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Categoria: Focus

  • CORONAVIRUS |  INTERVISTA DEL PRESIDENTE FERRARI AD ADNKRONOS

    CORONAVIRUS | INTERVISTA DEL PRESIDENTE FERRARI AD ADNKRONOS

     

    28 aprile 2020 –  “Utilizzeremo i giorni che ci separano dal 4 maggio per affinare al meglio la macchina per poi ripartire. Nella vita si può sempre fare meglio, ma va bene anche così. Si doveva ripartire, dobbiamo abituarci a convivere con il virus” Così il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari ha commentato con Adnkronos/Labitalia il Dpcm del Governo del 26 aprile.

    “Qui in Emilia-Romagna alcune attività fondamentali come la ceramica e l’automotive sono già ripartite questa settimana. Il biomedicale, altro settore centrale per la regione, non si è mai fermato, anzi è cresciuto. Certo, ci sono settori che volevano ripartire già da questa settimana, ma utilizzeranno questi giorni per affinare procedure e macchinari per la ripartenza dal 4 maggio”.

    Anche perché uno stop alle attività per oltre un mese e mezzo non si era mai visto. “Dovremo verificare la domanda di determinati beni dopo uno stop di produzione di un mese e mezzo, è una situazione nuova che non avevamo mai vissuto”, rimarca Ferrari. “L’importante – conclude – è che si riparta, purtroppo con questo virus dovremo imparare a convivere per un po’ di tempo”.

     

     

    In allegato le interviste al Corriere Bologna dell’11 aprile, a Repubblica Bologna del 23 marzo e al Resto del Carlino del 22 marzo 2020.

  • CORONAVIRUS | PROPOSTE PER LA FASE 2 #RESTARTITALIA – PICCOLA INDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE, VENETO

    CORONAVIRUS | PROPOSTE PER LA FASE 2 #RESTARTITALIA – PICCOLA INDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE, VENETO

     

    Il documento parte dalle proposte contenute nella “Agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro contro il Covid 19” presentato dalle Confindustrie regionali di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto l’8 aprile scorso e lancia alcune proposte operative da parte dei Comitati Piccola Industria delle stesse Associazioni in vista della fase 2.

     

    PROSPETTIVE DI SVILUPPO E CRESCITA ECONOMICA

    1. Solo accelerando ed incentivando gli investimenti è possibile recuperare il terreno perduto e mettere le basi per una crescita stabile. Estendere per tutto il 2020 dei meccanismi previsti dall’iperammortamento pari al 240% esteso però a tutti gli investimenti sia materiali che immateriali, in particolare in ambito digitale come anche le spese relative alle attività collegate consulenziali e l’utilizzo di software “as service”. Gli investimenti materiali possono coinvolgere anche l’acquisto di impianti o macchinari usati il cui valore verrà determinato attraverso un’apposita perizia.
       
    2. La ricerca è alla base dell’ingegno delle imprese italiane: estendere e potenziare il credito di imposta per la ricerca innovazione e design, contributi per lo sviluppo dell’e-commerce e dello smart working.
       
    3. Incentivare la patrimonializzazione delle imprese estendendo per 12 mesi a tutte le PMI quanto previsto per le start-up e PMI innovative in termini di credito di imposta per versamenti in conto capitale, ciò andrebbe nella direzione di rafforzare il tessuto imprenditoriale del paese.
       
    4. Incentivare i processi di aggregazione come acquisizioni o fusioni per non disperdere il prezioso know-how italiano. Stabilizzare ed estendere a tutto il 2021 il meccanismo di affrancamento con rivalutazione quote ad un’aliquota agevolata del 6%. Per le acquisizioni <10 milioni di euro riconoscere credito di imposta del 40% per il compratore.   Nel caso di operazioni di fusione riconoscere un credito di imposta sempre del 40% relativamente all’incremento patrimoniale portato dalla società incorporata. Anche le operazioni di Cessione di Ramo d’azienda devono essere equiparate fiscalmente (sia per il compratore che per il venditore) ad operazioni di cessione di quote societarie.
       
    5. Facilitare l’apertura delle aziende al mercato dei capitali, il ricorso all’indebitamento sul medio periodo non è sostenibile. Prevedere procedure semplificate per l’accesso ad un mercato dei capitali come AIM dove sia l’azienda che si quota sia i soggetti acquirenti possano maturare un credito di imposta pari al 40% del capitale conferito in aumento di capitale.
       
    6. Il Fondo Nazionale per l’Innovazione potrebbe giocare un ruolo importante per la crescita ed il rafforzamento delle PMI, agevolando operazioni di acquisizione o fusione di start up o PMI innovative tramite l’ingresso nel capitale con partecipazioni che possono arrivare fino al 20% collegato ad una opzione call della quota a 3 o 5 anni da parte dell’acquirente qualora nel piano industriale sia prevista una crescita compatibile.
       
    7. Procedure semplificate per il reshoring, per riportare in Italia le attività per produrre prodotti di qualità o strategici per la continuità operativa (ad es. DPI). Uno degli ostacoli maggiori purtroppo è la burocrazia, si propone pertanto di incentivare il rimpatrio di produzioni industriali attraverso procedure autorizzative semplificate ed unificate per la localizzazione e costruzione di siti produttivi.
       
    8. Supportare i contratti di lavoro nell’economia post covid-19: incentivi per assunzioni a tempo indeterminato e stabilizzazione di tempo determinato, abbattimento del cuneo fiscale, innalzamento dei tetti del welfare aziendali da 258 a 2.580 Euro, oltre che l’istituzione di contratti a chiamata semplificati.
       
    9. Dare slancio all’export creando nuovi Voucher a favore delle PMI sia per la partecipazione ad eventi e fiere estere sia per l’organizzazione di eventi e fiere nazionali destinati all’esportazione sia in forma fisica che nella modalità digitale.

       

  • CORONAVIRUS |  PROPOSTE PER LA RIAPERTURA SICURA DELLE IMPRESE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE E VENETO

    CORONAVIRUS | PROPOSTE PER LA RIAPERTURA SICURA DELLE IMPRESE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA, LOMBARDIA, PIEMONTE E VENETO

     

    AGENDA PER LA RIAPERTURA DELLE IMPRESE E LA DIFESA DEI LUOGHI DI LAVORO CONTRO IL COVID-19

    Il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari, insieme a Marco Bonometti, Fabio Ravanelli e Enrico Carraro, Presidenti delle Confindustrie Lombardia, Piemonte e Veneto, lanciano un appello per una riapertura sicura ed ordinata delle imprese 

     

    8 aprile 2020 −  In questo gravissimo contesto, la salute è certamente il bene primario, e ogni contributo affinché si possano alleviare e contrastare le conseguenze dell’epidemia è cruciale. 

    Le relazioni sociali ed economiche sono colpite in modo grave, imprevedibile fino a poche settimane orsono. Stiamo facendo grandi sacrifici, che mai avremmo pensato ci sarebbero stati richiesti, che implicano la limitazione di alcune libertà che abbiamo sempre dato per scontate. 

    Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che all’emergenza sanitaria seguirà una profonda crisi economica: dobbiamo quindi essere in grado di affrontarla affinché non si trasformi in depressione e per farlo abbiamo bisogno innanzitutto di riaprire in sicurezza le imprese.

    Se le quattro principali regioni del Nord che rappresentano il 45% del PIL italiano non riusciranno a ripartire nel breve periodo il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia.

    Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese.

    Chiediamo quindi di definire una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese. È ora necessario concretizzare la “Fase 2”.

    Per farlo bisogna realizzare un percorso chiaro e decisioni condivise con una interlocuzione costante tra Pubblica Amministrazione, Associazioni di rappresentanza delle imprese e Sindacati che indichi le tappe per condurre il sistema produttivo verso la piena operatività.

    La salute è il primo e imprescindibile obiettivo: le imprese devono poter riaprire, ma è indispensabile che lo possano fare in assoluta sicurezza, tutelando tutte le persone. Le aziende sicure devono poter lavorare. Chi non è in grado di assicurare la sicurezza necessaria nei luoghi di lavoro non può aprire.

    Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale.

    Occorre uscire dalla logica dei codici ATECO, delle deroghe e delle filiere essenziali a partire dall’industria manifatturiera e dai cantieri. È una logica non più sostenibile e non corretta rispetto agli obiettivi di sanità pubblica e di sostenibilità economica. Il criterio guida è la sicurezza.

    Le imprese si sono già dotate di alcuni importanti strumenti per modulare i propri comportamenti in questa difficilissima situazione, in primis il Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.  Si tratta di un documento fondamentale, condiviso da tutti gli attori che deve trovare una rigorosissima applicazione, anche nei controlli, e costituire il principale riferimento. 

    Bisogna mettere le imprese in condizione di attuarlo, assicurando loro la possibilità di:

    • mettere le imprese nelle condizioni di reperire tutti i dispositivi di protezione individuale e garantire il loro approvvigionamento mediante un agevole percorso di fornitura che passi da un flusso costante e prioritario nelle procedure doganali;      

    • velocizzare il percorso di autorizzazioni da parte dell’ISS per i dispositivi prodotti in deroga alle normative sanitarie, ma che dimostrino requisiti di protezione soddisfacenti      

    • mettere in campo un pacchetto di misure di finanziamento a fondo perduto che supportino gli investimenti delle imprese nella sicurezza basato su alcune linee d’azione fondamentali:  adozione di protocolli di sanificazione degli ambienti di lavoro; ripensamento degli spazi lavorativi per ridurre al minimo i contatti tra le persone; nuova mobilità da e per i luoghi di lavoro e all’interno dei siti produttivi; ricorso allo smart working.

    Chiediamo un impegno per definire insieme un piano di contenimento del virus sui luoghi di lavoro basato su:

    • una collaborazione tra Autorità preposte, imprese e sindacati per consentire una efficiente gestione dell’operatività delle imprese nel periodo di emergenza, funzionale ad evitare pericolose situazioni di contrasto che metterebbero a repentaglio gli sforzi di collaborazione.  Ciò deve poter avvenire anche a livello territoriale e regionale per costruire e sperimentare nuovi “modelli” di lavoro. 

    • a livello regionale occorre condividere con i Servizi Sanitari modelli di collaborazione in cui le imprese diventano luoghi in cui si attuano le politiche per la salute a partire dalle attività di screening preventivo sulle quali si attendono decisioni tempestive e univoche delle autorità competenti: con l’ausilio fondamentale di test sierologici validati o con programmi coordinati di “tamponi” sul territorio.

    In sintesi, occorre ripartire rapidamente per dare al Paese, alle imprese e ai lavoratori un’agenda chiara ed un quadro certo in cui operare.  Il criterio guida è la sicurezza: le aziende sicure sono tutte uguali. Per questo occorre condividere un modello di collaborazione con Istituzioni, Autorità sanitarie, Associazioni industriali, Organizzazioni sindacali.

  • EMERGENZA CORONAVIRUS |   AIOP EMILIA-ROMAGNA C’E’

    EMERGENZA CORONAVIRUS | AIOP EMILIA-ROMAGNA C’E’

     

    L’ospedalità privata dell’Emilia-Romagna c’è per gestire l’emergenza COVID19.

    Come AIOP Emilia-Romagna abbiamo firmato un accordo con la Regione Emilia-Romagna di completa collaborazione.

    Le nostre strutture sono impegnate quotidianamente a gestire il delicato momento che stiamo vivendo.

    Far parte del Servizio Sanitario Regionale significa esserci nel buono e nel cattivo tempo.

    Cresciamo quando la qualità del nostro sistema cresce così come, nei momenti critici, ci siamo per fare insieme un fronte comune.

    #uniticelafaremo

  • CORONAVIRUS |  PICCOLA INDUSTRIA CONFINDUSTRIA E COMMISSARIO STRAORDINARIO ARCURI INSIEME PER CONTINUITÀ PRODUTTIVA E TUTELA SALUTE DEI LAVORATORI

    CORONAVIRUS | PICCOLA INDUSTRIA CONFINDUSTRIA E COMMISSARIO STRAORDINARIO ARCURI INSIEME PER CONTINUITÀ PRODUTTIVA E TUTELA SALUTE DEI LAVORATORI

     

    È stato siglato l’accordo tra Confindustria e il Commissario straordinario Domenico Arcuri per rispondere all’emergenza Covid-19 sostenendo la continuità produttiva delle imprese e garantendo la tutela della salute dei lavoratori.

    L’intesa, voluta da Piccola Industria Confindustria nell’ambito dell’attività del Programma Gestione Emergenze da questa guidato, è rivolta a facilitare gli approvvigionamenti di mascherine per il sistema industriale e, tramite le donazioni previste da parte delle imprese, per il sistema sanitario nazionale.

    E’ un risultato ottenuto grazie alla stretta collaborazione tra Confindustria e il Commissario Domenico Arcuri che prevede l’impegno comune su diversi fronti per affrontare l’emergenza Covid-19. Rappresenta, inoltre, una risposta concreta alla forte richiesta proveniente dalle imprese di liberalizzare sempre più l’importazione di mascherine per vincere la concorrenza proveniente dagli altri Paesi. 

    L’intesa di fatto semplifica le procedure di sdoganamento dei DPI e delle mascherine chirurgiche ordinate dalle imprese associate a Confindustria tramite gli Accordi Quadro che Piccola Industria sta siglando con produttori ad elevata capacità produttiva e con gli importatori. E’ previsto che il 20% della merce ordinata venga donata al Commissario Straordinario per l’emergenza direttamente dall’importatore, dopo che l’importatore avrà effettuato gli opportuni controlli di conformità. Grazie alle offerte attualmente previste dagli accordi già siglati finora da Piccola Industria con Genertec, Giglio Group e Promo Gift nei prossimi giorni verranno messe a disposizione degli associati circa 2 milioni di mascherine, tra chirurgiche e FFP2, a norma CE con relative certificazioni e schede tecniche che saranno fornite alle aziende al momento dell’ordine. Proprio in questi giorni la Protezione Civile ha ricevuto le prime donazioni generate dall’accordo siglato da Piccola Industria e Genertec.

    “Quello di oggi è un ulteriore tassello del percorso messo in campo dal PGE, Programma gestione emergenze, che sin dall’inizio della crisi si è attivato su tre direttrici d’azione: la continuità produttiva, l’individuazione di fornitori di dispositivi medici per la Protezione Civile, la riconversione di aziende per la produzione di mascherine – ha sottolineato Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria. Un percorso realizzato in stretto contatto con il Commissario Arcuri e il Dipartimento della Protezione Civile, con cui siamo legati da un accordo di collaborazione sin dal 2016. E proprio a loro va il mio ringraziamento. È stato un grande lavoro di squadra, in raccordo con la Task Force Coronavirus di Confindustria e con il supporto di Confindustria Dispositivi Medici e Assosistema. Abbiamo informato, raccolto le esigenze delle imprese e le criticità cercando di identificare le priorità, coordinare le iniziative e fornire procedure uniformi con cui rispondere in modo rapido, efficace ed efficiente alle diverse fasi della crisi. Abbiamo predisposto anche un sondaggio, in collaborazione con il Centro Studi, sui fabbisogni di DM e DPI degli associati, per definire le azioni da realizzare per ridurre il differenziale tra domanda ed offerta.”

  • TECHNOLOGY & BUSINESS COOPERATION DAYS |  VIRTUAL MEETINGS  20-23 APRILE – 13-16 LUGLIO 2020

    TECHNOLOGY & BUSINESS COOPERATION DAYS | VIRTUAL MEETINGS 20-23 APRILE – 13-16 LUGLIO 2020

    La rete Enterprise Eurpe Network, di cui Confindustria Emilia-Romagna è parte, organizza l’evento “Technology & Business Cooperation Days”, finalizzato a creare opportunità di cooperazione commerciale, tecnologica e in ambito R&D tra imprese, università e centri di ricerca italiani ed esteri. attraverso incontri bilaterali virtuali.

    L’evento nasce nell’ambito di Hannover Messe. Ha seguito della cancellazione dell’edizione 2020 dalla fiera, gli incontri saranno realizzati in modalità on line nelle seguenti giornate: 20-24 aprile e 13-16 luglio.

     
    I temi target di questa edizione sono:
    Smart factories
    Industrial manufacturing
    Energy & resource efficient manufacturing
    Sustainable Energy & mobility Solutions
    Measurement tools 
     
    L’edizione 2019 ha visto oltre 600 iscritti, provenienti da diversi Paesi europei e non, che hanno realizzato circa 1000 incontri b2b.
     
    Per partecipare all’iniziativa è necessario registrarsi tramite l’apposita piattaforma on line https://technology-business-cooperation-days-2020.b2match.io/home entro il 30 giugno.
    Al momento della registrazione è necessario indicare Confindustria Emilia-Romagna come Support office per beneficiare del nostro supporto gratuito alla partecipazione.

     

    Per maggiori indicazioni sulle modalità di iscrizione si veda la scheda riassuntiva dell’iniziativa in allegato.
     
     
     
    Per informazioni
    Simpler –Enterprise Europe Network
    Confindustria Emilia-Romagna
    Mail: simpler@confind.emr.it
    Tel. +39 051 33.99.940-960
     
  • Coronavirus |  Mascherine chirurgiche, occhiali e visiere protettive made in Emilia-Romagna, grazie alla costruttiva collaborazione di molti attori

    Coronavirus | Mascherine chirurgiche, occhiali e visiere protettive made in Emilia-Romagna, grazie alla costruttiva collaborazione di molti attori

     

    OCCHIALI E VISIERE PROTETTIVE –   Dalla partnership Nannini – Raleri 900 occhiali protettivi al giorno, che diventeranno 3.500 a partire da metà aprile e 1.500-2.000 visiere protettive con volumi di output in crescita nel brevissimo periodo.

    31 marzo 2020 –  Pochi giorni fa i due soci dell’impresa Nannini di Reggio Emilia – Davide Degl’Incerti Tocci, Presidente e Alberto Gallinari, Direttore commerciale e amministratore – ricevono una richiesta di fornitura di occhiali protettivi da parte del comando reggiano dei Vigili del Fuoco, dove scarseggiavano i materiali di protezione individuale.

    Gli imprenditori reggiani capiscono che, per rispondere a questa nuova richiesta particolare ed urgente, serve dare vita ad una fase di progettazione e valutazione tecnica nuova, che vada al di là della gamma di prodotti finora realizzati.

    Dopo un primo contatto con Unindustria Reggio Emilia e, successivamente, con la Sanità regionale capiscono che c’è una grossa necessità anche di visiere copri volto.

    Da qui nasce la preziosa collaborazione con Raleri, azienda del bolognese esperta nella produzione di occhiali protettivi per differenti ambiti di utilizzo, anche sportivi e visiere proteggi volto.

    Grazie all’apporto tecnico sulle visiere del partner bolognese e forti delle competenze di Nannini, in meno di una settimana vengono realizzati una visiera protettiva, progettata e sviluppata da Raleri, e un modello di occhiali protettivi derivati dal progetto Modular, già esistente in Nannini.

    Verso metà aprile il modello Modular “DPI” verrà affiancato da un secondo occhiale protettivo dalla produttività maggiore, ed è allo studio in Raleri un protettore di tipo maschera.

    Tutti i prodotti proposti sono al 100% made in Italy e si caratterizzano per scelte progettuali performanti e per la scelta di materiali di primissima qualità, certificati e anallergici, capaci di proteggere al meglio il personale sanitario coinvolto nell’emergenza Coronavirus.

    Dopo una rapidissima fase progettuale e la realizzazione di prototipi per l’approvazione e certificazione la partnership Nannini – Raleri è in grado di fornire da mercoledì 1° aprile 900 occhiali protettivi al giorno, che diventeranno 3.500 a partire da metà aprile, e 1.500-2.000 visiere protettive al giorno con volumi in crescita nel brevissimo periodo grazie ad una architettura produttiva che inizia negli stabilimenti di Raleri e Nannini, ma che coinvolgerà anche altre imprese provenienti da altri settori e filiere.

    Si vuole infatti evitare una concentrazione produttiva, rischiosa nell’attuale periodo di emergenza, e permettere ai singoli laboratori o aziende manifatturiere interessate a prendere parte al progetto di fornire supporto anche su singole fasi produttive.

    Fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo è stata la collaborazione di Valentina Solfrini, Professional Area Farmaco e Dispositivi Medici Regione Emilia-Romagna, il lavoro di networking Filippo di Gregorio, Direttore Generale di Unindustria Reggio Emilia e il supporto normativo di Giuliana Gavioli, coordinatrice del gruppo di lavoro di Confindustria Emilia-Romagna per le scienze della vita e riferimento tecnico presso il Tecnopolo di Mirandola (MO).

     

    MASCHERINE CHIRURGICHE –  L’idea nasce dall’azienda Nuova Sapi di San Donnino di Casalgrande (RE). Unindustria Reggio EmiliaConfindustria Emilia-RomagnaSanità Regionale, Comune di Reggio Emilia e Tecnopolo del Biomedicale di Mirandola fanno sistema per produrre 150 mila pezzi al giorno.

    24 marzo 2020 –  L’attuale emergenza legata al Coronavirus ha mosso l’ingegno dell’azienda Nuova Sapi di San Donnino di Casalgrande di Reggio Emilia, che vanta oltre 40 anni di esperienza nel campo del medicale e della pulizia industriale, per trovare una soluzione alla carenza di mascherine chirurgiche.

    Il progetto di riconversione industriale è caratterizzato da alcuni elementi distintivi.

    Eco-sistema territoriale: il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione di imprese, Amministrazioni locali e regionali, Sanità e Tecnopoli e Associazioni di categoria.

    Qualità dei materiali: i tessuti utilizzati sono di ambito medicale testati e validati grazie alle loro eccellenti caratteristiche.

    Quantità della produzione: nel giro di pochi giorni la produzione supererà le 150.000 unità quotidiane.

    Giovedì 12 marzo i soci dell’azienda Marco e Lorena Bondi, Albano, Enrica e Giampaolo Giacobazzi, hanno progettato e prototipato, partendo da zero, il primo esemplare di mascherina chirurgica composta da tre strati di tessuto non tessuto: quello esterno è idrorepellente, quello più interno è antibatterico, il terzo è delicato e anallergico per evitare abrasioni sul volto di chi lo indossa. Ulteriore accortezza distintiva è data dal taglio particolare nella zona degli occhi che segue la forma del viso e la rende compatibile con l’uso degli occhiali protettivi.

    Consapevoli di non riuscire a gestire tutta la filiera necessaria per industrializzare il prodotto, si sono rivolti alla propria Associazione, Unindustria Reggio Emilia, la quale ha immediatamente compreso l’opportunità di sviluppare un progetto che potesse mettere a sistema un’iniziativa ambiziosa in grado di portare benefici all’intera Regione Emilia-Romagna.

    Con questo obiettivo si è creata una rete che ha coinvolto Unindustria Reggio Emilia, Confindustria Emilia-Romagna, Sanità Regionale, Comune di Reggio Emilia e Tecnopolo del Biomedicale di Mirandola (MO).

    Domenica 15 marzo si è tenuto un incontro presso la sede aziendale con i soci di Nuova Sapi, Unindustria e Kyriakoula Petropulacos, Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità della Regione Emilia-Romagna, che, con la sua equipe di tecnici, ha esaminato il prodotto e ne ha constatato le ottime caratteristiche tecniche.

    Poche ore dopo è stata coinvolta Giuliana Gavioli, coordinatrice del gruppo di lavoro di Confindustria regionale per le scienze della vita e figura di riferimento nei confronti del Tecnopolo di Mirandola, con la quale è stato effettuato un videocollegamento al fine di definire le procedure necessarie alla certificazione del prodotto.

    Nei giorni successivi il team ha lavorato in stretta sinergia per trovare persone qualificate e materiali necessari a garantire un’elevata produzione giornaliera.

    La collaborazione si è allargata ad altri portatori di interesse di Reggio Emilia che, grazie al coordinamento del Sindaco Luca Vecchi, hanno contribuito alla riuscita del progetto.

    Venerdì 20 marzo la richiesta di certificazione è stata inoltrata all’Istituto Superiore di Sanità.

    Tra sabato 21 marzo e lunedì 23 marzo ha preso il via una pre-produzione di 20.000 esemplari prototipali per testare l’efficienza del processo produttivo di taglio e di confezionamento, nonché l’affidabilità del sistema di approvvigionamento.

    Da martedì 24 marzo ha preso il via la produzione di oltre 100.000 mascherine al giorno (comprendendo sia il modello a 3 strati che quello a 2 strati) con l’obiettivo di superare le 150.000 unità quotidiane nel giro di alcuni giorni.

    La produzione verrà assicurata quasi interamente alla Sanità regionale, ma una quota resterà a disposizione della provincia di Reggio Emilia, grazie ad una centrale unica di acquisto che farà capo alle Farmacie Comunali Riunite, che riserveranno questo prodotto alla tutela dei lavoratori e dei cittadini.

     

  • CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA |  CADUTA DEL PIL DEL 10% NEL PRIMO SEMESTRE 2020

    CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA | CADUTA DEL PIL DEL 10% NEL PRIMO SEMESTRE 2020

     

    Il Rapporto del Centro Studi di Confindustria presentato il 31 marzo sottolinea come il 2020 si fosse aperto per l’industria italiana con segnali di miglioramento, ma le prospettive sono di nuovo bruscamente peggiorate da febbraio in seguito alla diffusione del Covid-19.

    La spesa delle famiglie italiane è in contrazione, la domanda estera langue. Gli impatti della minore domanda di beni e servizi, e dell’accresciuta incertezza, frenano gli investimenti. Le imprese si trovano a fronteggiare seri problemi di liquidità ed inedite procedure amministrative di emergenza.

    Le reazioni dei mercati finanziari possono produrre un ulteriore avvitamento della crisi, penalizzando i paesi percepiti a maggior rischio.

    È cruciale l’efficacia e la tempestività della risposta di politica economica ad una congiuntura economica eccezionale, che combina shock di domanda e di offerta.