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Categoria: Focus

  • ISE Open Innovation Challenge 2023 | Evento di Matchmaking internazionale

    ISE Open Innovation Challenge 2023 | Evento di Matchmaking internazionale

     

    Confindustria Emilia-Romagna, nell’ambito delle attività della rete Enterprise Europe Network  di cui è parte, organizza l’evento ibrido di matchmaking internazionale “ISE Open Innovation Challenge 2023”.

    L’iniziativa, che si colloca all’interno del Congresso ISE  (Integrated Systems Europe) di Barcellona, principale evento in Europa dedicato all’audiovisivo e ai sistemi integrati, si svolgerà dal 31 gennaio al 2 febbraio a Barcellona e dal 7 all’8 febbraio  2023 on line e si pone l’obiettivo di fra incontrare solution providers, technological providers e aziende fornitrici di servizi digitali con 9 corporation selezionate, alla ricerca di nuove tecnologie/soluzioni.

    Le Challenges individuate riguardano i temi: Artificial Intelligence, Audio, Audiovisual, Big Data, Blockchain, Broadcast, Connectivity, Content creation, Content distribution, Design/User interface/UX, Digital signage, Edge/Cloud computing, Gamification, Holograms, Identity Management, Image analysis and tagging, IoT, Machine Learning, Multimedia, Natural Language Processing, Neurosciences, NFT, Open Source, Presentation Systems, Robotics, Smart Building, Smart Cities, Sports, Streaming, Systems Integrations & Advanced Manufacturing, Text analysis and tagging, Token, Video processing, Encoding & tagging, Voice, VR/AR/MX, Wireless Networks.

    Per maggiori informazioni sulle tecnologie/soluzioni richieste dalle Corporation: https://ise-challenges-2023.b2match.io/

    La partecipazione all’evento è gratuita previa registrazione entro il 3 febbraio 2023 tramite l’apposita piattaforma on line: https://ise-challenges-2023.b2match.io/

    Al momento della registrazione è necessario indicare Confindustria Emilia-Romagna come Support office per beneficiare del supporto del sistema alla partecipazione all’evento.

     

    Per informazioni

    Enterprise Europe Network – Consorzio Simpler
    tel +39 051 3399911
    mail simpler@confind.emr.it

     

  • “LA VIVACITÀ DEL NOSTRO SISTEMA INDUSTRIALE È IL VERO VALORE AGGIUNTO” – L’INTERVISTA DELLA PRESIDENTE ANNALISA SASSI

    “LA VIVACITÀ DEL NOSTRO SISTEMA INDUSTRIALE È IL VERO VALORE AGGIUNTO” – L’INTERVISTA DELLA PRESIDENTE ANNALISA SASSI

     

    Per l’intervista completa si veda Corriere Bologna del 3 gennaio 2023 e in allegato

     

    La Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi, in occasione dell’intervista al Corriere Bologna del 3 gennaio 2023, ha sottolineato la necessità di evitare una una narrazione negativa, sottolineando che “il nostro sistema produttivo è il vero valore aggiunto su cui puntare”.

    Sul caro energia la Presidente ha affermato che “bisogna investire in rinnovabili ed è importante arrivare quanto prima ad un piano energetico nazionale organico e strutturale”.

    Competenze, innovazione e digitalizzazione devono essere al centro della strategia di sviluppo regionale insieme a Big Data e Intelligenza Artificiale in modo da sfruttare al meglio il Tecnopolo. Mentre a livello nazionale si dovrebbe incrementare Industria 4.0.

    Per quanto riguarda il payback delle aziende del biomedicale, si deve intervenire per cambiare la norma.

     

     

  • IL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA MAURIZIO MINGHELLI ALLA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2022 SULL’ECONOMIA

    IL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA MAURIZIO MINGHELLI ALLA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2022 SULL’ECONOMIA

     

    Il Presidente Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Minghelli ha partecipato il 22 dicembre 2022 all’incontro di presentazione del Rapporto 2022 sull’economia regionale e previsioni 2023 della Regione Emilia-Romagna. 

    Al centro del suo intervento, tra l’altro, la centralità della formazione, dalla scuola agli ITS, come leva per lo sviluppo dell’Emilia-Romagna: occorre concentrarsi sulle competenze chiave per il futuro dell’Emilia-Romagna.

     

    Vai al comunicato stampa della Regione Emilia-Romagna 

     



     

  • LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA DI CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI A RTL 102.5

    LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA DI CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI A RTL 102.5

    Le dichiarazioni del Presidente di Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni il 21 dicembre a RTL 102.5

    I prezzi odierni sono insostenibili. Sono a rischio #famiglie ed #imprese – ha affermato Giovanni Baroni, vicepresidente di Confindustria, Presidente Piccola Industria e Past President Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna – sono fuori mercato intere filiere, si è curvata la domanda, si sono spostati i consumi, e l’#Europa si mostra divisa sull’industria. Il #pricecap non rappresenta la soluzione a tutti i problemi.

    Il costo per gli oneri di sistema a cui le #imprese dovranno far fronte è di 1,3 mld per i primi 3 mesi del #2023. Si tratta di un dietrofront non solo a causa dell’impatto negativo sui conti delle imprese ma anche rispetto alle #promesse fatte inizialmente dal nuovo Esecutivo.

    Per le imprese italiane il migliore antidoto alla #crisi è investire e fare #crescita creando un meccanismo virtuoso. Se il #Governo, però, non supporta chi sceglie di reinvestire i propri utili per spingere lo #sviluppo, sarà difficile lasciarsi anche questa crisi alle spalle.

    Confindustria è disposta a rinunciare agli incrementi dei crediti di imposta contro il #caroenergia pur di avere l’estensione dell’abbattimento degli oneri di sistema per le utenze oltre i 16,5 KW. Una scelta che non impatta ulteriormente sulla finanza pubblica , poiché i due interventi si bilanciano”.

     

    #EnergiaAlleImprese #bilancio #leggedibilancio #manovra #industrie #energivore 

     

    #EnergiaAlleImprese #bilancio #leggedibilancio #manovra #industrie #energivore Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "prezzi odierni sono insostenibili. Sono a rischio famiglie ed imprese, sono fuori mercato intere filiere, curvata la domanda, sono spostati consumi, Europa mostra divisa sull' industria. Il pricecap non rappresenta la soluzione a tutti problemi. #EnergiaAlleImprese CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI Presidente Piccola Industria"

     

     

    Le dichiarazioni del Presidente di Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni il 18 dicembre 2022 al Sole 24 Ore

    La mancata previsione del taglio degli oneri di sistema per le potenze sopra i 16,5 kw colpisce soprattutto tante Pmi e in modo trasversale. Il mio timore è che il governo non abbia ben chiaro quale sia lo spaccato delle imprese italiane perché questa esclusione impatta su tutti senza particolari distinzioni e sembra non tenere conto della definizione stessa di industria, anche della piccola e media”.

    Così Giovanni Baroni, vicepresidente di Confindustria, Presidente Piccola Industria e Past President Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna  sino a dicembre 2021, ha espresso in un’intervista al Sole 24 Ore la delusione per la scelta del governo di escludere nel Ddl bilancio le imprese dall’azzeramento degli oneri di sistema delle bollette di luce e gas per il primo trimestre del 2023.

     “Oggi – ha spiegato Baroni  – le imprese dispongono di due strumenti per fronteggiare il caro energiai crediti d’imposta che vanno sulle partite Iva, pur non comprendendo la totalità della platea e l’azzeramento degli oneri di sistema che, a differenza del primo strumento, caratterizzato da una fruizione particolarmente complessa, rappresenta una misura orizzontale a beneficio di tutte le imprese, mentre i crediti, che hanno comunque costituito un passo importante e che abbiamo apprezzato, scontano nella messa a terra non solo la complessità del processo, ma anche problemi di capienza fiscale e di capacità di utilizzo. E questo soprattutto per le pmi, che infatti hanno spesso bisogno di un consulente per attivare lo strumento, con una conseguente disponibilità di risorse, che non tutte le aziende hanno”.

    Per Baroni lo stop al taglio delle voci parafiscali per le potenze sopra 16,5 kw, di fatto esclude dalla fruizione della misura le imprese: “Aver fissato l’asticella a 16,5 kilowatt, che equivalgono ai consumi di cinque famiglie – ha chiarito Baroni  significa includere nel taglio solo il piccolo artigiano, tenendo fuori invece tutte le medie e alte tensioni che sono utilizzate prevalentemente dal settore industriale”.

    “Questo governo si è presentato con la promessa di voler essere attento al mondo delle imprese – ha detto Baroni – ma questo dietrofront è un passo indietro non solo in termini assoluti, visto l’impatto che avrà sui nostri bilanci, ma è anche in totale controtendenza rispetto alle premesse di partenza. Soprattutto se lo affianchiamo ad altre scelte, sul fronte degli investimenti, come il mancato rinnovo dei crediti d’imposta per ricerca e sviluppo e gli interventi al ribasso per il pacchetto Transizione 4.0. Da imprenditore, dunque, sono preoccupato e mi chiedo quale sarà il prossimo step a questo punto. Noi, come sempre, valutiamo l’esecutivo sui provvedimenti, quindi non possiamo che rimanere perplessi da queste ultime scelte”.

    “Stiamo passando da una crisi all’altra: dopo la pandemia, oggi siamo stretti nella morsa del caro energia che, insieme alla difficoltà di reperimento e agli elevati prezzi delle materie prime e alle criticità determinate dal conflitto russo-ucraino, ci sta mettendo a dura prova. Per le imprese il migliore antidoto per uscire al meglio da queste fasi è fare investimenti e fare crescita creando un meccanismo virtuoso”, ha sottolineato il presidente della Piccola Industria. “Se il governo, però, non supporta chi sceglie di non distribuire utili ma di reinvestirli per spingere lo sviluppo, sarà difficile lasciarsi anche questa crisi alle spalle”.

     

     

     

     
  • Indagine Investimenti 2022 – Le imprese dell’Emilia-Romagna continuano ad investire

    Indagine Investimenti 2022 – Le imprese dell’Emilia-Romagna continuano ad investire

    Bologna, 9 settembre 2022 – L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Associazioni e Unioni Industriali della regione, conferma una forte capacità di sviluppo del sistema industriale dell’Emilia-Romagna, che ha intrapreso un percorso sempre più all’insegna della transizione digitale e della crescita professionale dei lavoratori.

    Le imprese hanno investito il 4,5% del proprio fatturato nel corso del 2021, con un aumento del 35,4% rispetto al 2020. Oltre l’88% delle aziende interpellate ha realizzato investimenti.

    Le scelte di investimento si sono concentrate prioritariamente su aspetti di natura organizzativa e gestionale e, per la prima volta da quando si realizza l’indagine, gli investimenti in formazione sono la principale tipologia.  Il 55% delle imprese ha investito in formazione, il 50% in ICT, il 45,7% in ricerca e sviluppo e il 42,7% in linee di produzione

    Anche le previsioni per il 2022, nonostante la forte complessità dello scenario generale, sono positive: le imprese che prevedono di effettuare investimenti sono il 93,7%.

    «La spinta agli investimenti delle imprese – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi − conferma che il nostro sistema industriale è reattivo e strutturalmente solido. Una dinamica così vivace si spiega soprattutto con la tenacia degli imprenditori che, nonostante le difficoltà di reperimento di materie prime e i costi energetici altissimi, hanno continuato ad investire con convinzione per garantire sviluppo alle aziende, supportati dagli interventi pubblici fiscali e monetari messi in campo nella fase post pandemia. In questo scenario, in cui la domanda di mercato non è mai venuta meno, le aziende sono fortemente impegnate a cogliere le sfide della transizione digitale e ambientale, che richiedono importanti investimenti in tecnologie e in conoscenza».

    La ripresa registrata nel 2021, dopo il crollo dovuto alla pandemia, ha consentito all’Emilia-Romagna di chiudere l’anno con una crescita del PIL pari al 7,2% (stime Prometeia luglio 2022) e confermarsi prima regione del Paese quanto ad aumento del prodotto interno lordo. L’export aveva superato i livelli pre crisi già a fine 2021 con un incremento dell’8,7% rispetto al 2019: anche il primo trimestre 2022 conferma il trend positivo, con un aumento del 24% in valore rispetto allo stesso periodo 2021. Per il 2022 Prometeia stima un tasso di disoccupazione regionale al 5,1%, tornato quindi a livelli fisiologici.

    La carenza di risorse umane e la burocrazia sono i principali fattori di ostacolo alle decisioni di investimento, indicati rispettivamente dal 45,7% e 32,9% delle imprese. Un’impresa su cinque dichiara carenza di personale da dedicare allo sviluppo di nuovi progetti.

    In fasi turbolente come quella attuale la dimensione d’impresa è un fattore discriminante: una piccola azienda su cinque non ha effettuato investimenti nel 2021 a causa di mancanza di liquidità e calo del fatturato.

    Un numero sempre maggiore di imprese sta puntando sulla transizione digitale, oggetto di un focus specifico dell’Indagine di quest’anno: il 79% delle aziende intervistate ha effettuato investimenti in questo ambito nel periodo 2019-2021.

    Tutte le dimensioni investono in digitalizzazione: tre piccole imprese su quattro e ben il 95% delle medie-grandi. Tra le piccole e le medio-grandi sono differenti le complessità dell’investimento. medio-grandi dimensioni riescono ad investire in modo integrato nei tre asset necessari per rendere efficaci i percorsi di transizione digitale: i beni materiali, ad esempio macchinari interconnessi, i beni immateriali come il software e la formazione del capitale umano.

    Circa le aree aziendali, il percorso di transizione parte da quelle “a monte”: produzione e amministrazione, indicate nell’83% dei casi, qualità (76,6%), progettazione (75,9%). Il , in quanto le tecnologie digitali consentono importanti guadagni di efficienza, , specie in logistica e supply chain.

    Per quanto riguarda il capitale umano, le grandi imprese sono più consapevoli della necessità di affiancare nuovo personale alle risorse umane interne, già formate o da formare, che apporti nuove competenze (37,9% rispetto al 16,4% delle piccole imprese e al 23,7% delle medie).

    «Il prezzo dell’energia – sottolinea la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi – sta mettendo in forte difficoltà la tenuta delle nostre filiere produttive, che non sono in grado di reggere il peso di costi in molti casi decuplicati rispetto a due anni fa. Siamo consapevoli che parte degli interventi coinvolgono il livello europeo e nazionale, ma è urgente una forte accelerazione anche da parte della Regione sugli investimenti nelle fonti rinnovabili, a partire da fotovoltaico, biometano, biogas, idroelettrico, attraverso un pacchetto di interventi normativi da avviare nei tempi più brevi possibili. In tal senso è positiva e strategica la decisione di ospitare a Ravenna uno dei due nuovi rigassificatori».

    L’Indagine conferma che la burocrazia continua ad essere un forte ostacolo agli investimenti delle imprese. «Occorre che assieme alla Regione – aggiunge la Presidente Sassi – acceleriamo con decisione e urgenza l’attuazione di tutte le misure previste dal Patto per la Semplificazione sottoscritto ad ottobre 2021. Penso ad esempio ad alcuni provvedimenti in materia ambientale, territoriale e di accesso ai bandi per i finanziamenti. Un primo importante riscontro positivo in ambito ambientale a fine luglio, relativo alle aziende in autorizzazione integrata ambientale, ha confermato che la semplificazione può avere un impatto diretto e immediato sull’operatività delle imprese».

    Altro tema fondamentale è il capitale umano: dall’indagine emerge la spinta delle imprese ad investire sulla formazione e la difficoltà a reperire risorse umane da inserire in azienda. Gli imprenditori sottolineano la forte necessità di figure professionali qualificate in ottica 4.0, in particolare responsabili di produzione, specialisti di controllo di gestione, tecnici di manutenzione e assistenza, specialisti in logistica.

    Le imprese indicano in primis gli ITS e i percorsi universitari tra gli strumenti più adeguati a rispondere alle necessità di nuove competenze e all’esigenza di creare lavori e ruoli nuovi. I percorsi di formazione breve o oltre le 120 ore, sono utili per l’aggiornamento dei lavoratori già presenti in azienda.

    «La nuova programmazione regionale del Fondo Sociale Europeo – conclude la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Sassi deve puntare a cogliere tempestivamente i fabbisogni delle imprese in termini di capitale umano e competenze, perché nei prossimi anni ci sarà una decisa accelerazione dei fenomeni di ricomposizione professionale e dei livelli di qualificazione del personale richiesto dalle aziende. L’attuale contesto socio-economico è caratterizzato anche da un’altra importante transizione, quella demografica, che influenzerà profondamente la società sotto diversi aspetti, compresa la struttura occupazionale nel prossimo futuro».

    L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, giunta nel 2021 alla ventitreesima edizione, ha coinvolto 400 imprese (59% piccole, 33% medie e 8% grandi), con un giro d’affari di 16,3 miliardi di euro e 45 mila addetti. L’indagine include anche imprese dei servizi associate al sistema Confindustria.

  • WEBINAR ORIONE |  Fondimpresa ha formato 174.000 lavoratori di 9.400 imprese emiliano-romagnole

    WEBINAR ORIONE | Fondimpresa ha formato 174.000 lavoratori di 9.400 imprese emiliano-romagnole

     

    WEBINAR ORIONE |  LA FORMAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA TRA PRESENTE E FUTURO

    In due anni e mezzo Fondimpresa ha formato 174.000 lavoratori di 9.400 imprese emiliano-romagnole

     

    Bologna, 30 novembre 2022 –  Tra il 2020 e il 31 agosto di quest’anno 174 mila lavoratori di oltre 9.400 imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa, Fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e CGIL CISL e UIL che consente di utilizzare le risorse dello 0,30% del monte salari tramite due strumenti: gli Avvisi nazionali e il Conto Formazione di ogni azienda. 

    Le imprese dell’Emilia-Romagna aderenti a Fondimpresa, il maggiore tra i Fondi interprofessionali, sono circa 12.600, con quasi mezzo milione di occupati.  Tra il 2020 e il 31 agosto 2022 i piani formativi presentati dalle imprese emiliano-romagnole hanno consentito di realizzare oltre 2,3 milioni di ore di formazione per un valore complessivo di oltre 93 milioni di euro. 

    Sono alcuni dei dati illustrati in occasione dell’incontro “La formazione in Emilia-Romagna tra presente e futuro” organizzato oggi a Bologna da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna.

    Si evidenzia una grande vivacità delle piccole imprese: il 53% delle imprese che hanno organizzato corsi di formazione con Fondimpresa ha meno di 50 dipendenti. Il 91% dei lavoratori esprime soddisfazione sull’utilità della formazione e sulla trasferibilità nell’attività lavorativa delle conoscenze apprese.

    La fase di forte trasformazione che le imprese stanno vivendo, a partire dalle innovazioni necessarie per perseguire gli obiettivi di digitalizzazione e sostenibilità, ha subìto un’ulteriore accelerazione a causa della pandemia e, più recentemente, dell’importante incremento dei costi dell’energia e delle materie prime.

    In questo scenario le imprese sono impegnate a rafforzare le competenze digitali indispensabili per ottimizzare i processi e sviluppare il modello di business. Le nuove competenze tecnico-specialistiche riguardano tecnologie robotiche, Big Data e Analytics, Internet of Things, in linea con il Piano Impresa 4.0.

    Le competenze trasversali e soft skills leadership, problem solving, team working − sono sempre molto richieste ed emergono, soprattutto dopo la pandemia, nuove esigenze formative legate all’organizzazione aziendale e allo sviluppo dello smart working, nonché all’acquisizione di soft skills sulla gestione di una situazione incerta e di una organizzazione del lavoro sempre più flessibile, ad esempio la formazione su stress lavoro correlato e benessere lavorativo.  Inoltre, l’urgenza di reagire sul piano organizzativo ha messo in luce la necessità di competenze manageriali e di coordinamento per una gestione flessibile delle attività aziendali.

    L’incontro è stato introdotto da Daniele Botti e Roberto Rinaldi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Orione, che hanno illustrato l’andamento di Fondimpresa in Emilia-Romagna e i risultati rilevati nell’ambito delle attività di monitoraggio realizzate.  

    A seguire è stata avviata una riflessione, affidata ai Segretari regionali di CGIL, CISL e UIL e al Delegato di Confindustria Emilia-Romagna per il Capitale Umano, circa le sfide da affrontare nel campo della formazione per dare risposte adeguate ai fabbisogni di competenze del territorio, anche grazie all’azione sinergica delle programmazioni di Fondimpresa, FSE+ e PNRR.

    «Le imprese continuano a manifestare serie difficoltà nel soddisfare i propri fabbisogni di professionalità − sottolinea Corrado Beldì, Delegato di Confindustria Emilia-Romagna per il Capitale Umano  – e gli imprenditori faticano a reperire le figure professionali che cercano. Dobbiamo continuare a rafforzare l’impegno a tutti i livelli per sfruttare al meglio le molte risorse che abbiamo a disposizione. Ci troviamo anche di fronte ad una sfida demografica particolarmente importante, che ci impone di intensificare gli sforzi per una maggiore partecipazione al lavoro di soggetti come le donne e i NEET. In questo quadro, dobbiamo pensare a politiche e interventi per attrarre giovani da altre regioni. È fondamentale poi continuare ad investire anche da parte della Regione sulla formazione continua dei lavoratori».

    «Tra una decina di anni il 30% dei lavori di oggi non ci sarà più − dichiara il Segretario generale di CGIL Emilia-Romagna Massimo Bussandri −. La formazione diventerà quindi ancora più cruciale, soprattutto per affrontare tre grandi trasformazioni che ci attendono: quella energetica, digitale e green. Un cambiamento che richiederà nuove competenze per entrare e restare nel mercato del lavoro. La formazione oggi ha tre grandi strumenti a disposizione: il Fondo sociale europeo, il Pnrr e il programma Gol (Garanzia occupabilità del lavoratori). Solo un rapporto sempre più virtuoso ed efficiente tra Regione, sindacato e associazioni datoriali riuscirà a definire l’importanza strategica di questi strumenti così da affrontare senza timori un modello di sviluppo destinato a cambiare».

    «È il capitale umano la chiave di volta per lasciarci alle spalle questi anni di crisi e guardare con nuove prospettive al futuro», afferma il Segretario generale della CISL Emilia-Romagna Filippo Pieri.  Non potranno esserci crescita e sviluppo senza innovazione, ma non potrà esserci innovazione senza formazione. Serve un salto culturale. La formazione deve diventare il fulcro su cui sviluppare politiche istituzionali e contrattuali che puntino a una costante riqualificazione delle professionalità e, nello stesso tempo, a una moderna idea di partecipazione. Occorre cambiare passo usando al meglio le risorse previste dal PNRR e dai tanti altri strumenti a disposizione, rafforzando la complementarietà di azione tra gli stessi, con una chiara individuazione delle aree di competenza e con un coinvolgimento dei diversi soggetti interessati, a partire dal livello aziendale/territoriale. Un’ assunzione di responsabilità da parte di tutti che può trovare una corretta sintesi in un Patto per le competenze. Un’intesa che potrebbe così garantire l’accesso alla formazione anche a realtà più piccole e meno strutturate».

    «L’incertezza e la flessibilità continuano a caratterizzare il mondo del lavoro che non solo non ha ‘assorbito’ i contraccolpi della pandemia, ma ora si trova a fronteggiare l’instabilità internazionale −  osserva il Segretario confederale UIL Emilia-Romagna  Massimo Zanirato − . Soprattutto da parte delle pmi, rileviamo l’esigenza di un’offerta formativa “costruita su misura” allo scopo di agganciare le sfide tecnologiche che si prospettano. Digitalizzazione, informatica e transizione sono le chiavi di volta per un mercato del lavoro che ancora oggi, purtroppo, offre poche opportunità stabili, in particolare per donne e giovani. Ecco perché occorre individuare nuove proposte formative affinché le persone trovino un’occupazione specializzata in settori strategici come quelli del terziario, della logistica, dell’edilizia e dell’agroalimentare. Questo tenuto conto della sicurezza sul lavoro che, per noi, è prioritaria. Con i fondi del Pnrr, governativi e regionali, la nostra comunità si gioca una chance importante del suo futuro».

    «I dati presentati oggi dimostrano che il nostro ecosistema economico sta investendo in modo deciso sulla transizione digitale e sostenibile anche attraverso la formazione delle competenze − dichiara  Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Formazione e Lavoro della Regione Emilia-Romagna −. La Regione ha individuato nella conoscenza e nei saperi un asset strategico di sviluppo e nel sessennio che si è aperto metterà a disposizione 100 milioni all’anno per il sistema dell’istruzione e formazione, perché senza le teste e senza l’intelligenza delle mani non si creano buoni manufatti. Con il programma nazionale GOL abbiamo inoltre avviato la profilazione ed accompagnamento di neet, delle donne e dei soggetti fragili verso una qualificazione e riqualificazione delle competenze, trasformando i centri per l’impiego in centri di comunità, per incrociare domanda e offerta di lavoro. E abbiamo bisogno di un nuovo orientamento che coinvolga famiglie e scuole, oltre che il sistema delle imprese, per indirizzare i nostri giovani verso le discipline STEM. Il mercato del lavoro sta cambiando rapidamente e come Regione siamo impegnati in prima linea per accompagnare le imprese nella qualità e creare lavoro buono».

    «La formazione continua −  conclude Annamaria Trovò, Vice Presidente Fondimpresa   – è uno strumento essenziale per programmare e pianificare il futuro, specie in un momento come questo  Fondimpresa si muove già da tempo lungo due direttrici promuovendo la formazione di competenze connesse all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale. La sfida più attuale che ci troviamo ad affrontare è certamente quella di riqualificare nel futuro prossimo migliaia di lavoratori, con un focus attento anche all’ageismo e al gender gap, per consentire loro di rimanere sul mercato del lavoro, assicurando competenze adeguate ed evolute che garantiscano occupabilità e competitività a lavoratori ed aziende».

     

    ORIONE – Organismo Bilaterale Emilia-Romagna
    Via Barberia, 13 – 40123 Bologna BO
    tel. 051 0195511

     

  • SELEZIONATE LE SCUOLE DI CREI-AMO L’IMPRESA 2022-23, BUSINESS PLAN PER FAR CONOSCERE IL MONDO DELL’IMPRESA

    SELEZIONATE LE SCUOLE DI CREI-AMO L’IMPRESA 2022-23, BUSINESS PLAN PER FAR CONOSCERE IL MONDO DELL’IMPRESA

     

    Si è avviato il progetto CREI-AMO L’IMPRESA! promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna con il sostegno dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna.

    L’iniziativa, giunta alla ventitreesima edizione, ha l’obiettivo di far vivere agli studenti l’esperienza dell’impresa, a partire dall’ideazione sino alla messa a punto di un business plan dettagliato in ogni aspetto della vita aziendale, con il coordinamento dei docenti e la supervisione dei giovani imprenditori in qualità di tutor.

    Partecipano all’iniziativa 8 istituti di istruzione secondaria dell’Emilia-Romagna, che hanno aderito ad una call diffusa alle scuole da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna.

    Il progetto si svolge nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), in quanto il tempo impiegato per la realizzazione dei business plan può essere valutato come tale sulla base delle intese con le scuole.

     

    Per informazioni
    giovani-ind@confind.emr.ir
    tel. 0513399911

     

  • GrowER League, progetto di innovazione aperta tra startup e imprese promosso dai Giovani Imprenditori dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo

    GrowER League, progetto di innovazione aperta tra startup e imprese promosso dai Giovani Imprenditori dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo

     

    GrowER League, progetto di innovazione aperta tra startup e imprese promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo

     

    Bologna, 24 ottobre 2022  –  GrowER League è una nuova iniziativa dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Intesa Sanpaolo per promuovere la cultura dell’open innovation imprese emiliano-romagnole.

    Obiettivo del progetto è stimolare le aziende dell’Emilia-Romagna a collaborare attivamente, in un’ottica di innovazione aperta allo sviluppo di nuovi business, con alcune selezionate startup, realtà innovative di recente costituzione con buone possibilità di crescita, e scaleup, società ad alto potenziale che hanno già raggiunto obiettivi concreti sul mercato e mirano ad un’ulteriore crescita.

    «Per noi giovani imprenditori – dichiara il Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna Ivan Franco Bottoni –   è fondamentale diffondere l’innovazione aperta nelle imprese. Grazie all’apporto di nuove idee e stimoli dall’esterno possiamo avere una marcia in più per affrontare il cambiamento che ci è imposto dai mercati in continua evoluzione e ampliare le nostre aree di business.  Dobbiamo puntare a tutte le nuove frontiere, a partire dalla sostenibilità ambientale e dal digitale,  per assicurare opportunità di sviluppo alle aziende e occupazione ai giovani».

    Quest’anno l’iniziativa, realizzata con il supporto della società Growix, è focalizzata sul settore foodtech, in particolare sulle tecnologie innovative e digitali applicate alla filiera della produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento, controllo e distribuzione alimentare.

    «Essere parte attiva dell’ecosistema dell’innovazione è una priorità del nostro Gruppo, che vanta una quota di mercato del 30% per quanto concerne le startup italiane – sottolinea Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo -.  GrowER League assume un ruolo di primo piano per lo sviluppo di sinergie strategiche grazie all’incontro tra le startup e le società e PMI innovative già forti di risultati significativi sul mercato. Da parte nostra, anche grazie all’Innovation Center Intesa Sanpaolo, siamo in grado di sostenere le attività nascenti sia in termini finanziari e consulenziali che di networking».

    Grazie al network di Intesa Sanpaolo Innovation Center, uno dei principali attori italiani nell’ambito dello startup development, sono state selezionate cinque startup e scaleup italiane operanti nell’ambito foodtech: Farzati Tech, Kaymacor, Mixcycling, Qwarzo, xFarm.

    Le imprese dell’Emilia-Romagna possono manifestare il proprio interesse a partecipare al progetto dal 21 ottobre sino al 15 dicembre 2022.

    Tutte le informazioni sono disponibili qui: https://growerleague.it/growerleague/

     

    Per approfondimenti

     


     

    Uffici stampa

    CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA
    Marina Castellano – comunicazione@confind.emr.it  tel. 051 3399911 – 338 9995290

    INTESA SANPAOLO
    Andrea Brunori –  andrea.brunori@intesasanpaolo.com   tel. 366 6960549

     

  • ENERGIA. CONFINDUSTRIA E MEDEF: APPELLO CONGIUNTO AL CONSIGLIO EUROPEO

    ENERGIA. CONFINDUSTRIA E MEDEF: APPELLO CONGIUNTO AL CONSIGLIO EUROPEO

    CONFINDUSTRIA E MEDEF: APPELLO CONGIUNTO AL CONSIGLIO EUROPEO

    “Allarme per escalation crisi energetica, serve intervento Ue deciso e immediato”

    Roma, 20 ottobre 2022 – Le imprese italiane e francesi lanciano l’allarme sull’escalation della crisi energetica e sottolineano l’urgenza di intervenire a livello europeo con effetto immediato per frenare i prezzi e per evitare ulteriori danni all’economia.

    Tra agosto 2021 e agosto 2022 i costi di produzione nell’industria sono aumentati del 28% in Francia, del 40% in Italia e del 33% nell’UE. In particolare, i produttori europei di fertilizzanti e alluminio hanno ridotto la loro produzione rispettivamente del 70% e del 50%. Un segnale che testimonia come nel prossimo inverno sia molto alto il rischio di perdere capacità produttiva con la chiusura di migliaia di aziende, competitività e posti di lavoro, oltre a quello di delocalizzazioni da parte di realtà industriali ad alta intensità energetica.

    Per questo Confindustria e Medef ritengono urgente un rapido e deciso intervento europeo attraverso misure di carattere temporaneo che stabiliscano un tetto al prezzo del gas. Questa misura avrà un impatto diretto sui prezzi per tutti i consumatori finali, comprese le imprese, come dimostrano gli effetti sul mercato elettrico rilevati in Spagna e Portogallo all’inizio di quest’anno. Infatti, questa è l’unica risposta che può dare un effetto reale e immediato sui prezzi dell’energia elettrica, oltre a costituire una prova tangibile della solidarietà europea poiché il costo può essere condiviso tra tutti gli Stati membri.

    Inoltre, anche se alcuni segnali in relazione all’acquisto comune di gas a livello europeo vanno nella giusta direzione, per realizzare un mercato integrato e rafforzare la liquidità e la sicurezza dell’approvvigionamento, dovrebbe essere adottata una soluzione strutturale con la creazione di una nuova piattaforma europea del mercato del gas.

    Non c’è tempo da perdere, in gioco c’è la sopravvivenza dell’industria europea.

     

     

  • AIOP Emilia-Romagna: Nuovo allarme per aggravio costi luce e gas

    AIOP Emilia-Romagna: Nuovo allarme per aggravio costi luce e gas

     

    AIOP Emilia-Romagna: Nuovo allarme per aggravio costi luce e gas: + 300% rispetto al 2021

    L’AIOP ER promuove tra le sue 45 strutture ospedaliere aderenti un’indagine interna. Il risultato è un aumento del caro energia non più sostenibile. Una crisi che attanaglia il settore ospedaliero regionale e ne compromette il suo presente e futuro. La richiesta è trovare con forza e urgenza insieme alla Regione Emilia-Romagna e al Governo una soluzione ed una copertura economica tale da garantire l’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie.

     

    L’indagine interna sul caro energia, avviata tra fine settembre e primi di ottobre tra tutte le strutture AIOP in Emilia Romagna, ha accertato una realtà in prospettiva ancora più grave, rispetto a quella fatta nel 1° semestre 2022. Infatti l’aggravio dei costi ha assunto proporzioni insostenibili, con punte per l’energia di 4 volte superiori rispetto al 2021 e di 6 volte rispetto al 2020.

    Il nuovo grido di allarme fa seguito alla recente indagine, avviata dall’Associazione Italiana Ospedalità Privata tra tutte le strutture associate per valutare e avviare possibili interventi.

    “Tariffe e budget sono fermi, in media, da 10 anni, dai tempi della spending review di Monti. Ritoccarli, oltre che un atto di equità, per cominciare a costruire un vero sostegno, stabile e duraturo. Il settore che rappresento ha bisogno di una prospettiva – spiega il Presidente di AIOP Emilia Romagna Luciano Natali – e di vedere che chi ci commissiona i servizi continuerà ad essere al nostro fianco in tempi così difficili, in un rapporto di reciproca collaborazione come da sempre accade in questa regione virtuosa”.

     

    In allegato il comunicato stampa integrale
     

    Per maggiori informazioni:
    https://www.er-aiop.com/