbiano la possibilità di imprimere una svolta al percorso di convergenza nel prossimo decennio e rendere le nostre Regioni più competitive, per lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese.

    Per questo, Confindustria e Confindustria Veneto organizzano il 27 gennaio 2023 a Venezia il convegno “Transizione e sviluppo: il futuro dell’UE e delle Regioni”.

    L’evento sarà l’occasione per approfondire come le Regioni possano superare le crescenti sfide economiche e sociali degli ultimi anni, anche grazie al ruolo centrale dell’Unione Europea.

    Si tratta di un momento di confronto tra il sistema della Rappresentanza regionale di Confindustria, di cui Confindustria Emilia-Romagna è attiva protagonista, e le Istituzioni Politiche e Amministrative europee, statali e regionali; con l’obiettivo di condividere analisi, strategie e traguardi, ma anche, operativamente, programmi, progetti e strumenti di cambiamento strutturale e strategico per lo sviluppo e la convergenza socioeconomica di tutto il Paese con l’Europa.

    Per iscriversi 

     

  • 19 GENNAIO 2023 |  WEBINAR “REACH Incubator: 3rd open call for proposals”

    19 GENNAIO 2023 | WEBINAR “REACH Incubator: 3rd open call for proposals”

     

    Webinar “REACH Incubator: 3rd Open call for proposals”
    19 gennaio 2023 ore 11.00

     

    Il 19 gennaio 2023 alle ore 11.00 Confindustria Emilia-Romagna organizza, nell’ambito delle attività di Enterprise Europe Network e in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna Ricerca e Confindustria – Delegazione di Bruxelles, il webinar “REACH Incubator: Open Call 3”.

    Il webinar è dedicato a presentare le opportunità del progetto REACH Incubator, finanziato dall’Unione Europea all’interno di Horizon 2020, per supportare esperimenti innovativi nell’ambito delle catene del valore dei dati.

    In particolare la “3rd Open call for proposals, aperta fino al 21 febbraio 2023, consente di sviluppare soluzioni data-driven partecipando a un programma di incubazione di 11 mesi (che prevede 4 round successivi di finanziamento a fondo perduto e, in particolare, lo sviluppo di un Minimum Viable Product nei primi 4 mesi).

    Il webinar è il quarto appuntamento di “Orientarsi nei cascade funding europei: una bussola per l’accesso alle open call europee”: i webinar informativi promossi dalle Confindustrie per diffondere le opportunità dei Cascade Funding in collaborazione con i Digital Innovation Hub e i Competence Center accreditati nei diversi progetti.

     

    Per iscrizioni: in allegato programma e informativa

    Per informazioni: simpler@confind.emr.it

     

     

     

  • “LA VIVACITÀ DEL NOSTRO SISTEMA INDUSTRIALE È IL VERO VALORE AGGIUNTO” – L’INTERVISTA DELLA PRESIDENTE ANNALISA SASSI

    “LA VIVACITÀ DEL NOSTRO SISTEMA INDUSTRIALE È IL VERO VALORE AGGIUNTO” – L’INTERVISTA DELLA PRESIDENTE ANNALISA SASSI

     

    Per l’intervista completa si veda Corriere Bologna del 3 gennaio 2023 e in allegato

     

    La Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi, in occasione dell’intervista al Corriere Bologna del 3 gennaio 2023, ha sottolineato la necessità di evitare una una narrazione negativa, sottolineando che “il nostro sistema produttivo è il vero valore aggiunto su cui puntare”.

    Sul caro energia la Presidente ha affermato che “bisogna investire in rinnovabili ed è importante arrivare quanto prima ad un piano energetico nazionale organico e strutturale”.

    Competenze, innovazione e digitalizzazione devono essere al centro della strategia di sviluppo regionale insieme a Big Data e Intelligenza Artificiale in modo da sfruttare al meglio il Tecnopolo. Mentre a livello nazionale si dovrebbe incrementare Industria 4.0.

    Per quanto riguarda il payback delle aziende del biomedicale, si deve intervenire per cambiare la norma.

     

     

  • LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA DI CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI A RTL 102.5

    LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA DI CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI A RTL 102.5

    Le dichiarazioni del Presidente di Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni il 21 dicembre a RTL 102.5

    I prezzi odierni sono insostenibili. Sono a rischio #famiglie ed #imprese – ha affermato Giovanni Baroni, vicepresidente di Confindustria, Presidente Piccola Industria e Past President Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna – sono fuori mercato intere filiere, si è curvata la domanda, si sono spostati i consumi, e l’#Europa si mostra divisa sull’industria. Il #pricecap non rappresenta la soluzione a tutti i problemi.

    Il costo per gli oneri di sistema a cui le #imprese dovranno far fronte è di 1,3 mld per i primi 3 mesi del #2023. Si tratta di un dietrofront non solo a causa dell’impatto negativo sui conti delle imprese ma anche rispetto alle #promesse fatte inizialmente dal nuovo Esecutivo.

    Per le imprese italiane il migliore antidoto alla #crisi è investire e fare #crescita creando un meccanismo virtuoso. Se il #Governo, però, non supporta chi sceglie di reinvestire i propri utili per spingere lo #sviluppo, sarà difficile lasciarsi anche questa crisi alle spalle.

    Confindustria è disposta a rinunciare agli incrementi dei crediti di imposta contro il #caroenergia pur di avere l’estensione dell’abbattimento degli oneri di sistema per le utenze oltre i 16,5 KW. Una scelta che non impatta ulteriormente sulla finanza pubblica , poiché i due interventi si bilanciano”.

     

    #EnergiaAlleImprese #bilancio #leggedibilancio #manovra #industrie #energivore 

     

    #EnergiaAlleImprese #bilancio #leggedibilancio #manovra #industrie #energivore Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "prezzi odierni sono insostenibili. Sono a rischio famiglie ed imprese, sono fuori mercato intere filiere, curvata la domanda, sono spostati consumi, Europa mostra divisa sull' industria. Il pricecap non rappresenta la soluzione a tutti problemi. #EnergiaAlleImprese CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI Presidente Piccola Industria"

     

     

    Le dichiarazioni del Presidente di Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni il 18 dicembre 2022 al Sole 24 Ore

    La mancata previsione del taglio degli oneri di sistema per le potenze sopra i 16,5 kw colpisce soprattutto tante Pmi e in modo trasversale. Il mio timore è che il governo non abbia ben chiaro quale sia lo spaccato delle imprese italiane perché questa esclusione impatta su tutti senza particolari distinzioni e sembra non tenere conto della definizione stessa di industria, anche della piccola e media”.

    Così Giovanni Baroni, vicepresidente di Confindustria, Presidente Piccola Industria e Past President Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna  sino a dicembre 2021, ha espresso in un’intervista al Sole 24 Ore la delusione per la scelta del governo di escludere nel Ddl bilancio le imprese dall’azzeramento degli oneri di sistema delle bollette di luce e gas per il primo trimestre del 2023.

     “Oggi – ha spiegato Baroni  – le imprese dispongono di due strumenti per fronteggiare il caro energiai crediti d’imposta che vanno sulle partite Iva, pur non comprendendo la totalità della platea e l’azzeramento degli oneri di sistema che, a differenza del primo strumento, caratterizzato da una fruizione particolarmente complessa, rappresenta una misura orizzontale a beneficio di tutte le imprese, mentre i crediti, che hanno comunque costituito un passo importante e che abbiamo apprezzato, scontano nella messa a terra non solo la complessità del processo, ma anche problemi di capienza fiscale e di capacità di utilizzo. E questo soprattutto per le pmi, che infatti hanno spesso bisogno di un consulente per attivare lo strumento, con una conseguente disponibilità di risorse, che non tutte le aziende hanno”.

    Per Baroni lo stop al taglio delle voci parafiscali per le potenze sopra 16,5 kw, di fatto esclude dalla fruizione della misura le imprese: “Aver fissato l’asticella a 16,5 kilowatt, che equivalgono ai consumi di cinque famiglie – ha chiarito Baroni  significa includere nel taglio solo il piccolo artigiano, tenendo fuori invece tutte le medie e alte tensioni che sono utilizzate prevalentemente dal settore industriale”.

    “Questo governo si è presentato con la promessa di voler essere attento al mondo delle imprese – ha detto Baroni – ma questo dietrofront è un passo indietro non solo in termini assoluti, visto l’impatto che avrà sui nostri bilanci, ma è anche in totale controtendenza rispetto alle premesse di partenza. Soprattutto se lo affianchiamo ad altre scelte, sul fronte degli investimenti, come il mancato rinnovo dei crediti d’imposta per ricerca e sviluppo e gli interventi al ribasso per il pacchetto Transizione 4.0. Da imprenditore, dunque, sono preoccupato e mi chiedo quale sarà il prossimo step a questo punto. Noi, come sempre, valutiamo l’esecutivo sui provvedimenti, quindi non possiamo che rimanere perplessi da queste ultime scelte”.

    “Stiamo passando da una crisi all’altra: dopo la pandemia, oggi siamo stretti nella morsa del caro energia che, insieme alla difficoltà di reperimento e agli elevati prezzi delle materie prime e alle criticità determinate dal conflitto russo-ucraino, ci sta mettendo a dura prova. Per le imprese il migliore antidoto per uscire al meglio da queste fasi è fare investimenti e fare crescita creando un meccanismo virtuoso”, ha sottolineato il presidente della Piccola Industria. “Se il governo, però, non supporta chi sceglie di non distribuire utili ma di reinvestirli per spingere lo sviluppo, sarà difficile lasciarsi anche questa crisi alle spalle”.