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Categoria: Economia

  • UN NUOVO NETWORK PER L’INNOVAZIONE A DISPOSIZIONE DELLE IMPRESE

    UN NUOVO NETWORK PER L’INNOVAZIONE A DISPOSIZIONE DELLE IMPRESE

     

    Avviare sinergie per accelerare lo sviluppo delle tecnologie digitali 4.0 nei processi produttivi e lavorare al fianco delle imprese per favorire la trasformazione digitale è l’obiettivo dell’accordo di collaborazione sottoscritto dalla rete dei Digital Innovation Hub di Confindustria − di cui fa parte tra gli altri Confindustria Emilia-Romagna − e gli otto Competence Center selezionati dal Ministero dello sviluppo economico.

    Un gioco di squadra che in pochi mesi ha permesso di elaborare un “piano d’azione 4.0” strategico ed operativo, facendo convergere all’interno di un network per l’innovazione gli obiettivi dei DIH di Confindustria e dei Competence Center, 8 su tutto il territorio nazionale.

    I Digital Innovation Hub, con la loro diffusione capillare per lo più presso le strutture associative del sistema Confindustria, sono la porta di accesso al sistema e hanno il ruolo di stimolare la domanda di innovazione delle imprese, rilevare i fabbisogni e rafforzare il livello di conoscenza e di consapevolezza rispetto alle opportunità di Industria 4.0.  Promuovono infatti diverse attività a supporto delle imprese, tra le quali formazione, informazioni di base e orientamento anche sul versante dei finanziamenti.

    I Competence Center sono, invece, i centri di trasferimento tecnologico che costituiscono l’ultimo tassello del Piano Impresa 4.0 e contribuiscono a realizzare progetti innovativi, offrendo anche alle imprese − soprattutto Pmi − la possibilità di testare le tecnologie.

    Il network rappresenta l’infrastruttura per la partecipazione al Programma europeo Digital Europe, che prevede la creazione di un network di European Digital Innovation Hub.

     

     

  • CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  CADUTA DEL PIL DEL 10% NEL PRIMO SEMESTRE 2020

    CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | CADUTA DEL PIL DEL 10% NEL PRIMO SEMESTRE 2020

     

    Il Rapporto del Centro Studi di Confindustria presentato il 31 marzo sottolinea come il 2020 si fosse aperto per l’industria italiana con segnali di miglioramento, ma le prospettive sono di nuovo bruscamente peggiorate da febbraio in seguito alla diffusione del Covid-19.

    La spesa delle famiglie italiane è in contrazione, la domanda estera langue. Gli impatti della minore domanda di beni e servizi, e dell’accresciuta incertezza, frenano gli investimenti. Le imprese si trovano a fronteggiare seri problemi di liquidità ed inedite procedure amministrative di emergenza.

    Le reazioni dei mercati finanziari possono produrre un ulteriore avvitamento della crisi, penalizzando i paesi percepiti a maggior rischio.

    È cruciale l’efficacia e la tempestività della risposta di politica economica ad una congiuntura economica eccezionale, che combina shock di domanda e di offerta.
     

  • CORONA VIRUS |   Confindustria Emilia-Romagna insieme alla Regione per sostenere le imprese nella riconversione industriale per la produzione straordinaria di dispositivi

    CORONA VIRUS | Confindustria Emilia-Romagna insieme alla Regione per sostenere le imprese nella riconversione industriale per la produzione straordinaria di dispositivi

     

    Confindustria Emilia-Romagna sta collaborando attivamente con gli Assessorati Attività produttive, Salute, Difesa del Suolo e Protezione Civile per facilitare le imprese che intendono procedere alla produzione − anche attraverso l’attivazione di nuove linee produttive − di mascherine facciali, dispositivi di protezione individuale, disinfettanti, materiale sanitario e tutto ciò che è necessario e urgente in risposta all’epidemia da Covid-19.

    Il gruppo operativo ha elaborato un Vademecum, in allegato, utile alle imprese per orientarsi nelle procedure di produzione straordinaria di dispositivi medici (DM), tra cui le mascherine chirurgiche, e dispositivi di protezione individuale (DPI).

    È stato inoltre redatto un elenco dettagliato dei DM e DPI necessari per gli operatori del Sistema Sanitario Regionale.

    Al gruppo di lavoro partecipano anche ART-ER, Società Consortile dell’Emilia-Romagna per la ricerca e l’innovazione, Clust-ER Industrie Salute e Benessere, Tecnopolo di Mirandola e Università di Bologna.

     

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  • CORONAVIRUS –  DAL GOVERNO CI ATTENDIAMO SCELTE CORAGGIOSE ED INCISIVE

    CORONAVIRUS – DAL GOVERNO CI ATTENDIAMO SCELTE CORAGGIOSE ED INCISIVE

     

    «Il decreto legge “Cura Italia” approvato dal Consiglio dei Ministri – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – dà alcune prime risposte all’emergenza sanitaria ed economica. Il Paese ha però bisogno urgente di un piano straordinario di interventi in grado di dare una forte scossa all’economia. Serviranno interventi di portata ed entità molto più ampia di quelli attuali.

    Le risposte offerte sinora dal Governo, pur apprezzabili nei contenuti, perché intervengono prioritariamente sulle questioni di emergenza, prima di tutto sanitaria e di tutela dell’occupazione, appaiono ancora molto deboli dal punto di vista economico, sia dal punto di vista delle risorse messe in campo sia per l’esiguità degli interventi, in particolare quelli per la liquidità delle imprese, in alcuni casi quasi simbolici.

    Prevedere una proroga generalizzata di quattro giorni per i versamenti fiscali, pur consapevoli degli spazi di manovra limitati della finanza pubblica, è assolutamente incoerente con il momento che la gran parte delle imprese italiane stanno vivendo. 

    L’emergenza sanitaria che sta colpendo tutto il mondo, e l’Europa in modo particolare, sta di fatto fermando l’economia di un intero continente con imprese e lavoratori – a partire da quelli delle filiere più critiche e strategiche – impegnati a tenere faticosamente acceso il motore del sistema produttivo. Per questo, rinviare scadenze, versamenti e adempimenti, anche quelli burocratici e amministrativi, diventa essenziale. 

    Anche su questo molto ancora si potrebbe fare. Pensiamo alla sospensione di alcuni adempimenti in materia ambientale che riguarda soltanto una minima parte degli oneri che gravano sulle imprese: è necessario sospendere una serie di adempimenti amministrativi in campo ambientale ed energetico che le imprese sono impossibilitate a rispettare in conseguenza dell’emergenza sanitaria.

    Le stime diffuse oggi dal Cerved, che prevedono una perdita di fatturato dai 220 ai 470 miliardi di euro a livello nazionale a seconda della durata della pandemia, danno il segno della gravità della situazione.

    L’eccezionalità della crisi che il Paese sta vivendo richiede misure straordinarie di contrasto, che vanno indirizzate a tutte le tipologie e le dimensioni di impresa.

    Gli imprenditori dell’Emilia-Romagna e del Paese – conclude il Presidente Ferrari – attendono dal Governo nei tempi più celeri possibili un provvedimento di portata ben più ampia, in grado di attenuare gli effetti della pesante recessione economica che abbiamo davanti e di ridare forza al sistema economico per ripartire finalmente con la spinta necessaria.

    La crisi economica rischia ancora una volta di pesare più di tutti sull’Italia, già in rallentamento prima dell’emergenza e con spazi di manovra ben più limitati degli altri Paesi europei.

    Serviranno scelte davvero coraggiose e incisive, al di là della retorica e delle affermazioni di principio, in grado di mobilitare investimenti pubblici e privati per centinaia di miliardi, non per qualche decina».

     

  • CSC: SE CHIUDE IL SISTEMA INDUSTRIALE A RISCHIO APPROVVIGIONAMENTI NECESSARI

    CSC: SE CHIUDE IL SISTEMA INDUSTRIALE A RISCHIO APPROVVIGIONAMENTI NECESSARI

     

    CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA: SE CHIUDE IL SISTEMA INDUSTRIALE A RISCHIO APPROVVIGIONAMENTI NECESSARI
     

    Roma, 12 marzo 2020 – Fabbriche chiuse, supermercati vuoti, prospettive di ripresa in pericolo. Quel che si rischia chiudendo il sistema industriale italiano è, nel breve termine, di non poter garantire gli approvvigionamenti necessari per le famiglie italiane anche a seguito delle difficoltà nei trasporti con l’estero. Superata l’emergenza, il rischio è di compromettere la capacità del sistema produttivo di intercettare la ripresa economica che arriverà. Così in una nota il Centro Studi di Confindustria.

    L’industria metalmeccanica costituisce, a esempio, il cuore pulsante del sistema industriale italiano, è trasversale nella struttura produttiva nazionale e realizza macchinari e beni strumentali che sono necessari all’attività di numerose imprese in svariati settori (non solo industriali). Il comparto metalmeccanico ha un peso rilevante nell’economia italiana: genera infatti il 48% del valore aggiunto manifatturiero (100 miliardi di euro), dà lavoro al 42% degli occupati manifatturieri (circa 1,6 milioni di occupati), produce il 48% delle esportazioni italiane (in valore circa 200 miliardi di euro) e il 40% delle importazioni. L’attivo del suo interscambio (60 miliardi di euro) contribuisce al totale riequilibrio della bilancia commerciale italiana, strutturalmente deficitaria nei settori energetico ed agro-alimentare.
    Il suo blocco genererebbe effetti diretti e indiretti molto gravi nel sistema produttivo, certamente più ampi di quelli prodotti dall’interruzione dell’attività nel solo settore metalmeccanico poiché inciderebbe sulla continuità della catena di approvvigionamento per svariate aziende. 

    Si consideri che mediamente un giorno lavorativo in meno incide per circa il 3% della produzione mensile; uno stop di 10 giorni avrebbe un impatto negativo immediato, pari a circa un terzo della produzione industriale di marzo. Inoltre, creerebbe una disruption lungo le filiere di fornitura e determinerebbe un ritardo nella consegna degli ordini già ricevuti. Questo aggiungerebbe anche un grave danno reputazionale per le nostre imprese e per l’Italia, con ricadute anche sull’attività futura.

     

    Nelle stime di produzione per il 1° bimestre l’effetto Covid-19 ancora modesto. Prospettive in netto peggioramento, in particolare nel 2° trimestre

    Roma, 4 marzo 2020 – La produzione industriale nel primo bimestre mostra una forte oscillazione. Al rimbalzo di gennaio (+1,9%) è seguita una correzione in febbraio (-0,5%), spiegata solo in minima parte dagli effetti delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19. Le informazioni disponibili preannunciano però un impatto più significativo nella produzione industriale di marzo e, soprattutto, in quella del secondo trimestre, quando si faranno sentire sull’industria gli effetti della caduta della domanda nel terziario, il comparto oggi più colpito. In un’economia già debole prima dell’emergenza sanitaria, il PIL è atteso in calo già nel primo trimestre e vi sono elevate probabilità di una caduta più forte nel secondo.

     

     

  • CORONAVIRUS – “TENERE ACCESO IL MOTORE DEL PAESE” – DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PIETRO FERRARI

    CORONAVIRUS – “TENERE ACCESO IL MOTORE DEL PAESE” – DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE PIETRO FERRARI

     

    Gli imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, ben consapevoli della gravità dell’emergenza, dichiarano l’assoluta necessità di tenere acceso il motore dell’economia del Paese.

    La continuità di tutte le attività produttive e la libera circolazione delle merci sono indispensabili per salvaguardare, in un momento così complesso, la tenuta sociale ed economica del Paese in quadro di forte difficoltà e incertezza.  

    L’economia deve continuare a “funzionare” nel pieno rispetto delle disposizioni già assunte dal Governo per evitare il propagarsi del contagio, che tutte le nostre aziende stanno applicando con assoluto rigore.

    Siamo pronti ad attuare misure sanitarie anche più restrittive nelle imprese, purché ci sia consentito di continuare a tenere aperte le attività e dare lavoro a milioni di cittadini e famiglie italiane, appellandoci ancora di più al senso di responsabilità dei cittadini e dei lavoratori.

     

  • Incontro “Brexit: prospettive, scenari e impatto per le aziende” – Parma 28 gennaio 2020

    Incontro “Brexit: prospettive, scenari e impatto per le aziende” – Parma 28 gennaio 2020

     

    Martedì 28 gennaio 2020 alle ore 15:00 si terrà a Parma, Palazzo Soragna, un incontro relativo a “Brexit: prospettive, scenari e impatto per le aziende”, organizzato dall’Unione Parmense degli Industriali in collaborazione con Confindustria e Confindustria Emilia-Romagna.

    A partire dal prossimo 31 gennaio, il Regno Unito diventerà a tutti gli effetti un paese terzo ed entrerà in vigore l’Accordo di Recesso che disciplina il divorzio dall’UE del Regno Unito. Inoltre, nelle prossime settimane inizieranno i negoziati tra UE e UK per l’accordo di relazione futuro.

    Durante l’incontro saranno illustrati dal punto di vista normativo, commerciale e doganale i possibili scenari e le conseguenze derivanti dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, le prospettive e l’impatto per le aziende.

     

    Per maggiori informazioni:

    Unione Parmense degli Industriali – Laetitia Siea; e-mail: laetitia.siea@upi.pr.it Tel. 0521.2266 

  • LE PROPOSTE AI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

    LE PROPOSTE AI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

     

    Confindustria Emilia-Romagna ha lanciato, insieme a tutte le Associazioni Industriali dell’Emilia-Romagna, Ance Emilia-Romagna e Confindustria Ceramica, il progetto TRAIETTORIA 2030 > Lo sviluppo dell’Emilia-Romagna, per favorire un dibattito informato sulle prospettive di sviluppo sostenibile della regione, individuare le priorità di intervento e proposte di politiche regionali di medio lungo termine.

    «Abbiamo presentato ai candidati alla Presidenza della Regione Simone Benini,  Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni  − ha dichiarato il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari  le proposte del mondo delle imprese in vista dell’avvio della nuova legislatura regionale e della programmazione comunitaria 2021-27, nell’ottica di sottolineare la volontà delle imprese di contribuire alla costruzione di una visione di sviluppo regionale.

    La visione di lungo termine proposta dalle imprese per l’Emilia-Romagna – sottolinea il Presidente Ferrari –  è quella di un territorio che deve diventare, all’orizzonte 2030, un punto di riferimento europeo in termini di coerenza tra stile di vita dei cittadini e modello economico. Un modello sostenibile, orientato all’innovazione e all’internazionalizzazione, in una regione che è riuscita a trasformare le attuali best practices in standard diffusi in tutto il territorio».

    Il percorso di analisi, realizzato dal sistema Confindustria con la consulenza scientifica di Prometeia,  ha delineato la situazione attuale dell’Emilia-Romagna, comparata rispetto alle aree italiane ed europee più avanzate, e le prospettive da qui al 2030.

    Le variabili chiave che influenzeranno lo sviluppo dell’Emilia-Romagna individuate dal progetto sono dieci: le tendenze demografiche, il cambiamento climatico, gli shock geopolitici, la regolamentazione, i nuovi concorrenti, i nuovi modelli di business, i digital enablers, università e ricerca e sviluppo, capitale umano, attrattività del territorio.

    Gli industriali dell’Emilia-Romagna hanno individuato, anche alla luce di queste variabili,  14 proposte di policy suddivise nei quattro pilastri che sostengono l’economia e l’attrattività del territorio: benessere e qualità della vita, capitale umano, imprese ed innovazione, reti internazionali. 

    In termini di benessere e qualità della vita l’Emilia-Romagna deve porsi l’obiettivo di diventare un territorio di riferimento nel contesto europeo, vocato all’internazionalizzazione, che trattenga e attragga imprese, filiere e talenti. Occorre diffondere le partnership pubblico-privato per perseguire obiettivi sostenibili, anche attraverso buone pratiche green delle aziende.

    Vi è poi il tema centrale delle imprese, dove le proposte si concentrano sull’esigenza di un quadro regolatorio di sostegno che riduca l’incertezza nell’applicazione della legislazione e favorisca un dialogo più semplice e chiaro tra imprese e pubblica amministrazione.  Inoltre, sul tema sempre più strategico della sostenibilità, serve un approccio sinergico con la Regione che privilegi meccanismi premiali e non punitivi e favorisca la transizione verso un modello di economia circolare.  Altro tema fondamentale è l’innovazione. Per raggiungere livelli di eccellenza servirà il sostegno agli investimenti in innovazione e digitalizzazione attraverso strumenti stabili e certi e in sinergia con il livello nazionale ed europeo. Gli sforzi della Regione per la creazione di una Data Valley regionale devono poter generare esternalità positive per tutto il territorio e consentire alle imprese e filiere di trarre valore aggiunto dalla presenza di un’infrastruttura di eccellenza internazionale.

    Sul fronte del capitale umano occorre fronteggiare il tema del gap formativo tra offerta regionale e domanda delle imprese, sviluppare competenze aziendali sia tecnico-scientifiche sia manageriali e colmare il mismatch di competenze nella formazione terziaria. Occorrerà, ad esempio, migliorare qualitativamente e quantitativamente l’offerta regionale di talenti, vedi esperienza sugli ITS positiva, da potenziare per rispondere alle necessità del sistema economico e industriale.

    Sul tema delle reti internazionali l’Emilia-Romagna dovrà raggiungere un livello di integrazione internazionale ancora più pronunciato rispetto alla situazione attuale, rafforzando la presenza delle imprese sui mercati globali, in particolare quelli ad alto potenziale e promuovendo momenti di maggior confronto e approfondimento delle aree di rischio e opportunità dei mercati esteri.

    «Le nostre proposte   − ha concluso il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari –  si concentrano da un lato su interventi a costo zero e, dall’altro, su azioni che presuppongono un contributo finanziario regionale con elevati effetti moltiplicatori sulla crescita e forti benefici sul fronte della sostenibilità.   Il percorso di analisi prevede un costante monitoraggio della capacità del territorio di perseguire gli obiettivi di crescita sostenibile, sulla base di una serie di indicatori, non solo di tipo economico ma anche e soprattutto sociale, che saranno periodicamente oggetto di analisi a partire dal 2021».

     

     

  • Traiettoria 2030 > Benessere economico e qualità della vita tra le aree strategiche: questo e altri temi al centro dell’incontro del 17 gennaio con i Candidati Presidenti

    Traiettoria 2030 > Benessere economico e qualità della vita tra le aree strategiche: questo e altri temi al centro dell’incontro del 17 gennaio con i Candidati Presidenti

     

    Bologna, 15 gennaio 2020.     Da qui al 2030 l’Emilia-Romagna dovrà affrontare sfide rilevanti per essere una regione sempre più attrattiva e competitiva.  Il progetto Traiettoria 2030, promosso da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Associazioni Industriali della regione, Ance Emilia-Romagna, Confindustria Ceramica e con la collaborazione scientifica di Prometeia, si è concentrato in particolare su quattro aree strategiche: capitale umano, imprese e innovazione, reti internazionali, benessere economico e qualità della vita.

    «Le imprese e le loro associazioni − dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrarisono protagonisti attivi del proprio territorio, e lo fanno anche contribuendo alla riflessione su punti di forza, aree di attenzione e politiche utili a sviluppare il potenziale di crescita di medio lungo termine dell’Emilia-Romagna. Per questo abbiamo definito una serie di proposte che il 17 gennaio presenteremo ai candidati alle elezioni regionali Simone Benini, Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni».

    Di particolare importanza il tema benessere economico e qualità della vita, per il quale la nostra situazione è migliore della media italiana ed europea. L’Emilia-Romagna è la terza regione italiana per PIL per abitante. Il tasso di disoccupazione è tra i più bassi in Italia ed è inferiore alla media europea. I livelli di povertà ed esclusione sociale sono modesti ed allineati con Germania e Francia.

    Ci sono anche alcuni aspetti su cui è necessario porre l’attenzione per mettere le basi di un ulteriore sviluppo futuro della regione.  «Nell’ultimo decennio − sottolinea il Presidente Ferrari c’è stata in Emilia-Romagna una debole evoluzione del PIL per abitante rispetto alle regioni europee più competitive: la media annua di crescita è stata +0,5%, contro +1,8% del Baden -Württemberg.  Il tasso di attività (55,6%), è superiore a quello di Lombardia e Veneto, ma è inferiore alla media europea. Il rischio di esclusione sociale è in crescita in Italia e in Emilia-Romagna, mentre è diminuito nella media europea».

     

    In allegato i dati completi.   Nell’area dedicata  sono disponibili i video e i materiali di approfondimento.