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Categoria: Focus

  • CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA  |  SITUAZIONE E PROSPETTIVE SECONDO CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

    CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | SITUAZIONE E PROSPETTIVE SECONDO CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA E INTESA SANPAOLO

     

    Confindustria Emilia-Romagna: Clima di fiducia molto positivo, con previsioni di crescita di produzione e ordini. Restano da affrontare nodi strutturali come riforme, infrastrutture e gestione ponderata della transizione energetica. Serve un impegno straordinario per accompagnare gli investimenti pubblici e privati, a partire dall’attuazione del PNRR

    Unioncamere Emilia-Romagna: Digitale, formazione, ricomposizione delle filiere, presenza sui mercati esteri: a questi aspetti si lega la competitività. Dal rapporto virtuoso tra imprese e territorio, radicato in Emilia-Romagna, e dalla capacità di declinarlo su questi elementi, deriva la possibilità di dare continuità alla ripresa

    Intesa Sanpaolo: prosegue il trend di crescita dei prestiti, dinamiche uniformi tra piccole e grandi imprese. Sostegno a digitalizzazione e transizione green tra le priorità da sostenere, con un ruolo strategico per le filiere regionali

    Bologna, 16 settembre 2021

  • INTERVISTA DEL PRESIDENTE PIETRO FERRARI  |  12 SETTEMBRE 2021

    INTERVISTA DEL PRESIDENTE PIETRO FERRARI | 12 SETTEMBRE 2021

     


    Emilia Romagna, la nostra intervista Ferrari (Confindustria) «Green pass in fabbrica e meno burocrazia»

    «Siamo ripartiti, ma tanti nodi restano» Ferrari: una legge sul Green pass in azienda Emilia Romagna, il presidente di Confindustria: «Troppa burocrazia. E la transizione energetica è un rischio, avanti però con calma» di Matteo Naccari Pietro Ferrari, lei è presidente di Confindustria Emilia Romagna: condivide il clima di euforia che avvolge l’economia in questi mesi? «Naturale che ci sia, passata la tempesta viene sempre il sereno, c’è voglia di ripartire dopo la crisi provocata dalla pandemia….». Ma… «Se si va a fondo i problemi restano. Prima del Covid, l’economia italiana cresceva di uno 0,2 o 0,3 per cento all’anno, non è che ora va tutto bene, il debito pubblico è salito moltissimo, il Piano nazionale di ripresa e resilenza è tutto da mettere in campo e se guardo alla mia regione ci sono grandi opere bloccate, come la bretella Modena-Sassuolo o l’autostrada Cispadana…». Insomma, i brindisi sono forzati. «Le aziende sono ripartite e hanno molti ordini, scenario positivo. Però le spine non sono state spazzate vie: dalla burocrazia alla mancanza di manodopera qualificata, alla carenza di materie prime». Fotografi la situazione. «In Emilia Romagna lo scenario è positivo, questo dimostra che il lavoro fatto prima e durante la pandemia ha portato frutti: si è innovato, creando nuovi servizi e prodotti. I risultati si vedono». Guardi avanti. «Sul lungo periodo qualche incognita c’è, come il tema della transizione energetica: ha tempi troppo rapidi che rischiano di colpire interi settori». In regione le preoccupazioni sono per l’automotive: si vuole l’auto elettrica in pochi anni.

    «La questione non riguarda solo i grandi marchi, che hanno forze e risorse, ma soprattutto la filiera di piccole e medie imprese che fa parte del comparto. La transizione energetica riguarda tutti e deve essere gestita con calma altrimenti diventa un pericolo».

    Cosa la spaventa? «La burocrazia, ad esempio. E’ complicatissimo varare progetti nel campo delle energie alternative, bisogna capire che non si può trasformare e rivoluzionare delle imprese in pochi anni. Affrontiamo il tema senza accelerazioni: potrebbero essere solo dannose».

    Chi sta meglio? «Sicuramente il settore manifatturiero della regione è in salute, difficoltà per tessile e abbigliamento: paga una crisi dei consumi in particolare nel commercio al dettaglio. Le vendite su internet non compensano le perdite e non sono redditizie come si pensa. Ci sono per tutti i nodi della scarsità di materie prime, frutto di speculazioni e difficoltà nei trasporti internazionali».

    Gli annunci sono stati fatti, le risorse ci sono: è la volta buona per lo sblocco dei cantieri di importanti infrastutture? «Lo spero: ne ho citate due, se ne parla da decenni, i finanzimenti sono tanti. Cosa aspettiamo? E bisogna rimettere al centro della discussione il passante autostradale di Bologna, scomparso dal dibattito in corso per le elezioni del sindaco: questa città è un punto nevralgico della viabilità nazionale, occorre una soluzione per snellire il traffico».

    Un altro motore dell’economia regionale sono le fiere, il matrimonio tra Bologna e Rimini sembra rimandato. Qual è il loro futuro? «Solo con un sistema fieristico concentrato e forte si può competere ed essere alla pari con un polo internazionale come quello di Milano. Bologna e Rimini hanno eventi importanti, riconosciuti all’estero, ritengo che dopo le amministrative si possa arrivare ad avere in regione un sistema fieristico organizzato e coordinato. E questo non può prescindere da un assetto societario comune».

    L’Emilia Romagna ha quattro aeroporti, la concorrenza è forte: andrebbe armonizzato il sistema oppure spazio alla concorrenza? «Se uno scalo ha la capacità economica per stare in piedi ben venga, ma se ogni anno il bilancio va in rosso non va bene, ancora peggio se si invocano aiuti. Tra due, tre anni capiremo chi può stare sul mercato e chi no». La sua regione attira investimenti, molte multinazionali hanno investito qui, da colossi come la Philip Morris all’ultima arrivata Faw-Silk per le auto.

    E’ motivo di vanto? «Chiediamoci perché lo fanno. Non perché trovano agevolazioni fiscali o incentivi particolari, ma perché c’è qualità nella produzione e nel personale e ci sono prodotti eccellenti. Quello che va fatto è spingere gli investimenti internazionali e allo stesso tempo lavorare sulla formazione, la carenza di manodopera qualificata è tanta».

    Basta preparare i giovani? «No, vanno anche attirati. Da altre regioni, dal Sud ad esempio. Non è solo una questione di cuneo fiscale per le imprese o di livello e specializzazione del l’istruzione, è un tema più ampio: vanno create le condizioni per richiamarli, dalla disponibilità di alloggi a prezzi sostenibili ai servizi». Nelle aziende, secondo lei, si deve lavorare solo se si è vaccinati? «Non ho chiesto a nessuno dei miei 300 dipendenti se è vaccinato o meno, occorre subito, prima che arrivi l’autunno, un intervento legislativo definitivo da parte del governo. Sono a favore del Green pass per lavorare, sono però contro le fughe in avanti e le imposizioni al di fuori delle normative. Ecco perché questo governo deve prendere posizione, non possiamo rischiare un altro stop alle attività».

     

  • Meet in Italy for Life Sciences | Dal 29 settembre al 1° ottobre 2021

    Meet in Italy for Life Sciences | Dal 29 settembre al 1° ottobre 2021

     

    La settima edizione di Meet in Italy for Life Sciences, principale appuntamento nazionale di matchmaking e di aggiornamento nell’ambito delle Scienze della Vita, si terrà dal 29 settembre al 1° ottobre 2021 in modalità “ibrida”, sia con la partecipazione fisica a Genova sia quella on line.

    La rete EEN-Enterprise Europe Network,  di cui Confindustria Emilia-Romagna è parte, promuove tre giornate di incontri di business con interlocutori italiani e stranieri del settore:

    • 29-30 settembre: sessione di partnering in presenza, che si terrà a Genova presso i Magazzini del Cotone del Porto Antico. In queste giornate ci saranno solo incontri in presenza.
    • 1 ottobre: sessione di partnering virtuale. In questa giornata si terranno solo incontri virtuali.

    L’iniziativa si rivolge a imprese, start-up, organizzazioni di ricerca pubblica e privata, investitori, cluster, agenzie per l’innovazione, organizzazioni collegate al settore scienze della vita, con focus su: biotecnologie, dispositivi medici, farmaceutica, nutraceutica, ICT per la salute, salute e benessere e la filiera correlata a questi settori.

    La partecipazione all’evento e la realizzazione degli incontri b2b è gratuita, previa registrazione entro il 20 settembre 2021 tramite l’apposita piattaforma: https://genova2021.mit4ls.b2match.io/

    Al momento della registrazione è necessario indicare Confindustria Emilia-Romagna come Support office per beneficiare dell’assistenza alla partecipazione.  

    In allegato una presentazione dell’iniziativa con alcune informazioni pratiche per la partecipazione.

    In parallelo agli incontri b2b si svolgeranno anche ulteriori attività come convegni e workshops per rafforzare la filiera delle Life Sciences e agevolare l’incontro e il networking tra gli attori del settore.

     

    Per restare aggiornati: http://meetinitalylifesciences.eu/

     

    Per informazioni

    Enterprise Europe Network – Consorzio Simpler
    Camilla Giannotti
    +39 051 3399911
    simpler@confind.emr.it 

    www.confind.emr.it

     

     

  • DEICy | Economia Digitale, Internet of Things e Cybersecurity | 24-25 novembre 2021

    DEICy | Economia Digitale, Internet of Things e Cybersecurity | 24-25 novembre 2021

     

    La rete EEN Enterprise Europe Network organizza un evento virtuale di matchmaking dedicato ai temi Economia Digitale, Internet of Things e Cybersecurity che si terrà il 24 e 25 novembre 2021.

    L’iniziativa DEICy 2021 Digital Economy, Internet of Things, Cybersecurity prevede 2 giornate di incontri individuali virtuali mediante la piattaforma del b2b tra imprese, centri di ricerca e Istituzioni per opportunità commerciali e tecnologiche nelle aree della Trasformazione Digitale, Internet of Things e Cybersecurity.

    Focus Tematici

    Digital transformation: Artificial Intelligence for Business, Digital Economy, Digital Society, Digital Market, Digital Work, Digital Government, Digital Consumption, Digital Production

    Internet of Things: Consumer application IoT, Energy IoT, Industrial IoT, Healthcare IoT, Agriculture IoT, Automotive Industry IoT, Dual-use technology

    Cybersecurity: Digital Economy and Cybersecurity challenges, Cybersecurity digital tools, Security of digital services, Artificial intelligence & Cybersecurity.

    La partecipazione all’evento è gratuita previa registrazione entro il 22 novembre 2021 tramite l’apposita piattaforma on line:
    https://deicy2021.b2match.io/

    Al momento della registrazione è necessario indicare IT – Confindustria Emilia-Romagna come Support office affinché le imprese dell’Emilia-Romagna partecipanti possano beneficiare del supporto del sistema Confindustria alla partecipazione all’evento.

     

    Per informazioni
    Enterprise Europe Network – Consorzio Simpler
    Federica Mori
    +39 051 3399911
    simpler@confind.emr.it  
    www.confind.emr.it  

     

     

  • I NOSTRI UFFICI SARANNO CHIUSI DAL 9 AL 20 AGOSTO 2021

    I NOSTRI UFFICI SARANNO CHIUSI DAL 9 AL 20 AGOSTO 2021

     

    Gli uffici di Confindustria Emilia-Romagna saranno chiusi da lunedì 9 a venerdì 20 agosto e riapriranno lunedì 23 agosto 2021.

    Buone vacanze!  

     

     

  • L’economia dell’Emilia-Romagna ha ripreso a marciare |  Mettere a frutto i segnali della ripresa

    L’economia dell’Emilia-Romagna ha ripreso a marciare | Mettere a frutto i segnali della ripresa

    L’economia dell’Emilia-Romagna ha ripreso a marciare.

    Le priorità degli imprenditori: campagna vaccinale, semplificazione,
    bandi per le imprese, transizione ecologica, infrastrutture

     

    Bologna, 27 luglio 2021 –  In Emilia-Romagna gli imprenditori guardano con ottimismo ai prossimi mesi. «L’economia regionale ha ripreso a marciare − dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – e le prospettive sono favorevoli. I primi sei mesi del 2021 hanno visto un’impennata degli ordini, sia dal mercato interno sia da quello estero, e le imprese si aspettano un’ulteriore crescita nella seconda parte dell’anno. Dobbiamo mettere a frutto i segnali della ripresa per alzare la competitività e la capacità di crescita del sistema economico».

    Nel 2021 l’Emilia-Romagna è la prima regione italiana per crescita del PIL, con un aumento del 6% rispetto al 2020 (media italiana +5,3%, dati Prometeia luglio 2021), trend che continuerà anche l’anno prossimo con un incremento del 4,2% che dovrebbe consentire alla regione di recuperare entro fine 2022 i livelli pre-pandemia. 

    Il settore manifatturiero traina la ripresa e contribuisce alla crescita dell’export che recupera e supera i livelli pre-pandemia: nel primo trimestre 2021 l’Emilia-Romagna segna un +3,2%, rispetto allo stesso periodo del 2019, con un risultato migliore sia della media italiana e del Veneto (che crescono dell’1,1%) sia della Lombardia che si ferma al -0,8%. Nel confronto con il primo trimestre 2020, già influenzato dagli effetti del Covid-19, l’aumento delle esportazioni è maggiore: +6,1%. Si conferma anche il primato della nostra regione per quanto riguarda l’export per residente, superiore a Veneto e Lombardia.

    Il Presidente Pietro Ferrari ha illustrato le priorità degli industriali dell’Emilia-Romagna per dare una spinta alla ripresa, a partire dalla necessità di proseguire con decisione nella campagna vaccinale e dall’utilizzo dello strumento del Green pass per garantire la maggior sicurezza possibile nei luoghi di lavoro.   

    Le Associazioni Industriali della regione hanno realizzato 9 hub aziendali, che da metà giugno ad oggi hanno permesso di vaccinare circa 20 mila dipendenti delle imprese.  «Si tratta di un contributo importante − dichiara il Presidente Ferrari – reso possibile dall’intesa con la Regione e dal senso di responsabilità di imprese ed Associazioni.  I vaccini in questo momento sono, insieme al senso di responsabilità di tutti noi, la migliore arma che abbiamo a disposizione per fronteggiare la pandemia».

    E’ fondamentale concretizzare rapidamente il programma per la semplificazione a cui la Regione sta lavorando nell’ambito del Patto per il Lavoro e il Clima, intervenendo con pragmatismo per semplificare le relazioni di imprese e cittadini con la pubblica amministrazione su temi ambientali, urbanistici, accesso ai finanziamenti, formazione e così via.

    Occorre portare a termine la programmazione dei Fondi strutturali, specie FESR e FSE da utilizzare in modo complementare con il PNRR, e avviare nei tempi più celeri possibili i bandi per accompagnare gli investimenti delle imprese in ricerca e innovazione e la formazione delle persone. Gli interventi per l’export, forte traino della ripresa per la nostra regione, vanno rafforzati con una strategia condivisa che sostenga l’impegno delle imprese sui mercati esteri.

    La realizzazione delle infrastrutture rappresenta un’assoluta priorità per l’Emilia-Romagna e il Paese: le opere strategiche della regione sono di fatto ferme, mentre sono frequenti le occasioni per riaprire dibattiti più o meno utili.

    «La transizione ecologicasottolinea il Presidente Ferrari – è un obiettivo strategico a cui puntare, ma è altrettanto importante non penalizzare le imprese. Il divieto di commercializzare in Europa motori benzina e diesel entro il 2035 rischia di mettere in crisi un settore centrale per l’Emilia-Romagna. La Regione deve favorire la transizione delle filiere produttive con investimenti pubblici verso tecnologie che facilitino la transizione verde e meccanismi premiali per gli investimenti aziendali nell’efficientamento energetico e nell’economia circolare».

    Sul fronte del lavoro la mediazione trovata dal Governo sul blocco dei licenziamenti è positiva, ma è urgente arrivare ad una riforma che definisca un nuovo modello di tutele per chi perde il lavoro e renda veramente efficaci gli strumenti per trovare una nuova occupazione.   

    Le situazioni sono diverse e complesse: crisi aziendali già esistenti prima del Covid e che la pandemia ha soltanto congelato, aziende che in questi mesi hanno visto cambiare radicalmente lo scenario dei mercati in cui operano, altre che devono completare o avviare percorsi di ristrutturazione indispensabili per restare sul mercato.

    «Il sistema − dichiara il Presidente Ferrari – ha dimostrato la capacità e la volontà di tutelare le imprese e il lavoro, coniugando le necessità economiche e produttive con ogni possibile strumento di accompagnamento, tutela e riqualificazione delle persone. Il dialogo e il senso di responsabilità di tutti sono preziosi in questo momento. Dobbiamo tenere presente che in molti settori industriali la questione in campo è ben diversa dai licenziamenti, ovvero la disponibilità di personale, sia specializzato sia generico. Per questo dobbiamo diventare una regione sempre più attrattiva per i giovani in cerca di lavoro».

     

    In occasione dell’incontro con la stampa è stato presentato il Booklet Economia Emilia-Romagna 2021 che illustra dati di sintesi sull’economia regionale relativamente a PIL, struttura industriale, mercato del lavoro, commercio estero.

     

  • Progetto DECARB | La call per le PMI dell’Emilia-Romagna che intendono decarbonizzare l’attività

    Progetto DECARB | La call per le PMI dell’Emilia-Romagna che intendono decarbonizzare l’attività

     

    Il Progetto DECARB, promosso da Confindustria Emilia-Romagna Piccola Industria in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Nativa,  si rivolge alle imprese associate appartenenti alla Piccola Industria che intendono mettersi in gioco e intraprendere un percorso verso la decarbonizzazione della propria attività di business.

    Perché partecipare: per scoprire strade per ridurre l’impronta ambientale dei prodotti e dei servizi, per dimostrare ai propri consumatori che l’azienda ha a cuore il futuro del pianeta e la qualità dell’aria che respiriamo.

    Abbiamo voluto realizzare un progetto che aiutasse le imprese nella comprensione dei propri impatti in termini di emissioni di gas a effetto serra e nell’elaborazione di strategie per la loro mitigazione: un primo decisivo passo verso la decarbonizzazione.

    L’emergenza climatica non è più rinviabile, fare finta che non esista danneggia noi, le generazioni future e anche le imprese. È ormai chiaro come Governi, Istituzioni e mondo finanziario stiano incentivando percorsi di innovazione sostenibile, penalizzando invece chi non integra questi temi nei propri piani strategici. Ne è un esempio l’impegno assunto dall’Unione Europea verso il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica fissato entro il 2050.

    Raggiungere il “Net Zero” richiede un completo ripensamento dei paradigmi economici, culturali e di crescita sino ad ora adottati. Da questa trasformazione dipenderà il futuro non solo delle singole aziende, ma anche dell’intera umanità. Il mondo del business è quindi chiamato ad assumere un ruolo di responsabilità e a diventare protagoniste della transizione. Molte grandi imprese hanno già pianificato passi significativi verso la decarbonizzazione, ma per raggiungere l’obiettivo è necessario il contributo di tutti.

    Questa spinta è anche guidata dai consumatori e dai partner commerciali che, sempre più spesso, prediligono aziende che si impegnano per un impatto rigenerativo sul clima.

     

    Come partecipare

    La call si rivolge a tutte le Piccole e Medie Imprese (con meno di 250 addetti e fatturato inferiore ai 50 milioni di euro)  iscritte a una delle Associazioni territoriali di Confindustria in Emilia-Romagna. Cinque tra le aziende che invieranno la propria candidatura saranno guidate da Nativa in un programma di comprensione degli impatti in termini di emissioni di gas climalteranti legate ai propri processi e nella definizione di un piano di evoluzione che le guidi verso la loro riduzione.

    Oltre alla descrizione delle attività di business, nella richiesta di partecipazione occorre esprimere le motivazioni che spingono ad avviare un percorso di decarbonizzazione attraverso un racconto – da presentare attraverso un video ed eventuali modalità aggiuntive preferite – della visione di sostenibilità dell’azienda, degli impegni già intrapresi e delle prospettive future su cui si ritiene sia necessario investire per essere in grado di rispondere alle odierne sfide e prosperare nel lungo termine collaborando al raggiungimento degli obiettivi della Comunità Europea.

    Le domande saranno valutate per selezionare una rosa di 5 aziende con cui sviluppare il progetto sulla base del commitment trasmesso e delle potenzialità di miglioramento.

    Le domande dovranno pervenire entro il 9 luglio 2021 all’indirizzo piccola-ind@confind.emr.it compilando il modulo allegato e allegando il materiale integrativo relativo alle motivazioni progettuali.

    Il programma si concluderà con una presentazione presso i territori delle aziende e dei risultati conseguiti.

     

    Per informazioni:
    piccola-ind@confind.emr.it – tel. 0513399911

     

     

  • LE IMPRESE INDUSTRIALI DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUANO AD INVESTIRE ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ

    LE IMPRESE INDUSTRIALI DELL’EMILIA-ROMAGNA CONTINUANO AD INVESTIRE ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ

     

    Bologna, 18 maggio 2021  –  L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Associazioni e Unioni Industriali della regione, evidenzia una forte attitudine al cambiamento del sistema industriale dell’Emilia-Romagna, che ha intrapreso un percorso di sviluppo e crescita sempre più all’insegna della sostenibilità.

    Le imprese hanno investito il 6,6% del fatturato, in particolare con interventi di natura organizzativa e gestionale come ICT e formazione. Rispetto a 10 anni fa è triplicata la percentuale di aziende che ha investito in sviluppo sostenibile: nel 2010 era il 20%, nel 2020 il 58% delle imprese ha realizzato investimenti di sostenibilità ambientale e sociale.

    «La pandemia non ha paralizzato l’economia regionale − dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari − e le imprese hanno continuato ad investire, con una chiara traiettoria di evoluzione verso una sempre maggiore sostenibilità. Una scelta che sta entrando sempre più strutturalmente nelle strategie di crescita delle aziende, a prescindere dalla dimensione. La veloce ripartenza di metà 2020, dopo i fermi produttivi della primavera, è stata la conferma di una manifattura resistente e attrezzata a gestire situazioni di forte criticità.  

    Per il 60 per cento delle aziende aumentare il grado di sostenibilità sarà una priorità di investimento anche nel 2021. Gli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima in termini di decarbonizzazione ed energie rinnovabili sono molto ambiziosi: li abbiamo condivisi, ma senza una regolamentazione, normative chiare e strumenti finanziari per la transizione energetica rischiano di restare enunciazioni di principio.

    Il 2021 è un anno di svolta. Accanto ai piani di vaccinazione, indispensabili per superare la crisi sanitaria –  sottolinea il Presidente Ferrari − sarà fondamentale la piena e coerente attuazione del PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questo massiccio programma di investimenti e riforme avrà un ruolo chiave per la ripartenza del Paese sia per l’impatto diretto degli investimenti pubblici sia per accelerare gli investimenti privati.  Gli investimenti privati e pubblici, infatti, devono coesistere, perché i soli investimenti dello Stato non bastano per rilanciare la crescita: le infrastrutture e le riforme, pur necessarie e indispensabili, non sono sufficienti a creare strutturalmente benessere e lavoro. Le imprese hanno sostenuto lo sviluppo e l’occupazione del nostro Paese e stanno continuando a farlo.  Il PNRR dovrebbe indirizzare la maggior quota possibile di risorse ad accompagnare ed accelerare gli investimenti delle imprese».

    Nel corso del 2020 oltre l’87% delle aziende ha realizzato investimenti, con una contrazione del -1,1% rispetto al 2019.  

    La pandemia ha comportato una revisione dei piani di investimento per l’esigenza di adattare le organizzazioni al mutato contesto esterno: chiusura forzata di molte attività, ridotta mobilità delle persone, norme di distanziamento sociale, cambiamenti indotti nell’organizzazione del lavoro, importanti interventi pubblici in ambito monetario e fiscale. Le scelte di investimento delle imprese si sono concentrate principalmente su investimenti in ICT (51,9%), formazione (48,8%) e in ambito produttivo (ricerca e sviluppo 45,0% e linee di produzione 39,9%).

    La dimensione aziendale è un fattore discriminante per la capacità di far fronte alla crisi. Le piccole imprese evidenziano maggiori criticità rispetto alle medio-grandi: una su cinque non ha effettuato investimenti nel 2020, a causa dei cali di fatturato che hanno portato a rivedere i  programmi di investimento.

    Le previsioni per il 2021 sono all’insegna di una moderata cautela: le imprese che prevedono di effettuare investimenti sono oltre l’87%, in linea con la chiusura del 2020.  Le strategie di crescita vedono una prevalenza di investimenti in formazione, ricerca e sviluppo e tutela ambientale. Si confermano gli investimenti in ICT, linee di produzione e per lo sviluppo sui mercati esteri.

    Per quanto riguarda i fattori di ostacolo alle decisioni di spesa, gli aspetti congiunturali collegati all’incertezza sui tempi di superamento della crisi sanitaria rappresentano l’elemento più condizionante. Tra i fattori strutturali la burocrazia torna ad essere il principale ostacolo, segnalata dal 32,5% delle imprese, seguito dalle criticità legate alle risorse finanziarie e umane.

    Il focus sulla sostenibilità − che si avvale anche di un commento da parte di Prometeia − dimostra come lo sviluppo sostenibile sia ormai pienamente inserito nelle strategie delle imprese.  Se nel 2010 era quasi identica la percentuale di imprese che dichiarava di avere intrapreso volontariamente una politica sostenibile e di quelle che lo facevano per adeguarsi alla normativa vigente, ora le aziende che lo fanno in modo volontario sono il doppio delle altre.

    Mentre le grandi aziende erano indirizzate lungo una logica di sviluppo sostenibile già nel 2010, le PMI hanno invece cambiato marcia nell’ultimo decennio.

    Le motivazioni economiche ad investire in sostenibilità evidenziano come il tema stia diventando sempre più rilevante nelle politiche di sviluppo aziendale: i fattori che riscontrano la maggior frequenza di risposte sono rilevanza strategica, riduzione dei costi e miglioramento della reputazione verso i clienti e i fornitori. Oggi ha acquisito grande importanza anche la ricerca di consenso sociale, considerata dieci anni fa scarsamente rilevante.

    I principali ostacoli ad investire in sostenibilità sono i costi di adeguamento, sia dei processi sia dei prodotti − richiamati in particolare dalle grandi imprese − e la burocrazia.

    Strategico è l’investimento in conoscenza: oltre l’80% delle imprese prevede di accompagnare le scelte legate alla sostenibilità con adeguamento e crescita delle competenze del personale interno all’azienda. Al crescere della dimensione aziendale cresce la previsione di investire nell’acquisizione di tecnologie specifiche e nell’assunzione di nuove figure professionali.

    L’analisi ha messo a confronto due anni particolari: il 2010, anno di post crisi dopo il crollo mondiale del 2018, e il 2020 che rimarrà nella storia come l’anno della pandemia. In questo decennio l’industria dell’Emilia-Romagna ha vissuto un percorso di trasformazione, riqualificazione e rafforzamento competitivo che ha restituito imprese più solide e robuste, specie dal punto di vista del rafforzamento patrimoniale, e ha coinvolto tutte le aziende, soprattutto le medie e grandi, portandole verso condizioni di maggiore equilibrio rispetto al passato.

    L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, giunta quest’anno alla ventiduesima edizione, ha coinvolto 450 imprese (61% piccole, 31% medie e 6% grandi), con un giro d’affari di 16,5 miliardi di euro e 51 mila addetti. Per la prima volta l’indagine, tradizionalmente manifatturiera, include anche imprese dei servizi.

  • La documentazione del webinar di Orione. in due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

    La documentazione del webinar di Orione. in due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

     

    La formazione aziendale in Emilia-Romagna chiave per la ripartenza dopo la pandemia.
    In due anni Fondimpresa ha formato 173.000 lavoratori di 8.400 imprese emiliano-romagnole

     

    Bologna, 18 giugno 2021 –  Tra il 2019 e il primo trimestre di quest’anno 173 mila lavoratori di oltre 8.400 imprese dell’Emilia-Romagna hanno partecipato a corsi formativi finanziati da Fondimpresa, Fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confindustria e CGIL CISL e UIL che consente di utilizzare le risorse dello 0,30% del monte salari tramite due strumenti: gli Avvisi nazionali e il Conto Formazione di ogni azienda. 

    Le imprese dell’Emilia-Romagna aderenti a Fondimpresa, il maggiore tra i Fondi interprofessionali, sono circa 12.500, con quasi mezzo milione di occupati.   Tra il 2019 e il primo trimestre 2021 i piani formativi presentati dalle imprese emiliano-romagnole hanno consentito di realizzare oltre 2,2 milioni di ore di formazione per un valore complessivo di oltre 82 milioni di euro

    Sono alcuni dei dati illustrati in occasione dell’incontro “Formazione in azienda, chiave per la ripartenza” organizzato il 18 giugno scorso a Bologna da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna.

    Si evidenzia una grande vivacità delle piccole imprese: il 54% delle imprese che hanno organizzato corsi di formazione con Fondimpresa ha meno di 50 dipendenti.

    Il 91% dei lavoratori esprime soddisfazione sull’utilità della formazione e sulla trasferibilità nell’attività lavorativa delle conoscenze apprese.

    Le imprese sono impegnate a rafforzare le competenze digitali indispensabili per ottimizzare i processi e sviluppare il modello di business. Le nuove competenze tecnico-specialistiche riguardano tecnologie robotiche, Big Data e Analytics, Internet of Things, in linea con il Piano Impresa 4.0.  Le competenze trasversali e soft skills −   leadership, problem solving, team working −   sono sempre molto richieste ed emergono nuove esigenze formative legate allo sviluppo dello smart working e all’uso di strumenti informatici ad esso connessi.

    Nel primo trimestre di quest’anno, per la prima volta, il numero di lavoratrici donne è superiore a quello dei colleghi maschi: il 53% dei lavoratori in formazione è donna.

    Circa il 63% dei lavoratori formati ha un’età compresa tra i 40 e i 59 anni, a riprova di una formazione attenta all’occupabilità dei lavoratori e all’incremento delle competenze in relazione alle nuove tecnologie.

    L’incontro è stato introdotto da Daniele Botti e Roberto Rinaldi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Orione.   Sono seguite due tavole rotonde: la prima dedicata ad una riflessione sui fabbisogni di competenze e professionalità nell’era post-Covid, a cui hanno partecipato la Direttrice HR del Gruppo Maggioli Cristina Maggioli, il Chief Human Capital Director di Bonfiglioli SpA Alberto Fusi, i componenti RSU Federica Gandini di Barilla e Gabriele Marasti di Gruppo Concorde, la seconda sul ruolo delle parti sociali nelle prossime sfide della formazione.

    «In questa fase di ripresa economica mancano le competenze tecniche strategiche per la crescita delle imprese − ha sottolineato il Vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna Corrado Beldì – e gli imprenditori faticano a reperire sia i profili tecnici di base sia quelli specializzati: il 25% delle imprese emiliano-romagnole ha difficoltà contro il 21% a livello nazionale. Dobbiamo rafforzare l’impegno a tutti i livelli, Fondimpresa e Regione, per la formazione dei dipendenti sui temi dello sviluppo tecnologico e produttivo, specie negli ambiti digitale, transizione ecologica, internazionalizzazione, innovazione organizzativa, specie per le PMI. Occorre anche coinvolgere le imprese nella progettazione dei percorsi formativi e semplificare le modalità di accesso e gestione della formazione».

    «Un’occupazione di qualità − ha dichiarato il Segretario generale di CGIL Emilia-Romagna Luigi Giove − passa anche da un importante investimento sulla formazione e sulla riqualificazione professionale. È ciò che serve al Paese e alla nostra regione, ed è l’obiettivo a cui lavora Orione. È positivo poi che, per la prima volta, il numero di lavoratrici coinvolte è superiore agli uomini. Perché non dobbiamo mai dimenticare che la crisi causata dalla pandemia ha colpito, anche in questa regione, soprattutto le donne».

    «La crisi pandemica − ha affermato il Segretario generale di CISL Emilia-Romagna Filippo Pieri − ha con tutta evidenza accelerato i tempi della transizione tecnologica e occupazionale. Per rispondere a questi cambiamenti in atto serve un grande patto per l’aggiornamento e l’adeguamento delle competenze dei lavoratori. Un patto che dovrà prevedere la possibilità concreta per i fondi interprofessionali e i fondi strutturali europei (che sono gli enti e i fondi che, con la formazione, finanziano l’adeguamento delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori) di interagire in azioni complementari. Bisogna, quindi, fare in modo che tra le regole, le leve operative, gli strumenti di indirizzo e di servizio predisposti anche a livello regionale, vi sia la compatibilità necessaria ad alleanze e azioni comuni».

    «Oggi è più che mai necessario investire risorse nella formazione di chi è occupato −   ha osservato il Segretario generale di UIL Emilia-Romagna e Bologna Giuliano Zignani −. La crisi prima, la pandemia poi hanno modificato in modo radicale il mondo del lavoro. La formazione professionale diventa quindi uno strumento fondamentale per acquisire nuove competenze tese alla valorizzazione di chi lavora. Va anche detto che la formazione non si può limitare ad un semplice momento della vita lavorativa, ma deve essere permanente. Solo così i lavoratori, quindi le imprese, possono essere all’avanguardia».

    «Il cambiamento che abbiamo davanti ci impone una transizione sul piano delle competenze, che dobbiamo gestire con grande attenzione, per evitare che si formi una bolla di lavoro povero e di imprese povere che rischiano di restare senza un futuro, ai margini del sistema economico e produttivo e della società − ha dichiarato  Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Formazione e Lavoro della Regione Emilia-Romagna −. Come abbiamo scritto nel Patto per il Lavoro e per il Clima investiremo sempre di più sui saperi e sulle nuove competenze, sostenendo anche la formazione e l’aggiornamento continuo per rispondere alle nuove esigenze delle imprese, in particolare nei settori del digitale e del green. Bisogna creare una nuova alfabetizzazione continua per il governo delle tecnologie, dell’innovazione e della digitalizzazione. Un investimento che dovrà interessare tutti i lavoratori, con un’attenzione particolare alle donne e alle fasce di età più in difficoltà». 

    «Fondimpresa è pronta a sostenere le sue imprese aderenti: competenze digitali, innovazione tecnologica, green transition ed economia circolare sono i campi in cui si svilupperanno le competenze del futuro, è necessario investire in formazione, moneta utile a superare il mismatch   −  ha concluso il Presidente di Fondimpresa Aurelio Regina –. Sarà fondamentale nel PNRR rilanciare il ruolo dei Fondi interprofessionali, darci modo di operare come strumenti di politica attiva, restituire ai Fondi il prelievo forzoso operato ormai dal 2014 sullo 0,30 e consentire alle aziende di poter utilizzare a pieno le loro risorse».

     

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    ORIONE – Organismo Bilaterale Emilia-Romagna
    Via Barberia, 13 – 40123 Bologna BO
    tel. 051 0195511

     

  • REGISTRAZIONE DEL WEBINAR “FORMAZIONE IN AZIENDA, CHIAVE PER LA RIPARTENZA”

    REGISTRAZIONE DEL WEBINAR “FORMAZIONE IN AZIENDA, CHIAVE PER LA RIPARTENZA”

     

    L’incontro “Formazione in azienda, chiave per la ripartenza” promosso da Orione, Organismo bilaterale per la formazione costituito da Confindustria e CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna, ha voluto sviluppare, partendo dagli esiti delle attività realizzate in Emilia-Romagna nel 2019 e 2020, una riflessione sulle esigenze formative del territorio che potranno trovare risposta dall’incrocio tra la programmazione di Fondimpresa e quella del nuovo FSE+, in fase di stesura da parte della Regione Emilia-Romagna.

    Il webinar si è svolto il 18 giugno 2021ed è stato trasmesso sul canale Youtube e sul sito di Confindustria Emilia-Romagna e sulle pagine Facebook di CGIL Emilia-Romagna, CISL Emilia-Romagna e UIL Emilia-Romagna.

    Dopo l’introduzione da parte di Daniele Botti e Roberto Rinaldi, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Orione, è intervenuto Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Formazione e Lavoro della Regione Emilia-Romagna.

    Sono seguite due tavole rotonde, la prima dedicata ad una riflessione sui fabbisogni di competenze e professionalità nell’era post-Covid, a cui partecipano la Direttrice HR del Gruppo Maggioli Cristina Maggioli, il Chief Human Capital Director di Bonfiglioli SpA Alberto Fusi, la componente RSU di Barilla Federica Gandini e un delegato RSU di Gruppo Concorde.

    La seconda, centrata sul ruolo delle parti sociali nelle sfide del prossimo futuro, ha visto l’intervento del Vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna Corrado Beldì, del Segretario generale di CGIL Emilia-Romagna Luigi Giove, del Segretario generale di CISL Emilia-Romagna Filippo Pieri e del Segretario generale di UIL Emilia-Romagna e Bologna Giuliano Zignani.

    Ha concluso il Presidente di Fondimpresa Aurelio Regina.

    Ha condotto i lavori la giornalista del Sole 24 Ore Ilaria Vesentini.

     

     

    Per informazioni:
    t.termanini@rete.fondimpresa.it