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Categoria: Piccola Industria

  • 17 APRILE 2024 |  DIGITALE PER CRESCERE. Innovazione, Crescita, Trasformazione

    17 APRILE 2024 | DIGITALE PER CRESCERE. Innovazione, Crescita, Trasformazione

     

    DIGITALE PER CRESCERE. Innovazione, Crescita, Trasformazione
    Bologna, mercoledì 17 aprile 2024 ore 10.00

    Bologna Business School
    Villa Guastavillani
    Via degli Scalini 18

     

    Il 17 aprile prossimo si terrà un incontro, organizzato da Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con Anitec-Assinform, Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology aderente a Confindustria, per fare il punto sull’adozione e lo sviluppo delle tecnologie digitali nell’ambito pubblico e privato in Emilia-Romagna. 

    Sarà presentato il Rapporto “Il Digitale in Emilia-Romagna”, che evidenzia le tendenze, le sfide e le opportunità nel contesto della transizione digitale nella nostra regione.

    Esperti del settore e rappresentanti istituzionali rifletteranno sulle strategie più efficaci per promuovere lo sviluppo del digitale in Emilia-Romagna.

    Seguirà il programma dettagliato.

     

    Per aderire:  https://www.anitec-assinform.it/cosa-facciamo/eventi/il-digitale-in-emilia-romagna.kl

     

     

  • PMI DAY CONFINDUSTRIA:  OLTRE 6.000 STUDENTI VISITANO 200 FABBRICHE APERTE IN EMILIA-ROMAGNA

    PMI DAY CONFINDUSTRIA: OLTRE 6.000 STUDENTI VISITANO 200 FABBRICHE APERTE IN EMILIA-ROMAGNA

    PMI DAY CONFINDUSTRIA:  OLTRE 6.000 STUDENTI VISITANO 200 FABBRICHE APERTE IN EMILIA-ROMAGNA

     

    Bologna, 16 novembre 2023  – In questi giorni oltre 6.000 studenti delle scuole secondarie di primo grado dell’Emilia-Romagna entreranno in azienda, spesso per la prima volta nella loro vita.

    Complessivamente nella regione sono circa 200 le fabbriche aperte in occasione del PMI Day, la Giornata Nazionale delle piccole e medie imprese organizzata da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con le Associazioni Industriali del territori: un’iniziativa che coinvolge centinaia di aziende e migliaia di partecipanti in tutto il Paese e consente di scoprire da vicino come nascono i prodotti e i servizi industriali.

    «Il PMI Day  − dichiara il Presidente della Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Minghelli  −  rappresenta un’occasione per raccontare agli studenti, agli insegnanti e alle comunità locali le nostre imprese, il nostro ruolo produttivo e sociale, la nostra organizzazione.

    L’edizione di quest’anno – sottolinea Minghelli  −  è dedicata al tema della libertà, intesa come possibilità per i giovani di crescere e sviluppare, attraverso lo studio, le competenze che li guideranno verso un percorso di successo e di soddisfazione. Pensiamo che vedere l’orgoglio e l’impegno delle persone che lavorano in azienda serva a trasmettere ai ragazzi i valori e la cultura d’impresa. Curiosità, responsabilità, fiducia nelle proprie possibilità sono elementi fondamentali per uno studente che vuole costruire il proprio futuro».

    Il PMI Day, giunto alla 14esima edizione, ha il patrocinio del Ministero dell’Istruzione e del Merito, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, ed è inserito nella Settimana della Cultura d’Impresa organizzata da Confindustria e nella Settimana europea delle PMI promossa dalla Commissione europea.

     

     

  • INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MERCATO IN EMILIA-ROMAGNA SUPERA I 30 MILIONI DI EURO

    INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MERCATO IN EMILIA-ROMAGNA SUPERA I 30 MILIONI DI EURO

     

    INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MERCATO IN EMILIA-ROMAGNA SUPERA I 30 MILIONI DI EURO NEL 2022, CON UNA PROSPETTIVA DI CRESCITA FINO A 51 MILIONI NEL 2024.
    A CESENATICO SESTA TAPPA DEL ROADSHOW DI PICCOLA INDUSTRIA E ANITEC-ASSINFORM

    Nel 2022 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Emilia-Romagna ha superato i 30 milioni di euro, con una prospettiva di crescita fino a 51,6 milioni di euro nel 2024. Il mercato digitale della regione ha superato i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2021.

    La percentuale di imprese emiliano-romagnole con almeno un livello base di digitalizzazione è cresciuta attestandosi al 70,5% nel 2022 rispetto al 63,4% del 2021, con un incremento di oltre 7 punti percentuali.

    Ancora poche le imprese italiane che utilizzano sistemi di Intelligenza artificiale ma il mercato è in forte sviluppo: la percentuale delle piccole imprese italiane si attesta oggi al 5,3, contro il 24,3% delle grandi imprese, ma gli ultimi dati ISTAT disponibili si riferiscono al 2021.
     
    Cesenatico, 21 settembre 2023 Sesta tappa a Cesenatico, con Piccola Industria Confindustria Romagna per il ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e PMI: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub, con la partnership di Audi e la media partnership de L’Imprenditore. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Sono le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.  

    L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 70 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle imprese con almeno 10 dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea. In particolare, la percentuale di piccole imprese italiane si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Un gap da colmare, perché numerose ricerche certificano un crescente divario nell’incremento della produttività dovuto alla digitalizzazione tra le poche imprese di frontiera e le molte più in ritardo. L’Italia recupera parzialmente nell’industria: nel 2021 la percentuale di imprese più avanzate nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale era superiore alla media europea (1,4% contro 1,3%). Rimane però ancora lontana dai paesi capofila: Danimarca a 5,3% e Paesi Bassi al 3%.

    Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, le imprese con almeno un livello base di digitalizzazione sono il 70,5% nel 2022 rispetto al 63,4% del 2021, con un incremento di 7 punti percentuali. La Regione è la prima tra le tre italiane a essere state individuate come “Strong Innovator” nel Regional Innovation Scoreboard 2023 della Commissione europea, a fronte di una media nazionale definita “moderate innovator”.

    Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia per il mercato dell’Intelligenza artificiale nel 2022 ha raggiunto un volume di circa 435 milioni di euro (+32,4%) ed è previsto che l’IA raggiunga i 1.200 milioni nel 2026, con un tasso di crescita medio annuo del 28,9% (cfr. Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022” v.2). 

    L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA.

    Analizzando i dati regionali si evidenzia come nel 2022 il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Emilia-Romagna abbia superato i 30,5 milioni di euro, con una prospettiva di crescita del 30% medio nel biennio 2022-2024, anno in cui arriverà a toccare, secondo le previsioni, i 51,6 milioni di euro. Se guardiamo al mercato digitale nel suo complesso nel 2022 l’Emilia-Romagna raggiunge i 6 miliardi di euro nel 2022, con una crescita dell’1,8% rispetto al 2021 (Fonte: Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022”). 

    Mentre portavamo avanti il nostro percorso informativo e formativo sui territori” – ha ricordato Giovanni Baroni Presidente Piccola Industria Confindustria –  “sia a livello europeo sia nazionale sono stati compiuti molti passi avanti sull’intelligenza artificiale e sulla sua componente hardware principale: i chip. Guardiamo con interesse alle innovazioni del IA Act e del Chips Act, così come, rimanendo in Italia, a quelle introdotte dal Decreto Omnibus in materia di semiconduttori. Nel nostro Paese manca, però, una strategia strutturata e coerente, sia nelle risorse sia nella visione, che possa affiancarsi a quella europea e competere con i programmi statunitensi, cinesi, sud coreani, o anche solo con quelli tedeschi e francesi. La tradizione italiana nella ricerca in questi campi ha una lunga storia e conserva una grande eccellenza: sarebbe importante porre oggi le basi per il futuro, sia nella R&S sia nella produzione manifatturiera”.

    “Anitec-Assinform si impegna a promuovere l’Intelligenza Artificiale come catalizzatore per la crescita e l’innovazione nel panorama industriale italiano. Come Associazione vogliamo ispirare le piccole e medie imprese ad abbracciare l’IA e le nuove tecnologie digitali. Il nostro obiettivo è rendere il digitale il fulcro della nostra crescita, consolidando la posizione di leadership dell’industria italiana nel mercato globale e contribuendo a raggiungere un futuro di innovazione e successo” ha affermato Paolo Maggioli, Vice Presidente Anitec-Assinform.

    “Ci sono ancora ampi margini di miglioramento e un grande potenziale da sprigionare in un settore di innovazione continua come l’AI, ma questi dati confermano la vocazione dinamica del tessuto industriale romagnolo, nonostante tutte le difficoltà e le variabili imprevedibili, ultima tra tutte l’alluvione. Davvero le piccole imprese stanno facendo, insieme, un’impresa grandissima, dimostrando di essere l’ossatura portante su cui si tiene il sistema produttivo territoriale” ha sottolineato Danilo Casadei, Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Romagna.

    “L’indagine conferma – ha affermato Maurizio Minghelli, Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna – che il nostro territorio è molto vivace sui temi legati all’innovazione e alle nuove tecnologie. Le sfide da affrontare sono tre: l’utilizzo dei dati per un’intelligenza diffusa a disposizione delle imprese e della società, le competenze digitali, la trasformazione digitale dei settori produttivi e dei servizi. Con il nostro Digital Innovation Hub, di cui fanno parte tutte le Associazioni territoriali dell’Emilia-Romagna, abbiamo realizzato più di 200 assessment e più di 300 incontri one-to-one con le imprese sulle tecnologie avanzate, dal digital twin alla blockchain fino all’intelligenza artificiale”.

  • ITALIA-GERMANIA: TRANSIZIONI, NUOVE GEOGRAFIE DI FILIERA E OPPORTUNITÀ PER LE #PMI

    ITALIA-GERMANIA: TRANSIZIONI, NUOVE GEOGRAFIE DI FILIERA E OPPORTUNITÀ PER LE #PMI

     

    ITALIA-GERMANIA: LEGAME SOLIDO MA RECESSIONE E INFLAZIONE METTONO A RISCHIO CRESCITA INTERSCAMBIO

    Baroni (Confindustria): implementare politiche industriali comuni per sostenere le Pmi protagoniste delle catene di fornitura

    Poma (AHK): rafforzare il dialogo per realizzare la transizione in atto conservando la leadership nella manifattura europea

     

    Si è tenuto il 7 settembre a FARETE l’incontro “ITALIA-GERMANIA: transizioni, nuove geografie di filiera e opportunità per le PMI” organizzato da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con AHK Italien – Camera di Commercio Italo-Germanica e Fondirigenti.

    Negli ultimi anni i mutamenti in corso all’interno delle filiere e lungo le catene di approvvigionamento globali hanno subito un’accelerazione impressa dalla pandemia e dal conflitto russo-ucraino. E in questa nuova fase dell’economia mondiale è diventato centrale approfondire come stanno cambiando le geografie di filiera e le politiche di acquisto e approvvigionamento delle grandi industrie manifatturiere. E in questa ottica la Piccola Industria di Confindustria ha avviato un confronto con i vertici del procurement di grandi gruppi appartenenti ai principali paesi di esportazione dell’Italia e operanti nei più importanti settori di esportazione per le nostre PMI.

    In una prospettiva triennale, che toccherà anche Stati Uniti e Francia, la prima tappa, organizzata oggi in collaborazione AHK Italien – Camera di Commercio Italo-Germanica, si è concentrata sul principale partner commerciale dell’Italia, la Germania, anche per l’altissimo livello di integrazione delle economie delle prime due manifatture d’Europa. L’obiettivo dell’incontro è, infatti, far comprendere quali opportunità si aprono per le PMI italiane attraverso la voce dei responsabili degli acquisti di tre grandi imprese tedesche appartenenti ad altrettanti settori cruciali dell’interscambio Italia-Germania – automotive, macchinari e chimico-farmaceutico. Questi manager hanno illustrato, infatti, in quali direzioni si stanno muovendo per affrontare le sfide della doppia transizione digitale e green, in un contesto economico caratterizzato da alti tassi e da una situazione geopolitica segnata da tensioni crescenti.

    L’interscambio Italia-Germania si è accresciuto negli anni: un’interdipendenza reciproca che ha il suo fulcro proprio nel settore manifatturiero, che vale oltre la metà del valore totale degli scambi. Ha mostrato un legame solido superando ripetutamente i livelli record precedentemente fissati, l’ultimo nel 2022, con 168,5 miliardi di euro (Fonte: elaborazione AHK Italien su dati Istat).

    Un trend che ha continuato a crescere anche durante la pandemia e la guerra in Ucraina, dimostrando come esso non derivi né da effetti rimbalzo né unicamente da dinamiche inflattive, ma da un’interdipendenza strutturale. Guardando ai settori emerge come più della metà del valore totale dell’interscambio, storicamente, sia rappresentato da quelli manifatturieri. Commercio e manifattura reggono gran parte della presenza tedesca nel nostro Paese. Tanto nell’export quanto nell’import, siderurgia, chimico-farmaceutico, macchinari e mezzi di trasporto rappresentano il fulcro dei rapporti economici tra i Italia e Germania. Questi settori, inoltre, sono quelli dove più forte è la presenza di aziende italo-tedesche nei due Paesi, che alimentano spesso indotti significativi anche al di fuori dell’interscambio strettamente inteso.

    L’inflazione e la recessione, tuttavia, evidenziano un parziale calo degli scambi in alcuni settori nevralgici dell’interscambio nel corso del 2023: si tratta di segnali che indicano una nuova fase di stress per le catene italo-tedesche, la terza in pochi anni. Un situzione che mette a rischio la crescita dell’interscambio e tutto l’ecosistema produttivo che questo alimenta, soprattutto per le piccole imprese. Nel periodo gennaio-maggio del 2023, il chimico- farmaceutico e la siderurgia hanno visto scendere i propri valori (a 11,81 miliardi di euro rispetto ai 14,95 del 2022 nel chimico farmaceutico e a 10,02 miliardi di euro rispetto agli 11,3 del 2022 nella siderurgia). In questo quadro, secondo l’Outlook AHK di aprile 2023 il 48% delle aziende teme un calo della domanda, il 30% teme alterazioni alle catene di fornitura nei prossimi mesi. Mentre per il 76% delle imprese i rapporti economici tra Italia e Germanica sono un asset strategico per affrontare le sfide ecologiche e digitali che abbiamo di fronte, e il 56% ritiene che i rapporti tra i due Paesi vadano ampliati anche con un dialogo politico.

    “Le catene del valore e la loro evoluzione sono da tempo al centro delle riflessioni di Confindustria proprio perché rappresentano un elemento di preoccupazione e una sfida strategica per le aziende nei prossimi mesi e anni – ha sottolineato il presidente della Piccola Industria di Confindustria Giovanni Baroni. – Il 22 settembre prossimo presenteremo, infatti, la prima edizione del volume “Catene di fornitura tra nuova globalizzazione e autonomia strategica” a cura del Centro Studi Confindustria. Tutelare i rapporti Italia-Germania significa lavorare per vincere questa sfida e sostenere una parte rilevante del nostro tessuto produttivo: penso in particolare alle Pmi che spesso svolgono un ruolo cruciale nelle catene di fornitura. Per farlo è necessario implementare politiche industriali comuni: i due sistemi economici sono così interconnessi da rappresentare un unico ecosistema, e pertanto integrare strategie e soluzioni, soprattutto in materia ambientale e digitale, può essere cruciale per aiutare le imprese a far fronte a una nuova fase di stress senza rinunciare a lavorare su priorità non rimandabili, come la transizione ecologica”.

    “L’interscambio italo-tedesco è in crescita costante e i due Paesi sono fortemente interconnessi – ha evidenziato Paolo Poma, vicepresidente AHK Italien e Chief Financial Officer & Consigliere Delegato di Automobili Lamborghini SpA. “Con la pandemia e la guerra in Ucraina, abbiamo visto fenomeni di rientro delle catene del valore, che creano opportunità per le piccole e medie imprese italiane. Il contesto attuale, però, può mettere a repentaglio i nostri legami, ed è per questo che il dialogo, politico ma anche economico, tra i nostri due Paesi è fondamentale in questa fase, per innovare i nostri sistemi produttivi compiendo la transizione e conservando il nostro ruolo leader nella manifattura europea”.

     

    In allegato il programma e i dati sull’interscambio Italia-Germania  

     

  • IL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA MAURIZIO MINGHELLI ALLA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2022 SULL’ECONOMIA

    IL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA MAURIZIO MINGHELLI ALLA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2022 SULL’ECONOMIA

     

    Il Presidente Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna Maurizio Minghelli ha partecipato il 22 dicembre 2022 all’incontro di presentazione del Rapporto 2022 sull’economia regionale e previsioni 2023 della Regione Emilia-Romagna. 

    Al centro del suo intervento, tra l’altro, la centralità della formazione, dalla scuola agli ITS, come leva per lo sviluppo dell’Emilia-Romagna: occorre concentrarsi sulle competenze chiave per il futuro dell’Emilia-Romagna.

     

    Vai al comunicato stampa della Regione Emilia-Romagna 

     



     

  • LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA DI CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI A RTL 102.5

    LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE PICCOLA INDUSTRIA DI CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI A RTL 102.5

    Le dichiarazioni del Presidente di Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni il 21 dicembre a RTL 102.5

    I prezzi odierni sono insostenibili. Sono a rischio #famiglie ed #imprese – ha affermato Giovanni Baroni, vicepresidente di Confindustria, Presidente Piccola Industria e Past President Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna – sono fuori mercato intere filiere, si è curvata la domanda, si sono spostati i consumi, e l’#Europa si mostra divisa sull’industria. Il #pricecap non rappresenta la soluzione a tutti i problemi.

    Il costo per gli oneri di sistema a cui le #imprese dovranno far fronte è di 1,3 mld per i primi 3 mesi del #2023. Si tratta di un dietrofront non solo a causa dell’impatto negativo sui conti delle imprese ma anche rispetto alle #promesse fatte inizialmente dal nuovo Esecutivo.

    Per le imprese italiane il migliore antidoto alla #crisi è investire e fare #crescita creando un meccanismo virtuoso. Se il #Governo, però, non supporta chi sceglie di reinvestire i propri utili per spingere lo #sviluppo, sarà difficile lasciarsi anche questa crisi alle spalle.

    Confindustria è disposta a rinunciare agli incrementi dei crediti di imposta contro il #caroenergia pur di avere l’estensione dell’abbattimento degli oneri di sistema per le utenze oltre i 16,5 KW. Una scelta che non impatta ulteriormente sulla finanza pubblica , poiché i due interventi si bilanciano”.

     

    #EnergiaAlleImprese #bilancio #leggedibilancio #manovra #industrie #energivore 

     

    #EnergiaAlleImprese #bilancio #leggedibilancio #manovra #industrie #energivore Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "prezzi odierni sono insostenibili. Sono a rischio famiglie ed imprese, sono fuori mercato intere filiere, curvata la domanda, sono spostati consumi, Europa mostra divisa sull' industria. Il pricecap non rappresenta la soluzione a tutti problemi. #EnergiaAlleImprese CONFINDUSTRIA GIOVANNI BARONI Presidente Piccola Industria"

     

     

    Le dichiarazioni del Presidente di Piccola Industria Confindustria Giovanni Baroni il 18 dicembre 2022 al Sole 24 Ore

    La mancata previsione del taglio degli oneri di sistema per le potenze sopra i 16,5 kw colpisce soprattutto tante Pmi e in modo trasversale. Il mio timore è che il governo non abbia ben chiaro quale sia lo spaccato delle imprese italiane perché questa esclusione impatta su tutti senza particolari distinzioni e sembra non tenere conto della definizione stessa di industria, anche della piccola e media”.

    Così Giovanni Baroni, vicepresidente di Confindustria, Presidente Piccola Industria e Past President Piccola Industria Confindustria Emilia-Romagna  sino a dicembre 2021, ha espresso in un’intervista al Sole 24 Ore la delusione per la scelta del governo di escludere nel Ddl bilancio le imprese dall’azzeramento degli oneri di sistema delle bollette di luce e gas per il primo trimestre del 2023.

     “Oggi – ha spiegato Baroni  – le imprese dispongono di due strumenti per fronteggiare il caro energiai crediti d’imposta che vanno sulle partite Iva, pur non comprendendo la totalità della platea e l’azzeramento degli oneri di sistema che, a differenza del primo strumento, caratterizzato da una fruizione particolarmente complessa, rappresenta una misura orizzontale a beneficio di tutte le imprese, mentre i crediti, che hanno comunque costituito un passo importante e che abbiamo apprezzato, scontano nella messa a terra non solo la complessità del processo, ma anche problemi di capienza fiscale e di capacità di utilizzo. E questo soprattutto per le pmi, che infatti hanno spesso bisogno di un consulente per attivare lo strumento, con una conseguente disponibilità di risorse, che non tutte le aziende hanno”.

    Per Baroni lo stop al taglio delle voci parafiscali per le potenze sopra 16,5 kw, di fatto esclude dalla fruizione della misura le imprese: “Aver fissato l’asticella a 16,5 kilowatt, che equivalgono ai consumi di cinque famiglie – ha chiarito Baroni  significa includere nel taglio solo il piccolo artigiano, tenendo fuori invece tutte le medie e alte tensioni che sono utilizzate prevalentemente dal settore industriale”.

    “Questo governo si è presentato con la promessa di voler essere attento al mondo delle imprese – ha detto Baroni – ma questo dietrofront è un passo indietro non solo in termini assoluti, visto l’impatto che avrà sui nostri bilanci, ma è anche in totale controtendenza rispetto alle premesse di partenza. Soprattutto se lo affianchiamo ad altre scelte, sul fronte degli investimenti, come il mancato rinnovo dei crediti d’imposta per ricerca e sviluppo e gli interventi al ribasso per il pacchetto Transizione 4.0. Da imprenditore, dunque, sono preoccupato e mi chiedo quale sarà il prossimo step a questo punto. Noi, come sempre, valutiamo l’esecutivo sui provvedimenti, quindi non possiamo che rimanere perplessi da queste ultime scelte”.

    “Stiamo passando da una crisi all’altra: dopo la pandemia, oggi siamo stretti nella morsa del caro energia che, insieme alla difficoltà di reperimento e agli elevati prezzi delle materie prime e alle criticità determinate dal conflitto russo-ucraino, ci sta mettendo a dura prova. Per le imprese il migliore antidoto per uscire al meglio da queste fasi è fare investimenti e fare crescita creando un meccanismo virtuoso”, ha sottolineato il presidente della Piccola Industria. “Se il governo, però, non supporta chi sceglie di non distribuire utili ma di reinvestirli per spingere lo sviluppo, sarà difficile lasciarsi anche questa crisi alle spalle”.

     

     

     

     
  • RAPPORTO REGIONALE PMI CONFINDUSTRIA-CERVED CON UNICREDIT E GRUPPO 24 ORE | FOCUS SULLE PMI DELL’EMILIA-ROMAGNA

    RAPPORTO REGIONALE PMI CONFINDUSTRIA-CERVED CON UNICREDIT E GRUPPO 24 ORE | FOCUS SULLE PMI DELL’EMILIA-ROMAGNA

     

    Il Rapporto Regionale PMI 2022, realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con Unicredit e Gruppo 24 Ore, contiene un focus sulle PMI dell’Emilia-Romagna: in allegato la sintesi del Rapporto e il dettaglio relativo alle PMI emiliano-romagnole.

    Nell’ultimo anno le PMI italiane hanno dovuto fronteggiare da un lato le conseguenze della pandemia, e dall’altro un nuovo e inaspettato shock, quello del conflitto in Ucraina.

    “Il Rapporto Regionale PMI – ha dichiarato Vito Grassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e Vicepresidente di Confindustria alla presentazione del Rapporto, che si è svolta il 15 settembre in Confindustria – rappresenta una preziosa cassetta degli attrezzi di analisi e proposte per sostenere ed accompagnare le imprese nel percorso di ripresa.

    Gli interventi non dovranno tenere conto solo delle criticità congiunturali, ma anche delle caratteristiche strutturali delle nostre PMI. In base alle nostre previsioni, infatti, il processo di recupero delle PMI italiane potrebbe subire una battuta d’arresto, con intensità diverse a seconda di come evolverà la situazione geopolitica internazionale e delle risposte europee e nazionali.

    È in bilico la tenuta stessa del sistema e per questo è necessario mettere in campo azioni diversificate, orientate al sostegno della competitività delle aziende, vero motore per la ripresa del Paese.

    Tra le principali proposte abbiamo individuato il rinnovo della moratoria di legge per le PMI; un intervento strutturato per la patrimonializzazione e il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese, su cui risultano ancora deboli le misure fiscali finora previste (ACE, credito DTA e aggregazioni); l’utilizzo di strumenti come la leva fiscale o il rafforzamento degli schemi di garanzia a supporto delle emissioni obbligazionarie e di altri strumenti di debito per favorire la crescita dimensionale delle imprese; la proroga del “credito d’imposta per la quotazione delle PMI” e lo sviluppo della finanza alternativa.

    Occorre, in sintesi, creare migliori condizioni e più efficaci strumenti per potenziare la struttura finanziaria, la patrimonializzazione delle imprese e rilanciarne gli investimenti, per accompagnarle in un percorso di crescita e di innovazione che coinvolga anche il capitale umano”.

    “Dal Rapporto – ha sottolineato Remo Taricani, Deputy Head UniCredit Italia –  emerge chiaramente come l’attuale scenario internazionale e gli effetti sui rincari dei prezzi delle materie prime rischiano di interrompere il percorso di ripartenza post pandemico che il sistema produttivo del Paese aveva intrapreso.

    Le banche giocano un ruolo rilevante per il sostegno all’economia, anche perché in Italia sono la principale fonte di finanziamento delle imprese. Come UniCredit non abbiamo mai fatto mancare il nostro supporto, anche nei momenti più difficili. In questi giorni abbiamo lanciato un piano di azione per aiutarle anche in questa fase complessa, contraddistinta da una spinta inflattiva pericolosa che sta comportando un rischio di contrazione degli investimenti delle aziende.

    Non c’è dubbio infatti che i maggiori costi subiti dalle imprese costituiscono un freno alla loro competitività ed è necessario quindi  agire a livello di sistema – banche, istituzioni e associazioni di categoria – per mitigare gli impatti negativi della congiuntura internazionale, ma è anche fondamentale che le imprese proseguano nei loro percorsi di innovazione e affrontino le grandi sfide legate alla sostenibilità, oltre a saper cogliere l’opportunità di diversificare le fonti di finanziamento, come strada complementare al credito bancario, per raccogliere risorse utili a superare l’attuale fase e a migliorare la loro competitività”.

     

  • ASSISE PICCOLA INDUSTRIA  “ASCOLTO CORAGGIO IMPRESA”  |  Bari, 17 giugno 2022

    ASSISE PICCOLA INDUSTRIA “ASCOLTO CORAGGIO IMPRESA” | Bari, 17 giugno 2022

     

    Il 17 giugno si terranno a Bari, presso il Teatro Kursaal Santalucia, le Assise di Piccola Industria, presieduta dall’imprenditore parmense Giovanni Baroni.

    Piccola Industria ha deciso di compiere un percorso di ascolto, confronto e condivisione della propria base associativa che culmina proprio con l’appuntamento di Bari, per sentire dalla viva voce degli imprenditori problemi, sfide e opportunità che presenta questa fase così complessa e delicata.

    L’obiettivo è definire un’agenda di proposte per il rafforzamento delle piccole imprese, asse portante del sistema produttivo italiano, affinché possano affrontare con successo le transizioni necessarie a rimanere competitive e i cambiamenti imposti dalla congiuntura attuale.

    Le Assise arrivano dopo due anni di pandemia e contemporaneamente all’esplosione del conflitto in Ucraina: eventi che hanno prodotto e stanno ancora producendo forti impatti sul tessuto economico italiano mettendo a dura prova la capacità di resilienza e innovazione delle nostre imprese.

    L’evento di Bari è stato preceduto da un percorso di nove tappe su tutto il territorio italiano e ha coinvolto attivamente oltre mille imprenditori. Una roadmap partita il 7 aprile da Cagliari che ha toccato Catania, Bologna, Torino, Milano, Vicenza, Napoli, Pisa, e si è chiusa il 3 maggio a Pescara.

    Agli incontri sul territorio sono seguiti quattro workshop tematici online. L’obiettivo è stato duplice: da un lato, aprire un confronto serrato sulla fase che stiamo attraversando; dall’altro, individuare opportunità e formulare soluzioni concrete da condividere e proporre a tutti stakeholder.

    Il 17 giugno si tireranno le fila dei dibattiti che si sono concentrati su quattro macroaree tematiche: competenze e capitale umano; finanza e crescita; nuova impresa tra digitale e fisico; sostenibilità e transizione green.

    “Bisogna riportare le Pmi al centro dell’agenda del Paese. Chiediamo alla politica di raccogliere le indicazioni degli imprenditori che rappresentano la parte più produttiva e sana del sistema. Tra un anno si andrà alle elezioni, se Governo e Parlamento riusciranno a tenere conto delle nostre proposte, facendole diventare agenda politica, potremo superare questa fase, altrimenti rischiamo di cadere in un immobilismo che può essere fatale per l’economia e l’industria italiana”, ha affermato il presidente della Piccola Industria Giovanni Baroni sintetizzando lo scopo dell’iniziativa.

    I lavori saranno aperti dall’intervento di Giovanni Baroni. Seguirà l’intervista ad Anna Grassellino, Direttrice Superconducting Quantum Materials and Systems al Fermilab di Chicago. E’ poi previsto un dialogo tra Giovanni Brugnoli, Vice Presidente per il Capitale Umano di Confindustria e il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Le conclusioni saranno affidate al presidente di Confindustria Carlo Bonomi.
    Modera i lavori Monica Maggioni, giornalista e direttore del TG1.

    L’evento vede Intesa Sanpaolo come Main Partner e sarà realizzato con il sostegno di 4.Manager, con la Partnership di Audi ed in collaborazione con Deloitte Private, Fondirigenti e Umana. Trenitalia sarà il Vettore Ufficiale e la rivista della Piccola Industria L’Imprenditore Media Partner dell’iniziativa. Sponsor delle Assise anche Caradonna Logistics-Art Movers, Comunica.Live, Exprivia, Felicia, ICAM, La Lucente, Masmec, Promomedia e Quarta Caffè. L’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio dell’Assessore al Turismo, Sviluppo e impresa turistica della Regione Puglia.
     

    Per partecipare è necessario iscriversi al link
    https://www.confindustria.it/aree/opp257.nsf/iscrizione?openform

     

     

  • PROGETTO DECARB |  AZIENDA CARLO RICCO’ & F.LLI SPA DI CORREGGIO (REGGIO EMILIA)

    PROGETTO DECARB | AZIENDA CARLO RICCO’ & F.LLI SPA DI CORREGGIO (REGGIO EMILIA)

     

    CARLO RICCÒ & F.lli S.p.A di Correggio (Reggio Emilia), che opera nel campo chimico con specializzazione in resine poliestere insature, ha aderito al Progetto sperimentale DECARB della Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna.

    Nei primi anni del boom economico un giovane imprenditore, Carlo, ebbe l’idea non convenzionale di produrre resine poliesteri da applicare a livello industriale come vernici ai mobili, la condivise con i fratelli Ugo e Guido e nacque la Carlo Riccò & F.lli spa. Le vernici furono poi abbandonate, privilegiando lo sviluppo di nuove e speciali resine poliestere per diverse applicazioni tecnologiche: laminati, abrasivi, stucchi e mastici, colate artistiche, marmo e pietre sintetiche, rinforzo sanitari, relining, pale eoliche, nautica e tante altre.

    “Siamo una PMI familiare – sottolinea Marta Riccò, Legale rappresentante dell’impresa – e ne andiamo fieri. Sin dall’inizio l’azienda ebbe un forte imprinting innovativo, mai tradito negli anni. L’innovazione è una delle nostre passioni.  Siamo consapevoli che sia molto difficile per un’azienda come la nostra arrivare ad ottenere una neutralità ambientale, ma anche che sia necessario spingere al massimo la ricerca chimica e tecnologica per ottenere il minore impatto possibile. Questo processo deve prendere in considerazione l’intero contesto in cui l’azienda si colloca, integrando l’impatto delle nostre lavorazioni con quello, ad esempio, degli articoli realizzati dai clienti con i nostri prodotti o dall’intera filiera dei trasporti. Per ora riteniamo che per alcuni processi e materiali prodotti si dovranno attivare effetti compensativi che consentano di equilibrare l’impatto sull’ambiente”.

    Il processo di produzione di Carlo Riccò & F.lli è un processo chimico di tipo discontinuo: viene utilizzata energia (calore) per aiutare/attivare la reazione ed acqua per raffreddare il processo, che necessita di impianti dedicati per produrre energia al momento opportuno con poche possibilità di accumulo. L’azienda è consumatrice di materie prime di sintesi derivate dal petrolio provenienti da tutto il mondo: su questo fronte i margini di intervento sono necessariamente più limitati.

    Gli obiettivi che hanno spinto l’azienda a partecipare al Progetto DECARB – realizzato in partnership con Nativa e in collaborazione con Intesa Sanpaolo – nascono, da una parte, dal bisogno di approfondire in quali ambiti sia possibile intervenire in modo più rapido ed efficace per ottenere un bilancio migliore di quello odierno, impiegando strumenti di analisi e valutazione confrontabili; dall’altra, un vero desiderio di innescare un processo di consapevolezza interna che consenta una maggiore capacità di dialogo con tutti gli stakeholders.

     

    www.ricco.it
    https://www.linkedin.com/company/carlo-ricco/

     

  • PROGETTO DECARB |  Azienda DELICIUS di Parma

    PROGETTO DECARB | Azienda DELICIUS di Parma

     

    L’azienda DELICIUS di Parma partecipa attivamente al Progetto sperimentale DECARB della Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna.

    Delicius nasce nel 1974 a Parma, cuore della tradizione conserviera italiana e Capitale Unesco per la Gastronomia. Erede di un patrimonio produttivo di grande tradizione familiare, per selezionare la miglior materia prima Delicius ha scelto la strategia di vicinanza alle zone di pesca ed è oggi presente in cinque Paesi del Mediterraneo con proprie strutture e personale. Delicius è leader nel mercato italiano delle conserve ittiche di specialità nei segmenti alici, sardine e gamberetti ed esporta in decine di nazioni.

    La transizione ecologica impatta sul settore a partire dalla fase più energivora: la pesca. L’approvvigionamento della principale materia prima è infatti basato su una flotta di natanti che sta perseguendo una maggior efficienza propulsiva e su una logistica che vede necessariamente la prima sede di lavorazione e salatura vicina alle aree di cattura. Il secondo grande ambito di intervento sono gli imballi. Delicius ha scelto di cessare l’utilizzo della plastica negli imballi primari entro il 2023 e questo riverbera sull’intera catena di produzione e trasporto: scelta molto impegnativa ma perfettamente allineata alla sensibilità verso la difesa dell’ambiente e la tutela del mare.

    “L’emergenza climatica non è più rinviabile – dichiara l’amministratore delegato Irene Rizzoli − e far finta che non esista danneggia noi, le generazioni future e le nostre imprese. Governi, Istituzioni e mondo finanziario stanno incentivando percorsi di innovazione sostenibile, a partire dall’impegno assunto dall’Unione Europea per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.  Partecipare al progetto DECARB permette a Delicius di affrontare e ripensare ai paradigmi economici e gestionali sino ad ora adottati, per assicurare il miglior futuro all’azienda e beneficiare i nostri stakeholder. Proprio perché l’intero mondo del business è chiamato ad assumere un ruolo di responsabilità e diventare protagonista della transizione”.

    Molte grandi imprese hanno già pianificato passi significativi verso la decarbonizzazione, ma per raggiungere l’obiettivo è necessario il contributo di tutti, anche delle PMI. Per Delicius questo impegno, sempre più richiesto dai consumatori, sarà sostanziato nel progetto DECARB che auspichiamo diventi un simbolo anche per i partner commerciali con cui Delicius lavora e che, attraverso le loro scelte, rivestono un ruolo d’indirizzo fondamentale per accelerare il cambiamento.

    Il Progetto DECARB è realizzato in partnership con Nativa e in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

     

    #SustainablyDelicius #AcciugaDelicius #Delicius #Mare #food #foodlovers #ParmaCityOfGastronomy #foodvalley

     

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