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Categoria: Education

  • SELEZIONATE LE SCUOLE DI CREI-AMO L’IMPRESA 2022-23, BUSINESS PLAN PER FAR CONOSCERE IL MONDO DELL’IMPRESA

    SELEZIONATE LE SCUOLE DI CREI-AMO L’IMPRESA 2022-23, BUSINESS PLAN PER FAR CONOSCERE IL MONDO DELL’IMPRESA

     

    Si è avviato il progetto CREI-AMO L’IMPRESA! promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna.

    L’iniziativa, giunta alla ventitreesima edizione, ha l’obiettivo di far vivere agli studenti l’esperienza dell’impresa, a partire dall’ideazione sino alla messa a punto di un business plan dettagliato in ogni aspetto della vita aziendale, con il coordinamento dei docenti e la supervisione dei giovani imprenditori in qualità di tutor.

    Partecipano all’iniziativa 8 istituti di istruzione secondaria dell’Emilia-Romagna, che hanno aderito ad una call diffusa alle scuole da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna.

    Il progetto si svolge nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), in quanto il tempo impiegato per la realizzazione dei business plan può essere valutato come tale sulla base delle intese con le scuole.

     

    Per informazioni
    giovani-ind@confind.emr.ir
    tel. 0513399911

     

  • FORMINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA: STEFANO GISMONDI ALLA PRESIDENZA

    FORMINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA: STEFANO GISMONDI ALLA PRESIDENZA

     

    L’imprenditore Stefano Gismondi è stato eletto alla Presidenza di Formindustria Emilia-Romagna, consorzio che raggruppa tutti gli enti di formazione del sistema confindustriale della regione.

    “L’ambito formativo segue di pari passo i cambiamenti che hanno investito in questi ultimi anni il modo di lavorare, e attraversa quindi una fase di profonda evoluzione – afferma Gismondi – L’apprendimento digitale ha oggi un ruolo decisivo per il tessuto produttivo che sta affrontando la trasformazione in corso: per accompagnare le aziende in questo nuovo scenario è necessario riportare al centro la persona e lavorare in rete con la bussola dell’innovazione tecnologica per snellire i processi, far emergere le attitudini, le abilità personali – quelle che oggi chiamiamo “soft skill” – favorendo il giusto equilibrio tra vita e lavoro. Sono tutte leve di competitività che hanno ancora un enorme potenziale da sprigionare, e lavoreremo per portare avanti quel cambiamento culturale che le affermi appieno”.

    Gismondi, imprenditore ravennate, è Presidente dell’ente di formazione il Sestante. Il suo mandato durerà tre anni.

     

     

  • ENERGIA:  PIENO APPOGGIO AL RIGASSIFICATORE A RAVENNA E AVVIO CONCRETO DI UNA POLITICA ENERGETICA DI MIX DI FONTI ENERGETICHE

    ENERGIA: PIENO APPOGGIO AL RIGASSIFICATORE A RAVENNA E AVVIO CONCRETO DI UNA POLITICA ENERGETICA DI MIX DI FONTI ENERGETICHE

     

    Confindustria Emilia-Romagna: pieno appoggio al rigassificatore a Ravenna e avvio concreto di una politica energetica di mix di fonti energetiche

    L’Emilia-Romagna davanti ad una sfida: dimostrare la capacità di tradurre obiettivi ambiziosi e urgenze immediate in una grande occasione di investimenti e innovazione nella produzione di energia

     

    Bologna, 5 maggio 2022 − Confindustria Emilia-Romagna condivide in pieno l’iniziativa della Regione e del territorio di lavorare per creare le condizioni affinché Ravenna possa ospitare il rigassificatore e assumere un ruolo chiave nella strategia energetica della regione e del Paese.

    Ravenna, il suo Porto e il contesto produttivo dell’area rappresentano un’infrastruttura strategica al servizio della politica energetica nazionale. 

    L’operatività in tempi brevi di un rigassificatore contribuirà a diversificare e mettere in sicurezza l’approvvigionamento di gas naturale, importante per la produzione di energia elettrica e fonte energetica fondamentale anche per l’industria regionale. 

    In questo senso altrettanto importante sarà accelerare la capacità di estrazione nazionale a partire proprio dall’Adriatico. 

    Oggi abbiamo assoluta urgenza di costruire ed attuare, senza ritardi, una strategia articolata di medio lungo periodo in grado di realizzare un mix di fonti, investendo con decisione sulla capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili e cogliendo ogni opportunità che la tecnologia offre senza preclusioni. 

    Dobbiamo saper cogliere le opportunità collegate agli investimenti nell’idroelettrico, nell’eolico, nel fotovoltaico, oltre che nella produzione di biogas e biometano, che rappresentano anche concrete applicazioni dell’economia circolare. 

    L’Emilia-Romagna può rappresentare un esempio virtuoso di capacità di tradurre obiettivi ambiziosi e urgenze immediate in una grande occasione di investimenti e innovazione nella produzione di energia. 

    La transizione energetica comporta l’esigenza di tenere insieme in modo pragmatico una puntuale pianificazione, importanti investimenti adeguati ai bisogni, semplificazione delle norme autorizzative per l’installazione di fonti rinnovabili, in coerenza con gli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima.

     

     

  • IL RAPPORTO «50 ANNI! RADICI E VALORI PER IL FUTURO» |  PRESENTATO ALL’INCONTRO DEL 27 APRILE 2022

    IL RAPPORTO «50 ANNI! RADICI E VALORI PER IL FUTURO» | PRESENTATO ALL’INCONTRO DEL 27 APRILE 2022

     

    «50 ANNI!  RADICI E VALORI PER IL FUTURO»
    Il 27 aprile Confindustria Emilia-Romagna ha celebrato i propri 50 anni all’Opificio Golinelli

     

    Quest’anno Confindustria Emilia-Romagna celebra il Cinquantennale della propria fondazione, avvenuta il 23 febbraio 1972. 

    Per festeggiare la ricorrenza gli imprenditori emiliano-romagnoli si sono trovati a Bologna, insieme ai Past President e a tanti protagonisti della società regionale, per una riflessione sul passato e sulle prospettive dell’Emilia-Romagna.

    Nell’occasione Confindustria regionale ha realizzato, con la collaborazione scientifica di Prometeia, un’analisi che è stata presentata durante l’incontro “50 anni! Radici e valori per il futuro” il 27 aprile all’Opificio Golinelli.  

    Il rapporto approfondisce i cambiamenti dell’Emilia-Romagna dal 1972 ad oggi partendo dai quattro pilastri dello sviluppo economico sociale indagati con il Progetto “Traiettoria 2030”: benessere economico, ambiente e qualità della vita; capitale umano; imprese e innovazione; reti e internazionalizzazione.

    «In questi cinquant’anni la nostra regione – ha dichiarato Pietro Ferrari, nel giorno in cui ha lasciato la guida di Confindustria Emilia-Romagna alla neo Presidente Annalisa Sassi ha profondamente mutato il proprio volto dal punto di vista economico, demografico e sociale. Conoscere le proprie radici è fondamentale per avere una visione del futuro. L’analisi dei cambiamenti dagli anni Settanta ad oggi delinea traiettorie fondamentali anche per gli anni a venire: penso prima di tutto alla demografia, all’immigrazione e al capitale umano».

    All’incontro sono intervenuti il Presidente di Prometeia Angelo Tantazzi, l’Assessore allo Sviluppo economico e green economy, Lavoro, Formazione della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla, l’editorialista de La Stampa e docente dell’Università Mercatorum Massimiliano Panarari e l’astronauta Maurizio Cheli.                                                                  

    Ha concluso i lavori il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

     

    La registrazione dell’incontro è pubblicata sul canale Youtube di Confindustria Emilia-Romagna   

     

    Nella foto:
    Maurizio Marchesini, Massimo Bucci, Annalisa Sassi, Pietro Ferrri, Anna Maria Artoni, Carlo Bonomi

     

     

  • Nota CSC | I rincari delle commodity rischiano di bloccare le imprese |  17 gennaio 2022

    Nota CSC | I rincari delle commodity rischiano di bloccare le imprese | 17 gennaio 2022

     

    L’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali è ampio e diffuso: petrolio +13% a dicembre 2021 su fine 2019, rame +57%, cotone +58%. A questo aumento, di recente, si è aggiunta l’enorme impennata del gas naturale in Europa (+723%).

    In Italia, il balzo del gas si è trasferito sul prezzo dell’energia elettrica facendo lievitare i costi energetici delle imprese industriali: 37 miliardi previsti nel 2022, da 8 nel 2019. Un livello insostenibile che minaccia la chiusura di molte aziende.

    Il forte aumento dei costi per le imprese italiane si è tradotto in una brusca compressione dei margini operativi, data la difficoltà di trasferire ai clienti i rincari delle commodity: soffrono soprattutto i settori più a valle e quelli energivori.

    I rincari, per adesso, sono stati assorbiti nei margini e per questo l’inflazione in Italia, seppure sia in crescita (+3,9% annuo), è più bassa che altrove e, al netto di energia e alimentari, resta moderata (+1,4%).

    Molte imprese stanno però programmando periodi di chiusura temporanea perché, con questi rincari energetici, non è più conveniente produrre.

    Secondo il Centro Studi, è possibile agire su diversi fronti:
    1 — intervenire sulle componenti fiscali e parafiscali della bolletta elettrica e del gas
    2 — aumentare la produzione nazionale di gas e riequilibrare gli approvvigionamenti esteri
    3 — riformare il mercato elettrico.

     

    Vai alla nota completa del Centro Studi Confindustria

     

     

  • DATA LAB: la formazione sui Big Data per tutti i neolaureati dell’Emilia-Romagna

    DATA LAB: la formazione sui Big Data per tutti i neolaureati dell’Emilia-Romagna

     

    Bologna, 15 ottobre 2021 –  Data Lab è un progetto rivolto a tutti i neolaureati dell’Emilia-Romagna per formarsi sui fronti più avanzati dello sviluppo delle imprese della regione, dall’innovazione tecnologica alla digitalizzazione dell’informazione e dei dati.

    Possono iscriversi gratuitamente ai nove percorsi finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sociale Europeo i giovani residenti che si sono laureati da non oltre 24 mesi in qualsiasi area disciplinare, umanistica, economico-giuridica, scientifica.

    «Sui Big Data si gioca il futuro del lavoro – dichiara il Vice Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Corrado Beldì  – e  le nostre imprese hanno bisogno di conoscerne  le potenzialità per competere su scala globale. Con Data Lab vogliamo offrire ai giovani laureati le competenze innovative per trovare le migliori opportunità di lavoro».

    Alle prime due edizioni hanno partecipato circa 1400 neolaureati che hanno terminato con successo i percorsi formativi. La terza edizione permetterà di formare sino a 800 giovani che, grazie all’architettura modulare e flessibile del progetto, potranno iscriversi ad uno o più temi e percorsi formativi scegliendo i più idonei al proprio profilo, sino ad un massimo di 480 ore di formazione.

    Per partecipare ai corsi, in partenza con varie edizioni in tutto il territorio regionale da ottobre 2021 sino a dicembre 2022, occorre registrarsi nella sezione dedicata del sito www.bigdata-lab.it/3edizione.

    Il progetto “Anticipare la crescita con le nuove competenze sui Big Data” è attuato e gestito in partnership da Formindustria Emilia-Romagna (capofila del progetto), Assoform Romagna, CIS, Cisita Parma, Fondazione Aldini Valeriani, For.p.in, Ifoa, Nuova Cerform, Nuova Didactica, Il Sestante Romagna, Reiss Romoli, UniMoRe, Alma Mater Studiorum di Bologna, Università degli Studi di Ferrara, Università di Parma, Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, con la collaborazione di importanti aziende ed enti del territorio, contribuendo a rafforzare l’integrazione auspicata e promossa dalle politiche regionali nel “Patto per il Lavoro e per il Clima” e nella “Data Valley Bene Comune”.

    «I Big Data –  sottolinea Elisabetta Zini, amministratore delegato di Formindustria, espressione del sistema Confindustria dell’Emilia-Romagna −  veicolano investimenti importanti da parte delle aziende della regione,  con intensità diverse a seconda delle caratterizzazioni locali. Le imprese  hanno bisogno delle nuove competenze offerte da Data Lab, che vuole strutturare, qualificare e aggiornare le conoscenze già possedute e acquisite dai giovani attraverso differenti percorsi individuali, educativi, formativi e professionali, per ricondurle alla domanda del sistema produttivo e anticipare le traiettorie di innovazione e sviluppo. La collaborazione con gli Atenei della regione e con i loro Dipartimenti specialistici di Informatica, in coerenza con l’ecosistema regionale per l’innovazione, consente di esprimere le migliori competenze e diffondere conoscenze nell’uso dei Big Data per rispondere alla complessità crescente derivata dall’evoluzione tecnologica».

    Umberto Lonardoni, direttore generale di Ifoa, aggiunge: «Se l’Emilia-Romagna vuole diventare la Data Valley italiana ed europea non ha bisogno solo di investimenti in super calcolatori, ma soprattutto deve saper contare su quelle competenze che sono necessarie oltre che per elaborare i dati, anche per comprenderli, rappresentarli e utilizzarli come base delle decisioni. Ancora prima di abilità tecniche è necessaria una cultura del dato e dell’informazione volta a costruire un pensiero critico che permetta di affrontare la complessità della realtà che ci circonda. Per questo bisogna puntare su una formazione diffusa su tutti i laureati dei più svariati percorsi accademici emiliano-romagnoli ma non solo. Dobbiamo poter attrarre competenze da altri territori per diventare realmente protagonisti della trasformazione digitale che ci aspetta e che è in parte già in atto».

     

    Per ulteriori informazioni:
    Tel. 800 036425 (Numero verde)
    Mail bigdata@formindustria.it
    Sito www.bigdata-lab.it/3edizione

  • IL VICE PRESIDENTE BELDI’: LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA HANNO DIFFICOLTA’ A TROVARE PERSONALE

    IL VICE PRESIDENTE BELDI’: LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA HANNO DIFFICOLTA’ A TROVARE PERSONALE

     

    “In Emilia-Romagna le imprese faticano a trovare il 40% dei profili professionali. Per crescere abbiamo bisogno sia di competenze qualificate, trasversali e specialistiche, sia di base”.  Lo ha affermato il 24 settembre 2021 a Bologna il Vice Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Corrado Beldì in occasione del seminario Patto educativo globale e internazionalizzazione promosso da CEER SCF AECA.

    “Gli ITS offrono percorsi biennali per tecnici specializzati molto richiesti dalle aziende. Entro il 13 ottobre 2021 i giovani dell’Emilia-Romagna possono iscriversi a ITS in ambiti strategici come meccanica, meccatronica, motoristica, automazione, packaging, agroalimentare, biomedicale, ICT, territorio, energia, edilizia, logistica, turismo”. 

     

    Per maggiori informazioni: www.itsemiliaromagna.it 

     

     

     

  • La documentazione del webinar di Orione. in due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

    La documentazione del webinar di Orione. in due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

     

    La formazione aziendale in Emilia-Romagna chiave per la ripartenza dopo la pandemia.
    In due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

     

    Bologna, 18 giugno 2021 –  Tra il 2019 e il primo trimestre di quest’anno 173 mila lavoratori di oltre 8.400 imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa, Fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e CGIL CISL e UIL che consente di utilizzare le risorse dello 0,30% del monte salari tramite due strumenti: gli Avvisi nazionali e il Conto Formazione di ogni azienda. 

    Le imprese dell’Emilia-Romagna aderenti a Fondimpresa, il maggiore tra i Fondi interprofessionali, sono circa 12.500, con quasi mezzo milione di occupati.   Tra il 2019 e il primo trimestre 2021 i piani formativi presentati dalle imprese emiliano-romagnole hanno consentito di realizzare oltre 2,2 milioni di ore di formazione per un valore complessivo di oltre 82 milioni di euro

    Sono alcuni dei dati illustrati in occasione dell’incontro “Formazione in azienda, chiave per la ripartenza” organizzato il 18 giugno scorso a Bologna da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna.

    Si evidenzia una grande vivacità delle piccole imprese: il 54% delle imprese che hanno organizzato corsi di formazione con Fondimpresa ha meno di 50 dipendenti.

    Il 91% dei lavoratori esprime soddisfazione sull’utilità della formazione e sulla trasferibilità nell’attività lavorativa delle conoscenze apprese.

    Le imprese sono impegnate a rafforzare le competenze digitali indispensabili per ottimizzare i processi e sviluppare il modello di business. Le nuove competenze tecnico-specialistiche riguardano tecnologie robotiche, Big Data e Analytics, Internet of Things, in linea con il Piano Impresa 4.0.  Le competenze trasversali e soft skills −   leadership, problem solving, team working −   sono sempre molto richieste ed emergono nuove esigenze formative legate allo sviluppo dello smart working e all’uso di strumenti informatici ad esso connessi.

    Nel primo trimestre di quest’anno, per la prima volta, il numero di lavoratrici donne è superiore a quello dei colleghi maschi: il 53% dei lavoratori in formazione è donna.

    Circa il 63% dei lavoratori formati ha un’età compresa tra i 40 e i 59 anni, a riprova di una formazione attenta all’occupabilità dei lavoratori e all’incremento delle competenze in relazione alle nuove tecnologie.

    L’incontro è stato introdotto da Daniele Botti e Roberto Rinaldi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Orione.   Sono seguite due tavole rotonde: la prima dedicata ad una riflessione sui fabbisogni di competenze e professionalità nell’era post-Covid, a cui hanno partecipato la Direttrice HR del Gruppo Maggioli Cristina Maggioli, il Chief Human Capital Director di Bonfiglioli SpA Alberto Fusi, i componenti RSU Federica Gandini di Barilla e Gabriele Marasti di Gruppo Concorde, la seconda sul ruolo delle parti sociali nelle prossime sfide della formazione.

    «In questa fase di ripresa economica mancano le competenze tecniche strategiche per la crescita delle imprese − ha sottolineato il Vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna Corrado Beldì – e gli imprenditori faticano a reperire sia i profili tecnici di base sia quelli specializzati: il 25% delle imprese emiliano-romagnole ha difficoltà contro il 21% a livello nazionale. Dobbiamo rafforzare l’impegno a tutti i livelli, Fondimpresa e Regione, per la formazione dei dipendenti sui temi dello sviluppo tecnologico e produttivo, specie negli ambiti digitale, transizione ecologica, internazionalizzazione, innovazione organizzativa, specie per le PMI. Occorre anche coinvolgere le imprese nella progettazione dei percorsi formativi e semplificare le modalità di accesso e gestione della formazione».

    «Un’occupazione di qualità − ha dichiarato il Segretario generale di CGIL Emilia-Romagna Luigi Giove − passa anche da un importante investimento sulla formazione e sulla riqualificazione professionale. È ciò che serve al Paese e alla nostra regione, ed è l’obiettivo a cui lavora Orione. È positivo poi che, per la prima volta, il numero di lavoratrici coinvolte è superiore agli uomini. Perché non dobbiamo mai dimenticare che la crisi causata dalla pandemia ha colpito, anche in questa regione, soprattutto le donne».

    «La crisi pandemica − ha affermato il Segretario generale di CISL Emilia-Romagna Filippo Pieri − ha con tutta evidenza accelerato i tempi della transizione tecnologica e occupazionale. Per rispondere a questi cambiamenti in atto serve un grande patto per l’aggiornamento e l’adeguamento delle competenze dei lavoratori. Un patto che dovrà prevedere la possibilità concreta per i fondi interprofessionali e i fondi strutturali europei (che sono gli enti e i fondi che, con la formazione, finanziano l’adeguamento delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori) di interagire in azioni complementari. Bisogna, quindi, fare in modo che tra le regole, le leve operative, gli strumenti di indirizzo e di servizio predisposti anche a livello regionale, vi sia la compatibilità necessaria ad alleanze e azioni comuni».

    «Oggi è più che mai necessario investire risorse nella formazione di chi è occupato −   ha osservato il Segretario generale di UIL Emilia-Romagna e Bologna Giuliano Zignani −. La crisi prima, la pandemia poi hanno modificato in modo radicale il mondo del lavoro. La formazione professionale diventa quindi uno strumento fondamentale per acquisire nuove competenze tese alla valorizzazione di chi lavora. Va anche detto che la formazione non si può limitare ad un semplice momento della vita lavorativa, ma deve essere permanente. Solo così i lavoratori, quindi le imprese, possono essere all’avanguardia».

    «Il cambiamento che abbiamo davanti ci impone una transizione sul piano delle competenze, che dobbiamo gestire con grande attenzione, per evitare che si formi una bolla di lavoro povero e di imprese povere che rischiano di restare senza un futuro, ai margini del sistema economico e produttivo e della società − ha dichiarato  Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Formazione e Lavoro della Regione Emilia-Romagna −. Come abbiamo scritto nel Patto per il Lavoro e per il Clima investiremo sempre di più sui saperi e sulle nuove competenze, sostenendo anche la formazione e l’aggiornamento continuo per rispondere alle nuove esigenze delle imprese, in particolare nei settori del digitale e del green. Bisogna creare una nuova alfabetizzazione continua per il governo delle tecnologie, dell’innovazione e della digitalizzazione. Un investimento che dovrà interessare tutti i lavoratori, con un’attenzione particolare alle donne e alle fasce di età più in difficoltà». 

    «Fondimpresa è pronta a sostenere le sue imprese aderenti: competenze digitali, innovazione tecnologica, green transition ed economia circolare sono i campi in cui si svilupperanno le competenze del futuro, è necessario investire in formazione, moneta utile a superare il mismatch   −  ha concluso il Presidente di Fondimpresa Aurelio Regina –. Sarà fondamentale nel PNRR rilanciare il ruolo dei Fondi interprofessionali, darci modo di operare come strumenti di politica attiva, restituire ai Fondi il prelievo forzoso operato ormai dal 2014 sullo 0,30 e consentire alle aziende di poter utilizzare a pieno le loro risorse».

     

    Vai alla registrazione integrale del webinar 

     

    ORIONE – Organismo Bilaterale Emilia-Romagna
    Via Barberia, 13 – 40123 Bologna BO
    tel. 051 0195511

     

  • REGISTRAZIONE DEL WEBINAR “FORMAZIONE IN AZIENDA, CHIAVE PER LA RIPARTENZA”

    REGISTRAZIONE DEL WEBINAR “FORMAZIONE IN AZIENDA, CHIAVE PER LA RIPARTENZA”

     

    L’incontro “Formazione in azienda, chiave per la ripartenza” promosso da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna, ha voluto sviluppare, partendo dagli esiti delle attività realizzate in Emilia-Romagna nel 2019 e 2020, una riflessione sulle esigenze formative del territorio che potranno trovare risposta dall’incrocio tra la programmazione di Fondimpresa e quella del nuovo FSE+, in fase di stesura da parte della Regione Emilia-Romagna.

    Il webinar si è svolto il 18 giugno 2021ed è stato trasmesso sul canale Youtube e sul sito di Confindustria Emilia-Romagna e sulle pagine Facebook di CGIL Emilia-Romagna, CISL Emilia-Romagna e UIL Emilia-Romagna.

    Dopo l’introduzione da parte di Daniele Botti e Roberto Rinaldi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Orione, è intervenuto Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Formazione e Lavoro della Regione Emilia-Romagna.

    Sono seguite due tavole rotonde, la prima dedicata ad una riflessione sui fabbisogni di competenze e professionalità nell’era post-Covid, a cui partecipano la Direttrice HR del Gruppo Maggioli Cristina Maggioli, il Chief Human Capital Director di Bonfiglioli SpA Alberto Fusi, la componente RSU di Barilla Federica Gandini e un delegato RSU di Gruppo Concorde.

    La seconda, centrata sul ruolo delle parti sociali nelle sfide del prossimo futuro, ha visto l’intervento del Vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna Corrado Beldì, del Segretario generale di CGIL Emilia-Romagna Luigi Giove, del Segretario generale di CISL Emilia-Romagna Filippo Pieri e del Segretario generale di UIL Emilia-Romagna e Bologna Giuliano Zignani.

    Ha concluso il Presidente di Fondimpresa Aurelio Regina.

    Ha condotto i lavori la giornalista del Sole 24 Ore Ilaria Vesentini.

     

     

    Per informazioni:
    t.termanini@rete.fondimpresa.it

     

  • LE PROFESSIONALITA’ CHE SERVONO ALLE IMPRESE – ELABORAZIONI CSC

    LE PROFESSIONALITA’ CHE SERVONO ALLE IMPRESE – ELABORAZIONI CSC

    L’ampia disponibilità di diplomati a orientamento professionalizzante (vocational) ha accompagnato il processo di industrializzazione della nostra economia dalla fase di ricostruzione del Dopoguerra fino al miracolo economico e conseguente processo di convergenza dell’Italia rispetto alle principali economie avanzate.

    La quota di diplomati di tipo professionalizzante sul totale dei diplomati era il 60% negli anni Cinquanta e ha toccato poi il punto di massimo assoluto (77,5%) durante il boom economico degli anni Settanta quando l’incidenza dell’industria raggiunse il picco del 44% in termini di quota di addetti.

    La relazione osservata non equivale a dire che l’istruzione professionalizzante è stata la “causa” e l’industrializzazione l’“effetto”, ma che esiste un legame tra la quota di diplomati in uscita dagli istituti tecnici e professionali sul totale diplomati e la quota di addetti dell’industria sul totale degli occupati e la forza di questo legame è misurata dal coefficiente di correlazione che è pari a 0,9[1].

    Il sistema produttivo assume i diplomati di tipo professionalizzante. L’elemento che accomuna le imprese manifatturiere e quelle dei servizi è la preferenza rivelata da parte di entrambi i settori per i diplomi di tipo professionalizzante, la somma di diplomi di istruzione tecnica e professionale: 84% il peso nella manifattura a fronte del 16% dei diplomi a contenuto generalista rilasciati dai licei. La manifattura mostra una particolare predilezione per i diplomati tecnici con 2 dipendenti su 3, mentre i servizi manifestano anche uno spiccato gradimento per i liceali (27%).

    Molti profili di diplomati a indirizzo «professionalizzante» sono introvabili non solo per carenza di offerta ma anche a causa del gap di competenze, tra quello atteso dalle imprese e quello posseduto dai candidati al momento dell’assunzione.

    L’innalzamento nel medio periodo della qualità complessiva dell’istruzione degli istituti tecnici per allineare i punteggi nei test cognitivi ai livelli dei licei rappresenta un obiettivo fondamentale per rilanciare l’attrattività degli istituti vocational.

    Si può restituire a tutti gli istituti tecnici il ruolo trainante per l’economia locale, mettendo a fattor comune le buone pratiche di scuole tecniche eccellenti sparse nei territori, ma comunque resilienti, come in passato, quando hanno lanciato il Made in Italy nel mondo durante il «miracolo economico».

     

    Vai alla nota del CSC e alle infografiche