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Categoria: Focus

  • 4 luglio 2023 |  PROTAGONISTI DELLE TRANSIZIONI – Incontro organizzato da Orione e Fondimpresa

    4 luglio 2023 | PROTAGONISTI DELLE TRANSIZIONI – Incontro organizzato da Orione e Fondimpresa

     

    PROTAGONISTI DELLE TRANSIZIONI
    Martedì 4 luglio 2023 ore 10.30
    Bologna, via Barberia 13 –  Sede Orione e Confindustria Emilia-Romagna

     

    Il 4 luglio alle ore 10.30 si terrà a Bologna, in via Barberia 13,  l’incontro “Protagonisti delle transizioni” organizzato da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria Emilia-Romagna e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna.

    L’iniziativa sarà l’occasione per approfondire i temi della formazione continua e diffondere i risultati dell’attività di Fondimpresa nella regione.

    Quest’anno il focus sarà dedicato al tema delle transizioni e delle competenze necessarie, dando spazio alle esperienze di rappresentanti di imprese e lavoratori che si misurano quotidianamente con i cambiamenti in atto. 

     

    PROGRAMMA

     

    Introduzione ai lavori
    Daniele Botti, Presidente Orione

     

    I risultati di Fondimpresa in Emilia-Romagna
    Roberto Rinaldi, Vice Presidente Orione

     

    Tavola rotonda

    Transizioni e competenze

    Federico Garavaldi, HR Plant Manager Smeg

    Filippo Caltabiano, Head of People & Culture Fiege Logistics Italia

    Samantha Metalli, Chief Operations Officer Onit

    Claudia Betti, RSU Walvoil

    Ivan Pelizzari, RSU Marazzi

    Rosa D’Ambrosio, RSU Parmalat

     

    Intervento
    Francesca Bergamini, Responsabile Settore Educazione, Istruzione, Formazione, Lavoro della Regione Emilia-Romagna

     

    Conclusioni
    Elvio Mauri, Direttore Generale Fondimpresa

     

    Modera: Giuseppe Pilloni, giornalista E’ tv-Rete 7

     

     

    Per informazioni e adesioni
    t.termanini@rete.fondimpresa.it
    051 0195511

     

  • Il Rapporto Regionale PMI 2023 – Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit

    Il Rapporto Regionale PMI 2023 – Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit

    RAPPORTO REGIONALE PMI 2023 – Sintesi Stampa

    CONFINDUSTRIA-CERVED: LE PMI REGGONO AGLI SHOCK, PUR CON SEGNALI DI RALLENTAMENTO. PNRR FONDAMENTALE PER LA RIPRESA
    In crescita nel 2022 fatturato e valore aggiunto, pesa l’aumento del costo del debito

     

    In allegato alcuni dati relativi all’Emilia-Romagna
     

    Il Rapporto Regionale PMI 2023, realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit, approfondisce la struttura e l’evoluzione dello stato di salute delle piccole e medie imprese italiane da una prospettiva territoriale. Il rapporto analizza i conti economici delle circa 160mila PMI italiane, basandosi sui dati di consuntivo del bilancio 2021 e offrendo stime per il 2022, attraverso i modelli predittivi economico-finanziari di Cerved.

    I dati mettono in evidenza i diversi impatti sui sistemi di PMI territoriali degli shock sequenziali che negli ultimi anni hanno colpito il nostro sistema economico. Sul fronte dei conti economici si stima una sostanziale tenuta di fatturato (+2,4%), valore aggiunto (+1,4%) e MOL (+2,9%), che recuperano i livelli del 2019 (rispettivamente +9,1%, +8,7% e +14,9%).. Questi indicatori sono accompagnati da evidenze meno incoraggianti, che suggeriscono una possibile inversione di tendenza nel prossimo biennio. I segnali di rallentamento sono più significativi nelle zone del Centro-Sud e lasciano ipotizzare un incremento del divario strutturale tra sistema produttivo settentrionale e meridionale.

    I primi effetti dell’inflazione e dell’aumento del costo del debito fanno contrarre la redditività netta e gli utili delle PMI. Nel 2022 si stima infatti un calo del ROE dello 0,6% (dal 12% all’11,4%). La riduzione della redditività è più marcata nel Centro (dall’11,4% del 2021 al 10,4% del 2022) e nel Mezzogiorno (dal 13% del 2021 al 12,2% del 2022), con il Nord-Est e il Nord-Ovest che soffrono di meno (dal 12,5% del 2021 al 12,1% del 2022 per il Nord-Est e dall’11,5% all’11,1% per il Nord-Ovest). In parallelo, la quota di PMI in perdita passa dal 12,2% del 2021 al 27,9% del 2022, con effetti più significativi nel Centro (+16,4%; dal 13,4% al 29,8%).

    Il peggioramento della congiuntura genera impatti anche sulle abitudini di pagamento delle PMI: i mancati pagamenti sono attesi in rialzo del 4,3% a livello nazionale (sono il 29,4% delle fatture nel dicembre 2022 contro il 25,1% del dicembre 2021). I valori più elevati si toccano tuttavia nel Mezzogiorno (39,6%; +5,8% su base annuale) e nel Centro (32%; +2,9% sull’anno). Più contenuti i mancati pagamenti nel Nord-Est (22,7%; +3,5%) e nel Nord-Ovest (27,2%, +4,6% sull’anno). Segnali di un’inversione di tendenza si intravedono anche tra gli indicatori di stabilità finanziaria.

    Il rapporto monitora, inoltre, l’evoluzione dell’uscita dal mercato delle PMI. Le stime del 2022 confermano la prosecuzione del congelamento delle chiusure che si osserva dal 2019; i fallimenti calano del 34,7% su base annua (661 nel 2022 vs 1013 nel 2021) e le procedure non fallimentari del 49,4% (da 330 nel 2021 a 167 nel 2022). Il calo dei fallimenti è particolarmente marcato nel Mezzogiorno (-45,2%, da 230 a 126) e nel Nord-Ovest (-42,2% da 341 a 197), mentre le procedure non fallimentari si riducono particolarmente nel Nord-Est (-60,2%) e nel Centro (-55,3%).

    Il Rapporto viene presentato in un momento complicato per le PMI italiane: il persistere dell’inflazione ben oltre i propri obiettivi di mandato sta spingendo la BCE a un continuo e deciso rialzo dei tassi, che si ripercuote sul costo dei finanziamenti alle imprese e, indirettamente, sul credito richiesto e su quello concesso, così come sugli investimenti. Dopo quasi otto anni di tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali inferiori o pari a 0,25 punti, in un anno (da luglio 2022) si sono raggiunti oggi 4,00 punti. I processi di ristrutturazione aziendale degli ultimi dieci anni, ancorché incompleti e differenziati tra settori e territori, avevano reso più solido il tessuto produttivo italiano. La crisi che ha caratterizzato – ed è seguita – ai periodi di lockdown ha però fatto fare alle imprese un passo indietro di 4 anni nel processo di rafforzamento dei bilanci osservato nei 10 anni pre-pandemia. Questo ha riguardato in particolare le PMI.

    A fronte di queste difficoltà, aumentano anche le sfide per il futuro. La duplice transizione, ormai ineludibile, richiede ingenti investimenti a tutti i livelli della filiera, così come competenze adeguate agli obiettivi. Tanto il mercato quanto regole sempre più stringenti impongono anche alle PMI un cambio nei propri processi, che a loro volta richiede più managerializzazione, più formazione e più investimenti.

    In questo contesto, per aiutare le imprese a crescere è necessario un disegno di politica economica e industriale coerente e di medio-lungo periodo, che agisca in primis correggendo le criticità strutturali con cui devono fare i conti le PMI e mediante incentivi mirati che risolvano o attutiscano i principali deficit.

    Per raggiungere questi obiettivi e superare le criticità che frenano la competitività delle imprese, il PNRR è un’opportunità storica. La prima azione che il PNRR deve sostenere è l’implementazione delle riforme: del lavoro, che includa le politiche attive; del sistema scolastico, del sistema giudiziario e del fisco. Oltre alle riforme, il PNRR gioca un ruolo centrale per la realizzazione degli investimenti a sostegno della competitività, non solo del sistema imprenditoriale, ma di tutto il territorio. Sia riforme che investimenti hanno ora bisogno di una decisa spinta verso l’attuazione. Sul fronte degli investimenti, oltre ai ritardi strutturali, si registra una situazione di incertezza, legata soprattutto al tema delle “rimodulazioni”.

    La prima occasione di aggiornamento del Piano è rappresentata da REPowerEu. La priorità dovrebbe essere focalizzata su interventi da attuare con strumenti automatici, che possano, da un lato, sostenere le imprese ad affrontare i costi della trasformazione green e, dall’altro lato, favorire le condizioni di contesto a supporto di questo processo, tra cui gli investimenti nel digitale e sulle competenze necessarie in quest’ottica.

    Quanto alla digitalizzazione, è necessaria una revisione e un potenziamento degli strumenti a supporto della trasformazione digitale delle imprese, tenendo conto dei mutati obiettivi in ottica di Industria 5.0 e facendo tesoro dell’esperienza dei piani relativi al 4.0. Inoltre, per le PMI rimane di fondamentale valore il cosiddetto “network dell’innovazione 4.0”, composto da Competence center e Digital Innovation Hub, capaci di affiancare le imprese di minori dimensioni nell’analisi dei loro bisogni e nell’individuazione e applicazione delle tecnologie digitali più adatte.

    Un’altra linea di azione attiene agli ambiti della ricerca e dell’innovazione. Le PMI affrontano sfide significative quando si tratta di sostenere i costi delle attività di ricerca e sviluppo. D’altro canto, grazie alla loro struttura flessibile, sono in grado di assorbire più facilmente le innovazioni di processo e di prodotto, anche se queste sono state sviluppate altrove. In tal senso, è particolarmente apprezzabile il “credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo”, incentivo nazionale che prevede una maggiorazione per le imprese localizzate al Sud.  

    Sotto il profilo finanziario, il rialzo dei tassi di interesse sta oggi determinando una riduzione della domanda di prestiti da parte delle imprese e condizioni di accesso al credito decisamente più restrittive. Questo crea una serie tensioni finanziarie sulle imprese, che hanno contratto finanziamenti a tasso variabile e si sono indebitate per far fronte alla crisi degli ultimi tre anni. In tale contesto, è necessario intervenire per assicurare la sostenibilità del debito in essere delle imprese, favorendo operazioni di rinegoziazione e allungamento dei finanziamenti, incluse moratorie. A tal fine, sono tuttavia necessarie modifiche alle regole bancarie europee (in particolare della definizione di default), che scoraggiano tali operazioni. Occorre poi rivedere le regole temporanee europee sugli aiuti per consentire un allungamento della durata dei finanziamenti garantiti dallo Stato, sia in essere sia nuovi.

    Vanno poi rafforzate le garanzie pubbliche. In particolare, per quanto riguarda il Fondo di Garanzia per le PMI, occorre intervenire per prevedere la gratuità di accesso per tutte le operazioni finanziarie, elevare le coperture di garanzia e innalzare l’importo massimo garantito. Le condizioni del credito in peggioramento rafforzano la necessità per le PMI di ricorrere maggiormente a strumenti di finanza alternativa, aprendo il proprio capitale a investitori esterni. Per questo, serve un set integrato di misure, in grado di raggiungere le diverse tipologie e classi dimensionali di imprese e di attivare sempre più il risparmio privato. Per farlo, è necessario che le imprese sviluppino maggiori capacità di comunicare al mercato e una governance adeguata, cui è possibile tendere, anche in questo caso, rafforzando il proprio livello di managerializzazione.

    Infine, la revisione del sistema nazionale degli incentivi, avviata dal Governo, è condivisibile nella sua ratio di fondo: reimpostare il sistema utilizzando pochi strumenti e semplici, facendo leva quegli schemi agevolativi che, nella pratica, hanno già dimostrato di funzionare in maniera efficace (es. Fondo di Garanzia per le PMI, Nuova Sabatini, FRI), adattandoli, anche con il supporto delle Regioni, alle diverse e specifiche strategie ed esigenze.

     

    Dichiarazione Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria e vice presidente di Confindustria e past President Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna
    “La dimensione media delle PMI italiane sta crescendo, segno del rafforzamento patrimoniale di questi anni e, in generale, degli investimenti effettuati per aumentare la competitività. Ma come emerge dal Rapporto Regionale PMI 2023 presentato oggi, seppure la pandemia ha riportato le lancette indietro di quattro anni, la direzione di marcia delle nostre imprese è sempre la stessa, non si sono fermate. Di fronte alle peggiorate condizioni del credito, il supporto di cui abbiamo bisogno è finalizzato, infatti, ad investire con ancor più decisione nella duplice transizione, green e digitale, e sulle competenze interne all’azienda. Sono richieste che arrivano dal mercato e dai regolatori e che ritroviamo lungo tutte le filiere. E per le PMI rappresentano condizioni imprescindibili per poter continuare a essere fornitori strategici dei campioni nazionali e internazionali. Non ultimo, produttività, nuove tecnologie e sostenibilità saranno anche driver determinanti per mitigare l’impatto della curva demografica, che sempre di più – almeno nel medio periodo – sembra condannare l’Italia”.

    Dichiarazione di Emanuele Orsini, vice presidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco 
    “Siamo molto preoccupati dell’andamento dei tassi d’interesse, soprattutto alla luce dell’annuncio fatto ieri da Christine Lagarde su un nuovo aumento dei tassi a luglio. Il credito è divenuto repentinamente molto più caro. A giugno il costo del denaro è arrivato al 4% e sta spiazzando la domanda delle imprese, come emerge chiaramente anche dal Rapporto Regionale PMI presentato oggi. La questione è seria. Si tratta forse della principale preoccupazione delle imprese in questo momento. L’aumento dei tassi rende più tesa la loro situazione finanziaria, in un momento in cui escono già fortemente indebitate dalla crisi pandemica e da quelle generate dal caro energia e dal conflitto russo-ucraino. L’effetto è che viene a mancare un sostegno a produzione e investimenti. Sostegno che è invece essenziale per consentire alle imprese di affrontare le sfide della transizione sostenibile e digitale in atto. Una parte delle risorse potrà venire dal PNRR, che potrebbe essere appositamente rimodulato; non dobbiamo dimenticarci che è stato disegnato nel 2020. Resterà comunque un funding gap importante e il ruolo del settore finanziario sarà determinante nel sostenere la transizione delle imprese verso la sostenibilità e più in generale nell’accompagnarle verso una piena consapevolezza e l’integrazione dei principi ESG nelle loro strategie”.

     

     

  • INVESTIMENTI |  LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUANO AD INVESTIRE, IL 23% IN PIÙ DELL’ANNO PRECEDENTE

    INVESTIMENTI | LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUANO AD INVESTIRE, IL 23% IN PIÙ DELL’ANNO PRECEDENTE

     

    Le imprese dell’Emilia-Romagna continuano ad investire in modo strutturale nonostante lo scenario incerto e turbolento
    Sempre maggiore attenzione alla sostenibilità: il 60 per cento ha programmato investimenti per il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente

     

    Bologna, 8 giugno 2023  –  L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Associazioni e Unioni Industriali della regione, conferma la vivacità del sistema industriale: le aziende emiliano-romagnole hanno investito il 5 per cento del fatturato nel corso del 2022, con un aumento del 23 per cento rispetto al 2021.

    Le imprese nel 2022 hanno puntato soprattutto su investimenti di natura organizzativa e gestionale: il 52 per cento delle imprese ha investito in formazione e altrettanti in ICT, il 48 per cento in linee di produzione e il 40 per cento in ricerca e sviluppo.

    Anche le previsioni per il 2023 sono positive: le imprese che prevedono di effettuare investimenti sono l’88 per cento, una quota significativa ma in leggera contrazione rispetto al 2022.  Oltre il 50 per cento delle aziende prevede di investire in ICT e formazione, il 43 per cento in ricerca e sviluppo, il 31 per cento tutela ambientale e il 25 per cento in nuovi immobili.

    «La spinta delle imprese agli investimenti – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi − ha contribuito anche nel 2022 a mantenere elevato il ritmo di crescita dell’economia regionale. Gli imprenditori emiliano-romagnoli hanno continuato ad investire pur in uno scenario incerto e turbolento, caratterizzato dal conflitto russo-ucraino, l’esplosione dei costi energetici e delle materie prime, l’aumento dell’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse. Occorre grande attenzione ad accompagnare e sostenere soprattutto le piccole imprese, che hanno possibilità di investimento strutturalmente più basse delle medio-grandi a causa di una minore capacità finanziaria e maggiore difficoltà a reperire risorse umane qualificate. Le previsioni per il 2023 sono positive ma necessariamente caute. La cautela è accentuata dai possibili effetti delle recenti alluvioni sul sistema produttivo, non inclusi nella nostra indagine, che potranno ridimensionare la dinamica di crescita dell’Emilia-Romagna».

    L’indagine rileva quali siano i principali fattori di ostacolo alle decisioni di investimento. La dinamica congiunturale è il primo freno ad investire: quasi il 40% delle imprese si attende una domanda insufficiente. A seguire le difficoltà a reperire le risorse umane (35%), più stringenti per le grandi imprese, per le imprese del settore metalmeccanico e del terziario.  Il 25% delle imprese segnala come la burocrazia e le difficoltà sulle risorse finanziarie frenino gli investimenti.  I costi dell’energia rappresentano un ostacolo per il 18% delle imprese e sono più critici per le medio-grandi imprese, le imprese del settore metalmeccanico e della chimica/plastica.

    Si conferma, sotto il profilo dimensionale, il divario tra piccole e grandi imprese: la quasi totalità delle medio-grandi imprese ha investito, mentre una piccola impresa su cinque non ha effettuato investimenti nel 2022.

    Alla presentazione dell’Indagine ha partecipato anche Intesa Sanpaolo. «L’indagine –  afferma Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo − conferma come  l’Emilia-Romagna sia una  regione  dinamica  e  un traino  per l’economia nazionale  anche nei momenti di incertezza, poiché costantemente proiettata verso gli investimenti strategici e l’innovazione. Come prima banca italiana siamo impegnati ad essere partner a 360 gradi delle imprese sostenendole con misure straordinarie ove necessario e supportandone i progetti di sviluppo, come quelli verso l’indipendenza energetica e la sostenibilità ambientale cui le imprese regionali dimostrano grande attenzione. Come Direzione Regionale Intesa Sanpaolo nel 2022 abbiamo erogato 1,6 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine alle imprese regionali, con oltre 370 milioni legati ad obiettivi di sostenibilità concordati con le aziende con specifici meccanismi di premialità. Intendiamo fornire alle imprese gli strumenti più innovativi per cogliere le opportunità derivanti dalla transizione sostenibile: nell’ambito dei 410 miliardi di euro di finanziamenti che il Gruppo prevede a sostegno degli obiettivi del PNRR, 76 sono dedicati alla transizione energetica e agli investimenti in energie rinnovabili».

    «Per una situazione straordinaria come quella provocata dalle recenti alluvioni abbiamo ritenuto doveroso mettere a disposizione misure straordinarie per contribuire al superamento dell’emergenza e sostenere una ripresa quanto più celere possibile per imprese e famiglie – sottolinea la Florio –. Due misure sono a fondo perduto: Intesa Sanpaolo donerà 5 milioni di euro e restituirà gli interessi sul mutuo per le famiglie a reddito più contenuto con casa danneggiata irreversibilmente. Abbiamo poi stanziato 2 miliardi di euro per finanziamenti a condizioni agevolate, con possibilità di preammortamento per le imprese fino a 36 mesi e di accesso alle garanzie pubbliche. Famiglie, imprese, anche di piccolissime dimensioni, aziende agricole e enti del Terzo Settore possono così contare sul nostro sostegno. Abbiamo previsto anche la possibilità di sospendere fino a 24 mesi le rate dei finanziamenti in essere e l’azzeramento per un anno delle commissioni sui pagamenti Pos fino a 30 euro e la gratuità del canone».

    Alla presentazione del rapporto, che si è svolta l’8 giugno a Bologna presso la sede di Confindustria Emilia-Romagna, è intervenuto Giovanni Foresti, economista Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

     

    Focus 2023 sugli investimenti in ambito energetico e tutela ambientale

    Il focus di quest’anno, dedicato agli investimenti in ambito energetico e ambientale, rivela come nel 2023 il 60% degli imprenditori investirà per migliorare la sostenibilità dell’azienda.

    Il 54% delle imprese effettuerà investimenti in ambito energetico per il risparmio di energia e/o per il ricorso all’autoproduzione, il 31% in ambito ambientale, e una impresa su quattro investirà in entrambi gli ambiti. 

    Gli interventi dedicati alla sostenibilità crescono al crescere della dimensione aziendale: li ha programmati una piccola impresa su due, il 75% delle medie imprese, il 78% delle grandi.

    «Si conferma l’impegno delle imprese dell’Emilia-Romagna – sottolinea la Presidente di Confindustria regionale Annalisa Sassi −  verso la sostenibilità, con interventi che innovano processi, prodotti e modelli di business.  Il quadro è positivo, anche se ci sono margini di miglioramento soprattutto per le PMI. Ora dobbiamo sviluppare comportamenti proattivi, piuttosto che di reazione a fattori esterni come è accaduto con l’esplosione dei costi energetici, che favoriscano una maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale dell’attività d’impresa. La direzione è quella giusta e il sistema Confindustria gioca un ruolo fondamentale per accrescere la cultura e la capacità di visione delle imprese».

    Circa gli investimenti in ambito energetico le imprese prevedono di investire in media l’1,5% del fatturato. Prevalgono gli investimenti per l’autoproduzione di energia elettrica: l’82,5% delle imprese che investirà in ambito energetico interverrà per avviare o migliorare meccanismi di autoproduzione di energia elettrica. 

    Altra voce importante riguarda gli investimenti per l’efficientamento di impianti e processi (45%). Residuali gli investimenti previsti per la riqualificazione energetica degli stabilimenti (14%), con il metalmeccanico che arriva ad un 22,6%, e bassi gli investimenti per la certificazione energetica ISO 45001 (4,1%).

    Per quanto riguarda le fonti rinnovabili attraverso le quali autoprodurre energia elettrica, la prevalenza quasi assoluta riguarda gli investimenti in fotovoltaico (98,6%). Tra le grandi imprese ci sono alcune indicazioni di ricorso all’idroelettrico e al biometano. Nel settore alimentare il 10% delle aziende prevede di investire in biomasse e il 5% in biometano.  Il 16% delle imprese che ha programmato investimenti in questo ambito è interessata a valutare l’utilizzo di altre fonti di approvvigionamento energetico:  una su due potrebbe considerare il gas naturale liquefatto, una su tre l’idrogeno.

    Per quanto riguarda gli investimenti in ambito ambientale, le imprese prevedono di investire circa l’1,8% del fatturato. La principale tipologia di investimenti riguarda il riciclo degli scarti di produzione (51,0%), seguito da interventi per la riduzione delle emissioni in atmosfera (43,8%), riduzione dei materiali impiegati (32,3%), riduzione del consumo di acqua (31,3%).

     

    L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, giunta alla ventiquattresima edizione, ha coinvolto quest’anno 403 imprese, con un giro d’affari di 22,2 miliardi di euro di fatturato e 57.257 addetti.  Il 55% delle aziende coinvolte è di piccola dimensione sino a 49 addetti, il 33% è rappresentato da medie imprese sotto i 250 addetti e il 12% da grandi aziende.  Circa i settori il 34% delle aziende appartiene al settore metalmeccanico, il 9,4% alimentare, l’11,7% chimica/plastica, il 19,6% altra manifattura. Da tre anni sono incluse anche imprese dei servizi associate al sistema Confindustria, pari ad un quarto del totale.

  • I vertici di Confindustria Emilia-Romagna in visita al Centro ricerche ENEA di Brasimone

    I vertici di Confindustria Emilia-Romagna in visita al Centro ricerche ENEA di Brasimone

     

    Bologna, 22 giugno 2023 – Oggi i vertici di Confindustria Emilia-Romagna hanno effettuato una visita al Centro ricerche ENEA di Brasimone, a Camugnano, in provincia di Bologna sull’Appennino tosco-emiliano.

    «Abbiamo voluto conoscere da vicino questo polo d’eccellenza – ha dichiarato Annalisa Sassi, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna – del nostro territorio, uno dei principali centri di ricerca per lo sviluppo di tecnologie avanzate a livello nazionale ed internazionale. Nel campo energetico abbiamo davanti una sfida: costruire una strategia di medio lungo periodo in grado di realizzare un mix di fonti, investendo con decisione sulla capacità di produzione di energia e cogliendo ogni opportunità offerta dalla tecnologia. Qui si studiano la fissione di quarta generazione e la fusione nucleare a confinamento magnetico: grazie agli investimenti e alla ricerca in corso al Brasimone, che coinvolge competenze assai qualificate, faremo importanti passi in avanti per produrre energia pulita, sicura e sostenibile».   

    Con oltre 400 ettari di superficie e 17 tra edifici e hall sperimentali, il Centro Ricerche è uno dei maggiori poli di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo di tecnologie nei settori dell’energia, della salute, della tutela dell’ambiente e del territorio, fra cui in particolare: tecnologie avanzate per l’energia da fusione e fissione, spazio, radiofarmaci, biomedicina, radioterapia, sicurezza alimentare e ambientale, tecnologie dei materiali e dei metalli liquidi. Nel Centro di Brasimone, in un’area di interesse delle regioni Emilia-Romagna e Toscana, i ricercatori dispongono di un parco di infrastrutture sperimentali avanzate aperto a ricercatori, borsisti, studenti e dottorandi provenienti da enti e università internazionali e collaborano con istituti di ricerca di Paesi leader in campo tecnologico, quali Stati Uniti, Giappone, Canada, Regno Unito e Cina.

    In questa cittadella della ricerca nasce la collaborazione con l’azienda newcleo per produrre energia in modo sicuro e sostenibile attraverso sistemi nucleari innovativi di piccole dimensioni, gli “Advanced Modular Reactors”, raffreddati al piombo invece che ad acqua, molto più affidabili e flessibili degli attuali reattori di II e III generazione, da realizzare al di fuori dell’Italia. 

    «Il Centro Ricerche ENEA di Brasimone da oltre vent’anni è all’avanguardia nello sviluppo delle tecnologie dei metalli liquidi pesanti per applicazioni nucleari, utili per la fusione a confinamento magnetico ma anche per sistemi nucleari innovativi di IV generazione, per produrre energia in modo sicuro, affidabile e sostenibile ha dichiarato Giorgio Graditi, Direttore generale dell’ENEA -. In questo polo di eccellenza disponiamo di competenze, infrastrutture di ricerca uniche e un background che ci consente di collaborare a livello internazionale con le industrie, per realizzare, con il supporto delle Istituzioni e degli Enti locali, un centro di riferimento per garantire la produzione di energia elettrica in una prospettiva di decarbonizzazione, con ricadute rilevanti a livello scientifico, economico ed occupazionale».

    «Il Brasimone è uno dei maggiori centri di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo di materiali e di tecnologie avanzate nel campo della salute, della tutela dell’ambiente e del territorio   ha affermato Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Lavoro, Formazione e Relazioni Internazionali della Regione Emilia-Romagna . La Regione finanzia, in particolare, tre progetti sulla medicina nucleare, la radioterapia per la diagnosi oncologica e la progettazione e realizzazione di droni per il monitoraggio del territorio. A seguito dell’intesa firmata lo scorso anno fra ENEA e la società newcleo, che porta avanti gli studi del Nobel Carlo Rubbia, il Brasimone si è accreditato inoltre come centro fra i più importanti a livello mondiale per lo studio della produzione di energia pulita attraverso le più innovative e sicure tecnologie nucleari di ultima generazione. La visita di oggi ci ha permesso di incontrare questa preziosa comunità di ingegneri, che ha portato eccellenza e sviluppo nel nostro Appennino, e di conoscere l’avanzamento di questi studi, fondamentali per il futuro nostro e dell’intera comunità internazionale».    

    Alla visita hanno partecipato anche rappresentanti di Confindustria e delle Confindustrie regionali.  «Gli obiettivi di neutralità tecnologica al 2050 ci impongono una seria riflessione sull’opzione nucleare ha sottolineato Aurelio Regina, Presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria . Abbiamo visto anche in questo incontro che l’Italia ha un importante patrimonio di competenze sul piano della ricerca e un potenziale notevole sul piano della filiera tecnologica. Credo che la politica debba fare la sua parte, non solo con dichiarazioni facili di sostegno ma con precisi impegni di responsabilità. Un primo segnale di credibilità potrebbe venire da indicazioni precise per chiudere il tema del deposito delle scorie nucleari sul quale abbiamo una consultazione aperta da quattro anni, ed è giunto il momento di decidere dove».    

     

     

  • CERR PROTAGONISTA A R2B E INNOVAT&MATCH 2023 – DOCUMENTAZIONE WORKSHOP SULLE COMPETENZE

    CERR PROTAGONISTA A R2B E INNOVAT&MATCH 2023 – DOCUMENTAZIONE WORKSHOP SULLE COMPETENZE

     

    R2B E INNOVAT&MATCH – 8-9 GIUGNO 2023

     

    L’8 e il 9 giugno si è svolto  R2B 2023 – Research to Business, promosso dalla Regione Emilia-Romagna e Bologna Fiere, in collaborazione con ART-ER.

    L’edizione 2023 ha messo in luce il talento come asset fondamentale per guidare lo sviluppo e l’evoluzione delle nuove tecnologie, nonché per affrontare i rapidi cambiamenti che queste impongono al mondo del lavoro e a tutti gli ambiti della società.

    CERR è stato presente (a livello di Centro per l’innovazione e di Digital Innovation Hub Emilia-Romagna) come:

    • Speaker nel workshop “Competenze per l’industria del futuro: come le imprese stanno affrontando la sfida della trasformazione digitale e sostenibile” (8 giugno)
      in allegato la documentazione 
    • Partecipante al brokerage event Innovat&Match (dall’8 al 9 giugno): consultazione del profilo link
       
    • Side Event “PhD2B – Il Dottorato per innovare” (9 giugno ore 10.00-11.30) programma link
       

     

    Innovat&Match Brokerage Event 2023 è un evento organizzato da Confindustria Emilia-Romagna e il consorzio Simpler, nell’ambito delle attività Enterprise Europe Network. L’iniziativa ha visto 2 giornate di incontri individuali fisici (8 giugno) e virtuali (9 giugno, mediante la piattaforma del b2b) tra imprese, università, centri di ricerca e altri partner/stakeholder a livello di tecnologia, ricerca e innovazione.

    I temi focus dell’edizione 2023 sono stati DIGITECH, GREEN&URBAN, CREATIVITY&SOCIETY, applicati ai seguenti ambiti:

    • Blue Growth
    • Circular Economy
    • Climate Change
    • Culture & Creativity
    • Digital, AI, Big Data
    • Education, Work, Territories
    • Energy
    • Health
    • Innovative Materials
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    • Mobility
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    • Social Innovation
    • Space Economy
    • Wellbeing & Nutrition

     

    La partecipazione all’evento, giunto alla 17a edizione, era gratuita previa registrazione  tramite l’apposita piattaforma on line: https://innovatmatch-2023.b2match.io/home

    In allegato una scheda riassuntiva dell’iniziativa.

     

    Per informazioni
    Confindustria Emilia-Romagna – Enterprise Europe Network
    Tel.: +39 051 3399911
    e-mail: simpler@confind.emr.it 

     

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA |  Analisi di Unioncamere Emilia-Romagna, Intesa Sanpaolo e Confindustria Emilia-Romagna

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | Analisi di Unioncamere Emilia-Romagna, Intesa Sanpaolo e Confindustria Emilia-Romagna

     

    Confindustria Emilia-Romagna: Le imprese sono dinamiche nonostante il rallentamento della crescita. L’export regionale frena la propria corsa. Accelerare interventi di supporto e politiche industriali per gli investimenti e dare priorità alla ripartenza dopo le alluvioni

    Unioncamere Emilia-Romagna: Un clima di fiducia percepito all’interno nelle aziende potrebbe condurre a una futura normale conduzione dell’attività industriale, nonostante un contesto ancora difficile. La grande flessibilità si conferma come peculiarità della nostra economia. Il Sistema camerale continuerà a supportare le imprese

    Intesa Sanpaolo: In Emilia-Romagna prestiti alle imprese stabili a marzo, un risultato migliore rispetto al calo registrato a livello nazionale. Prosegue la notevole tenuta dei prestiti all’industria, che invece si riducono in aggregato sul mercato italiano. L’utilizzo di liquidità dai depositi delle imprese risulta in linea con il primo trimestre dello scorso anno

     

    Nel primo trimestre 2023, secondo l’analisi di Confindustria Emilia-Romagna, si conferma la crescita dell’industria dell’Emilia-Romagna, anche se rallentata rispetto ai mesi precedenti e con forti differenze tra settori produttivi.  L’export, che pure ha frenato la crescita, resta un asse portante su cui continuare a puntare con decisione.

    A livello nazionale i segnali di debolezza aumentano. La produzione industriale ha chiuso il primo trimestre con un segno lievemente negativo (-0,1% rispetto al periodo precedente), ma lo scenario è in peggioramento.  In aprile si segnala un calo del fatturato in tutti i settori. La frenata dell’economia mondiale ha rallentato l’export e i consumi sono frenati dall’inflazione. A maggio la fiducia delle imprese è di nuovo calata, anche se la diminuzione del prezzo dell’energia rappresenta una spinta positiva.

    «In questo scenario difficile – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi   – le imprese emiliano-romagnole stanno reagendo con la consueta energia. Continuano però le preoccupazioni per l’incertezza del quadro macroeconomico, che incidono sulle decisioni di investimento insieme ad altri fattori come l’aumento dell’inflazione, i tassi elevati e le difficoltà legate alla scarsità di personale qualificato. Dobbiamo rafforzare la capacità innovativa del sistema economico accelerando gli interventi a sostegno della crescita e le politiche industriali per accompagnare gli investimenti».

    «Non dimentichiamo che la nostra regione –  sottolinea la Presidente – deve far fronte ai gravissimi danni delle recenti alluvioni, che hanno colpito tanti cittadini e tante imprese interconnesse in filiere nazionali e internazionali. Occorre dare assoluta priorità alla ripartenza, che significa celere ripristino delle strade e delle infrastrutture, indennizzi rapidi e completi, strumenti finanziari per investire. L’Emilia-Romagna si attende risposte certe e immediate in questa direzione».

     

    In allegato la nota stampa integrale con tutti i dati 

     

     

  • SUCCESSO DEL PERCORSO FORMATIVO TENDER LAB SULLE GARE INTERNAZIONALI PROMOSSO DA AGENZIA ICE

    SUCCESSO DEL PERCORSO FORMATIVO TENDER LAB SULLE GARE INTERNAZIONALI PROMOSSO DA AGENZIA ICE

     

    Si è svolta a Bologna il 7 e 8 giugno, organizzata da Agenzia ICE in collaborazione con Confindustria Emilia Romagna e ANCE Emilia Romagna, la settima tappa della nuova edizione del progetto “Tender Lab – In gara con noi”.

    Si tratta di un percorso di formazione gratuito sulle gare internazionali promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e realizzato da Agenzia ICE con il supporto di partner territoriali per lo sviluppo dell’internazionalizzazione delle aziende italiane.

    Obiettivo del progetto è quello di migliorare le capacità competitive delle PMI italiane nelle gare internazionali, sviluppando competenze e facilitando la conoscenza degli strumenti operativi messi in campo dal Sistema Paese a livello nazionale e regionale. Oltre 30 aziende dell’area hanno manifestato interesse per il corso in uno stato di calamità tutt’ora in corso.

    Per il saluto di apertura sono intervenuti Alessandro Malavolti, Delegato all’Internazionalizzazione Confindustria Emilia Romagna e Presidente di UNACOMA Federazione Nazionale Costruttore Macchine dell’Agricoltura, Federica Balestri, Direttore di ANCE Emilia Romagna, Stefano Cristaldi Funzionario dell’Ufficio Servizi Formativi Agenzia ICE.

    Le due giornate formative, curate dai docenti della Faculty ICE Roberto Carpano, Antonietta Poduie e Luca Costa Sanseverino, sono proseguite con  tre laboratori tematici sui tender finanziati rispettivamente dall’UE, da ONU e Banche multilaterali di sviluppo per forniture e lavori. Le imprese hanno avuto l’opportunità di lavorare, con simulazioni ed esercitazioni pratiche, alla preparazione di un’offerta competitiva, oltre a stringere relazioni e sinergie tra loro, mettendo a fattor comune esperienze pregresse, difficoltà e suggerimenti per operare nel settore del procurement internazionale. È intervenuto inoltre Luigi Sergi dell’azienda Comes Spa per portare una testimonianza operativa in tema di gare.

    I lavori sono stati conclusi da Massimiliano Guido, Advisor dell’Executive Director EDS21 della Banca Mondiale.

    Nell’ambito del progetto oltre 230 aziende hanno partecipato al Webinar e alle precedenti sei tappe del Laboratorio. Il percorso proseguirà i prossimi mesi con una ulteriore tappa territoriale conclusiva (Milano in programma per il 13 e 14 luglio) e un coaching individuale riservato a selezionati partecipanti.

     

    Per ulteriori informazioni

     

    Agenzia ICE
    Ufficio Servizi Formativi
    formazione@ice.it
    tenderlab@ice.it

  • Nota dal CSC – Salari e produttività del lavoro nel manifatturiero italiano

    Nota dal CSC – Salari e produttività del lavoro nel manifatturiero italiano

    Nota dal CSC – Salari e produttività del lavoro nel manifatturiero italiano

     

    11 giugno 2023  –  Tra il 2000 e il 2020 nel manifatturiero italiano i salari reali sono cresciuti del 24,3%, pressoché in linea con produttività del lavoro (22,6%). La crescita dei salari reali è stata simile in Francia e superiore a Germania e Spagna dove la produttività del lavoro è cresciuta molto più che in Italia.

    Ciò implica una netta perdita di competitività per il nostro manifatturiero, ma anche l’erosione della quota di valore aggiunto che va a remunerazione del capitale (il rapporto margine operativo lordo e valore aggiunto nel manifatturiero è sotto quello medio nell’Eurozona dal 2004).

    Nel biennio 2021-2022 l’aumento dei prezzi ha eroso i salari reali mentre la produttività ha tenuto. Nei prossimi anni i salari recupereranno potere d’acquisto in virtù del meccanismo contrattuale. Nello stesso periodo, i margini di profitto in altri paesi dell’Area euro sono cresciuti, mentre in Italia hanno registrato una contrazione.

     

    Vai alla Nota integrale del Centro Studi Confindustria 

     

     

  • PROGETTO CREI-AMO L’IMPRESA |  OTTO SCUOLE PREMIATE PER L’IMPEGNO NELLA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI D’IMPRESA INNOVATIVI E LEGATI AL TERRITORIO

    PROGETTO CREI-AMO L’IMPRESA | OTTO SCUOLE PREMIATE PER L’IMPEGNO NELLA REALIZZAZIONE DEI PROGETTI D’IMPRESA INNOVATIVI E LEGATI AL TERRITORIO

     

    Gli istituti scolastici dell’Emilia-Romagna premiati dal Progetto Crei-amo l’impresa promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria regionale

     

    Bologna, 6 giugno 2023 –  Si è conclusa l’edizione 2022-23 del progetto CREI-AMO L’IMPRESA! promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e la collaborazione della rappresentanza regionale dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco.

    L’iniziativa, giunta alla ventiquattresima edizione, ha l’obiettivo di far vivere agli studenti l’esperienza dell’impresa, a partire dall’ideazione sino alla messa a punto di un business plan dettagliato in ogni aspetto della vita aziendale, con il coordinamento dei docenti e la supervisione dei giovani imprenditori in qualità di tutor.

    Hanno partecipato 8 istituti secondari superiori dell’Emilia-Romagna.  Negli anni l’iniziativa ha coinvolto complessivamente circa 3.800 studenti di tutte le province dell’Emilia-Romagna.

    «CREI-AMO L’IMPRESA – ha dichiarato il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni   è un progetto regionale al quale teniamo molto perché ci consente di incontrare tanti giovani e avvicinarli alla cultura d’impresa e all’autoimprenditorialità, che saranno utili per costruire il loro futuro. Gli studenti e i loro docenti hanno presentato progetti d’impresa di grande qualità. Non è scontato, in un anno complesso come questo: l’impegno e la responsabilità sono valori fondamentali nel mondo del lavoro, che ha bisogno di giovani motivati e proattivi come questi».

    «Il progetto “Crei-amo l’impresa!” − ha sottolineato il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Stefano Versari integra in modo efficace l’offerta formativa, contribuendo a potenziare le competenze degli studenti chiamati a cimentarsi in pratiche d’impresa.  Si tratta di una metodologia didattica che contribuisce anche allo sviluppo di competenze trasversali e in particolare dell’autoimprenditorialità. La modalità laboratoriale, inoltre, sollecita il protagonismo dei ragazzi, con ciò contribuendo anche allo sviluppo di competenze di auto-orientamento, in linea con gli obiettivi delle recenti Linee Guida per l’orientamento emanate dal Ministero, in vigore dal prossimo anno scolastico».

    Si è classificato primo il progetto CELLBEEPLANET presentato dall’Istituto Carlo Emilio Gadda di Langhirano (Parma), che intende produrre packaging alimentari ecologici e compostabili al 100% realizzati con materiali vegetali come nanocristalli di cellulosa, cera d’api e il micelio ottenuto dalla radice dei funghi.

    Si è distinto per attinenza alle vocazioni e alle opportunità del territorio il progetto GREEN SPLASH dell’Istituto San Colombano di Bobbio (Piacenza) che prevede la realizzazione di un centro termale ecosostenibile nel territorio e di esperienze di degustazione di cibi biologici locali.

    La Giuria ha premiato per l’originalità il progetto CHAMELEON dell’Istituto Enrico Fermi di Modena, che prevede la personalizzazione di felpe con l’utilizzo di patch adesivi originali e rimovibili.

    Ha vinto il premio per la realizzabilità e utilità il progetto STYLE THE RAG presentato dall’Istituto Piero Gobetti di Scandiano (Reggio Emilia): un’azienda che produce abbigliamento fashion con tessuti ecosostenibili.        

     La Giuria ha premiato per attinenza al settore/prodotto/servizio dell’impresa oggetto della visita aziendale il progetto PRINTECO ideato dall’Istituto Fermo Corni di Modena: una stampante laser ecosostenibile in grado di trasformare i granuli di plastica riciclata e riutilizzare gli scarti di produzione.         

    Quanto alla qualità delle challenges il progetto premiato è stato A.P.E. presentato dall’Istituto Pier Crescenzi Pacinotti Sirani di Bologna: una App che connette i giovani per condividere attività, sport, tempo libero e conoscere il territorio.

    Si è distinto per la qualità della presentazione il progetto GREEN BOX presentato dall’Istituto Guarini di Modena: una stazione di deposito e ricarica per i monopattini elettrici, costruita in legno e acciaio.

    Si è aggiunta una menzione speciale che la Giuria ha voluto attribuire al progetto SOFTWARE CUISINE ideato dall’Istituto Giovanni Agnelli di Cesenatico (Forlì-Cesena): un software culinario per vivere l’esperienza della ristorazione in modo interattivo

    Sono intervenuti, oltre al Presidente regionale dei Giovani Imprenditori Ivan Franco Bottoni, il  Dirigente dell’Ufficio IV dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna Giovanni Desco, la coordinatrice del progetto e Vice Presidente regionale Beatrice De Gaspari, la rappresentante  dei Giovani Imprenditori Confindustria Emilia Centro Francesca Villani, la rappresentante dell’Associazione Giovani per l’Unesco Coordinamento Emilia-Romagna Francesca Fecoli e la delegata dell’Ufficio Scolastico Regionale Chiara Scardoni.

    L’iniziativa si svolge nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), in quanto il tempo impiegato per la realizzazione dei business plan può essere valutato come tale, sulla base delle intese con le scuole.

    Alla classe vincitrice assoluta è stato assegnato un premio in buoni per l’acquisto di libri. Gli istituti hanno ricevuto gli attestati offerte da Tecnostudi e i gadget offerti da Franco Cosimo Panini.

    L’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, partner di Crei-amo l’impresa dal 2018 con il coordinamento Emilia-Romagna, supporta le attività della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco nel campo dell’educazione, scienza, cultura e comunicazione, promuovendone progetti, valori e priorità nelle comunità locali attraverso la partecipazione attiva dei giovani.

     

    Nella foto:  la classe dell’Istituto Carlo Emilio Gadda di Langhirano (Parma)

     

     

  • ALLUVIONE | FONDO DI INTERVENTO DI CONFINDUSTRIA CGIL-CISL-UIL

    ALLUVIONE | FONDO DI INTERVENTO DI CONFINDUSTRIA CGIL-CISL-UIL

     

    Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, di fronte alla drammaticità degli eventi che si sono verificati a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, hanno deciso di prendere insieme un impegno concreto e di sostenere una iniziativa congiunta di aiuto ai cittadini, ai lavoratori ed al sistema produttivo profondamente ferito, attivando un “Fondo di intervento per la popolazione dell’Emilia-Romagna”.

    Nel Fondo confluiranno contributi volontari da parte dei lavoratori pari ad un’ora di lavoro e un contributo equivalente da parte delle imprese. 

    Questa l’iniziativa annunciata da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil in un comunicato stampa in cui hanno espresso vicinanza e la massima solidarietà alle popolazioni così duramente colpite.

    Confindustria e Cgil, Cisl e Uil effettueranno una valutazione puntuale sulle modalità dell’intervento a sostegno nei modi e con le forme che ne garantiscano la certezza della destinazione e la più rapida utilizzazione.

    Le risorse confluiranno sul c/c FONDO SOLIDAR. ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA
    IBAN: IT69B0103003201000007100093

     

    Per informazioni le aziende possono contattare le Associazioni territoriali di riferimento