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Categoria: Relazioni Istituzionali e Lobby

  • SANITÀ PRIVATA PILASTRO DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE. RIAPRIRE UN DIALOGO E CONFRONTO COSTRUTTIVO CON LA REGIONE

    SANITÀ PRIVATA PILASTRO DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE. RIAPRIRE UN DIALOGO E CONFRONTO COSTRUTTIVO CON LA REGIONE

     

    Bologna, 24 luglio 2025 –  Confindustria Emilia-Romagna auspica che si riapra un dialogo costruttivo tra Regione e AIOP Emilia-Romagna circa l’annunciata revoca degli indennizzi e ristori del periodo Covid concordati nel periodo della pandemia.

    La decisione della Regione di procedere alla richiesta di rimborso delle somme già erogate, circa 80 milioni di euro, appare in contraddizione con l’accordo sottoscritto nel 2020 e formalizzato nel 2024 con cui le strutture sanitarie private accreditate si impegnavano a restare aperte e in piena efficienza, senza utilizzare la cassa integrazione, a disposizione dell’emergenza pubblica.

    «Le criticità di carattere economico che il sistema sanitario regionale sta attraversando – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi  – non possono tradursi in scelte politiche che penalizzano la sanità privata, specie quella accreditata, che rappresenta un pilastro fondamentale del sistema sanitario regionale, come l’esperienza Covid ha dimostrato.  

    L’annullamento di atti legittimi e condivisi con la Regione relativi agli indennizzi e ristori del periodo Covid dimostra piuttosto come non sia ancora avviato un piano di spending review della spesa corrente. Auspichiamo che il confronto tra la Regione e Aiop Emilia-Romagna trovi una soluzione equilibrata, nell’ottica di mantenere gli alti livelli di cure che caratterizzano la sanità nel nostro territorio».

    Gli ultimi bilanci regionali evidenziano un forte disavanzo della spesa relativa alla sanità e un disallineamento che sono ormai strutturali e non potranno essere affrontati con misure una tantum e ricorrenti aumenti della pressione fiscale.

    Occorre avviare una riflessione sul modello del sistema sanitario regionale nel medio lungo periodo che ne garantisca la sostenibilità, in primis economica, nell’obiettivo di efficientare la spesa e rafforzare i modelli di collaborazione in cui pubblico e privato accreditato intervengono in modo integrato.

     

  • AIOP EMILIA-ROMAGNA |  La Regione cancella indennizzi e ristori per la Sanità Privata Accreditata. A rischio la tenuta del sistema sanitario regionale.

    AIOP EMILIA-ROMAGNA | La Regione cancella indennizzi e ristori per la Sanità Privata Accreditata. A rischio la tenuta del sistema sanitario regionale.

     

    AIOP EMILIA-ROMAGNA: “Provvedimento inaspettato ed illegittimo” e chiede un incontro urgente al Presidente regionale De Pascale

     

    Stop al riconoscimento di indennizzi/ristori erogati dalla Regione Emilia-Romagna sotto forma di acconti nell’anno 2020 alle strutture private accreditate.

    La notizia, inaspettata, è arrivata nel corso dell’incontro svoltosi lunedì 21 luglio nella sede della Regione tra i vertici AIOP Emilia-Romagna, l’associazione che aggrega oltre 40 strutture ospedaliere private accreditate da Rimini a Piacenza, l’Assessore Regionale Massimo Fabi e il Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità Lorenzo Broccoli.

    In quella sede è stato comunicato all’AIOP di voler revocare in autotutela la delibera di Giunta Regionale n.2133 dell’11.11.2024, relativa alla chiusura del periodo pandemico Covid.

    Delibera che stabiliva le procedure applicative della precedente delibera di GR n.344/2020 per il calcolo delle indennità e dei ristori spettanti, comprese le modalità di restituzione delle eventuali differenze in favore delle varie AUSL, anche mediante prestazioni gratuite in un arco temporale di 3 anni, secondo le necessità territoriali di queste ultime.

    Periodo nel quale, a fronte di un preciso accordo contrattuale datato 20.03.2020 a firma del Presidente Bonaccini, poi trasfuso della delibera GR n.344/2020, veniva richiesto alle strutture sanitarie private accreditate di restare aperte ed in piena efficienza, senza utilizzare la cassa integrazione, a disposizione dell’emergenza pubblica, attesi i provvedimenti specifici di blocco dell’attività in elezione e della mobilità dei cittadini emanati dall’Autorità Pubblica preposta all’emergenza.

    Per tale disponibilità, era stato quindi contrattualmente previsto di erogare un acconto pari all’80% della differenza tra quanto effettivamente fatturato nei mesi in questione e la media mensile di quanto fatturato nel 2019; in sostanza, la mera copertura dei costi di gestione delle strutture private accreditate, a fronte della forzata apertura e nell’impossibilità di poter erogare prestazioni, al di là di quelle poche strettamente consentite.

    La Regione comunica ufficialmente di non voler riconoscere nulla per il periodo pandemico e di voler procedere alla richiesta di rimborso delle somme a suo tempo erogate.

    “Quanto comunicato dalla Regione rappresenta un approccio del tutto inaspettato ed illegittimo dei vertici sanitari dell’Emilia-Romagna, che mette a repentaglio l’intero sistema sanitario regionale e compromette l’affidamento giuridico e sostanziale dei rapporti di collaborazione in essere fra Regione e Strutture Private Accreditate e di conseguenza la sostenibilità del servizio integrato pubblico/privato per la copertura dei bisogni di salute dei cittadini” – si legge nella nota stampa dell’AIOP Emilia-Romagna.

    Le strutture private accreditate AIOP rappresentano una risorsa insostituibile per la tenuta del servizio sanitario regionale; a fronte dell’utilizzo di soli 360 milioni di euro della voce Sanità del bilancio annuale regionale pari ad oltre 10 miliardi di euro, i 44 ospedali AIOP ER coprono circa il 25% del totale delle prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali erogate ai cittadini residenti in regione.

    Altre regioni come Lombardia e Piemonte hanno da tempo definito le vicende legate al periodo pandemico, riconoscendo alle strutture private accreditate i giusti indennizzi ed i meritati ristori, per l’attività e per la disponibilità delle stesse durante il periodo emergenziale.

    L’AIOP Emilia-Romagna ritiene opportuno portare la vicenda all’attenzione dell’opinione pubblica e di tutti gli operatori economici del settore, dichiarando fin d’ora che tutte le oltre 40 strutture private accreditate interessate dalla vicenda, si opporranno con forza alle illegittime pretese restitutorie inaspettatamente avanzate dalla Regione Emilia-Romagna.

    Ciò a salvaguardia dell’intero comparto, composto di oltre 8.800 dipendenti e di oltre 2.500 medici liberi professionisti, che quotidianamente, con impegno e dedizione, svolgono la loro attività al servizio dei pazienti e dei loro famigliari.

    L’associazione regionale dell’ospedalità privata accreditata, guidata dal presidente Avv. Cesare Salvi, confida, pertanto, in un intervento del Presidente della Regione Michele De Pascale, al quale è già stato richiesto un appuntamento urgente.

     

  • CAUTELA DELLE IMPRESE SUGLI INVESTIMENTI NEL 2025. PRESENTATA L’INDAGINE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

    CAUTELA DELLE IMPRESE SUGLI INVESTIMENTI NEL 2025. PRESENTATA L’INDAGINE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

     

    Le imprese dell’Emilia-Romagna propendono per gli investimenti ma dimostrano maggiore cautela per il 2025.

    La minaccia dei dazi, i costi dell’energia e la burocrazia frenano gli investimenti. Serve lo sforzo di tutti, anche della Regione, per sostenere la crescita dell’economia

     

    Bologna, 17 luglio 2025 –  L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna insieme alle Confindustrie e Unioni Industriali della regione, conferma la proattività del sistema produttivo regionale, nonostante l’incertezza e le criticità che caratterizzano lo scenario economico internazionale.

    Le aziende emiliano-romagnole interpellate hanno investito in media il 5,3 per cento del fatturato nel corso del 2024, per un ammontare di 871 milioni di euro, e hanno puntato soprattutto su investimenti in beni tangibili e digitali. Il 68 per cento ha investito in impianti e macchinari, il 61 per cento in software e IT, il 51 per cento in formazione del personale, dimostrando in questa fase di attuare scelte strategiche volte all’innovazione incrementale e all’efficienza operativa.

    Le previsioni di investimento delle imprese interpellate sono più caute per il 2025, in ragione di un contesto generale di incertezza e crescente instabilità geopolitica. L’88,5 per cento prevede investimenti nel 2025 rispetto al 92 per cento che li ha realizzati l’anno scorso. Il valore complessivo degli investimenti previsti risulta in calo dell’1,7 per cento.

    «La volontà di investire degli imprenditori – dichiara la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassiè fondamentale per contribuire alla tenuta dell’economia regionale. Oggi le imprese sono penalizzate da un costo dell’energia tra i più alti d’Europa e dal possibile inasprimento dei dazi statunitensi, una vera e propria minaccia per l’industria regionale, che dal 2000 ha quadruplicato il proprio export verso gli USA. Siamo la seconda regione del Paese dopo la Lombardia quanto a valore di export: i settori più esposti sono i mezzi di trasporto, la meccanica, l’alimentare e i minerali non metalliferi. L’attuale volatilità delle politiche commerciali statunitensi scoraggia la pianificazione di investimenti o progetti di medio-lungo periodo sul mercato USA e non solo. Le imprese dovranno diversificare i mercati di sbocco e riconvertire le produzioni, ma si tratta di scelte che richiedono tempo, risorse e visione strategica. Oggi dobbiamo ricostituire un clima di fiducia e una prospettiva che consentano di dare spinta agli investimenti.  In questo contesto la Regione è chiamata ad accompagnare il sistema produttivo con misure mirate di politiche per l’internazionalizzazione e rimuovere i tanti ostacoli burocratici che frenano le imprese, che rappresentano il primo vincolo agli investimenti industriali.  Su quest’ultimo tema abbiamo un enorme lavoro da fare nel Paese e come Confindustria abbiamo fatto – non da oggi  – specifiche proposte sia al Governo sia alla Regione».

    Il 40 per cento delle imprese ha realizzato investimenti in ricerca e sviluppo nel 2024, con differenze marcate tra piccole, medie e grandi imprese. Le piccole aziende faticano ad affrontare l’elevato rischio e l’orizzonte temporale di medio lungo termine tipico di progetti di ricerca e sviluppo, oltre che sostenerne l’onere finanziario, e sono quindi più propense ad adottare tecnologie esistenti. Le medie e grandi hanno in parte sospeso o rinviato i propri programmi di investimento produttivo e tecnologico, in attesa della piena operatività della misura Transizione 5.0. L’elevato grado di complessità normativa, le incertezze interpretative e i ritardi attuativi del provvedimento hanno ostacolato l’accesso anche alle imprese più strutturate.

    Più di un’impresa su quattro ha investito in digitalizzazione nel 2024 e le prospettive per il 2025 sono di ulteriore crescita. Anche in questo ambito è significativa la distanza fra piccole imprese (20%) rispetto alle medio/grandi (35%). Inoltre, le medio grandi imprese stanno investendo sull’organizzazione e i modelli di business (25%), molto meno le piccole (10%).

    Tra gli ostacoli agli investimenti la burocrazia rappresenta il principale vincolo percepito dalle imprese, indicata dal 37 per cento. Subito dopo, con il 35 per cento delle risposte, l’incertezza geopolitica e la debolezza della domanda attesa, alimentate dal clima di instabilità.

    La difficoltà a reperire risorse umane qualificate si conferma uno dei maggiori ostacoli alla crescita, in particolare per le grandi imprese che esprimono una domanda più articolata e specializzata di competenze. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è marcato nei profili tecnici, digitali e gestionali, essenziali per gestire le nuove tecnologie necessarie ad affrontare le sfide dell’innovazione, della transizione digitale e della sostenibilità.

    Il 43% delle grandi imprese investe in iniziative di sostenibilità ambientale contro appena il 19% delle piccole. Questo divario riflette fattori strutturali importanti: le grandi imprese dispongono di maggiori risorse finanziarie e competenze tecniche, operano più spesso in mercati internazionali in cui la pressione regolatoria e reputazionale è più elevata, e sono soggette a obblighi normativi ambientali più stringenti. Le piccole imprese, pur mostrando crescente attenzione, si trovano spesso in difficoltà nel trasformarla in azioni concrete, a causa di vincoli economici, gestionali e informativi. Questa asimmetria rischia di accentuare gli squilibri competitivi, rallentando la transizione ecologica del tessuto produttivo nel suo complesso, e rende urgente un rafforzamento del supporto alle PMI attraverso strumenti mirati, più semplici e accessibili.

    Circa le fonti di finanziamento le imprese realizzano gli investimenti principalmente attraverso risorse proprie, utilizzate nel 78% dei casi.  In seconda battuta ricorrono al credito bancario, mentre rimane marginale l’utilizzo di fonti alternative come i finanziamenti pubblici e il capitale di rischio. Ciò comporta potenziali criticità sia sul versante dell’efficacia degli strumenti di policy sia in termini di accessibilità, soprattutto per le piccole e medie imprese.

    Alla presentazione dell’Indagine sugli investimenti, che si è svolta il 17 luglio a Bologna presso la sede di Confindustria regionale, sono intervenuti – oltre alla Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi  –  il Direttore del Centro Studi Confindustria Alessandro Fontana, il CEO AMA SpA Alessandro Malavolti e il Responsabile Direzione Banca d’Impresa Crédit Agricole Italia Marco Perocchi.

     

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    L’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali dell’Emilia-Romagna, giunta alla ventiseiesima edizione, ha coinvolto quest’anno 382 imprese con un giro d’affari di 19 miliardi di euro di fatturato e oltre 48mila addetti. Il campione rispecchia la struttura industriale della regione: 86% di PMI, per tre quarti manifatturiere, con il 58% di fatturato realizzato all’estero.

     

  • 25 GIUGNO 2025 ORE 10.30 A BOLOGNA | MOBILITÀ E CIRCOLAZIONE INTERNAZIONALE DEI TALENTI

    25 GIUGNO 2025 ORE 10.30 A BOLOGNA | MOBILITÀ E CIRCOLAZIONE INTERNAZIONALE DEI TALENTI

     

    Il 25 giugno alle ore 10.30 si terrà a Bologna l’incontro “Mobilità e circolazione internazionale dei talenti in Emilia-Romagna: dati, trend e opportunità per le imprese”, nel contesto di R2B | Research to Business presso il quartiere fieristico di Bologna.

    Sarà l’occasione per conoscere i dati e i trend che emergono rispetto ai fabbisogni di competenze e le capacità attrattive e di retention del territorio regionale.  Durante il workshop sarà presentata la seconda edizione del rapporto “Mobilità e circolazione internazionale dei talenti in Emilia-Romagna” che illustra informazioni utili per comprendere le principali caratteristiche e trend dei flussi migratori in entrata e in uscita dal territorio regionale.

    Il report è uno dei risultati dell’Osservatorio sui talenti per l’analisi dei fenomeni di mobilità e circolazione dei talenti, istituito nell’ambito delle azioni della Legge Regionale n. 2/2023 Attrazione, Permanenza e Valorizzazione dei Talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna, con cui la Regione Emilia-Romagna sostiene l’attrattività, l’innovazione e la competitività attraverso la mobilità, la permanenza, il rientro e l’attrazione di talenti.

    Inoltre ART-ER e Confindustria Emilia-Romagna presenteranno la nuova guida alle procedure, incentivi e opportunità per le imprese che vogliono assumere dall’estero e lanceranno i nuovi servizi dedicati disponibili a partire da luglio 2025.

     

    Qui l’agenda completa del seminario

    Ingresso gratuito con registrazione sul sito di R2B

     

    R2B | Research to Business è il Salone Internazionale della Ricerca e delle Competenze per l’Innovazione. Arrivato alla 20° edizione, si conferma un punto di incontro annuale per la comunità dell’innovazione a livello nazionale e internazionale, che coinvolge esperti, imprese, istituzioni e accademici, per affrontare le sfide del futuro e cogliere le opportunità emergenti della tecnologia e della conoscenza.

    L’evento è promosso dalla Regione Emilia-Romagna e organizzato da ART-ER Attrattività Ricerca Territorio.

     

  • LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER FRONTEGGIARE LA SICCITÀ E LE CALAMITÀ NATURALI

    LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA PER FRONTEGGIARE LA SICCITÀ E LE CALAMITÀ NATURALI

     

    Le proposte di Confindustria Emilia-Romagna per fronteggiare la siccità e le calamità naturali.
    Gestire le risorse idriche anche attraverso una nuova governance dei corsi d’acqua

     

    14 aprile 2025  –   Confindustria Emilia-Romagna ha presentato oggi a Bologna un’analisi sul tema delle infrastrutture idriche e delle competenze amministrative e gestionali dei corsi d’acqua in regione.  Obiettivo del convegno “Verso il nuovo Piano di Tutela delle Acque attraverso un nuovo modello di gestione”  è stato fare il punto sulle possibili soluzioni per una corretta gestione delle risorse idriche, nell’ottica di fronteggiare la siccità e le calamità naturali anche attraverso nuovi modelli di governance.

    «La gestione dell’acqua – ha affermato la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi  –   rappresenta un fattore fondamentale per lo sviluppo e la competitività del territorio, della società e del sistema produttivo. Sinora il tema è stato gestito con un approccio ordinario perché non si erano verificate situazioni di grave rischio, ma da un lato le recenti alluvioni e dall’altro la siccità hanno messo in luce la necessità di realizzare in tempi brevi un piano di interventi infrastrutturali. La visione di futuro che vogliamo costruire per l’Emilia-Romagna passa anche da una nuova ed efficace gestione della risorsa idrica. Per questo proponiamo alla Regione di avviare una stagione concreta di investimenti che metta in sicurezza il territorio, le popolazioni e le imprese».

    Le conclusioni dell’incontro sono state tratte dal Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale«Nei giorni immediatamente antecedenti alle alluvioni di maggio 2023 – ha dichiarato – il Governo Meloni aveva giustamente provveduto alla nomina del commissario straordinario alla scarsità idrica, in quanto eravamo in una vera e propria situazione di emergenza. Questa emblematica concomitanza ci richiama però all’esigenza di mettere in campo una nuova strategia che tenga insieme tutti gli aspetti legati al ciclo idrico, la valorizzazione di ogni risorsa disponibile, investimenti su risparmio e riuso, opere per la sicurezza del territorio. Come Regione Emilia-Romagna accogliamo con favore lo spirito di collaborazione di Confindustria e mi sento di dire che siamo in sintonia rispetto agli obbiettivi. Sulla sicurezza come Regione abbiamo raddoppiato le risorse e aspettiamo a giorni la definizione del nuovo decreto da parte del governo, sul Piano di tutela delle acque dobbiamo segnare una svolta e sono certo che la comunità emiliano-romagnola saprà essere all’altezza della sua storia».

    Gli studi commissionati da Confindustria Emilia-Romagna hanno evidenziato come l’Emilia-Romagna sia particolarmente interessata dall’alternanza di alluvioni e inondazioni a momenti di siccità e carenza idrica stia diventando. Questo fenomeno fa sì che i terreni non siano in grado di assorbire in poco tempo e tutta insieme l’acqua di cui hanno bisogno.  L’aumento della subsidenza, fenomeno naturale in un territorio pianeggiante, rischia di avere effetti molto dannosi se non si interviene preventivamente con azioni di controllo e gestione.  Da qui l’esigenza della regimazione delle acque superficiali.

    All’emergenza idrica è collegata la siccità, che impatta negativamente sull’agricoltura, sulla portata dei corsi d’acqua e sulla ricarica delle falde sotterranee che si abbassano.  Circa il 70 per cento delle acque utilizzate in regione proviene dal Po e in parte da corsi d’acqua appenninici: una quantità importante che sostituisce le acque piovane non sufficientemente trattenute tramite invasi.

    In particolare l’area nord dell’Emilia-Romagna è la più critica sotto il profilo della siccità: ciò è dovuto alla scarsità di infrastrutture di raccolta delle acque, che sono state viceversa costruite negli anni in Romagna e nel territorio bolognese. Dagli anni Settanta ad oggi stata realizzata solo un’opera di rilievo rispetto alle decine pianificate o ipotizzate, la diga di Ridacoli, che ancora oggi rappresenta un caso di eccellenza per visione ed efficacia.  Lo studio di Confindustria sottolinea la necessità di progettare una nuova rete scolante attraverso opere di ingegneria idraulica delle acque di superficie che tenga conto delle nuove altimetrie e pendenze dovute ai deficit sotterranei.

    L’analisi di Confindustria regionale ha poi evidenziato come ci siano diverse criticità nel sistema di gestione delle risorse idriche, legate soprattutto alla complessità normativa e alla sovrapposizione di competenze legislative e amministrative tra i vari livelli di governo tra Stato, Regioni, enti pubblici e privati.

    Ad oggi il quadro normativo a livello nazionale e regionale è troppo articolato e rende complesso l’operato di enti pubblici e privati.  Le difficoltà sono evidenti durante gli eventi emergenziali, che mettono in luce la scarsa preparazione delle strutture di contenimento e di gestione.  Occorre avviare una riflessione volta ad una riforma legislativa che chiarisca le competenze di ciascun attore pubblico e privato nella gestione delle risorse idriche.  È opportuno da un lato ripartire dall’applicazione diretta delle normative nazionali per centralizzare la gestione a livello regionale, permettendo alla Regione di definire piani, procedure e interventi operativi senza la frammentazione delle competenze, e dall’altro rivedere il modello di governance in Emilia-Romagna con una gestione integrata e snella, in grado di evitare l’allocazione delle competenze su troppi livelli amministrativi.  Ed è indispensabile creare un sistema più efficace per gestire le emergenze idriche attraverso politiche di prevenzione e una più adeguata dotazione infrastrutturale.

    Lo studio sulle infrastrutture idriche è stato illustrato da Giovanni Martinelli, ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e dal geologo Andrea Dadomo. Il Vice Direttore di Confindustria Emilia-Romagna Gianluca Rusconi ha presentato lo studio sulla governance dei fiumi.

    Alla tavola rotonda, moderata dal Vicedirettore del Resto del Carlino QN Valerio Baroncini, sono intervenuti l’Assessora all’Ambiente, Programmazione Territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna Irene Priolo, il Presidente e Amministratore Delegato di Pizzoli SpA Nicola Pizzoli, il Presidente di Romagna Acque – Società delle Fonti SpA Tonino Bernabè, il Presidente di AIPo-Agenzia Interregionale per il Fiume Po Gianpaolo Bottacin e il Presidente di ANBI-Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue Francesco Vincenzi.

     

    Vai al testo integrale dello studioVerso il nuovo Piano di tutela delle acque, Le proposte dell’industria

    Vai al testo integrale dello studio Competenze legislative e amministrative per la tutela delle risorse idriche dell’Emilia-Romagna

     

     

  • 14 APRILE 2025 |  CONVEGNO “VERSO IL NUOVO PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE ATTRAVERSO UN NUOVO MODELLO DI GESTIONE”

    14 APRILE 2025 | CONVEGNO “VERSO IL NUOVO PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE ATTRAVERSO UN NUOVO MODELLO DI GESTIONE”

     

    Lunedì 14 aprile si terrà a Bologna il convegno “Verso il nuovo Piano di Tutela delle Acque attraverso un nuovo modello di gestione”, organizzato da Confindustria Emilia-Romagna per presentare due studi sul tema delle infrastrutture idriche e delle competenze amministrative e gestionali dei corsi d’acqua in regione.  

    L’incontro avrà luogo nella Sala conferenze del MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna, in via don Minzoni 14, con inizio alle ore 9.30.

    L’obiettivo è fare il punto sulle possibili soluzioni per una corretta gestione delle risorse idriche, nell’obiettivo di fronteggiare la siccità e le calamità naturali anche attraverso nuovi modelli di governance.

    La Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi introdurrà i lavori del convegno.

    Giovanni Martinelli, Ricercatore associato Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e Andrea Dadomo, geologo, presenteranno lo studio sulle infrastrutture idriche. Il Vice Direttore Confindustria Emilia-Romagna Gianluca Rusconi presenterà lo studio sulla governance. 

    Alla tavola rotonda, moderata dal Vicedirettore de Il Resto del Carlino QN Valerio Baroncini, interverranno
    . Irene Priolo,  Assessora Ambiente, Programmazione Territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture Regione Emilia-Romagna
    . Nicola Pizzoli, Presidente e Amministratore Delegato Pizzoli SpA
    . Tonino Bernabè, Presidente Romagna Acque – Società delle Fonti SpA
    . Gianpaolo Bottacin, Presidente AIPo – Agenzia Interregionale per il Fiume Po
    . Francesco Vincenzi, Presidente ANBI-Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue

    Le conclusioni saranno tratte dal Presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale.

    In allegato il programma.

    Per aderire ->  Adesioni Convegno 14 aprile 2025

     

  • SIGLATO UN PROTOCOLLO DI INTESA TRA INPS EMILIA-ROMAGNA E CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

    SIGLATO UN PROTOCOLLO DI INTESA TRA INPS EMILIA-ROMAGNA E CONFINDUSTRIA EMILIA-ROMAGNA

     

    Bologna, 18 febbraio 2025 –  Nei giorni scorsi è stato siglato a Bologna un protocollo di intesa tra INPS Emilia-Romagna e Confindustria Emilia-Romagna.

    Il Direttore regionale INPS Francesco Ricci ha dichiarato che “il protocollo rappresenta uno strumento per consolidare i rapporti e l’impegno alla collaborazione e testimonia l’importanza e il valore che le parti riconoscono allo scambio e all’ascolto reciproco. L’intesa prevede strumenti, quali ad esempio il tavolo tecnico e la formazione congiunta, che contribuiranno a migliorare la qualità di servizio alle imprese del territorio”.

    Il Direttore di Confindustria Emilia-Romagna Luca Rossi ha sottolineato “l’approccio collaborativo e la volontà di rispondere in modo sempre più tempestivo alle esigenze di imprese e lavoratori, insieme alla condivisione dell’importanza di rafforzare i percorsi di formazione comune e di corretta informazione delle prestazioni per imprese e lavoratori”.

    Tra gli obiettivi del protocollo vi è infatti quello di ottimizzare lo scambio di informazioni tra INPS e Confindustria nei rispettivi ambiti per velocizzare la risoluzione di problemi di interesse comune, in particolare la gestione delle domande di ammortizzatori sociali, l’alimentazione dei flussi contributivi e in genere le prestazioni previdenziali ed assistenziali a favore dei lavoratori.

    All’incontro sono intervenuti i Direttori e Dirigenti INPS e i Direttori delle Confindustrie e Unioni Industriali territoriali della regione e di Confindustria Ceramica e Ance Emilia-Romagna, che hanno portato la propria testimonianza sullo spirito di collaborazione fattiva che caratterizza anche a livello provinciale i rapporti tra sedi INPS e Associazioni.

     

     

  • DOCUMENTAZIONE WEBINAR “ZONA LOGISTICA SEMPLIFICATA DELL’EMILIA-ROMAGNA. BENEFICI E OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE” | 4 DICEMBRE 2024

    DOCUMENTAZIONE WEBINAR “ZONA LOGISTICA SEMPLIFICATA DELL’EMILIA-ROMAGNA. BENEFICI E OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE” | 4 DICEMBRE 2024

     

    Mercoledì 4 dicembre si è svolto il webinar  “Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna. Benefici e opportunità per le imprese”,  rivolto alle imprese associate del sistema Confindustria Emilia-Romagna: in allegato la documentazione.

    Si è trattato di un primo incontro informativo con l’obiettivo di fornire il quadro di riferimento sulle aree rientranti nella Zona Logistica Semplificata, i benefici e le semplificazioni amministrative, doganali e fiscali per le imprese insediate o che si insedieranno all’interno di questa area.

     

    RELATORI

    Saluto introduttivo
    Gianluca Rusconi, Vice Direttore Confindustria Emilia-Romagna

    Le Zone Logistiche Semplificate (Z.L.S.)
    Francesco Rossi, Adviser Trasporti e Logistica Confindustria

    La Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna: aree interessate, benefici e opportunità per le imprese
    Camilla Giannotti, Area Relazioni Istituzionali e Affari Legislativi Confindustria Emilia-Romagna

    Credito d’imposta ZLS: descrizione della misura – profili comunitari
    Valeria Salvi, Adviser Politiche fiscali Confindustria

    Credito d’imposta ZLS: descrizione della misura – funzionamento e profili fiscali
    Simona Altrui, Senior Professional Politiche Fiscali Confindustria

    Il porto di Ravenna: hub logistico strategico per l’Emilia-Romagna
    Mario Petrosino, Direttore Operativo Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro settentrionale

     

     

     

  • ELEZIONI REGIONALI 2024 |  LE PROPOSTE DEGLI INDUSTRIALI DELL’EMILIA-ROMAGNA

    ELEZIONI REGIONALI 2024 | LE PROPOSTE DEGLI INDUSTRIALI DELL’EMILIA-ROMAGNA

     

    Domenica 17 e lunedì 18 novembre 2024 l’Emilia-Romagna è andata alle urne per eleggere il nuovo Presidente e i componenti dell’Assemblea legislativa della Regione.

    Gli imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna hanno realizzato l’analisi “Sfide e priorità per il futuro dell’Emilia-Romagna”, che ha individuato i dieci macro-temi Innovazione, Sostenibilità, Sanità e welfare, Abitare, Capitale umano, Semplificazione, Logistica e trasporti, Filiere e internazionalizzazione, Transizione energetica, Infrastrutture,  declinati in quattro percorsi di sviluppo:
    Innovazione e competitività: Il Laboratorio del domani
    Infrastrutture e territorio: connessione mobilità e opportunità
    Capitale umano e benessere: formare, vivere, crescere
    Sostenibilità e transizione: energie per crescere.

     

    Circa il tema Innovazione e competitività gli obiettivi in sintesi sono:

    . sostenere le PMI, accompagnandole nella transizione digitale, favorendo la nascita di start up innovative
    . accesso a nuove infrastrutture e servizi digitali facilitato a beneficio del pubblico e delle imprese, sfruttando il potenziale computazionale presente in regione
    . ecosistema regionale dell’innovazione semplificato razionalizzando la governance e organizzandola per filiere produttive
    . verticalità tematica da recuperare nei tavoli di confronto pubblico-privato per promuovere l’evoluzione, la riconversione e l’innovazione in alcuni settori strategici come automotive, aerospazio, ceramica, tessile/abbigliamento, materie plastiche)
    . fronteggiare le sfide sociali del futuro con l’adozione di innovazioni tecnologiche e di processo (innovazione sociale, HPC/AI e life sciences).

     

    Per Infrastrutture e Territorio connesso:

    . reti di collegamento autostradale e ferroviario da completare e integrare per aumentarne la capillarità sul territorio, anche nelle aree di prossimità
    . definire il Piano Strategico sulla logistica
    . riqualificazione aree industriali
    da semplificare. Rivedere radicalmente gli approcci e la normativa per gli interventi di rigenerazione/riqualificazione urbana
    . nuovi investimenti e insediamenti produttivi:
    occorre accrescere e consolidare la capacità di attrazione
    . lavori pubblici: istituire una funzione/delega dedicata a garanzia di maggiore efficacia nell’implementazione di funzioni e competenze per infrastrutture di rilievo regionale
    . potenziare il trasporto pubblico locale, specie ferroviario, per migliorare ulteriormente l’offerta ai cittadini
    . rete aeroportuale regionale: avviare un percorso di analisi per l’ottimizzazione adeguandola al ruolo di crocevia che la regione occupa in Italia e in Europa

     

    Il percorso Capitale Umano e Benessere si pone come obiettivi:

    . modello sanitario regionale riorganizzato ed adattato alle esigenze del futuro, migliorando efficacia ed efficienza delle prestazioni
    . assistenza sanitaria ottimale e accessibile garantito da sistema di cura alla persona dove pubblico e privato accreditato intervengano in modo integrato
    . revisione dei criteri di suddivisione del Fondo sanitario nazionale – che deve essere basata sulla reale entità delle prestazioni erogate – e promuovere una spending review regionale
    . occupazione femminile favorita dall’accesso a nidi e scuole dell’infanzia pubblici allargata
    . Piano Casa: accrescere la disponibilità di alloggi per famiglie, studenti e lavoratori
    . cittadini stranieri: gestire attivamente il fenomeno e migliorare integrazione e coinvolgimento sperimentando nuove forme di accoglienza
    . orientamento formativo: promozione di un modello organico per diffondere, a giovani e famiglie, la consapevolezza delle opportunità professionali offerte dal tessuto economico regionale
    . formazione continua: politiche per lo sviluppo di alte competenze, senza tralasciare altre professionalità richieste

     

    Circa i temi Sostenibilità e Transizione verde:

    Gestione corsi d’acqua: mettere a punto un sistema nuovo e radicalmente diverso e la mitigazione del rischio dovuto ad eventi atmosferici estremi (investimenti infrastrutturali e manutenzione)
    Agevolare gli investimenti, specie sulle fonti rinnovabili, attraverso la leva autorizzatoria da rivedere nel suo complesso
    Stimolare la massima diversificazione delle fonti energetiche disponibili, sviluppando studi e ricerche su nuove fonti (v. micro impianti sul nucleare)
    Decarbonizzazione: stimolare e agevolare, dal punto di vista economico e amministrativo, proposte progettuali delle imprese (in ottica di filiera) finalizzate a realizzare processi a basse emissioni di carbonio e soluzioni di compensazione.

     

     

    Vai all’executive summary del documento  Sfide e priorità per il futuro dell’Emilia-Romagna

     

  • FABBRICA EUROPA, LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA PER I PARLAMENTARI EUROPEI

    FABBRICA EUROPA, LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA PER I PARLAMENTARI EUROPEI

     

    Fabbrica Europa è il documento realizzato con il supporto del sistema Confindustria in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024, per delineare le priorità per la prossima legislatura dell’UE, considerando le sfide globali che ci attendono, come la crisi energetica e le tensioni internazionali.

    Il futuro dell’Europa è strettamente legato al rinascimento dell’industria europea, con la necessità di garantirne la competitività e centralità nelle politiche dell’Unione. È essenziale affrontare la transizione digitale e green con investimenti adeguati, sfruttando le opportunità offerte dal PNRR e rilanciando il mercato unico dei capitali.

    Il nuovo Parlamento europeo avrà il compito di affrontare le sfide economiche e sociali e gli imprenditori sono pronti a collaborare per costruire un’Europa forte, giusta e resiliente.

    Il 14 maggio si è svolto a Padova un incontro di presentazione del documento, promosso da Confindustria Emilia-Romagna, Confindustria Friuli-Venezia Giulia, Confindustria Trentino-Alto Adige e Confindustria Veneto, insieme alla Delegazione di Confindustria presso l’Unione europea e al Consiglio delle Rappresentanze Regionali di Confindustria.

    L’incontro è stata l’occasione per un confronto sui temi strategici per l’industria con i candidati della circoscrizione Nord Est alle prossime elezioni europee e i parlamentari europei uscenti.

     

    Vai al programma dell’incontro del 14 maggio a Padova 

    In allegato il documento Fabbrica Europa