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Categoria: Focus

  • CONGIUNTURA FLASH CONFINDUSTRIA |  Novembre 2023

    CONGIUNTURA FLASH CONFINDUSTRIA | Novembre 2023

     

    Scende l’inflazione in Italia, ma i tassi sono alti e forse non ancora fermi, perciò il credito è troppo caro e meno disponibile.

    La crescita dell’economia italiana è ferma: i servizi sono in flessione e l’industria ancora debole.

    Gli investimenti vanno giù, i consumi sono quasi fermi, meglio l’export ma le prospettive non sono buone.

    L’Eurozona è vicina allo zero, la Cina stanzia 137 miliardi di stimoli, mentre negli USA sorprende in positivo la crescita nel 2023.

     

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  • PMI DAY CONFINDUSTRIA:  OLTRE 6.000 STUDENTI VISITANO 200 FABBRICHE APERTE IN EMILIA-ROMAGNA

    PMI DAY CONFINDUSTRIA: OLTRE 6.000 STUDENTI VISITANO 200 FABBRICHE APERTE IN EMILIA-ROMAGNA

    PMI DAY CONFINDUSTRIA:  OLTRE 6.000 STUDENTI VISITANO 200 FABBRICHE APERTE IN EMILIA-ROMAGNA

     

    Bologna, 16 novembre 2023  – In questi giorni oltre 6.000 studenti delle scuole secondarie di primo grado dell’Emilia-Romagna entreranno in azienda, spesso per la prima volta nella loro vita.

    Complessivamente nella regione sono circa 200 le fabbriche aperte in occasione del PMI Day, la Giornata Nazionale delle piccole e medie imprese organizzata da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con le Associazioni Industriali del territori: un’iniziativa che coinvolge centinaia di aziende e migliaia di partecipanti in tutto il Paese e consente di scoprire da vicino come nascono i prodotti e i servizi industriali.

    «Il PMI Day  − dichiara il Presidente della Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Minghelli  −  rappresenta un’occasione per raccontare agli studenti, agli insegnanti e alle comunità locali le nostre imprese, il nostro ruolo produttivo e sociale, la nostra organizzazione.

    L’edizione di quest’anno – sottolinea Minghelli  −  è dedicata al tema della libertà, intesa come possibilità per i giovani di crescere e sviluppare, attraverso lo studio, le competenze che li guideranno verso un percorso di successo e di soddisfazione. Pensiamo che vedere l’orgoglio e l’impegno delle persone che lavorano in azienda serva a trasmettere ai ragazzi i valori e la cultura d’impresa. Curiosità, responsabilità, fiducia nelle proprie possibilità sono elementi fondamentali per uno studente che vuole costruire il proprio futuro».

    Il PMI Day, giunto alla 14esima edizione, ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e del Merito, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, ed è inserito nella Settimana della Cultura d’Impresa organizzata da Confindustria e nella Settimana europea delle PMI promossa dalla Commissione europea.

     

     

  • REGOLAMENTO UNIONE EUROPEA IMBALLAGGI | IMPRESE IN ALLARME,  A RISCHIO INTERE FILIERE

    REGOLAMENTO UNIONE EUROPEA IMBALLAGGI | IMPRESE IN ALLARME, A RISCHIO INTERE FILIERE

    REGOLAMENTO UE IMBALLAGGI, IMPRESE IN AUDIZIONE: FORTE ALLARME, A RISCHIO INTERE FILIERE
    “COSTRUIRE ALLEANZA EUROPEA PER INTERVENIRE CON MAGGIORE BUON SENSO ED EQUILIBRIO”

     

    Roma, 14 novembre 2023 –   Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, Federdistribuzione, Casartigiani e CLAAI, oggi in audizione alla Camera sulla Proposta di Regolamento europeo in materia di imballaggi e rifiuti, hanno espresso al Parlamento l’assoluta necessità di fare pressione sulle Istituzioni Europee per un maggiore buon senso ed equilibrio nell’introduzione della nuova disciplina. Abbiamo ribadito l’allarme che deriva dall’applicazione delle nuove norme. Sono molti gli aspetti del provvedimento valutati come critici che, se approvato, rischiano di danneggiare un intero sistema di eccellenza.

    È a rischio oltre il 30% del Prodotto Interno Lordo del Paese, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Parliamo dei molteplici settori produttori di imballaggi, i loro fornitori di materie prime, dell’intera industria italiana del riciclo, delle imprese che utilizzano tali imballaggi per commercializzare ed esportare merci in Italia e all’estero, dall’agricoltura a tutte le filiere della produzione alimentare e della ristorazione, dalla cosmetica alla farmaceutica, dai pubblici esercizi al turismo, dalla piccola, media e grande distribuzione organizzata, al vending, alla logistica, ai produttori di macchinari. Ciò che più preoccupa della proposta è la mancanza totale di neutralità tecnologica.

    Il Governo si è assunto l’impegno di farsi portatore delle istanze delle imprese. Ma nelle prossime settimane i negoziati istituzionali giungeranno ad una fase decisiva. In vista del voto in plenaria del Parlamento europeo, previsto per il prossimo 22 novembre, e dell’intenzione della Presidenza spagnola di accelerare ulteriormente il negoziato e far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre, abbiamo ritenuto doveroso richiamare di nuovo l’attenzione delle Istituzioni italiane per i forti timori di pregiudizi irreversibili per l’economia e le filiere strategiche del Paese.

    Pur condividendo la necessità imprescindibile di lavorare insieme ad obiettivi ambientali sempre più ambiziosi, in questo caso non ci sono evidenze scientifiche che confermano che il riuso sia migliore del riciclo sotto il profilo ambientale, anzi per quanto riguarda i beni alimentari è vero il contrario. Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano un maggior consumo di acqua ed energia e le emissioni di CO2 sono nettamente peggiorative. L’Italia è tra i Paesi dell’Unione che, a detta della stessa Commissione, non corre il rischio di mancare gli obiettivi di riciclo né per gli imballaggi, né per i rifiuti urbani. Non si capisce quindi il motivo di penalizzare il riciclo a favore del riuso, sia sotto il profilo ambientale che economico.

    Le criticità del provvedimento, purtroppo, non sono “limitate” solo al tema del riuso a scapito del riciclo. Sono presenti, infatti, anche divieti di produzione per diverse tipologie di imballaggi monouso.

    Infine, un’ulteriore e importante criticità è rappresentata dall’identificazione, per alcune tipologie di imballaggi monouso, del cauzionamento (ovvero nel c.d. Deposit Return System, DRS).

    Per tutto quanto, non possiamo che rinnovare l’auspicio, anche in questa sede, di una sostanziale e profonda rivisitazione dell’intero provvedimento, per orientarlo ad un maggiore equilibrio e flessibilità.

    E’ fondamentale a nostro avviso concentrare con urgenza tutti gli sforzi su tre fronti: la presentazione e il sostegno di emendamenti per il voto in Parlamento europeo; il dialogo con la Presidenza spagnola e i Paesi che sostengono la proposta per evitare scelte arbitrarie ed estremamente impattanti per la nostra economia; il consolidamento delle alleanze con gli altri Stati membri – ve ne sono molti – che come l’Italia non condividono le misure del Regolamento, poiché non consentono la necessaria flessibilità e non riconoscono il principio di neutralità tecnologica per il raggiungimento di ambiziosi obiettivi ambientali attraverso l’economia circolare. siamo a chiedervi, facendo seguito alla positiva esperienza degli anni scorsi, la conferma della vostra collaborazione all’iniziativa di creazione d’impresa rivolta agli istituti di istruzione superiore dell’Emilia-Romagna.

     

    Sul tema Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Emilia Area Centro, in  collaborazione con UCIMA, nel luglio scorso organizzarono un incontro di approfondimento al quale parteciparono tra gli altri l’onorevole Massimiliano Salini, Membro del Parlamento europeo, e Maurizio Marchesini, Vice Presidente Confindustria per le Filiere e le Medie imprese. 

    https://www.confind.emr.it/news/regolamento-unione-europea-imballaggi-focus-bologna-organizzato-da-confindustria-emilia-romagna  

     

  • ALLUVIONE MAGGIO 2023: INDICAZIONI OPERATIVE PER LE IMPRESE DANNEGGIATE

    ALLUVIONE MAGGIO 2023: INDICAZIONI OPERATIVE PER LE IMPRESE DANNEGGIATE

     

     

    “Alluvione maggio 2023: indicazioni operative per le imprese danneggiate per la richiesta dei contributi ai sensi dell’Ordinanza Commissariale n. 11/2023” è stato il tema del webinar organizzato il 14 novembre da Confindustria Emilia-Romagna insieme a tutte le Confindustrie e Unioni Industriali della regione.

     

    Per ogni esigenza rivolgersi alle Confindustrie e Unioni Industriali di appartenenza

     

  • RAPPORTO DI PREVISIONE CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA “L’ECONOMIA ITALIANA TORNA ALLA BASSA CRESCITA?”

    RAPPORTO DI PREVISIONE CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA “L’ECONOMIA ITALIANA TORNA ALLA BASSA CRESCITA?”

     

    Qui di seguito la sintesi del Rapporto di previsione “L’economia italiana torna alla bassa crescita?” presentato dal Centro Studi Confindustria il 28 ottobre.

    Il Rapporto integrale e le slide del Direttore del CSC Alessandro Fontana sono disponibili al link https://shorturl.at/esJS9

     

    2024 A BASSA CRESCITA, PIL A +0,5. PESANO ALTI TASSI E DEBOLE COMMERCIO INTERNAZIONALE
    L’andamento del PIL italiano nel 2023 si profila in forte rallentamento rispetto al 2022, quando era cresciuto del +3,7%: nello scenario base, che non include gli effetti delle misure contenute del DDL Bilancio, il CSC prevede un incremento annuo del +0,7%, già interamente acquisito. La crescita nel 2024 è prevista al +0,5%. (stima di marzo 1,2%).

    Il rallentamento è dovuto all’effetto negativo dei tassi di interesse elevati sulle imprese e sulle famiglie, e a una dinamica negativa, nell’anno in corso, del commercio internazionale.

     

    PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CALO, SOPRATTUTTO PER I SETTORI ENERGIVORI
    Nel 2022 la dinamica dell’attività industriale delle imprese italiane era aumentata di +0,4%, mostrando segnali di indebolimento nella seconda metà dell’anno. Nel biennio di previsione, la produzione è attesa diminuire di -2,3% quest’anno e rimbalzare molto parzialmente, di +0,8%, nel 2024. A soffrire sono principalmente i cosiddetti settori energy intensive (come carta, chimica, metalli non metalliferi e metallurgia), e quelli che rientrano nella filiera delle costruzioni (legno, prodotti in metallo, ma anche alcuni dei già citati energivori). I livelli produttivi di questi settori si collocano ormai tutti sotto i valori medi del 2019. La contrazione di tali settori, oltre che nel 2022, è proseguita anche nella prima parte di quest’anno: in media a gennaio -agosto, rispetto allo stesso periodo del 2022, la chimica è in calo di -9,7%, la carta di -11,6%, la metallurgia di -7,1% e i minerali non metalliferi di -10,0%. Emerge, al contrario, una maggiore dinamicità per i comparti ad alta tecnologia come, ad esempio, la farmaceutica e le attività di computer ed elettronica e delle apparecchiature elettriche.

     

    CONSUMI DELLE FAMIGLIE DEBOLI MA RESILIENTI
    La spesa delle famiglie è attesa rimanere quasi ferma nella seconda metà del 2023. Ciò comporterà una crescita in media d’anno pari al valore già acquisito di +1,2%. I consumi delle famiglie torneranno ad aumentare nel 2024, con più slancio nella seconda metà dell’anno, sulla scia della discesa dell’inflazione e, quindi, del recupero del potere d’acquisto, oltre che sospinti da un miglioramento delle condizioni economiche e da una dinamica salariale più sostenuta, e registreranno in media d’anno una crescita di +0,6%.

     

    INVESTIMENTI IN PREOCCUPANTE CALO. VIENE MENO LA SPINTA DELLE COSTRUZIONI E DI INDUSTRIA 4.0. PNRR CRUCIALE.
    Gli investimenti fissi lordi sono attesi crescere moderatamente nel 2023 (+0,5%), al di sotto dell’acquisito al 2° trimestre (+0,8%). La dinamica è attesa in ulteriore peggioramento nel 2024: -0,1% la stima del CSC, in forte ridimensionamento rispetto agli anni scorsi (crescevano del 9,7% nel 2022 e invece saranno fermi nel 2024), per effetto soprattutto di una perdurante intonazione restrittiva della politica monetaria, che sta avendo un impatto più profondo dell’atteso e continuerà ad averlo per un periodo più lungo, e anche del minor ammontare di investimenti realizzati con il PNRR rispetto a quanto programmato nel DEF di aprile scorso.

    In prospettiva, i segnali provenienti dai dati qualitativi più recenti prefigurano un ulteriore calo degli investimenti nel breve termine. Il sentiment delle imprese si è affievolito, con l’indice di fiducia che è diminuito nel 3° trimestre a 106,8 da 108,9.

    Al rialzo, agirà sugli investimenti l’utilizzo delle risorse del PNRR e il recupero dei profitti, documentato almeno fino al 2° trimestre 2023: in questo scenario di previsione si assume un utilizzo solo parziale delle risorse PNRR rispetto a quanto programmato per il 2023 e 2024 nel DEF di aprile scorso e quindi la spinta agli investimenti per quanto cospicua, sarà nettamente inferiore nel biennio rispetto a quanto stimato avendo come base le risorse programmate nel DEF 2023. Per quanto riguarda l’effetto sulla crescita, Il CsC stima che con un PNRR pienamente attuato, il PIL italiano nel 2026 (cumulato in 6 anni, dal 2021) sarebbe più elevato del +2,8% e gli investimenti più elevati dell’11,1%.

     

    COMMERCIO ESTERO MOLTO DEBOLE
    Nello scenario CSC le esportazioni italiane di beni e servizi, dopo un’espansione quasi in doppia cifra nel 2022 (+9,9%), registrano una battuta d’arresto nel 2023 (+0,8%) e accelerano gradualmente nel 2024 (+2,3%), sotto ai ritmi medi di crescita del periodo pre-pandemia (+2,5% nel 2012-2019) ma in linea con il commercio mondiale.

     

    OCCUPAZIONE SEGUE IL PIL
    L’input di lavoro segue il PIL Come già nel 2022, l’input di lavoro, misurato in termini di unità equivalenti a tempo pieno (ULA), avanzerà nel biennio 2023-2024 a un ritmo complessivamente allineato a quello dei livelli di attività economica, seppur un po’ sopra quest’anno (+1,1% le ULA rispetto allo 0,7% del PIL) e lievemente sotto l’anno prossimo (+0,2% contro +0,5%).

     

    COSTO DEL LAVORO PER UNITA DI PRODOTTO CRESCE ANCHE NEL 2023 e 2024. INDUSTRIA ITALIANA PENALIZZATA, PERDE PRODUTTIVITA’. 
    Il Clup manifatturiero in Italia è cresciuto del +4,8% nel 2022, più che in altre economie europee (+3,7% nell’industria tedesca, +2,5% in media nell’Area euro). A fronte di una dinamica più contenuta del costo del lavoro per ora lavorata (+2,9% contro il +4,2% in Germania e il +3,9% medio nell’Area), la competitività dell’industria italiana è stata penalizzata da un ampio calo della produttività (-1,8%). Tra gli altri grandi paesi dell’Eurozona, la produttività del lavoro è calata nel 2022 solo in Francia, mentre è cresciuta in media del +1,4% (+0,6% in Germania). Nel biennio 2023-2024, il rafforzamento della dinamica salariale nel settore privato, che sta avvenendo con ritardo rispetto alla dinamica inflattiva, per effetto del meccanismo di aggiustamento delle retribuzioni contrattuali, spingerà al rialzo il Clup nel manifatturiero italiano, dato anche il forte calo della produttività del lavoro previsto per quest’anno (già acquisito nel 1° semestre, per l’ampio labor hoarding effettuato dalle imprese) e un solo marginale recupero il prossimo.

     

    INFLAZIONE: FRENATA IN FASE AVANZATA. AL 2,0% A FINE 2023
    La dinamica dei prezzi al consumo in Italia sta proseguendo in graduale rallentamento da dicembre 2022, scendendo al +5,3% annuo a settembre 2023. Un valore ancora alto rispetto all’obiettivo BCE del 2,0% (Grafico 18), ma decisamente più favorevole rispetto ai record toccati nel 2022 (+11,8% a ottobre e novembre). La variazione acquisita per la media del 2023 è pari al +5,7%. Nello scenario CSC, che incorpora un prezzo del gas in moderato aumento rispetto ai minimi di luglio, l’inflazione continuerà a frenare (soprattutto nei mesi finali del 2023, grazie a un favorevole “effetto base”), tornando in linea con l’obiettivo del +2,0% a fine anno. In media, si attesterà al +5,8% (da +8,1% nel 2022), con una revisione al ribasso di -0,5 punti rispetto allo scenario CSC di marzo. Nel 2024, terminata ormai la lunga frenata, l’inflazione è attesa rimanere intorno ai valori di fine 2023, assestandosi al +2,1% in media.

     

    CREDITO IN FORTE RIDUZIONE.  FRENATA MAI COSÌ BRUSCA DEI PRESTITI ALLE IMPRESE
    I prestiti bancari alle imprese in Italia si stanno rapidamente riducendo (-6,2% annuo ad agosto 2023), dopo aver toccato alti ritmi di crescita fino a metà del 2022 (picco a +4,8% in agosto). Un mutamento brusco, come raramente osservato nelle serie storiche del credito, dovuto soprattutto al rapido rialzo dei tassi di interesse deciso dalla BCE in tale periodo. Nel 2023 la liquidità delle imprese, misurata dal valore dei depositi in banca, si è assottigliata rapidamente (-5,6% annuo in agosto), tornando sul trend pre-pandemia. L’indicatore Istat della liquidità disponibile in azienda, rispetto alle esigenze operative, ha tenuto finora, poco sotto i valori pre-pandemia, ma solo perché si è ridotto il fabbisogno di risorse liquide. La situazione nei prossimi mesi potrebbe presto trasformarsi in carenza di liquidità, se il credito continua a ridursi. Le aziende che hanno più esigenza di credito per liquidità sono le produttrici di beni di consumo.

     

    FINANZA PUBBLICA
    Deficit pubblico alto
    , ma in riduzione. Nello scenario “a legislazione vigente” l’indebitamento netto della pubblica amministrazione è previsto scendere al 5,3% del PIL nel 2023 dall’8,0% dello scorso anno e al 3,8% nel 2024, sostanzialmente in linea con quanto indicato nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDEF) presentata dal Governo a fine settembre (5,2%).

    Non scende il debito.  Il debito pubblico in rapporto al PIL è stimato al 140,1% nel 2023, in calo di 1,5 punti rispetto al 2022, su valori simili a quelli stimati dal Governo. Per l’anno prossimo, è previsto risalire di oltre 0,4 punti fino al 140,6% del PIL anziché calare al 139,7% come indicato nel quadro tendenziale della NaDEF 2023.

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    I RISCHI E LE VARIABILI DELLA PREVISIONE

    Nell’attuale contesto, lo scenario previsivo presenta in prevalenza rischi al ribasso, ma anche qualcuno al rialzo.

    1. Un nuovo tragico capitolo del conflitto israelo-palestinese si è aperto proprio nei giorni di stesura di questo rapporto. Un prolungarsi della guerra e un eventuale ampliamento dei paesi coinvolti potrebbero accrescere ulteriormente la frammentazione geopolitica, con effetti negativi sul commercio internazionale; spingere verso un nuovo aumento del prezzo del petrolio e di altre commodity energetiche.

    2. La dinamica dei prezzi al consumo in Italia e in Europa ha intrapreso un percorso di graduale normalizzazione. Il processo in essere potrebbe richiedere un tempo minore del previsto, spingendo le Banche centrali ad accelerare la discesa dei tassi di interesse e anticipando così gli effetti positivi dell’allentamento della politica monetaria.

    3. Le banche centrali sono attese avviare nei prossimi trimestri un percorso, non coordinato, di riduzione dei tassi. Tuttavia, se la FED decidesse ulteriori rialzi, per abbattere ancor più l’inflazione la BCE potrebbe seguirla per evitare ripercussioni sul cambio che altrimenti spingerebbero in alto i prezzi in euro di petrolio e altre commodity importate. Ciò avrebbe un impatto restrittivo addizionale nell’Eurozona e in Italia.

    4. La piena efficacia del PNRR è condizionata al rispetto dei tempi previsti e all’attuazione delle riforme in programma. Il venir meno di uno di questi elementi implicherebbe un minor contributo alla crescita. L’ipotesi prudenziale sottostante questo scenario è che nel biennio 2023-2024 si avrà un utilizzo solo parziale delle risorse che erano state programmate nel DEF di aprile scorso.

    5. Un ulteriore rischio riguarda la dinamica dell’economia cinese, che nello scenario di previsione si ipotizza crescere quest’anno e il prossimo secondo gli obiettivi fissati dal Governo (+5% nel 2023 e +4,5% nel 2024). Una frenata potrebbe indurre una battuta d’arresto a livello internazionale: un punto in meno di crescita, ridurrebbe di circa due decimi il PIL mondiale.

     

  • 20-24 novembre 2023 | DIGITAL ECONOMY, INTERNET OF THINGS, CYBERSECURITY

    20-24 novembre 2023 | DIGITAL ECONOMY, INTERNET OF THINGS, CYBERSECURITY

     

    Dal 20 al 24 novembre 2023 la rete Enterprise Europe Network organizza un evento virtuale di matchmaking dedicato ai temi Economia Digitale, Internet of Things e Cybersecurity il

    L’iniziativa “DEICy 2023 Digital Economy, Internet of Things, Cybersecurity prevede 5 giornate di sessioni plenarie, workshop e incontri individuali virtuali (mediante la piattaforma del b2b) tra imprese, centri di ricerca e istituzioni per opportunità commerciali e tecnologiche nelle aree della Trasformazione Digitale, Internet of Things e Cybersecurity. Per le aziende che lo desiderano, su richiesta, vi è la possibilità di presentare la propria soluzione durante i workshop.

    Focus Tematici

    • Digital transformation: Artificial Intelligence for Business, Digital Economy, Digital Society, Digital Market, Digital Work, Digital Government, Digital Consumption, Digital Production.
    • Internet of Things: Consumer application IoT, Energy IoT, Environmental engineering IoT, Industrial IoT, Healthcare IoT, Agriculture IoT, Automotive Industry IoT, Dual-use technology.
    • Cybersecurity: Digital Economy and Cybersecurity challenges, Cybersecurity digital tools, Security of digital services, Artificial intelligence & Cybersecurity.

     

    La partecipazione all’evento è gratuita, previa registrazione entro il 24 novembre 2023 tramite l’apposita piattaforma on line: https://deicy2023.b2match.io/

    Al momento della registrazione è necessario indicare IT – Confindustria Emilia-Romagna come Support office affinché le imprese dell’Emilia-Romagna partecipanti possano beneficiare del supporto alla partecipazione all’evento.

    Per maggiori informazioni sulle modalità di iscrizione, in allegato la scheda riassuntiva dell’iniziativa.

     

    Per informazioni
    Enterprise Europe Network – Consorzio Simpler
    tel: +39 051 3399911
    e-mail: simpler@confind.emr.it 

     

  • IMPRESE ESTERE, CONFINDUSTRIA-LUISS: RUOLO CRUCIALE PER ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA

    IMPRESE ESTERE, CONFINDUSTRIA-LUISS: RUOLO CRUCIALE PER ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA

     

    IMPRESE ESTERE, CONFINDUSTRIA-LUISS: RUOLO CRUCIALE PER ECONOMIA DELL’EMILIA-ROMAGNA

    23 ottobre 2023 – Nel 2020 in Emilia-Romagna sono state registrate 4.216 imprese estere, con 123.925 addetti e un fatturato di circa 41 miliardi di euro, corrispondente al 13,7% del fatturato regionale e al 5,6% di quello della ripartizione Nord-est. Queste imprese generano un valore aggiunto di circa 10 miliardi di euro, equivalente al 13% del valore aggiunto regionale e al 5,2% di quello del Nord-est. I dati emergono dal Rapporto “Le imprese estere in Italia: l’Emilia-Romagna”, prodotto dall’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Luiss, in collaborazione con Istat e la Scuola IMT Alti Studi di Lucca, presentato oggi presso la sede di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna.

    Il Rapporto evidenzia che l’Emilia-Romagna si distingue per la sua vocazione manifatturiera, con una quota di valore aggiunto manifatturiero del 27,5%, superiore alla media nazionale. Inoltre, contribuisce al 13,5% delle esportazioni nazionali, risultando seconda solo alla Lombardia. Le imprese estere giocano un ruolo significativo nell’economia regionale, impattando diversi indicatori economici.

    Le imprese a capitale estero presenti nella regione sono caratterizzate dalla loro qualità aziendale, orientamento all’innovazione e potenziale di crescita. Si specializzano in numerosi settori chiave, tra cui l’industria delle bevande e del tabacco, nonché la fabbricazione di autoveicoli e di altri mezzi di trasporto. Tali imprese mostrano anche una produttività del lavoro superiore rispetto a quelle a controllo nazionale, con un premio di produttività del 3% circa, evidenziando una maggiore capacità nell’utilizzo dei fattori di produzione. Infine, nelle diverse fasi della catena del valore, le imprese a controllo estero in Emilia-Romagna aggiungono un valore superiore rispetto alle aziende domestiche, specialmente nelle fasi più strategiche del ciclo produttivo.

    Complessivamente, la presenza delle imprese estere in Emilia-Romagna contribuisce in modo significativo all’ecosistema economico regionale, con impatti positivi sulla competitività, l’occupazione e la specializzazione settoriale.

    “Le imprese a controllo estero giocano un ruolo cruciale nell’economia nazionale, con una particolare rilevanza per l’Emilia-Romagna. Le loro specializzazioni settoriali, il contributo alla produttività e alla retribuzione dei lavoratori, nonché la loro posizione strategica nei segmenti ad alto valore aggiunto nelle reti produttive globali, sono elementi di fondamentale importanza”, ha sottolineato Barbara Beltrame Giacomello, Presidente di ABIE e Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria. “Questi fattori sono determinanti per la crescita economica del Paese e dei territori, richiedendo un impegno costante verso l’innovazione da parte delle imprese e una consapevole attenzione da parte delle autorità di governo, sia a livello centrale che regionale. Non da ultimo, è significativo sottolineare che l’Emilia-Romagna è una tra le regioni con cui abbiamo sottoscritto un Protocollo d’Intesa per consolidare la presenza delle multinazionali già insediate sul territorio”.

    “Le aziende straniere scelgono l’Emilia-Romagna per le sue rinomate filiere produttive globali come Food Valley, Motor Valley e Packaging Valley. L’accento sull’export, la coesione sociale e politiche economiche efficaci, unite a una forte spinta verso ricerca e innovazione, creano un ambiente ideale per progetti impegnativi. Tuttavia, il forte sviluppo non è stato accompagnato da un potenziamento delle infrastrutture, con mancanza di scuole internazionali, aeroporti e collegamenti autostradali strategici”, ha detto Maurizio Marchesini, Vice Presidente per le Filiere e le Medie Imprese di Confindustria. “L’auspicio è che gli investimenti esteri non solo spingano le imprese a crescere e investire in R&S, ma inducano anche a ripensare il territorio come ecosistema ben attrezzato nelle reti e nei servizi. L’ingresso massiccio di tecnologie innovative come il supercalcolo, l’IA e la digitalizzazione promuoverà un posizionamento virtuoso delle imprese in termini di criteri ESG, che sono ormai un modello di business consolidato”.

    “Ci sono diversi fattori per cui grandi player internazionali investono in Italia e in Emilia-Romagna: una forte specializzazione manifatturiera; un valore aggiunto molto elevato; la presenza di forza lavoro e di una serie di distretti. La presenza di società di capitali esteri serve anche per far aumentare il livello di competitività generale e inserire anche le Pmi in un circolo virtuoso rispondendo a criteri molto elevati”, ha evidenziato Valentino Valentini, Vice Ministro delle Imprese e del Made in Italy. “In questo modo il player internazionale diventa protagonista significativo del tessuto economico in cui si trova. In questo senso è costante e proficua la collaborazione con l’Advisory Board Investitori Esteri (ABIE) di Confindustria e l’impegno, attraverso il Mimit, è sviluppare una collaborazione sempre maggiore con Abie, le Regioni e i grandi player internazionali per agevolare gli investimenti e far sì che questi generino altro valore aggiunto ed entrino nel tessuto produttivo facendolo crescere”. In questo il caso di Philp Morris è “uno degli esempi più virtuosi del rapporto tra imprese a capitali esteri: Philip Morris ha sviluppato tecnologie italiane, ha creato una filiera di 8 mila imprese e dà lavoro a 41 mila persone”.

    “Per mantenere il nostro territorio attrattivo”, ha aggiunto Annalisa Sassi, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna, “dobbiamo continuare ad investire sui punti di forza della regione, ma anche indirizzare le nostre competenze verso nuove filiere ad alto potenziale di sviluppo. Due aspetti sono strategici per l’attrattività: la disponibilità di alloggi per manager e lavoratori e un sistema moderno ed efficiente di infrastrutture e logistica. Per il primo occorre un grande e ambizioso piano di riqualificazione urbana in chiave green e sostenibile, per il secondo bisogna accelerare e puntare con decisione alla realizzazione delle opere infrastrutturali previste, senza dimenticare gli interventi sull’assetto idrogeologico”.

    “Siamo presenti nel Paese dal 1963 con l’apertura del nostro primo stabilimento produttivo a Zola Predosa in Emilia-Romagna. Oggi l’Italia è il cuore pulsante della nostra trasformazione verso un futuro senza fumo, e ospita una filiera integrata del Made in Italy composta da 8.000 imprese italiane che dà lavoro a circa 41.000 persone su tutto il territorio nazionale”, ha commentato Marco Hannappel, Presidente e Amministratore delegato di Philip Morris Italia. “Le eccellenze del territorio e la strategica sinergia con i nostri partner ci hanno permesso di inaugurare qui a Crespellano la più grande fabbrica costruita ex novo in Italia nell’ultimo secolo, dedicata esclusivamente ai prodotti innovativi senza combustione. Siamo convinti che l’attrazione di investimenti esteri, la valorizzazione delle eccellenze dei territori e la creazione di ecosistemi di filiere siano elementi indispensabili per creare valore aggiunto nel Paese in termini economici, sociali e di innovazione”.

     

  • NUOVA MISURA SIMEST PER LE IMPRESE ESPORTATRICI DANNEGGIATE DALL’ALLUVIONE

    NUOVA MISURA SIMEST PER LE IMPRESE ESPORTATRICI DANNEGGIATE DALL’ALLUVIONE

     

    Il sistema Confindustria Emilia-Romagna, in collaborazione con Simest, il 25 ottobre ha organizzato il webinar “La nuova misura Simest a sostegno delle imprese esportatrici danneggiate dall’alluvione”.

    Il prossimo 21 novembre SIMEST attiverà una nuova misura a sostegno delle imprese esportatrici dei territori colpiti dall’alluvione di maggio 2023, che prevede contributi a fondo perduto per l’indennizzo dei comprovati danni nella forma di perdita di reddito a seguito dell’evento calamitoso.

    Rimane contemporaneamente attiva la misura di SIMEST aperta a giugno per il ristoro dei danni materiali diretti subiti a causa dell’alluvione, aggiornata con nuovi termini e condizioni a partire dal 21 novembre: apertura alle imprese di tutte le dimensioni; riduzione al 3% della soglia di accesso minima di fatturato export; incremento dell’importo massimo del contributo fino a 5 milioni di euro per impresa.

    La dotazione complessiva prevista per entrambe le misure è di 300 milioni di euro.

    Nel corso del webinar sono stati illustrati il contenuto degli interventi, i criteri di accesso e le modalità di presentazione delle domande.

     

    Per ricevere la documentazione: 
    internazionale@confind.emr.it – tel. 0513399911

     

     

     

     

     

  • Un focus sul ruolo delle multinazionali in Emilia-Romagna | Il 23 ottobre presso Philip Morris Bologna

    Un focus sul ruolo delle multinazionali in Emilia-Romagna | Il 23 ottobre presso Philip Morris Bologna

     

    IL CONTRIBUTO DELLE IMPRESE ESTERE PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO: IL CASO DELL’EMILIA-ROMAGNA

    Lunedì 23 ottobre 2023 dalle ore 10.00 alle 12.30 a Crespellano, Valsamoggia (Bologna)
    presso Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna, Via Giacomo Venturi 2.

     

    Obiettivo dell’iniziativa è sottolineare il ruolo che le imprese a capitale estero svolgono in Emilia-Romagna, nell’ottica di accrescere le sinergie tra i soggetti privati e pubblici e individuare strategie per attrarre nuovi investimenti.

    Nell’occasione sarà presentata un’analisi sul contributo che le imprese multinazionali svolgono nella nostra regione, per comprendere l’impatto economico e sociale che producono nel territorio.

    Apriranno i lavori Barbara Beltrame Giacomello, Vicepresidente per l’Internazionalizzazione Confindustria, il Vice Ministro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini e il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.  L’analisi sarà illustrata Alessandro Faramondi, Dirigente Istat, e Roberto Monducci dell’Osservatorio Imprese Estere.

    Alla tavola rotonda interverranno Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato Philip Morris Italia, Presidente Europa Sud occidentale Philip Morris International; Rosa Grimaldi, Delegata del Sindaco di Bologna alla promozione economica e attrattività internazionale, Industrie culturali e creative, Impatto Tecnopolo; Leonardo Salcerini, Amministratore Delegato Toyota MH Italia; Annalisa Sassi, Presidente Confindustria Emilia-Romagna. Chiuderà i lavori Maurizio Marchesini, Vicepresidente per le Filiere e le Medie Imprese Confindustria.

     

    L’incontro è ad inviti. Per informazioni:  comunicazione@confind.emr.it

  • ENTRO IL 31 OTTOBRE BORSE DI STUDIO DEL GRUPPO EMILIANO-ROMAGNOLO DEI CAVALIERI DEL LAVORO

    ENTRO IL 31 OTTOBRE BORSE DI STUDIO DEL GRUPPO EMILIANO-ROMAGNOLO DEI CAVALIERI DEL LAVORO

    Il Gruppo Emiliano Romagnolo dei Cavalieri del Lavoro mette a concorso, con riferimento all’anno scolastico 2022/2023,  30 Premi di Studio da 1.000 euro ciascuno, riservati a studenti emiliano romagnoli degli Istituti Tecnici Tecnologici Statali.

    Settore di Indirizzo: Agraria, Agroalimentare e Agroindustria – Chimica, Materiali e Biotecnologie – Costruzioni, Ambiente e Territorio – Elettronica ed Elettrotecnica – Grafica e Comunicazione – Informatica e Telecomunicazioni – Meccanica, Meccatronica e Energia – Sistema Moda – Trasporti e Logistica.

    Potranno concorrere all’assegnazione gli studenti degli Istituti Tecnici Tecnologici Statali dei Settori di Indirizzo sopra specificati delle province di: Bologna – Ferrara – Forlì/Cesena – Modena – Parma – Piacenza – Ravenna – Reggio Emilia – Rimini che nell’anno scolastico 2022/2023 abbiano superato l’Esame di Stato con votazione non inferiore a 100/100 o 100/100 e lode e abbiano ottenuto una votazione media non inferiore agli 8/10 nei singoli 2 anni precedenti.

    La domanda per l’assegnazione del Premio di Studio, in carta libera, dovrà essere inviata: all’indirizzo cavlavgruppoer@pec.it oppure a mezzo raccomandata a/r, al seguente indirizzo: Gruppo Emiliano Romagnolo Cavalieri del Lavoro – Via Barberia, 13 40123 Bologna – entro e non oltre il 31 ottobre 2023.

     

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