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Categoria: Focus

  • La partnership tra Confindustria e Protezione Civile – L’incontro a Parma del 14 maggio 2018

    La partnership tra Confindustria e Protezione Civile – L’incontro a Parma del 14 maggio 2018

     

    Il 14 maggio 2018 si è svolto a Parma l’incontro “Imprese e territori resilienti. La partnership tra Confindustria e Protezione Civile” organizzato da Confindustria Piccola Industria, Confindustria Emilia-Romagna e Unione Parmense degli Industriali in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile. .

    La resilienza degli impianti produttivi e una più diffusa cultura della prevenzione sono gli assi portanti del Protocollo d’Intesa siglato a dicembre 2016 tra Confindustria e Protezione Civile. Una partnership per condividere valori e obiettivi, promuovere strategie operative, esprimere un modo di essere cittadini e imprenditori responsabili. Questo protocollo ha istituzionalizzato una collaborazione che si è avviata in modo spontaneo ed è poi confluita nel PGE – Programma Gestione Emergenze, in occasione del sisma del Centro Italia. Il PGE, nato dall’esperienza concreta del Comitato Piccola Industria di Confindustria Fermo in occasione del terremoto dell’Emilia nel 2012, è stato il primo esempio di sinergia tra sistema pubblico e privato, un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale dall’Onu. Il lavoro con la Protezione Civile non si è mai fermato e continua con il tavolo di coordinamento congiunto che porta avanti in logica programmatica le iniziative previste dal protocollo.

    L’incontro parmense è la prima tappa del percorso comune sul territorio nazionale per diffondere una solida e condivisa cultura della resilienza e che ha come fine ultimo la protezione e il benessere dell’intera collettività. Questi temi saranno approfonditi grazie alla voce di esperti e la testimonianza delle imprese che hanno già colto l’opportunità della resilienza e ne hanno capito il valore economico e sociale.

    L’incontro è stato aperto dai saluti di Alberto Figna Presidente Upi, Federico Pizzarotti Sindaco di Parma, Giuseppe Forlani Prefetto di Parma, Pietro Ferrari Presidente Confindustria Emilia-Romagna, Massimo Gaudina Capo Rappresentanza Commissione Europea a Milano e dall’intervento introduttivo di Giovanni Baroni Presidente Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna. Sono poi intervenuti Emilio D. Iannarelli del DPC Ufficio Attività tecnico-scientifiche per la Previsione e Prevenzione dei rischi, sui nuovi indirizzi normativi e nuovi modelli di azione per la Protezione Civile in rapporto alla riduzione del rischio di catastrofi e alle comunità resilienti; Maurizio Mainetti Direttore Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione Civile, sull’analisi storica e dei rischi nel territorio dell’Emilia-Romagna; Giancarlo Turati Vice Presidente Piccola Industria Confindustria, sulla Business Continuity. Vi è stato poi spazio per testimonianze di prevenzione e resilienza a cura di Riccardo Berti. per Chiesi Farmaceutici, Luca Virginio per Barilla Group, Enrico Bertoli per Immergas e Daniele Fratta per Comune di Parma. 

    L’esperienza realizzata dal PGE Confindustria durante l’evento sismico del Centro Italia è stata illustrata da Marco Occhi Responsabile territoriale PGE Confindustria; le conclusioni dell’incontro sono statedi  Paolo Molinari, Direttore Ufficio Promozione e Integrazione Servizio nazionale del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Carlo Robiglio, Presidente Piccola Industria Confindustria.

    L’incontro, vista la sua importanza e peculiarità, ha avuto il patrocinio della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia.

     

    Per info sul PGE www.confindustriapge.it

  • L’export dell’Emilia-Romagna tra dazi, Trump e instabilità geopolitica

    L’export dell’Emilia-Romagna tra dazi, Trump e instabilità geopolitica

                                     
    L’effetto Trump sui mercati internazionali, il possibile rischio di guerre commerciali e l’aumento di episodi di violenza politica. Come possono le aziende dell’Emilia-Romagna affrontare le complessità del nuovo scenario globale, cogliendo le grandi occasioni che export e internazionalizzazione possono offrire? Quali le geografie su cui puntare?

    È da queste domande che ha preso le mosse il 15 maggio 2018 a Bologna il convegno “L’export dell’Emilia-Romagna tra dazi, Trump e instabilità geopolitica” organizzato in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna, da SACE SIMEST, il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP, per presentare la Country Risk Map 2018.

    Al centro dell’evento, le testimonianze delle aziende protagoniste dell’export bolognese – Ducati Energia, Ferretti Group e Mae – che si sono confrontate con gli esperti di SACE SIMEST sulle strategie per affrontare i mercati internazionali.

    Nel 2017, con quasi 60 miliardi di beni venduti all’estero (+6,7% rispetto all’anno precedente), l’Emilia-Romagna è la terza regione italiana esportatrice. Le geografie di destinazione sono un buon mix di mercati dell’area Ue (57,4%) ed extra-Ue (42,6%). Tra i primi, Francia, Spagna e Polonia hanno garantito ottime opportunità alle imprese internazionalizzate della regione, ma segnali incoraggianti sono arrivati anche dai mercati ad elevato potenziale che presentano un livello di rischio medio-basso, così come evidenziato nella Country Risk Map. È il caso ad esempio di alcuni importanti player del continente asiatico (Cina, Giappone e Corea del Sud) e dell’America Latina (Brasile, Messico e Perù), geografie che continueranno a rappresentare una fonte di domanda importante per i prodotti Made in Italy anche in futuro.

    “Per sostenere l’impegno delle piccole e medie imprese all’estero – ha dichiarato Pietro Ferrari, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna – occorre favorire un accesso più semplice, integrato ed efficace a tutti gli strumenti e servizi assicurativi e finanziari disponibili. Il sistema regionale Confindustria è a fianco delle imprese, con il supporto di Regione, ICE Agenzia e SACE SIMEST, per accrescere le competenze delle aziende e accompagnarle sui mercati. È importante rafforzare gli strumenti che favoriscono forme di presenza più stabile all’estero e, in generale, promuovere politiche e strumenti, anche di stimolo fiscale, che favoriscano fusioni, accorpamenti e aggregazioni tra aziende”.
     
    L’Emilia-Romagna, terza regione italiana per vendite all’estero, è un motore importante dell’export italiano – ha dichiarato Alessandro Decio, Amministratore Delegato di SACE –. Crediamo però che il potenziale della regione sia ancora più ampio, grazie alle eccellenze in tanti settori, a una economia viva, diversificata e coesa. Coltiviamo l’ambizione di mettere a disposizione di un numero maggiore di imprese emiliane e romagnole le soluzioni SACE SIMEST con l’obiettivo di continuare su questo percorso di crescita che speriamo possa accelerare di più quest’anno, anche grazie al nostro impegno. Per raggiungere insieme questo traguardo siamo pronti a lavorare e a dare il massimo per le aziende e gli imprenditori di questa regione”.

    Solo nell’ultimo anno, il Polo SACE SIMEST ha servito 1.600 aziende dell’Emilia Romagna, in prevalenza PMI, mobilitando circa 1,4 miliardi di euro di risorse a sostegno di export e investimenti all’estero.  

     

    SACE Risk Map | Settori e mercati di opportunità per l’export dell’Emilia-Romagna
    L’Emilia Romagna è la terza regione esportatrice a livello nazionale, con quasi 60 miliardi di beni esportati. Il 2017 è stato un anno positivo per l’export del territorio, in aumento del 6,7% rispetto all’anno precedente. Alcuni settori hanno registrato tassi di crescita anche superiori, come ad esempio la meccanica strumentale, che conta circa il 30% del totale venduto all’estero e che ha fatto segnare un +7,1%. Hanno chiuso con il segno più anche il secondo e il terzo settore di esportazione della regione, ovvero mezzi di trasporto (+6,3%) e tessile e abbigliamento (+4,9%). Il 2017 è stato un anno favorevole anche per prodotti in metallo (+11,4%), prodotti chimici (+10,9%), apparecchi elettronici (+14,7%) e apparecchi elettrici (+7,9%): si tratta di settori che rappresentano oltre il 20% del totale esportato dall’Emilia Romagna. 
    Tra le principali geografie di destinazione, nel 2017 sono aumentate in misura significativa le esportazioni verso la Francia (+9,1%), la Spagna (+8,6%), la Polonia (+12,8%), la Cina (+20,4%) e la Russia (+13,9%). Sono invece emerse difficoltà nei mercati dell’area Medio Oriente e Nord Africa e nell’Africa subsahariana, ovvero in quei Paesi con economie poco diversificate che risentono ancora dei bassi prezzi delle materie prime. 
    Per il futuro le migliori opportunità proveranno: per la meccanica strumentale, dalla Cina, dagli Emirati e dalla Repubblica Ceca; per i mezzi di trasporto, dagli Stati Uniti e dal Giappone; per il tessile e abbigliamento, dalla Polonia e dalla Corea del Sud; per i prodotti alimentari dalla Romania e dalla Polonia; per l’industria della gomma e della plastica dalla Spagna e dalla Cina. 
    Il 2018 si presenta come un anno favorevole per il commercio internazionale e quindi per l’export del Bel Paese, grazie a una crescita mondiale che non accenna ad arrestarsi e alla ripresa degli investimenti globali. Tuttavia aumentano anche i rischi al ribasso in virtù delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che potrebbero coinvolgere anche l’Unione europea. Al momento i Paesi del mercato unico hanno goduto di una esenzione (fino al 1° giugno) dai dazi su acciaio e alluminio varati dall’amministrazione Trump e le prossime mosse del Presidente americano potrebbero avere un impatto sull’andamento del commercio internazionale e, di conseguenza, ripercussioni sulla performance dell’export italiano.

     

  • ESITI DEL FORUM “ECONOMIA CIRCOLARE DALLA TEORIA ALLA PRATICA” – Cesena, 20 marzo 2018

    ESITI DEL FORUM “ECONOMIA CIRCOLARE DALLA TEORIA ALLA PRATICA” – Cesena, 20 marzo 2018

     

    Le aziende del nostro territorio stanno lavorando per sviluppare l’economia circolare:  l’indagine svolta su un campione di aziende dell’Emilia-Romagna, la maggior parte nella provincia di Forlì-Cesena, ha fatto emergere che la circolarità complessiva di queste imprese, come dato globale, ha un valore medio di 0,55 su una scala che va da 0 a 1. 

    Questo è uno dei dati rilevanti emerso al Teaching Hub del Campus di Forlì nell’ambito del Forum “ECONOMIA CIRCOLARE DALLA TEORIA ALLA PRATICA” organizzato il 20 marzo 2018 da Confindustria Forlì-Cesena, Confindustria Emilia Romagna Ricerca, Cariromagna, Romagnatech, CesenaLab e Università di Bologna che ha visto la partecipazione di 150 persone, soprattutto del mondo imprenditoriale, interessate al nuovo paradigma economico di sviluppo che ha come caratteristiche principali il re-design dei processi produttivi e dei prodotti affinché siano riutilizzabili al termine del ciclo di utilizzo, l’impiego esclusivo delle energie rinnovabili per la conservazione e la ricostruzione del capitale naturale e l’ambizione di arrivare a processi produttivi in grado di generare zero-waste per minimizzare le esternalità negative grazie a meccanismi di recupero, riutilizzo e riciclo.

    60 le imprese che hanno colto l’opportunità di confrontarsi con l’esperienza delle start-up e di entrare in contatto con il mondo dell’Economia circolare, termine utilizzato per definire un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo.

    Davide Stefanelli, coordinatore del Comitato Innovazione di Confindustria Forlì-Cesena e Vice Presidente Vem Sistemi, ha sottolineato come la transizione verso l’economia circolare è obbligatoria non solo per un discorso di tutele ambientale, ma anche per sopravvivere in futuro dove le materie prime saranno sempre più limitate e quindi soggette a forti variazioni di prezzi.

    Adriano Maestri, presidente di Cariromagna-Gruppo Intesa Sanpaolo, si è definito partner convinto di questa iniziativa, che si sviluppa nel solco di Industria 4.0, e fautore delle alleanze fra imprese che creano circolarità delle informazioni e dei progetti. Ha inoltre ricordato che Intesa Sanpaolo è dal 2015 Financial Services Global Partner della Fondazione Ellen MacArthur, organizzazione leader a livello mondiale nell’accelerazione della circulareconomy.

    L’evento è stato l’occasione per presentare e far conoscere alcuni modelli di business dell’economia circolare come la circularsupply-chain, cioè energia rinnovabile e input biologici o interamente riciclabili per sostituire le risorse con ciclo di vita limitato. Oppure il ripristino e il riciclo, ossia recuperare risorse utili/energia da scarti o sottoprodotti.O ancora estendere la vita utile dei prodotti finiti e componenti tramite riparazione, rinnovo e rivendita. Tra i concetti più nuovi di modello di business ci sono le piattaforme di sharing, per aumentare il grado di utilizzo dei beni abilitando la condivisione all’uso, e il productas a service che offre l’accesso al bene mantenendone la proprietà per beneficiare della produttività circolare delle risorse. Questi sono i concetti che stanno alla base dell’economia circolareillustrati da Anna Monticelli, manager Circular Economy Project di Intesa Sanpaolo.

    Come ha raccontato Flavio Visone, collaboratore Circular Economy Project di Intesa Sanpaolo, dalla disaggregazione dei dati per fatturato si evince che per le aziende piccole e medie (75% del campione) si registra un valore simile a quello medio globale, mentre le aziende grandi presentano un livello di circolarità medio molto più elevato.

    Augusto Bianchini, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna, è convinto che la digitalizzazione e l’implementazione di dispositivi Intelligenti (sensori, internet of things, big data, data analitics, ecc.) possono sbloccare il potenziale dell’economia circolare fornendo alle aziende l’opportunità di rivedere il proprio business basato su un modello circolare potenziato.

    Tre start-up si sono presentate affiancate da società partner con cui stanno collaborando, TOTEM con Corofar, KERLINE con SSIP (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli) e NOLPAL con Casadei Palllets, per illustrare nuove idee che le start-up mettono in circolo volte a soddisfare i bisogni emersi dall’indagine e i vantaggi che l’impresa strutturata ha nel collaborare con start-up.

    Poi il susseguirsi di speedpitch di altre sei start-up (ALGA & ZYME, ENERGY WAY, GLASS TO POWER, PROLIBO, SFRIDOO, SOLWA) che hanno offerto una panoramica di soluzioni per far fronte alle macro aree individuate come l’approvvigionamento energetico, la R&D di materiali innovativi e la valorizzazione di scarti e sottoprodotti.

    Le nove start-up (sei emiliano romagnole, una torinese, una milanese e una vicentina) hanno avuto modo di confrontarsi con diversi partecipanti per approfondimenti del loro business  in appositi incontri B2B.

    A concludere il forum la testimonianza di Sara Guerrini, Public Affairs Settore Agricoltura di NOVAMONT azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e nello sviluppo di bioprodotti e biochemicals ottenuti grazie all’integrazione di chimica, ambiente e agricoltura che promuove un modello di bioeconomia inteso come fattore di rigenerazione territoriale basato su tre pilastri: la reindustrializzazione dei siti dismessi, la filiera agricola integrata  e i prodotti come soluzioni.

    Gli organizzatori di questo evento, Confindustria Forlì-Cesena, Confindustria Emilia Romagna Ricerca, Cesena Lab, Romagnatech, Università di Bologna Dipartimento di Ingegneria Industriale e Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione sedi di Forlì e Cesena, Cariromagna-Gruppo Intesa Sanpaolo e le aziende sponsor (SIR – Sviluppo Impresa Romagna, Sogliano Ambiente e Ayrion), sono molto orgogliosi di appartenere a questo “circuito di circolarità” poiché ritengono che fare sistema per divulgare e diffondere la conoscenza sull’economia circolare sia un importante valore per tutta la comunità.

  • ASSISE GENERALI CONFINDUSTRIA 2018

    ASSISE GENERALI CONFINDUSTRIA 2018

     

     

    Il 16 febbraio 2018 si sono svolte a Verona le  Assise Generali di Confindustria, un momento di incontro e riflessione riservato alle imprese associate dell’intero sistema Confindustria, con l’obiettivo di trasmettere alle formazioni politiche che si confronteranno per la guida del Paese e all’intera opinione pubblica una prospettiva strategica per un progetto duraturo di sviluppo, di crescita e di occupazione.

    Con le Assise, che hanno concluso un percorso di consultazioni di Sistema articolato in 14 tappe territoriali, Confindustria ha presentato al Paese un’Agenda Economica che pone al centro della questione nazionale la questione industriale; perché un’industria competitiva è la pre-condizione per contrastare disuguaglianza e povertà, per ridurre i divari e garantire una crescita inclusiva e dinamica.
     
    Il 28 febbraio si svolgerà una presentazione a livello regionale, riservata alla stampa, del documento finale delle Assise.

     

    Per approfondimenti le imprese associate possono rivolgersi direttamente alle Associazioni Industriali di riferimento

  • INAUGURAZIONE SCUOLA DI DANZA DONATA DA LAVORATORI ED IMPRESE – FONDO SISMA

    INAUGURAZIONE SCUOLA DI DANZA DONATA DA LAVORATORI ED IMPRESE – FONDO SISMA

     

    Sarà inaugurata domenica 25 febbraio alle ore 10.30  a Reggiolo (Reggio Emilia), la Scuola di danza realizzata grazie alla generosità dei lavoratori e delle imprese che hanno accolto l’invito di Confindustria, CGIL, CISL, UIL e Confservizi a contribuire alla rinascita dei territori colpiti dal sisma cinque anni fa.   

    Nel Fondo sono confluiti i contributi volontari dei lavoratori e delle imprese di tutto il Paese, per un totale di 7.765.672,40 euro.    

    Le altre opere sono la Casa della Musica di Pieve di Cento (Bologna), il Centro di co-working di Quistello (Mantova), il Centro Polifunzionale Arti e cultura di Bondeno (Ferara), inaugurate di recente. Nei prossimi mesi sarà inaugurata la residenza per disabili gravi  a San Felice sul Panaro (Modena).   

     

  • AL VIA IL PROGETTO REFRAME –  laboratorio europeo per il work based learning

    AL VIA IL PROGETTO REFRAME – laboratorio europeo per il work based learning

    REFRAME, REGIONAL NETWORK FOR WORK BASED LEARNING
    REFRAME 2017-1616 -585162-EPP-1-2017-1-IT-EPPKA3-VET-APPRE

    KA3 – SUPPORT FOR POLICY REFORM – VET-BUSINESS PARTNERSHIPS ON WORK-BASED LEARNING AND APPRENTICESHIPS

     

    Al via il Progetto REFRAME-REGIONAL NETWORK FOR WORK BASED LEARNING, nel’ambito del Programma Erasmus+,  che intende approfondire le criticità del processo di transizione al lavoro dei giovani in termini di tempi e difficoltà di reclutamento e assunzione, con particolare attenzione al settore meccatronico. 

    REFRAME mira a creare un “Laboratorio Europeo per un modello regionale di Work Based Learning” basato su una piattaforma che coinvolga i principali stakeholders nei 4 Paesi coinvolti (Italia, Francia, Netherlands, Spagna), attori che collaboreranno nella progettazione e implementazione di strategie e metodologie mirate e scalabili e relativo set di strumenti operativi da testare in azioni pilota.

    REFRAME progetterà e implementerà curricula e corsi in WBL, coerentemente con la domanda di competenze del settore e in linea con gli strumenti di trasparenza europea, prendendo come benchmark la catena di produzione meccanica, in quanto spina dorsale delle economie regionali coinvolte nel progetto, e la relativa offerta di formazione.

    Il 30 e 31 gennaio si è svolto a Bologna il Kick-off Meeting del progetto, presso la sede di Confindustria Emilia-Romagna, con la partecipazione di tutti i partners dell’iniziativa.  

     

    Per informazioni:  erasmus.reframe@gmail.com –  tel. +39 051 3399950
     

  • INAUGURAZIONE A BONDENO DEL CENTRO POLIFUNZIONALE DONATO DA LAVORATORI E IMPRESE

    INAUGURAZIONE A BONDENO DEL CENTRO POLIFUNZIONALE DONATO DA LAVORATORI E IMPRESE

     

     

    TRUST NUOVA POLIS ONLUS
     

    È stato inaugurato il 18 dicembre 2017 a Bondeno, in provincia di Ferrara, il Centro Polifunzionale Arti e cultura realizzato grazie alla generosità dei lavoratori e delle imprese che hanno accolto l’invito di Confindustria, CGIL, CISL, UIL e Confservizi a contribuire alla rinascita dei territori colpiti dal sisma cinque anni fa.   Nel Fondo sono confluiti i contributi volontari dei lavoratori e delle imprese di tutto il Paese, per un totale di 7.765.672,40 euro.   

    Le altre opere sono la Casa della Musica di Pieve di Cento (Bologna), il Centro di co-working di Quistello (Mantova), inaugurate di recente. Nei prossimi mesi saranno inaugurate gli interventi più complessi:  la Scuola di danza di Reggiolo (Reggio Emilia) e una residenza per disabili gravi  a San Felice sul Panaro (Modena).  

    Il Centro, che ha una metratura complessiva di 850 metri quadrati, offre ai cittadini di Bondeno e delle aree circostanti un nuovo spazio utile alla popolazione:   due edifici cilindrici che si ispirano alle forme del territorio rurale tipiche della zona, come quelle dei silos o delle balle di fieno.   L’intento è mettere a disposizione non un edificio ”calato dall’alto” ed estraneo al territorio, ma che nasca dai costumi del luogo, riconoscibile nei suoi elementi caratterizzanti.

    Ogni  cilindro ospiterà funzioni distinte. Quello di dimensioni maggiori ha una grande sala di 250 mq dalla struttura estremamente flessibile, che potrà essere utilizzata per conferenze, rappresentazioni teatrali, esposizioni ed attività sportive leggere (corsi di aerobica, yoga, ginnastica per anziani), mentre quello piccolo sarà un centro di promozione delle specialità enogastronomiche locali.

    La tecnica costruttiva è mista in acciaio e legno. Le pareti circolari sono interamente vetrate per ottimizzare l’illuminazione naturale e la permeabilità visiva. Una schermatura in acciaio protegge le vetrate dal sole al fine di ottimizzare l’irraggiamento ed il riscaldamento passivo interno. Un sistema di pannelli fotovoltaici sulla copertura del cilindro grande garantisce la produzione elettrica per la gestione di entrambi gli edifici.

    “Lo strumento giuridico utilizzato per questa iniziativa, il Trust –  dichiara Piero Gnudi, Garante del Trust Nuova Polis Onlus –  è del tutto innovativo per la realizzazione di opere con finalità di beneficenza. Abbiamo infatti richiesto, ed ottenuto, grazie alla sensibilità dell’Agenzia delle Entrate,  riconoscimento del Trust quale ONLUS, grazie al quale tutti i fondi donati dai privati sono stati effettivamente ed esclusivamente utilizzati per coprire i costi sostenuti per la realizzazione delle opere.”

    “A dimostrazione dei valori che sottendono al fare impresa nel nostro territorio –  ha dichiarato Luigi Castagna, componente del Trust  in rappresentanza di Confservizi   –   abbiamo deciso di donare alle popolazioni colpite dal terremoto nuovi spazi di aggregazione sociale, di grande qualità architettonica, tecnologica, sostenibile e funzionale, costruiti con tecniche e materiali innovativi.”

    “L’opera di Bondeno –  ha aggiunto Mario Agnoli, componente del Trust  in rappresentanza di Confindustria –  è dedicata in particolare ai giovani: vogliamo dare loro un messaggio di fiducia, spronarli a studiare sempre di più e, perché no, diventare imprenditori.  L’inaugurazione di questa struttura, simbolo di rinascita, coincide anche con la ripresa dell’economia”.

    “L’iniziativa dimostra anche il valore della rappresentanza –  ha dichiarato Massimo Zanirato, in rappresentanza di CGIL, CISL, UIL –  in quanto è grazie all’impegno delle organizzazioni datoriali e sindacali che è stato possibile raccogliere tante risorse a livello nazionale”.

    I lavori di progettazione sono stati affidati ad un professionista di chiara fama, l’architetto Mario Cucinella e il suo Studio Mario Cucinella Architects. Per realizzare il progetto e verificare le aspettative delle comunità sono stati selezionati sei giovani architetti e ingegneri under 35, residenti nelle aree del sisma, che sono stati protagonisti del Workshop Costruire per ricostruire.

    “Nel dramma di queste terre e di quelle del Centro Italia, colpite dagli eventi sismici –  ha affermato Mario Cucinella  –  noi architetti dobbiamo a queste comunità tutto il nostro sforzo creativo. L’esempio della ricostruzione dell’Emilia-Romagna dimostra come la forza di una collettività si sia rappresentata con l’architettura di nuove scuole e nuove opere al servizio dei cittadini. Non solo com’era dov’era, ma soprattutto come sarà. Dobbiamo immaginare che da questa grande sofferenza Ri-costruiremo meglio, con più attenzione, senza compromessi su sicurezza sismica e sicurezza ambientale. L’architettura di qualità promuove valori importanti come la bellezza, il design, l’ecologia, la qualità ambientale, l’innovazione, la sostenibilità e contribuisce a dare valore al territorio creando una nuova empatia con il paesaggio. La bellezza è contagiosa!”

    I criteri nell’affidamento dei lavori sono stati sicurezza, rigore e massima trasparenza.  Le  imprese sono state  individuate in base a  requisiti tra i quali l’iscrizione nella white list  prevista dal  Protocollo di legalità sottoscritto tra Istituzioni, associazioni datoriali e sindacati, una comprovata capacità costruttiva e tecnologica e la prossimità, per valorizzare il tessuto produttivo locale. I Comuni hanno messo a disposizione le aree a titolo gratuito e hanno accelerato gli iter per le necessarie autorizzazioni.   

    Alla cerimonia sono intervenuti, in rappresentanza delle Istituzioni, il Sindaco del Comune di Bondeno Fabio Bergamini, il Vice Presidente della Provincia di Ferrara Andrea Marchi e Luciana Serri, Presidente della Commissione Politiche economiche della Regione Emilia-Romagna.